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Vivete, miei essi vivono, nel sesso virtuale, ossess(ionat)i e mai nati, evviva la mano morta


30 Sep

Io vi do un consiglio, miei conigli. Continuando ad acclamare le vite altrui, finirete col rimpiangere la vostra. Quindi, smettetela di applaudire quel cazzone di Hugh Jackman. Rendete la vostra vita un formato Wolverine. E non azzannatevi in lotte (s)fatte di a(rti)gli e vampiristiche faide. Miei figli di puttana, continuando nel vostro andazzo, prevedo il fango. Altro che supereroi. Qui per voi è già la disfatta.
Consolatevi col registrare True Detective da venerdì e buonanotte, miei mostri di Carcosa. La vostra vita non fu e mai sarà una rosa, bensì un co(r)vo di (co)r(n)acchie.
Fidatevi, il cimitero vi aspetta e non manca molto a questo triste appuntamento (in)evitabile.
Così è, non si discute.
Vi lascio, salutandovi col mio uccello in mano, essendo io libero e dunque lib(e)rante anche in sano (s)fottermi da solo.

Sono un santo di dementi, che siete voi. Ciao e tu, sì, salutami quella zoccola di tua sorella.
Provò a succhiarmelo ma rimase con altri cazzi nella testa, avendole il mio rifiutato in quanto uomo son che lo dà solo al t(r)op(p)o (im)personale che (s)t(r)op(pi)a.

Wolverine vai vai!


31 Jul

Ho sempre preferito Ray Charles ai Ray-Ban, la bandana ai frutti dell’amor, cioè le banane, ho sempre visto i migliori VHS senza Blu-ray del cazzo

Amo i pirati, non della strada, ma asfalto la tua cecità!

Sono un cinico d’altri tempi, insomma “al taglio”

Questa società è ampiamente peggiorata. Donnette con poco cazzo “storiografico”, fan le fighe oramai che sono ad “anta”.
Perlustrando zone inesplorate nel rimpianto che spera che qualcheduno impianti qualcosa che possa germogliare più della piantina.
“Uomini” perlopiù con l’alopecia evidente degli stempiati senza tempie, fuori Tempo massimo e al minimo storico. Anzi, degli stoici. Per andar con queste, devi aver perso molti peli.
Infatti, l’impianto salva capra e “cavolo”.
Fidatevi, fratelli della congrega, non c’è peggior sordo della sorte. Non c’è peggior sorca d’una che se lo inforna per fornicargli il portafogli.
Ah, adesso nuove manie di protagonismo stan insospettendo gli ambiziosi senza cervello.
Appena spunta qualche mente geniale, si crede che abbia copiato da altre f(r)onti.
Bene, ho la mia teoria in merito. Chi vive di sospetti, merita che io lo spettini. E glielo spacchi anche, fiancheggiandolo e poi sbattendoglielo in mezzo ai fianchi.
In tutta franchezza, lo terrorizzo. Lui fa il terrorista se un “terrone” sale agli onori della cronaca, reputando impossibile che abbia tagliato il traguardo quando prima sbucciava solo la (ci)polla della moglie “alla buona”.
Ma la vita riserva sorprese, miscredente. Dalla credenza “popolare”, può venir fuori chi ti “screpola” le palle.
Sì, se sotto la panca la capra crepa, tu caprone non crei e critichi chi creò, in quanto tu crepato e da cremare. Cretinetti!
Lecca il Cremino e lascia star i bambini che sognan se non gradisci i loro “dolcini”.
Di mio, son duro cattivello, sganasciami contro il sorrisetto e a fette ti “righerò” con asce ridenti. Sì, le lame ridono, il lama ti sputa in faccia “a rissa”.
Se amaro giudichi il mio riso, allora orso sarò ancor più ad arderti. Un bel falò scagliato contro chi ruppe la vetrata, qui ad appiccar e impiccar dopo le picconate.
Piccione, io ti cago, non mi caghi? Allora, pisciami in testa. Ammesso che ti abbia lasciato i testicoli. Ci covi? Ecco il corvo!
Secondo me Einstein era un idiota. Tutti a dichiararlo genio. E che me ne faccio di un genio che rivoluziona la fisica se poi non inventò la dinamica per viaggiar spaziale?
Peraltro, andava fermato prima che Fermi brevettasse la bomba atomica per l’uso anomalo dei guerrafondai.
Meglio la musica planetaria, orbitante ad “assonnarmi”, a chiuder gli occhi e navigare piuttosto che questi neuroni tosti privi di ritmo ed elettrizzati a capelli sfibrati.
Meglio Doc di Ritorno al futuro. Quello leggeva Verne, non era una merda da ventimila seghe mentali sotto le tristi maree. La vedeva in grande, e realizzò il vettore dell’entropia, permettendo di “vettori” che i genitori “trombassero” di motore schizzante!
Poveri fessi. Tarantino non copia? No, non copia, trae spunto, ispirazione e reinventa. E, dall’inventar, va il copulare.
Lo sa Uma Thurman. Prima le diede la parte della drogata, poi della protagonista, poi le fu Bill previo non ingravidarla, dandoglielo tanto da Quentin delinquentello col contraccettivo previdente. Mai mettere incinta Uma, altrimenti vorrà l’Oscar per il Rosemary’s Baby. Parto della scopata schifosa e pulp.
Puro trash undergriund da Planet Terror. Al Sud, quando vedono una bionda così, urlano “Che puscio!”. E quindi spingono il tasto rosso del push. Per lo splash da bastardi senza gloria.
Figata della Madonna che Moretti Nanni non capirà mai. Sì, Nanni. Continua col tuo “Cinema” reumatico.
Di me si può dire tutto. Tranne che non sia un genio di “YouTube”, meglio di te che non sai non solo un tubo ma neanche come t’inculo.
Totalmente.
Con questa, per oggi è tutto. E un’altra ne conquisto.
A domani, per altre botte.
Ora, che c’entra Ray Charles? Meglio un “cieco” che sa come toccare i “tasti”. Ray è nero e alla porno attrice Bray Rhiannon piacque il suo “tocco”.
Dicesi piano-forte.
Sono uno stronzo? Lo sono sempre stato.
Dici di no?
Beccati questa “cattiveria”.
Ieri sera, ho vsito il signor Ionata in carrozzina. Gli ho offerto delle tazzine e v’ho bagnato il mio “cornetto”, augurandogli buona fortuna.
Mi ha maledetto, e io: “Non sono superstizioso. Amo i gatti di Edgar Allan Poe e soprattutto le nere gatte. Per lei, Ionata, la vedo invece nera. Abbaia, dai, bau bau. Lo so che ti faccio la bua. Me le faccio anche al buio. Se vuole guardarci, gliele mostrerò a luci accese. Nessun problema, ma non le tirerà ugualmente nonostante le tendine abbassate e infuocati noi da finestra sul cortile”.
Ionata: “Sei un mostro!”.
Io: “Ecco, tieni il binocolo. Reggici i moccoli e attento a non metter becco di bernoccolo. Insomma, eccola, guarda come lo allunga”.

