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Le coppie mal assortite del Cinema e della vita “re(g)ale”: da Tom Brady & Gisele Bundchen a Gisele con DiCaprio fin ad arrivare a Leo con la Morrone (?!)


08 Feb

tom brady bundchen

Sì, DiCaprio con Camilla Morrone fa veramente schifo. Fa ca… re come quella più marrone. Non si può vedere. A questo punto, il bel Leo poteva pure mettersi assieme alla burina Emma Marrone e avrebbe fatto più porca fig… a. Sì, un fig… ne, sì, figurone.

Sì, a Bologna sono sempre andati di moda, in maniera da pass… na, sì, superlativo di magnifica passer… la, espressioni decisamente volgari da tromboni. A uso e costume, anzi, a malcostume del dottor Balanzone di turno. Uomo fintamente saccente, il Balanzone, specializzato più che in cultura, eh già, in arte culinaria. Buongustaio e ottima forchetta imbattibile, uomo geloso (anche goloso) a morte delle donne altrui, affetto dunque da marcia bile indelebile.

Il vocabolario dell’uomo al prosciutto, mica tanto magro e crudo, di Parma, bensì à la mortadella della città in cui giocò il grande Loris Pradella, ovvero Bologna la grassa, è alquanto limitato. L’uomo felsineo della generazione sessantottina, post scudettata del ‘64, amante del 69 virtuale e poco pratico della rivoluzione sessuale da lui tanto predicata quanto mal razzolata, è perfino smemorato.  Manco ricorda chi fu il mitico Villa. No, non Claudio Villa, bensì il difensore dall’identico cognome dello squadrone non dell’anno dell’ultima vittoria del Bologna Football Club 1909, bensì delle annate in cui molti bolognesi confusero Lorenzo Marronaro con Giancarlo Marocchi. Maronna! Maradona! Madonna dell’Incoroneta!

Ora, il nome Rocco, femminilizzato, diventa Rocchina. Molte donne del sud, emigrate dalla Lucania nel capoluogo emiliano-romagnolo, sì, felsineo, aventi il “ridicolo” nome Rocchina, dai razzisti tifosi rossoblù furono “simpaticamente” apostrofate così:

– Mah, Rocchina, vieni dal Marocco?

leo dicaprio bundchen

Io militai sino ai Pulcini nel Bologna, quindi mi declassai nel Lame Ancora. Ove, prima di fare il militare, no, l’obiettore di coscienza, giocai con Perdisa. Centravanti infallibile quasi uguale a Pascutti. Pascutti, non Pasquale. Anche se, ne L’allenatore nel pallone, Lino Banfi, all’anagrafe Zagaria Pasquale, fu effettivamente scambiato per Pascutti. Perdisa, nella prima partita del torneo annuale, segnò sette reti fenomenali. Ho detto 7, sì. Nelle rimanenti giornate di tutta la competizione agonistica e provinciale, mise a segno zero goal. Ho detto 0.  Veramente un uomo da Internazionale, un fenomeno speciale. Comunque io lo battei e lo batto ancora. Durante quella stagione, pur giocando da mezz’ala destra alla Pier Paolo Pasolini, di reti… ne segnai una quindicina. Oggi come oggi, invece, posso attestare che trascorsi tutte le fasi da “bamboccione” alla Leo DiCaprio. Dopo violentissime delusioni, non solo in campo calcistico, soprattutto amorose, divenni poco amorevole nei confronti del mondo. E mi dilettai, inconsapevolmente, a imitare Leo di Buon compleanno Mr. Grape. Diciamo che, in tale stato da mezza sindrome di Tourette vicina alla schizofrenia ebefrenica da idolo delle smorfie, non emanai molto sex appeal da Johnny Depp dei tempi d’oro quando stava con Winona Ryder. Col tempo, però, migliorai. Uscì Titanic e divenni amante di Kate Winslet di Holy Smoke, conducendo una vita da uomo-donna scambiato/a per analfabeta di The Reader. Incontrai dunque la mia prima ragazza, bionda come Kate di Revolutionary Road. Lei sostenne che ero bello come DiCaprio de Il grande Gatsby ma, nella testa, assomigliavo a Michael Shannon.  Non soltanto a quello dell’appena succitato film di Sam Mendes, bensì appaiabile a livello, ripeto, comportamentale e non fisionomico, allo Shannon di My Son, My Son, What Have Ye Done. Non potevo darle torto. Non comprendeva, infatti, perché avevo tutte le registrazioni delle sfilate di Victoria’s Secret ma, con lei, a parte qualche volta quand’ero in buona, così come dicono a Bologna per esprimere i momenti in cui si ha voglia, diciamo, non è che fossi così voglioso di togliermi la biancheria intima. Per giustificare la pulitissima faccenda, assai pudica e affetta da ritrosia ben poco scostumata, mi giustificai alla bell’è meglio. Dicendole che non potevo cazzeggiare e che dovevo salvare il mondo come Shannon di World Trade Center.

Lei mi prendeva per il culo, gridandomi: – Bona lè!.

E io: – Socmel.

 

Socmel è come… eh, la Madonna di Renato Pozzetto. Anche se, letteralmente, equivale alla stessa cosa che dice Harvey Keitel de Il cattivo tenente alle ragazzine… Comunque, più d’una volta crollai come le Torri Gemelle quando lei, bruciando più di Ground Zero, mi “bombardava” a ciel sereno. Oggi come oggi, la mia attuale lei è più bella di Gisele. Non ho fatto, insomma, la fine di Jonathan Pryce di Brazil e, alle brasilere e ai giocatori di football americano, preferisco ancora Leo DiCaprio di C’era una volta a… Hollywood. Sì, alla pari di Leo/Rick Dalton, mi tornò la memoria. Difatti, ricordai e rammemoro che, ai tempi delle scuole medie, le bambine (a Bologna dette sbarbine) andavano matte per Luke Perry di Beverly Hills 90210. Pace all’anima sua. Anche alla loro. Devo esservi sincero, non ho rimpianti. Potevo diventare geometra, frequentando il Pier Crescenzi Pacinotti. Invece, già all’epoca, amavo di più Al Pacino e la crescenza. Ai ruffiani come Harvey Keitel di Taxi Driver, ho sempre preferito quelle delle Rubbiani. Sì, un po’ ignorantelle e ingenue come Jodie Foster dell’appena menzionatovi capolavoro di Scorsese. Col tempo, nessun problema, state tranquilli, si sarebbero fatte…

Torniamo però a Perdisa. No, parliamo di brisa. Non perdiamoci con le perdenti e/o ripetenti. Sapete che significhi brisa? E bazza? E balotta? E burdigone? E busone?

Sì, la mia lei è più bella di Diane Keaton de Il dormiglione. Ecco, Woody Allen e Diane Keaton furono la coppia più brutta del mondo. Fortunatamente, non sono brutto come Woody. Forse, non ne ho lo stesso cervello. Ma, a proposito di Al Pacino, Diane affermò che con Al non le serviva quello… Comunque, a Tom Brady preferisco Tom Cruise. Se non vi sta bene, riguardatevi Eyes Wide Shut e rendetevi cornuti anche soltanto col retro-pensiero dei vostri deliri. Sì, credo che Instagram possa creare un Doppio sogno alla Schniztzler kubrickiano. Non solo le coppie, infatti, impazziscono per un cuoricino sospetto, ho visto anche una donna bella come Claudia Cardinale dei tempi d’oro, eh sì, sospettare di suo fratello Tiberio Murgia/Ferribotte de I soliti ignoti:

Scusa, ma quello lì, che cosa mi rappresenta?

 

Di mio, sono Falò Le Mokò misto a Dante Alighieri e a Dante Cruciani. Dunque, sono letterato ed ex calciatore di Calcio smidollato. Se ancora mi vorrete rompere la Marrone, no, Morrone, no, i marroni, vi spezzerò la noce del capocollo con tanto di fratturarvi i crociati e i coglioni. Non fatemi la fine di Andrea Roncato/Bergonzoni e di Balanzone. A Pulcinella, invece, preferisco il cinema Arlecchino, situato in via Lame, a due passi da Azzogardino. All’ex numero 9 del Bologna, Alberto Gilardino, preferisco Brighella e Pantalone. Mentre ai lupi, preferisco la festa di Cappuccetto Rosso che si svolge a Brisighella con tanto di vostre macchiette e maschere carnevalesche e carnascialesche da Gianduia, Meneghino e Colombina.

A dire il vero, è tutto vero quel che qui vi scrissi anche se… Per anni, non socializzai nemmeno con me stesso e non mi guardai allo specchio. Fui un fantasma. A volte, non sapevo dove e come toccarmi…

Ne vidi di tocchi…

Ora, Kill Bill non è un capolavoro. Lo trovo troppo frammentario, anche spezzato in due parti troppo scollate. Ma ricordiamo che Tarantino sa bene chi fu ed è Uma Thurman. Diciamo anche che Uma non è che sia purissima.

Perché sono una persona cattiva.

No, tu non sei una persona cattiva. Tu sei… fantastica. Sei la persona che preferisco. Peccato che, di tanto in tanto, sai essere una gran troia.

 

Di mio, fui sempre molto volenteroso. A scuola, mi applicavo.

Appena mi applico, tutto funziona…

Ecco, so per certo che Tarantino è molto bravo a scrivere le sceneggiature.

So che, se m’impegno, lo distruggo senza neanche toccarlo.

Ricordate il mitico Ving Rhames di Pulp Fiction…

Marsellus Wallace: Penso che ti ritroverai, quando tutta questa merdata sarà finita… penso che ti ritroverai ad essere un figlio di puttana sorridente. La faccenda è… che in questo momento hai talento. Ma per quanto sia doloroso, il talento non dura. Il tuo periodo sta per finire. Ora questa è una merdosissima realtà della vita, ma è una realtà della vita davanti alla quale il tuo culo deve essere realista. Vedi, questa attività è stracolma di stronzi poco realisti, che da giovani pensavano che il loro culo sarebbe invecchiato come il vino. Hmhm! Se vuoi dire che diventa aceto, è così. Se vuoi dire che migliora con l’età, non è così. E poi… Quanti combattimenti credi di poter ancora affrontare? Hm? Due? Non ci sono combattimenti per i vecchi pugili, eri quasi arrivato ma non ce l’hai mai fatta e, se dovevi farcela, ce l’avresti già fatta. Sei dei miei?

