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Finalmente il Cinema sta rispiccando il volo, Cronny annuncia ufficialmente il nuovo film ed evviva Steven Spielberg, ah, che WEST SIDE STORY è la mia e vostra vita!


29 Apr

davidcronenberg

ironside scannersMi stava scoppiando la capa! Ah ah. Oh oh, Crimes of the Future. Ebbene, oramai è ufficiale: David Cronenberg tornerà prestissimo alla regia assieme al suo oramai inseparabile Viggo Mortensen. Inoltre, nel cast della sua nuova opus vi saranno Kristen Stewart & Léa Seydoux. Ovvero due attrici straordinarie e, sensualmente parlando, due fi… he sesquipedali. Insomma, due super gnocche mai viste. Sì, voglio qui essere come Roberto Benigni che, parimenti a Cronenberg, sarà omaggiato con Leone d’oro alla carriera al prossimo Festival di Venezia.  Sì, Kristen e Léa sono due sgnacchere e patonze eccezionali. Roba da far impallidire la Raffaella Carrà dei tempi dorati in cui Roberto diede spettacolo, sollevandole la gonna in diretta nazionale! Ah ah.

Ora, non lasciamoci andare a incontenibili eccitazioni ed entusiasmi rizzanti, no, imbarazzanti e fuori luogo. Non mi pare infatti la sede pertinente per asserire com’è bello far l’amore da Tieste in giù, uh uh. Sì, la mia prima ragazza fu triestina, oramai lo sanno anche le pietre. Attualmente sto con una della mia città natia, vale a dire di Bologna o sto con una donna umbra, forse calabro-lucana, siculo-sarda o soltanto toscana? Voi, invece, amanti del turismo sessuale, fate tanto i santarellini ma poi, liberi da sguardi indiscreti, andate pure con le scandinave. Non mentite, italiani brava gente per modo di dire, ah ah!

Mah, con chi sto? Innanzitutto, sto bene o sono totalmente impazzito? Non lo so. In verità vi dico che lo so… benissimo ma è meglio che voi non ne siate informati a dovere poiché la mia lei è più bella, onestamente, della Stewart. Dunque, se vi confessassi il vero assoluto, dopo mezz’ora mi bombardereste di offese con profili falsi per demoralizzarmi e indurirmi, no, indurmi alla moscezza. Eh già, abbiamo tenuto duro in questi mesi di Covid duraturo e dunque mi pare giusto che continueremo a resistere, a prescindere da ogni resilienza del c… zo, al fine di godercela tutta senza mai più inibirci.

Detto questo, spostiamo ora l’attenzione da Cronny a Steven Falotico. No, Spielberg. Be’, Spielberg mi assomiglia non poco. Viene sempre, eccome, alla pari del sottoscritto, infatti accusato ingiustamente d’infantilismo. In quanto i cinici meno romantici pensano che io non meriti una biondona come Kate Capshaw. Ah ah. Sì, sono un archeologo spericolato della mia vita riesumata. Non abbisogno del carbone e di befane né di misurare la mia età in base al metodo scientifico del Carbonio-14. Come dettovi, sono l’eterno Peter Pan/Robin Williams di Hook. Steven Spielberg, checché ne dicano i vecchietti che hanno oramai perso ogni sogno e, per l’appunto, consolano le loro frustrazioni quotidiane, recandosi ad Amsterdam o in Brasile, eh eh, non è affatto puerile. Ha sempre saputo essere coniugale e fedele con Kate, sì. Ma ha altresì saputo saggiamente coniugare il puro… entertainment più fantasioso e fantascientifico, avventuroso e immaginifico (vedi E.T.Incontri ravvicinati del terzo tipoLo squalo e la saga di Indiana Jones) a film impegnati oltre ogni dire come Il colore violaL’impero del soleSchindler’s ListSalvate il soldato RyanAmistadMunichLincoln e via dicendo… Ultimamente, forse non piacque tanto nemmeno a me ma Steven, ricordiamolo, è uno dei grandi re della New Hollywood assieme a George Lucas e alla triade italoamericana registica più importante di sempre, ovvero De Palma-Scorsese-Coppola. Be’, ragazzi, a proposito di Coppola… sono sempre stato bello e un po’ “scemo” come Tom Cruise di Minority report o de La guerra dei mondi, miei mongoli? No, non sono Tom Cruise, non credo in Scientology ma non credo neppure a dio. Anche perché dio sono io e spesso debbo ammettere di essere solamente un povero cristo. Ah ah. Eppure, questo remake del celeberrimo film storico di Robert Wise e Jerome Robbins, stando almeno alle impressioni suscitatemi dal teaser, mi ricorda tanto I ragazzi della 56ª strada.

Insomma, per farla breve, mi pare oramai ovvio e inconfutabile che Steven Falotico sia un “bambinone” e un genio come Spielberg. Se volete dire che non è così, sapete qual è la verità? Siete per l’appunto gelosi.

Se volete essere “uomini” da turismo sessuale, dite pure che nella vita non abbiamo bisogno di “idioti” come Steven. Invece ce la vogliamo dire? Steven, bando alle ciance, è forse uno dei più grandi geni della storia! Della sua e nostra West Side Story!

Io sento una forza immane in quest’uomo pazzo, no, pazzesco. Una furia, un vulcano, una bellezza impressionante, una vita di colori, di balli e canti, di sanissima fantasia e fantascienza, qualcosa al di là della mera e squallida realtà. Steven, l’incarnazione dell’adolescenza eternamente sognatrice e al contempo molto matura, ovvero ciò che dovrebbe ritrarre e rappresentare un vero uomo.

Be’, devo esservi sincero. Per molto tempo fui scambiato per Forrest Gump. Infatti non è un caso che Robert Zemeckis sia grande amico di Steven e che Forrest Gump sia Tom Hanks, grandissimo fratello artistico di Steven. Fra l’altro, non so voi ma io adoro Ritorno al futuro e vado matto per Contact. E sapete perché? Perché io non posso accontentarmi di avere a disposizione una sola vita e sprecarla in porcate. Inoltre, in Contact vi è Matthew McConaughey. Anche in Interstellar di Christopher Nolan. Sì, dovete sapere che mille psichiatri mi diedero per morto come McConaughey di Dallas Buyers Club. A un certo punto, Stephen Hawking/Eddie Redmayne de La teoria del lutto, no, del tutto, divenne Eddie Redmayne de Il processo ai Chicago 7. Dunque, quaranta psichiatri con tre lauree a testa, piansero non poco, ah, piovve a dirotto. Perché di fronte ebbero Steven. Al che, improvvisamente tutte le loro teorie andarono a farsi fottere alla velocità della luce dei nani che furono? No, in un nanosecondo.

Poiché, come disse Ellen Burstyn in Interstellarma non mi volevano credere, pensavano che avessi fatto tutto da sola ma io sapevo chi era. Nessuno voleva credermi ma sapevo che saresti tornato.

– Come?

– Perché il mio papà me l’aveva promesso.

 

C’è bisogno di conoscere Einstein? No, non abbiamo bisogno della Scienza inutile. Abbiamo bisogno di grandi menti e grandi sogni. Dopo un periodo così buio come quello del COVID-19, abbiamo quanto mai bisogno di Cronenberg e di Spielberg. Forse anche di un fantasma…

Per esempio, F. Frusciante, “critico” youtuber sostiene che, se amate E.T. oltre i trent’anni, siete dei dementi. Mi permetto di obiettare e puntualizzare un pochino. Diciamo che, se si hanno quasi cinquanta primavere come lui e non si ama E.T., non è affatto vero che si è cresciuti… La verità è che si è divenuti cinici poiché fa più “figo” sparare cazzate per pagarsi le bollette. O no? La cosiddetta maturità che giudica tutto ma, invero, non produce poesia e fantasia, non dando nulla all’immaginazione e limitandosi a lapidarie mini-recensioni qualunquistiche del tipo… non esiste più la mezza stagione, mi rende molto triste. Che schifo, una vita intera a magnificare i capolavori dati per assodati e a essere un guru per ragazzini sovreccitati che non sanno neanche, oggigiorno, chi sia stato ed è ancora Steven. Diciamo anche che John Carpenter, amatissimo dal Fruscio, per Grosso guaio a Chinatown s’ispirò molto a Steven. Citando dunque Jack Burton: basta, adesso!

Quindi, se vogliamo affermare che Essi vivono è un capolavoro, è verissimo. Se altresì vogliamo donare un paio di occhiali da Roddy Piper al Fruscio affinché possa vedere il suo zombi “alien(at)o” da George Romero, no, da uomo antiquato, da reliquiario, da sua abusata espressione “troiaio” per far ridere i cretini, per quest’estate io stesso gli regalerò superbe lenti Ray-Ban. La dovrebbe anche finire coi Blu-ray. Ah, di mio sono Michael J. Fox di Back to the Future. Io amo i blue jeans, anche i Bee Gees.stevenspielberg

di Stefano Faloticospielberg west side story

George Lonegan/Matt Damon di Hereafter, riflessione spirituale, filosofica, psichiatrica, anche pubica


19 Feb

damon hereafter

Uhm, devo metabolizzare questo film. L’ho visto l’altra sera per la prima volta in vita mia. L’ho anche recensito ma non sono convinto che la mia recensione, a sangue freddo, combaci adesso sempre più con l’idea che ho maturato in merito al valore del film stesso.

Sicuramente non è indigesto.

Devo esservi sincero. Dopo averlo visto, non mi aveva lasciato buone sensazioni o, perlomeno, mi aveva appagato soltanto in parte. Scontentandomi decisamente per l’andamento troppo indubbiamente lento della prima parte, per alcune prolissità a mio avviso superflue, per il finale persino, oserei dire, un po’ imbarazzante, e per due degli attori protagonisti, ovvero Cécile de France e il piccolo Marcus interpretato cioè da Frankie McLaren. A proposito, l’altro fratello gemello, Jason, è davvero il gemello di Frankie nella vita reale? Suppongo di sì.

Anche se non trovo informazioni esaustive a riguardo che possano confermare la mia ovvia, elementare intuizione. Comunque, certamente, è il fratello. Non si scappa. Anzi, scappa da dei bulli e crepa, messo sotto da una macchina.