Che c’entrano i VHS? Sono l’acronimo di “Vedi ah ah che slurp”.

Sì, alle banane, preferisco che mi lecchino le bone.

Avete letto? Sì, così ragiona lo psicopatico che mi “pedinò” per anni, salvo esser sedato nell’ano. Ora, par blindato in casa, gli hanno d(ot)ato l’immunità dopo le sue munizioni e i suoi ammonimenti ai “musoni”.
Dicesi vendetta sottile(tta) al tontolone che pensò di girarsele e raggirar e invece adesso gironzola di stanza in bagno a cagarsela

Sì, “avventuriamoci” nella “criminal mind” d’un “acuto (web)master”. “Dottore” in “Scienze delle culinarie”, par che si vanti d’aver culo. Mah, a giudicar dalla sua ragazza, che ha raccattato nell’immondizia del suo immondo “USA e getta”, a entrambi non donerei salviette né salvezza.
Ma quale “sanità”. A questi qua solo che un lavaggio. Mentale? No, da ridurli in ospizio con la mentina e il mio “bon ton”. Insomma, provasse a “sbottonarsi” la “patata”, giudicando le patte altrui e non rispettando i leali patti, giocandosela sporca, e il suo porcello chiederà l’elemosina format(o) salvadanaio, prossimo articolo del suo “giornalismo”.
Che altro aspettarsi da un ebete del (de)genere? L’albero genealogico era già (i)scritto nella pessima borghesia che, pedante, “pedala” e ti dà una pedata.
Insomma, usiamolo come pedone. E se non sarà steso, allora il torpediniere. Non basta? Allora, aggiungiamo un topo nel letto della sua topina.
Impaurita urlerà e finalmente si “bagnerà”. Ché, stando con “uno” di tal “sfatto”, poco è soddisfatta. Per forza, si stufa senza lo stantuffo. Sebbene stia messa male anche quando si consola con marmellata di confettura. Fai fai! Iattura. Il catturone!
Sì, una coppia da “(s)ballo”. Lei di San Diego, una palindroma or “inserita” socialmente ma sempre in quel posteriore assieme all’impostore.
M’immagino le loro notti. Lui: – Cara, hai preso nota di come, dopo un mese, te l’ho reso noto?”.
Lei: – No, ho preso sonno. Mi annoiava. Sei un tonto. Lo voglio tornito.
Lui: – Che cosa ti ha dato noia?
Lei: – Non lo so. Non ho visto né sentito nulla. “Tirava” cattiva aria, così mi son voltata dall’altra parte e ne ho cacciato un altro.
Lui: – Un altro di che? Un peto?
Lei: – No, uno che non come te, “grazie” alle sue (ri)petizioni, mi fa goder di giravolte.
Lui: – Sì, voltiam pagina. Che voto avevi in “Educazione sessuale?”. Che condotta?
Lei: – Mah, non ricordo. Credo d’aver superato il Ginnasio grazia a un po’ di “ginnastica” con quello… di fisica.
Lui: – Ah, un capoccione alla Einstein.
Lei: – No, uno di buone flessioni di cappelle.
Lui: – Svergognata. Che facevi comunella con uno dell’ISEF?
Lei: – No, gliela concessi di “palle a mano” ma respirava male.
Lui: – Soffriva di asfissia polmonare?
Lei: – No, aveva la fisima di non aver il fisico per infilarmelo.
Lui: – E come ha fatto a insegnare quella “materia?”.
Lei: – Scopava con l’insegnante di chimica, specializzata in astronomia. Sì, che viaggi si fottevano. Lei gli decantava le costellazioni, lo allattava e lui veniva in Venere.
Lui: – Ah, quindi quella prof. gliele “girava”. Sarà stata una docente bona che credeva agli oroscopi del Venerdì 13.
Lei: – Non era il diciassette?
Lui: No, non raggiungeva neanche quello più sviluppato dei sette nani, quindi. Ah ah, me le suono da solo.
Lei: – Di suo, appariva un missile ma era sempre sulla rampa di lancio.
Lui: – A scoppio ritardato, insomma. Cioè: scaldava, stava “trombando” e poi evaporava?
Lei: – Sì.
Lui: – E come hanno fatto ad avere una relazione così “duratura?”.
Lei: – Be’, guardavano le stelle col telescopio. Previo la gastroscopia.
Lui: – E quindi tu, piccola stella senza cielo, hai scoperto il tuo Ligabue.
Lei: – Ah, il “pianeta” Liga esiste solo per le ragazzine da boni e bovari.
Lui: – Però le fa sognare.
Lei: – Preferisco un sonnifero. Dai, dormiamo.
Lui: – Aspetta, “amore”. Ho visto cose che non puoi immaginare…
Lei: – Io non ho visto mai le mie cosce, domani ho da far… una radiografia di raggi a balenottera. Devono individuare se esiste.
Lui: – Allora, ti auguro sogni d’oro.
Lei: – Sì, se mi regalassi qualche volta…
Lui: – Una galassia?
Lei: – No, mi basterebbe una collana. Almeno, posso andare sui viali d’alto “bordo”. Altro che borghi di Correggio. Altro che scoregge.
Lui: – Come Belena con Corona? Finirai in carcere. Poi, succhierai quelli dei secondi(ni) col collarino.
Lui: – No, come il tuo coglione.