Ora, se vogliamo dire che la mia vita è oramai fatta, è così.

Qualche donna me la sono fatta. Nessuna di queste era rifatta e una fattona. Questo mi fa onore.

Insomma, non incontrai Mia mai, no, mai la moglie di Wallace, cioè Mia.

Se volete dire che io non sia più bravo a scrivere di Tarantino, non è così.

Se volete invece dire che ho avuto meno figa, cioè più sfiga, è così.

Se volete invece dire che la mia lei è più bella di Uma Thurman, è così.

Adesso però state morendo di crepacuore come David Carradine.

E questo è quanto.

gary oldman uma thurman

uma thurman de niro mad dog glory uma thurman datingthurman tarantino

 

di Stefano Falotico

Se parliamo di belle donne, Monica Bellucci è stata invincibilmente la più bella, ora assai meno, se parliamo di Cinema, non è un’attrice ma tanti pseudo-critici sono più brutti dei film che stroncano senza guardarsi allo specchio


18 Jan

Christian+Louboutin+Presents+During+Paris+5ISBLl3Vd8IlUna brutta moda sta serpeggiando e prendendo sempre più, ahinoi, piede. Non è la pessima moda esibita a Piazza Navona da qualche stilista Valentino dei poveri. Bensì la moda, poco elegante da sfilata di classe, di stroncare registi e attori un tanto al chilo.

E dire che c’è gente amante di Robert Altman che ha da ridire anche su Prêt-à-Porter. In effetti, ha ragione. È il peggior film di Altman in assoluto. Oggettivamente, fa schifo. Ah ah.

In tale succitato film del regista de Il lungo addio, v’è anche una delle donne più brutte di tutti i tempi, ovvero Rossy de Palma.

Secondo Pedro Almodóvar, il quale la ficcava… sempre nei suoi film, è stupenda. Per forza, lui è omosessuale. Ora, io non sono omofobo ma le preferisco Liv Tyler. Anche se, a dirla tutta, ne La fortuna di Cookie è meno bona rispetto a Julianne Moore. Non solo di questo film. Anche di America oggi.

Film nel quale compare Madeleine Stowe ma in cui c’è anche Lily Tomlin. Pure Lili Taylor.

Stendiamo un velo pietoso su quest’ultime. Come attrici pure, sono fenomenali. Come donne sexy, lasciano molto a desiderare…

In Prêt-à-Porter v’è Chiara Mastroianni. Figlia di Marcello de La dolce vita e di Sophia Loren?

Sì, credo sia così. Anche se Catherine Deneuve sostiene che il neo alla Bob De Niro di sua figlia Chiara sia il segno distintivo del suo DNA. Ora, Robert De Niro e Catherine Deneuve furono “amici” quasi quanto Marcello e la Loren.

Girarono assieme anche una scenetta in Cento e una notte. Che voglio dire?

Non lo so ma, in questo film della compianta Agnès Varda, Bob e Catherine romanticamente si baciarono in gondola…

Ecco, la Varda fu una grande regista. Sì, senza dubbio. Anche una grande racchia.

Detto ciò, Monica Bellucci fu insindacabilmente bella. Ora è sempre bella. Certamente… Con tre chili di fondotinta, però. Ah ah.

Ora, molti critici che fanno tanto i belli, eh sì, sarebbero da struccare. Anzi, da stuccare. Per esempio, molti di essi considerano David O. Russell un regista sopravvalutato.

Gli stessi che considerano brava e bella Jennifer Lawrence mentre non amano Jennifer Lopez. Da codesti ritenuta una burina. Sì, perché le analfabete con cui stanno cosa sono?

Di mio, le sbatterei entrambe in un film se mai sia dovessi avere i soldi per poterle valorizzare alla pari.

Il povero David O. Russell fu perfino accusato da Amy Adams di averla psicologicamente violentata sul set di American Hustle. Come mai invece Rocco Siffredi non viene accusato da nessuna “attrice?”. Mah.

Quindi, da allora non lavora più con O. Russell. La verità è una sola. Quando Amy Adams perse l’Oscar per American Hustle, accusò O. Russell di non averla pubblicizzata a dovere a mo’ di Harvey Weinstein.

Diciamocela! Ah ah. La finisca, eh già, la signorina Adams di fare la suorina de Il dubbio.

Sì, la Adams non è Morticia Addams.

Indubbiamente, le gambe di Amy Adams valgono tutto il prezzo del biglietto. Ma non è brava come Anjelica Huston…

Ora, se volete passare tutta la vita ad accapigliarvi contro il prossimo poiché non la pensa come voi in merito a un film, fate pure.

Ci sono cosce, no, cose molto più interessanti da fare. Voi siete esperti di seghe mentali. Si sa.

Secondo me, siete talmente frustrati che nemmeno quelle mentali vi bastano e accontentano. O no?

E ho detto tutto…

David O. Russell è un genio.

Un regista balzano, eccentrico, sperimentatore di tutti i generi. Sembra anche, dal viso, un transgender.

Ma non dobbiamo essere superficiali. Non dobbiamo essere e basta. L’essere porta alla carnalità, alla ruffiana socialità, alla più bieca competitività. Insomma, alle inculate e alle leccate di culo.

David è un uomo dalla cultura spaventosa e dal viso simile a quello dell’ex pornostar Peter North.

Mah, ne vedo tanti in giro di critici dei nostri cog… ni.

Questi attaccano Nicolas Cage poiché lo reputano un inetto. In Cuore selvaggio non lo fu. Neppure con Jenna Jameson.

In The Family Man, invece, avrebbe recitato meglio vostro marito. Sì, è vero, non mento. Sono un mentore, miei mentitori.

È Verissimo da Silvia Toffanin. Di notte, il vostro consorte diventa più bravo di De Niro. Dice a voi, mogli, che deve uscire per buttare la spazzatura. Rincasa dopo tre ore.

Voi non vi accorgete di nulla, semplicemente ve la dormite. Considerate perciò credibile la sua “prova recitativa”, diciamo che fate finta di non vedere le sue prestazioni “straordinarie”. Di mio, fui malvisto in passato. Ah, per forza. Non mi facevo vedere da nessuno. Infatti, è un miracolo che m’abbiano solamente stroncato. Che film di me si fecero, dato che fui inesistente? Eh sì, la gente parla e sparla, fa e disfa ma non sa fare una beneamata min… ia. Di mio, mi presento così. Con voce da Adriano Celentano de no’ a(l)tri, mista a un camaleontismo vocale da Christian Bale di The Fighter su accenni e accenti da Lino Banfi misto ad Andrea Roncato, quindi nuovamente roco e incazzato, caldo e spiazzante, in una parola devastante. Se non vi sta bene, Pino Insegno vi chiederà diecimila Euro per iscrivervi al suo corso di doppiaggio. Non diverrete doppiatori mentre lui diverrà sempre più ricco. Ci siete arrivati o devo farvi un disegnino come si fa con i bambini deficienti? D’altronde, Insegno viene… eccitato, no, citato nel mio Bologna insanguinata. Oh, lui fu Vacca nel film Mezzo destro mezzo sinistro. Mica cazzoni vari, eh. Dunque, marmittoni e bambagioni, è arrivato il momento di tirare fuori i mar… ni come direbbe Roncato. Avete sinceramente stancato coi vostri “spiegoni”. Datevi a un piatto di cannelloni e lasciate stare, per piacere, i filmoni. Non toccateli, voi vi toccate, fidatevi. Siete tocchi e non siete un bel tocco di fig… n’. Per molto tempo, pensai di essere De Niro. Anche di Brazil. Ho scoperto invece di essere più pazzo di Terry Gilliam. Anche di Tom Waits di America oggi e più saggio dello stesso Waits di Rusty il selvaggio. Sono il diavolo di Parnassus. Per questo motivo, vorreste imprigionarmi come Waits del Dracula di Coppola?

Che poi, a mio avviso, Gary Oldman/Dracula vecchio, con la Bellucci e le altre due patonzolone, stava meglio senza ringiovanire per Winona Ryder.  Sì, come il buon vino dannato, no, d’annata… stagionando io miglioro. Mentre la Ryder di Stranger Things, di stagione in stagione, diventa sempre più brutta e mezza matta.

A dircela tutta, era bruttina e pazza pure trent’anni fa. Se pensate che non sia così, farete la fine di Sean Astin nella seconda stagione di Stranger Things. Fottetevi.

Se vi sto sul cazzo, salutatemi a sorrata!

 

di Stefano Falotico

David-O.-Russell

Cos’ho imparato dalla vita? Che Johnny Depp e Brad Pitt sono indubbiamente belli e fotogenici, altresì ho appreso di possedere un fascino da Dean Corso de La nona porta, anche da James Dean e basta


16 Aug

nona porta depp

Sì, senz’ombra del diavolo, no, del dubbio… credo di essere il figlio di Mia Farrow di Rosemary’s Baby, geneticamente possiedo l’autoironia intellettuale d’un John Cassavetes ante litteram, ho scoperto di non essere misogino, neppure misantropo, eppure preferisco l’originale Sharon Tate alla Margot Robbie di C’era una volta… a Hollywood. Adoro inoltre tutti i film di Roman Polanski, compreso lo stupendo e sottovalutato, per l’appunto, L’uomo nell’ombra.

Ultimamente, mi stanno perfino proponendo dei lavori da Ghost Writer e la mia attuale lei sostiene che alcune mie espressioni le ricorda/ino Ewan McGregor.

Ora, non esageriamo. Ewan è molto più alto di me, sebbene il McGregor di Big Fish sia spiccicato al sottoscritto. Ah ah.

Sì, sono sempre stato uno storyteller, un inventore di trame spesso fantasiose, autore di libri che oscillano fra il thriller e il fantastico in maniera meravigliosa. Libri la cui prosa, barocca-gotica, ricolma di qualche stronzata, di voli pindarici dei più azzardati e descrizioni minuziose, gioca sulle emotive, soventemente vergognose, perlomeno inconfessabili sensazioni interiori che ognuno di noi vive anche se spesso nasconde per timore di cascare nella ridicolezza, diciamo nel ridicolo. Non poetizziamo troppo, suvvia.

