Posts Tagged ‘Vittime di guerra’

Spesso, sono meglio un panino di Burger King e le patate fritte col ketchup rispetto alla vita normale, meglio Her a lei, meglio Stallone di Rambo agli stalloni italiani…


29 Jan

stallone rambo

Sì, col passare del tempo, ho constatato che il mio costato è oramai trafitto in modo insanabile, il mio fegato non è però amaro e pensai, povero illuso, che amare corrispondesse a un infinito bello, non pentecostale né lurido ma puro. Limpido come il giuramento struggente di amabili due promessi sposi, non solo Renzo e Lucia, dinanzi all’altare, speriamo non della fascistica Patria. Finché morte non vi separi… alcuni si amano così tanto che, spolpati dalla gelosia, si sparano. Leggiamo sulla cronaca nerissima, ogni santo giorno poco sano, in verità vi dico cupissimo, di giovani amanti, fidanzati e sposi che si trucidano per colpa di corna assai più piccole di quelle di Lucifero. Perfino si scornano, si scocciano, si scorano e delle cos(c)e belle si scordano. Sì, molta gente si sposa, dopo essersi già accoppiata. Poi si accoppa. E allora forse aveva ragione Al Pacino di Scent of a Woman quando, rattristato e tumefatto nell’animo, più vedente la realtà in maniera lucida rispetto alla gente non cieca, bensì miope, bigotta e ipocrita che giudica e va giudea in chiesa per poi rinnegare ogni credo predicato e in modo fariseo (mal) praticato, sottomettendosi al dio danaro e desiderando non la donna d’altri poiché soventemente è più brutta della propria, bensì sconfessandosi maleficamente in maniera melliflua e mefistofelica, in modo viscidamente serpentesco, ecco, sì… Al ne ebbe ben donde ad adontarsi, non soltanto nella vista totalmente adombrandosi.

Poiché, accecato dallo squallore quotidiano degli ilici, preferì essere uno psichico piuttosto che accettare il piattume e il pattume d’una realtà giornaliera afflitta dal perpetuo, irredimibile vuoto pneumatico più fake d’una vecchia lira distrutta non solo dall’Euro, pure spodestata dalla Brexit.

In Inghilterra credono alla regina? Sì, in quasi tutto il mondo credono a un dio monoteista. Non so se siano peggio i Queen, no, se lo sia la Queen o un Padreterno inventato di sana pianta, in modo solipsistico, da gente più impresentabile di Babbo Natale.

Oh, lasciatemi delirare, lasciate che io non mi divinizzi a immagine e somiglianza della Provvidenza, lasciate che io mi “deniri” in Being Flynn. Sì, sono il Charles Dickens italiano misto a Mark Twain che, a differenza però di De Niro nel succitato film di Paul Weitz, non abbisogna della cristiana carità, non necessita della Caritas e, ai deleteri, ignorantissimi tutor della sociale previdenza, preferisce leggere Another Bullshit Night in Suck City.

Sì, ebbi ampiamente ragione io a non soccombere a una normale vita adattatasi alla mia età anagrafica, disconoscendomi anzitempo dai miei coetanei già facinorosamente carnali e immondi, (mal)educati da genitori falliti e fallaci a reiterare il culto eternamente generazionale del penoso, patetico, lento eppur putrescente, pian piano ingrigirsi, illudendosi di essere piacenti e indulgenti secondo il totemico, inscalfibile moto continuo del crescere comune e del viver sani e “bulli”. Sì, molti ragazzi ebbero le palle come Michael Beck de I guerrieri della notte, poi crebbero, ah ah, sì, incontrando una mig… ta come Mercy/Deborah Gaye Van Valkenburgh e, probabilmente, sarebbe stato meglio se avessero perso il treno, la metro in quella notte di sudori freddi… Sì, Warriors di Walter Hill è un capolavoro ma il suo finale non m’è mai piaciuto. È triste quasi quanto il finale di This Must Be the Place. Fatemi capire bene, anzi, fammi capire… Paolo Sorrentino, sciocchino. Sean Penn, ex storico di Madonna e di altre fig… e ella vergine santissima, nient’affatto virginali, in tale film è uguale a Robert Smith, non ama una come Amber Smith ma è sposato con Frances McDormand. La quale non è propriamente una dea greca o Miss Universo, cioè una velina cretina. È un “gran pagliaccio” che non ha mai rifiutato la sua immagine allo specchio in quanto derivatagli dal suo complesso vissuto, dal traumatico passato ereditatogli. Dunque, a mo’ di tragedia greca da Eschilo o partorita, di aborto, da altri filosofi teoretici semi-ellenici e molto poco concreti come il materico, sostanzioso Epicuro, al nazista fa il culo e integralmente lo denuda. Al che, avvenuta la catarsi, di sé diventa sicuro dopo essere stato nell’animo assai scuro. E avviene anche il cambiamento del look. Cosicché, da rockstar amante del suo essere nudo e crudo, forse metaforicamente “nude” glamour, si taglia il bulbo dal parrucchiere alleato dei capelli, Jean Louis David, compiacendo sua madre pazza che lo voleva medico o avvocato, piacendo perciò a ogni Scarlett Johansson. Donna praticante, in Under the Skin, una specie di boudoir da Cinema radicalchic.