Ecco, partiamo dalla de France. Interpreta una giornalista francese ma Cécile, invero, non è francese di nascita. È belga. Poi, dall’età di diciassette anni, ha sempre vissuto nella Nazione della Torre Eiffel e infatti le sue lunghissime, morbide, magnifiche gambe (e l’incipit di Hereafter mi ha scombussolato non poco quando, mezza ignuda, soltanto in mutandine si alza dal letto, provocandomi un uragano Tsunami di proporzioni bibliche…), ecco, non perdiamoci in schizzi travolgenti, dicevo… sì, è una donna bellissima, non si fosse capito che ha sortito e sortirà in me un effetto cataclismatico, ah ah, una passera molto elegante, di alta classe.

Ma, secondo me, non era adatta per la parte. Eastwood l’ha presa solo perché parla appunto in francese?

No, non ci sta. Ripeto, assai fotogenica, anche troppo. Questo è il problema. Per il ruolo della sconvolta telegiornalista Marie, occorreva un’attrice forse meno appariscente ma di maggiore presenza attoriale.

Sì, semmai una bruttina stagionata. Non una gnocca esagerata. Ah ah.

Mamie Gummer, la figlia di Meryl Streep. Ha una faccia da manicomio. The Ward di Carpenter docet. Ma sa recitare ed è inquietante.

D’altronde, se sei figlia di Meryl Streep qualcosa avrai imparato, no? Anche in fatto di bruttezza, eh.

Oh, diciamocela. Meryl è grandissima ma è sempre stata un cesso. L’ho detta, cazzo!

E poi chi è quel bambagione che hanno scelto compagno di CECILIA? Si sveglia come un coglione, guarda fuori dalla finestra dell’albergo a 5 stelle, al che vede il mare aprirsi come ne I dieci comandamenti e non fa una piega. Rimane impassibile, restando immobile come uno stoccafisso, in contemplazione quasi adorante, come se avesse visto Mosè.

Peraltro, questa scena Eastwood me la deve giustificare. Possibile che un uragano di tale portata, guarda un po’ la fatalità, distrugga un’intera città costiera e invece non sfiora nemmeno questo bellimbusto?

Che rimane a torso nudo come in una pubblicità dei biscotti con tanto di boxer al motto… il mattino ha il Nesquik in bocca?

In realtà, non è colpa sua. In effetti, come detto, la notte prima aveva ingroppato Cécile e ci doveva mettere un po’ per ritornare a uno stato lucido di normalità. Ah ah.

Quello che invece non torna più “normale” è Matt Damon. Una sorta di Chris Walken de La zona morta, in versione più speranzosa.

Walken si sveglia dal coma, va dalla sua bella e scopre che è stata fottuta da un altro. Al che capisce che Martin Sheen scatenerà una guerra atomica ben peggiore di un’Apocalypse Now misto a Il cacciatore.

Aiuta la polizia locale per catturare un omicida bastardo ma poi tutti lo screditano e trattano da fenomeno da baraccone. Allora, compreso che non solo ha perso degli anni fondamentali di vita ma anche la sua donna, la sua cattedra scolastica e pure il saluto dei vicini, ma sì, andata per andata almeno incula il figlio di puttana, il Presidente della minchia, la testa di cazzo per antonomasia.

Damon, invece, oltre a beccarsi la super-sfiga di essere stato operato maluccio al cervello, si cucca una diagnosi sbagliata da dei malati di mente, degli psichiatri ciarlatani, schizofrenici e deliranti. I quali pensano che in verità non possegga nessun dono e lo stigmatizzano.

Mah, povero matto? No, povero Matt. In Italia, pensate, abbiamo il Divino Otelma. Uno psicotico allucinante e la gente l’ha reso pure ricco. Adesso capisco molte cose di questo Paese di ritardati.

Sì, continuate a farvi imbonire da questi domatori del circo. Il sottoscritto non lo imbonirete mai.

E se vorrete farmi credere che non sono un illuminato ma un puttaniere che racconta balle, ecco cosa vi aspetta.

Ve la siete andata a cercare. Sì, l’altra sera, e qui, sì, sparo una bischerata sconvolgente, una donna alla Bryce Dallas Howard ha chiesto d’incontrarmi.

Sì, l’ho incontrata. Al che ha cominciato a volermi istupidire. Mi ha detto che andrei educato maggiormente alla dolcezza. E io, ben lieto di essere allietato dal suo alito dolcificante la lingua sciogliente nel suo palato spappolante, le ho fatto assaggiare una noce moscata… fragrante, ah ah.

Lei ha gustato e sgranocchiato, se l’è snocciolato tutto, insomma. Masticando con appetito. Sì, sì, sì.

– Molto saporito ma ancora un po’ salato. Hai mai pensato che Antonino Cannavacciuolo potrebbe aiutarti a renderlo più squisito e succulento? Mettendo pepe a quel che è già un buon pene ma, sai, si potrebbe aggiungere qualche spezia speciale per far sì che possa sciogliersi in maniera più stuzzicante.

Una bella spruzzatina e via.

– Guarda che ha/o spruzzato ottimamente.

– Sì, sì. Ma è uscito dal forno stracotto.

 

Insomma, dove l’ho pescata questa qui? Al banco delle scadute? Non è donna di bon ton, sì, come tatto non la metto in discussione, sì, d’una sensibilità unica, oserei dire deliziosa. Soffice e cremosa.

Ma comunque è stata sgarbata e di cattivo gusto. Una mezza zoccoletta, diciamocelo.

Che cazzo voleva di più? Ah ah.

Ce la possiamo dire, signor Matt Damon? Meglio che tu questa qui l’abbia persa. Ti avrebbe portato al cinema a vedere Vincenzo Salemme e, nei momenti di sua forte depressione, ti avrebbe costretto a imparare a memoria tutte le canzoni di Elisa.

– Dai, canta con me. Mi sento giù, stasera.

– Va be’. Elisa ci può anche stare. Basta che non mi obblighi a cantare Laura Pausini e Francesca Michielin.

– Perché no? Sono bravissime.

– Certamente. A far la pasta sfoglia. Che poi manco quella fanno. Quelle, con le loro canzoni per deficienti croniche, rendono le adolescenti dei mattarelli. No, volevo dire delle matterelle.

– Sei proprio uno stronzo.

– Abbastanza. Infatti, sono sempre più solo.

 

E sapete perché? Perché non amo le mezze seghe.

Una sega bisogna spararsela intera. Senza misure che tengano.

Ora, una bella doccia fredda, a voi, ovviamente, e vi lascio al vostro mondo ipocrita da American Beauty.

Ah ah.

Sono sempre più grande.

Lo so.

Chi vuole l’autografo?

Matt Damon?

– Grazie, signor Falotico, mi firmerebbe il suo libro Il cadavere di Dracula?

– Certo, con molto piacere.

– Lei, quindi, per aver scritto questo libro avrà fatto molte ricerche sui vampiri.

– Sì, qualcosa sì. Ma mi sa che farò la fine di questo qui.

– Cosa? Lei si ricorda di questa gag di Aldo, Giovanni e Giacomo?

– Sì, io mi ricordo tutto. Siete voi che avete la memoria breve. E anche qualcos’altro.

 

E soprattutto: io la vedo molto bene, voi la vedete in maniera distorta, infatti neppure una racchia da competizione ve la dà.
Insomma, non la vedete proprio.

E nemmeno io vi vedo.

 

A proposito di Cronenberg, anche questo non scherza.

di Stefano Falotico

L’insospettabile Dr. Falotico/Don Shirley à la Mahershala Ali vi scrive lettere d’amore se volete…


12 Feb

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Ecco, avete visto Green Book? Quell’illetterato di Tony Lip/Viggo Mortensen è costretto ad allontanarsi da sua moglie per portare a spasso in tour, appunto, il dottor musicista Don Shirley, interpretato da uno splendido Mahershala Ali.

Al che, sta scrivendo una lettera d’amore alla sua lontana consorte. Comincia a leggerla al dottore e lui gli rinfaccia che è semplicemente dozzinale e patetica. Perché a una donna innamorata, rimasta sola e dunque bisognosa di parole lusinghiere, amorevoli appunto, calde e ispiratrici di torbida malia metafisicamente erotica, sì, al pari di una donna inconsolabile che soffre una sessualità castigata perché fedelmente coniugata a un marito che sta al fronte, non si può scrivere che stai seduto a mangiare le patatine…

Come la donna del private/soldato semplice Ben Chaplin de La sottile linea rossa di Malick, per intenderci, una donna rimasta temporaneamente vedova, va protetta con effluvi epistolari che sappiano coccolarla anche soltanto col pensiero.

Ecco, detto questo, ora inframmezziamo questo mio scritto da Sturm und Drang, da Daniel Day-Lewis de L’ultimo dei Mohicani con un episodio che ha avuto alquanto del disdicevole. Io oramai non mi scandalizzo più di nulla, ma…

Un attimo e poi ci arriviamo, abbiate fede e non quella nuziale. Ché poi, se litigate, sono cazzi davvero col divorzio.

Cazzo, be’, dinanzi alla Madeleine Stowe dei tempi d’oro, d’altronde, un uomo non aveva molte scelte, o le diceva infatti sfacciatamente che era una figa mondiale che poteva (s)battersela con Jennifer Connelly, rimediando forse uno schiaffo in faccia o arrivando, fortunatissimo, a una botta di culo pazzesca, in senso lato B e non, oppure romantico lo diventava per forza. Con Madeleine, no, non avevi molte opzioni. Dovevi esserle morbido e duro allo stesso tempo. Certamente, se a lei ti fossi presentato come ingegnere astrofisico, non ti avrebbe cagato. A meno che, essendo ingegnere della NASA, quindi più miliardario di lei, poteva sposarti per poi farsi il viaggio sulla luna con un altro più terra terra. Ah ah.