In quest’ultima decade, ho affinato spaventosamente la mia allure da uomo decadentista. Molte volte, inoltre, sono stato dal dentista. Sapete com’è… a forza di mangiare il gelato al cioccolato, è spuntata qualche carie. Non vi preoccupate, basta una bella e approfondita igiene dentale e, se qualche vecchia cariatide, la quale non comprenderà la vostra giovinezza eterna da Johnny Depp, il quale a sua volta è sicuro che abbia pattuito un contratto faustiano per conservare la sua immacolata beltà pulita da elisir di magnifica, lunghissima vita, dicevo… se delle cariatidi, non comprendendo le ribalde vostre sensuali gagliardezze da ragazzi maledetti, vorranno sbattervi in un centro di salute mentale, sbattetevene.

Ecco, Johnny Depp non è un uomo normale. Credo che ogni psichiatra del pianeta Terra non possa contraddirmi in merito. È infatti inconfutabile il fatto inequivocabile che, se un uomo, nella sua vita riesca a fare all’amore con Winona Ryder e chi più ne ha ne metta di super femmine da spot Calzedonia con tanto di eleganza da donne d’alta classe recitativa che lavorarono perfino con Scorsese e Coppola, riuscendo nel frattempo a lavorare con Kusturica, sia un genio assoluto.

Metteteci pure che Depp, oltre a possedere una bellezza dionisiaca, oserei dire idilliaca da far impallidire, anzi, arrossire-arrossare, finanche bagnare ogni essere dotato di estrogeni del nostro mondo, è pure chitarrista-bassista apprezzabilissimo, ecco, possiamo affermare insindacabilmente che Johnny non appartenga alla razza di animali così come praticamente tutti i cosiddetti uomini del globo terrestre. Comunque, non sono omosessuale, sono eterosessuale. A Depp e a Brad Pitt, preferisco Amber Heard. Dato che è in causa giudiziaria col Depp, la contattiamo subito su Instagram per vedere quello che si può/possa fare…

Sì, voglio segnalarla. Non si doveva permettere di rompere i coglioni a Johnny. Come direbbe Sgarbi, andasse a dar via il c… o. Diciamo, comunque, che una remotissima possibilità che io possa sbaciucchiarla c’è. Non ridete. Mantenete un contegno, non date spettacolo.

Sono più cinico di Polanski, sono molto più giovane di Depp e, oltre a essere l’unico attore di me stesso, dono riservato forse solo a Dio, sono uno scrittore amabile e un mezzo-doppiatore dalla voce e gola profonda cavernosa da cavernicolo facilmente troglodita di corpi cavernosi dilatati dinanzi a ogni selvaggia come Amber, indosso tutti i miei fallimenti esistenziali col savoirfaire dell’uomo che non deve chiedere mai… alla Caritas e all’assistenza sociale poiché non è un comune idiota che non ha mai visto Gli invisibili con Richard Gere, non è un uomo che scriverà patetici opuscoli e vademecum intitolati Recupera la tua autostima, guardandoti allo specchio e capendo, obiettivamente, che non sei Depp e Pitt ma non sei nemmeno un cesso della Stazione Termini, non è uomo che ci tiene/tenga a dimostrare di esserlo, esibendosi in linguacce su Instagram al fine che qualche tonta e sciocchina possa abboccare alle sue smorfie da Fabrizio Corona dei poveri che va(da) compatito e soprattutto preso a sberle non sventole come la Belena e la Heard, non è un uomo che vuole/voglia arrivare subito al dunque, eh sì, non soffro/e di eiaculazione precoce, non è un uomo perbene, no, per niente. Possiede/o l’anima mirabile di Elephant Man e la cultura di Frederick Treves e di Hannibal Lecter.

Questi sono super uomini alla Nietzsche, cazzo.

Dunque, in un mondo in cui molta gente pensa che Pamplona di Fabri Fibra featuring Thegiornalisti sia una canzone che dica il vero sull’attuale porcile della società, svelando chissà quali segreti del nostro contemporaneo status penoso e puttanesco di volpi, lupi, cani e porci, feriti ed ammazzati, uno come me può solo adorare il film Scappo dalla città – La vita, l’amore e le vacche, stare con una donna magnifica che si distingue/a principescamente da qualsiasi donna oramai svaccatasi, può inevitabilmente soltanto essere un recensore di Cinema più ricercato dell’Indio di Per qualche dollaro in più, un writer amante di Clint Eastwood dal carisma mille volte superiore a ogni Sean Connery/James Bond, con tanto di stempiatura da alopecia androgenetica del testosterone caldissimo, un uomo che ne sa una più del diavolo di The Ninth Gate.

Sì, il diavolo non esiste. Non esiste neanche dio, purtroppo. E Il Signore del male di John Carpenter, assai sottovalutato ai tempi della sua uscita, è uno dei film più belli del mondo.

Sicuramente più bello di Johnny Depp e Brad Pitt.

Di mio, faccio quello che posso. Ho acquistato un giubbotto da Wish. Mi sta benissimo. Perché l’ho comprato? Perché fa figo? No, perché costava poco ma fa la sua porca figura da Al Pacino di Serpico. No, non è un chiodo da Cruising. Non provateci… Allocchi, non sono Lefty di Donnie Brasco.

E questo è quanto.

È finito ferragosto, è finita domenica, sta finendo l’estate e fra poco inizierà il Festival di Venezia ove parteciperò in veste di accreditato stampa. Venerdì prossimo, invece, dovrò lavorare all’editing del mio nuovo romanzo scritto in stream of consciousness. Libro di circa 500 pagine. Al che, incontrerò la mia lei. Qui, la vita si sta facendo molto, molto dura. Teniamo duro.

L’importante è raccontarsela un po’, non mentendo però sul fatto assai reale, tangibile in due tre miei sex tape privati che, nella mia vita, ho/abbia fatto all’amore con tre ragazze diverse, una più bella dell’altra. La terza, quella di ora, è molto più bella di Amber Heard. No, non sono un attore hard, non sono affatto matto, ballo benino il Tango, la mia lei è insuperabile col tanga e di tanto in tanto però non valgo un cazzo. Come tutti. Non mi pare un problema insormontabile.

Ora, come ho fatto a conquistare la mia lei? Le scrissi… sei una gran figa. Lei apprezzò tantissimo e non la reputò affatto una volgarità.

Anzi, mi disse: – Di solito, ci provano viscidamente, scrivendomi… complimenti, sei una donna molto bella. Sono degli ipocriti di merda. Tu sei stato alquanto diretto.

Io: – Sì, sono stato spudorato. Peccato che io non sia bello come te.

– Sì, fai veramente schifo. Non ti si può vedere. Se fossi in te, quando vai in giro, indosserei in viso un telo da Joseph Merrick?

– Perché mai? Sono, sarei un mostro?

– No, sono gelosa da morire.
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di Stefano Falotico

JOKER: i migliori pazzi della storia del Cinema, da Jack Nicholson a Gary Oldman ma il Principe jolly di corte rimango io, ah ah


08 Oct

nicholson cuculo

Sì, le somiglianze fra la storia di Arthur Fleck e la mia vita sono veramente inquietanti.

Perciò, bando agli smascherati banditi e alle ciance di chi non sa più come blandire, devo togliervi il mascara e ammettere, un po’ a malincuore ma anche con gagliardezza indomita, che Arthur Fleck sono io. Sì, da piccolo fui fanatico della serie televisiva che, di tardive repliche italiane, andò per la maggiore, vale a dire Happy Days. Spaccato della provincia statunitense degli anni cinquanta, ritratto generazionale forse troppo buonista ma nient’affatto sensazionalista.

Illuminato dalla presenza immensamente ipnotica d’un titanico Henry Winkler, alias Arthur… Fonzarelli, detto più comunemente Fonzie.

Un uomo, un genius.

Un uomo forse ignorante come Adriano Celentano ma capace, col solo potere del suo indubitabile, immenso carisma, d’essere l’unico meccanico in grado di dare consigli di vita a collegiali probabilmente più istruiti di lui. Anche però più conigli.

Sì, Fonzie era uno zotico mai visto che viveva praticamente giorno e notte nella sua officina.

Un uomo però imbattibile in fatto di fascino a pelle. Infatti, indossava sempre il giubbottino nerissimo, assumendo un sex appeal invincibile da Bruce Springsteen del videoclip di I’m on Fire, un uomo che non deve chiedere mai.

Fra l’altro, in questa epocale clip, Bruce si scalda più del pornoattore omonimo, Bruce Venture, appena la milfona gli mostra solo le gambe. E lui, sporco e grezzo, col viso impregnato di sudore freddo ma soprattutto macchiato d’olio ancor bollente, solamente sbirciando di sottecchi le magnifiche cosce di questa patatona caliente, della quale non scorgiamo neppure il volto, parte in quinta con far ardente, sognando di sgranocchiarsela con lingua fra i suoi denti e labbra aperte.

Accende il motore e s’invola notturno verso l’abitazione della bellissima donnona. Sì, Bruce non solo canta la sua canzone, bensì col cuore al “radiatore”, già pensando a lei surriscaldato, nel suo cuore mette su Gianni Morandi… parlami di te, bella signora, del tuo mare nero nella notte scura… signora solitudine.

Sapete, no, che il celeberrimo monologo allo specchio di Bob De Niro/Travis Bickle di Taxi Driver, You Talkin’ to Me?, fu involontariamente ispirato e improvvisato da De Niro stesso, memore d’aver visto un concerto del Boss pochi giorni prima del ciak?

Sì, può essere che la bionda del video I’m on Fire sia in verità nientepopodimeno che Cybill Shepherd/Betsy.

Come no? Come fate a dire che non è lei? Qualcuno l’ha vista, per l’appunto, in volto?

Che ne sai? Potrebbe anche essere Vladimir Luxuria oppure Jodie Foster cresciuta e platinata.

Ma potrebbe essere perfino Maurizio Umberto Egidio Coruzzi, detto Platinette, prima che ingrassasse.