Al che, spazientita, si alza dal letto e gli urla: – Sono una zoccola, ci sei arrivato? Sto con te perché mi dai il tetto!.
Lui: – Stronza, dammi le tette.

Finisce con tutt’è due distrutti ma peccato. Tutti quei “dementi” andran perduti nel Tempo come lacrime nella pioggia.

Questa play fa… tristezza?

No, fa verità.

Posso, onestamente, dichiararmi l’unico sano di “manto” in una società di ammattiti.
Non c’è la rima? Ma almeno, c’è stata la freddura indementita. Ah ah!

Definizione di freddura: “Battuta, non battona, sbatacchiata a muso appunto duro, che brucia”.

Ah ah.

– Che cazzo ridi?
– Non posso?
– No, non puoi nulla.
– Sei solo che nudo.
– Be’, ma è un bel vedere, no?
– No.
– Perché mai?
– Perché sei volgare.
– Ricorda mentecatta: la volgarità un baffo mi fa e Donna baffuta sempre piaciuta.
– Vai con quelle coi baffi?
– No, me la rido sotto il “buffo”.
– Non capisco.
– Allora, ti piscio.
– Piscialetto.

Finisce col pugno in faccia.

E al solito la “fica” s’infiacchisce, il ricco poltrisce, io danzo il liscio.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Wolverine – L’immortale (2013)
  2. Fuori controllo (2010)
  3. Lake Placid 4 – Capitolo Finale (2012)

La società odierna, quindi anche il “Cinema” che vi meritate, idioti!


16 Jul

Capitolo 1

Tatuaggi sull’addome carnoso del mio “lebbroso”, i miei libri son migliori dei tuoi aforismi, io vergo il Ver(b)o vitale dei vostri nervosi, spruzzo l’ingrediente del non gradirvi

Vedo gente stanca e la irrido perché posso permettermi il lusso di sbeffeggiarli quando, cortesi di “baciamani”, corteggian sol che fraudolenze a caudine sessualità già lorde in “candore” così schiaffato in faccia senza dignità.
Passeggio, arrotolando del tabacco mesto e, di fanfare, innaffio i “copricapi” testardi, programmaticamente stolti, nel venerarmi più piacente a mio sorriso “camuffato” dietro un’aria seria speculare a quest’idiozia “sincera” e tanto sfacciata da indurmi al vomito.
Acciuffo le mie ossa e me ne ingurgito, nell’odore secco di tanto vostro essiccare e annuir con far “cotanto”. Ah, sarà l’aurora boreale che, dall’Africa, in squittii maestosi delle sue cavalcate, soffia sin qui, in tal tetra città ove l’Estate è sempre immutabilmente grigia e noiosa.
Spettino i miei capelli e, arruffatissimo, arraffo a man bassa, nel loro palmo non solo di cartilagine ma di sradicate narici, ché ne inalo i veleni lor da inetti, iniettandomi carezze soffuse nell’umanità mia non gravitazionale a tali (os)curati.
Ah, miei pagliacci ipocondriaci, additatemi da matto e vi sarò mattanza, nel massaggio “taumaturgico” che vi sanerà d’ogni ferita poc’aromatica. Lo so, patite il reumatismo di troppe “flessioni ginniche” moderate da studi “classici” d’un Ginnasio che a me pare asino e da graffiar con forza e mai loffio “infermo”. Gioisco a deridere le ragazzine tristi, “giocherellone” delle loro unghiette, son spezzatino quando se le rompono, illuse di spaccarmi il cranio perché non son a codeste coccodè un figlio di puttana per scoparmele di sana pianta.
Eh sì, sono erboristico e m’impunto, meglio dei punti e crocette di vostro “lustrarvi” fra orecchini e un paio di “gioielli”. Bevo la litania delle mie ma(n)i malinconie, in quanto fresca euforia, miei festanti frivoletti.
Son oggi pargolo e domani a pascolarvi nel pianto così colmo di lagrime, poi domani paradossi trasformisti nel saltarvi addosso. Preferisco il tè al farlo dandoti del “Lei”.
Da me, allietata non sarai, io salirò e non mescerò salivare la mia lingua in tal porcile anale. Son il cane, son la cruna dell’ago, son crudo e voi “bagnate”.
Immergetevi in questa colica renale, frizzanti nei bollori, da me sol che bollicine al vostro schifoso “sapone”. Sì, insaporisco il mio viso nel deturparlo in quanto non laido come voi ladri “puliti”.
Mi travesto da clown, di contraltare e son anche poco tenue di soprano, un soprammobile accidioso, un menefreghista a tenore del non attenuarmi come i buonisti.
No, non addolcisco la mia voce fuori dal cor(te)o, affilo i coltelli e raschio la gola, fin a giugulari golose del mio eremita e non nelle “delizie del palato” come tali sposalizi invero oziosi.
Mie viziate, vi donerò l’orzata amara, son la malattia venerea a una vita che voi adorate in quanto volete, volenti o nolenti nonostante la dolenza e le lenze di lisca d’abboccate esche, durar nel galleggiare per la vostra galleria degli orrori.
Preferirò la galera a questi galli cedroni e una limonata gelata alla pesca del mio “frigorifero” a questo sbaciucchiarvi e brindanti stappati.

Sono l’irriverenza assoluta, il codice morale sviato per avvitarti ai tuoi obblighi “estetici”, ché dell’etica son afflizione e indemoniato a non “attivarmi” come voi passivi, già trapassati in quanto mai nati, delinquenti d’oratorie orali e di lingue sguaiate.

Capitolo 2

Quando Cronenberg sostenne che, dai cinecomics, non si può ricavar Arte, gli caverei gli occhi come Daredevil…, che sono io
Certo, se danno a Nolan la trasposizione commerciale dell’“Uomo nero con le ali”, il Cinema atterra mediocre di sopravvalutato, se danno a me la profondità delle sfaccettature a tema del mio “doppio”, ne salterà fuori un Superman fortificato dal mio Kick-Ass

Sono John Lennon, critico Bale Christian, la falsa cristianità e le vostre vite che non vivono la propria!