Ora, l’altro giorno, a tradimento, diciamo, son stato contattato da uno su Facebook. Uno che mi ha detto di essere un produttore musicale. Dalle foto del suo profilo, infatti, tutto lasciava presagire a un uomo dai gusti raffinati, un amante della bellezza universale come Chopin. O forse Sean Penn? Sì, Sean Penn con Scarlett Johansson pare che abbia suonato bellissimamente, anche robustamente, la carica in maniera “grilletto-vivo” con preliminari da Preludio op. 28 n. 15, sterzando poi su Richard Wagner con una Cavalcata delle Valchirie, detta più volgarmente cowgirl.

Sì, questo qui si è presentato a me come un fine conoscitore non solo della musica ma di ogni ars amandi sofisticata.

Tale la conversazione fra noi due, davvero “altolocata”.

– Bene, ho visto che sei anche tu iscritto a un gruppo niente male.

– No, non suono in nessun gruppo.

– Ah, simpatico. No, volevo dire che sei iscritto a Dee VIP.

– Ah sì? Boh. Su Facebook, m’iscrivo un po’ a tutto, a casaccio.

– Be’, quale è la tua donna dello spettacolo preferita?

– Ne avevo molte. Da parecchio non seguo il jetset televisivo. Ho cose più importanti adesso da fare che stare dietro alle oche della Radio Televisione Italiana e di Mediaset.

– Conosci però Diletta Leotta? Ti piace?

– Chi? La presentatrice, pseudo-conduttrice calcistica?

– Eh già. Non è male, no?

– Sì, in effetti è una donna bellissima.

– Ecco, te ne sei mai sparata una su di lei?

– Ma che domande sono? Come ti permetti?

– Su, dai, mi hai detto che ti piace. Piace molto anche a me.

– E quindi?

– Una di queste sere ci spariamo una sega (lui, anzi, ha detto testualmente ci seghiamo) assieme su di lei?

– Senti, pervertito, ti blocco subito. 1: non ho quindici anni e nemmeno a quell’età mi son mai segato, come dici tu, in compagnia. 2: sei una sega totale. Un nano onanistico.

– Ma sì. Non me la prendo. Era per chiedere. Non si sa mai. Sai… potevi anche starci.

– Ok, ora ti blocco.

– Fai pure, carissimo. Ma, prima di bloccarmi, posso farti un’altra domanda?

– Acconsento. L’ultima e poi sparisci per sempre dai coglioni?

– Il tuo di quant’è? È grosso, è lungo?

– Abbastanza. Trenta centimetri. Alla prossima domanda sconcia te lo sbatto in testa. Una bella mazza(ta).

– Uhm, trenta centimetri. Un ottimo arnese. Sicuro che vuoi bloccarmi? Sai, come si suol dire, una mano lava l’altra…

 

Orbene, nella vita, alla soglia dei quarant’anni, può succedere d’incappare in personaggi del genere. Un sottogenere, per così dire, alquanto “boschivo”.

Terminata la “pratica” mai avvenuta, per fortuna, con questo segaiolo omosessuale-bisex dai vizietti alquanto discutibili, passiamo al resto.

Un mio amico, da tempo, non scopa più con sua moglie. Lui è sempre lontano da lei per lavoro. E lei risponde ai suoi telegrafici ma passionali messaggi WhatsApp con deprimenti pollici su. E basta.

 

– Stefano. Voglio farle capire che per me lei è importante. Vorrei scriverle, come si faceva una volta, ai tempi di Leopardi, sebbene io non sia all’antica, una bella lettera d’amore. E chiederle la mano in maniera superbamente commovente. In modo tale che, dinanzi a una proposta di matrimonio, così magnificamente esposta, lei capirà davvero che io la amo sconfinatamente e mi sposerà.

– Va bene.

– Quanto devo darti?

– Niente. Non si fanno certe cose… per soldi.

– Sei un tesoro.

– Ti sei già portato avanti? Insomma, hai già buttato giù qualche riga?

– No. In verità, sì.

– Posso leggere la prefazione, diciamo?

– Non è un granché.

– Non importa. Fammi per piacere leggere.

 

Ciao Melissa,

son qui stasera, dopo essermi spaccato il culo, triste e solo come un cane. Sto leccando e succhiando… la melassa ma mi mancano i tuoi baci dolci come la più lieve glassa. Finito che avrò di leccare non solo quella ma soprattutto pene… d’amore, berrò anche una buona cioccolata calda.

Tu mi pensi? Ieri sera, so che hanno ridato, su LA7, 9 settimane e ½.

Adori quel film. E io adoro te. Sono dodici settimane e un quarto che non ti vedo, che non ti sento. Che non ti annuso.

Mi mancano, onestamente, le tue gambe profumate, vellutate come la seta. Di te ho fame e sete. Mi struggo nel rimembrare il tuo culo quasi da Kim Basinger.

Ti amo. Ma voglio dirti altro… Io ti darei tutto…

 

– Come inizio, prima poi di dichiararle che voglio convolare a nozze con lei, che te ne pare? È buono?

– No, fa veramente schifo al cazzo. So io a cosa convolerà se le manderai una troiata del genere. Non convolerà a niente, semplicemente volerà altrove e il tuo uccello, detta come va detta, precipiterà come un aeroplanino di carta, molto moscio. E non ti basterà bere mille Red Bull per mettere le ali…

Questo lo sai, no?

– A me pareva un buon incipit.

– Siediti qua. Scrivi.

– Non siamo alle elementari. Che fai il maestrino e io, sotto dettatura, scrivo come un bambino?

– Ah, perché? Cosa sei?

Scrivi!

Ciao Melissa,

è stato il compleanno di Jennifer Aniston. Ha la tua età, sai? Cinquanta, meravigliose primavere. Una donna bellissima. A cinquant’anni schiena tutte quelle di venti. Le sue gambe sono sensazionali, il suo sorriso letizioso è morbidamente allineato alla parola beltà. Sorridente estasi mastodontica snocciolata in un’eleganza sensuale davvero mozzafiato.

Jennifer Aniston mi fa impazzire, Melissa.

Ma devo dirti questo. Voglio esserti schietto.

Melissa, la tua voce par che io sensibilmente la oda da qui. Qui, ove ora dormo solo in queste notti buie e livide. E sterminatamente la tua voce, rocciosa, melodica, soffice e delicata come lo spumeggiante seno di Jennifer Aniston, sì, soave come la sua venustà femminile oltre ogni limite, divampa sublime nella fragile, incostante monotonia di queste mie giornate senza sole in cui m’accorgo di essere un uomo, senza di te, con tanti limiti.

Tu, Melissa, sei la mia forza. La mia luce e la mia potente energia dell’anima. Devi sapere che, se un domani Jennifer Aniston mi chiedesse di uscire con lei, questo non avverrà mai.

Ma non perché lei è un’attrice di Hollywood e io semplicemente un uomo comunissimo e neppure tanto bello e ricco.

Perché io, anche se Jennifer Aniston dovesse impazzire e mi domandasse d’invitarla a cena, preferirei passare la serata, guardando i tuoi occhi, Melissa.

Vuoi sposarmi?

 

– Ci metto P.S.: bacio ai bambini?

– Ma non avete figli tu e Melissa.

– Sì. Ma dopo questa lettera ne avremo molti.

– Su questo puoi starne certo.

– Sei davvero un grande amico. Non so come ringraziarti. Adesso però, scusami, devo andare.

– Dove vai così tanto di fretta?

– C’è una zoccola, a cui avevo chiamato un’ora fa, che sicuramente è già nel mio albergo ad aspettarmi. Ciao!

 

Ho detto tutto.

Ora vado ad ascoltarmi la Settima di Sciostakovic.

Mentre il mio amico suonerà con la bagascia russa, forse di cognome Davidovic, il suo “campanaccio” o solo campagnolo, nella spagnola della sua quarta con tanto di vodka e whisky naturalissimi…

Per farla breve, cioè sveltina…

No, non sono Day-Lewis de L’ultimo dei Mohicani, mi pare ovvio, neppure Mickey Rourke, mi pare altrettanto palese. Potrei essere Cesare Pavese? No, meglio un Pavesino.

I miei vengono da un paesino. E non sono Don Shirley né una leggenda del pianista sull’oceano.

Al che, torna a farmi visita il mio amico. Gli offro un caffè. Senza zucchero perché quello l’ha già mescolato alla russa.

– Però potresti diventare davvero uno dei più grandi scrittori italiani.

– Non esageriamo.

– Sai, amico. In ogni grande storia d’amore, un uomo quando va giù ha bisogno di una donna che lo tiri… su, e viceversa.

In ogni bella storia d’amicizia, ci vuole qualcuno di fidato che ti regga il monco, no, scusa, quello è mio zio, volevo dire il moccolo. No, scusa, quello non sei tu. È quel finto amico geloso di me ché sto con Melissa.

Hai bisogno cioè di un amico che ti regga il gioco.

Se ti fidi di me, lo diventerai davvero.

– Ma tu non sai scrivere non solo una lettera d’amore ma neppure la letterina di Natale.

– Questo non c’entra.

 

Su quest’ultima frase, peraltro, si riconosce, a seconda di come viene interpretata, la classe di uno.

Se il questo non c’entra maliziosamente viene visto come omosessualità, potete andare subito da uno psichiatra.

Perché soffrite di manie interpretative e non solo sessuali. Proprio di distorcimenti lessicali dovuti alla vostra scarsissima preparazione culturale.

E vedete sesso dappertutto.

Insomma, la maggior parte delle persone. Che ficcano… il sesso in ogni gesto, in ogni espressione, perfino in ogni accentazione del parlare per sembrare più fighe e per fare colpo.

Persone mediocri, squallidissime. Che però si credono appunto sexy.

Se invece in… questo non c’entra ci vedete una semplice lealtà amicale fra due persone che, nonostante le loro diversità, e cazzo non parlo di quel tipo di diversità, hanno finalmente capito i valori della vita, siete a cavallo.

E stavolta cavallo sta anche a significare che di tutte le invidie, le subdole cattiverie e anche di qualcos’altro… ve ne fotterete.

– Stefano, perché prima di questo scritto hai inserito il tuo video su Bohemian Rhapsody? Sottintendeva qualcosa?

Ti piace Freddie Mercury?