Ah ah.

Sì, comunque e chiunque sia e fosse stata, aveva dei quadricipiti da scosciante show girl televisiva arrapante. Diciamocela.

Una capace di far impazzire quell’angelo di Ron Howard ma anche quel nerd di Keith Gordon di Christine del Carpenter. Entrambi infatti fanno di cognome Cunningham. L’avevate notato?

Ron Howard, dopo essere stato il figlio modello dell’America un po’ falsa, dolciastra e puritana, girò Fuoco assassino, mentre Keith Gordon, anche lui diventato regista come Howard, alla pari di Ron, non però l’omonimo cantante, indubbiamente dell’altra sponda, sognò di scopare Jennifer Connelly del suo film Waking the Dead.

Keith, nonostante impeccabilmente la diresse e la spogliò in una scena particolarmente hot, non se l’ingroppò, mentre Billy Crudup se la trombò sia per finzione nel film che nella vita reale. Come no? Oh oh!

Insomma, ragazzi, a che serve avere A Beautiful Mind se poi le donne ti prendono solo per pazzo e per un così bravo ragazzo che, stringi stringi, desiderano invero solo ù caz’?? Ah ah.

Ciò Fonzie già lo capì. Cosicché, mentre gli altri studiavano per farsi il culo senza mai arrivare a quella, a lui bastava alzare il pollice su per alzarlo a tutte.

Se non è un genio il Fonzie, scusate…

Ora, detto questo, passiamo a fighe, no, classifiche serie. Non perdiamoci in puttanate.

A mio avviso, i migliori pazzi della storia sono Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Gary Oldman di Dracula.

Adesso vi spiego perché, un attimo, che cos’è tutta questa fretta?

Pazientate, lasciatemi riflettere.

Ecco, avete presente il detto non fare l’indiano?

Bene, deriva dall’indiano proprio del capolavoro di Milos Forman.

Will Sampson/Chief Bromden è apparentemente muto. In realtà, sa parlare benissimo. Ma si apre soltanto a Jack.

Poiché Jack è l’unico normale in una società d’idioti. Infatti, lo lobotomizzano. Ah ah.

Sì, poiché è un personaggio scomodo e la gente vuole continuare a ridere dinanzi a Virginia Raffaele che imita una più brutta di lei però ritenuta più bona dagli uomini medi, ovvero Belén Rodríguez. Sì, vi sarò sincero. Belen a me fa schifo. Virginia invece la sposerei subito. Innanzitutto, è molto più gnocca di Belen, poi è brillante, intelligente, trasformista. Insomma, non è solo una pazza, no, un pezzo di carne. Infatti, non capisco molti uomini e ragazzi. Che ve ne fate di una come Belen? Tanto vale andare a zoccole direttamente. Sì, è sexy ma, una volta che vi hai fatto sesso, una così la porteresti mai a vedere Joker?

Insomma, Belen è la donna più inutile di tutti i tempi. Voi siete soltanto dei poveri coglioni, va detto. Idolatrate una comune sciacquetta che, con le sue curve mozzafiato, vi fa perdere la testa ma, secondo me, la testa non l’avete proprio dalla nascita. Andavate subito mozzati. Ma, dato che non avvenne, vi mando lo stesso a mori’ ammazzati. Anzi, vi piglio a mazzate. Siete cioè, per l’appunto, delle teste di minchia.

Di mio, sono romantico come Gary Oldman di Dracula.

Infatti, dopo tanta mia senilità, dopo essere spaventosamente ringiovanito, scopo, no, scopro purtroppo che la mia Winona Ryder non riesce a riprendersi dalla morte di Sean Astin di Stranger Things.

Ho detto tutto. Insomma, la mia vita è una tragedia. Ma, rispetto alla vostra, è un capodopera.

 

di Stefano Falotico

VENEZIA 76: Waiting for the Barbarians, il qui onnipresente, in passato inesistente Stefano Falotico, ovvero il Principe della notte, vi parla di Johnny Depp, uomo che mai andrà a…


06 Sep

depp barbarians

m… tte.

Amici, ci fu un tempo in cui mi seppellii vivo come Johnny Depp di Dark Shadows. Vissi sepolto nel mio sarcofago ambulante, cazzeggiando di notte in modo delirante, chiuso ermeticamente nel mio mutismo solo a tratti farneticante o, per meglio dire, nel mio afasico esprimermi a mugugni e poi a detonare chiassoso in urla strepitanti.

Invece ora mugolo corposamente e più sentitamente, sì, il mio respiro potete udire sempre più crescente, impetuoso, caldamente stuzzicante per la donna verso cui da un po’ nutro quel sentimento irrazionale definito banalmente amore scaldante, dunque anche rinfrescante.

Poiché, quando l’uomo è innamorato, il caldo si fa asfissiante e devi prendere una boccata d’aria affinché non ti vada il sangue al cervello ma soprattutto nei corpi cavernosi dei vasi dilatatori.

Sì, dopo tanti anni da cavernicolo con l’aspetto cadaverico, ora risento il flusso di qualcosa d’amorevolmente fluido… che sta uscendo.

Insomma, già fuoriuscì, poi ancora si rintanò, calmo si placò, dunque auto-inchiappettandomi da solo entrò ove oppostamente è ubicato nella zona simmetricamente adiacente didietro o davanti. Dipende da cosa intendete.

L’amore è qualcosa di troppo indefinibile, appunto, per poter essere circoscritto a una definizione e una parola sola. Spesso è inculante.

Sì, non possiamo circoscriverlo e non possiamo darne un significato conciso anche se siamo uomini circoncisi o uomini soltanto da circo come Joker.

Sì, avverto dalle profondità del mio cuore il ripulsare entusiasta di ormoni in burrasca come le maree veneziane e sto agognando, da un paio di settimane a questa parte, una donna fantastica, captando emozioni piuttosto forti verso la mia prescelta. Donna assai bella totalmente in linea, dunque appaiabile col mio uomo pindarico, fantasioso, non sempre elegante ma intattamente galante.

Spero di esserle appagabile.

Voi invece le pagate e pure male le palpate. Fate schifo a u’ caz’.

Son io invece uomo che fa gola a molte poiché incarno il fascino alla Johnny Depp ma che, come Johnny, è estremamente selettivo. Poiché io tantissimo ne adocchio ma non andrò mai con la prima che capita poiché potrebbe rivelarsi una che, dopo aver giaciuto con me in una notte semmai pure focosa e d’ardimento reciproco assai prepotente, dolcemente duro, sanamente violento in quanto, congiungendoci carnalmente, io e lei ne god(r)emmo squisitamente in maniera delicatamente irruenta, fremendo incandescenti sin al culmine dell’orgasmo vicendevole nell’esplodente esser assieme poi rilassati e, dopo tanto accaldarci, scioltamente sudati, ecco… scusate, mi son lasciato assalire dall’eccitazione e ho smarrito la retta via di tale periodo, non solo sintattico e grammaticale, romanticamente animale, dicevo…

Sì, c’è una donna che sto infinitamente bramando sin da quando mi recai al Festival di Venezia e nel mio albergo alloggiai. Da quelle notti mie passionali d’amore (in)confessabile, la mia vita albeggiò.

Da allora, cioè dalla scorsa settimana, io e lei chattiamo infuocatamente ed entrambi proviamo immani desideri viscerali.

Tant’è che i nostri rispettivi cellulari non ci stanno più dentro.

Non invidiatemi, lei è veramente una donna entusiasmante. Mi riesce difficile a volte anche parlarle tramite i vocali in quanto, essendo talmente preso dal mio furioso, lussurioso, magicamente armonioso sentimento iper-caloroso, non vorrei che trasparisse da parte mia qualcosa d’assai incontenibile e troppo precipitoso.

Mi trema la voce nel parlarle ma lei adora la musica emessa dalle mie corde vocali. La mia voce lei reputa roca e stimolante. Dunque, a lei traspare soltanto che quando io vedo le sue foto coi vestiti trasparenti, cazzo, odo stormir fra queste piante, no, non è L’infinito di Leopardi, odo fremere fra le mie gambe qualcosa di poco metafisico che m’incita a essere ottimista cosmico.

Ho sempre la paura di scadere nel ridicolo, di risultarle imbarazzante e tragicomico. Ma lei, a quanto pare, va matta di me ed è entusiasta del mio candore virilmente, in tal caso, poco vile.

Insomma, ci piacciamo, ci dissanguiamo di calori a pelle istintivamente irrefrenabili.

Per lei sono stupendo, per me lei di più.

Credo che farem(m)o una magnifica coppia come Johnny Depp e Winona Ryder dei tempi d’oro, prima che Winona s’imbruttisse e ancor più di come già magra fu, cazzo, anoressica adesso patisce il fegato amaro d’essere stata pressoché abbandonata, a eccezione fatta di Stranger Things, dalla Hollywood che conta e che approda a Venezia.

Sì, Depp e Winona all’epoca furono al top e lei fu eppur mai più sarà un’immane, incommensurabile topolona.

Poi, Depp stette pure con Amber Heard, obiettivamente un troione e non messa neanche benissimo a tette. Cosicché il Depp molto del suo fascino da tenebroso raffinato perse inevitabilmente. Poiché ad Amber volle essere hard ma in quei mesi con lei, eh sì, Johnny ingrassò pure come un porco. Diventando flaccido non solo nella panza ma soprattutto nella sua attoriale arte andata a puttane.

Divenuta allora debosciata.

Come si suol dire, all’epoca fu bolso e impresentabile.

L’ultima volta che Depp venne… a Venezia fu infatti per Black Mass. Guardate questa foto e poi ditemi se ho torto.

Visto che panzerotto che è qui il Depp?

Sì, in questa foto sembra me quando assumevo troppe gocce di Valium e anti-depressivi pesanti.

Mi cambiarono il metabolismo.

Adesso tutto è tornato a posto.

Sì, proprio tutto.

Se non mi credete, non credetemi.

Lei lo sa…

Poiché son uomo che alla quantità preferisce la qualità. Oh, se con lei male andrà, ancora nella notte sparirò con charme da Joker e irresistibile maestosità.

Ah ah.