Christian Bale è il più grande del Mondo, dunque anche storiografico del Pianeta Krypton, in quanto superomista delle trasformazioni mutanti alla Wolverine oggi e domani Batman, l’X Man t’incula e cambia forma.
Gli manca Cronenberg, ma lo vedrei bene catapultato in un suo “carnaio”, che voi definite “chirurgico”, per la serie “La frase fatta dedicata al cineasta di vostra ignoranza superflua e alla bona, quant’è bona”, Chris a involarsi, avvoltolato nel sangue schizzante, purulento e poi veloce di pus nel più “lestofante” amplesso (s)garbato, da bad guy anche un po’ gaio nell’ambiguità sopraffina delle sue sopracciglia alla Beppe Bergomi, questo Chris pittato nei levigati zigomi anneriti dietro una maschera “pipistrellesca”, che deride il Joker con voce cavernosa ed è mobile più di Big Jim su fisico tutto d’un pezzo a (s)montare Catwoman e cazzoni vari mentre si sbarba col maggiordomo versione “rasoio” d’un servigio Barbie e stile integerrimo del doggie ad apparecchiare le sue gatte in calore con tanto di tacchi(no).
Stessa classe di Michael Caine. Bale è un cagnaccio!

Wayne distinto, di stile, come no. Uno spiritello porcello alla Michael KeatonUn mani di forbice più “wonderland”, nel senso di Val Kilmer/John Holmes. Sì, per mantenersi in forma, non va in palestra, ma usa la “balestra” scoccante nel mangiarsi tutte le alici…

Le adesca a paraventi di ventosa. Loro pensano infatti, “in fallo” che, dietro il trucco indelebile e resistente, forse potrebbe spingere indistruttibile di marmo.

Che Batman sia un maniaco sessuale è cosciotto accertato, nevrotizza la pulsione castrata della corazza nel “Tutto fuoco e niente arrosto”, con armi a raggi “microonde” su moto dalle gomme pneumatiche. Le “bombastiche” lui mastica ed appiccica il “mastino” nel tirato a lucido…
Batman sterza, in quanto “sterile” e per di più anestetizzato da quel che di Notte, solitamente, dovrebbe alluparsi. Cioè, quando la Luna brilla lassù, uno con un corpo alla Bale dovrebbe sbatterle sopra e sotto di “brillantine”, ululando. Invece, cazzeggia per purificare Gotham. Pensasse a come arrossire le gote e godrà senza il suo Notre-Dame.
Sì, il Batman di Bale è un gobbo, legge pure male le battute.

Un vero falco nel buio, un aquilotto che “spicca”, spacca il culo ai cattivi ma le donne lo picchiano. Da cui The Dark Knight che non rises in quanto poco riso e il cazzo non abbonda nello stolto che rosica e aspetta l’alba in bianco.

Ma il Batman di Nolan è anomalo. Per questo dobbiamo “(e)levarlo” in “pompa”. Un “losco” figuro a cui non frega un cazzo delle fighe. Egli bisbiglia, imbroglia, spinge, annusa e ammicca d’occhi neri nello spu(n)tar di visiera impercettibile. Quindi, schizza… altrove, da paladino che tutti impala e poche “impallina”. Anzi, nessuna.
Chi si crede d’essere? Batman è misogino o misantropo alla Capitano Nemo? Batman è ancor più “sommergibile”, naviga sott’acqua e scova i topi che scopan tra le fogne, li affoga di tutte foghe e quindi ottiene il suo “sfogo” senza bisogno d’infuocar le topine.

Non è un personaggio della Disney, ma un folle che “scoreggia” in città nel silenzio assordante dell’omertà. Gordon lo scambia per il corvo Brandon Lee, come look siam quasi lì se si confonde nel suo nemico per antonomasia, Heath Ledger “defunto” prima della fine delle riprese, con tanto di mitomania del compianto per far più cassetta. No, poiché supereroe, dunque filantropico è pure amico dei fruttivendoli, in piazza egli appare vestito da Pinguino di Elio… con Tom Hardy/Bane urlatore su doppiator Filippo Timi/Mussolini al fin di smerciar più banane e cicorie.

Se andava al mare, più cocomeri avrebbe rifilato alle “melone”. Eh sì, nonostante “tutto”, Batman è un “duro” grossissimo.
Testa di cocco bello!

Ce la vogliamo dire? Chi paragona Nolan a Kubrick, da me solo calci nel culo e vada a lavorare anziché allestire teorie “gasate” del suo eye wide shut.
Ma non distraiamoci. Torniamo a Bale. Bale non racconta balle, non è un cazzaro alla Nic Cage, non balla come il John Travolta che fu ma di pelle è camaleontico alla De Niro dei tempi d’oro.

Tant’è che comparirà, “irriconoscibile”, di nuova “muta” impressionante proprio col Bob.

Bale è inespressivo, basa tutto sul “carisma” del fregare lo spettatore. Lo spettatore va al cinema, guarda il “suo” nuovo film e rimane ipnotizzato per due ore circa dal Chris nuovamente “diverso”. E, mentre il pubblico continua a ripeter fra sé e sé, “Incredibile, cazzo, non sembra lui”, il film è finito.
Così, Bale si fa bono con tutti i soldi che vi frega da sotto il nasino.
“Ma quant’è bravo Bale”.

Più che altro, voi bevetevi Bale e la vostra vita, a forza di guardare i cazzi degli altri, non vedrete né Michelle Pfeiffer né Anne Hathaway “dal vivo” ma, soprattutto, neanche il vostro “uccello”. Detto piffero violato, poco volante di manubrio incastrato.

Sì, la vita vola via, e tu stai a osannar Batman nell’alto dei cieli. Pensa al tuo uccello prima di ammirar il pipistrello.

Ho detto tutto.
Che c’entra Cronenberg? Anche i geni come Lui sparano cazzate. Sì, avete una visione distorta dell’eXistenZ.

Quando capirete che è tutto un giocattolo, tuo figlio avrà scopato tua moglie. E saranno cazzi. Prenderete coscienza che avete invertito il giudizio frettoloso sulle “tappe” mentre vostro figlio è sempre stato Tom Stall.

