Posts Tagged ‘Voglia di vincere’

Uomini e lupi, L’uomo lupo, Benicio Del Toro/Wolfman, Lon Chaney Jr. e il mito (?) della licantropia, anche clinica


30 Jan

cape fear de niro

La società cambia a vista d’occhio e torneremo alla normalità dopo il Covid e la sua relativa pandemia?

Ah, mi dolsi parecchio in queste quarantene protrattesi sin allo sfinimento. Ma fui in passato sfibrato sebbene nacqui raffinato, perfino crebbi incompreso e diffamato, perennemente affamato in mezzo a tanti morti di (s)f… ga, sì, morti nell’autolettiga, soccorsi dall’ambulanza in quanto già deperiti e defunti nell’anima, sì, dentro prematuramente imputriditi, sfiniti e in manicomio presto sbattuti, anzitempo (dis)umanamente finiti. Poi sedati, stigmatizzati, semmai tardivamente dimessi quando in verità vi dico che, fin dalla nascita, ebbero e conservarono sempre un atteggiamento dimesso. Recitando la confessione religiosa prima della santa messa (sana?), svolgendo lavori umili da messi e, sensualmente, malmessi. Sì, messi malissimo. Lionel Messi invece è benissimo messo, campione di razza pura. Non credo canina, sicuramente calcistica.

Secondo me, Messi non è solo argentino. Ogni cognome che finisce con la i è infatti d’origine siciliana, emiliana oppure toscana, dunque Lionel ha ascendenze italiche, è un ibrido, un oriundo, un uomo che non sa probabilmente coniugare il gerundio e non conosce il mundio. Ovvero, secondo il vecchio diritto germanico, il mundio è il potere domestico esercitato dalla famiglia oppure dai crucchi che lo sconfissero nella finale di Coppa del Mondo, vale a dire del campionato di Calcio per conquistare la Coppa… del nonno o di tu’ babbo morto?

Sì, Messi non è mai stato campeón del mundo.

Ma gioca nel Barcelona allo stadio Camp Nou. Mentre il Real Madrid gioca al Santiago Bernabéu.

Che c’entra questo coi licantropi?

C’entra poiché Messi è uomo dalla barbetta simile a quella di Wolfman.

Sì, in Messi sono ravvisabili i tratti lombrosiani, cioè enunciati dall’italiano criminologo Cesare Lombroso, fisionomici e anche fisiognomici, dell’uomo permaloso, ombroso quando gli avversari lo falciano, di falli, poco graziosi. Al che, Messi, assalito da rabbia cagnesca alla pari di un cane pastore tedesco, detto volgarmente cane lupo, diventa lupesco. Anche volpesco.

Da eterno golden boy apparentemente timido, vulnerabile e indifeso, bullizzato come Michael J. Fox di Voglia di vincere, ecco che Messi subisce una metamorfosi pazzesca e mette tutti i difensori a garrese in virtù dei suoi dribbling suadenti e micidiali da metaforica, animalesca zoofilia combattiva, no, paragonabili alle feline movenze leonine, no, alle imbattibili serpentine basculanti d’un distinto, egregio e quasi grigio alano dal signorile portamento assai elegante.

Ora, secondo il succitato Lombroso, chi possiede i tratti del volto assai marcati… è da Messi smarcato dopo averlo vanamente braccato? Messi è immarcabile e, a mio avviso, Lombroso fu un lebbroso ad affermare così superficialmente che ogni Michael Rooker di Henry – Pioggia di sangue si possa riconoscere dai lineamenti spigolosi del viso. Sì, Lombroso fu vergognoso, parimenti delittuoso, oserei dire criminoso a inventare tali fantomatiche teorie criminologhe del tutto aleatorie, quasi velleitarie, di certo scabrose e pericolose. Per esempio, dopo aver visto Henry, Nanni Moretti di Caro diario pensò orribilmente che il suo regista, John McNaughton, necessitasse di cure da psichiatra de La stanza del figlio. Se avesse invece visto e assaggiato il seno di Uma Thurman ne Lo sbirro, il boss e la bionda, avrebbe dimenticato in fretta Laura Morante. Non curandosi il fegato amaro, da notte in “Bianca”, tagliando in modo certosino un certosino, no, il Mont Blanc per addolcire le ferite del cuore e dell’anima, leccando amaramente un barattolo di Nutella in confezione gigante.

