Posts Tagged ‘Winona Ryder’

Vlad the Impaler


19 May

Mortuario enigma dei miei ludici santuari a stigmate lucide

Stefano Falotico, il poeta per eccellenza, da regista si filma nel recitare il suo splendido componimento, di prossima pubblicazione, decadente nella sopraffina ironia a lingua forbita.

Opera a opera di sue (gira)volte, coperta da un copyright oltre la SIAE.

Volteggiai in epoche remote entro endovene traspiranti di solforiche nitidezze, ad arzigogolo anch’anestetico delle siringhe pensatrici inalate dal mio fumarvela con nostalgie meditabonde nel tenermi saldo in questo Mondo.
M’adorai e mi doro ancora, non dormo quasi mai e, sebben chiuda gli occhi, udii nel tempo già trapassato del Futuro prossimo un’avventura in prossimità del mio sbandare sollazzante in gradevole “lestofante”.
Con qual cortesia, vi rinfaccio la mia eutanasia!
Ah, cavalcai tanti fantini e li montai in sella per “assolarmi” nelle vertebre d’una Notte mai terminata, in quanto terminale del mio tremendo raggelarvi. Fratture composte a bloccarvi, miei impostori.
Lo so, nutrite esagerata sfrontatezza nei riguardi di ciò che concerne il mio sciolto cervo, fresco in serali boschi nei cui meandri m’accheto per assopirvi a satirico inculcarvi quel che (non) sono e giammai sarò, in quanto camaleonte d’aspetto leonino oggi e domani ad aspettarti come una tigre per sbranarmi indomito. Sì, me stesso, ché non si dolga ai vagiti dei vaghi vostri umori volubili ma sia volere del mio e solo Piacere p(i)uma.

Mie scimmie!
Per quanto resisterete, prima di crollare macerati di fronte alle vostre ignobili danze? Sì, danza, sempre si perpetua e ti sfianca quando credi di credere alla “creta” del tuo corpo “piacente” o forse solo un criceto. Come un topino, scappi via, car bambino coi tuoi barboncini.
Ah, ti spiai per anni, ed espierai proprio nel respirar tuo “piaciuto”.
Cornuto, il Diavolo sono Io, quando provasti a provarmi?, Ah, incornato ne sei coronarie. Le mie corone di spine sono immani corridori delle emozioni, fra ossa, sangue ed entrarti, mia Donna frantumante.

Non affrangerai l’Altezza delle grandezze addolorate! Piangendo, svelai il mio visibilio dell’invisibilissimo, prim’inviso tuo, sorriso vanesio. Ah ah!
Tu, invece, povere ceneri di chimera, sempre a riempirti la bocca della parola “amore”, alla quale riconosco solo uno “sterzarla” nello sterile fotterla d’eternissima vederla in sé nostro insinuandoci. Indemoniati noi siamo nel vostro mai sarete.
Mai salendo, ascenderete!
La Donna, per me, è un tutt’uno col “forbito” essermi liberato dalle gelosie che vi perseguitano, e n’accovaccio il seno sventolante a suggerlo in sfregi miei dilettevoli con Lei come io desidero e “osceno” voglio, voglio senz’ossequi e mendace corteggiar solo l’autentica levigatezza della sua figa assoluta e morsicante in catarsi del nostro oltre incarnato.
Le catene dei puri son veli(eri) di com’ero ieri e, anni or sono, sarò di nuovo valoroso.

Ella che asperse i colori della noia a mie baldorie, coriandoli d’orgasmi e irriderci costanti, aitante io Dracula il vampiro fra le mannaie ammainate e tu, Mina, dai denti a leccarci supini.
Suderai a mio disprezzo (ri)volto in tragico eliderli all’eclissi dell’anima mia nell’aprirci incantati di frenesia.
“Ebefrenia” in te ferina e ormoni di mio ferro fortificato negli amplessi dalla lieta litania.
Scopati in me, sì Mina, e dondola quando, legato nella camera da letto della mia dimora, morissima accenderai il bruno liquore del mio strapparti il Cuore.

L’armata è qui, e ora battaglierà a distruttiva spietatezza di fuoco.
Deponete le armi, Dracula non placaste e, vincendovi, v’è sempre più vicino.
Bacini a “vossignoria” e inchiostri neri a vostro incubo sereno.

