Il grande o piccolo Cinema smentisce uno dei più infimi luoghi comuni. Cioè quello secondo cui due uomini non possano essere soltanto grandi amici pur frequentandosi assiduamente. Perché qualche malalingua potrebbe pensare male, alludendo ad altro. Ah ah. Basta, davvero. Basterebbero, infatti, questi film e queste coppie storiche per distruggere tali oscene chiacchiere da bar e queste retrive, tristissime, abiette dicerie figlie delle peggiori menti malate più bigotte.
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NOVELLA 2021: Gucci, il nuovo film di Ridley Scott senza De Niro ma con Irons, Matt Dillon con la Mastromichele, Dafoe con la Colagrande, io sto con dio, voi state con chi volete o in pace di Cristo
Sì, nel nuovo film di Ridley Scott, De Niro è stato rimpiazzato da Jeremy Irons.
Qui, ho espresso tutto. http://www.mulhollandlynch.com/?p=10865
Ho volutamente confuso il nome di Rodolfo Gucci con quello di Roberto…
Ce la vogliamo dire tutta? Gucci sarà un film piatto più del seno di Julianne Moore. Bellissima donna, “la” Julianne, per carità. Ma, a dircela tutta, io adoro Anne Parillaud. Sì, in Nikita, il suo seno non c’è. Ma ha le palle.
Piaciuta le freddura?
Gucci, un film platinato. Prevedo uno Scott più scotto di una pasta non al dente assaggiata da Checco Zalone
– Com’è la pasta?
– Uhm, è cotta.
Di mio, Cado dalle nubi e non amo la burrata con Dino Abbrescia.
Ora, non so che clima faccia a Brescia ma dalle mie parti fa caldo.
Quando mia madre assaggia il riso Scotti, guarda alla tv Gerry dal cognome identico. E soffre di celiachia.
Dunque, non può mangiare la pasta normale contenente glutine. Molte donne normali invece amano tutti i tipi di pasta. Soprattutto pasta condita con tale pianta. Vale a dire il pisum sativum…
E ho detto tutto.
Insomma, sarà uno Scott al minimo storico. Mentre Russell Crowe ne Il gladiatore fu al massimo, sì, al massimo fu Meridio. Al minimo fu nel film Tenderness nella parte di Cristofuoro.
Adesso, Russell ha più panza di Gérard Depardieu. L’interprete di Colombo Cristoforo in 1492 – La conquista del paradiso.
Depardieu, interprete anche della famosa pubblicità Passata Rustica CIRIO…
Il figlio di Sandra Milo si chiama Ciro, peraltro.
Di mio, ho origini meridionali e credo nel meridiano di Greenwich. Credo anche nel Grinch.
Per molto tempo, vissi da “matto” come Dillon Matt ne La casa di Jack. Con l’unica differenza che assassinai solo me stesso, praticandomi masochismo a mo’ dell’attore protagonista de Le onde del destino.
Sì, ora sto vivendo un Ritorno al futuro e vedrò che cosa mi riserverà il delfino…
Continuo spesso a navigare sott’acqua in mezzo agli umani squali, soprattutto squallidi. Mi metteranno forse in un delfinario. O più genericamente in un acquario. Non so se a Genova. Comunque, i testimoni di Geova non mi affogassero di angosce. Sotto Natale e Pasqua, stressano da matti… sembrano per l’appunto Dillon nel film succitato, con lui protagonista, di von Trier.
Sì, boccheggiai con le mie branchie, comunque. Non mi asservii mai alla legge del branco che desiderò la mia estinzione.
Non chiamai il Telefono Azzurro. Nemmeno il Numero Verde per denunciare i bullismi ma preferii optare per il WWF.
Sì, internarono tutti gli animali che tentarono di depredare la mia anima, soggiogandola alle loro porcate.
Sì, stettero per divorarmi vivo alla maniera di Sean Astin nella seconda stagione di Stranger Things.
Quando provarono a sbranarmi davvero, esattamente nell’attimo in cui attentarono alla mia purezza, esibii loro un sorriso da hobbit? No, da Sean Connery, ovvero James Bond.
Nel Cinema, ciò si definisce as colpo di cena. No, di scena.
Comunque, pare che John Cena sia stato con la mia pornoattrice preferita.
Insomma, per farla breve, rischiai di essere messo al tappeto come Rocky Balboa prima di scoprire il suo gancio sinistro. E i cattivi fecero la fine dei poliziotti contro John Rambo.
Ora, io non capisco tutta questa mitizzazione degli attori di Hollywood.
Sono persone normalissime.
Per esempio, uno dei più grandi attori viventi, ovvero Willem Dafoe… ecco, non sta con una modella di Instagram. Bensì con Giada Colagrande. Molte persone pensano che codesta sia sexy come Charlotte Gainsbourg di Antichrist.
Sono luoghi comuni. Molta gente, sedicente esperta di Cinema, crede che von Trier sia un genio.
Se citassi loro un film da me visto a Venezia, magnifico, ovvero Persécution del compianto (certamente non da molti) Patrice Chéreau, crederebbero che si tratti di una di quelle fiction RAI, a matrice “biblico-cattolica”, francesizzata per il mercato della massa nazional-popolare che adora fare l’esterofila elegante come Catherine Deneuve.
Ora, se vogliamo dircela tutta, ha ragione Paolo Mereghetti. Il quale assegnò una stelletta a Exodus.
Preferirò sempre Charlton Heston de I dieci comandamenti a un Christian Bale povero cristiano in tale film di Scott, brutto in modo diabolico.
Comunque, l’interprete di Rusty il selvaggio sta con una mezza scugnizza da Ragazze della 56.a strada.
Sì, l’avrà raccattata in Via Molino di Pescarola, vicino casa mia.
Ma chi sarebbe tale Roberta Mastromichele?