Sì, De Niro amò Uma Thurman non solo nella finzione.

E io rimasi disgustato quando, in Nonno, questa volta è guerra, Uma si appella a De Niro, definendolo papà. Tanto di cappella, no, di cappello? Di falsità a cui (sc)appellarsi.

Veramente, davvero tutto ciò ha dell’abominevole. È più schifoso di Nick Nolte di Cape Fear – Il promontorio della paura e dello stesso De Niro/Max Cady. Uomo, il Max, che si acculturò, partendo dalle avventure, per l’appunto, di Max il leprotto e poi diventando il lupus in fabula.

Nell’edizione integrale del film appena menzionatovi di Scorsese, Juliette Lewis si fa… leccare il dito da De Niro. Secondo me, esiste una versione meno allusiva. In cui Juliette si fa leccare… sappiamo cosa. Una cosa rosa?

Ma ebbe ragione Orson Welles ad affermare che le scene di sesso esplicite non funzionano nei film “normali”.

Di mio, comunque so che il ragazzino di Ken Park, dopo essere stato “imboccato” da Maeve Quinlan in una scena più spinta di quella fra Vincent Gallo e Chloë Stevens Sevigny in Brown Bunny, divenne presto uguale a Larry Clark.

Larry Clark di Kids docet e la Sevigny (ap)prese tutto subito in modo precoce? Allora, Larry soffrì, forse ancora soffre, di un disturbo non tanto dell’apprendimento, bensì dello “svenimento?”.

Vai immantinente, Larry, di ammosciamento?

Ah, la Sevigny. Donna per cui venire subito al sodo, cioè al liquido granuloso, donna svenevole, donna per cui svenire, attrice e femmina a cui non darei né do o darò una lira.

Sì, vedo molti uomini lupi mannari in cerca di cacciagione sui viali. Molti di essi vanno con tope, no, tipe alla Sevigny, donna che in alcuni momenti sembra pure una pura come Chloë Grace Moretz, in altri pare invece un maschione come Nick Nolte.

Siamo sicuri che la Sevigny non sia Felicity Huffman di Transamerica e poi siamo certi che Dustin Hoffman di Tootsie non fosse in verità Robin Williams di Mrs. Doubtfire?

Di una sola cosa sono cervo, no, sono certo. Lon Chaney Jr. è l’unico attore della storia del mondo ad aver interpretato l’uomo lupo, Dracula, Frankenstein e la Mummia.

Al resto non credo. Per esempio, non credo a Freud. Penso che avesse ragione de Niro. Sì, di Terapia e pallottole e di Un boss sotto stress.

Il complesso di Edipo è una stronzata inventata da gente come Billy Crystal.

È normale? Con quella faccia…

Di mio, sono trasformista come Chaney Jr., versatile come De Niro, polivalente come Robin Williams, dovrei riallenarmi alla polisportiva per non mettere su la panza di Russell Crowe di The Mummy e ai mammoni ho sempre preferito il Mammut e film da “Oscar” come Son & Mommy.

Inoltre, debbo esservi sincero. Al plenilunio, non divento come Anthony Hopkins e Benicio Del Toro di Wolfman e non vado in cerca di donne come Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti.

A volte, ho sonno, altre volte riguardo Non ho sonno di Dario Argento, rileggo un giallo di Carlo Lucarelli e in passato mi allupavo per Selvaggia.

Lucarelli? No, Selvaggia e basta. Non so a tutt’oggi il suo cognome. Me ne fotto. Se non vi sta bene, mettetevi a pecorella smarrita. Presto inculata.

Basta con le porcate, evviva le scrofe, no, le belle strofe e anche le prose prosaiche.

Comunque, Ana de Armas è una zoccola. Una lupa che però allupa! E questo è quanto. Ora, sbranatemi.

 

di Stefano Faloticofrusciojoe don baker cape fear frusciantefrusciante 2

frusciante

ana de armas

Cape Fear (1991) - Max Cady (Robert De Niro)

Cape Fear (1991) – Max Cady (Robert De Niro)

Non scherzo, scaricatevi la sceneggiatura originale di JOKER e, a parte gli scherzi, molti di voi soffrono di licantropia clinica


23 Jan

voglia di vincereAbbasso i topos. I topos, chiariamoci, sono i topi detti al plurale greco, forse anche inglese.

