Sempre più sconvolto da un Mondo nei suoi involti(ni), in questa Primavera di Maggio, omaggerò così la mia principesca ascendenza medioevale
Sono qui, nel mio castello, ove allestisco “vestiari” della mia anima, incarnandola a effigie contro le “fighette” e il ligio “dovere”, poiché, in quanto Principe, ripudio le “corse podistiche” e, sempre più monarca della mia vita, intimo i sudditi a intimidirsi di fronte al mio cospetto, dall’alto del mio podio.
Vergo codesta lettera insigne, in (tiro a) segno di “stima” a molta umanità patetica, che piange nelle sue stigmate incicatrizzabili, illusa, fra una citazione “colta” e altro vivacchiare, di poter sciogliere i nodi della propria tristezza con frasi consolatorie d’accatto. Attaccatevi al tram, e timbrate il cartellino, non ammonitemi più, altrimenti sarete espulsi dal mio regno:
Vivo, felice ed esultante, coccolato dal mio trono “spaparanzato”.
Alle prime luci dell’alba, la gente, là fuori, già abbaia ed è abbacchiata dai “reumatismi” di notti in cui, per “allentar” le frustrazioni giornaliere, “sciacquaron” le proprie ossa in “giochi d’adulti”, invero sempre più soggiogati a un tribal, primitivo “timballo”, specialità “culinaria”, “sformata” d’ingredienti a base di “pollame”.
Anni fa, fui tacciato di “pazzia” solo perché ero, sono e sarò un fottuto privilegiato, che ha totale disprezzo per il cinismo barbaro odierno, le sue moine, e le sue “frittelle”.
Gusto film dalla mattina alla sera, e “scodinzolo” sul divano, attento a registrare “attimi gaudi” in cui un’attrice, da me “amata”, mostra qualcosa che, per voi è “sconcio”, per me è piacevole “acconciatura”.
Quando la noia m’assale, di soprassalto la (dis)ordino nei (soq)quadri della mia elevatezza, nobile, incoercibile, a mo’ d’affronto, sfrontatissimo, contro tutte le vostre bili.
Un idiota che vive a Roma, ha preso una settimana di “ferie” soltanto per “scendere” nel suo paesello e festeggiare il “Santo protettore”, per tre giorni, “indimenticabili”, di bagordi, fuochi d’artificio, birrette, donnette (in)consolabili, e amichetti da “combutte” e puttane.
Ma, in quel paese, la gente, lentamente, è sempre più floscia.
Vidi talenti giovanili “ammosciar” le proprie ambizioni, inibiti da predicozzi provincialissimi, appalti edilizi che tifano per gli “squadroni” del Nord, mafiosi imporre la “legge” da don-”reverendi”, e ragazzine disperate, orfane, “venderla” in giro per le brulle “costiere” metapontine.
M, quel che più mi fa arrabbiare, è che soffrono, si disperano, ma son i primi a pontificare, mentre, il ponte che congiungerebbe l’”arcata dentale” e la Calabria alla Sicilia, mai sarà costruito, così come il loro futuro.
No, per quanto sia un Uomo di “cemento armato”, non posso, sebbene potrei…, aver il potere di “transformer-izzarmi” nello stretto di Messina, sì, l’anello “mancante” evolutivo fra le “scimmie” delle Isole Eolie (lì, si produce solo dell’olio, ma poco le cosce delle donne son “oliate) e le coste del Golfo di Gioia (gioiosissimi, quanto un belga nei pressi di Belgioioso, ho detto tutto…).
Tutto il Mondo è paese.
Tutto il Mondo è ai miei piedi.
In fede, mai nuziale,
uno stronzo.
Che sa cos’è l’amore, cos’è il sapore.
Ora, con questa mia “stilografica”, vi benedico, augurandovi “letizia” e “serenità”, anche se le vostre previsioni del “meteo” han previsto grandine.
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