Non potevate capirlo subito perché, quando nacque, stavate scopando con una prostituta sui viali. Sì, vostra moglie partorì e voi avevate la testa “altrove”.
Cioè “a culo”.

Da me, società di ritardati, solo che pugni in faccia. Come vuole la massa. Va al cinema e, se non assiste a scazzottate, torna a casa “abbattuta”.

Ecco cosa s’è perso oggi. Il senso della misura… di mio, posso garantirle un “Batman” che impenna di ottime proporzioni, tant’è che fui contattato an(n)i fa da Burt Reynolds di Boogie Nights ma preferii Demi Moore di Stripteasnella sua controfigura.

Un Tempo, sì, maschi e femmine si commuovevano per Ghost, quando è poi morto invece Patrick Swayze, dopo un agonizzante, incurabile Cancro, le donne sono diventate come Bridget Fonda di Jackie Brown… nello sfotterlo a mo’ di Louis Gara, gli uomini son rimasti delle iene.
Soprattutto quelli che si svendono da brave “personcine”. Detta come mangio, sono sciacalli. Han lucrato anche sul dolore.

E quello che ti fa rabbia è che sono adesso loro sulle prime pagine dei giornali. Non perché abbiamo i nuovi mostri, ma Fabrizio Corona con tanto di didascalia: “Ho rovinato la vita a mezza Italia, scarceratemi, devo interpretare il remake italiano di Scarface”.

Guardate, sono Robert Forster e lo libero io su cauzione.

Poi, anziché il Pacino tamarro de no’ altri, gli do la parte di F. Murray Abraham sempre di De Palma.

E lo lascio penzolare.

Pensateci. Se firmate la petizione, mancano solo una manciata di firme, avremo una merda in meno.

Se po’ fa’? Sì sì.

Ora, secondo voi dobbiamo regalare i nostri soldi a Christopher Nolan, a Bale e compagnia belloccia, quando abbiamo l’erede di Cronenberg. Peraltro, con qualcosa in più?
L’ironia che a David manca. La fumettistica alla Tarantino.

E chi sarebbe? Come chi sarebbe?

E chi può essere?

Il qui presente-rinomato-assente. Oggi, non lo vedi, domani ti entra.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. American Hustle (2013)
  2. Killing Season (2013)
    Vero cult movie in quanto già inverosimile.
  3. Wolverine – L’immortale (2013)

Facce da books


11 Jul

Su Facebook, la mia recensione di Mulholland Drive riscuote molte offese, e chiamo i marines per salvarmi dall’assedio. Telefono al Pentagono, ma risponde Bush nelle “veci” di Lynch…

Capitolo 1, se sei unico, devi per forza sviluppare l’unicità, anche la lunatica ambiguità, di baionette da baronetto un po’ qui e un po’ senza quaquaraqua

Recensire è difficile mestiere, specie se non ci s’attiene ai “normali” riassuntini scolastici. Tento, nel limite delle immani e disumane potenzialità, di andare oltre. Mi spingo sempre più delirante per vie impervie dell’esegesi sperimentale ma, lungo il cammino “orbitante”, perdo anche l’obolo non dell’universo spaziale ma delle retine oculari, leggi accecanti pugni in faccia a detonazione che frantuma le mie “iridescenze”.

Delle iridi o di quel che fu ieri chi mai può sapere chi fosti, forse Foscolo che diede valore ai posteri o nel posteriore d’ammaccatura al tuo “C’era una volta…” eppur da Proust sei finito fra gli stronzi di tutti i giorni?

Chissà. “Recapitandovi” in archivio qua, su “FilmTv.it”, ieri mattina la postai bella che “magna” e non di “pompa idraulica”, io che di vuoto gonfio e alzo le leve per boicottare i militari. Discretamente, il Frusciante la condivide ma presto i detrattori spuntano e, cataclismatici, mi “disgraziano” con poco grazioso “Grazie”. Un netto rifiuto da “cassonetto”.  Di rosicar perdo degli etti. Sì, la formula migliore per dimagrire… è venir attaccati e, dalla critica distruttiva, ricostruirsi anche cagando i ricostituenti.

Resisto, piango, disperato mi “strangolo” da “mouse” impazzito. Vaneggio, abbaio, urlo con furia, la vicina bussa alla porta ma ho già preso contatti con l’aldilà.

– Pronto? Lei è Dio?  Aiuto! Non sono un povero Cristo!

– Oh Signore, che succede? Gesù mio?

– Mi stanno sverginando. Solo la Madonna può miracolarmi da tali impurità. Intervenga Padre. Sia eterno. Li costerni.

– Figlio, devi cavartela da solo. Al momento, sto guardando un documentario sul Papa assieme a San Pietro.

– Ah sì? Che racconta il Pontefice?

– E chi lo sente? Serve per tener alta la nostra nomea. L’etere, ricorda figlio, non è sognar fra le nuvole ma dar alla gente dei “pezzenti” perché credano a me e a Pietro, che ora stiamo rispettivamente con Petra e un’altra “buona” figliuola nel Paradiso amar(e) loro di tanto “predicar” e poco “predicato” in donne “verbali”.

– Devo aspettare molto per anch’io meritarmele?

– Devi avere fede. E poi potrai toccar il Cielo con le dita.

– Padre, ma tu abiti al settimo piano del mio palazzo?

– No, quassù.

– A volte, mi viene il dubbio… al settimo piano del mio condominio, abita il Caggese. Lo vedo sempre in compagnia di puttane. Sicuro che non sei tu, Padre?

– No, figlio. Caggese con quante va al mese?

– Non ne tengo il conto. Più o meno, una quindicina.

– Ah, non pen(s)arci. In Paradiso, ogni “Giorno” è Notte. Migliaia di morte al secondo e, fra tante racchie, anche molte da “elevare”. Ti saluto, figlio. Altrimenti, poi avrò delle “arretrate”. Pretenderanno lo straordinario e sarò costretto a spedirle da Lucifero, il magnaccia. Ciao.

– Salutami mammata! Volevo dire la più “Vergine”.

La questione, però, non è stata risol(u)ta. Tutta salute!