Non so comunque se amino il bacio alla francese. Sarebbe da chiedere ad Alain Delon, uno che certamente non era brutto come un topo di fogna ma, diciamocela, era un tappo.

Sì, cliccate a questo link, scorrete in basso e cliccate ancora. Avrete in pdf la sceneggiatura originale di Joker firmata da Todd Phillips e Scott Silver.

Se cercherete nell’archivio di Deadline, troverete anche molte altre sceneggiature, compresa quella di The Irishman. Non v’imbufaliate di orgasmi da cinefili eccitati poiché non vi vedo nei panni di Russ Bufalino.

Siete solo delle viventi bufale. E, secondo me, confondente Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti con Balla coi lupi e con quello veramente esistito, a differenza di quello di Ted Levine del film suddetto, in una scena particolarmente svestito. Sì, scaricate e, se non sapete come fare, rivolgetevi a Salvatore Aranzulla. Se invece non sapete come farvele, scaricatevi un porno e scegliete quello che fa più al ca… o vostro.

Sì, è diventata una società di senza palle.

Tutti e tutte vogliono essere tributati di qualche merito, alcune si accontentano solo di un marito che a colazione mangi un maritozzo, altre si fanno i selfie per sembrare fighe come Ted Levine del Silenzio… E ho detto tutto.

Sì, la gente si scanna per una maggiore leccata. Elemosina piacere virtuale per due mi piace in più ma non ha gli attributi per scrivere, che ne so, un libro o anche una sceneggiatura. Insomma, molta gente vive solo di sceneggiate. E non sono solo napoletane. No, no, no. Ci sono anche le palermitane che mangiano solamente grissini torinesi per piacere a un uomo più magro del prosciutto di Parma, ci sono le fiorentine che amano la bistecca al sangue su carne di maiale di un ragazzo sardo che è pure sordo. Alcune donne sono belle come Ornella Muti ma vogliono un uomo mediocre come molti personaggi interpretati da Alberto Sordi. Sì, è un’umanità di Manzotin, una macelleria di persone affettate, no, poco affettuose, insensibili, vanitose, egoiste e golose, peraltro affette da licantropia clinica.

Patologia di cui soffrì il protagonista di Voglia di vincere, ovvero Michael J. Fox.

Il quale, dopo essere riuscito a far scopare suo padre in Ritorno al futuro, prima di ammalarsi di Parkinson, capì che a forza di fare il nerd non avrebbe fatto qualcos’altro. Per anni, non vide La luce del giorno. Appartenne alle tante Vittime di guerra alla Arthur Fleck. Gente traumatizzata sull’orlo della crisi psicotica. Poi incontrò un tipo cazzuto come James Woods di Insieme per forza e qualcosa, finalmente, andò per il verso giusto…

Sì, vedo la gente che non gliela fa più. Al che, la gente manda a puttane ogni valore morale e si dà al puttanesimo, appunto. Ragazze diligenti e pudiche scolare che studiarono doverosamente per avere un domani un posto come dirigente, cazzo, ora si prostituiscono sul web in cerca di olive non solo ascolane. Vedo maschi arrapati dopo un’adolescenza ad adorare il Cinema metafisico di Terrence Malick. Vedo pure il papa che, dall’alto del balcone del Vaticano, urla:

– Amatevi tutti, d’altronde Santa Chiara seppe benissimo che San Francesco non parlò solo agli uccelli. San Francesco, da animalista però giammai zoofilo, soffrì infatti di licantropia clinica. Lui parlò a tutte le passere, ai bisonti e a ogni donna che ne ebbe bisogno.

 

Joker è una storia che ritrae appieno l’espressione celeberrima contenuta nelle fave, no, nelle favole di Esopo.

Se non vi piace, pigliatevi la fave di fica, no, di Fuca e, se siete frustrati/e, cantate con Luca Carboni. Uno che fece faville con Ci vuole un fisico bestiale e riuscì a mandare in estasi, soprattutto in Ecstasy, tutte le ragazzine di ragioneria e delle magistrali col ritornello… Luca si buca ancora.

Morale della fava, no, della favola: parafrasando Terence Hill di Lo chiamavano Trinità. Non ci avete capito una minchia, eh? Se volete, ve la rifaccio.

