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Top and Most Anticipated Movies of 2019 o forse no, il grande Cinema è un sogno, un incubo lungo tutta la notte infinita


26 Apr

the mule blu-ray

Vado a curiosare nella media recensoria di Rotten Tomatoes riguardo Avengers: Endgame e noto un impossibile 96%.

Dico e mi domando: questa Critica americana cosa si è bevuta?

Premetto però questo, a me il primo Avengers, oramai di anni or sono, è piaciuto molto. Andai a vederlo a Prato assieme a mio cugino. Che è cinque anni più piccolo di me. Io sono del ’79 e Avengers è uscito nel 2012. Fate voi i conti e capirete che età potesse avere mio cugino all’epoca.

Nel cinema, stranamente, c’erano quattro gatti. Era il primo spettacolo pomeridiano. Può darsi che, a quell’ora, i pratesi fossero ancora a lavorare e i giovani a farsi un sincero pisolino.

Mio cugino è un nerd strepitoso. Volete saperlo? È stato uno dei principali esponenti e ideatori di uno dei maggiori siti in materia, oserei dire, cine-fumettistici in Italia. Del quale per motivi di privacy non posso rivelare il nome. Anche se comunque lo rivelassi, adesso non esiste più. Quindi…

Si era persino indebitato pur di portare avanti questo suo sogno. Dopo un po’ dalla sua dipartita, preso com’era da una vita più dentro la realtà, ha abbandonato tutto. Il sito è passato nelle mani di altri che non si sono dimostrati all’altezza e sono falliti.

Detto ciò, il primo Avengers diverte da matti, è cazzuto, vigoroso. Quindi a mio avviso è bello. Gli altri non li ho visti perché non mi andava di vederli. Ah ah.

Può darsi dunque che questo Endgame sia stupendo, a me sinceramente di sorbirmi tre ore di CGI mi rompe le palle. A me non attizza nemmeno Scarlett Johansson. Il fisico è buono, la faccia da stronza non cambia mai espressione.

So che voi vi dividete tra faziosi, facinorosi, irriducibili fan sfegatati di questa saga Marvel, oramai per voi appunto monumentale, irrinunciabile, e coloro che, spesso per partito preso, affermano che questo non sia Cinema ma scemenza pura.

Non lo so. A rigore di obiettività, come detto, sto in zona neutrale, non potendomi esprimere coerentemente in merito. Non ho visto i sequel, neppure il seguito che ha tua sorella, e credo che non vedrò Endgame.

Tua sorella, comunque, la vanno a vedere tutti. Tua sorella sa bene che cosa sia un blockbuster. Come no?

Il biglietto d’ingresso costa pochissimo ma a lei sono tutti abbonati. Ha adottato una politica degli incassi da Netflix.

Ero partito molto prevenuto anche su Thor. E, prima di vederlo, ero sconvolto: Branagh che dirige un cinecomic?

E invece mi stupì. Thor è senza dubbio il migliore cine-fumetto che io abbia mai visto. Branagh ha classe.

Branagh è un narcisista ma può anche permettersi di esserlo. Anzi, scherzando sulla sua fissa su Shakespeare, può esserlo e non esserlo.

Scusate per questa mia lunga prefazione. Era per introdurre uno dei film da me più attesi dell’anno, ovvero Joker con Phoenix. Anche perché, si sa, com’è oramai ovvio, che non sarà un cinecomic nel senso stretto del termine. Un pretesto più che altro per parlare di un uomo impazzito per colpa di una società cinica e brutale.

È accaduto a molti, ahinoi. Anche a me, sebbene credo di essermi ripreso.

In questi anni, sapete, sono infatti entrato vivamente e dunque anche dolorosamente in contatto con realtà che mi erano state ignote sino a quel momento.

Realtà apparentemente tristi e oscure, fatte di gente emarginata, complicata, piena di manie, di paure, confinata nella propria tetra, ostile solitudine.

Persone molto vere nonostante tutto il loro bagaglio (im)prevedibile di assurde contraddizioni.

Gente che, essendo stata dall’adolescenza respinta dai suoi coetanei perché troppo particolare e forse schietta, non accettando molti ipocriti patti sociali, ha preferito melanconicamente allontanarsi dalla vita di tutti i giorni ché spesso consta di meschine e basse competizioni.