Da ogni fronte, l’attacco è devastante. Tiro fuor le trincee per non uscire. Mi barrico e provo a smorzare il piagnisteo con una di cioccolata di barra. Poi, scaldo le orecchiette baresi e spruzzo sopra della panna.  Nulla… s’appian’, scoscio come la scotta Alessandra Appiano, “soffoco” di gola nell’amputato sfumar’ e penso di darmi, all’Alessandra e al Magno, alle novelle “rosette”. Di mente surriscaldata, il grido si fa manifesto e vorrei defenestrarmi, a mo’ di una briciola per gli uccelli… nel rov(inat)o. Meglio un Magnum.

Che calibro, che colibrì.

Dopo però le orecchiette pappate d’indigesto, un piatto di minestra per la “zuppa” coi funghi della foresta. Mangio delicatamente, ingoiando le verdure ma le merde son erbe cattive da estirpare. Si chiama maligna tricologia.

Addirittura, la mia recensione ha scatenato una guerriglia che, giunta sin al giaciglio della mia abitazione, armata è già pronta d’ariete. Allarmato, non ho l’allarme, cazzo.

Sfondano di sferratissimo ed entran di striscio… infatti uno ha la siringa per drogarmi. Si chiama anestesia “locale” per l’Uomo non da frivoli locali.

Sì, abito nel loculo alla Dylan Dog.

Il capo della “banda” aizza altro mio intirizzirmi:

– Non devi stupirti se poi la gente ti prende per il popò. Se sei in un pub(e) e compare una figona mentre stai sbevazzando coi tuoi amici e tu, anziché “sussurrarle” un “Ammazza!”, sollevi il calice d’un complimento così… “Oh, sublime frangente di luce, intrappolato in un infinito giuoco di specchi, levigati dallo scorrere di innumerevoli lacrime d’argento…” , ti pigliano per scemo e di sperma non (con)vieni al “conveniente” della “socialità” amichevole d’ammiccar in quanto “amiconi” sulla troiona.

Capisco che un brainstorming baroccheggiante possa essere una forma di catarsi ma, minchia, siamo oggettivi e non prendiamocela per il parere della gente se si decide di metterla su un blog pubblico.

Risposta del Falotico in corsivo poetico:

infatti sono l’ultimo arcano romantico alla De Niro di Heat. Corteggio le donne, quand’ammiran il planar delle trasparenze a mia eclissi lunatica e fluorescente, torbidi allunaggi mai di cinismo o senescenza come una primula di (piu)Maggio. Navigo fra tempeste oniriche. e nel neo criptico me ne sbatto se vengo “colto” in fallo. Oh, nerezza, salvami ermetica da Nerone coi suoi “bruciori”.

Ché dell’ano v’è certezza se della Bellucci Monica ne sei scontato gridar di lietezze, ma del poeta sia mai che può esser più grande di Dante e del ridondar! Ah ah.

E ricordati che le fragole non tutto l’anno son polpose come il mio esser languore e di amor pomposo.

Mi ammazzano.

E ora sto con Dio.

 

Capitolo 2, se il culo è “divino”, ti castigherà all’orgasmo da equino(zio) ma perirai per troppo “perizoma” ossessionato da quelle erogene zone

Trastullandomi, anche oggi di “rapina a mano armata” dell’erotismo “magniloquente” in miei orgasmi, eh sì son camaleontici e nelle “penombre”, fra tanti tonti “spicco” e pochi spacchi (rin)vengo…

Ad avvallo dei miei “cavalli”, son senza ambiziosi vessilli ma non assillatemi coi vostri postriboli. Ché appunto, di posteriori, ne ho oramai ben (d)onde e, a tal inguinali, son subliminale ad apparirti in viso nel tuo sbattermi a muso duro. Contro la parete? Sì, ma rispetta le parti… Sei Donna di cattivo part(it)o e spos(s)sarmi non m’avrai in te dissanguata. Preferisco placidamente disossarmi, “allegramente” inveire nello scorrazzare di mie corazze che tu, femmina a effeminarmi negli scherni, giochi a scherma come Vezzali Valentina. Meglio “quella” di Milo Manara. Ché è più mannara mentre la Vezzali è avvezza a vestir in tuta con la “maschera” e poi tutta a scosciar nel diguazzare sensuale su cosce del mio “accavallato” e piangente rimmel su rima “struccata”.

Oh Vezzali, sei la mia ebbrezza e “rigidezze” d’erezioni cotte “a puntino” su mio decadentismo da “spadaccino”. Tanti m’odiano e poche donne massaggio d’olio, ma Vezzali mia sei più brutta di come ti “penai” attillata senza trucchi. Oh, la mia sciabola scudisciò tanto quando tu d’anca eri a mio “moschettiere” una D’Artagnan, una Donna da gnam gnam. Oh, mia regina, donami delle regge come quelle principesse sul “pisello” del Sole a Versailles. Altrimenti, solo poesie verserò nell’impoverimento ma tanto arricchirmi sia interiormente che sbudellato di fegato e interiora.

Ognuno, in tal vita combattiva, è a mo(n)do suo diverso e inespugnabile. Asciugami e poi getta le “pugnette”. Tergi il mio sudore detergente ché, cristallino, sia ancor duellante in tua vagina di “botta” inflitta sul mio fendente.

Il mio nerbo vitale è come Totò, da molti “contemporanei” disprezzato e di filmografia recisa nella derisione. Han perso il gusto delle nobili buffonerie, e si son tutti adattati a questi tristi crocevia. La gente oramai vive di rebus e indovinelli per “vincere” da belli e le signore belano come pecorelle, illudendosi dive che aman farsi corteggiare da pagliacci e poi mendicare un posto a tavola rotonda…

Oh, Ginevra, accogli il Lancillotto di tal gi(n)ostra. Oh, sono un Artù velenoso e anche un po’ Cagliostro. Ché siam tumefatti da chi le regole civili ha ribaltato, tutti “inquadrati” e impostati. Di me, posso elargirti, speriamo che tu le “allargherai”, la mia timida compostezza e le mie “erette” destrezze.

Amami Ginevra, e la vita ti sarà davvero figa e scevra da questi zotici e pedestri.