Di mio, comunque, ora bevo un po’ di latte.

 

 

di Stefano Falotico

JACK TORRANCE meets JOKER: peccato che non diano più ZELIG, volevo incontrare Vanessa Incontrada ma andrò a vivere in altre contrade


03 Nov

abatantuono ecceziunale veramenteTutti pensarono che fossi timido ma con una bella voce alla Ermal Meta, insomma, non un metallaro con la voce da orco, invece devo solo tirare a campare per poter mangiarvi tutti. Ah ah.

Avete letto l’articolo sui migliori film tratti da Stephen King di Pier Maria Bocchi su FilmTv? Leggetelo perché questo mio pezzo lo sbrana, ah ah

Non vorrei che, Pier Maria, se mai sia dovesse leggere questo mio articolo, dalla rabbia ululasse come in The Howling di Joe Dante.

Come dico io, chi ha il pane non ha i denti e chi non è Alighieri Dante, alla pari del sottoscritto, non potrà mai trasformarsi, dopo la mezzanotte, in un Gremlin.

Poiché, quando scende la notte, l’uomo comune in maniera animalesca s’accoppia e fa le pecorine mentre io, essendo insonne, mi alzo dal letto e vado a mangiare un pecorino.

Sì, non m’è mai piaciuto accodarmi al gregge di pecoroni.

Sì, sono un cabarettista, un comico nato. Trasformo ogni quotidiana disgrazia in qualcosa di grazioso. Anche grinzoso. Sì, mi arrabbio e divento lupesco, quasi un animale ecceziunale veramente come Abatantuono Diego.

Poi mi calmo e divengo adorabile come un cagnolino tenero e delizioso. Ma sì, non dovete allarmarvi quando do di matto, sono il Jack Nicholson italiano. La mia non è pazzia, è istrionismo, versatilità, polivalente fare apposta il deficiente. Almeno, se reciti la parte del demente, tutti credono che tu lo sia davvero e puoi goderti il dolce far niente. Ah ah.

Jack è oramai in pensione, io al massimo, coi pochi soldi che ho, posso passare le vacanze in una pensioncina.
Dunque, a tutti quegli scellerati che continuano davvero a credere che io sia pazzo e da curare, prescrivo immediatamente una visita.

Non dallo psichiatra, però, bensì dal cardiologo. Devono avere davvero la panza piena e un appetito poco da ludri e lupi per trattarmi da agnellino.

Di mio, posso solo dire che Lupo solitario è il miglior film da regista di uno dei migliori amici di Nicholson, Sean Penn.

E col Jack de La promessa ho poco da spartire.

Sì, scioccati da questa mia licantropia benevola, potreste avere un infarto, guardandomi così. Ovvero più in forma di Michael J. Fox di Voglia di vincere quando diventa wolf.

Io sono specializzato nei mostri. Io stesso sono un attore monstre di me stesso. A volte, infatti, mi specchio e vedo un uomo piacente, spesso invece gli altri non si rispecchiano in me poiché, dinanzi al mio fascino da camaleonte, rimangono impressionati. E per invidia mi urlano che sono un porco quando i maiali sono loro.

Ah, sono persone facilmente suggestionabili. Pensare che si terrorizzano a guardare L’esorcista.

Anzi, vi dirò di più. Sconvolti da quello che reputano un mio cambiamento scientificamente inspiegabile, pensano che sia stato il demone Pazuzu a entrare/penetrare nella mia anima.

Suvvia, è gente superstiziosa da Esorciccio.

Di mio, per molto tempo volli spalmare Vanessa Incontrada. A una spagnola non si dice mai di no? O no? Ah ah.

Da quando ho iniziato a fare lo scrittore, sebbene i miei libri vendano poco e dunque non siano dei bestseller come quelli di King, appena una grassona alla Kathy Bates di Misery non deve morire, su Facebook, mi dice che ha comprato un mio libro, le dico di non provarci. Poiché, potrei essere un playboy come James Caan ma anche con lei molto cane.

Lei, di fronte a un mio rifiuto così terribile, capisce che oramai la sua vita sessuale sta vivendo L’ultima eclissi.

In questi anni, vi devo essere sincero, ho incontrato molti ragazzi simili ad Andy Dufresne de Le ali della libertà.