E ne vogliamo parlare di Silvia Notargiacomo? Pare che la sua data di nascita sia imprecisata. È almeno a. c. o dovremmo adottarle una “locuzione” latina da Ponzio Pilato? Sì, è una Maddalena, mettetela in croce.
Insomma, reciterei meglio di un attore hollywoodiano la pubblicità dei pelati… Yul Brinner docet.
Ma come mai tale Silvia, non quella di Leopardi, lavora a R 101? Forse perché non aveva bisogno di rinnovare la patente. Le bastò andare con Ermal Meta.
Io invece mi recai all’ACI. Sono rimasto acido.
Che poi… anche questa Storia romana, no, greca, no, poetica secondo cui il Leopardi amò platonicamente Silvia, non è vera. Diciamo che Leopardi amò solo Ranieri. Mentre Luca Zingaretti ha poco da poetizzare con Luisa Ranieri.
Chi sono io, invece?
Non lo so.
Vi voglio, prima di congedarmi, raccontare una novella:
– Sai, amico, debbo confidarmi. In passato, meditai spesso al suicidio.
– All’omicidio, no?
– No, mi avrebbero condannato alla sedia elettrica.
– Lei ha ancora questi brutti pensieri?
– No. Sa perché?
– No, non lo so. Mi spieghi, se vuole.
– Sì, le spiego. Sono in Paradiso.
– Cioè? Non capisco. Sia meno ermetico e non faccia le battute.
– Non è vero che se una persona si uccide, ecco, non otterrà la salvazione.
– Continuo a non capire.
– Bene, le sarò lapidario. No, esaustivo. Se avessi continuato a vivere come una persona mortale, sarei morto. Dunque, ammazzai me stesso per ascendere.
– Uh, è la stessa cosa che ha fatto Dante Alighieri. Ha elevato la coscienza.
– Esatto.
– Ha ragione. Lei, signore, eleva solo quella?
– Sì, ma non con lei.
– Che vuole dire?
– Ho gusti sessuali diversi. Inoltre, lei assomiglia all’angelo più bello del Paradiso suo che fu.
– Che vorrebbe dire?
– Quest’angelo, sa, è cornuto. Conosce il suo nome?
– Chi è? Chi sarebbe mai? De Niro di Angel Heart?
– Bravo. Ma io non sono Mickey Rourke. Nemmeno di Rumble Fish.
Piaciuta, amici, la novella?
Chi ha orecchie per intendere, intenda. Chi non ha orecchie per intendere, non ha occhi nemmeno per guardarla senza ipocrisie.
Ebbene, questo Covid-19 ha insegnato a noi umani che, per risorgere, dobbiamo soffrire, in quarantena, come Willem Dafoe ne L’ultima tentazione di Cristo?
No, ci ha insegnato che chi comanda e ha potere è dio, noi al massimo siamo Mosè.
Non credete che sia ora di nuove leggi?
Sì, spesso credo di essere dio. Cioè Nicolas Cage di Con Air.
A dircela tutta, Con Air è un film blockbuster piuttosto stupido. Ma la canzone è bella. Non solo quella…
di Stefano Falotico
Abel Ferrara, Chris Walken e Willem Dafoe, cioè praticamente me incarnato, scarnificato nella Trinità degli dei
Mah, di mio, ho sempre preferito le periferie fatiscenti, degradate e fetenti della New York spettrale, cupa e onirica, lisergica, malandata e sporca, ipnoticamente ammaliante nella sua schifezza trasudante sudiciume di uomini devastati e di donne strafatte, al Cinema lezioso e perfettino di Woody Allen.
Comunque, Woody Allen fu ed è meno nevrotico di me. E ho detto tutto…
Sì, Woody Allen è un genio ma io non abiterei mai a Manhattan. È il sogno di chiunque stazionare in un iper-accessoriato super appartamento del quartiere residenziale più chic della Big Apple.
Però se, dopo aver risparmiato un patrimonio, se dopo non essere usciti mai di casa, non spendendo soldi per circa vent’anni al fine di accumulare ulteriore danaro necessario per cambiare vita e trasferirvi, per l’appunto, nella città più demograficamente populous degli States, cioè, che ve lo dico a fare, la metropoli ove abitò il macellaio Daniel Day-Lewis di quella mezza cagata sopravvalutata di Martin Scorsese con un Leo DiCaprio appesantito e una Cameron Diaz puttana sino al midollo spinale, ladra di tutti i gioielli, metaforicamente e non, se dopo essere stati salvati dalle grinfie di un pappone come Harvey Keitel di Taxi Driver, vi eleverete dal porcile di massa e vorrete/voleste fare gli altolocati come Jodie Foster… di Panic Room, sì, semmai incontrerete pure tre mariuoli certamente imbranati, altresì rompiballe, che cazzo farete? Ma dove cazzo pensate di andare?
Tornerete a Napoli e affitterete un monolocale nei quartieri spagnoli ove vi deruberanno anche di una brasiliana dai facilissimi costumi, espatriata da Rio de Janeiro nel capoluogo che fu peraltro la patria di Diego Armando Maradona, argentino non proprio nell’anima doratissimo, però coi denti placcati oro grazie ai soldi elargitigli dal drogato Ferlaino, sì, “noleggerete” una baldracca da quattro soldi raccattata sotto il Vesuvio dei vostri bollenti, magmatici spiriti con cui v’illudeste di giocare almeno di spagnola dopo aver gustato una zuppa inglese, uno zabaione come dessert dopo essere arrivati totalmente alla frutta, per di più scaduta, alla pizzeria gestita da Nino e Gaetano, chiamata Salutami a Sorrata?
Tanto vale che rimanete nella vostra casa ficcata in culo al mondo. Non fatevi venire strane idee, miei ragazzi puri, pure come Riz Ahmed di The Night Of.
