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Dopo DANIEL CRAIG di No Time to Die, chi sarà, fra gli youtubers, il prossimo JAMES BOND? Frusciante vs MATIOSKI?!


03 Oct

Forse, come si suol dire, fra i due litiganti, il terzo gode o godrà, ah ah. Cioè victorlaszlo88? Chissà, eh eh.007 actors Connery Moore Brosnan Craig

Forse il sottoscritto, essere straordinariamente autoironico e parodistico?

di Stefano Falotico

Non seguo più la cerimonia degli Oscar come un tempo, un tempo mi tiravo a lucido, quasi in smoking, e mi docciavo per essere al top durante la visione, neanche se fossi stato io il winner… o Peppino Lo Cicero


04 Mar

lo cicero servillo

Sono particolarmente legato al film 5 è il numero perfetto di Igort.

Lo vidi, in anteprima, al Festival di Venezia dell’edizione stravinta da Joker. Proiettato, peraltro, proprio in quegli stessi giorni.

Fu stroncato ma io l’amai subito. In quanto, l’incipit con Servillo dal naso adunco e posticcio, mi ricordò la caricatura di Bob De Niro in Ronin. Quest’ultimo, nel film di Frankenheimer, scendeva le scale di una scalinata (per forza, le scale fanno parte della scalinata, non credo della Scala di Milano, ah ah) di Parigi, passeggiando torvamente per poi addentrarsi in un bistrot frequentato da spie forse losche, forse bazzicato da Natasha McElhone. Diciamocela, una gran gnocca.

Inizialmente, De Niro fu corteggiato per la parte andata poi, dopo molte vicissitudini produttive, a Toni Servillo, definito il De Niro italiano. Ora, con buona pace di Toni, se lui è il De Niro italiano, io sono il Daniel Auteuil del bassifondi felsinei.

La vita va avanti, a volte va indietro. Credo che sia giusto così, in fondo…

Sì, credo che un tempo fossi una persona migliore con enormi ambizioni. Credevo fermamente che un giorno avrei vinto l’Oscar. Ma divenni un Toro scatenato. Infatti, nella domenica mattina della nottata a venire dell’edizione degli Oscar, che si tiene dopo la mezzanotte, ora italiana, entravo in ansia e mi lavavo imperterritamente per trovarmi in splendida forma spumeggiante, quasi schiumosa al Neutro Roberts, per tifare contro Julia Roberts, donna da me mai sopportata, sentendomi più che una celebrità, diciamocela, un uomo pulito e immacolato da disturbo ossessivo-compulsivo di natura maniacale-igienica tendente al carnato mio di pelle chiara, oserei dire candida e smaltata più d’una bella statuina dorata.

Mi ricordo comunque che non poco m’identificai col vincitore Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato. Ah ah. Ah, che annata. Vinse tutto Titanic, tralasciando Helen Hunt…

Qualcosa è cambiato è una vera, soprattutto realistica, storia d’amore, altro che il film di Cameron.

Non uccidetemi per questa mia affermazione: il Cinema di James Cameron è inferiore a quello di Mario Camerini. Comunque, Kate Winslet è più figa rispetto ad Helen Hunt.

Andiamo ora avanti. Non facciamo della dietrologia per queste mie asserzioni banali. Che volete? La banana?

Oggi come oggi, debbo ammettere di essere cambiato in qualcosa? No, quasi in tutto. A quindici anni fui Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Sì, fui preso per pazzo solamente perché disertai il liceo. Non mi pento di tale mia scelta. Gli altri facevano occupazione mentre i professori facevano un po’ i disoccupati. Quindi, io sono stato coerente.

Se non vi sta bene, denunciatemi al sindacato di Jimmy Hoffa di The Irishman, miei mafiosetti e ragazzine smorfiosette. Ho delle belle fossette, dunque più di tanto non mi affosserete.

Peppino Lo Cicero, Peppino De Filippo, Peppino Impastato e Carlo Buccirosso as Totò o’ macellaio. Di mio, preferisco Antonio de Curtis di 47 morto che parlaE ho detto tutto…

Suvvia, guaglioni, non fatemi una Smorfia, neppure napoletana. Non ho bisogno di interpretare i vostri sogni per giocarmeli al Lotto. Voi, dalla nascita, vi siete fottuti il cervello. Quindi, i vostri sogni sono aria fritta come quelli di Iaia Forte nei panni di Madonna. Scusatemi, compari, ma non era Veronica Ciccone la… Madonna?

State messi male. In Italia, pensano che Sergio Castellitto sia un grande attore e che sua moglie, Margaret Mazzantini, sia una grande scrittrice. Sì, la Mazzantini vinse il premio Strega. Siamo sicuri che fosse della letteratura?

Castellitto è un mediocre. Lo apprezzo solamente nel film di Vincenzo Terracciano dal titolo Tris di donne & abiti nuziali.

La sua faccia infatti mi puzza di stronzo. Basti vedere le sue scene vergognose ne La carne con Francesca Dellera e il suo metodo molto sentito con Claudia Gerini in Non ti muovere.

Invero, di notte registravo tutte le puntate di Playboy Late Night Show. Durante la giornata, leggevo più di Dennis Hopper di Una vita al massimo. A eccezione della Notte delle Stelle in cui, possedendo io solo un videoregistratore ai tempi delle VHS, non essendo tale apparecchio dotato della possibilità di registrazione multipla a più canali, per una notte non mi distraevo con Marliece Andrada, futura star di Baywatch, fingendo spudoratamente, anzi, con estrema pulizia e pudicizia da Academy Award, per l’appunto, di essere un topo, no, un tipo che necessitava di starsene buono e zitto, amando donne bastarde eppur di gran classe come Louise Fletcher. Infatti, la parte di Fletcher in C’era una volta in America co’ De Niro fu tagliata…

Devo esservi sincero, Jack Nicholson ha recitato con attrici bravissime. Fra cui Diane Keaton, Meryl Streep, Faye Dunaway e via dicendo. Ed è stato sposato per anni con un’attrice meravigliosa ma, indubbiamente, oggettivamente bruttissima, cioè Anjelica Huston.