Ecco, la donna più bella e affascinante avuta da Sean Penn è stata Shannon Costello. Mrs. nessuna. Slanciata, adoratrice del jogging, dal lato b sodo e tornito, sicuramente meno ricca della cantante Jewel e meno raccomandata di Leila George, figlia di palla di lardo di Full Metal Jacket.

Ora, molte persone credono fermamente che sarà presto annunciato il nuovo mistero di Fatima. Quale? Il mistero secondo cui Vincent D’Onofrio fece all’amore con Greta Scacchi? Sono dei poveracci da Lourdes, da Medjugorie, uomini e donne da pane e cicoria, uomini e donne non bellamente ambigui come la Gioconda al Louvre. Sì, l’ambiguità di Cheyenne, pre-revenge, del film di Sorrentino, era più figa di Charlize Theron.

Una che, comunque, a mio avviso non è un granché. Ho sempre preferito infatti una donna à la Monster piuttosto che una donna ambiziosa e sciroccata adatta solo a un coglione bellimbusto come Keanu Reeves de L’avvocato del diavolo. Scusate, per questa mia stro… ta, voleste farmi causa o bruciarmi la casa? Ve lo dissi, ho le corna in testa. Se vi azzarderete a citarmi in giudizio universale, contatterò subito Gesù de Il vangelo secondo Matteo e comprenderete che siete più bugiardi di Willem Dafoe de L’ultima tentazione di Cristo. Come no? Sognate la Theron ma debbo dirvi la veritas. Questa qua è una che vuole i soldi, gli Oscar, cinquemila ville a Beverly Hills e pure tutti gli uomini del mondo. Ce la farete a starle dietro o devo immantinente affidarla a qualche Silvio Berlusconi? No, chiariamoci su quest’aspetto, è di basilare e imprescindibile rilevanza. Roba da rotocalco delle falsità di d’Urso Barbara. Amici, le donne innamorate di voi vi vorranno solo per loro. Quindi vi accalappieranno, vi castreranno e vi sistemeranno non solo per le feste. Sarà un festino! Ah, poi rimpiangerete i tempi in cui potevate guardare nei giorni feriali, non solo nei festivi, un film in santa pace, un film spirituale e delirante di Jodorowsky senza spappolarvi l’intestino, in quanto ora penate, sì, pensate che nell’altra stanza lei stia intanto ammirando una pellicola porno con un attore dotato… di miliardi che la soddisferebbe di gioielli e Svarovski. Sì, Sean Penn era godibile quando frequentava Charles Bukowski. Per Mystic River vinse l’Oscar. Il personaggio di sua figlia, in tale film di Clint Eastwood, viene assassinata e stuprata dopo che, al calar della sera, diede al padre Penn/Jimmy Markum un bacio affettuoso. Mah, secondo me l’attrice che interpreta questo ruolo, ovvero Emmy Rossum, avrebbe dato volentieri qualcos’altro a Penn. La Rossum è del 1986, Mystic River del 2003. Azz, no, scusate. Aveva quindi diciassette anni. Sarebbe rimasta scioccata a vita come Tim Robbins, o no? Sean Penn, autore di Lupo solitario… sì, il lupus in fabula perde il pelo ma non il vizio. Sean Penn di Vittime di guerra docet. Porco era e tale è rimasto anche quando rubò l’Oscar a Mickey Rourke di The Wrestler. Vincendo con Milk!? Al solito, per via del mio carattere irascibile da Sean Penn di Accordi e disaccordi, litigo con tutti e tutte. Sì, basta con Jennifer Lopez e le U-Turn. Non facciamone una tragedia. La mia vita è peggio, è l‘incarnazione di una commedia. Comunque, ai De Niro di Joker, preferisco Rupert Pupkin, Travis Bickle e Max Cady. Sì, siete come Fantozzi contro tutti… Al ventunesimo del secondo tempo, avete capito chi sono. Complimenti, però. Io ancora devo capire perché le patate di McDonald’s fanno schifo al cazzo.