So che, per l’appunto, la mela del peccato vi tira e volete leccarla tutta. Ma vorranno fottervi, incriminandovi di omicidio e stupro soltanto perché finalmente anche la povera disgraziata che ve la offrì ignuda e bagnata, eh già, morì ammazzata in una notte kafkiana da Fuori orario. Saranno cazzi molto amari, fidatevi.
Eh sì, che rottura di palle, miei amici buoni alla Griffin Dunne. Grissin Bon! Io, per esempio, avrei lasciato stare perdere subito quella Rosanna Arquette. Insomma, fu la co-interprete di Cercasi Susan disperatamente.
Lo so, voi, uomini morti di f… a, cercate invece disperatamente solo delle susine. Ma neppure da Susanna, quella donna palindroma che svende le banane al mercato, riuscirete a ottenere una gratuita limonata.
Veramente. Io vi ficcherei immediatamente dentro New Rose Hotel. Assieme a quei tre matti sconsacrati! Porco Giuda!
Per piacere. Non smadonnate come la Louise Ciccone di Occhi di serpente.
Sì, scegliete invece una vita bergmaniana alla Settembre e Interiors di Allen.
Ma che cazzo vi salta per la testa? Guardatevi, ragazze. Siate oggettive. Non siete mica fighe come Diane Keaton de Il dormiglione. Continuate pur a dormire sogni tranquilli. Tanto, Javier Bardem di Vicky Cristina Barcelona lo vedrete col binocolo.
E non dite che siete lesbiche come Jodie Foster, tanto non ci crede nessuno. Soprattutto nessuna. Le vostre amiche sono più brutte di voi.
Diciamocela! Dovete dirvela tutta. Anche perché non potete darla a nessuno/a. Siete più racchie di Lily Taylor di The Addiction.
Eh sì, farete la fortuna di tutti gli psichiatri del mondo. Ché, coi soldi che darete loro, illudendovi che potranno curarvi dalla vostra schizofrenia amante soltanto dei vampiri di Twilight, v’inculeranno a sangue, succhiandovi tutto il portafogli, altroché. Infilandovi depot inibenti la vostra rimanente, oserei dire già smunta libido.
Ah, non avrete molte scelte. Penserete di essere, per l’appunto, la Vergine di Mary.
Suvvia. Juliette Binoche che crede di essere la madre di Cristo, dai, fa veramente bestemmiare.
Credo che Juliette, dopo aver assaggiato Day-Lewis, sì, stavolta de L’insostenibile leggerezza dell’essere, se prima di ciò, pensò di farsi monaca di clausura o di Monza, poi divenne anche fan de Il cattivo tenente.
Annamo bene… cazzo. E qui faccio il Ninetto Davoli di Pasolini.
Sì, la Binoche è una prostituta di classe. Cosmopolis docet.
Asia Argento, invece, malgrado sia stata per anni con quel magnaccia di Morgan, non è una puttana.
Pazza, però, sì. Ah ah. Come attrice è una cagna ma credo comunque che possa essere curata da Christopher Walken di King of New York, un lupo della notte che, al min. 0:52 di questo trailer, bacia certamente meglio di Asia stessa di Go Go Tales.
Mah, un mio ex amico pensa che io sia L’angelo della vendetta.
Di mio, penso che il gelato al cioccolato misto al gusto di stracciatella, ingurgitato alle quattro di notte, valga molto di più di 4:44 Last Day on Earth.
Non so come sia questo film. Mi manca. Dopo la leccata al gelatino, mi sparerò alle 5 e 03 di mattina davvero questo filmettino.
Poi, alle prime luci dell’alba, come un Nosferatu Walken, ballerò sul terrazzo. Prendetemi pure per pazzo ma questa vita, fidatevi, va pigliata come viene…
È inutile che pensiate a come sarà il vostro futuro.
Ah, come potrà essere? Ve lo domandate pure? Allora siete più scemi di me.
Siamo tutti fottuti. Chi più chi meno. Quindi, finitela di menarvela.
Non siete Abel Ferrara né Woody Allen.
Non siete un cazzo.
Non si cazzeggia, qui.
di Stefano Falotico
Scritti corsari pasoliniani
Per un mondo ove a vincere sia sempre la fantasia, la bellezza della poesia e la venustà delle liriche oniriche, un Falò abbatterà ogni nazifascista col solo potere del suo carisma un po’ da menefreghista, da nullista e da romantico antileghista
Riferendomi a FilmTv.it, qui.
Affermai che i miei scritti qui, al di fuori delle recensioni quasi quotidiane, io avrei ficcato di lunedì. Ma preferii non inflazionarmi e aspettare martedì. Poiché mi prese un cosiddetto venerdì.
Sì, il messaggio di fratellanza e amore puro e perpetuo di Pasolini fu mostruosamente equivocato, non perpetuato e Pier Paolo fu scandalosamente trucidato.
Oppure, troppo fu compreso e, non potendolo nessuno lui sedare con delle compresse castranti la sua trasgressiva forza libertaria, non riuscendo più a inibire la sua innata joie de vivre da lui taciuta dietro una perenne malinconia di facciata da uomo, fuori dalle situazioni pubbliche, spesso volutamente taciturno, i potenti complottarono per farlo precocemente morire, falciandolo. Oscurando quindi il tristissimo complotto perpetratogli da farabutti. Insabbiando il misfatto in maniera oscura.
Pasolini, uomo dalle mille ombre, ombroso ma anche radioso, amante del Calcio inteso come sport di squadra e non come competitivo giuoco d’interessi miliardari. Spesso antisportivi, giocati contro ogni fair play.