Ricordate: sono Il Falò delle vanità.

E di notte i falò vanno accesi non dalle lucciole, miei cuccioli, bensì dalle mie lisce coccole lontane dai gelosi e dalle merde, dette eufemisticamente caccole.

Black+Mass+Premiere+72nd+Venice+Film+Festival+TwFvrg4moZzl

di Stefano Falotico

Se tanto mi dà tanto, JOKER sarà il film di apertura del Festival di Venezia


14 Jul

joker phoenix

Permettetemi quest’introduzione goliardica per poi passare a una disamina sociale triste, sì, perché questo mondo è triste e si sta/mi sta intristendo sempre di più

Eh sì, Annibale fu denominato il Temporeggiatore. No, scusate, il Temporeggiatore fu l’altro, il suo rivale, ovvero Fabio Massimo. Attenzione, non confondetelo con Massimo Decimo Meridio, vale a dire Russell Crowe de Il gladiatore.

Eh sì, sono un personaggio gladiatorio fuori da ogni tempo, da ogni tempio, talvolta mi scoppiano le tempie perché il mio carattere irascibile, dunque umorale, va in surriscaldamento. In alcune circostanze sono anche amorale ma non vi preoccupate, eh già, so amare ogni donna anche sul Monte Sinai e non soltanto in spiaggia, sulla riva del mare.

Ah, voleste farmi (de)cadere, miei matti come Joaquin Phoenix. Dandomi del puttaniere e dell’asino.

Ma son rimontato in sella come Robin Hood, ovvero Russell Crowe in uno dei film più brutti sempre di Ridley Scott. Film che vale solo per la scena in cui, questo Robin Hood con la panza, un uomo in calzamaglia, grida tonante il suo amore a Cate Blanchett perché è stanco delle notti in bianco e vuole a lei donare il suo bianchetto…

Ah, son uomo con molte frecce al suo arco. Più che altro, sono talmente sbadato che, sebbene abbia svoltato, cambiando la mia vita, mi dimenticai di accendere la freccia della macchina.

Persi molti treni nella mia vita ma preferirò tutta la vita, appunto, Italo a Frecciarossa Trenitalia. Si risparmia.

E mi viene voglia di vendicarmi di tutti i soprusi subiti, alzando la voce per farmi finalmente valere.

No, non sono imperatore di niente, nemmeno di Capri. E non sarò mai Leonardo DiCaprio.

Ma ho una voce imperiosa come Luca Ward. Sono un cantante melodico come Peppino di Capri. E ballo il twist…

Al massimo, tra qualche faraglione e un’ottima faraona, condita e ben rosolata lontano da Ramses II, amata a tradimento come dio (non) comanda, da cui il famoso “editto”… non desiderare la donna d’altri, nemmeno di Daltri, un mio amico dell’infanzia, adesso felicemente sposato e ammogliato, me la tirerò… da ribelle come Mosè. Sì, Mosè ricevette da Dio in persona I dieci comandamenti. Dio li editò per lui, puntandogli pure il dito.

Io ho sia il carisma di Charlton Heston che la follia demenziale del mitico Mel Brooks de La pazza storia del mondo.

Sì, sono un matto mai visto, infatti il mio editore, sempre Charlton Heston, però de Il seme della follia, ha appena contattato Sam Neill perché crede che io sia Sutter Cane.

Di mio, vorrei solo un po’ di pace e serenità. Non è mia intenzione fare il demiurgo lovecraftiano. Comunque, se voleste comprare qualche mio libro, sbarcherò meglio il lunatico, no, il mio lunario da essere falotico.

Detto ciò, dopo tutto questo preambolo epico-biblico, quasi da peplum, miei patrizi e miei plebei, quale sarà il film di apertura della prossima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia?

In queste ore sarà annunciato da Alberto Barbera. Il quale, dopo l’annuncio, guarderà pure un cartone animato di Hanna-Barbera. Di mio, bevo inconsolabilmente come La Sconsolata, ovvero appunto Anna Maria Barbera, il vino La Barbera.

Mah, di mio oggi andrò dal barbiere. Mi taglierò i capelli e la barbetta per avere un look più appetibile per tutte le Barbie.

Sono un uomo come Diego Abatantuono di Mediterraneo. Che distrugge ogni isolana come Vana Barba.

Detta anche Vanna. Una che, col fisico che ancora ha, cioè da bonazza, non avrà mai bisogno di venir imbonita da Wanna Marchi. No, Vana Barba non necessita delle creme di bellezza di Wanna.

Per la Madonna! Cioè la Ciccone che canta per me La isla bonita.

E io, sul divano, massaggio la sbarbina in quanto uomo vanitoso che sta sul vago e sul vanissimo. Forse solo sotto di lei.

Solitamente, il 15 Luglio viene comunicato il film di apertura del Festival.

Sarà il JOKER.

Se ve lo dico io…

Siamo una famiglia, una collettività senza più albero genealogico, consanguinei della nostra irreparabile perdizione non (salvi)fica

Sapete che mi dicono quando mi fermo, ponderoso e poderoso, a riflettere sul mondo?

Mi dicono che sono/sia un coglione storico, eppure stoico.

Ora, la prenderò larga. La terza stagione di Stranger Things 3 m’è piaciuta ma decisamente meno rispetto alle altre. L’ho anche scritto nella mia recensione. Nella quale, forse avrei dovuto aggiungere che quest’intera Season 3 fonda molte delle sue intuizioni su La cosa di John Carpenter.

Ma non volevo spoilerare. Qui, sì.

Dopo aver terminato di vedere il settimo episodio, pensai che i fratelli Duffer stessero scherzando riguardo al fatto, fatto loro pronunciare da Caleb McLaughlin/Lucas Sinclair, che il remake de La cosa sia più dolce e più fresco dell’originale.

Caleb fa riferimento al rifacimento del 2011 firmato, si fa per dire, da un regista dal nome e cognome talmente impronunciabili che da allora non ha più diretto un lungometraggio. Soltanto corti. Un regista dal respiro cortissimo.

Vale a dire Matthijs van Heijningen Jr.

Mi ricordo piuttosto bene, comunque, di questa pellicola. Da noi fu distribuita in sala nell’estate del 2012. Andai a vederla con un mio amico, considerato non tanto a posto, diciamo.

A entrambi non piacque molto. Se penso che nel 2012 ero ancora abbastanza allegro come essere umano, così come lo era questo mio amico, ora macellato dalla società e a pezzi mentalmente, tant’è che vive pressoché isolato e sperduto in una zona di confino dell’estrema provincia bolognese, mi viene da piangere.

Paiono infatti trascorsi mille anni e invece ne sono passati soltanto sette.

In questi anni sono cresciuto molto. Prima ero Brontolo, quello dei Sette Nani, appunto. Malgrado a Biancaneve volessi ficcarglielo con sette anali.

Forse però sono regredito del tutto. Strani e bislacchi eventi son infatti occorsi nella mia vita. Son stato anche un paio di volte in ambulanza e sono finito al pronto soccorso.

Anzi, sul finire del 2014, sfiorai davvero la morte. Che mi crediate o no. In privato, se mi contatterete, visto che io non ho nulla da nascondere, ve ne rivelerò le motivazioni.

Ammesso che v’interessi. Sennò, vi lascio alla vostra cena. Mi raccomando, spolpate bene le costolette di maiale e succhiatemi tutto il midollo spinale.

Qui, mi sono un po’ perso. Ma io mi perdo sempre. Sono un licantropo che vaga nella brughiera e mangia anche, come un topo, il gruviera.

Alcuni, anzi molti, mi considerano un personaggio talmente oltre da meritare probabilmente perfino la galera. Ah ah.

Sì, io non la mando a dire. Eh già, perché mai dovrei affidare le mie parole da scritti corsari a un’ambasciatrice che non porta pena quando invece, di pene, devo essere io colui che le prende?

Dico? Io mi assumo ogni responsabilità. In nessun posto di lavoro mi assumono ma piaccio alle donne segretarie. Mah. Vogliono da me amplessi in formato fotocopia.

Adesso, veniamo al dunque, siamo seri. Per l’amor di dio! Non lasciamoci prendere la mano!

Dov’eravamo rimasti? Ah sì, a Stranger Things 3. L’episodio sette è, nonostante questa cazzata cosmica detta da Caleb, quello migliore della stagione.

Quello finale, della durata di circa un’ora e venti insopportabili, è il peggiore. Mah, solitamente, essendo il finale, dovrebbe essere il migliore. Invece così non è, manco per il cazzo.

Innanzitutto, il personaggio di Dacre Montgomery muore. E dire che non vedevo l’ora che si trombasse quella bona di Cara Buono. Ma Netflix deve aver pensato che, sì, è un servizio streaming ma non è un VOD, ovvero un Video on Demand da siti per adulti per il download di pellicole con super tope del tipo Milf love teens e altre puttanate di sorca, no, di sorta.

Non so perché, guardando Dacre, m’è tornato alla mente un mio amico delle scuole medie, Fabio Betti.

La faccia è uguale. Spero che Fabio, ragazzo che sognava di giocare nel Bologna, infatti militò nelle sue giovanili fin circa la maggiore età, stia bene.

Dacre schiatta invece, ucciso e trafitto nel cuore dal mostro del Mind Flayer.

Così come crepa anche David Harbour/Jim Hopper.

E ora? Come potranno realizzare la quarta stagione, già annunciata, senza il mitico David?

Certo che Winona Ryder in questa serie è davvero una sfigata mai vista.

Poi, ha avuto un cambiamento, una metamorfosi kafkiana da far paura anche a Dracula di Bram Stoker.

Che io mi ricordi, era una figona. Adesso, sembra la sorella gemella di Arisa.

Arisa, sì, la cantante di Mi sento bene. Mah, Winona non è che io la veda benissimo, ora come ora. Anzi, a ogni minuto che passa, diventa sempre più racchia e minuta.

E ora, appunto, pubblico, voglio il riso. No, non le risate, bensì un risotto di patate… che si sciolgano in bocca. Ah ah.

Tornando a Winona, nella stagione 1, le sparisce il figlio Will, nella seconda il figlio, in seguito al trauma, è rimasto scioccato. L’uomo con cui sta, inoltre, Sean Astin, viene divorato sotto i suoi occhi da un demogorgone.