Forse, sono delle zoc… le come Linda Cardellini di The Founder. Non lo so. Di mio, non soffrii di melanconia né di ipocondria. Soffro ancora di atimia, di apatia e così sia. Se non vi sta bene, fatevi Emmy Rossum. Ora potete farle il culo, è maggiorenne. Se volete farlo a me, riguardate Rambo e poi ne riparliamo. Insomma, morale della fava, no, favola. Avete capito chi sono io ma non avete ancora capito chi siete voi.

Non importa, se ve lo spiegassi, vorreste ugualmente farmi il culo.

 

di Stefano Falotico

 

Il programma del festival di Venezia è più moscio di un eunuco ma vi andrò a riempire le mie “lag(u)ne”, basta anche con le lasagne e le (ciam)belle col buco


14 Aug

cruise eyes wide shut kidman

Che io mi ricordi, dall’inizio dell’adolescenza, pensai di suicidarmi ogni mattina. Poi, non avendo avuto io un’adolescenza, la gente senescente e malata di demenza pensò di ammazzarmi. Reputandomi un deficiente.

Mi salvai sempre per il rotto della cuffia, come si suol dire, per non dire qualcos’altro. Quando uno è fortunato, per esempio, gli si dice… sei un rotto in culo.

Solitamente, lo si dice anche agli omosessuali passivi sui viali. Luogo assai frequentato, all’epoca, dalla clientela dei miei coetanei. Gentaglia di bassa sega, no, lega. Credo che non abbiano neppure militato in Promozione, venivano sempre bocciati a ripetizione.

Ragazzi certamente in gamba che, a prescindere dalla loro sessualità normale o diversa, pensavano sempre a qualcosa fra le gambe. Diciamocela e non raccontiamoci puttane, no, puttanate.

Che io mi ricordi, trascorsi tutta l’adolescenza nell’infanzia. Cioè, anziché sverginarmi, aspettavo il sabato sera per farmi sfottere da chi se ne fotteva…

Comunque, aspettavo la domenica… degli Oscar.

Durante il resto dei 365 giorni, trascurando gli anni bisestili e agli ani estivi, lavoravo tantissimo. Sì, solo col cervello. Mentre gli altri si facevano, per l’appunto, il cosiddetto culo, io ero troppo occupato dai cazzi miei.

Ragionavo troppo ma mi diedero del cerebroleso. Dunque, fui preso di mira dai cacciatori. Non solo di uccelli. Sì, fui scambiato per il cervo che voleva rinascere a primavera alla Riccardo Cocciante. Invero, ho sempre amato The Deer Hunter.

La vita è un gioco duro come la roulette russa? Mah, per quel che ne sappia, molti reduci del Vietnam furono costretti a vivere in una roulotte. John Rambo solo fra i boschi.

Ad Apocalypse Now e Giardini di pietra di Coppola, ho sempre preferito Vittime di guerra del De Palma.

M’identificai in Michael J. Fox? Che ne vide tante? Non lo so, che io mi ricordi non vidi neppure quella della donna violentata da Sean Penn nel suddetto film poiché castrai subito la scena sul nascere in quanto la reputai scandalosa e tristissima.

Poi, anche Full Metal Jacket è una cagata. Dobbiamo darcela, no, dircela senza peli sulla lingua.

Kubrick non era una pacifista. Era un misantropo come Pino Scotto. E un misogino che voleva farsi passare per figo, inquadrando artisticamente il lato b di Nicole Kidman in Eyes Wide Shut.