Oh, guarda che (di)stacco da podista, ho anche un emporio a differenza di chi sta in Parlamento ed è un demente “imperatore”. Son giocattolaio “matto”, prendimi così… e non “lasciarlo” più. Imbrigliato nelle tue re(di)ni, cavalca con me la Notte.

Fondila e io “dentro” sprofonderò. Affonda pur un altro colpetto, mio cacciatore di lepre da volpone. Donna, mostrami quel che c’è in mezzo alla “gondola”. Senti come l’acqua struscia, come fibrilla e rompe gli argini delle mie “fibbie”. Sai, la mia fibra però più di tanto non “dura”. Adesso è durissimo, coglilo prima che mi “afflosci”.

Son Uomo e domani non lo so se sarai mia Donna. Dunque, dominami e smettila di giocar a Risiko, stai solo rosicando nell’entroterr(on)a. Conquista il mio territorio e si sbriciolerà come un torroncino. Piantandolo torreggiante in te supina e ancor torrida, umida e ignudissima.

Questa è la verità, fratelli della congrega. Stringetemi e voi Donne “stingetelo”. Vi cingo senza vostro marito, violento di cinghia(le). Ne godrete e tutto tutto sarà “irretito”. Ben “nascosto” di pene “losco” fra i “boschi”.

 

Capitolo 3, non ci son pazzi senza pinzimoni, vai cauta con le pinze e donami la tua capricciosa pi(a)zza, basta che non sia uno schiaffo in faccia

Voi ignoranti, “laureati” alla Bocconi e dunque creduloni che, dall’oratoria “bocca”, otterrete lingue nelle bocche, posso solo dire che dovete “aizzare”. Troppo azzimati, finirete zittiti. Altro che Professor Zichichi! Siete delle zingare come la Zanicchi!

Altro che Zanichelli! Indossa lo zaino, torna a scuola e non azzannare!

Troppo agghindati, marcirete zoppi.

Non fa rima, ma ti fa il culo.

  1. W. (2008)
  2. Wolverine – L’immortale (2013)
  3. Pain & Gain – Muscoli e denaro (2013)

“Wolverine”, CinemaCon Footage Trailer


02 May

I am Wolverine!


27 Mar

Wolverine aspetta guardingo e ti trancia da Mandingo, mio manigoldo, eccoti il (rac)conto!

Wolverine sono io, non scherzo, non schernirmi, altrimenti sarai “scheggiato”

Ove la società, annichilita dal consumismo del “grattarsi le palle”, esondando “brillante”, si “perseguita” d’attacchi screnzati e mina le dignità, c’è un Uomo che s’eleva in trono, mai “tronista”, afferra un microfono e lo sbatte in testa a chi non mi batterà mai, poiché sono batteria e “batterio” alle scimmie, il cui cibo è lo “sfoggio” di facce “normali” dietro parametri del “paravento” in questa giungla che, nel frattempo, disboscata da “segaioli” lapidari e combriccole bricconcelle, menan l’uccellino di qua e di là, come “picchi” a issare l’alberino “secolare” della progenie malata alla radice. In quest’assalto ai miei frutti boschiferi, alzo lo scettro e anche il “ramo”, amandomi tra foglie e lo sfog(li)are un libro ammaliante, a discapito e “scalpo”, scapolissimo, dei piccoli picchiatori nel loro “spacciatore” drogato e ruga di gote invero marcissime, scalfite dal veleno “sottile” da ruffiani anali che coltivano l’erba malsana.

Sì, fratelli della congrega e voi gregarie, subalterne e tu, alternativo fra i nativi del Capitalismo a diarrea d’ogni bieco cagar’, ti mando in quel posto, Io, il Capitano, appendendoti da testa in giù, nel col(l)ante che martorio su ascia da toro. Una bella torta e la mia “ciliegina” a “guarnire” i tuoi intenti-“attentati”-stai attento! da “guaritore”.

“Sciroppati” questo, sciroccato! Azzarda una mossa e ti caccio una Tirabusciò!

Ti conosco psicopatico. Tu che ti bardavi di maschera cosicché la ragazza della tua “classe” pendesse dalle labbra dell’orator di massa. Ah, volevi “ammazzarla” a letto, allettandoti d’una “bontà” in condotta. Nelle condutture, invece senza “cottura”, ti concerò di “candito”, nella fogna di tue “foghe”. Ecco le fighine al tuo “figo”, fidati, attendo il momento giusto e poi ti scateno il cane, fra l’altro tuo affine, di pari omicida canino ai tuoi crimini da “crema della crema”.

Non dimenar la coda ché solo sarà menata, non menarti per l’aia, nessuna “aiuola” stavolta ma se sotto le suole calpestavi gli “appestati” tanto adesso, a sangue, ne sarai “pest(on)e”.

Canta, mia scugnizzo, cagnone per la cagnolina di pelo rizzo, aizzasti e poi, di zizzania, perfin ti pararon le tue “zie”, vecchie come te d’una gioventù sempre vostra sbertucciata, ah, gli ebeti, il “belato” mia bertuccina!

Guaisci ché io sgualcisco, ecco l’addolcito al tuo “cucirti”. Stai zitto in quanto sei già cotto. Datti al cucito, son il caffè arso del tuo cucinotto. A cuccia! Nessuna te lo ciuccia!
Bolli(to) di ripicca, appicchi altro fuoco da “benzinaio”. Ma, (im)moralmente, accendo un fiammifero e aspiro la sigaretta, tappandoti, mio nano, da sughero.
Sei un’alga, un’ameba, meno degli analfabeti con un vocabolario che va da Alfa a Beta, la tua Berta fila… e “insaporisci” di tutto “struscio”. Che “lisci”, che integrità, che aperitivo. Sei un po’ ingrassato? (De)noto un fisico a pera, saran le tue “mele”. Imbarcato di “banane”, la scimmia ti sta possedendo e, di “sedere”, assetando. Che “assatanato”. Nelle tane sei (Gin)tonico, ma io intonaco da “tonno” le tonalità del mio tuono!

Eccomi, tornato, non scappare di tornanti. A ogni svolta, a ogni angolo, potresti incrociare una “crociera” ad affogarti. Ecco a te lo “sfigato” su cui sfogavi le frustrazioni che, di frusta, ti rende un “fusto”.