L’esercitazione del potere, esercitata non solo fra i gerarchi e i militari, ancora purtroppo milita in questa società, silente e omertosa, che vuol ardere chi, obiettando di coscienza, ha il coraggio di opporre un imperioso no a ogni forma di prevaricazione e violenza, psicologica e non. Poiché spesso il sistema soltanto irreggimenta, sebbene non possiamo generalizzare, le anime considerate diverse. Tacciandole come sceme e tacendole, oppure scremandole, in modo squallidamente corretto politicamente, fra chi lavora alla ferramenta e chi, avendo ottenuto privilegi maggiori, si crede caporale che detta regole arbitrarie delle peggiori con giochetti assai scorretti da malfattori.
Altro che sergenti istruttori.
Spesso infatti decidono i più ignorantoni distruttivi come il dottor Balanzone in merito ai destini di chi vuole continuare a nuotare liberamente puro come un delfino che fluttua senz’affoganti, soprattutto affossanti e asfissianti, direttive redatte da chi si crede sano ma, invero, non saprebbe riconoscere neanche un santo.
Andando a dire semmai che San Francesco era solo un vizioso perfino lurido e lussurioso. Un figlio pericoloso, stando alle folli teorie del Lombroso.
Ah, gente da Lambrusco. A Bologna, direbbero, monnezze viventi da gettare nel rusco. Gente con la puzza sotto il naso, maleodorante e losca che, invecchiando, nient’affatto migliora come il buon vino stagionato. Anzi, si fa crescere solo la panza e sviluppa maggiore supponenza arrogante.
Nel 1975, nello stesso anno in cui morì, Pasolini scrisse ma non pubblicò gli Scritti corsari. Fu da tempo già scambiato per pazzo ma qui io voglio estrapolarvi solo un suo pezzo:
«Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero. Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili, imparerebbe che questo Paese speciale nel vivere alla grande, ma con le pezze al culo, che i suoi vizi sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale».
È sempre dei suoi presunti vantaggi, per me solamente untuosi, eccome, se un cattivo direttore di una capziosa istituzione fa l’untore e se la tira pure da saccente professore terribile nel credersi l’unico dotato di buona (d)istruzione. Dettando, non solo di dettati ai suoi studenti da lui demagogicamente ammaestrati e maltrattati da bestie da soma(ri) attraverso rigidi dettami conservatori, degli inutili precetti atti solamente a mantenere l’inattuabile integrità, non più morale, di uno status quo da quaquaraquà per non scombussolare un fascistico (dis)ordine pericolosamente meritocratico da dittatore/i, facendo il bello e il cattivo tempo perfino sulle giovinezze più belle. Tarpando loro lei ali poiché sanamente ribelli nel loro essere stupendamente vere e autentiche, scevre dai giochini, per l’appunto, di potere di chi sta in alto e, oltre a tre ville al mare, detiene pure tanti poderi. Ma non sa volare…
Che situazione desolante, demoralizzante, moralistica e fascistica.
Sì, molti giovani, apparentemente non adatti al nazismo tutt’oggi imperante, saranno demoralizzati affinché si prostituiscano, il prima possibile, al primo lavoretto che passa/i il convento. Poiché i potenti dicono loro che sarebbe troppo bello credere nei propri sogni e fare gli artisti. I potenti stanno in cattedra sullo sgabello e fanno dunque gli sgambetti a chi è troppo in gamba. Ah, questa è proprio bella, ah ah.
Nel libro Lettere luterane, Pasolini scrisse le testuali parole già lapidarie e quasi testamentali:
siamo stanchi di diventare giovani seri, o contenti per forza, o criminali, o nevrotici: vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare. Non vogliamo essere subito già così sicuri. Non vogliamo essere subito già così senza sogni…
Gli artisti furono di buon occhio mai visti. E sempre si diedero loro patenti di finocchi, di Pinocchio e di figli di ‘ntrocchia. Per spaccare loro le ginocchia e impiegarli a livello comunale o statalmente a un’esistenza da frust(r)ati. Allora ben vengano i gran pagliacci che allieteranno, con far beffardo, il porcile… no, il cortile di chi manco sa decentemente leggere e scrivere ma ebbe l’ardire, per l’appunto, di volerli ardere e troppo presto adattare al troiaio collettivo. Esistono ancora persone combattive capaci, come Alex Del Piero detto il Pinturicchio servito da Gilardino, di disegnare una parabola maestosa imprendibile.
Che semifinale mondiale!
Ogni nazista nell’animo, non solo tedesco, va ora giù e non ce la fa più, coi ricatti sulla “ricotta” e i suoi modi stronzi, a mangiare anche solo un tiramisù senza che non gli vada storto. Dai, su.
Lui odiò gli “storti” ma dovrebbe rivedere il suo cervello, non solo quello, osservandosi allo specchio e prendendo consapevolezza della sua malattia, cioè di essere uno storpio. Nel cervello, certamente, ma io credo soprattutto in quello, eh sì, cari fringuelli, prima o poi (ri)nasce chi non è da Qualcuno volò sul nido del cuculo ma fu preso pel cul’ in quanto ancora sempre credette, crede e anche nell’aldilà crederà che la vita e anche qualcos’altro non sia giocarsela da leccaculi.
Leccate un gelato e buonanotte.
Come disse Pasolini, ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere in modo sleale…
Su Facebook e altrove, da molti non vengono graditi i miei modi clowneschi e mi si dice che io sia una persona seria e piacevole quando parlo come un trombone. Invece, è proprio quando sono un po’ come tutti dai trent’anni in su, eh già, cioè composto e a modo, quando fingo di aver messo la testa a posto, quando capisco, certo, come si sta sulla faccia della Terra, oh sì, che mi sento profondamente infelice.
L’altra sera, mi ricontattò su FB una ragazza. Le mostrai un mio recentissimo video, a detta di molti assai poetico, ma lei mi scrisse di esserne rimasta disgustata poiché denudai il nostro intimo, trascorso rapporto, non rispettando la sua riservatezza.
Viviamo ancora nelle proprietà private?
