Posts Tagged ‘Walter Hill’

Dopo queste quarantene ingiuste e castranti, vi voglio di nuovo in forma come Bob De Niro e splendidi, giovani e vigorosi come Diane Lane di Streets of Fire


26 Jan

streets of fire michael paré

Esiste un film che non è bello come I guerrieri della notte, I cavalieri dalle lunghe ombre e I guerrieri della palude silenziosa ma, soltanto grazie all’atmosfera favolistica che crea, in virtù di due canzoni magnifiche, riesce a diventare un capolavoro quasi superiore a Warriors?

È ovvio che c’è e il regista è sempre lo stesso, ovvero Walter Hill.

Questo Covid-19 non è roba per me. Non sarò mai un uomo inquadrato e forse come Darth Vader, asfissiato, incartapecorito, dallo sguardo lugubre, dall’indole volpesca e leggermente bugiarda alla Conte e non intendo recarmi, di prima mattina, al Quirinale. Inchinandomi dinanzi a un Presidente della Repubblica che sembra più vecchio, matusalemme e imbalsamato del Conte… sì, Dracula di Bram Stoker nella versione del primo tempo del film di Coppola. Dando prima le dimissioni in remissione dei peccati, dunque formalmente restaurando la Tavola Rotonda di chi non crede al Graal ma solo al lauto stipendio da traditori come Lancillotto.

Orsù, evviva re Artù! In tv, spopolano donne finto-giornaliste che sono più false di Ginevra.

Piaciuta la freddura? Mah, a me il freddo non fa caldo né freddo. In effetti, fa freddo ma io sento caldo. Come sosteneva Totò nell’epocale Totò, Peppino e la… malafemmina, a Milano deve essere sempre freddo, allora sarà un vento caldo.

Basta, basta davvero con queste mascherate, con queste mascherine, con questi corbacchi, con le cornacchie e coi corvi, coi gufi di notte, coi pipistrelli e con queste chiusure ibernanti la nostra umanità quasi distrutta. Ché non è solo fatta di tastiere da cybernauti. Basta coi coprifuoco immotivati.

Non siamo mica in Fracchia contro Dracula. Fuori non c’è nessun Conte pronto a succhiarci il collo. A sfinirci nella bufera, no, pazienza. Invece, sì.

E qui ci vorrebbe invece Totò, sempre lui, però di Totò Diabolicus.

Stiamo diventando pazienti impazienti. Abbiate pazienza.

Ma quale Speranza? Stiamo perdendo ogni Utopia. Anche quella di Fuga da Los Angeles. Il governo è più cinico di Jena Plissken. Altro che Snake, è una malefica, mefitica serpe infida. Ci sta spegnendo anche nell’intimo… Ah ah. Qui, dovete eleggere me in Parlamento, ovvero il vero John Belushi di Animal House.

Sì, in tutta franchezza, ci sta spappolando le pa… le, la gente non più amoreggia, l’entusiasmo per la vita che, come sapete meglio di voi, si origina da “quella”, sta andando a farsi fottere.

Di mio, son un uomo che balla malissimo come Belushi in The Blues Brothers e non arcua il bacino a mo’ di John Travolta de La febbre del sabato sera ma, grazie alle sue mosse improvvisate da incapace sulla pista da ballo, riesce a euforizzare la folla che inneggia affinché possa io sfoderare tutto il mio twist con Uma Thurman di Pulp Fiction, rimediando una figuraccia da Bradley Cooper e Jennifer Lawrence de Il lato positivo ma vincendo, al contempo, ugualmente la scommessa. E dire che pensavo di vincere Jennifer Lopez. Va be’.

Sì, un certo fascino dell’imbranato, col sex appeal animalesco di Willem Dafoe, ce l’ho. Donne, non posso garantirvi però che, oltre a questo, ci sia qualcos’altro. Comunque, se siete curiose e voleste appurare con mano, vi lascio fare. Ah ah.

Le donne mi vorrebbero figo come Michael Paré ma io desidero che esse siano soltanto come Shannon Tweed di Trappola d’acciaio e come Ashley Laurence di Triplecross.

Ashley, una delle mie fantasie proibite sin da quando la vidi in Hellraiser anche se, in Analisi di un delitto, gliela vide Cuba Gooding Jr.