E, nella terza stagione, finalmente rivela il suo amore inconfessato a Jim, sebbene non glielo dichiari platealmente. Peraltro, dopo l’irruzione nel covo dei gerarchi russi, sperava che lui se la inchiappettasse e invece lo prende in culo un’altra volta. Lui le si spegne davanti agli occhi. Praticamente è lei che lo ammazza, premendo sul rosso…

Insomma, questa è una vedova inconsolabile con un figlio traumatizzato che si è salvato dal Sottosopra ma, a differenza dei suoi coetanei, i quali cominciano a “darci dentro”, desidera rimanere nel seminterrato.

Ed è pure un’omicida di quello che poteva essere il suo amante coi contro-cazzi.

Il contrario, cioè, di suo figlio Will, un fanatico di Dungeons & Dragons ma per cui prevedo un futuro poco da drago…

Winona, una donna distrutta. Per di più, il figlio con ambizioni artistiche, da fotografo alla Robert Capa, consolida la sua love story con Nancy, interpretata da Natalia Dyer. Natalia di faccia è piuttosto carina ma in quanto a seno non è che sia molto dotata. Insomma, questo Charlie Heaton/Jonathan Byers, secondo me, doveva fare solo Helmut Newton, immortalando l’immane davanzale di Roberta Capua.

Invece, m’è diventato uno da libri di Moccia.

Ah, Roberta Capua. Stava con Massimiliano Rosolino. Nuotatore fenomenale, campione dello stile rana.

Massimiliano aveva e ha ancora un gran fisico. Era insomma belloccio. Non era un rospo e, diciamoci la verità, chi non avrebbe voluto essere il principe azzurro di Roberta?

Non c’è bisogno di essere stati un campione della Nazionale Azzurra per sognare un amore acquatico e un’immersione con orgasmi in apnea, non solo al mare e in piscina, con Capua Roberta.

Chiunque vorrebbe incarnarsi nel suo Rosolino e rosolarglielo, di bagnasciuga, perbenino.

M’immagino quando Massimiliano e Roberta stavano assieme. Lui era bello, lei di più

Devono essere partite scene di gelosia da manicomio. Sì, ecco la situazione… Massimiliano e Roberta si trovavano al ristorante Guarda Omar quant’è bello, (i)spira tanto sentimento, sì, celebre battuta di Totò in Totò sceicco (Massimiliano la conosce benissimo, essendo come il Principe della risata, eh già di Napoli, così come Roberta), al che entra un concittadino partenopeo verace, appunto, che fissa insistentemente il seno della Capua, come detto assai procace. A Massimiliano va il sangue al cervello, al partenopeo nei vasi dilatatori. Deve intervenire allora il buttafuori in seguito a questo diverbio prima della sedata, possibile rissa:

– Ehi, strunz’, che cazzo guardi?

– Guardo la tua donna. Embè!? È proibito?

– Ora io ti spacco la tua Capua de cazz’, no, scusa, volevo dire la tua capa di minchia.

Ecco, Carpenter non avrebbe mai filmato un finale triste, sì, ma conciliatorio e buonista come quello di Stranger Things 3. Prendiamo per esempio La cosa. La creatura mostruosa viene ammazzata, sopravvivono il bianco e il nero. Che rimangono al freddo e al gelo, fissandosi negli occhi, come per chiedersi vicendevolmente: non è che sei tu la cosa?

Sì, è una società d’idioti. Oggigiorno, Pier Paolo Pasolini sarebbe preso per un malato di mente e finirebbe in cura come Joaquin Phoenix del Joker.

Perché?

Perché Pasolini era e sarebbe ancora un genio.

Il mondo invece è andato a troie e non avrebbe capito nulla di lui.

L’avrebbe macellato.

Avete visto la foto rilasciata da Empire di Robert De Niro nella prima immagine ufficiale di Joker?

A me è parsa davvero inquietante.

De Niro ha un’espressione inorridita e Joaquin Phoenix gli è di spalle ma non lo vediamo in volto.

Fa spavento questa foto. È terrificante.

Avevo creato una miniatura, per un mio video su YouTube, a tal proposito. Che ripropongo.

Insomma, la storia è questa.

Joaquin/Arthur Fleck è un uomo buono, forse anche un po’ tonto nel senso positivo del termine.

Capisce però che, se non si omologa ai gusti della massa, verrà presto tagliato fuori.

Al che, decide di dare spettacolo.

De Niro/Murray Franklin lo deride impietosamente davanti a tutti.

Forse, scherzando un po’ troppo sulle debolezze psicologiche di Arthur. Insistendo, come si suol dire, come un maiale.

A questo punto, Arthur diventa il più cattivo.

Stando ai rumors, Joker finirà internato.

Ma in fondo, come ho scritto nel mio libro John Carpenter – Prince of Darkness, in merito a The Ward, siamo tutti dentro un enorme manicomio figlio della nostra cultura folle.

 

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di Stefano Falotico

Stranger Things 3, è arrivata l’estate, periodo per me sempre malinconico come se poi tutta la mia vita non lo fosse stata ma non lo fu, infatti


06 Jul

undici stranger things

Ho visto per ora soltanto l’episodio uno, da me opportunamente recensito. M’ha lasciato con l’amaro in bocca. Quel senso di studiata, sì, calcolatissima, sì, magia, altresì purissima, quell’alchimia reminiscente della nostra indole nostalgica da figli d’una generazione senza tempo, collocati nell’atemporalità, appunto, di una dimora evanescente, fluttuante in una sorta d’inter-zona neuronale ed emozionale non ben definibile, non l’ho captato, introiettato, sentito stavolta romanticamente battere nella mia anima.

Ora, i bambini di Hawkins sono cresciuti o, perlomeno, sono in piena fase teen da ragazzi irrequieti e già colmi, nei loro animi in via di growing up eppur ancora non corrotti dalla società adulta, di quelle pulsanti, inquiete e inquietanti, esistenziali incognite frementi per godere la vita pienamente.

Tant’è che i fratelli Duffer sembrano sempre più seguire una linea narrativa ispirata alle stagioni della vita da libro di Hermann Hesse. Sono dei Siddharta.

Ragazzi semi-uomini, semi-scemi che stanno seminando per il futuro a venire, che hanno superato la fase puberale e stanno iniziando a battibeccare coi loro conflitti emotivo-psicologici tipici della loro età acerba. Sono degli ibridi, feti adolescenziali che, dopo la pubescenza, si barcamenano alla bell’è meglio per sbarcare il lunario, osservando i pleniluni per ululare con qualche ragazza timidamente ignuda, per emanciparsi dai genitori, cercando la propria strada. Tant’è che il giovane Steve si è fatto assumere come improbabile gelataio forse perché nutre intimamente il sogno di comprarsi una Toyota Hybrid.

Di mio, mi ricordo che appena partì la mia adolescenza, m’immedesimai in De Niro di Taxi Driver.

De Niro che ora pubblicizza la Kia Niro.

Sì, di nome faccio Stefano e l’attore Joe Keery interpreta in Stranger Things la parte di Steve Harrington.

Quando la prima stagione uscì nel 2016, pensai che Joe fosse più vecchio di me. Solo ieri, andando a controllare su IMDb, ho scoperto che io sono più vecchio, in confronto a Joe, di tredici anni.

Cazzo. A 13 anni ero già un sexy beast come Billy Hargrove/Dacre Montgomery. Con una leggera differenza rispetto a Billy/Dacre. Lui è un burino che ascolta il metallo pesante, io invece a 13 anni ero già l’incarnazione di Montgomery Clift. E non ascoltavo musica, essendo un batterista afono eppur rumoroso delle mie apatie, delle mie afasie, delle mie ipocondrie.

Comunque, che afa qui a Bologna in questi giorni. Fa un caldo micidiale. Sì, gli uomini e le donne hanno molto caldo anche d’inverno comunque quando, dopo settimane lavorative durissime, il sabato sera danno vita a tutti i loro ardori castigati nei giorni feriali.

A me urlavano: oh, questo ragazzo non gliela fa…

 

Il Clift, da non confondere con Eastwood Clint. Clint ha 89 primavere portate da dio e sta girando il nuovo film. Montgomery invece…

Attore morto troppo presto, specializzato in ruoli melanconici. Cioè Falotico.

A 13 anni ero indubbiamente molto piacente. Tutte le Cara Buono, cioè le mie insegnanti borghesi più maledettamente frustrate ma milf altolocate, un po’ nel cervello tocche e forse dal marito non tanto più toccate, mi facevano l’occhiolino. Poi, facevano cadere apposta la matita dalla cattedra. Per chinarsi e lasciar intravedere qualcosa come quella cosa misteriosa di Sharon Stone in Basic Instinct.

Più volte chiesi loro, parimenti a Billy, se volevano prendere lezioni orali di tutte le lingue del mondo, essendo io già un precoce poliglotta. Amante di Babele e con un’indole da Lupo Ezechiele.

Invero, i porcellini erano gli altri. Io conoscevo l’arcaico, pure l’arabo, cioè un mio compagno extracomunitario di banco, e un portoricano, sì, uno della classe accanto, fratello di Benicio Del Toro di Escobar. Futuro capo pusher del quartiere extracomunitario della bassa Bologna.

No, non sono razzista né odio la società multietnica. Ho solo una forte etica. E chi spaccia non è, a mio avviso, un uomo degno di nota.

Non so perché, comunque, la mia insegnante alla Cara Buono, quando interrogava questo portoricano, lui le rispondeva alla buona e lei gli dava tante note. Forse di notte, lui le dava una dose di eroina per non frasi bocciare e lei, dopo aver trascorso la mattina a parlare dell’eroe dei due mondi, ovvero il Garibaldi, faceva la garibaldina appunto, sniffandoselo…

Il giorno dopo insegnava a noi studenti la Rivoluzione francese.

S, questo portoricano non era molto dotato mentalmente parlando, da altri punti di vista doveva essere un premio Nobel come Hermann Hesse.

Ah ah.

Il regista di Escobar della pellicola con Benicio fa di cognome… di Stefano. Io di nome faccio Stefano. Il massimo del vizio che mi concedo è una cioccolata calda della Ciobar.