Sulla parete della loro cameretta, hanno affisso il poster non di Rita Hayworth ma della ragazza dei loro sogni. A volte, di nome fa davvero Rita, a volte è solo una bollita che ancora sfoglia le margherite.

Fatto sta che loro sono innocenti ma non riescono a uscire di casa poiché sono legati al letto come Carla Gugino de Il gioco di Gerald.

No, non hanno ammazzato nessuno ma sono semplicemente pazzi. Si sono rinchiusi da soli nella loro eterna adolescenza complessata da Carrie.

Comunque, sono simpatici. Quelli antipatici sono i cinquantenni frustrati che, non riuscendo più a scopare la moglie, ogni sera riguardano Stand by Me – Ricordo di un’estate.

Li comprendo. La loro moglie è più racchia di Shelley Duvall, appunto, di Shining.

Eppure, malgrado questi panzoni s’immergano nei lieti ricordi della loro infanzia felice per allontanarsi dal presente e, di patetiche reminiscenze passatiste, celebrare le loro melanconie, manco in questi momenti magicamente lirici sono realmente contenti.

Poiché ricordano che, in effetti, anche la loro infanzia fu uno schifo. Trovavano difatti sempre qualche bullo come in It.

Alcuni si sono salvati, sì, non hanno incrociato sulla loro strada un pedofilo come Tim Curry ma solo un pagliaccio come il clown di Pennywise della cagata di Muschietti.

No, questi qua non sono Tim Robbins di The Shawshank Redemption, nemmeno quello di Mystic River. Peccato però che non abbiano la fantasia di King e non sappiano dunque godere neppure del piacere delle loro esistenze horror.

Sì, molti di questi pseudo-adulti cazzuti si credono fighi come Matthew McConaughey de La torre nera.

Ho detto tutto. È la peggiore interpretazione di Matthew.

Queste persone però sono intimamente consapevoli di essere impresentabili. Al che, per fare i duri, hanno abbracciato le teorie filo-scioviniste di Hitler e compagnia non tanto bella.

Insomma, sono dei rincoglioniti come Ian McKellen de L’allievo. Di mio, che posso dirvi? No, non sono un tipo viulento al cento per cento come Diego, sono un giocoliere della mia anima come Maradona. Maradona non aveva bisogno di allenarsi. Cioè di stare assieme agli altri per migliorare. Anzi, a contatto coi brocchi, avrebbe perso il suo genio e avrebbe disimparato.

Gli altri si facevano il culo tutta la settimana mentre Maradona saltava tutti gli allenamenti.

Ed è per questo che Paolo Mereghetti è laureato in Filosofia e io no. Ma sono più bravo di lui sia come critico che come uomo.

 

di Stefano Falotico

nicholson shining

Mezzanotte della vigilia


23 Dec

Da “vigilante” non conciliato nel Morandini 2013! Letizia! Attizziamoli!

Serenità uguale piattezza e piatti da divorzi coniugali del congiuntivo bestemmiato di stoviglie che “vaglieranno” il vaglia del notaio per apparecchiare altre “amorevoli” tovaglie!!! 
Io “raglio!”. Imbavagliamoli!

Tale è la borghesia “emancipata”, al che m’affilio a “Radicali” estremità, “intollerabili” e sgradevoli, più altisonanti del dollaro sonante, “filigranato” e più intonato al mio rombo di tuono dei frastuoni “silenziati” dalle sporche coscienze. Intima, inviolabile calamità del mio non esser “calamita” ma “eremita” di mio non remar nelle fogne di massa, violente e perniciose, pestilenziale e d’obbrobrio come il debito dei loro “brii”, ammanicati a intavolar discorsi retorici per dirigere poi anche le “veniali” questioni nelle “vene erettive”.
Eruzione! Ruggito! Ruggine da smaltare! Ammattisco io i vostri mattoni! Smaltito, ecco lo smacco dello smalto su miei malti di birra! Ne verserò a fiumi! All’impazzata!

Sì, meglio un rettile che non è ipocrita ed esige, urlando senza vergogna, le sue minate pelli “scuoiate” da chi sculacciò il suo fondoschiena perché s’incamminasse te(r)so ai piedi d’un camino inculato con tanto di posacenere già bruciato del suo Cuore venduto a qualche “ardente” abbrustolirlo e non aderente nel brusio d’una che, lasciva, glielo sfilò, con tanto di portafogli per una vita signorotta da “quadrifoglio”.