Sì, Ashley è l’unica attrice, per modo di dire, che può vantare un filmaccio con Parè, molti amori “al purè”, una scena di sesso interraziale da siti VOD per adulti e la se…a, no, una storica saga con Clive Barker.

Donna afrodisiaca da Vov. Celeberrimo liquore alle uova dalla nomea “sensuale”. Sì, si dice che uno lo beva e, dopo di che, assuma una carica erotica da donna ventenne nel periodo in cui non ovula.

Ecco, Diane Lane sta ora con Josh Brolin. Mi piaceva, sì, Josh, quando recitò nei Goonies.

Adesso non mi piace più. Nemmeno la Lane mi attizza come un tempo. A dire il vero, parafrasando ancora Totò, di Diane Lane mi piace tutto tranne una cosa. Il marito, ah ah.

Quindi, appena vedo Josh Brolin, per curarmi dal fegato amaro, riguardo Elizabeth Olsen di Oldboy. Ah ah.

Sì, questo Thanos fa solo per Diane, a me suscita Thanatos e poco Eros. E, come attore, non è paragonabile a Bobby De Niro.

Il quale, dopo averci “deliziato” con Nonno, questa volta è guerra, afflitto da Senilità da Italo Svevo mescolata alla zona Alzheimer su simpatia da Geppetto, sta tornando in formissima veramente cazzuta.

Dopo aver finito Wash Me in the River con John Malkovich, sta recitando nel nuovo film di David O. Russell, sarà in The Formula con John Boyega, in Armageddon Time di James Gray e in Grey Horse di Scorsese.

Sì, a me hanno fatto sempre ridere quelle persone che si lanciano prematuramente in giudizi lapidari.

Se fosse stato per loro, non avremmo mai visto The Irishman poiché costoro consideravano finito De Niro e, se fosse stato per loro, io non sarei, oggi come oggi, qui a scrivere e a ballare.

Starei sempre in quarantena. Sì, da molte persone fui considerato mezzo matto e pensarono che necessitassi di essere punito. Peccato, mi guardo allo specchio e sembro Jon Bernthal di The Punisher.

Sì, ce l’ho lungo… il naso, grosso quasi quanto quello di Bernthal e De Niro.

Sì, il naso di De Niro sembra quello di un elefante, una proboscide. Avete notato? È proprio da Conte, da Pinocchio, da Cyrano… De Niro però, a differenza di Conte, recita solo nei film. Ah ah.

A volte, quando faccio la doccia, non posso specchiarmi e dunque non vedo se il mio naso sia lungo o meno.

Comunque, il resto è parimenti proporzionale. Eh sì, in tale mondo di nani, ci vuole sempre chi ha i cog… ni per dirvi che lo siete.

Tornando a Michael Parè. Soprattutto negli anni ottanta, più che sembrare un attore, pareva un testimonial della pubblicità dello shampoo Neutro Roberts. Di mio, so che con Julia di Pretty Woman avrei usato l’idromassaggio. Mentre, a suo fratello Eric, ho sempre preferito Greta Scacchi di Coca Cola Kid. Se non vi piace inoltre come ballo o come io balli se amate il congiuntivo e non me, comprate il dvd di Crusing e rivedete in loop Al Pacino e James Remar al night. E ho detto tutto.

Al night, all night, tonight, tomorrow potremo di nuovo godercela oppure dobbiamo scrivere al Papa? Ah ah.

Nell’attesa che, perlomeno, l’Emilia-Romagna torni in zona gialla, stasera mi sparerò… un bel filmettino? È proibito?

Non lo so. Devo controllare se ha il bollino rosso. Ah ah.

 

 

di Stefano Falotico

 

JOHNNY HANDSOME: il fascino à la MICKEY ROURKE


06 May

59702567_10213585721380235_2265742226715836416_nSì, so che può dispiacere molto la bellezza soprattutto se appaiata all’intelligenza. Perché provoca turbamenti ma soprattutto fa sì che si scatenino invidie animalesche.

L’invidia è una brutta bestia. Specie se associata alla cattiveria e all’ignoranza partorita da gente pettegola e malevola. Capace di nefandezze e colpi bassi imbecilli.