Ti manca solo un’asta “lì” e, dopo anni di tue canne, “canino” sei ora tutto cariato.

Un consiglio: “quelle” delle canaste aspettano il “canestro”.

Io, di estri, ti fregai! Mostro, ecco il tuo pastrocchio!
Non pianger d’occhietti, dammi retta, nel retto la tua “rettitudine” ottusa è “perpendicolarmente decumana” al tuo sempre “venir”… alle mani.

Non t’ho neanche sfiorato, un “leggero” for(nin)o alla tua “forza”. Non fuggire nei fortini, sei un topo da formaggino!

Suvvia, adesso circuiscine un’altra, mio pagliaccio da circo.
Guarda che il frigorifero ti conserva di muffa!

Che “torchio”, ti torciamo tutti attorno e, in gran coro, saremo, non sanremesi di canzonetta, “innamorati” a cuore… aperto!

Che cibarie! Non ti dai le arie?
Come? Non va il riscaldamento? E allora ti useremo come ventola!

Credo di essere sempre stato Huck Jackman, da che ho memoria… mi tagliai gli arti(gli) inferiori, eh sì, vissi in Antartide, ove l’orso mangia il salmone…

Di bianco pelo ruvido, l’orso è iroso, tramuta in lupo e, come questa “creatura” X Man, optai, oplà, poi per l’Oriente di combattimenti dai legamenti… “crociati”, shock anafilattici a quelle “a mandorla” di (g)nocca, causa troppo stress patibolare delle mandibole “calorifere” dinanzi a cinesine che gli fan nasin “asino” nasino con tanto di “vasellina” a un licantropo di miglior bur(r)ino. Il burrone!

Sì, Wolverine è un pollo al limone!

Ve lo siete sparato questo teaser del Wolverine, oggi uscito di Marvel in James Mangold?
Che cazzo c’entra James Mangold, ch’è specializzato in storie “a tu per tu” di anime difficili e “stonate”, sorde alla Stallone di Cop Land, con questa semi… scimmia, semiscemo, versione Hulk rabbiosa ma umana già di suo muscoloso, ipetrofico senza idrofilo, affilato di denti e Jackman pompato, slabbrato, “scamiciato”, urlato, “ludro” e ossesso a spaccare le ossa? Senza corazze da Iron Man del cazzo?

Non c’entra proprio nulla.
Infatti, a dirigerlo doveva essere Aronofsky, Jackman s’era già levigato di dieci ore da palestra(to), salvo poi imbruttirsi miserabile e recuperare “pesi” e “attrezzo” al fine di rassodare i culetti, suoi, e dei cattivoni da mangiar in un sol boccone!

Uno dei filmati più corti ma orripilanti della Storia.
Appena “parte”, Jackman ingrana la quinta del bicipite su pettorale “tartaruga” e jeans da James Dean “duro”. Ecco che fa svalvolare pugni fra i pugnali, sì, il film appare un cappa e spada nel Kitano più scimitarra del Takashi Miike “fumettizzato” alla John Woo d’Ang Lee scimmiottato nel samurai senza codice, cambiando registro in zona Hollywood “spettacolarizzante” di coreografie su “grafia” e graffi del nostro e una bella fica puttanina, che non ci sta (?) mai male per condire la salsa agro-dolce d’involtino Primavera su questo “bono” da ravioli al vapore e capelli cattivelli da cirro pazzo e cotonati come le patate della rosticceria “Cin Ciun Lin”, da cui anche il napoletano Ciccillo “asporta” un “cartoccio” in fronte di “gustativo” i figli so’ pezz’… de’ mer… “Mer” sta per mare alla francese o per bacio al tuo “gelato” fritto? Questo lo sa, appunto, Mario Merola.

Un film che si prospetta “appetibile”.

Una megastronzata colossale col colosso Hugh Jackman in tenuta d’animale!

Si “tiene bene” il bell’Uomo.
E chi lo conterrà? Accontentatelo! Finale ove vissero tutti contenti? No, da infelice rimarrò tale per un altro sequel tale e quale.

Egli azzanna, urlando “Tieni questo!”, salta, esulta, evolve e, d’involuzione, è primitivo guascone!
Che ti rompe il musino e ti schiaffeggia, mio Balanzone, di “sganascioni!”.

Sì, Wolverine sono io.

Come già scrissi, mi scambiarono per Clark Kent, quando invece sono Cary Grant di Flash Gordon su “sbandierarlo” in modo avventato ma alle corde degli orgasmi vocali. Cary Grant interpretò anche Gary Oldman di Batman. Cary piglia, pigiava nelle donne e si faceva sfilar anche il pigiamino. Senza Bignami, Egli era gnam gnam.

Infatti, mi “catapulto” su ogni donna e accuso le “botte”.

Rimango genio in the bottle, borbotto!

Ma nessuno “mi batte!”.

Quindi, meglio Wolverine, un William Burroughs a cui è preso lo “scazzo”.

Ora, fratelli, urgente è un ambulatorio!

Applauso!

Bacio, Notte, mio mignottone!

Ti rompo il mignolo e ti frego il Magnum! Che cioccolato!

Lo stecchino tuo ha steccato, beccati il mio ciuffo laccato!
In culo tuo appiccicato!

Regola dello stronzo, qual sono: coniglio ieri mi desti, mi destai incagnito e ora, dentro, ne sei incagliato!

Che figura da coglione, mio gran trombone!

E leva quel manifesto di Claudia KollCosì fan tutte, così ti ho infestato di fece qual sei!

Lo senti il basso?! No, è un Brass di brusio ad abbrustolirtelo!

Pollo arrosto, più quaglia di te, neanche tua madre che amava macellarmi mentre di un uccellone se ne godeva da pazza.

Son matto? No, ti son mattatoio!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Hulk vs Wolverine & Hulk vs Thor (2009)
  2. Wolverine – L’immortale (2013)
  3. Wolf. La belva è fuori (1994)
  4. Balla coi lupi (1990)

Wolverine, Teaser


26 Mar

Wolverine, I can’t wait!


26 Mar

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)