Quando si dice, lascerà qualcosa ai posteriori, no, ai posteri.

Di sicuro, Tom Cruise lasciò sul fondoschiena (e non solo) di Nicole il suo liquido seminale. Kubrick, personalmente, non mi diede mai un cazzo.

Il suo Cinema è adatto a Umberto Galimberti e ad altri sociologi depressi.

Ho una tremenda voglia di stronzate. Voglio divertirmi e ballare.

Anche se ballo come John Belushi di The Blues Brothers, cioè da far schifo alla minchia, cazzeggiando non poco di movimenti anca-bacino da Christian De Sica di Fratelli d’Italia, fra una lambada e una che non s’è fatta solo la lampada, bensì tutti gli allampanati senza testa, ragazzi senza geniale lampadina, come si suol dire, qualche volta vado in bagno.

Per mandarvi a cagare.

Sì, è tutta colpa di Barry Lindon.

Difatti, credo che mio padre sia, malgrado i suoi settant’anni suonati, più inespressivo di Ryan O’ Neal ma a tutt’oggi più affascinante di Tom Cruise.

Non è vero che fosse e sia un uomo mediocre. E non ho da rimproverargli nulla.

Sapeva benissimo che, già a dodici anni, ce l’avevo più grosso di un pornoattore nero ma lasciò che mi masturbassi quasi solo mentalmente. Senza rompermi i coglioni.

I padri degli altri invece obbligavano i figli ad andare violentemente con la prima ritardata raccattata per strada. Così che potevano vantarsi con gli amici di avere avuto un figlio maschio davvero duro. Più che altro, un futuro nazifascista che non avrebbe mai e poi mai guardato un film di Kubrick né ascoltato Mozart in vita sua poiché di conseguenza avrebbe, prima o poi, così “istruito” dai “saggi adulti, “spinto” e maleducato alla cacciagione sessuale più turpe, stuprato la moglie di un loro collega medico. Semmai ginecologo o psichiatra.

Che poi l’avrebbe sbattuto in cura Ludovico. Tagliandogli le palle e curando la moglie dal trauma derivatole dall’aberrante violenza a lei praticata senz’anestesia né farmacologica sedazione.

Secondo me, la moglie del medico era già distrutta psicologicamente prima ancora di essere fottuta.

Quando, come Malcolm McDowell di Arancia meccanica, sapeva benissimo che suo marito scopava come un matto tutte le infermiere, tornando poi a casa nel rivedere, con gli “acculturati” amici, Orizzonti di gloria e soprattutto Shining.

Tanto per fare il trombone pieno di sé.

Ce la vogliamo dire?

Kubrick era da manicomio, io scrivo meglio di Tarantino e tua sorella è triste perché non ha mai incontrato Mark Wahlberg di Boogie Nights.

Al che, per fingere di essere intelligente e finemente romantica, adora i film intimisti più pallosi come Il filo nascosto.

Lo sanno tutti che Tom Cruise di Magnolia non doveva redimersi.

Se uno nasce una testa di cazzo, è giusto che prenda una giornalista dei miei stivali a mo’ di Val Kilmer/Jim Morrison di The Doors, e glielo ficchi in quel posto.

Il resto, compreso fare i cinefili da quattro soldi, è un alibi che vi raccontate per non ammettere che non ce la fate. Non siete Kubrick, non siete Paul Thomas Anderson, non siete Tom Cruise. Non siete un cazzo. Di mio, non credo più in dio? Può essere. Non credo nei falsi. Molti giovani, per esempio, sostengono che le discoteche siano frequentate solo da ricchi idioti. Può essere. Così come può essere, anzi, è verissimo, che gli stessi giovani che criticano aspramente le discoteche, oggi ce l’hanno con le discoteche, per l’appunto, domani però ce l’avranno con qualcos’altro. Solo perché non accettano che oggi lo si prende in culo, domani anche. Poi no, poi di nuovo sì. Finitela di credervi superiori e di recitare la parte degli inferiori o viceversa. Come dice Il Mago di Taxi Driver: chi più chi meno, siamo tutti fregati.