– Sì, ho tantissimi idoli musicali e non. Mi è sempre piaciuto.

– Quindi, sei omosessuale?

– Perché mai?

– Beh.

– Vai a dar via il culo, idiota.

 

 

 

di Stefano Falotico

Ci siamo scordati di Woody Allen, incorreggibile: meglio un uomo cupo che uno stupido, meglio la pornografia noir alla socialità “light”


03 Feb
YEAR OF LIVING DANGEROUSLY, Sigourney Weaver, 1982, (c) MGM

YEAR OF LIVING DANGEROUSLY, Sigourney Weaver, 1982, (c) MGM

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Sì, lo so. Chiedo venia. Chiedo anche vene. Mi avete dissanguato. Vado ora a comprarmi il cappellaccio da stregone alla Rocky Balboa e canterò questa canzone… del Carosone, miei uomini da strapazzo ancora fermi al Carosello. Sotto al lampione, ma quali banane e lamponi.

e passa e spassa sotto a stu balcone ma tu si guaglione tu non cunusce i femmene sei ancora cu si giovane tu si guaglione…

No, purtroppo io conosco le femmine. Tant’è che, a forza di conoscerle, stavo diventando effeminato. Come si suol dire. Mi ero talmente immedesimato, trasfuso, condiviso da rischiare la fine di Almodóvar.

Le donne erano sull’orlo di una crisi di nervi. Io sull’orlo di una crisi di cervi. Sì, da fanatico del film Il cacciatore, dopo tutto quello scombussolamento, avevo la testa, e non solo quella, fottuta. Dovevo giocare alla roulette russa. E smetterla con tutte quelle sottane. Mi stavano drogando di bambinate. Mi stavano invogliando a leggere Moccia.

È lapalissiana la mia incontrastabile misoginia, la mia misantropia incurabile, la mia genialità ovviamente disturbante i piccolo borghesi banali e perbenisticamente nauseanti, la mia schizofrenia inculante, il mio uomo allunato che piace agli omosessuali strafottenti e allupati a cui caccio un pugno tonante, il mio sarcasmo galoppante e le vostre arteriosclerosi devastanti.

Sì, è stato tutto chiarito, acclarato nero su bianco.

Ah, il noir. Cosa c’è di meglio se non gustare in solitudine un giallo di Agatha Christie lontano dai poveri cristi che fanno i piacioni come Hayden Christensen? Un bel biondino. Sì, anche uno stupidino.

Mah, di mio, credo di essermi sparato qualche sega semmai su Helena Christensen da vero cuore selvaggio alla Chris Isaak. Sì, Chris è un bel nome, come Walken Christopher. Colombo Cristoforo invece no. Era un illuso quel Colombo, ha fatto la scoperta dell’America. E manco quella perché fu il Vespucci.

Sì, secondo me la storia è questa. Quell’Isabella di Castiglia scopava poco e aveva trovato l’italiano Cristoforo. Uno dal sangue caldo col suo “mandolino”. Colombo accettò di trombarsela a costo che lei gli comprasse le caramelle. No, le caravelle. Santa Maria! Comunque, alla Sigourney Weaver di 1492 – La conquista del paradiso anch’io avrei dato una botta e non solo una. Ma soprattutto a quella di Alien. Ottima passerona in quel film con quegli slip da Intimissimi.

Alien dura circa due ore ma per me furono tre. Verso il finale, quando Sigourney si spoglia, ricordo che misi in pausa e mi alienai dal mondo, tirandomela di brutto per sessanta minuti. Sì, c’è il film col Cage. Fuori in 60 secondi. Io, dopo aver carburato con una masturbazione al diesel, eiaculai col turbo dopo un’ora circa. Con estrema calma, gustando tutto il suo inguine depilato con tanto di zoomata sulla zona pelvica della Weaver. Finito che ebbi l’auto… palpamento, me lo sparai… fino in fondo. Io ero andato con gli ormoni fra le stelle, l’alieno era stato sbattuto nello spazio.

Fu una sega magnifica, da vero gorilla nella nebbia. Un an(n)o vissuto pericolosamente. Sì, in questo film di Peter Weir, la Weaver tocca l’apice della figona. Il suo accavallamento di gambe al bistrot è sensazionale, paragonabile all’Alba Parietti dei tempi migliori, prima del botulino.

Le cosce di Alba son sempre state ottime come un pasticcino con la crema, la sua faccia molto meno. Basti vedere il figlio, nato dalla sua relazione con Oppini.

Avete presente il protagonista blu di Avatar? È lui.

Per molto tempo, non confidando mai niente a nessuno, soprattutto in merito alle mie donne preferite, fui scambiato per Linda Hunt. Sì, una specie di figlia di Fantozzi, Mariangela, dalla sessualità dubbia.

La mia prima ragazza, o pseudo tale, capì benissimo che dietro questa faccia da Mel Gibson sognatore dagli occhi non azzurri bensì neri, dietro Gli anni spezzati, si nascondeva invero il suo amico Mark Wahlberg. Quello di Boogie Nights.

Andò piuttosto bene, anche troppo. Infatti, le facce di me e lei a fine scopata furono queste. E ho detto tutto.

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Io rimasi distrutto, avevo scoperto che mi ero inspiegabilmente tagliato metaforicamente l’uccello senza motivo, lei fece una faccia di cazzo sconvolta.

La scopata durò abbastanza, la nostra relazione non tanto. Ottenuto quello che lei voleva, “appurate” le mie doti nascoste e trivellate, da lei ficcate, si annoiò a stare con me. Mi portava sempre al ristorante cinese e mi trascinò anche a guardare Sin City di Robert Rodriguez.

Sì, carino Dal tramonto all’alba, un po’ sopravvalutato, invece la nostra storia durò, duramente, dalla notte al giorno.

Lei era stata vampirizzata dal mio carisma a pelle, mi aveva spappolato le palle in ogni sen(s)o, succhiato tutto il collo e anche altro, soprattutto altro, poi mi scaricò e m’incazzai come Danny Trejo di Machete. Ma non perché mi aveva mollato ma perché mi aveva reso un Desperado.

Furono anni orribili quelli che seguirono. Anni in cui, avendo scoperto il mio “talento”, ero attratto dal gentil sesso in maniera incommensurabile quanto angosciato in modo sproporzionato, in maniera proporzionale alle mie dimensioni da iperdotato, all’idea di poter incontrare soltanto una zoccola che mi avrebbe spennato.

Incominciai a fumare forte per scaricare il nervosismo, lo stress da prestazione. Ero diventato Gene Hackman di Heartbreakers – Vizio di famiglia. E tutte le vedove inconsolabili alla Angela Nardino/ Max Conners/Ulga Yevanova attentarono ai miei “gioielli” preziosi. Sì, ero molto corteggiato dalle donne dell’Est. In generale dell’estero.

Uno schifo, credetemi.

Mi stavano corrompendo, trucidando ogni residua innocenza oramai non andata a puttane ma quasi.

Ero tramutato in una testa di minchia. In una scimmia.

In uno scemo qualsiasi. Che aspetta il sabato sera per leccare la passerina di qualche “bambina”. E far finta di lavorare durante la settimana per farsi stimare falsamente da finti amici e da genitori antiquati e retrogradi che mi avrebbero detto: oh, così mi piaci, stupendo, normalissimo, un uomo che crede agli amori frivoli, ai soldi e alla gnoccolona! Vai! Ah, sì, basta con queste tristezze da film di Paul Schrader. Goditela!

Grande.

Sì, una merda.

Il Falotico è nato per essere un amante… del Cinema. E vi rivela anche qualcosa che non vi piacerà affatto.

Sveglio lo è sempre stato, erano gli imbecilli che dormivano dietro una bella mascherata.

Sì, ho sempre amato la pornografia, i film erotici, le storie tese, nere, le anime dissolute, le persone vere.

E mi son sempre stati sui coglioni i ragazzini che adoravano L’ultimo bacio e stronzate simili.

Volete vedere un capolavoro sulla vita e sull’amicizia? Riguardate appunto Il cacciatore.

Volete vedere un film, sì, buonista ma bellissimo? Sparatevi Green Book. Ma lasciate perdere, per piacere, le disamine all’acqua di rose, i luoghi comuni, le puttan(at)e di massa.

E soprattutto quel demente di John Lennon con Imagine. Sì, roba che le donnette e le ziette avevano gli orgasmi a sentire una canzone così patetica e strappalacrime.

Anch’io immagino un mondo migliore ove tutta la gente si bacia e abbraccia.

Ma questo, realisticamente, non è possibile.

Ci sarà sempre qualcuno che vorrà fare lo stronzo.

Combinare casini e porcate perché gli stanno sulle palle le persone libere.

E gli piace, sadicamente, giocarci. Suggestionarle, coglionarle e pensare che siano sempre così stupide da non accorgersi mai delle sue prese… per il culo.

Così come nascerà, d’altro can(to), sempre l’osso appunto troppo duro.

Ciò non è eccezionale per lo stronzo, ma è un pugno allo stomaco da fargli andare di traverso ogni altra idiozia da gonzo.

Sì, lo stronzo me lo immagino solo soletto come un cane, senza nessun gregge ora che gli regge pecorone le sue offese pecorecce da demente che ama le pecorine.

Se vuole, può spaccarmi la faccia ancora.

Non vedo l’ora.

A patto che poi non mi faccia la fine di Robert De Niro di Red Lights.

Non sarebbe, diciamo, esattamente quella che si definisce una figura da persona che, come dice lui, vede oltre…

Quello che comunque mi stupisce, nonostante tutto, è come abbiano fatto psichiatri e professionisti seri a credere alla sua versione dei fatti per così tanto tempo.

A distanza di circa un ventennio da tante inutili baggianate, finalmente tutti ci sono arrivati.

Perché hanno acuto finalmente, final-mente, ripetiamolo, il coraggio di dire la verità.

Sì, e come disse il mio vicino di casa, il Lucchi, in dialetto bolognese quando per colpa dell’acquazzone gli si allagò la cantina irreparabilmente…

E adesso chi pega? Sì, chi PEGA?