Firmato Dracula,
il Signore del veleno

 

 

Capolavori horror di Settima Arte metacinema


10 May

L’orrore è nella società a ogni angolo che svoltate. Si leggon di storie macabre, di pestaggi e ragazze insanguinate, d’orchi famelici a predarle, d’appiedati disoccupati (e qui v’è il marcio più spaventoso…), di licenziamenti in tronco e di filmoni stroncati che, col senno di poi “postumo” inalberato, emergon con cadavere vampiristico nei fascini agli afflati del sottovalutato-sotterrato fu(nebre) sulle radici, sradicato ed evirazioni

Innovazione, aviazioni, levitaction!

Per anni, la Universal fu fucina di talenti, con esposizioni di Bela Lugosi e figlio, di Karloff Boris e Christopher Lee prima dell’avvento del colore o “Technicolor”.

Che ci fucilò.

Quindi, periodo di “magra” nei 70, quando forse solo De Palma trasse uno dei primi King di nevrosi adolescenziali esplosive in Carriesatanica.

Da Shining, incubo “velato” da intellettuale con metafore a tutt’andare di bambino-“triciclo” ma oltreTempo, ecco il Sam Raimi che rinverdisce i fasti, affastellando carrellate e piani sequenza tra foreste Necronomicon, memori sia delle haunted houses sia di Romero.

Armato di tenebra, s’ottenebrò tristemente nel blockbuster “fumettizzante” e, dalle ragnatele spiritate, a Peter Parker di Maguire “rassicurante”. Solo il Green Goblin del Dafoe salvò di grand guignol al fosco che fu.

Ma qui avete scordato altri.

Oggi, chi abbiamo? Rob Zombie, appunto? Un nome che è un programma di Moon (ah, Sheri, come me la farei quando cala… il “plenilunio” dell’ululato…)

Ne cito setteCapitali! Anzi, quattro perché Seven di David Fincher è un thriller.

Asso. Poker!

Sbanco, sbraniamo. Il tavolo verde si tinge di “rossa”.
Storie lugubri di decapitazioni, impermeabili col “cappotto”, d’accapponar la pellaccia.

Mischiate al sangue “nitrato” di cavalli nitrenti, di giugulari “incipienti”, di cavalcate arroganti, di diavoli inchiappettanti.

Da paura, rabbrividite? No, meritano l’applauso.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Dracula di Bram Stoker (1992)
    Coppola recupera il Mito del Nosferatu, incarnandolo nel volto d’un Old… man. Ringiovanendo tutto!Lo svecchia a bobina che rammemora il Cinematografo innamorato di Mina.Apparizioni, sparizioni, eclissi, una Ryder Winona d’affissione. Mi “crocifiggerei” per il seno debordante della sua fanciullezza a me di “castello” distante, di mostruosi pipistrelli. Perché, ove c’è il lago della Transilvania, l’Uomo della Notte si tuffa nel Giordano della sua “redenzione”, urlando a suo seno il Dio “maledetto” che la benedica.
  2. Frankenstein di Mary Shelley (1994)
    De Niro monstre, soprattutto perché è strepitoso anche se (s)coperto dal trucco (in)visibile. Tragico Branagh d’uno Shakespeare Zoetrope, memore del Bram Stoker di Francis.Altro che Era mio padre di Sam Mendes!Chi vuol intendere, intenda. In medias res, m’imbattei nella selva oscura del “ricrear(mi)”.Nel bel mezzo delle cose, avreste da offrirmi una bona Bonham Carter di affinità elettive di “cosce?”.Tim Burton sa quanto può essere freak Helena…
  3. La casa dei 1000 corpi (2003)
    Capostipite della stronzata altissima e purulenta di polente al sugo, dunque masterpiece scatologico d’escrementizia antropofagia eleva a beltà. Bestie, a bestia!Picture show, donne dipinte, bisce metallare, cazzi sparati, vaffanculo gratuiti, una figa della Madonna.Manca solo Tim Curry è quest’oggetto misterioso sarebbe stato perfetto It.
  4. Eccezzziunale… veramente (1982)
    Rimane un po’ così terrone, ma ce lo mangiamo tutto.Torrone del tor nel torreggiar!Donna, dammi la mela, partì l’Inferno in Terra dalla tua Eva non mielosa con Adamo, a cui il demiurgo tagliò il pomo e anche spruzzarti di “potato”.Donna, vai a sbucciar le “patate”, vogliamo abbellirti dalla scorie e piangerai di cicoria.Questo è (Abatan)tuono che spacca tutto. Orripilante “cotonato” di carisma ove neanche Al Pacino di Dick Tracy.Puro pus undeground, altro che Moretti!Qui si sfiorano vette incontaminate di totale schifezza.

