0:01, incipit e calvizie incipiente. E il caldo è troppo hot, sì, il clima è eccessivamente caliente. Inizio, inoltre, con forti freddure, eh eh. 3:09, Al Pacino, presto nuovamente al lido, nei panni di Maurice Gangnat. 4:46, Peter Fonda. 5:50, Heather Graham. 6:58. Donna da (af)fresco? 7:23, Johnny Depp. 11:46, Bologna insanguinata – Il carnato di una città escoriata. Coming Soon, Il commissario Falò 4! 13:30, Lucy Russell. 16:18, Olivia Williams è, anzi, fu la versione bruna di Greta Scacchi. 18:34, Jerzy Skolimowski. 20:29, ah ah. 21:15, Nanni Moretti. 25:06, il richiamo della f… a? Via da Las Vegas, Vacanze in America ed Elisabeth Shue. 26:49. 27:19. 31:51, un Picasso originale.
Posts Tagged ‘Venice Film Festival’
Falò, new Modì, genius maudit & Art Collector as Al Pacino del film di J. DEPP. E Heather Graham?
Io ho visto dal vivo HEATHER GRAHAM, Harrison Ford, Johnny Depp & MICHELLE PFEIFFER: voi no, eh eh
Quali film vedremo a Venezia? Intanto Clint Eastwood ha iniziato le riprese della sua nuova pellicola
Come scrissi un paio di giorni fa, quest’anno riapproderò al Lido in veste d’inviato specialissimo. E mi gusterò tutti i film della Mostra assieme agli accreditati. Nella sala riservata, ovviamente, ai personaggi più prestigiosi e di spicco della stampa.
Con quali credits mi presenterò? Semplicemente con la mia faccia nuda e cruda.
Io sono un forestiero della Settima Arte. Cioè svolgo il lavoro di critico cinematografico senza però essere vincolato a esigenze editoriali ideologicamente e politicamente schierate.
Dunque, se un film che vedrò non mi piacerà, potrò scrivere liberamente che fa schifo al cazzo, senza macchia e senza paura.
Probabilmente, vista l’alta boriosità di molti giornalisti, non solo della Foreign Press, persone indisponenti ed esaltate come Vittorio Sgarbi, scatterà fra me e loro qualche rissa che non si limiterà semplicemente a uno scambio di dure, intransigenti vedute esegetiche agli antipodi.
No, non saranno soltanto conversazioni accese, diciamo, bensì io e loro perderemo la testa, il nostro sangue al cervello andrà e partiranno testate reciproche…
Detto ciò, scusate ma intendevo chiarire la mia ferrea, oserei dire manesca presa di posizione alquanto irremovibile in merito all’incorreggibilità non di un testo con dei refusi ma del mio sballato, gasato, completamente fuso che non farà mai ammenda ed errata corrige dei suoi difetti caratteriali, ancora inesorabilmente impazzii, no, già impazzano furtivamente i cosiddetti rumors riguardo i probabili film che saranno proiettati al Lido.
Ah ah.
Innanzitutto, pare che Joker con Joaquin Phoenix verrà esposto alla vetrina veneziana. Chissà, se non sarà pronto The Irishman di Scorsese, Joker potrebbe essere addirittura selezionato come film di apertura.
Dunque, dovremmo vedere il nuovo film di Roman Polanski.
Sugli altri eventuali titoli, non si sa molto. Quindi è inutile fare previsioni.
È come quando uno s’innamora di una diva di Hollywood e pensa:
… assisterò alla proiezione privata, in una saletta intimamente delicata, della sua grande attrice che con me simulerà l’orgasmo con un’interpretazione da premio Oscar?
Già, la vita è come Hollywood, appunto, una fabbrica di sogni.
Il novanta per cento delle persone sogna dall’adolescenza di diventare un mito come Clint Eastwood ma quasi tutti, arrivati a una certa età, prendono coscienza finalmente, assai tardivamente, che la celeberrima battuta di Eastwood ne Il buono, il brutto, il cattivo fa al caso loro…
– Vedi, il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola carica e chi scava. Tu scavi…
Eh no, miei cari, non ve la caverete, facendo i fighi su Facebook. Perché, se continuerete così, la pensione d’invalidità vi aspetta.