Non certo le istituzioni. Che devono mantenere la facciata e preferiscono liquidare la vicenda con una stretta di mano, ben coscienti però dell’orrore, non certo lo stronzo che continuerà a ridersela sotto i baffi.

E neppure ovviamente io che devo continuare, giocoforza, ad accettare un mondo d’idioti senza battere ciglio.

Facendo finta di ascoltare Ed Sheeran alla radio e credere davvero che una vita giusta sia essere miliardario e cantare l’amore. Anzi, l’aMMMore.

Perché, pur fregando il prossimo con delinquenziali parcelle da porcello, il mondo non si può cambiare, è sempre stato questo e questo sarà sempre. Quindi, dite a Mel Gibson di prendere il suo Braveheart e di ficcarselo nel tempo delle mele di Sophie Marceau.

Per arrivare a pensarla così, significa che molte cos(c)e non sono andate al posto giusto? No, è il contrario.

Tutto, ma proprio tutto, è andato come doveva e dove doveva andare. E si prende maggiormente coscienza, appunto, che non sei fatto per il generale, superficiale salvadanaio e puttanaio.

È una vita del cazzo?

No, è una grandissima vita.

La vita di quei pochissimi che la vedono… con gli occhi ben aperti. E che non aprono le gambe in maniera facile.

Insomma, morale della fav(ol)a: nessuno se lo sarebbe mai aspettato e sapete perché?

Perché la gente ragiona, appunto, col culo. Perché, come si suol dire, se ne frega… se ne fotte.

Auguri e figli maschi.

E finirei così: ragazzi, datemi retta, se siete ancora giovani, avventurieri, intrepidi, con tanti sogni nel cassetto, scappate via dall’Italia quanto prima.

L’Italia è un Paese dei balocchi, degli allocchi, di chi prende per i fondelli i finocchi, un Paese da Pinocchio, fascista, retrogrado, fortificato nelle sue mentalità difficilissime da scalfire, irremovibili, puntigliose, bigotte, moralistiche, catto-borghesi.

È un Paese ove la gente si laurea per pavoneggiarsi, tirarsela…e avere la villa al mare, trovandosi una povera cretina bona da mantenere che legge Novella 2000, è un Paese dove le stolte, anziché preoccuparsi dei figli malati terminali, inscenano recite parrocchiali per quattro rimbambiti che possano compiacere l’intellettuale da quattro soldi delle pazze scriteriate che sono, le quali si fregiano e imbrodano di far le gran signore, è un Paese sommerso dai debiti che non vede l’ora però di esultare al prossimo goal di Cristiano Ronaldo, è un Paese che tifa Italia solo allo stadio, è un Paese retrivo, conformista ove la gente accetta il merdaio collettivo pur di far stare tutti tranquilli. Non generando problemi…E celebrare il santo Natale perché a questa gente piace da impazzire credere che la bontà sia una lauta e luculliana mangiata in cui si ringrazia il Signore nei giorni di festa ma poi continuando a sbattersene “altamente” finito lo zucchero…

L’Italia è un Paese ove gli artisti son presi per tonti a meno che non siano figli di tal dei tali. Ove chi è talentuoso, semmai, pure ce la fa ma deve comunque abbassarsi le mutande e rispettare i taciti accordi dei potenti, un Paese ove se non arrivi a fine mese devi lo stesso far finta di essere felice perché ti dicono che comunque un tetto ce l’hai e pan e vino non ti manca, è un Paese ove le persone depresse non vengono accettate perché la vita è un dono ed è una vergogna lamentarsi sebbene il mondo sia tutto sbagliato, è un Paese ove si tifa Napoli con gli spiccioli di zio Felice, ci si preoccupa se i ragazzi si fanno le seghe, mentali e non, e invece non si rompono il culo dietro un lavoretto che li svilisce anziché valorizzarli, è un Paese ove siamo tutti, a proposito di Colombo, poeti, santi e navigatori anche se non sfogliamo neppure La Settimana Enigmistica, è un Paese orribile.

È un Paese di galleristi d’Arte che non hanno mai affrescato neanche le pareti del bagno e invece danno di “bianco” con arroganza sulle anime giovanili “sporche”, è un Paese di esaltati, di chiacchieroni, di gente che parla di Cinema in uno sgabuzzino e non saprebbe neanche girare come dio comanda la comunione del figlio ché non ha perché è “underground” e spirito libero… ma a cui piace pontificare sui figli altrui. È un Paese che legge i saggi dell’Oriente per elevarsi quando riceve uno schiaffo morale in faccia, è un Paese di tuttologi, è un Paese ove se nasci privilegiato pensi che gli altri si meritino le loro sfighe perché non si sono impegnati a dovere, è un Paese ove se indossi un abito che fa il monaco, semmai pedofilo, tutti ti trattano con reverenziale cortesia e “amabile” gentilezza, è un Paese ove se sei triste ti urlano che devi scopare e anche sgobbare di più perché, solo godendo ma al contempo soffrendo, capirai i valori sinceri, ah ah, è un Paese che vive al motto di piglia quel che passa il convento e sta zitto.

È un Paese che ti grida… smettila di frignare. Pensa a una bella fregna. Che te frega?

In parole “povere”, è un Paese di malati di mente.

Solo che non sanno di esserlo.

A proposito, qual è la tua squadra del cuore? Sei milanista? Interista? Juventino? Atalantino?

Ci andremo al mondiale stavolta?

Chi vincerà l’Oscar quest’anno? Be’, è una gara da infarto. Non male Rami Malek ma anche Christian Bale non scherza.

Io invece tifo per Viggo.

Non vincerà.

Se dovesse mai sia vincere, ma non credo, sarà stato soltanto un miracolo…

Io adoro Viggo Mortensen. A mio avviso, il più grande attore di Cinema del mondo.

In A Histoty of Violence era veramente già da Oscar.

 

Non preoccupatevi.

Mi conoscete, oramai. Ci sono giorni che sono molto incazzato col mondo. Poi, mi passa.

Son un cane che abbaia ma non (de)morde.

L’altro pomeriggio, ad esempio, mi ha contattato su Facebook una di nome Chiara.

Solo perché ho commentato una sua foto palesemente provocante, scrivendole nello spazio commenti… sei un’ottima figa.

Lei, dopo aver visto alcune mie foto, n’è rimasta entusiasta, mi ha scritto privatamente in chat e mi ha chiesto il mio WhatsApp. Gliel’ho dato…

Dopo tre minuti scarsi, a sorpresa, mi ha chiamato.

 

– Pronto?

– Ciao, sono Chiara. Quando scopiamo?

– Come? Prego? Ah, così. Sei partita in quinta.

– Sì, però indosso solo una quarta. Allora, io abito in Umbria. Ma in poche ore sei da me, su, su, dai, vieni.

– Senti, Chiara. Ti vorrei essere chiaro. Chiaro? Chiara? Non sono il tipo che si dà con tanta facilità.

– Capisco. Ma insomma… hai visto che culo che ho? Vorresti dirmi che non sei tentato?

– Tentato da che?

– Suvvia, non fare lo scemo.

– No, guarda. Scusa, nel mio profilo Facebook vi era scritto professione gigolò?

– Scusa, ma sei frocio? Ma fottiti!

 

Sì, sono stanco di queste donne. Ma che cazzo vogliono? Meglio fottersi da solo.

Racconto quest’avance a un mio amico…

 

– No, rifammi vedere la foto della tizia. Ecco, e tu avresti rifiutato una così?

– Sì, perché?

– Ah, è proprio vero quel detto. Chi ha il pane non ha i denti.

– Mah, può essere. Di mio, a volte credo di non avere il pene. È questo il guaio. Sì, a volte non riesco a trovarlo. Scompare. Il mio uccello è come il gioco delle ombre cinesi. Da dietro le tende assume forme strane…

– Cazzo, e dire che pensavo non avessi le palle.

– No, le palle ci sono. Sì, ne ho tre. Ne vuoi una? Te la offro in sacrificio. Tanto una più una meno, me ne frego.

E ancor me la/o meno. Chi fa da sé fa per tre.

 

di Stefano Falotico

Nonimation al Best Actor 2019: dico la mia, come sempre, tu, dammi la tua


16 Jan

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Intanto, nei commenti Facebook, mi attaccano come una bestia, come un caprone, ah ah, per la mia recensione di The Witch, da me reputato un buon film ma nulla di trascendentale, niente di che.

Insultato come fossi una bitch, è un gran divertimento replicare alle offese e alle ingiurie “recapitatemi”, opponendo ai vili assalti il mio quieto aplomb da uomo che, fra attacchi isterici, appellativi appioppatimi tanto per volermi far incazzare, tra nomee repellenti e repulsive affibbiatemi per puro diletto denigratorio, fra improperi scagliatimi contro con cagnesca malignità omicida, ah ah, beve il suo caffè e intanto risponde a una donna ben più interessante di questa screanzata villania. A cui spera di far ber qualcos’altro, ovvero, non pensate cose sozze, il (f)rutto caldo del nostro peccato. Ah ah.

No, non torno sui mie passi. The Witch non è un capolavoro. La mia disamina è impeccabile. Ho detto che è un film sopravvalutato, non ho mai scritto da nessuna parte che è brutto. La dovreste finire di delirare. Attenetevi al testo e non andate fuori tema.

Sì, andiamoci molto calmi. Prima di definire Eggers un genio, aspettiamo almeno che abbia diretto quattro cinque filmoni. Poi, potremo forse, e dico forse, acclamarlo come tale. O quasi.

Mi state profondamente antipatici. Basta che arrivi uno e se ne salti fuori con qualcosa di leggermente superiore alla media, e gridate al miracolo!

Acchetatevi, rabbonitevi, voi, uomini offensivi, castrate… le vostre ire funeste, anzi, castratevi del tutto così tutte le donne saranno mie, invece siate sempre più buone voi, donne appunto bone che, fra questa mondiale castrazione, verrete con bontà da me per venire con enorme facilità. Io mai pecco di fallacia, tu invece lo prendi in culo in quanto poco fallace, no, fallico. Ah ah.