Nel tempo libero, fra una lite e l’altra con Morticia Addams, a mo’ di 3 giorni per la verità del suo amico Sean Penn, autore di Lupo solitario, col quale Jack avrebbe recitato pure ne La promessa, pur conservando omertosamente, a mo’ di mafioso bugiardissimo, L’onore dei Prizzi e l’impeccabile reputazione della “famiglia” alla Marlon Brando de Il padrino, non aveva prezzo quando segretamente sfilava le calze col pizzo di Amber Smith. O no?

Come si suol dire, Wolf – La belva è fuori? No, il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Sì, Jack è sempre stato un vizioso e non è affatto vero il detto fariseo… l’ozio è il padre dei vizi.

Di mio, per esempio, ho sempre oziato eppur non soffro de Il vizietto con Ugo Tognazzi. Non sono omofobo, non so neanche se sia io un uomo. A volte, comunque, mangio le uova. Le donne ovulano e i maschi amano spesso le galline spennacchiate. Molti uomini sono dei galli cedroni. Be’, fatemi bere ‘na cedrata.

Per via dei miei innocui vizi pubici, no, pudici, fui accusato di essere uno sfigato come Ugo Fantozzi. Sì, i miei coetanei mi sfottevano a sangue. Si sa, erano e sono immaturi e strafottenti. Loro se ne fottevano…, ancora se ne fottono.

Io accettavo ogni presa per il culo senza battere ciglio? No, senza battere. Sì, molti adolescenti della mia età invece già battevano senza darlo a vedere…. Stavano sempre a cazzeggiare e a limonare in qualche pub(e). No, non erano delle prostitute di bassa lega. Meglio non fare una sega? No, farsene molte… Questi pubescenti venivano… foraggiati dai genitori d’alto bordo che li mantenevano agli studi di ogni lingua, straniera e non, scandinava, spagnola o semplicemente “poliglotta” affinché si sviluppassero… con qualche tamarra già molto “esperta”, sebbene prematura con scapp… mento a destra? No, maturanda presto laureanda bravissima agli orali… Molte di queste donne, ex universitarie da Conoscenza carnale di Mike Nichols, adesso sono diventate Anne Bancroft de Il laureato. Sì, per mantenere la facciata di brave signore moralmente integerrime, sono regolarmente sposate a un uomo laureatosi alla Bocconi, poi nel privato, forse solo nel club privé, amano un Piccolo grande uomo alla Dustin Hoffman da attrici “navigate” come Brenda James, Julia Ann, Brandi Love. Finito ciò, ritornano a fare le donne di casa da maionese Calvé. Attenti, mariuoli, queste vi rigirano come un calzino e vi fanno impazzire.

Sì, queste attrici da me appena menzionate, sono specializzate alla boc… hini ai ragazzini? Forse, diciamo, che non sono Jodie Foster di Sotto accusa e de Il silenzio degli innocenti? Direi di no.

Be’, diciamo che i tempi sono cambiati. Dobbiamo aggiornarci, non essere bigotti. Nel sessantotto, si combatté per la libertà sessuale, poi arrivò il 69, adesso le Anne Bancroft dei “tempi d’oro” sono diventate Jodie Foster di The Dangerous Lives of Altar Boys.

Essendo un po’ in là con gli anni, tifano per Ragazzi fuori, no, per ragazzi puri come Ethan Hawke di Paradiso perduto. Eh già. Che cazzo possono fare, d’altra parte? Come si suol dire, nemmeno Francesco Benigno se l’inc… a. Cioè, sono passate dal bramare John Lennon e Paul McCartney dei Beatles a parteggiare per il protagonista biondino de L’attimo fuggente.

Ah, per forza. Vecchie decrepite come sono, possono solo recitare la parte delle filantrope. Sono passate dal credersi Ava Gardner al ballare nel giardino delle loro great expetactions perdute per colpa della menopausa più cavalcante di un Cowgirl – Il nuovo sesso con l’ex di Hawke? Sì, Uma Thurman ma queste qui non “thurmano”, no, non mi turbano. Onestamente, sono già state fottute da parecchio. Che si fottano. Riguardassero Ethan Hawke in Prima dell’alba e poi, se ancora sentiranno qualcosa, rivedessero il loro Prima del tramonto?

Che volete farmi per queste battone, no, per queste mie battute? Sono nato nel ‘79 e, parafrasando il buon Eastwood con E.G. Marshall in Potere assoluto, sono troppo vecchio per raccontarvi puttanate.

Il nostro mondo ha perso. Meritava di vincere come quando fu candidato Al Pacino agli Oscar per …e giustizia per tutti ma Al fu battuto, ingiustamente, da Dustin Hoffman di Kramer contro Kramer.

Quest’anno, tiferò per Nomadland. Tanto per dimostrarvi che non sono misogino. Sì, ci sono ancora le grandi registe donne dopo Jane Campion.