Intanto, proprio il signor Eastwood ha cominciato in Georgia le riprese del suo nuovo film.
Cinquanta idioti di Hollywood stanno cercando di boicottarlo. Perché Eastwood, fottendosene al solito di tutti e delle leggi ipocrite, malgrado lo stato della Georgia abbia da poco approvato una legge stranissima sull’aborto, non vuole che il suo film abortisca.
Scusate, che c’entra infatti Eastwood, signore distinto, monumentale pezzo d’uomo e cineasta di classe immensa, con l’aborto e con le donnette che ascoltano Giorgia?
Il mondo si divide, sì, in due categorie:
chi va al Festival di Venezia come un clown Falotico dal carisma magnetico e chi non solo crede e appoggia leggi pazzesche, bensì non legge perfino le recensioni di un uomo autoironico che non ha bisogno di maschere e trucchi per essere un gigione.
Sì, sono un uomo che, ogni mattina, appena sveglio, va in bagno, si lava il viso col sapone e non usa profumi di Paco Rabanne.
Eh già, la vita è questa, fratelli, poche frottole…
– Ah, visto che grande attore? Un’interpretazione strepitosa. Bravo!
– Sì, ma tu che fai nella vita?
– Be’, io sono laureato alla Bocconi e sono un intellettuale. Io vado fiero di me.
– Siamo sicuri?
Insomma, frustrati, il vinello a tavola vi aspetta…
Ora, con spavalderia strafottente, vado in cucina a bere acqua Uliveto.
Ah, sono un Genius monstre.
di Stefano Falotico
Matt Dillon è un grande, Nicolas Cage/Smokey, anche in smoking, è imbarazzante ma io lo filmai a Venezia, vedere per credere
Sì, ho rivisto quel capolavoro che è Rusty il selvaggio. Turgida quintessenza della Settima Arte più alta e poetica.
Ma davvero… se non fosse stato il nipote di Coppola, il signor Nicholas Kim, in “arte” Cage, secondo me avrebbe fatto il pizzaiolo.
Ora, non voglio screditare il nobile lavoro artigianale del pizzaiolo. Quello ad esempio da cui mi rifornisco personalmente, nella mitica pizzeria d’asporto vicino a casa mia, praticamente a due passi, La Pantera (dei) Rosa (sì, citazione dell’omonimo film con Peter Sellers ma anche dei Rosa perché il cognome dei proprietari è questo, ah ah), è un pizzaiolo rinomato. Altroché.
Un uomo altamente stimabile perché, condendo delicatamente le sue gustosissime pizze con olive e “ritagli” a mo’ di collage, imbastendo con mani finissime le sue farciture, crea dei mosaici partenopei impagabili.
Ah, che delizia quando le sue pizze nella mia bocca si sciolgono, ancora calde e fragranti. Pura lievitazione di farina ben dosata, acqua cristallina e, appunto, lievito di birra che, già solo degustandolo, infiamma piacevolmente il mio palato e mi fa levitare nell’apoteosi del godimento morbidamente più amabile.
Le mie papille gustative, così squisitamente sfiorate dalla pregiata arte culinaria di questo pizzaiolo immenso, del quale giustamente non posso fare il nome pubblicamente, sfiorano vette, oserei dire zenit di soddisfazione pazzesca.
Come fare l’amore con Eva Mendes, una donna che di napoletana ha molto. Formosa, un po’ volgare, però molto verace, capolavoro di armonie fisiche impagabili.
Ebbene, io ho visto dal vivo sia Nicolas Cage, celeberrimo Ronny Cammareri di Stregata dalla luna ove, più che il pizzaiolo, faceva il fornaio che abbrustoliva le voglie bollenti della delusa Cher, sia la stupenda Eva Mendes. Alla prima veneziana de Il cattivo tenente di Herzog.