    Dunque, d’annoverare, senza niente invidiare, agli altri tre sopra.

    Vogliamo mettere un Vanzina formato Diego contro Le streghe di Salem(me)?

     

Tenete d’occhio “The Iceman”, capolavoro interpretativo di Michael Shannon


05 May

 

“The Iceman”, Trailer ufficiale


16 Jan

 

L’ho molto apprezzato a Venezia. Un film che, se fosse uscito prima, credo sicuramente avrebbe garantito a Michael Shannon qualche premio per la sua notevole interpretazione.

Un attore strepitoso, anche qui forse relegato al ruolo da Tempo assegnatogli da più registi, quello dello “psicopatico”. Ma di questo killer fornisce, anche solo di “dettagli” visivi delle sue iridi increspate, un ritratto sfaccettatissimo, doppio, trino, quadruplo, deformato nelle sue mille personalità d’una vita obbligata al crimine, divenuto quindi vizio, usanza per circostanze d’un destino erroneo che non poteva andare diversamente né si può invertire. Un padre amorevole, che mai tradisce la sua sposa eterna, m’anche un sicario “leggendario” che mette(rà) i brividi. Secco, brusco, un mostro.

 

Un puro, un segnato, un immigrato, un clandestino perfino della “trama” alla sua vita andata. Un fantasma, un non c’è, un enigma a lui.

 

La “vera” storia dell’assassino di ghiaccio.

 

 

 

Mezzanotte brillantina


04 Dec

Sì, “soffro” d’una doppia personalità. Da Jekyll e Hide? No, sono solo un Dracula spiritosello stasera e, di recensione, molto seria da Dottore

Fratelli della congrega, ove c’è una grotta, ci son io che “aggrotto” e gratto “quelle” rubate dagli attici dei commendatori, io le “imbretello” e ci do “sbracato”, mentre mi sbranano come Gary Oldman più coppoliano e “scappellato”. Sì, in quel capolavoro, Egli veste “a tiro” nella Londra puritana e borghese, ma ha un occhio già infilato, bestialmente, per una Winona da inguainare ancora nel suo “altare”. Non è un puttaniere, ma uno che, dopo anni d’autoesilio, soprattutto al suo bel usignoletto, vorrebbe solo un po’ “rastrellarla” di “pipistrello”.

Ah, Dracula è Uomo vero, ritornò per inquadrare di Cinematografo, mettendo a soqquadro le perizie di coloro che, già, periti, non furon pii col suo pisellino.
Segregandolo nell’urna. Sì, Dracula, come la reliquia di San Gennaro, dissanguò tali delinquenti e tirò fuori le unghie, leccando di lingua i suoi artigli. Basta con le tenaglie, è ora d’attanagliarle tutte. Seppellendoli di bugie. Il licantropo è per le donne “tropicale” di “Calippo”.
Ecco che allora, dal nero insondabile e cimiteriale, Dracula risorse e ringiovanì nello stupore generale.
I medici “legali” provarono a dargli la caccia, ma li prese a calci, fucilandoli di Sguardo “semifreddo-transiberiano-transilvanico” che non s’arrese a chi volle castigarlo nella bara, o peggio al bar assieme alle “mosche”. Sì, Egli nella sua dimora usò lo spray contro tali insetti, e si gustò ancora il seno esasperante, brillante e “lillissimo” della Ryder, succhiando tutti i Johnny Depp dolcetti che se “la” tatuarono senza ritegno.