L’avevo già capito a tredici anni. Così come avevo anche capito che Cybill Shepherd era una figona ma anche una troia.

Sul resto della mia storia, vi racconterà De Niro.

Adesso, chiedete a lui, non ho più tempo da perdere. Devo vedere un film con Al Pacino.

 

di Stefano Falotico

Non scherzo, scaricatevi la sceneggiatura originale di JOKER e, a parte gli scherzi, molti di voi soffrono di licantropia clinica


23 Jan

voglia di vincereAbbasso i topos. I topos, chiariamoci, sono i topi detti al plurale greco, forse anche inglese.

Non so comunque se amino il bacio alla francese. Sarebbe da chiedere ad Alain Delon, uno che certamente non era brutto come un topo di fogna ma, diciamocela, era un tappo.

Sì, cliccate a questo link, scorrete in basso e cliccate ancora. Avrete in pdf la sceneggiatura originale di Joker firmata da Todd Phillips e Scott Silver.

Se cercherete nell’archivio di Deadline, troverete anche molte altre sceneggiature, compresa quella di The Irishman. Non v’imbufaliate di orgasmi da cinefili eccitati poiché non vi vedo nei panni di Russ Bufalino.

Siete solo delle viventi bufale. E, secondo me, confondente Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti con Balla coi lupi e con quello veramente esistito, a differenza di quello di Ted Levine del film suddetto, in una scena particolarmente svestito. Sì, scaricate e, se non sapete come fare, rivolgetevi a Salvatore Aranzulla. Se invece non sapete come farvele, scaricatevi un porno e scegliete quello che fa più al ca… o vostro.

Sì, è diventata una società di senza palle.

Tutti e tutte vogliono essere tributati di qualche merito, alcune si accontentano solo di un marito che a colazione mangi un maritozzo, altre si fanno i selfie per sembrare fighe come Ted Levine del Silenzio… E ho detto tutto.

Sì, la gente si scanna per una maggiore leccata. Elemosina piacere virtuale per due mi piace in più ma non ha gli attributi per scrivere, che ne so, un libro o anche una sceneggiatura. Insomma, molta gente vive solo di sceneggiate. E non sono solo napoletane. No, no, no. Ci sono anche le palermitane che mangiano solamente grissini torinesi per piacere a un uomo più magro del prosciutto di Parma, ci sono le fiorentine che amano la bistecca al sangue su carne di maiale di un ragazzo sardo che è pure sordo. Alcune donne sono belle come Ornella Muti ma vogliono un uomo mediocre come molti personaggi interpretati da Alberto Sordi. Sì, è un’umanità di Manzotin, una macelleria di persone affettate, no, poco affettuose, insensibili, vanitose, egoiste e golose, peraltro affette da licantropia clinica.

Patologia di cui soffrì il protagonista di Voglia di vincere, ovvero Michael J. Fox.

Il quale, dopo essere riuscito a far scopare suo padre in Ritorno al futuro, prima di ammalarsi di Parkinson, capì che a forza di fare il nerd non avrebbe fatto qualcos’altro. Per anni, non vide La luce del giorno. Appartenne alle tante Vittime di guerra alla Arthur Fleck. Gente traumatizzata sull’orlo della crisi psicotica. Poi incontrò un tipo cazzuto come James Woods di Insieme per forza e qualcosa, finalmente, andò per il verso giusto…

Sì, vedo la gente che non gliela fa più. Al che, la gente manda a puttane ogni valore morale e si dà al puttanesimo, appunto. Ragazze diligenti e pudiche scolare che studiarono doverosamente per avere un domani un posto come dirigente, cazzo, ora si prostituiscono sul web in cerca di olive non solo ascolane. Vedo maschi arrapati dopo un’adolescenza ad adorare il Cinema metafisico di Terrence Malick. Vedo pure il papa che, dall’alto del balcone del Vaticano, urla:

– Amatevi tutti, d’altronde Santa Chiara seppe benissimo che San Francesco non parlò solo agli uccelli. San Francesco, da animalista però giammai zoofilo, soffrì infatti di licantropia clinica. Lui parlò a tutte le passere, ai bisonti e a ogni donna che ne ebbe bisogno.

 

Joker è una storia che ritrae appieno l’espressione celeberrima contenuta nelle fave, no, nelle favole di Esopo.