Ecco, a dire il vero, pensavo fosse più bella, sì, Eva. Eva la tentatrice per ogni uomo Adamo. Che passa le sue giornate a chiedersi, oh mia bramata dama, mi ami o non mi ami? Probabilmente mai ti amerà, pirla. Hai per caso i soldi di Ryan Gosling? Ah ah.
Sì, sfido ogni uomo sanamente eterosessuale a non voler assaggiare la trasgressiva tentazione diabolica cucinata, direi, da questa dea maliarda.
Cage l’ho visto anche alla prima de Il genio della truffa. Praticamente la storia della mia vita.
Sì, in Rusty il selvaggio è davvero impresentabile. Il film è intoccabile ma un paio di sue espressioni (solo un paio… forse molte di più), soprattutto quando sta al bar con a fianco Diane Lane, con cui peraltro pare abbia avuto una tresca per darle una cosiddetta spinta, essendo appunto il nipote del Coppolone, sono oscenamente inguardabili.
Una faccia da pesce lesso. Ché sembra si sia scolato un’intera confezione di Valium.
Poi, Nic indubbiamente è cresciuto.
Non credete che abbia visto, da vicinissimo, questo Nicolino? Gli ho pure stretto la mano, incitandolo a migliorare. Ah ah.
Questa è una foto che attesta quel che vi dico. Sullo sfondo, quello con la videocamera sono io. Quello alla mia sinistra, alla destra per voi spettatori, è mio padre. Che quel giorno mi accompagnò al Lido perché era curioso di vedere anche lui dal vivo il mitico Nic.
Vi racconto questa. Nic si avvicinò a noi e alla folla gremita per firmare gli autografi. Mio padre non lo cagò. E Nic lo guardò malissimo con espressione, appunto, da incredulo bambagione come in Rusty il selvaggio.
Detto ciò. Matt Dillon è un vero attore, un vero figo.
Nic è quello che è. Un simpatico farfallone anche quando non indossa il papillon.
Eh, quante ve ne potrei raccontare.
Di come ho filmato donne meravigliose in alcuni miei video epocali che, se voleste cercarli, li trovate sul mio canale YouTube, JOKER MARINO.
Io sono un fanatico delle donne.
Mi spaccio per misogino perché spesso ne vengo deluso. E mortificato.
Ma sono un idolatra della bellezza tutta. Attoriale, muliebre, cinematografica, lirica.
Perché di Genius-Pop ve n’è solo uno.
Ricordatelo quando sarete soli come dei cani e penserete a me.
Perché io vi faccio sempre ridere e so sublimare nella poesia un mondo che dovrebbe essere migliore.
.
Insomma, figlioli, sparatevi questo.
Un vero Tim Burton osannato e preso d’assalto dalla folla a sua volta assalita dalla follia.
Udiamo le voci infervorate della massa accalorata.
Uno chiama in causa Ice Cube. Che c’entra Ice Cube?
Uno invece se ne frega di Tim e vuole vedere la Bonham Carter. Non ha tutti i torti, eh.
Mentre io, dopo essermi gustato il suo Corpse Bride, in Sala Grande, alla presenza di grandi come me, scivolai felpato nella penombra e filmai ancora Tim con luci fluorescenti.
Insomma, sono proprio un Joker Marino. Un gigione acquatico.
Che, tra una sigaretta, un capolavoro e l’altro, passeggia spesso incasinato in questo mondo di suonati.
La vita è dura, la fantasia aiuta.
INGRANDIMENTO debordante. Oh oh. Che spacca gli argini.
di Stefano Falotico
Secondo me, Lady Gaga è bellissima
Due foto del video, a 0:01 e a 1:04, sembrano uguali, invece il taglio è leggerissimamente diverso.
Sì, un maschiaccio, o meglio una faccia da uomo. Da transessuale.
Ma stupenda proprio per questo. In abito bianchissimo, unghie di avorio, un seno vertiginoso esposto in una scollatura abbondante, delicatamente languida. Platinata.
Che figa. Peccaminosa, conturbante, sgarrupata, stupenda, sbilenca, storta, con delle gambe colossali. E tatuaggi in zone strategiche.