Dialogo sessuale fra Winona e Gary:

– Mordimi il collo, poi te lo acchiappo di capitomboli e capriole. Useremo anche l’olio. Voglio che tu sia il mio capriolo. Che pelliccia, accaldami.
– Con calma, cara. Fui ibernato, va disgelato senza leccar troppo. Eppure le tue pesche odoran di fragola per colpi “fragranti”. Son ancora un po’ “merlo” ed ermellino. Ma birichino…
– Sei un po’ una frana. Ma non frenarti. Spingendo di rosso rabbia, noto che la Notte potrebbe inondarci. Ma ti sto aiutando, alitandoti. Va coccolato per il ripieno cremoso di cioccolata. Va “cucchiaiato” per la Nutella della zuccherosa nudità. Saprò aspettare l’attimo giusto, tu procedi intanto con deliziosi bacetti lì, non fermarti. Un non so che di tuo Tarzan mi rende la tua scimmietta. Altro che età dell’innocenza, basta, Scorsese guida solo una macchinina Innocenti. Dai, “scemotto”, dammi il salsicciotto. “Eleviamoci”.
– Sono uno dell’Ottocento, fammi progredire senza troppi trambusti e scoppi al motore. Ti prometto che ti scoperò come Vin Diesel. Devo delicatamentecarburare il “muscolo”. Con estrema manina da “meccanico” che sa ove toccar per riappiccar il fuoco dell’accensione e delle “ascensioni”.
– Mettimi in moto, sì. anche a modo tuo. Come ti pare e piace. Mi piaci. Godo di questi preliminari sporchi d’”officina”. Ah, che noia il mio ufficio da ragioniera. Oh oh, come sta crescendo. Ora sì che si (s)ragiona.
– Ecco, ecco, si sta “spiaccicando”. Sono eccitato, potrei venire troppo presto perché surriscaldato. Funzionano i termosifoni in questa stanzetta? Chi gestisce il riscaldamento “autonomo?”. Che razza d’amministratore irresponsabile! La gente, sotto la Luna, dopo duri lavori sporchi desidera solo che s’”indurisca” porcello nella prelibatezza delle tenerezze “poorcellana”. Porco D… ! Bestemmio, e mi rendo Satana. Affamami. Sono la tua fiamma del Peccato. Sono russo. Sarai la mia montagna russa? Sopra e sotto, arzigogolati nel vortice delle passioni. Ah, come “vola” e poi scivola vertiginosamente nelle palle fuori dalle orbite. Ah, che splash!

Sì, Condividete e vogliatene tutti, questo è il mio Dracula offerto in sacrificio per Mina.
Che vogliosa. Che vogliettine “matte”.

Nell’orifizio a chi mi s’augurò il mio Male, il dolore al culo sono io.

A parte gli scherzi, “beccatevela”, questa spinge di brutto.
Sì, la bella e il “bestione”, inteso come grande amatore alla King Kong.

Serietà dopo la “cazzatona”, soprattutto per Lei:

http://www.mulhollandlynch.com/?p=119

Il sito delle meraviglie d’un Genius sanguinante.
Esangue, debbo “averla”.

Firmato, appunto, il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Dracula di Bram Stoker (1992)
  2. Di nuovo in gioco (2012)
  3. Terra di confine – Open Range (2003)    Alla Casa Bianca, c’è un Bob che ama la nera col suo neo

Johnny Depp – Una carriera allo sbando, infatti da sbandato divenne un mito con qualche ruolo da “bandito”


03 Oct

 

Suonava anche in una banda, adesso esce ancora dalle bare di Tim Burtonma entra soprat-tutto tutto nel “burro” in “quella” di Amber Heard, da “pirata“.
Più che altro, quest’angelo ha mercificato il suo Cuore…

Depp, attore che aveva il suo perché.
Fra l’altro, all’epoca il seno di Winona Ryder mi eccitava non po(r)co, e invidiai molto il suo “tatuaggio”, wine foreverche, tradotto (il)letteratamente, significa appunto nella “figa” di “vino“. La “divina” da (div)ano.
Sì, la Ryder non era una di “legno” e Depp era un buon pastore di “bastone”. Con mani di forbice, fornicava su visopallido“, quali sono infatti le sue origini da mezzo “pellerossa…“.