Ma mi sorge, qui, spontanea ora una domanda. Come ca… è stato possibile che Gran Torino di Eastwood non sia stato candidato a nulla? È semplicemente uno dei tre quattro film per cui valga la pena di vivere. Vedo gente che litiga perché è in disaccordo su un film. Vedo uomini che ammazzano le loro donne solo perché hanno scoperto che esse amano Jodie Foster. Da quando nasci, t’insegnano che sei una brava persona se fai lo schiavo che lavora come un negro e vive di messe e compromessi. Mentendo sempre a sé stesso per avere tanti amici e tante stronze. A un certo punto però, in questo mondo che non crede a nulla ma crede che siano giuste le quarantene dovute al Covid, come dice Eastwood/Walt Kowalski, avete presente che di tanto in tanto si incontra un tizio che è meglio non far incazzare? Beh, quello sono io… Sì, mi spiace che, a fine maggio, Clint Eastwood compirà 91 anni. Non penso che girerà molti altri film. Come dicono a Napoli, cè pecchet’! Cioè, che peccato! I geni non devono morire mai, i geni non devono stare con la gente normale. La gente normale è formata da ladri, da bugiardi, da guappi, da cornuti e traditori, da gente che di mattina mangia un cornetto e poi prega col cornetto affinché tu possa morire d’un male impietoso. È gente che crede a dio, è superstiziosa. Pensate, molti credono pure al diavolo, uno con le corna in testa… Crede davvero che un attore sia meglio di un altro perché a differenza dell’altro ha vinto l’Oscar. Appena alla gente sputi in faccia la verità, ti dicono che sei delirante. Be’, non ho bisogno più dei figli di bottana. Poiché, come sostenne Nietzsche, l’uomo all’apparenza più debole è invece il più forte. Un tempo, inoltre, la Critica cinematografica era formata da uomini in gamba. Adesso, tengono banco Frusciante e victorlaszlo88. Il primo è uno che, nella sua monografia su Carpenter, sostiene che dovremmo lavorare un’ora al giorno, massimo, e goderci la vita. Parla, parla, parla ma sta sempre a fare un cazzo, chiede soldi per “lavorare” a mini-recensioni di 2 min. Il secondo, a furia di vedere film e non farsi una trombata con Valeria Golino, sta diventando Victor Frankenstein.

Come sosteneva Clint, il mondo si divide in due categorie. Quella degli umani e quella dei nani. Voi siete nani. Continuate con l’onanismo. Ciao ciao.

 

locandina 5 numero perfetto servillo

di Stefano Falotico

 

Percorsi d’individuazione – JOKER/DRIVE analizza Victorlaszlo88, Federico Frusciante e la società


09 Nov

padre-Loomis-Donald-Pleasence

Che dire? Da una vita la gente ritardata mi dice… erase and rewind.

Ma non ci penso proprio. Sono il feto galleggiante di 2001: Odissea nello spazio e, sinceramente, di tornare fra gli ominidi rachitici sortirebbe una mia regressione masturbatoria come nell’incipit de La pazza storia del mondo di Mel Brooks.

Il mio cosiddetto compiere forzatamente, controvoglia dietrofront, ingenerò soltanto la mia maggiore consapevolezza di essere indubbiamente un uomo superiore e coscienzioso, dunque non adatto a questo mondo spericolato di chiacchiere, di vacche scosciate e di scimmie arrapate, di meme, d’uomini che si mimetizzano e di donne che fanno le immacolate ma sono invero ben lungi dalla verginità consacrata.

Uomini e donne da marmellata, caramellosi, zuccherosi nei loro buonismi dolciastri e dunque falsissimi più di Giuda.

Ma non siamo carnali. Parlo della virginale loro purezza di cervelli oramai corrotti. Annacquati e infangatisi nella putrefazione di massa fecale. Da vomito bestiale.

La donna merda, no media, crede difatti di elevarsi, recitando la parte della santa ma io vi dico che oramai non è affatto sana, è rimasta solo nana.

Sì, le donne di quarant’anni biascicano nenie a tutt’andare. Appena le approcci per discorrere lungamente… di Cinema a tarda notte, si congedano da te, dicendo che il mattino dopo devono alzarsi presto e dunque debbono andare quanto prima a nanna.

Ma scopri che, dopo aver messo i figli a letto, coscienti che il marito non è rincasato perché sta pagando una raccattata sui viali che i loro stipendi sta incassando, si consola dall’inculata d’una vita matrimoniale andata a puttane, chattando con un ragazzo innocente per provocarlo a tamburo battente.

Da cui il termine battona o forse solo matrona.

Sì, sono sempre stanche. Più che altro sono acide e accidiose. Sono talmente stanche che, non sapendo che minchia fare da mattina a sera, dopo il loro lavoro da segretarie annoiate, posano davanti ai loro specchi in selfie oserei dire repulsivi, moralmente riprovevoli. In cui, pur di far sì che qualche gonzo del sesso opposto infil e ficchi un mi piace sotto le loro immagini eccitanti, corroborandolo e arredandolo di commenti velatamente romantici, più che altro da frustrati cronici, eseguono boccacce a briglia sciolta per tirarsela da simpatiche e brillanti. Vestite in maniera casual ché fa molto trendy e figa cazzuta, attillata e attizzante.

Sì, semi-pants su plastiche facciali e labbroni micidiali con l’aggiunta del sopracciglio sinistro rifatto e alzato su fronte aggrottata da burina de no’ a(l)tri.

Sì, poi esibiscono perfino tutto l’apparato gengivale per sembrare donne di bocca buona da otorinolaringoiatra.

Gli uomini sono pure peggio. Poiché se la tirano… da esperti di Politica e Sociologia, dissertano di ogni argomento e parlano per frasi più fatte di queste strafattssime.

Io vissi un’adolescenza in cui gli altri studiarono al Classico, giocando ai videogames nel tempo libero e poi aspettando il sabato sera per farsi du’ canne e limonare una minorata mentale adatta alla loro visione oscenamente minuscola, giocosa, ripetitiva e squallidamente focosa del porcile a me odioso.

Di solito, un ragazzo normale non vede l’ora di sverginarsi. Da allora, si animalizza e poi indossa la maschera di Daredevil. Cioè finge di essere cieco, coprendosi dietro un lavoro socialmente rispettabile per non dare nell’occhio se poi, in privato, combina porcate sottob(r)anco.

A me, questa tizia che ebbe l’immane (s)fortuna di farmi crescere, capì che io impazzii nell’attimo stesso in cui lei, essendomi corporalmente senziente, di gioia impazzì.

– Non capisco. Mi sembrava che ti fosse piaciuto.

– Può essere. Sì, ma ora che mi rimane da vivere? Sono come Alessandro Magno. Mi dai qualsiasi testo di letteratura, scienza, filosofia e matematica e, come Will Hunting/Matt Damon, lo imparo a una velocità supersonica.

Tu sostieni inoltre che non ti parve che fossi vergine.

 

Insomma, è finita.