Invero, c’era un solo refuso nella mia recensione e mi son corretto anche nel video, tagliandolo un po’, sul mio canale YouTube. Dicevo che è originale e, dieci righe dopo, che manca di originalità. Scusate, si è trattato di una classica svista. Di una ripetizione che è una contraddizione in termini. Ho adesso aggiustato in… non del tutto originale. Va bene così?

Uno scrive che è il miglior horror degli ultimi dieci anni. E io gli replico: – Ah, grazie al cazzo. Non ce ne sono stati altri. E, se ci sono stati, fanno schifo anche a tua sorella.

 

No, in verità ce ne son stati. Ma, soprattutto, tua sorella è una che ci sta con tutti, a prescindere se siano orridi o no. Ah ah.

Ecco, sparatevi questo.

And the Oscar goes to me, to moi, un uomo al di là di te, di noi, di essi e forse anche di sé stesso.

 

 

di Stefano Falotico

Golden Globe, quali saranno gli attori e i film nominati?


10 Dec

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Tempo di nominations e Lunedì nel primissimo pomeriggio saranno annunciate le candidature dei Golden Globe, i premi che la stampa estera riserva a quelli che ha considerato i migliori film dell’anno e i suoi prodigiosi interpreti. Molte, come sempre, potrebbero rivelarsi le sorprese per quello che viene reputato da molti un “antipasto” della Notte degli Oscar. Ricordiamo infatti che i Golden Globe, dopo appunto gli Academy Award, che premiano il Cinema nella sua totalità e gli Emmy Award che premiano i prodotti televisivi, sono il maggior riconoscimento per entrambe le categorie a livello mondiale. Molti siti specializzati nelle cosiddette “predictions” si stanno scatenando a prevedere quali possano essere i film e gli attori nominati, e fra tutte queste riviste online senza dubbio è spiccato il parere di Variety, che stila la sua classifica. Vi rimandiamo al link della sua pagina ufficiale perché possiate vederne la lista completa, ci limitiamo a dire che, per la categoria Miglior Film drammatico, Variety “snobba” Silence di Scorsese, che a quanto pare a molta parte della Critica nei primi screenings non è piaciuto come ci si aspettava, e inserisce fra i possibili candidati, come interpreti maschili, Viggo Mortensen di Captain Fantastic e Michael Keaton di The Founder outsider nella categoria appunto “Drama”. Ma, aggiungiamo noi, potrebbero benissimo gareggiare nella categoria “Commedia”. Un distinguo che la Foreign Press Associaton esegue secondo suoi metodi personalissimi, tant’è vero che l’anno scorso Matt Damon di The Martian fu premiato come Miglior Attore Comedy/Musical (!)! Sempre per quanto concerne la categoria Best Actor di Commedia o Musical, in pole position all’ultima ora paiono entrati i nomi di De Niro per The Comedian, di George Clooney per Ave, Cesare dei Coen e addirittura di Jonah Hill per War Dogs. Staremo a vedere chi fra questi tanti la spunterà.com04

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di Stefano Falotico

 

Buonismo fottiti in culo


08 Oct

Non è la “bontà” a renderci uomini migliori ma il sano e fottuto “cattivismo” sia nel Cinema che nella vita. Parola del Signore indiscutibile

Son ostinato, un persecutorio fantasma riapparso a tormentare gli psicopatici, gente che abusa della tua pazienza, prima succhiando il tuo midollo vitale, poi scartandoti nelle ossa a lor giugulari abbaianti, inferocite e protese a protervia rabbiosa, quindi giustizialisti del fascismo più “schietto”, che sbatte le porte in faccia e rinnega l’altrui dignità con disprezzo. Ma non calcolò gli sprezzi che si posson originare dallo sprezzo del mio “pericoloso” frutto amaro offerto di grande “generosità” a tali acerbi di mentalità grezza.
Da quanto mi ricordo, li ho sempre odiati e giocare al loro “giogo”, come dico io, cioè replicare alle provocazioni ad attenuar i miei occhi e “fingere” d’assomigliare alla loro stirpe meschina e orca, quanto “lieta” di finte cortesie, è stato solo un dannoso inganno compiacente verso questi stessi sessuomani perpetrati(mi). Porgetemi pure carezze “addoloranti” in fetida, dunque “fedele” osservanza di tanto vostro (s)fregio, acuirete soltanto la mia resistenza, ch’esiste in uno spazio atemporale funambolico, fervido di squittii desueti dalla massa “gaudente” e così (in)felice, sempre per (de)finirla a parole mie.
Con far persecutorio e assidua “fermezza” lor “educata”, delicata quanto uno stupro bianco, han sempre discusso e voluto uccidere la mia (non) volontà, voluttuosa in scelta arbitraria, ché del libero arbitrio siamo personalità a sé stanti, e devi lasciarmi stare, monito per cui l’allarmai con svariate “cautele” ma non obbedirono, trasgredendo proprio il mio incarnarmi a trasgressione lor sbattuta in faccia. Se non servirà, anche qualche altro pugno a rincarar la dose.
Oggi, sì, credo che siamo tormentati da un “buonismo” ipocrita ammansente la nostra coscienza. Già per tropp’ere non fummo eterei, ma eravamo puri. Ora, dai crateri rabboniti, la vostra cera sarà divorata dalla lava acerrima! Saccheggiaron tal virtù a issarsi tutti in sguaiate “figate”. Ove l’osceno prende consistenza indelebile, mordendo lentamente anime indebolenti, nell’illuderle che vita coincida con presunta, supponente, dunque untoria “vittoria”.
Replico da “perdente” e persevero nella mia lotta in combattenti altri assedi. Consideratemi folle, pensate me ne freghi?
Mi sbatteranno in galera ma ne sarà valsa la pena, perché io vivo per il mio cazzo. Piscerà in un cesso marcio ma meglio che adoperarlo per quattro troie che van col dottorino. Io lo metterei sotto col trattore. Capirà il grosso pneumatico paritario del vuoto a me asfaltante. Il secondino mi picchierà e gli suonerò il cranio nei momenti di pausa sotto la doccia da me sua spia(ta).
A prescindere che io sia rifiutato o meno, malmenato, scarnificato, osteggiato e d’ostia falsa sconsacrato.
Almeno, posso dire di essermene fottuto. Sì, la vita va presa per quello che è, rifiutando i canoni sbagliati e facendosi i cazzi propri. Se poi qualcuno non t’accetta, tiro fuori il machete. Lo sgozzo. Quindi, una carabina e lo fucilo nelle palle.
Oh, dici che avrà capito la lezione alla base della convivenza, il rispetto?
No, allora amputiamogli le gambe.
Questo non è essere violenti, è essere giusti. Sacrosanti. Come vuole Iddio, cioè io.
Perché Dio decide, Dio sa quando punire.

Se ti dissi che ti ammazzavo, pensavi di fermarmi con dei mezzucci?
Ebetuccio.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. La promessa dell’assassino (2007)
  2. Fuga da Alcatraz (1979)
  3. Gli spietati (1992)
  4. Terra di confine – Open Range (2003)

 

Viggo Mortensen di Cronenberg, il C(h)rono, testa di tuo con(at)o e manicomio!


29 Sep

I soliti idioti che non sopporto di questa società

Una generazione egoista, ipocrita, fascista, partorita dall’anestetizzante e flaccida borghesia “tranquilla”, oserei definirla aberrante e da pulir con egual “nazismo” a bugiardini… nasi

Dovete sapere che per “puro” diletto, sto prendendo di mira nuovamente uno “squalo” squallidissimo, incosciente, una delle più vomitevoli sanguisughe cannibalistiche che la mia (s)fortuna incrociò Tempo “memorabile” addietro, per fortuitissime circostanze ch’ebbero in me la grave “colpa” di frequentarlo per an(n)i ebbri. Può capitare d’incrociare un criceto e poi non pender più dalle labbra su(dat)e di topaia. Ma “imbarcarlo” di sbraco.
Mio gioco adesso invertito è “giocondamente” sputtanarlo, anche a costo di ricevere altre “sedanti” querele e varie sue ammende a mo’ di ammonizione “spurgante” per (in)castrarmi, espellermi e spel(l)armi. Ho sette vite come i gatti. Perciò non ho paura. Di total sfacciataggine, ne son a “esso” (infatti è amorfo disumano d’antropomorfe “somiglianze” con l’ominicchio quaquaraqua e dunque paperino) l’antipatia schierata in perenni battaglie, non solo legali. Esemplare “codesto” delle sempre deste frivolezze più ridanciane, “baldo” giovincello d’una spaventevole adolescenza protratta a sua elefantiasi mai “profilattica”, immolata al “moralismo” miope della “sanità” mentale e morale (e neppur proficua delle sue tanto “decantate” e manifest-at-e “fighe” del circolo rionale), esemplifica appunto le oscenità incarnate più a scannarsi antropofago in maniera sesquipedale. Un idiota anale e annualmente giornaliero a spacciarsi come giornalista. Da sé coglie il “sesso” in fallo a scadenze puntuali, essendo malato di borioso puntiglio maialesco. Il famoso “cerebrale” e lodabilissimo esserino adunco che mette il becco dappertutto per sbeccar di “puntini” (quasi neri come le sue escrescenze maleodoranti e “carnali”) sulle “I” di tutti a delirio ardente d’arderli. Per “bruciarlo godendo” in sadico, sai quanto, scompisciarsi a Carneval tutto l’an(n)o appunto. Insomma, uno psicopatico tutt’ora inconsapevole dei danni che sta infliggendo, inseguendo solo la cretineria d’una incurabile, tristissima idiozia dei “personali” suoi.
D’alcuni mesi, ha allestito un blog “mirabile” assieme ad altri suoi (ex) compagni di b(r)anco.
Ove può dar sfogo, più dei suoi brufoli tardo “deformanti” di storpia, bislacca e distortissima anagrafica età, alla sua infantile, patetica (s)mania d’onnipotenza. “Forte” quanto la tenerezza più “tosta” dei suoi “testicoli”. Già, ogni Sabato sera deve “testarli” su qualche tardona trentenne per constatar se gli dà “taste” gustar la patatona bollita. Oppure, quando gli va grassa, sulle diplomande del magistrale. Ingenuotte da prender per e in culo.
Fra “insalatiere” e salami… sì che va la cena ancor diffamante eppur “fagocitante”.
“Campione” della scemenza più “potente”, ah ah, s’è anche prestato a un “corto” da deficienti, World Invasion Battle Bologna (e come poteva esser altrimenti se non demenza da comparsa balbuziente, asmatica e irritante), ove sfodera, bucando lo schermo ah ah, un volto “carismaticamente pigro ma senza carisma”, per attenerci a “impressionante” sottotitolo testuale della sua “recensione riguardo Bling Ring.
Un suo “affine”, dopo aver “attentamente” letto la stronzata masturbante, interviene di commento davvero “illuminante”, sì spaziale, ah ah: “La Watson è diventata una figa galattica”.
“Lui” contro(s)batte, è “molto d’accordo” e tutto ciò condividono di “Mi piace”.
Ora, a prescindere che la Watson mi par ben lontana da Naomi Watts, più vicina alla definizione di “racchia arricchita quindi leggermente più sciacquante d’un cesso prima sol annacquato nella saponetta”, tal “emerito” rimane senz’ombra di dubbio una mezza calzetta.
Mancan ancora vari mesi, e sue “mess(alin)e” ipocrite appunto, dalla Befana. Eppur ho già preparato il suo scalzo.
Mio “carbonaro”, prevedo lavori forzati in miniera. Dicasi risarcimento?
No, farsi e farti il culo.
Mi denuncerai ancor in modo (im)punito?
E il “Cazzo me ne frega?” non lo calcoli? La partita IVA? Eh no, tu pensi solo alle uvette, mio volpino. Ad allevar il tuo fisichino, a infiacchire, sfiancarle (si capisce  da come ami la piscia) ma dovevi prevedere il fisco.