Tenetemi fermo sennò mi prende un collasso. Sto (s)venendo. Sì, a me piacciono da impazzire le donne strane, atipiche, con gli sguardi trasgressivi, sofferenti, quasi da streghe.
Ne vado matto. E Lady Gaga è secondo me una delle donne più belle e fascinose del mondo. Prendete voi le modelle siliconate, perfette, palestrate, con le facce inespressive.
Questa è un fuoco, una furia. E adesso dovrò fumare cinque sigarette per calmarmi dallo shock.
Festival di Venezia 2015: la massa s’ammazza e le donne starnazzano per Johnny Depp di Black Mass
Parto con questa “sparata” premettendo che soffro, con tanto di “certificato” d’un “testa di cazzo” che lo attestò, di “demenza precoce”, son testone, testatissimo ché troppo, da “toccato”, me lo tasto, son un pa(r)tito afflitto insanabil-mente dalla malattia mentale inestirpabile di “schizofrenia” sesquipedale. Quindi, prendete seriamente tal mia sacrosan(t)a verità: il mondo si divide in due categorie, chi ama Johnny Depp e chi vorrebbe essere in mezzo alle sue gambe, per “st(r)apparlo”.
A parte questa “cazzata”, oserei dire, con prosopopea e rinomata autostima, che nessuno scalfirà, che il mio genio è maudit, inaudito, fuori dalla porta(ta) dei comuni mor(t)ali, i quali versan piagnistei per le foto di bambini mor(t)i sulla spiaggia e non pen(s)ano a curare il marito (im)piegato che, dopo essere andato a prender i figli a scuola, rimpolpa tal sistema immorale, andando a mignotte…, che, perché, cosicché, in quanto che(cche)… ho perso il filo del discorso. Datemi un gelato che mi devo rifar la bocca, sbavando per la fig(liol)a di quel bono di tanta “bontà” del Johnny, Amber Heard, da pronunciare “Arde”. La e è muta e la ah ah è troia. Uahah!
Bene, un po’ sovrappeso, con un faccione da completino verde e mocassini da sciroccato fig(li)o di Tim Burton, Depp presenta al Lido Black Mass. La storia di uno che con quella faccia (non) può essere un convincente gangster. Ma mi FACCI(a) il piacere, A PRESCINDERE! Il trucco non fa immedesimazione, ridatemi Donnie Brasco.
Insomma, donne toccate, toccatevi, uomini, “sudatevela”. Paolo Mereghetti scriverà che il film è discreto, possibilmente aumentando la “stelletta” di Depp se il film incasserà, dunque, per non scontentare la massa, darà un voto in più a poster(iori) sul suo “Dizionario” di questo par de pall’. Guarda che occhiaie!
di Stefano Falotico
Venezia 2013, “Gravity”
Il Festival di Venezia inizia sotto i migliori auspici: viene rinvenuta in Sala Grande la mia “salma” che “gravita” di orecchio mozzato alla Velluto blu dipinto di Modugno, e Clooney diventa Dennis Hopper asmatico:
Apertura, sbotta il clap clap e qualcuna apre la patta!
Il film Gravity riscuote applausi a scena aperta, le fan dell’attempato Georgino s’accapigliano per estorcergli un sorrisetto da incollare a mo’ di “liquidità”. Sì, attingon dal miliardario tinto di brizzolato nell’illusione “volatile”, a mo’ di sospensione incredula-fluttuante di fighine in calor ad orbitar su sogni del volar “basse-base contatta le polle in Apollo pallose”, immaginando una vita più avvenente di “quella” poco avveniristica mansarda da mostriciattole seguite dall’assistenza sociale. Son partite in quinta da puberali, poi il seno s’afflosciò nella depressione del vuoto cosmico.
Clooney elargisce loro un “Vaffanculo cretine!” studiato di “galanteria”, dietro autografi vergati ad annoiato smoking nel parterre d’“apertore” della cerimonia. Le ragazze son lì a pender dalla penna delle sue labbra, glielo vorrebbero prendere, sospirando a George un “Fra qualche anno non sarai più bon’ piacione, ti stai rammollendo nell’ingrigito ma, al momento, apriremmo ancora le cerniere delle gonnelle per te a sdrucirti e sbavar di rossetto pindarico su arcobaleno indaco”.