Pensate alla povera Monica Bellucci di Malèna. Che attirò tutti gli sguardi allupati dei maschi arrapati, tirandosi addosso le invidie di ogni comare e delle racchie gelose del paese come nella canzone Bocca di Rosa di Fabrizio De André.

Pensate soprattutto a Mickey Rourke. Un dio. Un uomo dotato di una bellezza luciferina al contempo angelica. Non a caso è stato San Francesco per Liliana Cavani, il santo più ambiguo della storia.

Johnny Favorite in Angel Heart e Johnny il bello.

Essere bellissimi suscita nelle persone, indubbiamente più brutte e meno dotate, pensieri abietti.

Al che la gente, impressionata dal tuo sex appeal mostruoso, rabbrividendo arrabbiatissima, fa di tutto per renderti un mostro nel senso peggiore della parola. Ricattandoti perennemente, domandandoti se puoi permetterti di essere così figo.

Inducendo perfino a vergognarti per lo stupendo fatto innato che madre natura ti abbia regalato il dono raro della venustà assoluta e infinita.

Urlandoti in faccia che dovresti lavorare come un negro e tirartela assai meno.

E perché mai? Ci sono persone superiori. E non solo fisicamente parlando.

Poi ci sono i nani che, non essendo stati graziati dagli angeli nel giorno della loro nascita, sperano in cuor loro che tu possa venir colto da un male impietoso e che ti possano succedere colossali sfighe.

M agli angeli, già solo trasfondendo in questi neonati magnifici il regalo della bellezza divina, si presero gioco diabolicamente di tutti i piccoli diavoli.

Cornificandoli.

Di fronte a uno come Mickey, bisogna solo inchinarsi. Se tale genuflessione viene praticata dalle donne, tanto meglio.

 

di Stefano Falotico

 

johnnyhandsomefalotico

Il guerriero Marco Mengoni è meglio che mi succhi la minchia, preferisco War di Springsteen e i warriors di Hill


28 Nov

Il ritratto di questa nostra Italietta canterina, bonacciona, per le bone, i bo(vi)ni e i bonazzi, fintamente combattiva, finemente orrenda, dunque spaventosamente squal(lid)a, ove imperano ancora le melodie facilone, sbraitanti il solito patetico lamento, in cui si urlano le romanticherie per donne credulone, le cosiddette principessine sempre depresse, lagnose, tanto rivoluzionarie a p(a)role quanto sempre in cerca del maschione protettivo che le consoli, le mantenga, le copra di coccole, che cacche, donne poi in caccia che sostengono di disgustare il Calcio ma son sempre incazzate, sia nel senso di rabbie malinconiche da frust(r)ate sadomasochistiche e sia scalcianti per un ometto che le (s)fotta, prima infatti, di fallo loro e son affari vostri, le fotte e poi non se le caga, inculandosele, facendole (sor)ridere con battutine da battone/i che sono.

(Magni)fiche, splendide quanto un cazzo fritto. Fidatevi, Max Cady/De Niro aveva ragione.

Ascoltassero Bruce Springsteen e si svegliassero da questi Mengoni della minchia. Già la faccia, come il culo, la dovrebbe dir lunga su questo acclamato mieloso-ipocrita che di furba lingua, ripeto, specchiante la filosofia Uomini & Donne di tal vostra, non mia fortunatamente, Italietta di derelitti, di (e)rettili da ritmi frocetti, da fighettine col culo parato ché poi son i primi a frignare, appunto, da me può prenderselo/a in quel posto.

Personalmente, preferisco una musica più allineata alla mia verità, ché è la sola (im)possibile. Ma quali soli(tudini) merdose.

La vita non è un troione come questo Mengoni.

La vita è un guerriero della notte alla Walter Hill.

Il resto è la ruffiana Italia di teste di cazzo.