No, non mi vedo proprio a cantare con Rocco Hunt, a realizzare video-recensioni a scopo educativo e maieutico, istruttivo, didattico e pedagogico.

Non mi vedo nei panni di un chirurgo del reparto di cardiologia che salva, poiché obbligato a livello deontologico a rispettare il Giuramento di Ippocrate, un assassino e/o stupratore malato di cuore. Più che altro di mente.

No, io lo lascerei morire infinitamente.

Non mi vedo a fare l’insegnante per aspettare la ricreazione e mangiare i cracker. Rigirandomi i pollici e osservando una gioventù già bruciata in partenza.

Non mi vedo nei panni del papa. Uno che pontifica ma che, a livello pratico, fa solo il viaggio del mondo in 80 giorni come il protagonista dell’omonimo libro di Giulio Verne.

Non mi vedo come papà. Anche perché cosa potrebbe pensare mio figlio se scoprisse che ho comprato tutti i dvd delle maggiori pornostar americane? E manco posso fare ‘na sega poiché sono sposato e poi mi sentirei in colpa?

Lo so, Jena Plissken in confronto a me è The Ward, il peggior film di John Carpenter.

Sì, diciamo che il mondo reale m’interessa sempre meno.

Sono un metafisico.

Non vedo l’ora di trovare qualcuno che, libero da discotesche, fighe e figotte, cretini e scemotti, voglia girare con me il remake de Il signore del male.

Questo capolavoro ancestrale di portata sesquipedale, questo film enorme ove viene distrutta ogni regola teologica e confutata ogni teoria ontologica.

Questo masterpiece antologico.

Devastante.

 

di Stefano Falotico (fa pure rima e ficcatela in culo)

 

JOKER è il film più importante di sempre, siamo stanchi di Tarantino e dei solipsismi vari


21 Sep

joker apocalisse testi milian dollaro bucato vera gemma

E non voglio sentire ragioni.

Non voglio sentire, per esempio, Federico Frusciante delirare e obiettare in merito. Innanzitutto, durante la lavorazione di questa pellicola, ne disse peste e corna, inconsapevole che non fosse un cinecomic.

Ma Fede è perdonabile per via della sua natura da livornese ruspante che, appunto, non la manda a dire.

Ma è victorlaszlo88 che a raffica sta vomitando cagate a iosa.

Victor furoreggia su suoi capelli da Angelo Branduardi. Sì, se Angelo cantò Alla fiera dell’est, Victor per du’ soldi di tremila visualizzazioni in più, cazzeggia a tutto spiano, trolleggia da saputello nerd, sostenendo che l’ultimo film di Tarantino sia un capolavoro assoluto quando invece, a confronto, Un dollaro bucato con Giuliano Gemma/Montgomery Wood e I quattro dell’apocalisse di Lucio Fulci con Fabio Testi e Tomas Milian sono talmente trash da superare di guilty pleasure quest’immonda scemenza di Quentin.

A cui consiglio, onestamente, solo un piatto di fagioli da Terence Hill de Lo chiamavano Trinità. Poiché non deve più scoreggiarci certe cagate.

Sì, fu proprio Tarantino a inserire nelle retrospettive dei western all’italiana di serie b, in Sala Perla, al Festival di Venezia di molti anni or sono, queste perle scult.

Sì, prima che morisse, vidi Giuliano Gemma dal vivo vicino all’Hotel Excelsior. Leccò un gelato. Poi, senza dare nell’occhio, lanciò il cono in mare, continuando a camminare con signorilità e portamento da Clint Eastwood dei poveri.

Sua figlia Gemma è comunque una gran figa. Le scrivo spesso su Facebook ma lei non mi fuma. Notai immediatamente il suo culo liscio, notevole, gustoso e vellutato in Scarlet Diva della sua amica Daria Argento.

Ah, bell’amica. Guardate la scena “pasoliniana” da Sodoma… nel film succitato e poi ditemi se è un modo onorevole di omaggiare un’amica…

Victorlaszlo88 sostiene inoltre che Mike Moh sia identico al vero Bruce Lee. Ma che dice? Non era uguale, anzi diversissimo, perfino suo figlio Brandon.

Rispetto a Mike Moh, è più simile a Bruce Lee il nero del semaforo di via Prati di Caprara. Il quale, se non gli dai un Euro per averti lavato i vetri, si contorce in gridolini isterici, appunto, da Bruce Lee incazzato forte.

E ti spacca il cofano col solo potere del palmo della mano.

Victor afferma altresì che Margot Robbie sia la fotocopia di Sharon Tate. Ma de che?

Margot sembra appena uscita da Baywatch.

Ah, la mia figa preferita di Baywatch fu Marliece Andrada. Sono cazzi miei.

Ma non perdiamoci in donne bombastiche. Tanto Hugh Hefner di Playboy è morto e il puttanaio aumenta lo stesso a dismisura più delle nottate nella mansion di Hefner stesso, no, non Charles Manson, di James Caan. Sì, non lo sapevate? James Caan fu un conclamato puttaniere. Fra un Padrino e Rollerball, si rilassava con le bagasce rifornitegli da Hugh. Un uomo da Funny Lady.

Sì, Joker è il film più importante del mondo. La storia di uno che potremmo ribattezzare lo sputtanatore di tutti. Un genio.

Ma finiamo(la) con Tarantino.

Mr. Marra sostiene nella sua video-recensione di C’era una volta a… Hollywood che l’arte sia l’escamotage che l’uomo ha trovato per sopperire alla noia, per rendere il mondo più colorato di quanto in realtà non sia. Il mondo non è così bello come al Cinema.

E se invece ribaltassimo tutto?

Con un atto di coraggio potentissimo?

Per millenni l’uomo ha pensato che vivere in un certo modo, cioè schiavo dell’epoca in cui visse e sublimare la tetraggine e le noie nell’arte per ovviare alla sua tristezza esistenziale, perlomeno ai suoi momenti bui, per colorare la vita sua e altrui, significasse essere un artista.