Colan… gli applausi, la Bullock veste in vestaglia, lunga di cosce e di seno un po’ moscio nello svolazzar’ rossiccia. Di semi-spacco visibile solo a poltroncina.
Sì, è dimagrita causa mancanza dell’ossigeno. Non solo perse il cuor di Reynolds Ryan ma adesso è protagonista di Alfonso Cuarón Orozco. Diciamola. Il suo “cinema” è aria fritta, resta bloccato in catena di “montaggio”.
Infatti, Alfonso è anche montatore del suo naso furbo a NASA ferma in pilotar le masse che io invece subito annusai.
Meglio mia nonna e Oronzo Canà a questo messicano quaquaraqua.
Salvo solo il suo Paradiso perduto. Per due ragioni. Bob De Niro vale sempre il Cape Fear e Gwyneth Paltrow era ribaltabile di “tela”. Fa bene “lì” Ethan Hawke ad “affrescarla” con pennellate ammiranti nudità non tanto “mano morta”. Ethan toccò la Thurman Uma, poi ritornò versione attimo fuggente, quale è rimasto deficiente in viso da “nababbo” cotto al baccalà. Tornasse a far il pescator’.
Oggi, gira film futuristi, ma il vero “dark” stava in mezzo alle gambe. Altro che fanghiglie e detriti da attor “sporco”. Inutile “ricrearsi” e girarci attorno. Ethan ha la faccia pulita. In versione truce, è meglio Willis Bruce.
Gravity viene molto apprezzato, ma io sono più calorosamente metafisico di primo piano a sequenze interminabili di seghe spaziali. Si chiama galattico guardarla da un’altra prospettiva, cioè sbirciar i buchi dal catodico. Nell’emissione gastrointestinale a rampa di lancio che vorrebbe spezzarlo alla sua attrice preferita, non Sandra ma Mia Sara di Timecop. Sarà tua e tu abbaierai. Sì, Mia Sara fu “spaccata” da Van Damme.
Dopo lungo cazzeggiare, mi ritrovo perduto in Sala Grande. Fra borghesi arricchiti da “giornalisti” dell’imbalsamata stampa e pompini a vicenda nelle cortesie più ruffiane tra arruffati per fotografar George e signora nell’istante topico in cui Clooney di forbita lingua pensa alla Notte veneziana dell’incunearlo stellare alla topina Stacy, raccattata fra una zoccola e l’altra.
Mah, i canali di scolo delle calli. Stacy ha il callo, ama i cavalli come le sue gambone.
Ma, nel bel mezzo del “parapiglia”, tutti lo piglian in culo. Assistendo a una visione inaspettata. Sì, c’è uno spettatore che spacca il muro delle leccate.
E appare pian piano incarnandosi per gridar poi loro “Siete incancreniti!”.
George sta per accomiatarsi dalla sala, Barbera gli regge la barbetta al cravattino eppur, fatalmente, qualcosa (ac)cade di “linguorino” ambiguo.
Un orecchio, di natura preistorica, viene calpestato da George. Che urla terrorizzato un “L’orecchio del Falotico. Mi hai spiato sin qui!”.
Il paparazzo se n’accorge, coglie i begli occhi di George nell’allucinazione più lynchiana. Immortalandolo su volto da far paura ogni regista futuro…
Al che lo ricatta, con tutta la Sala Grande a chiedere maggior riscatto e altri scatti per la foto che vale la sua intera stronzata come “uomo” (re)attivo. Finalmente, George è stato scoperto con lo sguardo “brache calate e strabuzzato impressionante”. Avete notato? Sta sempre in posa, anche quando fa la parte dello stronzo.
George dice “No!” e sviene, travolto dal Falotico intanto elevatosi sul podio in tutta carne cronenberghiana.
Effetto videodrome, velluto blu dell’imprevisto. Ora mi vedi, domani scompaio, probabilmente ti ho già scopato.
E poi spazzato. Tu, Sandra, spazzerai da pazzerella a Terra.
Torna coi piedi nella monnezza.