Ecco che la voce, dal profondo seppellito per Tempo immemorabile, “spaventosa” si duole di quest’umanità “assolata” da non assolvere e condannare d’imperdonabilissimo monito in battaglia contro le moine e schierato vigoroso verso e “ritorto” a questi “monaci”.
Un clero furfante e farfugliante, che ingarbugliò di bugie, ingannò scannando il tuo “canarino” e, quando poteva alleviare, allevò solo le sue leve omicide per “sparare” su una micina.
Ah, con me tal miccia non funziona. Son io ad appiccare e ad appiccicarvi al muro, nell’impeto poderoso che nessuno frenerà. Me ne freg(i)o! Franerete delle vostre stesse colonne imbastite su donnicciole a pilastro vostro “orgoglio” manicheo su(olo) “manico” maschio.
Ah, pastrocchi e impiastri, avete fidanzate che “pasticciano” e vi ficcan in bocca le pasticche.

Io scelgo, d’acume ingegnoso, le parole a me più congenite al genio elevato, in quanto genetica “deviata” dai mortali comuni. Abbindolati d’ebete abitar “civili”. Sono l’abate e abito ove cazzo mi pare e piace!
Che austerità menzognera! Innalzate la pulsione a diritto vitale spaziale, sì, spaziate e spazzolate anche di pazzesco spezzar il pane senz’evangelico fingervi (?) angelici. Lo siete? Fate le finte?

La saturazione ora pretende le sudorazioni di chi, freddo “suinando” ma smutandato, fu scortese e irrispettoso, e barricò i “topi” d’altra fraudolente scappatoia, ove si rintanan scopando!

Ecco lo scoppio!

Leoni, su le criniere! Incrinateli! Se giungla è, allora ci vuole una scimmia migliore! Che di liane non sia giammai pecora da lana!

Ecco, io vi scovo, e ora voglio che nessuno implori ma, servile, scopi a terra il mio principio principesco. Da riverire anche se non converrete. Vi converrà, invece, se ancor vorrete “venire”, altrimenti “andrete”.
Arretrati, correte in ritirata! Io (r)innovo, disgelando la mia neve a vessillifera nave! Arredo!
Retrogrado moralismo, sarai iniettato del nettare “velenoso” al tuo sudicio altare.
No, non è immacolato ma già malconcio, perché da me otterrai solo una predica che t’indicherà la vi(t)a dell’inchino. Bevi il vino? Avvinazzati e sgozzati! Vano sarai in quanto mai divenir addiverrai! Io ti vanifico!

Aridi sarete asini ancor di più se di bu(gi)e volevate sbudellare.
Avete incontrato il “buio!”. Evviva la carovana!

Disgraziati, non vi saran grazie.

Ma solo il mio “amore!”

Recrimino, eccome, sui criminali, gente balorda dagli scempi inconcepibili di bile malsana e invidiosa. Accaniti in cagne che “caldeggian” le loro malvagie “fattezze” per cui provo inestirpabile “stupro” di me a osservarne l’orrido riflesso che non ha pena neppure della confessione a cui li forzeremo, agitando un po’, giusto un pochetto, di “ticchettio” appena udibile il lor mai attenuar le tenaglie. Cafoni e sguaiati nella stolta, stolidissima frivolezza che si fa beffe del prossimo, inchinati anzi di fronte ai bifronti frontali che infliggono in alcun sprezzo del pericoloso, essi stessi cagionevoli d’infelicità “soffusa” in palmo di mano a “lievitar” d’altre violenze che squadrano e incaselleranno per biologici esperimenti di carne da macellare.

Di tecnica “calcistica” piazzata lì, di forcing asfissiante saran cinti d’assedio perché i conti a noi, onesti, non tornan dirimpetto ai loro “tornanti scaltri” di “clitoride” e “c(l)oro”. Orgasmici noi siamo, natanti!
Di scatto furbo e malizia oscena innata, ancor attaccano e non si colpevolizzan d’ogni porcata.
A tambur battente, scalpitano “giocondi” del loro sorriso ameno, ché mai vien alle mani per “rispetto signoril” dell’ipocrisia più sottil e tagliente di “diplomazia”. Poiché non solo diplomati ma laureati con l’“aure(ol)a” squagliata di lode comprata con altre vigliaccherie, complotti e dunque codardo “dardeggiar” di “brillantina”.