Ora, se il suo ricontattarmi fu un tentativo di riavvicinamento tardivo, mi spiacque deluderla, freddandola con una rievocazione romantica ma impietosa del tempo nostro che è oramai finito.
Forse si aspettò una mia nuova dichiarazione d’amore commovente. Invece, rimase basita dinanzi alla mia immutabilità impressionante, dicendomi che non sono, nonostante lo schifo successomi, cambiato per niente.
Sperò probabilmente che io, nel frattempo, mi fossi imborghesito e intristito come lei.
E forse apposta lasciò che si calmassero dentro di me le acque, attendendo il momento giusto per rifarsi viva.
Ma dinanzi a lei, sebbene dietro uno schermo, non incontrò un ragazzo cambiato e cresciuto.
Trovò la solita testa di c…
Poiché, ripeto, nessuna violenza e nessuna compressa potrà mai fermare la mia inquietudine esistenziale. A costo che io ancora non venga compreso.
Se a voi piace sottomettervi alle regole farisee per due mi piace in più, prego, accomodatevi.
Tolgo il disturbo ma continuerò, anche accomiatandomi, anche fingendo di calmarmi, a disturbare chi vorrà imporre la sua (im)posizione da capotavola.
Perché io sono questo e non ho intenzione di diventare una povera merda col sorriso a trentadue denti e il fisico sempre perfetto.
Preferirò essere un miserabile piuttosto che uno con la bile per tutti i giorni feriali e il sorriso falso e meschino nel giorno festivo in cui, dopo tanti festini, vi azzardate pure a inginocchiarvi, sputando in faccia a Cristo e non avendo alcuna dignità di voi stessi.
Come d’altronde sostenne il grande Ryan Gosling: Only God Forgives.
E sono ancora troppo giovane per aver finto di avere perdonato.
Chi fu capace soltanto a premeditare una tale mostruosità dovrebbe solamente vergognarsi e farla finita.
Dal Pasolini di Abel Ferrara:
– Fammi tornare alla mia domanda iniziale. Tu, magicamente, cancelli tutto. La scuola dell’obbligo, i funzionari eletti, la stessa televisione. E che cosa ti resta?
– TUTTO. A me resta tutto. Me stesso, essere vivo, essere vivo nel mondo, vedere, lavorare, capire. I miei libri…
di Stefano Falotico
MOTHERLESS BROOKLYN di e con Edward Norton – TRAILER REACTION: guardate che charisma jokeriano, brandiano, oserei dire deniriano, deppiano, appunto nortoniano
Sì, si nota che sono particolarmente in forma?
Abbastanza, no?
Il prossimo 13 Settembre compirò quarant’anni. Ma dove?
Ho un viso diabolicamente angelico, sì, non ho età.
Per anni, a causa della superficialità altrui, fui scambiato per un ragazzo semplice, cioè elementare.
Molti invece, oggi come oggi, sono convinti che io sia un personaggio non solo monumentale, bensì elementale.
Sì, la mia vita è stata talmente assurda, rocambolesca, grottesca, imprevedibile e inaspettata che nessuno si riesce a spiegare come sia possibile che io possegga un viso così delicato, un viso che induce a lievi baci e poi a un crescendo rossiniano di amori vigorosi e irrefrenabili.
Sì, so che molti di voi sono invidiosi e mi addebitano patologie mentali abbruttenti e invalidanti come la sindrome di Tourette della quale soffre Norton in questo film.
Ma vi va sempre male.
Io assolvo ogni vostra malignità, volando nell’aldilà. Soprattutto amando un’altra ragazza al settimo cielo con estrema qualità e in particolar modo in quantità.
Sì, sono insaziabile. Le ragazze devono chiedermi di fermarmi perché altrimenti finirebbero al reparto di rianimazione. Da non confondere con l’animazione.
Sì, sono conigliesco come Roger Rabbit per ogni Jessica in carne e ossa di puro, potentissimo live action.
Sì, malgrado le batoste devastanti, la malinconia iper-pesante, i miei trascorsi disagi inauditi e sesquipedali, riesco a conservare un carisma pari a quello di Johnny Depp, di Joaquin Phoenxi, di Robert De Niro, di Marlon Brando, di Al Pacino e, appunto, di Edward Norton.
Sta succedendo il finimondo.
Su Instagram, ho delle fan giovanissime. Mi chiedono d’incontrarle ma, se le incontrassi e accadesse quello che sapete, i loro padri mi verrebbero a cercare anche in capo al mondo.
Nel frattempo, in queste giornate super frenetiche, sembro Ray Liotta nel pre-finale di Quei bravi ragazzi.
Tutto sudato, devo districarmi fra mille impegni. Sì, mia madre s’è assentata e devo prepararmi da solo le polpette al sugo, dieci amici su Facebook mi chiedono dei favori, un altro mi chiede una recensione, l’albergo presso cui ho prenotato per il Festival di Venezia mi bombarda di messaggi su WhatsApp, chiedendomi continuamente a che ora arriverò.
– Le ho detto il 27.
– Falotico, sì. Ma il 27 quando? A che ora, a che minuto? Di mattina o nel pomeriggio?
– Forse il pomeriggio. Anzi no, prima di mezzogiorno.
– A chi devo chiedere, scusi? Il 27 è martedì, mancano pochissimi giorni.
– Sì, ma devo anche andare a ritirare l’accredito stampa al Palazzo del Casinò. Mi hanno comunicato gli orari in cui posso ritirarlo. Ma sa com’è. Ci sarà una fila pazzesca. Se riesco a sbrigarmi, le ripeto, entro mezzogiorno. Però, devo anche pranzare.
Facciamo alle 14. Anzi, no. Non lo so. Le faccio sapere domani.
Che casino!
Per fortuna, il mio talento e la mia calma olimpica, come no, da Ed Norton… mi mantengono sempre al top.