Morale della “fava” a costui:

ai tempi del “Liceo”, incitava i “deboli” al suicidio, tormentando di stalking le ragazzine depresse per indurle allo stesso gesto. Oggi, è cresciuto… è “notevole”.
Per farla breve, s’accanisce ancora sulle “brutte” Sofia Coppola, concentrandosi solo però sulla “forma” della sua cappellina e non sul Cinema, criticabile o meno e speculare in pere moraliste. Poi da “laureato” lo lo(r)da da americano a Roma con segaiole opinione, “elevando” la Watson a Marilyn Monroe.
Ce n’è ancora, mio “caro”, di pene da mangiare…
E ,soprattutto, ricorda sempre bene, non scordarlo mai: a volte può capitare di confondere Tom Stall per Forrest Gump, solo perché “lasciava perdere”…
Una volta sconfinato, fai la fine di William Hurt…
Che c’è di “buono” stasera da far a fette?

Firmato il Genius

  1. A History of Violence (2005)
  2. The Ring (1998)
  3. The Ring and the Dragon – La leggenda dei Nibelunghi (2004)
  4. La promessa dell’assassino (2007)
  5. Amabili resti (2009)
  6. The Untouchables – Gli intoccabili (1987)
  7. Harry Potter e i doni della morte. Parte II (2011)

 

Mio figlio si chiamerà Nikolai e non Niccolò Fabi


08 Feb

 

   Giovinezza irosa contro vecchiaia “generosa”, antico dilemma della mia veloce “flemmatica” tra le femmine vs i lemme lemme da cammelli

Sì, Niccolò è uno da Licia Colò. Sui suoi capelli, egli “shampeggia” di sapienza melensa. Infatti, lei s’è laureata alla “Sapienza”, lui si lava con le saponette.
Li vedrei bene accoppiati tali piccioncini. Licia con l’ombrello per pararsi dal lancio degli ortaggi, e Fabi con l’uccellino allo zoo ad aspettarla col “mazzolin’” da botteghe dell’antiquariato come il palmato-Panda elettrizzato delle doppie punte al pelo “garbato” e fuori moda nel rischio-recinto dell’estinzione. Sì, da civette sul comò. Lei glielo “recide” e Nic, alla Cage Nicola, urla “Taci Licia, t’accid’!”.
Lei dottoressa tutta compunta e lui coccolone delle antiche romanticherie da pistacchio più pernacchie. Licia, la racchia, Niccolò, il cantante delle varichine mentali. Egli, infatti, nella sua “musica”, “ugoleggia” di dolce scemenza, esorcizzando una vita che non va mai “là”, lei invece ammira le gambe delle altre fenicottere, visto che il suo “documentario da dromedaria” non viene mai animato fra gambe l-i-ane un po’ più animalesche della sua o(r)ca.

Questa città è una giungla! Donna, non smaltarti le unghie!

Un mio amico mi chiede, offrendomi un bicchiere:
– Stefano, se avessi un figlio, come lo chiameresti?
– Innanzitutto, non lo chiamerei. Al massimo, lo chiamerò. Non ricamarci sopra.
– Dai su.
– Nikolai, come Viggo Mortensen de La promessa dell’assassino.
– Sei un comunista?
– Sì.
– Come hai fatto a diventarlo?
– Pigliavo la Comunione, poi mi son accorto che i preti “facevan” comunella con le suore, il nostro “governo” fa il “Santo(ro)”, è un Travaglio, parla, attacca ma sta sulla difensiva e non re-agisce. Eleggeranno Grillo Beppe, solo perché ebbe una vita da cani alla Mel Brooks.
Tu, tu come la vedi?
– Rossa.
– Sì, una figa che non canti questo ritornello da obitorio:

rosso, è un vestito rosso
oggi quello che indossi
per il mio funerale
bella senza più pensieri
come sei tranquilla
nel giorno del mio funerale

Dopo aver riascoltato questo brano “sull’orlo del precipizio” all’orzo, sento che il mio intero corpo viene invaso da “ultracorpi” da Arca di Noè, uno sicuramente meglio di codesto coccodè dal nome Niccolò.

“Onomatopeicamente”, su mossa pelvica a pelle, st(r)opp(i)o l’audio e, in play nel suo “b(l)ack”, mi lancio e “slaccio” sulla mia bell’, “registrandola” nel led incandescente.
Sì, le tolgo la cuffietta da buffetto e le “inserisco” cuffie d’un Sesso ad alto volume, con tanto di “albume” e sua “bua” che gode asina.

La società piccolo borghese mi perseguita per insederarmi, li svio, mi dan del “deviato” e insistono a voler invertire la mia rotta affinché non “rompa” nelle loro fidanzate. Le tentan tutte per “amputarmelo”, per frenarlo e ferirlo, raffreddarlo ché non sia un “dandolo” in Lei che dondolerà nel “La” maggiore su mio “allegro vivo” con picchi rock di toccar qui e ficcar in “MI FA”.

Ah, fifoni, allibiti dinanzi alla mia potenza, cercate alibi da eunuchi e, intanto, le vostre nuche si distraggon di sinfonie senza il “termosifone” della gnoccona. Non ci pensate…, e vi riempite di coriandoli, eh sì, siam quasi a Carnevale e, ove vanno i cavalli, la mia lo “assaggia” mentre voi celebrerete il corteo, sempre più celere, di mascherine color “cerino”.

Cosa ne sai tu panzone del mio tizzone se, solo di tazzine e caffettino, “troneggi” arrogantissimo da chi ha molte rughe e non più è figo?

Lo so, odi il mio fisico, e lo “sedi” per “rassodare” le tue certezze, sbraiti di “politica” da pollo e, col prosciuttello, condisci l’ultima insalata di tua moglie che, un Tempo, “incendiavi”.
Ora vedo solo aceto e poco “olio”. La massaggiavi, la schienavi, schierandoti contro le masse, eri perfin un sano massone acuto, ora sei un musone e un Mussolini.

Merdoso porco, lecca il pavimento, ci son le briciole della tua anima da cui potrai cavar un “buco”.

Sì, i ricatti degli “adulti”. Nick Nolte di Cape Fear n’è consapevole. E la sua Juliettina Lewis voleva solo “gustare” il ditino del lupone Max Cady.

Nick aveva paura che scoprisse i trucchetti troppo presto, e la proteggeva mentre “lui” si protendeva nella Lange Jessica di “Sacra Bibbia”. Tessendo il teso.

Merdaccia! Tradivi Jessica con Illeana Douglas, spacciandoti e “spaccandola” di Squash fra le sue cosc’, e volevi ficcarlo in culo al Bob. Difendesti le tue “federe” pen’-(an)ali per macchiare le fedine d’uno da “fettuccine”. Fetentone! Chi pensavi di essere, il Michael in Sharon Stone?

Nick, da giovane, giocavi a Football ma adesso hai le palle ammosciate. Compri un moscone per viaggiare nel mare, ma manca il carburante del burro. Datti ai musicarelli, suvvia! Suda ancora, Nolte!

Ah, NickChe cazzo fai?

Dammi retta, fai tanto il retto(re), ma non è più “rettilineo”, acquista Zucchero e il suo “Diamante”:

Respirerò,
l’odore dei granai
e pace per chi ci sarà
e per i fornai (
Fornaciari?)
pioggia sarò
e pioggia tu sarai
i miei occhi si chiariranno
e fioriranno i nevai

Fai piano i bimbi grandi non piangono
fai piano i bimbi grandi non piangono
fai piano i bimbi grandi non piangono

 
Ho detto tutto.

Anzi no, di-dietro nel “frontale”.

Comunque, buon compleanno Nick, compi(ti) gli an(n)i.

Il mio “immediato” impatto sulle donne: divenire uomini è un supplizio

V’ho già raccontato, mettendomi a nudo, del mio “(ro)manzo” di “formazione”…

Una certa Cristina, rimase colpita dal mio primo libro, e desiderò incontrarmi, lanciandomi quest’approccio “porcellina”:

– Stefano, hai un grande talento. Io l’ho scovato. Se tirassi fuori il naso dalla porta, “entrerebbe-uscirebbe” anche “qualcos’altro” che potremmi “colpirmi”. Ne sono convinta. Mi scoperesti?
– Da cosa “lo” deduci?
– “Puro” istinto.

Fissò l’appuntamento alla stazione, entrò senza preavviso in macchina…

– Sei davvero tu, t’ho notato subito. Sei appariscente.
– Come no.