Gente che assale il ragioniere, “fantozzizzandolo” per rincoglionirlo senza aver previsto la sua “calcolatrice” che potrebbe digitar loro in testa un cranio frantumato di studiati “calcoli… renali” a romper le reni.

Ah, mio padre che offrì generosamente la sua cortesia per regalar gioie ai poi vili delinquenti bravi a nasconder le refurtive d’altri balletti oratori e puttane orali al lor “orto”. Che orchi.

Allora, evviva il clown che t’ha sorpreso… con le mani nel sacco, “indossa” una pettinatura “cotonata” fuori moda e “fiera” d’anacronismo senza i Chrono deprimenti di tal vostro “cerebral” diagnosticare, masticando “illesi” e soprattutto illusi che il lupo, ammutolito, non sarebbe riscoccato in totale, possente forza distruttrice a chi sconfinò da cacciatore selvatico e, di barbarie, ne spel(l)ò l’anima, con colpi secchi e s-t-ud-iate “arti della guerra”. Dei “vincenti” già strangolati nel morto, brindando ad anni che sian augurio d’altra amarezza da ledere e scalfire con più “scafato fottuto genio stratega” che ficca nell’ano. Che schifo(si)!

Attenti, attenti!

Il comandante Che Guevara non tollera altri soprusi e lesto busserà alla porta degli impostori “condendoli” della detonazione “impuntata” nel loro bianco nerissimo.

Orsù, warriors, non permettiamo più a tali stronzi le frodi e affondiamoli!
Vendichiamo il sangue di stesso Taglione! Fuori i fucili dell’aguzza ripicca. Oh sì, impicchiamoli!
Ed eleviamo questi film paciniani a bandiera che non s’arrende.

1) Quel pomeriggio di un giorno da cani: Pacino da affissione in ottima compagnia. Voto 3,5.

Troppo poco, 6 stellette e una nel petto dello stronzo!

2) … E giustizia per tutti: Arthur Kirkland è un onesto avvocato di Baltimora. Giovane e intraprendente, tenta invano di fare pulizia tra giudici corrotti del Maryland. È un film di attori. Al Pacino recita con il piede sull’acceleratore senza mai perdere il controllo del personaggio. Voto 2,5.

Che cazzo di voto di merda è mai questo?

5 stelle e una tolta allo stupratore da lavare di torta in faccia!

3) People I Know: un dramma urbano sugli intrighi criminali che s’intrecciano a quelli politici, entrambi basati sulle relazioni pubbliche, le conoscenze, il denaro. Film desolato e disperato, incentrato sul personaggio di un fallito, raccontato con il ritmo e le cadenze degli effetti di una pastiglia di ecstasy, è illuminato dalla presenza, breve ma che lascia il segno, di una K. Basinger crepuscolare, intensa, bellissima, unico personaggio della storia fuori dalle brutture di un mondo cinico e corrotto. Voto 3.

Sì, bello ma non giusto.

4) Scent of a Woman: due pezzi di bravura: la folle corsa su una Ferrari rossa guidata dal cieco attraverso un quartiere periferico e il tango che il grande A. Pacino (efficacemente doppiato da G. Giannini) danza con una giovane sconosciuta. Ebbe l’Oscar. Voto 2,5.

Sì, zuccheroso ma la sparata finale vale 10 stellone!

5) Donnie Brasco: l’epilogo è di una malinconia struggente, ma anche uno dei più lucidi dell’ultimo Cinema americano: entrambi i personaggi sono strumenti e vittime delle istituzioni cui appartengono. Straordinario Pacino, ottimamente doppiato ancora una volta da Giancarlo Giannini; Depp (con la voce di Riccardo Rossi) si conferma a 33 anni come l’attore più duttile ed espressivo della sua generazione. Voto 4.

Sì, un capolavoro. Chi non ha apprezzato la sceneggiatura, più che Attanasio sarà attanagliato! Pollo è, meglio Paul!

6) Pacino sono io: un tizio anonimo, scambiato per Dustin Hoffman, s’incazza e tira fuori gli artigli. Sconvolti, i calunniatori finiscono sbattuti in tutti i manicomi! Voto inclassificabile per bomba!

Masterpiece!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Voglia di vincere (1985)

Genius-Pop

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