Lo sapevate? L’avreste mai detto? Edward Norton è laureato in Storia e Cultura Orientale.
Sì, è un filosofo zen. Come me.
Come no?
Un mio amico del cazzo cerca però di demoralizzarmi:
– Stefano, tu ti fai troppi film, sai?
– Tu invece non ti fai né troppi film né qualcos’altro.
Previsioni Oscar 2020 Best Actor, sì, avete letto bene, vincerà l’interprete di Re per una notte
Se non volete divertirvi coi miei calembour e giochi lessicali, passate al capitolo 2.
Quando il sottoscritto comprese le ipocrisie del mondo e partì come una furia, una lince
Chiariamoci molto bene. Se qualcuno mi ha scambiato per Leo DiCaprio di The Aviator, è meglio che si ammutolisca subito. L’unico disturbato ossessivo-compulsivo è lui che ripete sempre le stesse cose, un profluvio stancante di frasi fatte, di stereotipie, di una visione limitatissima, angusta e angustiante, della vita. E non sa volare se non nella fantasia più illusa.
Perché io assomiglio molto di più a Colin Farrell di Miami Vice. Futurista, talmente veloce da essere iper-nevrotico. Mi son talmente velocizzato che l’ascensore del mio appartamento, quando compie il tragitto da piano terra al quarto, cioè quello in cui abito, mi pare che impieghi mezz’ora e invece impiega 30 secondi. È lentissimo. E io non ho più da tempo da perdere con quelli che stanno nello scantinato.
Una corsa contro il tempo, una dinamitarda velocità recettiva mai vista. Un’elevazione pazzesca. Che se ne frega totalmente degli schemi, delle sovrastrutture e delle etichette.
La dignità non è un lavoro da quattro soldi da avere affinché l’altro, ingannato dalla nostra finta rispettabilità, possa stimarci.
Come Superman, tu sei a pagina due e io ho già finito altri due libri. E non m’importa se tu guadagni diecimila Euro, facendo semmai lo psichiatra che non ha mai visto un film di Carpenter.
Sì, che stanchezza questi uomini di Sinistra. Da Festa dell’Unità con la porchetta in bocca, i loro spettacolini teatrali da asilo nido, anzi, da ospizio. Per farsi compiacere da veltroniani già andati.
Via, il mondo va svecchiato. La loro filosofia ha reso soltanto i giovani tristi e depressi.
E quelli di Destra? Cattivi, sembrano Michael Ironside di Scanners. Vogliono sempre fare il lavaggio del cervello a chi non la pensa come loro. E vogliono comandare in maniera dittatoriale. Per essere i dominatori.
Io non sono plagiabile.
Ieri sera, ad esempio, ho finito di vedere Il nome della rosa con John Turturro. Oh, già l’avevo detto nella mia recensione. Parafrasando Nanni Moretti, ma sai che non è male affatto?
Sarà mica un caso che Turturro ha lavorato con Nanni? Oh, John è un grande. No, non ha il carisma di Sean Connery, è un mezzo cesso d’uomo. Ma è bravo, cazzo è bravo. Guardatelo anche in The Night Of e ne riparliamo poi.
Alla fin fine, Giacomo Battiato non ha fatto un brutto lavoro. Consideriamo che è una fiction e, tutto sommato, deve aderire ai canoni RAI. Oh, perlomeno, se proprio dobbiamo pagare questo canone, almeno che ci abbiano messo lo streaming su Ray Play. Ché di guardare varietà con scosciate di sceme e programmi sui cuochi, no, cocchi, mi son rotto da un pezzo.
Siamo chiari. Antonella Clerici? Ma ha un seno pazzesco questa qua, è debordante. Ma non sono il tipo da Antonella Clerici. Quando, dopo averlo fatto, sono a casa con lei, di cosa le dovrei parlare? Se il barattolo di pomodoro costa 3 Euro e invece i fagioli ieri venivano a 2?
A proposito, i vostri fagioli vengono? Mah. Ah sì? Meglio così.
Ecco, chi pensa che io viva nel mondo delle nuvole, mi sa che farà la fine di questi falsi monaci dell’abbazia. Una congrega di malati di mente, di untori, di loschi figuri abbastanza putridi come Bentivoglio. Di spioni, di pettegoli.
Sì, davanti ti dicono… quanto bene ti voglio e poi sperano che tu, demoralizzato, perda ogni voglia.
Siamo pieni di moralisti invidiosi. Fa bene Adso. S’innamora della “selvaggia” del villaggio e se ne frega dell’abito che fa il monaco.
Ecco, vorrei indurvi al sorriso. Voi, sì, incellofanati in vite che si professano allegre ma, invero, so che sono tristemente soltanto accasciate a una finta ironia di facciata ove, sfacciati e appariscenti, esibite le vostre sensualità, comunque discutibili, affinché il prossimo di voi possa ammirare la vostra più sciocca, frivola apparenza.
Oggi, ad esempio, di punto in bianco, mentre stavo mettendo a posto la mia recensione di Scanners, un mio conoscente è “saltato” in chat, con far da esaltato. Parlandomi delle sue serate salate e del suo salame.
– Ehi, amico. Ora ti dico questa. Venerdì scorso… ah, che roba. Ho conosciuto una di San Marino ed è stata una nottata da favola.
Al che, con aplomb mio proverbiale, continuando a fumarmi una sigaretta scacciapensieri, a mo’ di Clint Eastwood di Per qualche dollaro in più, gli ho risposto in maniera freddamente simpatica e al contempo un po’ sanamente menefreghista:
– Bravo… E a me sinceramente cosa potrebbe fregarmene?
– Be’, posso vantarmi di questa sc… a sesquipedale, no?