Sì, sono Lynch David a duo geniale.
Il resto è una cagata micidial, come Gravity.
Lo ridimensionerete a breve. A mani(er)a di vostro uccello.
E ricordate: non c’è un sol cazzone che non la vede a tirarsela. Perché tu, prima o poi, uomo “serio” cadrai dalle nubi. Ma non ti sei provvisto di paracadute. Tutt’al più di un going down.
Ciao.
Anzi no, devo chiosare.
In questa vita non son mai nato eppur non m’ammaino.
Ad Armstrong preferisco l’hard dello stronger, sarà un fottuto allunaggio ma almeno le mangio di crateri. Ho un brutto carattere, eppur lo piazzo. Alzabandierina.
Tale e quale a questo “capolavoro” che apre le danze, cioè il solito festivalino, analino, di puttan(at)e.
Sì, io sono il nautico dell’esistenzialismo, ciondolo da una star all’altra nel firmamento ma non voglio nessuna famosa firma. Sono Dio sceso da lassù per ficcarti giù, quindi posso stare nello spazio. Fra una parola e l’altra… e una via crucis con un punirti di freccette e un Erode ché non rosico il Verbo. Neppure quella della bellina Bullock.
Più che un bullet, sono sballato.
Dai, Sandra, balliamo. Ti farò veder la Luna, tu sei Venere e io il “fisico”, scienziato a te (in)volante di aeroplanino che, se apri le cosciotte, planerà fortino a fornicazione. Sì, ove mi barrico sulla difensiva. Quindi attacco di action.
Meglio difendersi. La miglior figa è la fuga, la miglior fava è sfanculare. Non fa rima eppur il ritmo c’è.
Tutto dentro, spinge “ballerino”. Di “Lambada”. Sì, Sandra sei abbronzata.
Sono le tue lampade artificiali. “Pirotecniche”. Sì, guardo il tuo poster(iore) in cartolina “Polaroid” e, nella mia onanistica depressione bipolare, mi faccio… volare. Che vita “solarissima” eh? Mah, meglio Solaris.
Sono rimasto solo. Eppure, come Woody Allen, ho sempre qualche compagno che mi ama. Me stesso di autoerotismo. Più che in testa, da batoste.
Eh sì, sono tostissimo. Mi pieghi ma non mi spezzi. Si può scendere a un compromesso? Inchinati da brava bambina come a messa ti prostri. Ah, le massaie. Son tanto timorate eppure voglion (s)tirare… E te lo guardan dall’altare.
Me la dai e te lo spiego. Basta che non me lo pieghi. Ce l’ho fragile anche quando al massimo della “durezza”.
Quindi, attenta a come tocchi, altrimenti se me lo spezzi… che fa?
Non posso far nulla. C’è solo da pregar’.
Sì, ricordate: la vita è ora et labora. Di “mio”, prescindo da entrambe queste regole. Si definisce scissione e tu finisci scisso.
Ricevo molte tegole. Ma i tegami li lava lei.
Anche perché le urlo sempre “Levati. Le palle son mie e le gestisco ad astronauta delle natiche che so(g)no!”.
Se non hai capito l’antifona, sei sordo oltre che cieco. All’Amplifon amplificheranno la tua tromba da Eustachio.
Per forza… se non trombi hai perso colpi. E anche i fianchi. Oltre all’udito.
Beccati quest’ultrasuono. Sogni d’oro. Tu sudami dorata.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
- Gravity (2013)
Meglio Battiato. Anche quella con la permanente. Almeno te lo stabilizza di (l)acca. - 2001. Odissea nello spazio (1968)
So che siamo nel 2013 solo perché hanno deciso così. - Dead Man (1995)
Meglio Blake della Bullock e dei bellocci.
Meglio il coyote. Si chiama Willy. - Free Willy. Un amico da salvare (1993)
Il mio delfino trilla fra le donne di onde. - Morte a Venezia (1971)
Possiamo dircela? Andate gettati in mare. - Otello (1965)
Meglio un piatto di tagliatelle. - Il mercante di Venezia (2004)
Il mio Pacino è questo.