Sì, ho commesso molti errori nella mia vita. Ma sono un criminale da strapazzo come Woody Allen.

Sì, criminale non lo sono proprio. Forse, a causa di troppi bullismi, persi la testa e, dopo essere stato strapazzato, impazzii e spaccai tutto, soprattutto il mio cervello.

Fui sedato, sin troppo calmato e acquietato. La libido andò a puttane in senso figurato, venni sfigurato e non solo il cervello fu compresso. Anche qualcos’altro.

Insomma, fui incompreso e compromisero il mio futuro. Comprimendo quel che non compresero.

Comprendete?

Vari psichiatri cercarono di capire come avessi fatto a perdere la testa a mo’ di Will Byers della stagione 2.

Fui fermato, per via delle mie escandescenze irrefrenabili, quasi da ebefrenico, perfino da un poliziotto giunto a casa mia per placarmi. Un tipo con una faccia da schizofrenico come David Harbour.

In verità, da adolescente ero amato da ogni Winona Ryder del quartiere. Ero il Johnny Depp della situazione.

Sì, ma mi chiusi sempre in casa. Anche le mie possibili amanti, comunque, non è che uscissero molto, anche se facevano entrare tutti dentro di loro. Le uniche volte che uscivano, per appartarsi e anche arraparsi nei parcheggi coi loro veri amanti, non lo sapevano neppure i loro genitori.

Figurarsi che cazzo ne potessi sapere io.

Sì, fui risucchiato dal Nightmare come il Johnny Depp. Mentre, nel profondo della notte, le mie coetanee praticavano i succhiotti.

Il massimo vizio che mi concedetti, a tarde ore, era un succhino di frutta.

Tornando invece a Stephen King, i suoi migliori libri sono quelli alla Stranger Things. Vedi Cuori in Atlantide e Joyland.

Sì, di me non è stato capito molto. Nemmeno da me stesso. Pensate che ho un tizio che mi odia da tempo immemorabile.

Per lui, sono sia Macaulay Culkin di Mamma, ho perso l’aereo che il vecchio visto da Macaulay, nel suddetto film, come un mostro.

Sì, per questo mio hater, sono il pagliaccio di Pennywise.

Mah, di mio so solo che il sole in questi giorni sta battendo troppo forte.

Va detto: nonostante tutto, sono sempre il numero uno.

 

di Stefano Falotico

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Adoro talmente Scorsese che, prima di guardare un suo film, mi faccio il bagno e indosso lo smoking, come a un matrimonio


08 Jan

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THE ADDAMS FAMILY, Raul Julia, 1991, (c)Paramount

THE ADDAMS FAMILY, Raul Julia, 1991, (c)Paramount

Sì, in 39 anni di vita, dei quali soltanto quindici sono stati forse di vita vera, il resto è stata una fantasia immane forse più sincera, non ho mai indossato giacca e cravatta. Mi credereste?

Sì, mi dovete credere, neanche alla Prima Comunione. I miei genitori, e infatti noi siamo imparentati con la famiglia Addams, non vollero che mi acconciassi come Silvio Berlusconi e, rispettando la mia purezza da infante innocentissimo, nonostante mi sarebbe entrato tutto dentro il corpo di Cristo, mi comprarono un completino tutto bianco col papillon.

Il prete, l’allora vivo Don Giuliano, sgridò i miei genitori perché non si erano attenuti all’etichetta della cerimonia. In quanto si esige che i bambini, pur essendo appunto bambini, vestano come adulti alieni di Essi vivono.

Sì, come uomini grigissimi in doppiopetto e abito firmatissimo con la ventiquattrore dei confetti rosa su sorrisi di plastica a iosa. Ah, a me questi qui hanno sempre inquietato. E se, nella ventiquattro, anziché i confetti e le bomboniere, ci fossero state soltanto delle bombe? Mah.

Sì, da allora, il mio vestiario non è cambiato molto. Sono sciattissimo nel vestire, se fosse per me i negozi di abbigliamento fallirebbero e tutte quelle commesse oche e guardone, le quali spiano i maschioni che han più palle dal buchino del camerino, andrebbero a vendere il pesce al mercato. Loro che di squali se ne intendono. Sì, non amano gli uomini puri da delfinario ma quei troioni ricconi pieni di baiocchi. Sì, così, dopo essere state in negozio a rifarsi gli occhi e a misurare le taglie del cavallo, si fanno cavalcare fra un cocktail serale-liscio e Un posto al sole alla tv. Che donne! Quando si dice, queste hanno i coglioni, ci hanno scavalcato.

L’uomo che le fornica, e anche cornifica con altre sciacquette, è un imprenditore come Flavio Briatore. Un uomo intoccabile che eppur tutte le tocca. E vuole anche il ritocchino. Costui in loro sa far scoccare il rintocco, eh sì, miei tocchi che avete il senso di colpa pure soltanto se vi toccate. E vi considerate dei falli(ti).

Sì, Briatore se ne sbatte… delle vostre timorate educazioni cristiane e non c’è Cristo che tenga. Tutte le diavolesse del piacere glielo smaltano mentre lui mette a novanta, sul suo yacht, un negro delle pulizie che si fa il culo a lustrargli a rendergli luccicante il barcone ove Flavio usa il forcone. Sì, mangia come un porco. E adora far a fette i ragazzini da lui creduti sciocchini, divorandosi un altro polpettone.

Ah, proprio un grasso, laido cafone. Che sporcaccione!

Di mio, non ho bisogno di corrompere nessuna donna col potere del vile danaro. Sì, preferisco bere l’amaro Averna in quanto quintessenza io son incarnata dell’antitesi a ogni vostra visione affaristica, edonistica e puttanesca. Io non metterò mai in mia (s)cena e per nessuna scema la vostra iniqua sporcizia, voi, che andate a teatro a vedere l’Avaro di Molière e non ne avete compreso la tematica figlia delle vostre sconce liquirizie.

La liquirizia viene reputata una spezia afrodisiaca. E dicono che serva ai tabagisti per smettere di fumare.

Non ho bisogno di nessuna liquirizia, in quanto non sono un salutista. Fumo tre pacchetti del giorno e, se mi verrà un Cancro ai polmoni, significa che dovevo morire prima del previsto.

Tanto se devi schiattare, puoi anche non fumare una sola sigaretta light per tutta la vita e non bruciarti i polmoni ma, semmai, scoppia un incendio nel tuo palazzo e muori soffocato. Anzi, pure peggio. Chi fuma si beccherà sicuramente un infarto? Sì, quello te lo puoi prendere anche se conduci una vita mestissima e ieratica, ascetica da monaco tibetano, poi accendi Instagram e ti compare un culo stratosferico. Roba da spaccarti tutte le coronarie in un nanosecondo e non basteranno preghiere con le coroncine

Sì, la vita non è un Corano e neppure bisogna esserle accorati. Ho conosciuto persone sempre innamorate della stessa donna. Dopo quarant’anni hanno scoperto che lei si faceva Briatore quando invece loro erano a sudare sotto il sole cocente, guidando un trattore.

Sì, meglio ficcarsi… in bocca delle buone tagliatelle alla boscaiola in una rustica trattoria. Queste non deludono mai. Poi, non costano neanche troppo. Le belle donne invece vogliono sempre cenare al ristorante di lusso.

Io non posso permettermi questa lussuria, no, tutto questo sfarzo. Meglio una donna che ti chiede solo il tuo spaghetto al cartoccio senza pompe magne. Sì, una succhiata agreste, secca come il buon sughino, senza ulteriori scontrini.

Meglio una campagnola di queste civettuole che esigono comodità a gogò, gioielli come Brigitte Bardot e orgasmi al bordò. Sì, non si accontentano mica del primo… che capita. Vogliono pure il secondo, il dessert e tutta la banana. E che cazzo.

Come dico io, meglio ridursi con un fisico a pera che far melina con queste teste di melone. Sì, il loro prosciutto è magro e di cosce vellutate si appaia appunto col melone. Eppure, una bella donna può anche avere una testa da minchiona ma io non sono il cocomero di nessuna. Andassero a leccare la polpa a chi si prenderà un granchio.

Ora, le mie gambe mi sgranchisco e ordino pollo al limone.

Altro che liquirizie e questi orifizi, altro che orefici per cui spendere un patrimonio solo per inanellare da fico una che fra moglie e marito mette appunto il dito ben condito…

Sì, ci sta, orefici, fico, fichi d’india e fighe marce. Non fa rima ma è la verità.

Però mi piace Silvia, anche Marzia, son spesso un asessuato di ascendenza marziana eppur per Mariana io lei sarei tutto l’anno nell’ano. Ci sta, si chiama eccezione che conferma la regola. Anche sempliciotta che vuol solo una genuina botta, senza altri cazzi vari e tradimenti inculanti da parte di quella che è, io vi dico, soltanto una mignotta.

Sì, sono poche le donne che stimo. Non stimo neanche la Madonna. Secondo me, è stata la prima responsabile di questi parti artificiali che generano, di geni malati, persone schizofreniche che si credono Cristo. Sì, lei fu inseminata da Dio nello spazio. E ne vennero le manie religiose. E manco Dio, che è Dio, venne. Quando dite che volete essere Dio, sappiate che non verrete. Peggio di Alien – La clonazione. Che, comunque, è un ottimo film. E può vantare una Sigournet Weaver e una Winona Ruyder pelate a zero eppure al top della topa loro forse rasata. Sì, potrebbero piacere molto queste fighe rasate e depilate a quello lì, Giuseppe Simone.

Adesso trovo il suo contatto e gli regalo il dvd. Per seghe spaziali, fantascientifiche. Bisogna far pure del bene, dare ancora pene. Ah ah.

Sono pochi anche gli uomini che stimo. Fra questi, come dissi poco tempo fa, vi è Kenneth Branagh.

Ma naturalmente la mia stima assoluta è rivolta innanzitutto a Martin Scorsese.

Sì, prima di guardare i suoi film, pulivo e disinfettavo la vasca col Vim Clorex per liberarla da ogni batterio, quindi in un batter d’occhio m’immergevo nell’acqua con tanto di bagnoschiuma super-neutro e mi detergevo tutte le palle, rinfrescandomele nello scroscio più massaggiante e turgido.