– Certo. Vai allo specchio, adesso, guardati attentamente e vedrai il tuo sorriso a trentadue denti, no, scusa, a 29, te ne hanno cavati tre cariati marci, che si compiace del suo piacersi. Ah, che bellezza, eh?
Ma per piacere! Son contento per te ma qui ho da fare cose serie, oggi. Delle tue avventure erotiche, non so se intrepide o tiepide, sono c… i che riguardano te e le tue amanti del c… o.
Dunque, se permetti, ora mi congelo, mi congedo. Me lo concedi?
– Certo. Ci sentiamo un’altra volta. A risentirci. Poi ti aggiornerò.
– Non ci aggiorneremo proprio su niente. Ti ho detto che dei tuoi memoriali erotici, non so se eroici, non può sbattermene assolutamente. Chiara l’antifona o devo chiamare l’Amplifon?
Sì, la vita sociale, anche quando solo virtualmente complice di esperienze toste, non è che abbia mai attirato molto il mio interesse.
La gente parla, favella, ci racconta delle sue fiabe, delle fate, delle fatalone, dei loro complessi fetidi e fetali ma, onestamente, possiamo dircela? A me che ne viene?
Non viene proprio nulla. Tutti alla ricerca di soldi e sesso. Sono venali, veniali. Questi si sventrano, si svenano, si svendono e poi donano pure il sangue a quelli che hanno appena avuto un’emorragia cerebrale.
A voi pare normale tutto questo? Questi sono davvero, più che scopati e accoppiati, dalle loro turbolenze gastrointestinali, turbati, accoppati e nella testa scoppiati.
Sì, col tempo ho capito che ogni inc… a passata non era attribuibile a una mia inferiorità o infermità, bensì a una marcata superiorità. Come Stephen Lack. Vi ho già spiegato questo.
Il gigante, in mezzo ai nani, diventa lui il nano e viceversa. E in questo bordello totale nessuno ci capisce un c… o. Nemmeno io. Ah ah.
Insomma, è un mondo di falsità, di verità capovolte, di gente che andava premiata e invece è finita cassa-integrata.
Così come agli Oscar.
Vince Rami Malek e avrebbe dovuto vincere Christian Bale. Ha vinto Olivia Colman e Glenn Close, dopo sette candidature, è rimasta ancora a mani vuote. È il colmo!
Ne abbiamo colme… avete capito.
Io non sono uno scanner e non sono veggente. Mi piacerebbe esserlo.
Gli Oscar sono un giochetto, un magheggio, un marchingegno di calcoli statistici, d’an(n)ate fortunate, di colpi di culo bestiali.
Avreste mai pensato, sino a dieci anni fa, che McConaughey avrebbe vinto la statuetta?
E avreste mai pensato, allo stesso modo, che ora avrebbe interpretato un film di Harmony Korine? Be’, regista carino? Insomma. Provocatorio? Ma de che? I suoi film non sono né carne né pesce e McConaughey non è Big Lebowski. Quindi, cestinate subito quest’immondizia e chiamate il netturbino.
Allora. O la provocazione si fa con eleganza alla Luis Buñuel oppure il signor Korine è meglio che la finisca con le sue trasgressioni d’accatto e si sposi Antonella Clerici. Che gli preparerà qualcosa della Bonduelle. E, il mattino dopo, gli darà un Buondì Motta.
Gli Oscar sono fasulli ma se tu, ipocrita, dici che, se vincessi la statuetta, te ne fregheresti, ti mettiamo in compagnia di Pinocchio
Ora, facciamo i seri. Quali sono gli attori che, almeno sulla carta, potranno essere con tutta probabilità candidati come Migliori Attori ai prossimi Oscar, appunto?
Dunque, prendete carta, penna, calamai, miei Calimeri, non leggete Camilleri e non mangiate, quest’estate, troppi cocomeri. Non fate con le ragazze i merli e non date a me del nero, sennò vi faccio ascoltare all’infinito Mahmood, vincitore di Sanremo. Il mio non è razzismo, ci mancherebbe, ma questa canzone fa veramente schifo. L’hanno premiata tanto per dire… sì, così diranno che non siamo razzisti ma che cattivi intenditori di musica. Non è un grosso problema, pensate che gli U2 ancora guadagnano miliardi. E ho detto tutto.
Partiamo dai soliti noti.
Ancora lui, Christian Bale per Ford v. Ferrari.
Brad Pitt per Ad Astra e Once Upon a Time in Hollywood.
Leonardo DiCaprio per Once Upon a Time in Hollywood.
Gary Oldman per The Laundromat e The Woman in the Window (fra parentesi, appunto, dopo l’Oscar è partito in quinta e quest’anno esce con 6, ho detto 6, film!).
Tom Hanks per A Beautiful Day in the Neighborhood.
Willem Dafoe per The Last Thing He Wanted.
Edward Norton per Motherless Brooklyn.
Ce ne sarebbero altri da citare ma mi fermo qui.
Ovviamente, voi sapete per chi io tifi? Nevvero? Non l’ho messo nell’elenco. Ma, conoscendomi, non ci vuole Einstein per fare due più due e arrivare a Frank Sheeran. O no? Basta, date questo terzo Oscar al Bob e vergognatevi ché manco lo candidaste per C’era una volta in America. Dico, son porcate che si fanno? Ma guarda un Bob, no, un po’.
Ve lo dice il Genius-Pop. Ohibò! Ora, vediamo gli annunci di lavori sul giornale Il Bò. Boh, nulla di attizzante. Vedo solo annunci di massaggiatrici e stiratrici. No, questo puttanaio non fa a casa mia, no, al caso mio.
E io tiferò per Bob.
E sapete perché?
Christian Bale? Trasformista strepitoso, Leo DiCaprio? Sì, ottimo. Pitt? Troppo bello. Ah ah. Gary Oldman. Ha vinto un anno e mezzo fa. Stia calmo, ora. Edward Norton. Mah, sì, potrebbe starci. Ma non vincerà.