Donne e uomini verissimi. Talmente veri che sono matti. E non vogliono rinnegare la loro follia. Come li vedete? E chi li vede, oramai?

Non so se abbiano fatto la scelta giusta. Anzi, non penso proprio. Stare in questa società altamente spietata, certo, è dura. Ma starne del tutto fuori è altrettanto, se non più, controproducente.

Può servire semmai momentaneamente. Uno per proteggersi, si crea il suo piccolo mondo pieno di sogni. Ma, col tempo, la realtà inevitabilmente ti richiama. Non è un “obbligo di leva” in stile Apocalypse Now col soldato semplice Martin Sheen, bensì è un richiamo ben più subdolo, oserei dire ancestrale. Ah, le foreste sono incantate ma, di notte, tu non avresti paura a startene tutto solo al buio in quella casupola nel bosco? No, io non ho paura di alcuna strega. Ché poi le streghe sono ottime fighe, diciamocelo. Sì. Per anni, durante le inquisizioni medioevali, venivano bruciate. Per forza, erano talmente belle che tutti volevano averle ma solo il re poteva ardere con loro. E le streghe pensarono: ma questo re è un cesso, poligamo, infedele ed egoista. Non ci paga neanche. Andiamo a vivere da femministe altrove. In focolari più naturali…

Posso garantirvi che non esiste nessun uomo che possa definirsi un eremita. Cento anni fa poteva forse esserci. Ma probabilmente non doveva pagare le bollette della luce e del gas, era fuori come un cavallo e c’erano altre migliaia di persone come lui. Quindi, poteva starsene da solo in una baia a contemplare il mare e ad aspettare il tramonto con un bicchiere di vino in mano.

Oggi, nemmeno il guardiano del lago di Loch Ness credo che possa definirsi un eremita.

Avete visto il film The Vanishing? Non è male, l’ho pure recensito.

Come dire; sì, ti credi tranquillo e poi inaspettatamente ti accade qualcosa che invece non ti sarebbe successo se avessi svolto un anonimo lavoro da impiegato comunale. Ma poi anonimo di che? È un’azienda enorme, sanno tutto di te. Anche quante volte vai in bagno fra una segreteria e la segretaria che si apparta nella toilette con quello che conosce pure tua moglie.

Sì, e poi che fai quando non lavori sodo, tutto solo, stando da mattina a sera di fronte all’oceano? Per distrarti dalla noia, accendi la tv e ti sintonizzi, pure per sbaglio, su un canale a luci rosse.

E pensi: ah però, questa non è male. No, no, no. Ed è frustrante, onestamente, stare ad ammirarla con le mani in mano…

Una così devo conoscerla. Questa forse no, questa la dà a tutti. Ma, piuttosto che crepar di freddo tra queste gelide mura, in pieno inverno, una piccola uscita ci starebbe.

Il primo pub della zona non è poi molto lontano. Sì, forse non beccherò Brandi Love. Meglio, oramai è un colabrodo. E nemmeno Deborah Ann Woll. Perfetto, no, perfettina, è troppo dolce e perbenista, gasata e vuole amori di glassa. Deborah, se la tocchi, più che squagliarsi come un ghiacciolo, si rompe a mo’ di Glass. Ma una buona barista da The Punisher, chissà, forse posso trovarla. Una che sappia, eccome se sa, shakerare il milk al calore etilico.

E se invece incontrassi Grace Zabriskie di Twin Peaks 3?

Ah, ma potrei pure incontrare Lissie di Wild West.

 

Comunque i film da me più attesi sono, come detto, JokerThe IrishmanC’era una volta… a Hollywood, anche se non m’ha convinto per nulla il primo trailer,

Poi ci ficchiamo anche Gemini Man di Ang Lee.

Sapete che, tanti anni fa, doveva interpretarlo Clint Eastwood?

Lo ridico, a costo che mi diciate, come sempre, che sono ripetitivo.

Il più bel film del 2018 è The Mule.

Non voglio sentir ragioni.

Tornando invece a Twin Peaks.