 

di Stefano Falotico

Russi vs americani


01 Feb

 

Capitolo 1, sono nato stanco come Danko

Ho sempre amato le filosofie dell’Unione, sovietica e anche dell’etiche con la vodka al posto degli alibi matrioska di questi occidentali con le loro baby e Barbie, che osannano Lebowski e la pigrizia “intellettuale”, poi son più terroristi di Osama bin Laden, sì, dei bimbi a cui è stata donata la “democrazia” di sovrane sparate a secco per bombardare le anime del prossimo. Dei Big Jim che non avevano calcolato il mio Superman strafottente. Sono uno che si barda nel mantello e ti copre di “coccole” quando ti scaccoli, e, se vorrai inaridirmi, aspirerai solo le narici della tua alice acida quando t’aprirò le gambe, mio “emerito” da meretrici. Son tante trebbiatrici fra le tue puttane con le trecce. E non arrischiarti a infamarmi, non osar a fermarmi, sono io che mi sfamo di te e raffreddo, evviva Pacino Alfredo, il minestrone delle tue mostruosità infantili. Me ne disfo anche di sfasciarti, mio fascista. Quindi,  ti sgozzo, con tanto di singhiozzo se mi rimarrai sullo stomaco. In effetti, sei sempre “Stato” stomachevole, e il mio fegato ora ti vuole digerire a sangue freddo.

Già, musi gialli, il muro del silenzio, se tiri la corda dietro feroci assedi, prima o poi crolla e spezza le teste proprio dei “caporali” al servizio d’un sistema laido e marcio da capo a piedi. Sì, se ti vogliono inchiappettare, io sono il Comandante contro ogni regime, schierato combattivo e accigliato dirimpetto all’ottuso lor perseverare nel sederino. Io li acchiappo, ne stappo ogni menzogna, la sradico e ne strappo le “palle”, usando le loro “forze”, invero sempre ipocrite di vuoti fortilizi che concimano col mangime dei “polli” a becco di galline a innalzarne la “cresta” d’andropause nei loro antri bestiali da curar con pischiatri a cui rubo le ostriche, per lavare dunque questi cervellini e spolparli, dandoli poi in pasto alla pasticceria “Eccitati quanto scremati nelle loro diplomatiche”.  L’accento a vostro “piacere”. La sfumatura potrebbe essere un’ammonizione imperativa o il mio imperioso incularti con tanto d’espulsione di “trambusto” nello scoreggiarti.

Hai finito di scoraggiare con la tua carrozzeria. Sono la Corazzata. E t’ammazzo!

Sono per di più angusto, ho enormi gusti cinefili. Da qualche anno, allevo anche un cane che ho chiamato Vetusto, nome antico dei patti cavallereschi da principi draculiani della magione decadente, che abbaia ad Augusto, figlio della generazione di Mussolini, che io “benedico” nell’altar’ della patria con plateale “Coloss-e-o” a rompergli ossa, più aggiunta del suo uccello, prestissimo, disgiunto dalle cretine che codesto “(m)unge”. Lo agguanto e lo ingoio.

Invito una ragazza a fare un giro, quindi pretendo subito che non voglia “ingravidarmi” nell’esigere e nell’erigere… i miei girini. Sì, gli spermatozoi devono rimanere attaccati alla scimmia, e non prostituirsi alle scemotte perché, altrimenti, scambiamo lo zoo per un rodeo, ove tutte cavalcano ma non rispettano il cavallo matto. L’imbizzarrito deve restare bizzarro, se no ti marchia di Zorro.
Dentro la gabbia, infatti, lo scimpanzé mangia arachidi e sputa alle aracnofobie, paura e complesso di colpa dell’uomo medio “industrializzato” e prodigato al “produttivo” che tesse la ragnatela agli “insetti” al solo tranello d’intrappolare le sue bipolari depressioni d’autoinganno.
Oggi sono leone, domani Cancro d’oroscopo e ariete contro la tua porta. Da sfondare più di come le “sfondi”. Sono colui che ti mette le corna, e dovrai rispettare il mio (as)petto se vorrai, appunto, che non ti “violenterò” in pectore. Anche a pecora da pastore ad ammansirti nel mio gregge. A svecchiarti dai tuoi grigi ideali. Sono che colui che grugnisce e bastona il tuo grugno.
Ti martella di pugni, ed espugna le tue “punizioni”.

Ti ho scoperto criminale. La tua donna trema, la riscaldiamo. Sì, smuoviamo le (sue) acque.
Così, mio quaquaraqua, imparerai a parlare come Dio ti paralizza.

Se non mi credi, fatti il segno. La Croce t’entrerà nel didietro.
Sono l’esorcista ai porcili.