Willem Dafoe. Ma sì, nessuno lo ha mai cagato. Ci potrebbe stare questa sua ultima tentazione da povero cristo.
Eppure quante stronzate mi hai girato, Bob.
Però, se vogliamo essere proprio sinceri, mi guardo attorno e Travis Bickle non ne vedo. Tu sei il solo. The Greatest Actor of All Time.
Aveva ragione il suo amico Harvey Keitel quando alla domanda: – Perché secondo lei Robert De Niro è il più grande?
– Ah, c’è pure da spiegarlo? Vede, Bob non è più bravo degli altri. Ma quando appare lui, chissà perché, i film acquistano qualcosa di magico. Qualcosa d’irripetibile, immenso. Gli altri non sono capaci di questa magia.
È per questo che lui è il più grande. Quando parliamo di Bob, non parliamo più di un attore, parliamo di qualcosa di favoloso che gli adulti raccontano ai bambini, come nelle più fantastiche storie leggendarie.
Bob è l’incarnazione di un poema di Omero. Qualcosa che non sai se è mito, realtà o aldilà.
Quest’ultima frase non l’ha detta Harvey.
L’ho coniata io.
E ci sta da Dio.
Se non credete che sia così, andate su Instagram e lasciate stare il Cinema.
Secondo me, dovreste lasciare un po’ tutto.
Tanto non ci arrivate.
di Stefano Falotico
Quando per caso sbagli chat, stavi corteggiando una ragazza e invece hai mandato i messaggi romantici a Bobby Peru di Cuore selvaggio
Non vi è mai successo? La classica figura di merda?
Sì, apri cinquemila finestrelle su Facebook, stai parlando con una che ti sta coinvolgendo, diciamo, s’impalla Internet, ecco che riparte, ma confondi le chat e ti dichiari con sfacciato, impudico amore alla persona sbagliata.
Sì, attenti al lupo! Dalla docet.
C’è una casetta piccola così
Con tante finestrelle colorate
E una donnina piccola così
Con due occhi grandi per guardare
Sì, stavo parlando con una tipa di nome Giulia. Nel frattempo, fra l’altro, stavo anche chattando con Silvia, Monica e Sabrina. Oh, non si sa mai. Se va male con una…
Ma non mi addentrerei… in privacy che son cazzi miei e spero loro.
Ah ah.
Fatto sta che, nel mentre, un tizio mi manda l’amicizia. Sono talmente preso da queste qui che, tosto, sbaglio tasto e, anziché eliminare il tipo (come si suol dire, la faccia del profilo non mi convinceva), accetto indiscriminatamente.
Ma allo stesso tempo questo mi manda la manina per salutarmi. Io gli rispondo:
– Aspetta, sono impegnato con una e mi auguro di essere ancora più impegnato, anzi, impregnato con lei nelle prossime ore.
– Ok, buona giornata e speriamo, per te, che sia anche una buona scopata.
– Sì, sì. Ciao, a presto.
E intanto penso… che scassa-minchia.
Ma mi dimentico di chiudere la sua finestra e al contempo immagino che stanotte con questa qui chiuderemo tutte le finestre…
E le scrivo:
– Sì, sei di una bellezza immensa. L’immensità fattasi donna in ogni sua dolce, abbagliante infinità. Sai, domani potremmo noi tutti morire. E dunque dobbiamo profittare dell’attimo fuggente per essere ruggenti. Sì, fra me e te, Alessia, vi è stata un po’ di ruggine ma vorrei smaltarla…
– Che dici?
– Ci sei stasera?
– Molto sul tardi.
– Meglio. La notte è lunga e io voglio allungartelo.
– Non capisco. Comunque, allungami semmai venti Euro su PayPal. Sono a corto di liquidi.
– Uhm, vediamo. Ma poi accetterai, verso le tre di notte, liquidità mie meno telematiche? Io non ho mai pagato nessuna puttana. E mai andrò con una meretrice. Ma voglio illiquidirmi con te, illanguidirmi, donna salubre, nell’inguine sdilinquirlo e dimenticare che sono spesso un uomo lugubre. Con te voglio essere ludro a te ignuda. Non liquidarmi, suvvia, voglio che stanotte mi sarai liquidissima.
Al che entrambi, sia io che l’interlocutore che io pensavo fosse Alessia, a cui esserle di buon sudore e odore, realizziamo il qui pro quo e in me scende un forte malumore.
– Scusi, Falotico. Ma lei con chi pensa di parlare?
– Mi dai del lei? Dai, so che ancora non me l’hai data ma dobbiamo partire, fin dapprincipio, con toni confidenziali. Accorciare le distanze.
– Va bene. Ti mando subito una mia foto.
Il tizio mi manda una foto di lui coi denti cariati e giallissimi.
– Ebbene, ti piaccio?
Bloccato subito.
Trattavasi di Mario Piscopello, famoso omosessuale malavitoso dei quartieri bassi che voleva rapinarmelo.
Detto Bobby Peru per la sua sconvolgente somiglianza con Dafoe.
Poteva andare peggio.
Potevo mandare un messaggio infuocato a questo qui sotto.
Sì, miei culatoni e culoni.
L’inculata è sempre dietro l’angolo. Ricordatelo.
La vita è come una scatola di cioccolatini e non sai mai quello che ti capita?
Io spero che sia una scatola blu come in Mulholland Drive. Se mi capitano due cioccolatini come Naomi Watts e Laura Harring, sì, sì, ce li gustiamo, sciogliendolo in bocca…
Va detta, vi faccio sempre ridere. Anche voi mi fate ridere. E in questa risata collettiva è un deriso, no, delirio. Una goliardia. Una di nome Pia e un’altra di nome Rosalia. E via.
di Stefano Falotico