E se invece l’arte moderna e contemporanea fosse oggi come oggi compiere il passo veramente evolutivo?

Cioè rendere la vita di noi tutti un’arte stessa? E, anziché migliorarci nell’arte, dunque in tal caso nella finzione, trasformare la nostra intima verità in arte mondiale?

Questo Joker lo fa.

Dice la verità. E dice con potenza immane che così non possiamo andare avanti.

Questa società è disagiata, disastrata, piena d’ingiustizie poiché l’uomo ha voluto che fosse così, mentendo per conservarne lo stato sbagliato, colmo di disparità.

Cioè, ha desiderato che il mondo fosse brutto e lo sublimassimo, per esempio, nel Cinema, lasciando la quotidianità triste alle nostre vite stesse.

Così facendo, abbiamo solamente creato più solitudine, più virtualità fallace. Ovvero il mondo è una menzogna, un inganno in quanto noi stessi ci siamo auto-ingannati, credendo che comportandoci così il nostro personale mondo sarebbe stato accettato da noi stessi.

E, in questa planetaria balla, è presto spiegato perché la gente sia depressa.

Semplicemente perché ha sublimato soltanto nell’arte la non accettazione della sua umanità.

È dunque l’umanità che deve diventare Arte maiuscola.

Mi spiego meglio.

Ora, parliamo di Arthur Fleck. Todd Phillips e lo sceneggiatore Todd Phillips non ci spiegano di quale “malattia mentale” soffra Fleck. Un po’ la stessa cosa che fecero Martin Scorsese e Paul Schrader con Travis Bickle di Taxi Driver.

Travis è schizofrenico, è un uomo affetto da disturbo borderline, è solo depresso, arrabbiato, incompreso o crede, illusoriamente, che salvare una prostituta minorenne dai papponi sarà la catarsi redentiva del suo male di vivere?

No, Travis salva Iris ma continua a essere Travis. Non è cambiato. Mentre Fleck si ribella ai soprusi. Rimanendo Joker in quanto così è nato. L’ha solo scoperto.

 

Morale: chi s’illude che con l’arte cambierà il mondo, si sta fregando. M’ha sempre stupito, a tal proposito, una cosa che disse Pasolini quando gli chiesero se lui si sentisse orgoglioso di essere considerato un uomo importante. Lui rispose… no.

La vanità dura un battito di ciglia, poi si ripiomba nell’oscurità e si sublima nell’arte la consapevolezza di essere diversi da una modella che ottiene due mila mi piace sulla sua nuova foto su Instagram e n’è contenta da matti/a, tirandosela.

È un’idiota.

Poiché non ha capito che in verità all’altro non frega un cazzo di lei.

E s’è fatto solo una sega.

Come l’ultimo film di Tarantino.

 

In parole povere. Potrei pure adorare la sciocchezza di Tarantino ma, se Tarantino domani morisse, continuerei ad amare solo la sua opera.

La vita era la sua. Non la mia.

Credo che manco a sua moglie sbatterà un cazzo. Tanto, ne troverà un altro.

 

Finisco con questo.

Non vi racconto balle.

 

Tempo fa, due psichiatri disputarono nei miei riguardi similmente a Will Hunting:

 

– Hai letto che cosa ha scritto questo ragazzo? Devo subito aiutarlo e inserirlo in un ambiente giusto. Per valorizzarlo. Deve laurearsi e mettere su famiglia.

– No, stai sbagliando. Si chiama manipolazione.

 

 

di Stefano Falotico

JOKER VINCE IL LEONE D’ORO, il mio video di risposta a victorlaszlo88


09 Sep

Ebbene, victorlaszlo88 ha realizzato un video, il suo secondo/terzo suo in pochi giorni su Joker.

Ebbene, victorlaszlo88 ha realizzato un video, il suo secondo/terzo suo in pochi giorni su Joker.

Eh sì, tutti si stanno in massa ricredendo, recitando il mea culpa e l’atto di dolore a discolpa della loro frettolosità, ah, cattiva consigliera, per cui, in tempi sospetti eccome, addivennero alla lapidaria, sbrigativa conclusione secondo la quale Joker sarebbe stato la solita burla e bufala della DC Comics.

Oh, rimembro le vostre lapidarie risa quando, da IMDb, prendendo voi superficiali informazioni su tale pellicola in lavorazione, sentenziaste in merito con prosopopea alquanto disgustosa. Sì, voi emettete sempre giudizi facili, figli spesso della vostra boria. Della vostra supponenza, della voglia smaniosa di essere, per l’appunto, i primi a decretare verdetti originali dei quali fregiarvi. In modo tale che un giorno, in punto di morte, quando il prete vi donerà l’estrema unzione, potrete sussurrargli che voi vedeste sempre giusto. E che aveste probo gusto.

E dunque, nel momento in cui il padreterno v’accoglierà nell’abside, diciamo, sull’altare del Giudizio Universale, avrete soltanto peccati veniali da confessare.

Sì, inginocchiati dinanzi al creatore dell’universo, colui che instillò ad Adamo la scintilla vitale, così come magnificamente dipinse Michelangelo nella Cappella Sistina, gli confesserete solamente di esservene tirate un paio sul fondoschiena splendidamente attizzante di Anne Hathaway di The Dark Knight Rises.

Sì, un lato b per cui forse Anne usò anche una controfigura più bella di Catherine Bell che, appunto, rimpiazzò Rossellini Isabella ne La morte ti fa bella quando Isabella si spoglia e s’immerge in piscina.

Ah, Catherine Bell, co-protagonista di Una settimana da dio. E ho detto tutto.

Dio v’assolverà ma poi voi, al solito troppo verbosi, ossessionati anche lassù in cielo da una smaniosa voglia esibizionista giammai parca di vanità, invero porca di stronzate in quantità, affermerete che peccaste anche dirimpetto a Michelle Pfeiffer/Catwoman nella vostra età dell’innocenza.