Se non vi piace, pigliatevi la fave di fica, no, di Fuca e, se siete frustrati/e, cantate con Luca Carboni. Uno che fece faville con Ci vuole un fisico bestiale e riuscì a mandare in estasi, soprattutto in Ecstasy, tutte le ragazzine di ragioneria e delle magistrali col ritornello… Luca si buca ancora.

Morale della fava, no, della favola: parafrasando Terence Hill di Lo chiamavano Trinità. Non ci avete capito una minchia, eh? Se volete, ve la rifaccio.

Di mio, comunque, ora bevo un po’ di latte.

 

 

di Stefano Falotico

La mia previsione per la nomination Oscar al BEST ACTOR: poi basta con Woody Allen, con Cameron Diaz, con Fellini e i rincoglioniti, evviva De Palma e De Niro!


03 Jan

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Sì, questa è la mia previsione. Se risulterà azzeccata, non offrirò da bere a nessuno. Tantomeno a me.

Gli Oscar sono un gioco, un giochino, una lotteria e anche quest’anno non ho vinto quella di Capodanno anche perché non la giocai.

Per anni sognai però che Brian De Palma realizzasse un suo progetto mai compiutosi, ovvero Toyer, tratto da un libro di Gardner McKay.

Brian, non quello di Nazareth, bensì De Palma, covò a lungo il sogno di trasporre sullo schermo l’opera di McKay. Qualche anno fa, parve che tutto fosse pronto per i primi ciak. Il protagonista doveva essere Colin Firth.

Sì, io adoro Brian De Palma. È uno dei veri geni del Cinema anche se, ultimamente, va ammesso che non è più quello d’una volta, quello di film sensazionali e, appunto, al cardiopalma. Thriller magnifici come Vestito per uccidere, classici epici come Gli intoccabili, emozionanti parabole discendenti e tragedie scespiriane come Scarface e Carlito’s Way, pellicole potenti e indimenticabili come Blow Out e Omicidio a luci rosse.

Brian è l’incarnazione del suo maestro preferito, Alfred Hitchcock, misto all’essere un virulento e poliedrico, anche caleidoscopico, poeta del surreale. Un esteta, un abissale perfezionista, un uomo strano, amante dei noir, delle notti torbide, dei misteri irrisolti da lasciare brividi sulla schiena da accapponare la pelle.

Prendete Omicidio in diretta e Redacted. Due grandi film. Memore anche di Orson Welles, Brian ribalta tutte le aspettative dello spettatore a ogni scena, depistando l’occhio di guarda e accecandolo di piani sequenza da capogiro. Brian, vertiginoso, uomo che idolatra Vertigo, volteggia nell’anima dello spettatore e lo perturba, lo angoscia, lo mette a disagio, sconvolgendo ogni sua certezza bacata.

Quando credi di aver capito come andrà a finire la storia, Brian ti stupisce, regalandoti twist che M. Night Shyamalan si sogna, poveri baccalà. Ah ah.

Brian è un genio inarrivabile, uno dei miei registi preferiti in assoluto. Allora, prese James Ellroy e rielaborò Black Dahlia, donandoci un film che travisò il romanzo in più parti e allo stesso tempo lo reinventò, lo scompose e poi, essendo lui campione dei puzzle, nuovamente lo architettò secondo il mosaico della sua mente barocca, bizzarra e bizantina a forma della sua magica Arte cristallina.

Sì, assomiglio parecchio a Brian, altrimenti non mi piacerebbe.

Cioè canalizzo, introietto, capto, inghiottisco, sublimo e reinvento le mie peggiori paure nel dare a esse una forma espressionistica con tendenza al cubismo.

The Mask, rielaborazione banale delle Folli notti del Dottor Jerryll, gli ho sempre preferito il più veritiero e agghiacciante Doppia personalità, sebbene quest’ultimo non sia fra i film migliori di Brian.

Sì, come il protagonista di Toyer, nella mia vita fui etichettato come “psicotico” con tendenze mortifere da semi-pervertito e necrofilo, fui accusato di essere un mezzo pedofilo poiché adorai e ancora venero Melanie Griffith di Bersaglio di notte di Arthur Penn. Di mio, dicono che a volte assomigli a William Baldwin di Sliver ma sono gli altri a spiarmi. Sì, la gente è come Robert De Niro di Hi, Mom.