Ah, questa società odiosa da ringalluzzire. Andiamo per la città ed “estrapoliamo” i profilattici dalle loro teste, penetrandole con “dolcezza”.
Sì, mi ricordo che li ho sempre ripudiati. Infestavan, come dico io, di feste in festicciole, di braciole, abbracci, bacetti, zuccheretti da zucconi, le ragazze già per le zucchine da farcir di “salamino”, i boy già nelle troie.

Gentucola da strapazzo, sempre a brindare, a sparar peti, ad accusare, a giudicare, a coccolarsi dietro invidie, gelosie, psicodrammi, le solite vacanzine per abbronzar il culetto, dopo averlo parato eppur sparlando.

Vanno spazzati. Prima ti spupazzi la “signora” della “buon… costume”, quindi riesumi la sua menopausa senza pause. Impaurendo il marito che, malato d’inedia, non ficcò con aggrassive bestemmie che tanto piacciono, invece, alla mogliettina tanto “cara”, vero?

Mi sdraio, bevo una camomilla, e ti calmo se rompi. Insomma, casca il bicchiere perché sono ubriaco. Tutto qui.

Capitolo 2, tua madre è una megera, merita solo un nero, attenti però al sugo

Sì, la classica frivoletta con lo “smile” nello smalto per le unghie. Farà la fine di Brianna Beach, il fondoschiena c’è alla grande, di “grana(ta) grossa”, il cazzo pure.
Ma non gode come Brianna.
Almeno quella è zoccola fino “in fondo”.
Non fa la fine, se li fa in fila.
Perlopiù, per quanto la “femminilità” più esecrabile, di certo non provoca la bile.
Provoca e basta.

Ti provoco? Puoi provarlo? Non rendermi un provato con le tue smorfie da piovra.
Altrimenti, come Bud Spencer e Terence Hill, m’arrabbio.

Abbaiate! Le cagne son tante!

E ora tutti in cantina?

Il sugo? Lo preparo io, è buono da leccarsi il baffetto mia topolona.
Sono Gastonepaperone fortunello.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Danko (1988)
  2. Alba rossa (1984)
  3. Rocky IV (1985)
  4. 007. Dalla Russia con amore (1963)
  5. Il cacciatore (1978)
  6. Zero Dark Thirty (2012)
  7. Whisky, sì, missili, no (1957)

Mezzanotte e 0,001 secondo


26 Nov

“primo negativo, guardiamo al positivo, il male vien per nuocere tutto”, una play al Giorno toglie il tuo psichiatra di “torchio?”: I film dell’anno saranno…

… sentenza dogmatica, “(a)stigmatica” del Falotico addolorato eppur adorato, prossimo alla Beatificazione, a forza d’aspettar Beatrice ché “levi” l’ascesi…, soprattutto l’ascesso, via dalle palle, cessi!


– Stefano, mi sei sceso. Sei diventato uno scemo.
– Ah sì? Basta che “salga”, che m’importa della “cattedra(le)?”