Al che Dio, avendo voi osato di troppo osé, vi punirà, vi flagellerà e all’inferno vi spedirà. Tra le fiamme dei vostri desideri proibiti squallidamente confessati senz’alcuna pudicizia, arderete senza pietà, infausti poiché, al pari del Faust di Goethe, vendeste l’anima al diavolo pur di ottenere dieci visualizzazioni in più dei vostri video cosiddetti fastosi ma soprattutto festosi.

Eh sì, victor… stavolta l’hai sparata grossa. Joker non è un cinecomic. Posso affermarlo in totale vanagloria, senz’alcuna remissione peccatorum, in quanto lo vidi in Sala Grande in quella che posso reputare, appunto, a ragion veduta, una delle più belle giornate della mia vita.

Dopo aver fatto la (tra)fila per un’ora davanti alla Sala Darsena, per colpa di Paolo Virzì, membro della giuria entrato nella sala suddetta per prendere visione della nostra pellicola in questione, fecero entrare tutti quelli posizionati davanti all’entrata posteriore. Disinteressandosi dell’altro troncone di accreditati-spettatori situati ove io, assieme agli altri, stazionai/mmo come dei coglioni, ricevendolo appunto nel didietro da bambagioni.

Al che, bestemmiai e qui chiedo venia a Cristo se, così blasfemo in quel mio attimo maledetto d’oscena perdizione, offesi in maniera sacrilega la sua santissima Trinità. Mi dolgo e mi pento con tutto il cuore, mi riprometto, in tal mio sentito appunto pentimento, di non offenderlo mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato.

Ah ah. Ho già avuto un ripensamento, comunque. Ho appena rivisto il video di Emmanuelle Seigner in passerona, no, passerella durante la cerimonia di chiusura di tale festivaliera manifestazione. Che figone.

E qui posso rivelarvi, senz’alcuna inibizione, che m’è partito un eh, la Madonna alla Renato Pozzetto.

Dannazione!

No, non potevo perdermi Joker. Infatti, dapprima disperai, dissennatamente mi contorsi nella rabbia più luciferina. Quindi, recuperata che ebbi la calma, feci mente locale, iniziai a pensare e a riflettere mi soffermai. Cazzo, mi sovvenne che ci sarebbe stata anche la proiezione in Sala Grande alle 11 e 30.

Al che, subito dinanzi alla Sala Grande, dopo aver bevuto un caffè e dopo aver fumato dieci sigarette, mi precipitai.

Le persone già nei pressi di tale zona calda, cazzo, accaldate e accalorate si stavano predisponendo, allineate come indiani in trincea prima dell’assalto alle maschere dai visi pallidi che c’avrebbero strappato i biglietti.

– Dici che ce la facciamo a entrare, stavolta?

– Sì, ce la facciamo. Non siamo fra i primi ma stiamo messi bene. Siamo nel mezzo. Sì, ce la faremo.

 

La proiezione iniziò con un leggero ritardo e il sottoscritto dovette sorbirsi, seduti maleducatamente al mio fianco, due semi-svedesi, forse crucchi d’ascendenza babilonese (sì, parlavano in un incomprensibile gergo figlio della Torre di Babele misto all’esperanto d’ascendenza poliglotta in cui ravvisai perfino frasi da napoletani come i due neri de L’aereo più pazzo del mondo).

Fatto sta che l’unico profeta rimango io. Cambiai il nome del canale da Stefano Falotico a Joker Marino circa un anno fa.

Al solito, vidi giusto.

Tornando invece a Paolo Virzì.

Ecco, mi ricordo che tutti, pensando d’aver capito tutto di me, considerandosi più avanti del sottoscritto, mi dicevano, anzi dissero:

– Stefanino, hai visto My name is Tanino?

 

So che sulla scena di sesso fra Edoardo Gabriellini e Claudia Pandolfi di Ovosodo, da me riveduta sino allo sfinimento, è il caso di dirlo, una scena che mi consumò da lupo mannaro, ah ah, scena topica in cui l’ex super topa Claudia avvinghia fra le sue bellissime, travolgenti gambe sudate tutta l’irruenza di Edoardo, sverginandolo come solo una lupa sa fare, eh sì, Claudia è romana forte, compresi già che sarebbe stata una mia esistenza da Risorse umane.

Sì, verso il 2003 mi sverginai con una piuttosto carina. Anche se non figa come Micaela Ramazzotti de La prima cosa bella.

Però, ci stava. Oh, mi ricordo che ci stette eccome.

Poi, si susseguirono interminabili Notti magiche sin al mio crollo totale.

Chi sono ora?

Uno che, dopo La pazza gioia, è una bella faccia da culo come Joker.

No, non sono un maniaco ma adoro Jonah Hill di Maniac.

Poiché ricordate: al motto Forza Roma, forza luoi, son finiti i tempi cupi, ho sempre preferito Barbara Cupisti. Una stra-gnocca mai vista.

E Carlo Verdone de Il bambino e il poliziotto lo sa.

Dunque, mi sa che adesso voi siete Piermaria Fabris di Compagni di scuola, eh sì, invecchiati malissimo.

Siete uomini che, dopo la prima volta, come Sergio Rubini di Al lupo al lupo, vi credeste John Rambo ma assomigliate davvero a Oscar Pettinari di Troppo forte.

Dunque, Joker, alias Travis Bickle/Arthur Fleck, se vi dice che il Cinema lo conosce bene, non sostiene puttanate. Lo so, sono qualche volta insostenibile, ci vado giù pesante, come si suol dire.

Ma solamente perché, essendo stato per troppo tempo penante, adesso son pensante.

Se vi dice/o anche che voi parlate tanto ma mi sa che conoscete poco pure quella… è perché è così.

Mi raccomando, non fatemi la fine di questo bovaro.

Poiché, da Joker, potrei tramutarmi in The Punisher.