Aprì la portiera e, incurante della folla attorno, delle valigie, dei trolley e della sua risata “volley”, si scaraventò per “averlo” seduta troia-stante-equi-na nel posteriore sebbene fossi seduto in quella anteriore.

Piluccò, strappandomi le labbra, e non ebbi neppure il Tempo di cambiare la “frizione”.
Al che, schifosa, mi diede un pugno senza sputacchio:

– Torna a spugnettarti. Non sei cresciuto!
– Perché mai “azzardi” dopo che volevi “azzannarmelo?”.
– Un altro, al tuo “posto”, sarebbe già venuto.

Mi sganciò poi un altro colpo “basso”, strozzandomelo nella cerniera.

Prima di sverginarmi con una ragazza un po’ più delicata, “tutto” andò sempre con “enorme” cautela.

Fui io stavolta a recarmi da una che mi scrisse: “Non t’accorgi che fai sesso anche solo chattando? Capto il tuo profumo “deodorante-ascella” appena “apro” la “messaggeria”. Non vedo l’ora…

Sempre in un parcheggio, più discreto però, afferrò la mia testa e la (o)mise fra le sue tette.
“Strozzato”, starnazzai un “Basta, mi stai asfissiando, stronzona!”.

– Svegliati! Un “altro” sarebbe già passato alla passera. Goditela!

Quindi, mi usò come cruscotto in zona compact disc.

Comunque, dopo qualche “appiopparlo”, posso dichiararmi un “latin lover”.

Già. Il mio prossimo “capolavoro” letterario s’intitolerà “Cavolo col bavaglio in tavola”, storia d’una regressione “appetitosa” molto “appetibile”. Sì, il petto del gallo è meglio.

Certo…

Infoio ancora e m’infogno.

Sparandolo alla prima che capita. Non capitombolerà ma il biliardino non è per il suo budino.

In una società di vacche, bisogna sputare fuori il “rospo”, non saremo dei principi, ma almeno ce l’avevamo sul gozzo. Cosa? Il lazzo

Chi sei? Molte mi evitano ed, evitandomi, m’avvito in una Co(o)pLand mia stalloniana da “sordo” di un orecchio senzientissimo per la sentenza finale. Abrogo gli aborti se non c’è stupro, innalzo gli imbroglioni a impalarli, e stimolo la diuresi di chi non è massimo ma solo da copertine di “Max”. La gente m’osanna, il Cielo mi subissa per un’affissione non da incorniciare come Pacino di Quel pomeriggio di un giorno da cani. Ancora lievito d’autismo che bara per non finire nella tomba di chi non prova più nulla, guido l’auto e suono i flauti, anzi sono il programma elettorale di Paperopoli e poi “cagneggio” nel mio onomastico sul mastice “Mastinello, il fustino ululante a 80 gradi”, spingo la lavatrice dei pensieri e l’attrice de France mi solletica mentre le mie notti son angeliche senza Angie Everhart. Intanto, Erik Everhard fotte AJ Applegate e “trolleggia” nel mandare “twittate” alle tette di Dani Daniels.
Io, agnellino, osservo queste “infil-z-ate”, spengo il “bulbo” oculare e sollevo i pesi, insomma so’ peso.
Tu mi peserai nella tua Bilancia? Il tuo segno è quello, 
Zodiac è me in terzetto.

Non hai capito un cazzo tu che leggi fra le righe?
Ci sono anche gli spazi, eh?

E lo spazzolino dov’è?
Lo spazzolino fa come lavoro lo spazzacamino.

Detto come va detto, il mio è gigantesco, anzi gargantuesco.
Donna, andiamo a Gardaland.

Sono il Dragone russo!

E ricordate: a proposito di roba “enorme”, secondo voi, mi ri-volgo al sesso gentiluzzo, è meglio una cena con Bailey Bill, dotato d’un pescione pornoattorone, oppure l’irish cream del Baileys?

E su questa stronzata volo ove Lei vorrà.

Sì, Rosso di sera, è solo un tramonto.
Montatele!

Scatenate l’Uomo ch’è in voi, non “surrogatevi” nell’idiozia farfallona del frivolo piccolo borghese, che fa rima con scemo palese e da palate. Mangia i Pavesini, e Pavese?


Pettinato “a iosa”, scomposto e “maleodorante”, infesto suggendo seni “a raffica”, spossandomi senza sposarne una, poi sposto il “gancio” mio giocherellone e regalo un Joker a una cocca che farloccherà poi con un “fenomeno”, rallegrandolo di porgergli la “sporgenza” con tanto di sottiletta “impaninata”.

Codesta categoria, che si sfama, iettando e sputtanando il prossimo, dall’alto “eminente” della fiera e delle pose nella prosopea, non conoscerà mai la Mesopotamia. In quel luogo orientale, gli ippopotami orientan la proboscide nel “triangolo isoscele” di gazzelle che scosciano, senza “scocciare” ma scoccando il pachiderma interiore nelle epidermidi delle paludi. Gli uccelli sollevano il becco e non s’arrabbiano, sbeccando il posacenere se le loro sigarette son amarognole di Marlboro nel Camel Trophy. Sì, son fuoristrada e vivono, aggrappati alla foresta di Tarzan, che dà ordini e le cui urine non soffrono di sifilide. La sua Jane è a Lui amantissima nei “malti” di serate cobalto, egli la sodomizza con Cheeta ad applaudire, stimolando le scimmie a “scaldarsi” di tifo sotto i temporali “termali” delle escursioni termiche, con i selvaggi a idolatrare King Kong, e urlando che sbatta Naomi Watts, a differenza di Liev Schreiber, con Lei solo x-man senza la “Z” di Zorro nella zanna “bianca”. Ci vuole Wolverine, troglodita Hugh per goderla di “Ah ah”.
Hugh, il “miserabile”, condannato alle prigionie per colpa del fascismo “insindacabile” delle polizie che, invero, fan piazza pulita solo per fumare canne in quella di nome Verdi, famoso ritrovo di drogati, vicino ai portici di Bologna, ove i dottori attentano alle virtù delle suore, rabbonendole di “farmaci” con tanto di sacra “unzione” dopo esserselo “sciacquato” da “missionari”.

Panzoni che castigano le giovinezze, figli d’una generazione di dementi, “certificati” con tanto di “laureetta” e “lode a sbrodolarsi” a vicenda.

Ribellatevi a questa feccia di fessi.

Afferratene uno, chiudetegli la bocca e “melodierete” un suo “ridondar” nello strangolato con tanto d’inculata da suonato.

Sono Nikolai, e il tuo caz’ non genererà la tua stirpe, fecondando ovuli che son affare mio.

Parola di Stalin, Uomo che sale e ti spreme il pomodoro.
Di che colore è?

Color sangue!

A parte le minchi(at)e, è grosso.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

    1. Jim della giungla (1948)
    2. Nicola, lì dove sorge il sole (2006)
    3. Baciami cavernicola (1996)
    4. Velvet Underground and Nico (1966)
    5. Nicolau – A Espada E a Rosa (2010)
    6. Nicholas Nickleby (2002)
    7. Caruso Pascoski (di padre polacco) (1988)

Ogni mela ha il suo “melò” – Sette film romantici che non sono una banalotta “romanticheria”, almeno “una” sì… “dai”


04 Oct

 

Sentimentale, per troppo “sentire” vicino alla “demenza”

Componendo poesie, “rinvenni” che ero “svenuto” in Lei.
Quindi, la sua “mossa” successiva fu “accalappiarmi”.
Ma non “resistetti” molto. Già… che “tette”… come fai a non “sbrodolare” nelle mutande? Forse le mie, forse “senza”.
Probabilmente non molto “lemme lemme” ma, di miele, “smidollato” nell’osso sacro. Che “botta” pazzesca.
Scricchiolo, la colonna vertebrale è “collassata” per quella lì, di vertiginose gambe e sorriso “a tracolla”, da vampireschi succhiotti “a collo”.
Chi ha quel culo?
Tu sì? Be(l)ato “Lui”. E chi è “Ella?”.
Una più dolce delle caramelle Elah. Che si “scioglie” in bocca al Dufour, “al forno” e nell’amour fou.
Detto anche “tresca con la bandana del pan Treccia“, famosa “specialità” del “Bianco” per momenti “deliziosi e nutrienti”.

Sì, ove la rock star è una “roccia”, prima o poi si “sgretola”.

E il “musicarello” è un orgasmo di “”leggera“.

  1. Un amore splendido (1957)
    Prima della vecchia volpe di nome e “di fatto”, George Clooney, c’era Cary Grant.

    Di movenze “acquatiche”, Grant “scivola” nel “bagnasciuga”.

  2. Heat La sfida (1995)
    Sotto il vestito del thriller, non c’è “niente?”. Per come “la” vedo io, quest’opera è “magni-fica”.. Qui, s’aggirano donne “adrenaliche” per la tregedia d’ogni Uomo che non riesce a prendere “il volo“.

    Natalie Portman tenta il suicidio, ma si farà. Io, come il Bob, mi sarei fatto Amy Brenneman, “tradendo” poi Val Kilmer con Ashley Judd.
    Come poi è avvenuto nella vita “reale”.

  3. A History of Violence (2005)
    Un film “tesissimo”.
    Capolavoro è, ma Viggo Mortensen sa che, ogni “statua” michelangiolesca che si rispetti, vuole la sua “Bello“.
  4. Amore 14 (2009)
    Vera troiata del Moccia, erede di quell’altro cioccolatino del Muccino.
  5. Innamorarsi (1984)
    Non molti sanno che la storia d’amore fra De Niro e la Streep, partì “tutta” nella libreria “Rizzoli”.
    Sì, all’epoca Meryl “rizzava”.
  6. Ritorno al futuro (1985)
    Non è un film di fantascienza.
    Ma un grande monumento al Cuore.

    Infatti, è un “delfino“.

  7. Colpo vincente (1987)
    Non è un film sportivo, ma un’inaspettata “imbucata” nel “canestrino”. Sempre lì van a par(l)ar gli uomini con le “palle”.

Genius-Pop

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