Winona, dopo averlo “stirato”, lo tradì con Daniel Day-Lewis, un altro che, al di là delle sue “doti” indiscutibili d’attore, pare che sia diventato semieremita perché “minchione”. Il suo piede sinistro però “tira” ancora di “boxer“.
“In fallo”, di ciabattino a Firenze poi di nuovo vinse doratamente l’Oscar del “petrolio“.

Sì, l’enigma Depp.
Mi ricordo che la mia prima ragazza, quando scopava con me, fissava gli occhi del poster(iore) di Johnny. Non era molto gratificante e, dopo gli amplessi, al fine che non mi pensassi solo un fesso, mi sussurrava sempre un “Gli assomigli”.
Oltre al “sesso” immaginario, pure l’amante in un altro “sdoppiato” d’empatia da fan…
Sì, le donne hanno sempre un idolo migliore della tua “cartapesta”.
Per anni, le intellettuali eran sposate con gli operai, ma poi si toccavano con Woody Allen.
E, di contro, gli “uomini veri” stavan con la casalinga per poi “aprir le cosce” alla vista di Stone Sharon, per “spioncino” nel buchin’ che vedo-non vedo-eccola “là”.
E, appunto, volava, “schizzava” nell’et voilà!

A volte, temo che lo psicopatico (in)castrato di “Sfiga” senza regole avesse ragione in merito alla “poesia”, di cui s’è perso ogni romanticismo per colpe delle “chimiche” di questi farmacisti dell’anima: le rose sono rosse, le viole sono blu, voglio ficcarvi il c… in mezzo agli occhi, brutti stronzi!

Nonostante tutte le inculate che ho preso dalla mia “innamorata”, continuai a pensare che Johnny era un grande. Già per “desiderarlo” così tanto di “glande”, è certamente un Uomo di glassa. Di un’altra “galassia”. Sì, dei suoi viaggi quando non ha le mestruazioni.

Pensiamo a un grande regista con cui è diventato amico: Kusturica, da zingaro, ora si dà alle “zingarate”.

Oggi, si può “permettere” di rifiutare Wes Anderson per “girarci” (le palle…) di un’altra avventura con la “ciurma“.

Recitò quasi meglio di Pacino, e ora è tornato ai “bacini”.

In poche parole, anche Depp (da molti pronunciato “dip“) è finito come Flavio Briatore, in jeep con le chiappe chiare.

Ecco, quando gente che stimo “troieggia” così, penso seriamente di aprire un bordello intitolato “Rocco 2”, ove mi “riciclerò” d'”incarnazione” nel “remake” di Siffredi.

Sì, alle case editrici interessa solo quanto puoi “fruttare” (che sfruttamento) e, prima o poi, anche i maledetti devono “svenderlo” e arrendersi. Se non vendono, finisci nel “vento”.

Triste verità o una “bestemmia?”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il mistero di Sleepy Hollow (1999)
  2. Donnie Brasco (1997)
  3. Lone Ranger (2013)
    Ho detto tutto…
  4. Angel Heart. Ascensore per l’inferno (1987)

Winona Ryder – La “Bellezza” dell’Uomo di ghiaccio


09 Sep

Eccoli qua, sfilare e “conferenziare”, uno Shannon inquietante e un Liotta “magretto”, una Ryder d’occhi “strabuzzati” ma gran gnocca, ancora e ancora.

 

(Stefano Falotico)

“The Iceman” – Recensione


09 Sep

 

L'”asmatica” maschera del ghiaccio divampante

Richard Kuklinski, colosso impassibile, immutabilmente tetro come un film che danza acquatico in un’anima dallo spettro già morto, come un Babbo Natale irredento nelle funeree onde già stuprate d’una dolenza remota, walking mai ridente, polacco di “macigno” grezzo del Cuore, nascondiglio dai furtivi scatti, che giace dietro una morbida città dai peccati infausti, celati in una coltre “ovattata” di monocorde monotonia, nel sangue già terso di prigioni cimiteriali, di panchine “sdrucite” in uno slavato Sole arrugginito, ove a ruggire, proprio “scongelandosi, è forse la coscienza d’inter(n)e solitudini dimenticate da un Dio ceruleo nelle ceneri dei “vinti”.