 

 

 

di Stefano Falotico

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La critica moderna, guidata dagli youtubers Joker Marino, Federico Frusciante, victorlaszlo88, Lorenzo Signore, Mr. Marra vs la Critica accademica


17 Jun

james-deanOra, saltate questo lungo preambolo se non amate l’autoironia, la Critica sui generis e passate al capitolo 2 che verte sulla questione enunciatavi nel titolo…

Comunque sia…

Lo spettatore amatoriale che critica i critici veterani è triste quasi quanto Paul Schrader che girò un film con James Deen e più moscio di Richard Gere de Il primo cavaliere?

Sì, ho scritto James Deen, non James Dean.

James Deen è la nemesi di James Dean. Tanto Jimmy fu la simbolizzazione, per quanto mitizzata volgarmente, romanzata, empiamente stilizzata della gioventù bruciata piena di palpiti romantici, d’eterna inquietudine combattiva, d’incandescente purezza sentimentalmente travolgente, ovvero l’incarnazione della rabbia giovane quasi appunto malickiana, oscenamente mistificata però dai cultori e fautori bassamente giornalistico-giovanilistici, appunto, cioè adulti rincoglioniti idolatri e nostalgici delle giovinezze lor perdute nella panza e nella corruzione da riempire e infangare di triti luoghi comuni insopportabili ché, a loro squallido ardire, è bello ardere e identificare in modo pressapochista nella distorsiva nomea iconica d’una idealizzata, forte, eterna sindrome da Peter Pan e nella stupida magnificazione bambinescamente cazzuta de Il selvaggio, quindi a erezione, no, elevazione di nostalgie ed elegie brandiane e coppoliane, Rumble Fish docet, santificanti e dunque limitanti, al solo scopo… mercantilistico e superficiale, agiografico e banale, semplicistico e oserei dire scandaloso, scostumato, vergognoso di alzar in auge quella… che è invero l’emotiva complessità di un periodo importantissimo della vita di noi tutti, cazzo, dicevo… mi son perso fra anacoluti dal costrutto sintattico più articolato di un infinito rutto brutto… in parole povere, James Deen, il pornoattore osceno, è un misogino edonista mostruoso e marcio, un sodomita violento e ai limiti della legalità delle donne comunque più vicine alla femminilità animale, quindi di Dean ha solo il nome.

Deen è uno sgorbio e ha storpiato pure il fantastico cognome del protagonista della Valle dell’Eden.

E The Canyons è un film impresentabile non perché io sia un moralista che fatica/chi a digerire l’idea che lo sceneggiatore de L’ultima tentazione di Cristo abbia ficcato… Dean nella sua porcata per rendere Autofocus la sua bischerata, no, capisco benissimo che dietro questa sua scelta di casting via sia un’idea meta-cinematografica pari quasi alla metafisica di Taxi Driver, comprendo appieno che, così facendo, Schrader abbia voluto eccentricamente omaggiare appunto sé stesso, essendo lui un calvo cineasta solipsista e calvinista, ossessionato dalla carne, da temi come il peccato, l’irredenta natura ambigua del sesso e dell’amore in una società andata a puttane più delle clienti di Woody Harrelson di The Walker o del super figo Richard Gere di American Gigolo, no, non è questo il punto. Nemmeno G.

Il grande Cinema è splendida finzione. American Gigolo è un bellissimo film proprio perché non c’era John Holmes a interpretarlo. Non so se mi stiate seguendo. Bensì appunto v’era Gere.

Forza, sveglia, non dormite da ghiri!

Un sex symbol, certo. Che peraltro sarebbe divenuto totalmente tale soltanto dopo questo film. Richard Gere, un celeberrimo donnaiolo incallito che è stato sposato a Cindy Crawford, l’unico stronzo di classe che poteva permettersi la lussuria, no, il lusso di essere il protagonista della pellicola All’ultimo respiro, remake neanche tanto malvagio, a darla tutta, no, a dirla tutta, di Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard, recitando spesso semi-ignudo in piscina assieme a quell’ex Femme Publique immane e stra-gnocca di Valérie Kaprisky, donna impudica e pubica, senza far rimpiangere del tutto l’originale puro.

Evviva le guerre puniche!

Ma Gere è un attore coi contro-coglioni, non schizziamo, poveri idioti schizofrenici, e soprattutto… non scherziamo.

Guardatelo ne L’incredibile vita di Norman oppure ne Gli invisibili. E capirete che, oltre al sempiterno fascino virile da piacione, v’è sempre stato molto di più, miei cazzoni.

Richard Gere è uno che ha sempre saputo eccome il fallo, no, fatto suo. Un attore con due palle così.

E qui ci vorrebbe, a gridarvelo in faccia, Mario Brega di Un sacco bello, così come urla infatti al figlio scemino che Don Alfio è uno di Chiesa che la sa lunga.

James Deen è il peggio del maschio, roba che Bobby Peru di Cuore selvaggio, cioè Willem Dafoe, vale a dire uno degli attori preferiti di Paul Schrader, neanche a farlo apposta, se lo tromba più velocemente di un’eiaculazione precocissima senza neppure cagarlo di striscio.

Paul Schrader, che film merdoso che è il tuo The Canyons. Per fortuna, ti sei rifatto con First Reformed. Sennò ti avrei spedito a fumarti un cannone…

Sì, un tempo, ai due giorni di leva, chiedevano ai ragazzi se amavano i fiorellini. A me chiesero come mai mi piacevano i tortellini ma non gradivo molto le bolognesi.

Se qualcuno rispondeva sì ma, alla domanda se gli fosse piaciuto fare il fioraio, rispondeva che, altresì, amava la natura colorata e bella eppure al contempo non si sarebbe mai sognato di fare il giardiniere contento o di vendere rose rosse alle donne innamorate non solo di Richard Gere per una vita apparentemente felice, ecco, a questo qualcuno prescrivevano la visita dallo psichiatra.

Io sono il Joker, anche Matthew Modine di Full Metal Jacket.

Se costui si opponeva a questa sorta di castrazione psicologica assurda, lo riformavano. Ma non rilasciandogli la patente di uomo troppo dolce ed educato, dalle buone maniere sensibili non pronto a un mondo guerrafondaio manieristico di fascisti-filonazisti, bensì lo rispedivano al mittente con la patente discriminatoria di frocio assai prossimo alla demenza.

