Joaquin Phoenix?
No, Jerry Lewis, anche alla regia. Poi reinterpretato nel remake anomalo de Il professore matto da Eddie Murphy a briglia sciolta, doppiato da Tonino Accolla.
Capolavoro della comicità pazzesca d’un Jerry Lewis super ispirato, titanico, travolgente, scatenato.
Che incarna due personaggi agli antipodi in un colpo solo, divorandosi il film con un carisma animalesco che stenderebbe qualsiasi malato mente, cioè ogni psichiatra affetto da cognitiva deficienza incurabile per via della sua ottusità an(n)ale, poiché interpreta un doppio character che sarebbe stato sbrigativamente individuato da tali strizzacervelli da camicia di forza, come sofferente di disturbo di personalità. Perfino, forse, socialmente pericoloso.
Che genio, Jerry Lewis. In questa strepitosa, cinematografica parodia del cupissimo, oserei dire lombrosiano, addirittura licantropo capolavoro letterario di Robert Louis Stevenson, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde.
Eh già, ça va sans dire, libro d’importanza socio-psicologica quasi pari all’opera straordinaria e immane di Todd Phillips, vale a dire Joker. È ovvio!
Jerry Lewis, in questa sua prodigiosa pellicola devastante, demenziale oltre ogni dire, quindi anticipatrice d’ogni Mel Brooks e Jim Carrey futuri e immaginabili, veste i panni di un timidissimo, praticamente handicappato, iper-impacciato, fantozziano professore universitario di giorno, il coltissimo ma per l’appunto socialmente impresentabile, nonostante il ruolo cattedratico riservatogli in forma prettamente stimabile, prof. Julius Kelp.
Mentre di notte, assumendo le fattezze caratteriali di Kevin Spacey di American Beauty, cioè distruggendo ogni falso perbenismo e ogni moralistico puritanesimo da quattro soldi, impomatandosi come Little Tony, si diverte come un matto a corteggiare ragazzine stupende, bionde e onestamente molto gnocche. Puttanesimo? No, abbasso ogni chiesastico cattolicesimo.
Facendosi chiamare Buddy Love. Un uomo dal fascino, appunto, mostruoso, un uomo che… come dicono le donne, solo a vederlo fa sesso. Forse anche un po’ ribrezzo. Ma un uomo talmente convinto, nella sua imbarazzante sicumera sensuale così secca, diretta, senza filtri, perfino apodittica da dispensatore di zuccheroso, brillantissimo sex appeal lontano da ogni farmacologica pillola, che tutte le lascia stordite. Come si suol dire, senza fiato.
A bocca aperta. Una boccuccia che se ne fotte… di chi ancora alle stolte regole da tonti abbocca, un uomo che bacia e si spinge oltre senza battere ciglio. Anzi, con le nerissime sopracciglia da Colin Farrell di Miami Vice, osa di avance decisamente osé con estremo piglio. Cioè, ci dà. Senza risparmiarsi in fallo, no, fatto di qualità o quantità.
Tutte se le piglia, eh sì, senz’eccezione alcuna.
Buddy Love, un uomo che non abbisogna di guardarsi un porno con Brandi Love e compagnia bella per prendere coscienza di essere un uomo fortemente, follemente erotico alla Falotico.
Non ha alcuna consapevolezza della sua aggressiva, fin troppo virile sfrontatezza ed è per questo che piace. Di brutto!
Poiché è così sfacciato da meritare una simpatia contagiosa, oserei dire maleficamente irresistibile.
Un uomo senz’ipocrisie di sorca, no, di sorta. Che va da una donna fighissima e le dice apertamente, sì, evidenzierei aperta-mente, che non gl’interessa se lei sia una commessa della Coop o una sfigata laureata in scienze educazionali, dunque una frustrata che lavora alle sociali cooperative. Poiché, visto che studiando come una secchiona, da nessuno cagata, giammai scolasticamente trombata eppur sessualmente nemmeno una volta scopata, ha fatto la fine di Arisa la cantante, da me ribattezzata la sincerità della sua psichica invalidità, adesso se la tira… d’acculturata. Da inculata, no?
Ah ah.
Sì, come spacciarsi per Santa Maria Goretti semplicemente perché nessun fighetto volle farla godere nel retto.
Ed è anche rettrice dell’istituto manicomiale ove tutti i matti, oramai d’ogni bene spogliati, in senso lato… b e non, vengono (dis)illusi dagli psichiatri che siano persone speciali.
Infatti, a squarciagola cantano il ritornello splendido splendente di Donatella Rettore. Rinominata dal grande Diego Abatantuono as Donatella Erezione.
Ah ah.
Sì, Jerry Lewis fu un genio mai visto.
Irrise la schizofrenia del vivere quotidiano. Un Man on the Moon senza mask.
E torniamo a Re per una notte e Taxi Driver.
Vero?
Suvvia, poveri idioti, vi si vuole bene.
Non è colpa vostra se siete dei mammalucchi.
Ebbene, a distanza di circa trent’anni, alla Notte degli Oscar potrebbe vincere un “villain”, proprio Joker/Joaquin Phoenix.
Così come quando il leggendario Sir Anthony Hopkins, sconfiggendo Bob De Niro di Cape Fear e Nick Nolte de Il principe della maree, anche Robin Williams de La leggenda del re pescatore e Warren Beatty di Bugsy, con soli venti minuti di presenza ne Il silenzio degli innocenti, dopo dieci anni in cui, abbandonato da “chi contava”, meditò spesso al suicidio, dimostrò la sua classe al mondo intero.
Beccandosi pure l’entusiasmo incontenibile di Iris/Jodie Foster…
Uno dei momenti più emozionanti di sempre.
di Stefano Falotico