Allora, cosa dovremmo dire del grande Antonio Banderas? Sposato da anni con Melanie, interprete di Femme Fatale? Ah, questo dovremmo dirgli. Avrà anche interpretato Picasso ma la sua vita è ora Dolor y gloria poiché, anziché sposare Melanie, avrebbe dovuto dare Lezioni di anatomia a Rebecca Romijn.

Sai uno spagnolo che spagnole?

Sì, Melanie fu sopravvalutata così come Cameron Diaz. Codesta oca s’è ora ritirata dopo aver tirato molte oche e, di conseguenza, essersela tirata da porca, no, orca, no, topa.

Ma smettiamola. Voi sbavate facilmente, vi conosco, sapete? Cameron, sì, certamente è una cubana dal culo da cubista. Essendo natia di Cuba, forse è ancora castrista. Insomma, solo a un castrato non piacerebbe ma io vi dico che ha una bocca da papera ed è rifatta più di Pamela Anderson.

Voglio tirarmela da Daniel Day-Lewis, detto “Il macellaio”, di Gangs of New York. Va fatta a fette, diciamocela, è solo una ladra, una sgualdrina, una mentecatta, una suina buona solamente per la mortadella. È pure troppo pallida come la mozzarella.

Piace tantissimo a Enrico Magrelli. Per forza, Magrelli si accoppia con carne magra. Magrelli però non è magrino ma ha una bella pancetta, detta anche bacon.

Insomma, prendete questa Cameron, datela in pasto a un affamato del Camerun e conditela con salsa piccante assieme ad altre patate al forno. Spruzzatevi sopra della maionese e strapazzatela.

Guarda un po’ se devo perdere tempo con questa polla che vuole solo la quaglia arrosto.

Cari porcellini, finitela di cazzeggiare.

Sta arrivando nei cinema l’ultimo film di Clint Eastwood. Arrivate voi a novant’anni con questa classe e poi ne riparliamo. Vi vedo già sul moscio.

Clint non è mai pensionabile.

Woody Allen invece sì. Sono anni che s’è rimbambito.

E poi basta con questa magnificazione di Federico Fellini. Nacque a Rimini, girò i Vitelloni ma io l’avrei ficcato a Parma, patria del prosciutto e dei tortelloni.

A proposito, voi davvero credete alle cazzate che dico?

Ah sì?

Fate bene, tanto ne sparate più di me.

E questo è quanto.

Pigliatevi questo video e buon Fantasma del palcoscenico, no, buon Joker a tutti.

Ricordate, sono o non sono Il falò delle vanità? Certo che lo sono.

Finisco con questa: se pensate che io sia felice, vi sbagliate. Se pensate che io sia infelice, lo stesso vi sbagliate. Di mio, riesco a essere sia Michael J. Fox di Vittime di guerra che Tom Cruise di Mission: Impossible.

Insomma, un casino mai visto.  Adesso comunque voglio farvi ridere.

Come molti di voi sapranno, nella notte di San Silvestro fui a Monaco di Baviera.

Per anni vissi, fra l’altro, da mon(a)co.

Al che, mentre passeggiai per le strade tedesche, pure le olandesi mi fissarono, lanciandomi occhiate furtive e vogliose. Mi sentii male, sì, a me spesso il sesso, anziché darmi piacere, mi crea panico.

Da questo turbamento, nascono le mie malinconie, le mie creazioni, le mie dissociazioni-associazioni e il mio stream of consciousness.

Ora, dopo cinquemila anni, avete compreso di non aver capito un cazzo di me. Nemmeno io.

Ah, è davvero orribile essere come Stephen Dorff ed essere spacciati per Cecil B. DeMented. Si tratta di una cattiveria mostruosa.

Eppure, ribadisco, evviva Sean Connery, Kevin Costner ed Andy Garcia!

A parte le auto-celebrazioni, ma che film che è The Untouchables. Piango sempre quando ammazzano Sean.

Così come sarebbe uno scandalo non candidare agli Oscar Bob De Niro per The Irishman.0040030480860230_10215369939304568_7375210608242720768_o

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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