Sprigionati rintocchi d’un dondolio vulcanico inacchetabile, inarrestata “litania” dal serpeggiarvi denso, allucinato, scomparso, “estraneo”, marmoree membra squagliate come lama autodistruttiva del suo dolore più “cutaneo” e piangente.

 

Kuklinski, martire, dalla pelle “a scaglie” dentro fluttuanti espressioni mortifere, ove anche il guizzo è un lampante istinto omicida, come il tunnel “cieco” che intravede gli spiragli di luci bianche a “innervar” iridi nerissime ma di cangianti umori pericolosi dal tortuoso incurvar i muscoli flebili di labbra “pittate” in un azzurro d’illagrimato rosso “squillante” nell’abissale discesa negli inferi delle pulsioni incontrollabili, quasi aldilà mistico che respira fra echi e “picchi” di sieste e paradisiaco illanguidimento di svenevolezza romantica per poi, implacabile, spietatamente sicario ad “agghindar” solo il dark d’un orrido fantasma, vicario forse delle “fantasie” pazze dei burattinai assassini in cui “trasmigra” da emissario satanico negli anfratti di fiamma “ossidrica” dal lancinante urlo che si “dimena” ammutolito proprio “digrignando” gli occhi di “vetro” nelle smorfie della vittima designata, “anonimo”, ignoto, fuggitivo incarnato in possenza muscolare dai tremolii glaciali nella vigoria “orca” d’istinti a domar solo gli spasmi della follia.

 

Boati e poesie come strade illuminate a sprazzi, incendiate dall’ice fulmineo di spari.

 

Kuklinski, incenerito fra vagabondanti illusioni, già spente, riaccese dal sorriso d’una famiglia, l’unico pentimento di cui si discolpa, nella “flemma” ieratica di commoventi dissolvenze, “fermoimmaginate” anche nell’imperdonabile confessione agli spettatori, terrificati, che (non) possono giudicarlo con “obiettività”.

La vita è un incrocio d’errori, errando sbagliamo, come Richard dichiara, esausto, finito, affranto solo per i suoi cari.

Fra il suo specchio che non ha paura del buio della condanna eterna, lapidaria, “divina”, un Cristo disegnato nei suoi zigomi di cuoio e nella titanica sua statura appassita come foglie solo sognanti di un autunnale “obitorio” per la sua stessa micidiale autopsia.

 

Sul banco degli imputati, a fissarci, a guardarsi (in noi) dentro, nel ventre visceral, “acustico” d’agonica “pioggia” nel viso, in una penombra che spaventa, distrutta come un flash magnifico che ha divelto le tutto.

 

Forse, “Richie” più che the iceman è il nothing (e “morphing“) crepuscolare della sua opalescenza nelle note, notti malinconiche d’uno Springsteen laconicamente “irrequieto” di sua chetezza “tramontante”, rabbia nel lacero incanto contemplativo su macerie incarnate, apparenza svanita in evasioni estemporanee, (de)frammentate del suo “non c’è” che vocifera “lucifereggiando”, lampeggia d’ardori che gli brucian dentro, schizzando nelle sue vene d’uno psichedelico inturgidirsi dalle acute, anche “rimpiante” fragilità che si scorporano da un Cuore suo tensivo, fantasmaticamente “cristallo” spezzato nel baluginar “morso” delle interiora, di martoriate stesse estasi che lubrifica e smalta nelle tempeste improvvise degli imponderabili turbinii.

Squartante, si ricoagula per ferire, ferirsi, feralmente mostruoso ancora nell’infinito dolore.

Grido spaventoso, distruzioni, reset che cancella e poi (s’)offusca. Arde, (s’)annienta. S’annerisce e s’illumina di nuovo, “ammodernato” negli abiti eleganti d’ una “personalità” dell'”alta finanza”.

 

La sua famiglia, pearl argentata della violenza, della sua umanità, profonda, che spacca le “mura domestiche” quando dichiara il suo straziante, struggente darling nel suo kiss “tatuatole” per sempre…

Perché ama ed è Uomo solo quando adorato dagli amplessi romantici nello Sguardo della moglie, nella creaturale innocenza dei figli, forse ad accudire e uccidere il sé che non ha mai coccolato.

 

Il cui unico abominio è stato averli traditi, averli fatti soffrire.