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Django Unchained (2012)
    Tarantino realizza il sogno d’una intera esistenza. Unisce la sua antica passione per Sergio Leone, e la “rispolvera” fra le polveri del West a modo suo. Semi-Franconero, seminando gli avversari con un capolavoro che solleverà, appunto, un già classic polverone. Pistolettate, “saloonizzate”, gente appesa come salumi, stronzate, DiCaprio con la coda “caprina”. Ku Klux Klan, gente che si prende per il culo, vendette, tribalità, Clint Eastwood che, di cameo, spunterà e urlerà: – Che roba è? Ridatemi gli spaghetti! Manca il peperoncino a questa salsa!
  2. Zero Dark Thirty (2012)
    Kathryn Bigelow è innanzitutto una figa suprema. L’unica che ha superato la menopausa, riuscendo nellatitanic-a impresa d’essere una cinquantenne (60?) molto più sveglia di quel furbacchione dell’ex marito, Cameron James. Uno a cui va la mia stretta di mano per esserle stato “avatar”, “affogando” nel suo “point break”.
    La milf è più attizzabile di tante ochette dei college. Anche perché possiede una mente azionistica, che spara mitragliante con dei contundenti da “lupa”, dunque “condendo” su thrilleroni rosso cremisi come Jessica Chastain, una che “raderei” al suolo. Mi denuncerà per “terrorismo” da “integralista”, ma i suoi capezzoli son come le Torri Gemelle. Il kamikaze ci sta.
    Costi anche lo stalking.Joel Edgerton prenderà le sue difese, asserragliandomi in casa. Assieme ad altri marines, proverà ad abbattere il mio “bunker”. Sfonderanno la porta ma li “disarmerò” con la mia risata innocua “a salve”: – Volevo solo sfondarla, tutto questo bombardamento per una bombata?Joel riderà di gusto e anzi inciterà maggiormente da caporale:
    – Hai fatto bene Stefano. Comunque, non siamo qui per incriminarti di volerti fare Jessica. Anche perché noi ce la siam già fatta. Quindi, questo problema mi par ovvio. Noi maschi abbiam fatto due anni di militare a Cuneo, vero? Ogni fulva merita la volpe.
    Siamo qui perché c’è arrivata una segnalazione. Hai minacciato il suicidio. Dovevamo salvare il nostro soldato Ryan.
    Sicuro di sentirti bene?
    – No, voglio Jessica.
    – Ok, provvediamo subito. Componete il suo numero di cellulare (intanto, mi confida alle orecchie che ha messo però su un po’ di cellulite). C’è un uccello spompato. Va rimpolpato.- Pronto?
    – Sei tu, Jessica?
    – Sì, vuoi scoparmi?
    – No, non tocca a me. Vieni a casa del Dr. Falotico, quanto prima. La situazione è tragica.
    – Sì, agli ordini, Joel. Ma è carino?
    – A me pare un bell’Uomo. “Toccherà” a te “constatarlo” di persona. Una tastatina, nulla di che.
    Poi sarai libera per il prossimo film di Malick, La falsa metafisica d’una con un fisico da thin red line.

    Se avete letto, fin qui, e avete leggiucchiato la trama di questo film, dovreste aver capito tutto.

    Rappresento la legge di Murphy, “Se qualcosa può andar male, lo farà”. Appunto, mica tanto…

    Ma sono autoironico e beffardo alla De Niro da Oscar. E la butto a ridere, anche se vorrei sbatterla a letto, similTonino Accolla di risata inconfondibile alla Eddie…

    It’s Showtime!

  3. Being Flynn (2012)
    Storia vera
    ,sì anche un po’ lynchiana. Può Paul Weitz prendere una novella sui barboni e ricavarne un film?
    Sì, another bullshit night in suck city. Nick Flynn diventa, appunto il titolo alla essere-non essere.Il libro, praticamente introvabile (all’uscita del film, le librerie però, ci scommetto, se ne ripopoleranno), fu uno dei miei regalini di due anni fa. Lo trovai dopo girovagare per tutta Bologna. Spesi circa mille Euro di benzina, solo per un “deca” del prezzo. Lo rinvenni in una botteghella, ove il padrone era un simil cinese dei Gremlins. All’epoca, svolsi “servizio” sottopagato, ipersfruttato in Pinacoteca, ove stavo seduto per ricevere circa 20 Euro per quattro ore di lavoro. Roba da finire come De Niro di questo film.
    Le agenzie giustificarono, dicendomi che non avevano di meglio per un genio della letteratura senza credenziali:
    – Ora, i suoi romanzi sono dei capolavori, ma non ha la Laurea. Quindi, o la sbattiamo in magazzino o a far il manichino ai “Grandi magazzini”.
    Saltai alla gola di tal fetente “referente”, fui deferito “infernalmente” e, dopo i “forzati”, obbligato a sforzarmi per non suicidarmi.Sì, questo libro, che leggiucchiai appunto mentre da “guardiano” guardavo i quadri, con indole “guardona” per le migliori Botticelli del “turismo” straniero, mi fu illuminante.
    Mi riconobbi subito nel Bob.Un genio paragonabile a Mark Twain, le cui circumstances l’hanno bloccato nella stanzetta.
    Neppure il figlio crede all’incredibile viaggio psichico di uno che si scopò Julianne Moore e ora è “murato vivo” e vorrebbe solo appendere al muro chi gli ha fatto perdere tutto.