Sulla lettera, diciamo, di dimissione non v’era scritto esattamente frocio bensì eufemisticamente lo si mandava a cubiste, no, a cubitali lettere, a quel paese poiché non ritenuto macho abbastanza e dunque adatto, oddio sto morendo, a una vita da duro che tutti incula.

È questo che ci ha insegnato la nostra Italia. Complimenti, valori di “sana e robusta Costituzione”.

No, non ho nulla da dissentire in merito. Come no? Infatti io ho svolto il servizio di obiettore di cosce, no, di coscienza.

Detto ciò, non traviate le mie parole, non travisatemi.

Tutto quest’ambaradan, questo pen(s)oso panegirico per arrivare a una questione che mi sta sinceramente più a cuore.

Sì, tutti questi damerini, questi (ig)nobili figli di papà di vent’anni che non se lo sono mai fatto a dovere, mi stanno sul culo.

Se avessi detto che mi stanno in un posto simmetricamente perpendicolare allo sfintere, mi avrebbero pure tolto la possibilità di obiettare e dire la mia. Vi pare normale?

A noi, critici e figli della generazione X, forse con una Lancia Ypsilon, uomini “Smart” insomma, chi spezzerà delle lance in nostro favore? Ah, non ci disprezzerete e dunque l’anima non ci spezzerete.

Vi faremo a pazzi, no, a pezzetti, a pezz(ent)i. Paz e devi avere Pazienza, anche Andrea…

Dobbiamo mettere i puntini sulle i e anche forse su quelle greche, non siamo probabilmente dei latinisti e amanti dei peplum ma forse adoriamo i piedi femminili, siamo feticisti di e come Tarantino?

Siamo misogini come James Deen o come Stuntman Mike di A prova di morte?

Odiamo gli attori cani, dunque non siamo dei cinofili, bensì solo dei cinefili?

La domanda sarebbe da porre al mitico Ignazio La Russa. Vi ricordate?

Incorre in un frequente lapsus il candidato di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa mentre si rivolge a Luca Miniero, regista del film Sono tornato che ha come protagonista il Duce: “Un film troppo commerciale…”.

Alcuni sostengono che io meriti molto più successo E che i miei circa 370 iscritti al mio canale YouTube Joker Marino siano davvero pochi. E sul modello 730 abbia poco da recensire…

Ora, noi siamo bravissimi, in effetti. Spesso, lo dico orgogliosamente, siamo più intuitivi, colti e preparati di gente che scrive, dietro fior di quattrini, per quotidiani nazionali.

E mi riferisco naturalmente, oltre che a me stesso, ai succitati Frusciante, Victor, Signore, forse anche a Willy Signori e vengo da lontano.

C’è chi ha mille iscritti al suo canale e chi invece 100 mila. Chi invece ne ha tre, ovvero sé stesso e i suoi genitori. Io non sono invidioso di chi ha più di me. Chi fa da sé…

Dunque, lunga vita a Fede, nostri fedelissimi.

È meglio insomma Falotico, detto Falò delle vanità, oppure Francesco Alò?

È meglio Mereghetti o le sorelle Laura e Luisa, figlie di Morandini?

Chi è nato prima? L’uovo o la gallina?

E Falotico è una gallina dalle uova d’oro? Cioè, quasi (a) gratis, continua a fare le video-recensioni di film altissimi ma, se fosse andato, ogni santo giorno, al semaforo di Via Prati di Caprara, per elemosinare du’ lire, forse oggi avrebbe più soldi?

È un critico amatore pur non essendo un armatore, è un amante della più elegante Ars Amandi e un adoratore del Cinema bello, non bellico, quanto i migliori film di Elia Kazan? Oppure era meglio se fosse nato davvero come Antonella Elia?

O è invece un cazzaro, un casinaro, un coglione, per farla breve e sveltina?

Siamo tutti pirla in questo mondo?

E perché mai sfruttarono la virilità grandiosa del magnifico Richard Gere a uso e consumo delle donnette che hanno sempre utopisticamente sognato di vederlo nei panni di Lancillotto?

Tornando a La Russa, stamattina uno in radio, un lavoratore stacanovista e bravissima persona, a tale domanda fattagli, ecco, ha risposto così:

– Che cosa faceva nella vita jean-Jacques Rousseau?

– Russò.

 

Invero, non fu una domanda ma una barzelletta raccontata dallo stesso radioascoltatore che, finito di spararla, volle puntualizzare che lui, oltre che lavoratore duro, è un grande musicista.

Ci siamo capiti. Ho detto tutto. Noi siamo più bravi dei cosiddetti critici da cui tutti pendono dalle labbra ma forse ha fatto bene James Deen a buttarla in vacca.

Se proprio ci andrà grosso, no, grassa, potremmo pure campare con un mezzo stipendio ottenuto dalle visualizzazioni, ma non potremmo mai permetterci di avere la villa a Mulholland Drive.

Noi continueremo però, resilienza e Resistenza permettendo, ad amare alla follia Lynch, vedendo Naomi Watts e Laura Harring col binocolo e invece il Pinocchio Deen vedrà gnocche a tutt’andare, sgranocchiandosele, le gambe sgranchendosi, scrocchiandosi le nocche, pieno di balocchi, no, baiocchi.

Chi ha occhio, no, orecchie per intendere, intenda. Altrimenti, se non volete starci a sentire, c’è sempre la RAI.

Evviva noi, youtubers a cazzo loro, gli altri sono tutti troioni.

Perciò, arriviamo al punto cruciale, alla morale della fav(ol)a:

se James Dean interpretò Il gigante, se James Deen è un cane e La Russa un cinofilo, perché Falotico non può essere un cinefilo normale?

Dio can’!

 

di Stefano Falotico

01 Jan 1955 --- James Dean --- Image by © Sunset Boulevard/Corbis

01 Jan 1955 — James Dean — Image by © Sunset Boulevard/Corbis

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