 

Michael Shannon, in un ruolo “cucito” nell’Oscar, una Winona Ryder dolcissima, ringiovanità in un’ancor più bella maturità, un Ray Liotta “riesumato” dal goodfella “fallito” d’una criminalità davvero triste, un cameo lugubre di James Franco, uno Stephen Dorff finalmente “brutto”, un Chris Evans che, del Capitan America, è solo lo spaventapasseri della sua “arietta” sbruffoncella da laido truffatore delle sue idiozie.

 

E, solitario, l’iceman si congeda, voltandosi da un’altra parte, aspettando il patibolo.

“Punitore” d’un Mondo sbagliato, “(as)sol(d)ato” alla deriva che ha trovato, nella sua traviata “ingenuità”, il capro espiatorio di tutta la merda.

 

La prima… di chi è senza Peccato…“.

 

 

(Stefano Falotico)

Batman alato e “armato” di “rubin” atrocità


22 Jul

 

Nell’anima della montagna, nei bagliori boreali della neve, le artiche viscere echeggiaron d’arcana, efferatissima, cruenta e “barbarica” brutalità

Nel Sol mattutino odierno, in questo diurno “taciturnissimo” che asperse le urne dei vostri cimiteri, un Uomo, di maschere meno camuffate delle vostre buffe abbuffate di menzognera, carnascialesca, agonica “virtuosità”, nelle “irrequietezze” tensive, d’eleganza ferina e implacabile, del suo Cuor scolpito nel “marmo” caparbio delle sue luciferine tenebre, zampillerà, a fior di “pelliccia”, nell’addobbar la festa d’una esangue, pittoresca “vivacità”.

Il mostro delle “vergini”, “agghindato” di lagrime soffocanti di crematorio rimorso dai mordaci tormenti, dietro la pacata dolcezza dei miei occhi neri, sondò il mio crudo, ludico fiammeggiargli nell’anima sua scorticata d’agghiacciante lama furente.

Nella sua effigie pura e invincibilissima da ordo draconis, Io, il Conte Vlad, d’eretta, vessillifera vendetta sulle note del “Danubio blu“, “impalerà” i nemici sventolandoli nelle lapidi “commemorative” prostrate, di lor stessa micidial truculenza sanguinosa alle loro assassine, villiche ignoranze, ché saccheggiaron il regno di Cristo con immonda deturpazione.
Egli, il figlio del Diavolo, Drăculea, ammantato d’alabardata, perlacea, “rosea” furia principesca, dissoterrerà l’ascia di guerra intingendola nelle putride spietatezze bestiali nel suppliziarle d’una supplica a cui, la sua ferocissima ira, non perdonerà le patetiche pietà.

Parola di Dio.
(“Vangelo secondo Satana”).

«Wiener seid froh! Oho, wie so? No so blickt nur um!
I bitt, warum? Ein Schlimmer des Lichts. Wir seh’n noch nichts,
Ei, Fasching ist da! Ah so, na ja! Drum trotzet der Zeit,
O Gott, die Zeit. Der Trübseligkeit. Ah! das wär g’scheidt!
Was nutzt das Bedauern. Das Trauern. Drum froh und lustig seid»-
«Viennese sii felice! Oho, perche? Basta guardarsi intorno!
Vi chiedo, perché? C’è un barlume di luce. Ma non vediamo ancora niente,
Ah, Carnevale è qui! Ah, bene bene, anzi! Sfidiamo questi tempi,
Cielo, questa età. Buio della depressione. Ah questa sarebbe la cosa migliore da fare!
A cosa servono i rimpianti. I lutti. Meglio essere felici e stare allegri».

«Ehrt das Faschingsrecht, Wenn auch noch so schlecht. Die Finanzen,
Laßt uns tanzen; Heut zu Tag schwitzt, Wer im Zimmer sitzt,
So wie der Tänzer-Schwall auf in Ball!».
«Onora la legge del Carnevale, sono altre le cose cattive. Le finanze,
Balliamo, in questi giorni si suda, come a stare seduti nella propria camera,
Come si fa sulla pista affollata durante un ballo!».

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Rambo (1982)
  2.  Dracula di Bram Stoker (1992)
  3.  Rosemary’s Baby (1968)
  4. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)