    Si rimbocca le maniche, fa due conti (in tasca no…), e ritorna a scrivere, incontrando il figlio che, come abbiamo visto, l’ha (s)fottuto. Il figlio è un assistente sociale per i senzatetto. Gli homeless, quelli a cui preparano solo leomelette. E vengon trattati da “ominetti” perché, sotto il caminetto, non hanno una da riscaldare di tette.
    Il figlio comincia a commuoversi, e lo provoca perché si dia una mossa.
    Padre e figlio litigano, Jonathan (De Niro) “spara” a freddo, ipercongelato, “ficcando” altri colpi (ficcanti sessualmente no…), altri libri che nessuno leggerà, perché li riterranno solo freddure d’uno che (non) si scalda tanto.
    Invero, De Niro vorrebbe solo esser di nuovo rosso nelle lentiggini di Julianne.
    Invece, beve l’amaro Giuliani. Per digerire il fatto evidente (per il lettore e anche per lo spettatore, vedrete…) che, in effetti, è davvero un genio. Ma gli altri personaggi del film, come avviene nella vita “reale”, non lo sanno e non gli danno retta. E lui finirà solo che più inculato da “coglione”.

    L’importante è che lo sappia Falotico…

    Stenderei un velo (im)pietoso su gente penosa che, leggendo la mia prima opera, mi trattò a pesci in faccia e mi urlò: – Ah, allora, sei doppiamente scemo. Un genio che finge di essere depresso.
    Vai a dar via il culo! Ti strappiamo le palle. E pure le pagine.

    Siamo entrati in causa con tal malfamati, ora si son rinchiusi in casa per la vergogna.

    Vedi, a fare gli idioti da circo? Finiscono poi nelle stanze della stalla della loro testolina da bimbetti.
    E dire che s’eran messi in mezzo pure i genitori, gente molto “colta” e “cresciuta”.

  4. Jimmy Bobo – Bullet to the Head (2012)
    Ecco, si ficcassero in testa questo: sono come Stallone, prima o poi torno grande.
    E sono botte! Da guerriero della Notte!
  5. Flight (2012)
    Anni fa, incontrai una grassona fanatica di Denzel Washington.
    Le ero affezionato, anche perché Denzel a me piace. Un’affinità “erettiva” che se ne frega del razzismo.
    Le donne sono false. Non si sposerebbero, almeno qui in Italia, mai con un “nigger” ma, quando vedono il Washington al cinema, perdono la testa e, a bassa voce, pronunciano: – Se fossi mio, ti perdonerei tutto. Bruciamela come Nerone! Sono la tua bomba atomica d’Hiroshima!Come andò a finire con la grassona? Il “mio” non volò, ma la feci nera.
  6. Cloud Atlas (2012)
    Dicesi superstronzatona colossale di cast stellare.
    Tom Hanks rappresenta il grande attore che fa spesso la parte del fesso.
    Halle Berry rasenta il massimo, vero maialini?
    Come dico io, la mulatta allatta.
    Per il resto, mi sembra un “filmone” per quelli da latte.
  7. Killing Season (2013)
    Travolta ce l’ha con De Niro, che se ne vorrebbe solo stare in mezzo ai monti, dopo aver quasi lasciato le penne in guerra. Travolta ha un conto in sospeso col Bob.
    Si spaccia per amico ma se lo inimica subito.Ora, ve lo vedete il Bob, a quasi settant’anni, correre per gli Appalachi col fucilone in mano?
    Io sì.
    Per questo mi distinguo. Sfodero la cartuccia quando tutti pensano che non li colpirò.
    E fanno le giravolte come John, non capendo un cazzo del “loro” trivellato.Travolta: – Signor Falotico, l’ho scoperto. Lei fa il tonto di “richiamo della foresta” per non andare in guerra.
    Falotico: – Guarda che la guerra è finita. Posso leggere in santa Pace di Cristo questo “tomo” (in testa) di Marx, adesso?
    Travolta: – Cosa vuoi fare, il Rambo di turno?
    Falotico: – No, pensavo a un altro mercenarioChuck Norris. Un rombo di tuono nel tuo culo, razza di panzone!

 

“Bullet to the Head”, Trailer 2


28 Oct

 

Egli è il migliore nel business.

 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)