Sì, David Lynch è un genio. Questi sono due momenti che m’hanno scioccato.

Perché, ricordate, Twin Peaks non è una serie televisiva, è uno dei più grandi film della storia del Cinema.

robbie hollywood tarantino

 

La durata dei film in questione e della nostra vita

Partiamo da Gemini Man. Abbiamo visto il primo filmato. Ma, se non sbaglio, la durata ancora non c’è stata rivelata. Conoscendo Ang Lee, non sarà sotto le due ore. Poco più poco meno.

Ang Lee, regista di un solo grande film, La tigre e il dragone. Bel colpo, sì. A pensarci bene, poi, proprio il suo Hulk è fra i migliori film “fumetto” di sempre. A proposito, Eric Bana che fine ha fatto?

Gli altri suoi film sono belli, eleganti ma troppo estetizzanti come il sopravvalutato, immeritato Leone d’oro Lussuria – Seduzione e tradimento.

Erano anni ove tutti impazzivano per Lee. Vedi l’altro Golden Lion di due anni prima, I segreti di Brokeback Mountain. Cioè vinceva sempre lui a Venezia.

Questo Gemini Man m’affascina. Un mezzo Minority Report con un uomo che scopre il suo clone più giovane, omicida. Molto interessante. Chissà davvero come sarebbe stato con Clint Eastwood di venti-trenta anni fa.

Callaghan che scopre un fascista assassino. A quel punto, nessun suo detrattore avrebbe più sostenuto che Eastwood sia un reazionario. Ah ah.

E Will Smith? Quest’anno uscirà anche con Aladdin di Guy Ritchie.

Ecco, qui ci starebbe appunto una battuta fintamente razzista in stile Clint: cosa? Aladino è un nero? Non c’è più religione, miei cari Alì Babà, volevo dire baccalà.

Ah, però c’è Alì, non è Will Smith? Ah ah.

Andiamo avanti, figlioli…

Tarantino e Once Upon a Time in Hollywood. Qui non abbiamo Ang Lee ma perfino Bruce Lee che le prende da Brad Pitt.

Da cui il famoso film L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente. Forse terrorizzerà Chuck Norris, un cesso sia come attore che come uomo. Brad Pitt, no.

Conoscendo Tarantino, qui staremo sulle tre ore abbondanti.

Dunque, proprio Joker. Todd Phillips si gioca tutto. Ha rischiato veramente forte stavolta. Perciò, un filmetto da un’ora e mezza non può essere. Anche in questo caso parliamo di un film sui 120 min. buoni.

Ah, che ve lo dico a fare? The Irishman.

Mi pare ovvio che qua potremmo arrivare addirittura sulle quattro ore circa. Weinstein sforbiciò Gangs of New York. Che infatti nella versione concepita da Scorsese doveva durare circa 240 minuti.

Adesso, Martin lavora per Netflix che gli ha dato quasi totale carta bianca.

Il film, considerando la trama, con tutti i flashback possibili e immaginabili, potrebbe essere un C’era una volta in America in salsa scorsesiana.

E arriviamo, come direbbe Rust Cohle/Matthew McConaughey, alla questione Netflix.

Sento dire un sacco di stronzate, amici.

Ad esempio, che oggi i tempi di fruizione cinematografica si sono accorciati a dismisura perché sarebbe calata la soglia di attenzione dello spettatore medio. Che non ha per niente voglia di guardare qualcosa che possa andare oltre i cinquanta minuti come l’episodio appunto di una serie tv.

Non è vero. Chiariamoci molto bene. Secondo me è il contrario, invece.

Un tempo semmai era così. La gente lavorava da mattina a sera. E, se si sorbiva 4h di C’era una volta in America era perché non c’era il videoregistratore, di conseguenza non vi era neppure l’home video e figurarsi se poteva esistere lo streaming.

Quindi, o te lo cuccavi tutto di fila sulla Rai quando lo programmavano con solo due interruzioni pubblicitarie oppure dovevi aspettare l’anno dopo per vederlo, quando l’avrebbero ridato. Poteva pure capitare che l’annunciavano il lunedì, poi saltava tutto e te lo piazzavano la sera dopo. E tu quella sera avevi la febbre.