Finito il bagnetto, indossavo l’accappatoio di seta, o forse era d’organza di cotone liso, come De Niro di Casinò.

E, in religioso silenzio, mi sparavo i suoi film a tarda notte. Quando non volava neanche una mosca.  Anche se Silence l’ho visto al cinema con una vecchia che, seduta vicino a me, si scaccolò durante la proiezione e, alla vista dell’inquisitore, urlò: – Sei proprio un bel cinesino!

Le risposi: – Guardi che è giapponese.

– Ah, va bene lo stesso. Eschimesi, gemelli siamesi, cani pechinesi, circoncisi o russi, fruttivendoli o pesci lessi, sa, sono vecchia, si arriva a una certa età, non si va più per il sottile e si abiura! E voglio anche del burro! Forza, burini! Non me ne fotte più di nessuna morale. Che mi fottano tutti. Si fottano! M’inculino, mondo, vaffanculo!

 

La faranno santa?

No, non credo.

– Ah, lei non crede?

– No, non credo.

– Allora è ateo, miscredente! Si vergogni! Avete sentito? È un ateo! Amici, picchiatelo!

 

Partì una rissa e un pestaggio da Quei bravi ragazzi.

Ah, che film L’età dell’innocenza. Anche se non è sull’ingenuità e sulla tenerezza giovanile ma sui rapporti sociali alterati, adulterati dalla posizione sociale che avvelena anche l’amore più puro.

E ho detto tutto.intocc31 silence-04007 clo21-1al11-1

 

di Stefano Falotico

Stranger Things, Falotico intervista Cristian Maillet, uomo scrupoloso e sin troppo obiettivo, cinefilo carpenteriano, dotato di saggezza “permalosa”, viene così intervistato da Falotico lo “scontroso”.


29 Aug

960

1) Non ti è piaciuta molto questa serie. Come mai? Quali, secondo te, i punti più deboli?

L’ho vista solo una volta, quindi magari dovrei rivederla per parlarne molto nel dettaglio; diciamo che ha deluso le aspettative molto elevate che avevo, dopo aver letto grandi elogi da molte parti. Nel complesso il giudizio è positivo, ma non mi ha colpito in maniera particolare.

L’aspetto che mi ha deluso di più, nel complesso, è stata la mancanza di atmosfera, cosa che invece, a leggere commenti e recensioni, sembrava essere uno dei suoi punti di forza. Forse ho male interpretato l’intento degli autori ma, nonostante un utilizzo di citazioni senza dubbio pertinenti e anche numerose (dalle musiche ai videogiochi, ai giochi di ruolo, al cinema, sono tante), non ho captato l’essenza della periferia o comunque della società americana, vista per lo più da giovani e adolescenti come invece si respira nei film famosi dell’epoca che immagino siano stati un riferimento anche per questa serie, da “Goonies” a “Poltergeist”, da “Gremlins” a “Explorers” e così via.
I “nerd” si potranno anche entusiasmare o commuovere solo nel vedere una inquadratura del manuale di “Dungeons & Dragons – Expert”, ma a me non basta.

E inoltre non aiuta in questo l’estetica, che è molto più moderna. Se vuoi ricreare l’atmosfera di un’epoca e del relativo cinema, devi fare ad esempio come Tarantino e Rodriguez con i loro “Grindhouse”, o P.T. Anderson in “Vizio di Forma” e lavorare molto di più sullo stile della fotografia. Come ho scritto sul mio profilo Facebook, per buona parte della serie mi sembrava di vedere un X-Files fatto meglio, al punto che mi sono chiesto se i registi non venissero più dagli anni 90 che non da quelli 80.

Infine le musiche. Mi aspettavo un utilizzo un pochino più “importante” sia a livello diegetico che non. Ci sono anche bei pezzi, ma buttati un po’ lì. Aggiungono pochissimo e alla fine si notano più i Synth della soundtrack originale, ma anche quella mi è parsa molto più stile Nine Inch Nails che non Vangelis, tanto per citarne uno.

Diciamo nulla di brutto, solo cose belle un po’ fuori contesto.

 

2) Cosa avresti cambiato?

Mah, io parto dal presupposto, forse sbagliato, che in una produzione del genere nulla è improvvisato. Se le cose sono state fatte in questo modo, in buona parte era per ottenere un effetto che forse semplicemente non corrisponde a quello che io desideravo o mi aspettavo.

Ma la serie ha avuto ottimi riscontri di critica e pubblico, quindi hanno ragione gli autori.
A parte gli aspetti sopra citati, l’unica cosa sulla quale veramente avrei lavorato meglio sono i dialoghi e un po’ tutta la sceneggiatura e il ritmo dei primi episodi, che ho trovato davvero noiosetti e con i tempi un po’ troppo dilatati.

Se in questi casi il motivo potrebbe essere il voler ricreare un’atmosfera adeguatamente tesa e costruire dei personaggi convincenti con i quali entrare in empatia, purtroppo per quel che mi riguarda hanno fallito e la serie diventa veramente interessante solo quando arrivano le parti action e horror.

3) A dispetto della maggioranza, vai contro e la stronchi. Quindi non guarderai l’annunciata seconda stagione?

Ma no dai non l’ho stroncata e probabilmente la guarderò; senza dubbio aspetterò che sia completa perché aspettare una settimana per vedere un episodio non fa per me.

 

4) Salvi gli attori giovani? E del ritorno di Modine e della Ryder che ne pensi? Pensi, come anche gli ammiratori della serie hanno però sostenuto, che sia andata spesso sopra le righe col suo personaggio iper-melodrammatico?

La direzione e recitazione dei bambini e dei ragazzi è convincente, limitata però da situazioni e dialoghi abbastanza piatti e banali. Ritengo che una volta approvata la sceneggiature, non si potesse fare molto di più se non stravolgendola.

Modine si vede tutto sommato abbastanza poco, siamo quasi ai limiti del cameo.

Su Winona Ryder, che adoro sin dai tempi di “Beetlejuice”, sono ancora un po’ in dubbio. Anche io nel corso della serie l’ho reputata un po’ troppo sopra le righe, più che dispiacermi per lei a volte quasi mi infastidiva. Successivamente però ho riflettuto sul fatto che, nell’ottica di rendere il suo personaggio effettivamente folle, non credibile dalle autorità ed emarginata dalla comunità, calcare la mano ed esasperare i toni potesse in effetti essere plausibile. E poi sinceramente non ho mai perso un figlio che poi ricompare in casa sotto forma di presenza accendendo le luci per parlarmi, con successivo mostro (omaggio a Del Toro) che mi esce dalle mura. Forse darei un po’ di matto anche io.

 

5) Le serie televisive ti piacciono o preferisce un sano film cazzuto, senza brodi allungati?

Diciamo che non mi piacciono come mi pare di intuire piacciano alla maggior parte delle persone. Le migliori che ho visto recentemente non superano il livello di un “divertissement”, e le ho approcciate e terminate solo partendo da una base di amore per quel genere (“American Horror Story – Hotel” e “Ash vs Evil Dead”), ma tutte le altre che mi erano state ampiamente consigliate le ho abbandonate dopo 2-3 puntate.

Sono belle, sono realizzate molto meglio rispetto alla roba che facevano anche solo 10-15 anni fa, ma non fanno per me.
In generale le trovo abbastanza anonime. Io amo vedere lo stile di un regista, riconoscerlo film dopo film e seguirne magari anche i cambiamenti; non a caso comunque le serie TV che amo di più sono state dirette da Lynch e Von Trier. Pertanto preferisco senza dubbio un film, possibilmente al cinema. Come passatempo, comunque, c’è molto di peggio.

 

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Non fatevi ingannare dai film sentimentalmente cinici, siate cinici davvero e al posto del miele usate il male


13 Jul

Spring-steen in Chicago: il Boss, dopo un tour spos(s)ante, lascia Patti Scialfa e si trasferisce, da New York, a “Ci-cago di notte”, portandosi dietro, nel (tras)loc(ul)o, anche il water e le candeline dei suoi fan.

Seduto sul cesso, dopo aver lasciato la bionda cessissima, ispiratrice del suo “Tunnel of Love”, medita d’incontrare una “potta” scialba, malata incurabile delle sue canzoni. A Philadephia, s’imbatterà miracolosamente in lei, e se la sbatterà senza paura di contrarre alcun virus venereo. Saranno “focosi”, con lei sempre “I’m on Fire” per Nove settimane e il “mezzo” suo.

Finita la bott(an)a e via, Bruce piangerà l’inevitabile tragedia del suo s(ucc)esso, diluendo le lacrime nella fotografia primaverile d’un ispirato Robert Richardson che, giocando con l’ombra del mito che fu, trasforma policromaticamente il film in un esplosivo “Born to Run”. Dopo la fine, sarà “The Rising?”.

Paura d’amare

 

Paura d’odiare: un amabile cameriere, condannato ai servizi (a)sociali perché turlupinava le cas(s)e della salute mentale, parodiando i pazienti senza pazienza totoiani, viene castrato e non scatta la “chimica” con la donnaccia infermiera del reparto presso cui ora è in “culo”, no, scusate in cur(i)a. Timoroso della sua impotenza, perde a poco a porco, la sua voglia parca e va al parco a dar da mangiare docilmente gli “uccelli” altrui. Prendendolo in quel posto fra “viados” alberati e siringhe per “tirarlo” su.

Stanno tutti bene

Stanno tutti male: Dopo Tornatore rimbambito e Kirk Jones imbacuccato in De Niro “rattrappito”, un film onesto, crudo, senza miele che fa (d)an(n)i come un centravanti di sfondamento nel letto delle sue “tifose”. “Bomber” delle curve da ola, uno che dà in figa con foga senza fisico da foca, viene invidiato dai cornuti avversari battuti dai suoi colpi di testa e di “qualcos’altro” fra un corner e il pazzo sanissimo “piazzarlo” sotto l’incrocio dei peli delle calze a rete.

di Stefano Falotico, un uomo che non se lo piglia mai. E chi se lo piglierà?

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