Lo spettatore di oggi non è affatto più scemo e pigro di allora. Anzi, ribadisco, è l’esatto inverso. Oggi, il livello culturale s’è alzato a dismisura, anche se la cultura è diventata ipertestuale e informatica, oggi siamo tutti più smaliziati perciò meno fottibili, cinematograficamente parlando.

Un tempo forse la gente era molto più ingenua e avevo meno tempo da perdere col Cinema.

Infatti, oggigiorno, la gente è spesso sola e manco si sposa. Un tempo, oltre a lavorare e giocare a carte, oltre a mangiare, bere e dormire, che altro poteva fare per occupare le ore libere?

Ecco, ci siamo capiti. È per questo che marito e moglie avevano dieci figli. Poi, per tirarli su, lei doveva pensare alla casa, facendosi un culo enorme, lui era lì che arava i campi, faticando come una bestia.

Che cosa? Danno C’era una volta in America? Ma che vuoi che me ne freghi?! Domattina, devo alzarmi alle quattro. Che può darmi questa roba? Invece, cara, tu puoi darmi qualcosa di più sostanzioso, vero?

Oggi quindi che senso ha spararsi quattro ore di botto? Puoi vedere il film a spezzoni. Sta lì su Netflix. E chi te lo toglie?

 

Detto ciò, morale della favola: se volete continuare ostinatamente a fare i passatisti nostalgici e dire che Netflix è il male, fate pure.

Se volete dire invece che la questione è molto più modernamente complessa, è una visione della vita molto più sincera come il Cinema di Clint Eastwood.

La gente mi chiede: scusi, ma lei che fa nella vita? La bella figa?

Potrebbe essere così o potrei essere davvero un agente Cooper molto più reale di quanto potreste solo immaginare.


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Buonanotte #twinpeaks #onceuponatimeinhollywood #davidlynch #kylemaclachlan

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di Stefano Falotico

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22 Dec

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Il cuore rivelatore, che fantastica storia è la vita!

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Il cuore rivelatore, che fantastica storia è la vita!

E tutti che pensavano assurdità sul mio conto. Lotte, invidie, mormorii, pettegolezzi.

Ma, restaurato, rinnovato, rincuorato, mi è giunto a casa il libro col mio racconto Un angelico miracolo.

E, fra un colpo di genio e l’altro, una colazione con molta panna e molto zucchero, sono io che risolvo i problemi, vero Mr. Wolf, rinato a suadente decadenza.

E se il grande Dario Argento filmò a Torino, no, a Roma, L’uccello dalle piume di cristallo, perché io non posso recarmi in questo capoluogo piemontese come il mitico Lino Banfi di Al bar dello sport e ammirare, dall’alto della mia Mole Antonelliana, tutto il panorama di questa vita strana?

Habemus Papam! Evviva le romane e anche le spagnole!

Come un gargoyle a Notre-Dame, osservo la miseria degli stolti e ballo assieme a Edgar Allan Poe la magnificenza della mia spettacolare giovinezza mia perduta o forse giammai vinta.

Tutti pensavano che fossi un martire e invece sono spaziale artista da Montmartre.

È ancora presto per ascoltare il rumore del mare, son riemerso come una marea di Mont Saint-Michel perché vado matto per quella figona di Pfeiffer Michelle. O meglio, ora Michelle è un po’ andata ma in giro ci son altre bionde che aspettano soltanto che io nei loro buchini le strapazzi come una buona frittata.

Molti pensavano che scherzassi quando mi autodefinii il Genius. E mi pigliarono per malato di mente.

Invece, io non sono né malato né inculato, resto un ragazzo con un ottimo c… o.

E d’ora in poi fatevi i vostri.

Un certo Lavstig su Facebook mi ha detto che son penoso. Dopo tre minuti, l’hanno ricoverato in manicomio perché gli son arrivate tre frecciatine che l’hanno fatto capitombolare di colpo.

Un altro, un tale Frattini, mi ha dato l’appellativo di poveraccio. Sì, questo pensionato avrà da me solo un rutto in faccia e una scoreggina distillata con enorme aplomb, silenziosa, scricchiolante nello sfintere a lui inchiappettante.

 

 

di Stefano Falotico

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