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JOKER sarà da Oscar? Ma davvero Arthur Fleck è fan di Shannon Tweed?


06 Aug

vendetta shannon tweed

Inizio a scrivere questo pezzo alle 2 e 44 di oggi oramai avviato. Ovvero il 6 Agosto del 2019.

Ecco, non mi va più di scrivere nulla.

Vi lascio a questi due linkhttp://www.geniuspop.com/blog/index.php/2019/08/il-caso-thomas-crawford-mi-fa-un-baffo-sognai-per-anni-cindy-crawford-e-shannon-tweed-ma/

http://www.geniuspop.com/blog/index.php/2019/08/de-gustibus-non-disputandum-est-anche-se-i-miei-gusti-son-sempre-quelli-giusti-soprattutto-in-fatto-di-cinema-e-di-donne-tu-invece-sei-una-locuzione-vetusta-che-meriti-la-distruzione/

Soppeso alcune considerazioni e, dinanzi a me, si staglia il buio rischiarato da tale luna già sbiadita in un sole sbadato che le soffia addosso.

Se penso alla follia ch’è stata la mia vita, penso altresì che, dopo aver gustato a codesta tarda ora un gelato Cucciolone, potrei gettarmi anche giù dal balcone.

Tanto, come dice il grande Tom Cruise di Collateral…

ehi Max, un uomo sale sulla metropolitana qui a Los Angeles e muore.

Sì, se m’ammazzassi in questa notte d’inizio agosto, chi se ne fregherebbe di me?

Liquiderebbero la faccenda come fanno con quei titoli estremamente superficiali dei telegiornali di Mediaset:

ragazzo depresso non è riuscito a far fronte alla vita e ha deciso di farla finita. Fu in cura in un centro di salute mentale.

Sì, un epitaffio lapidario che, nella sua brevità sconvolgente, avrebbe sintetizzato schifosamente la mia vita in poche parole scarsamente esaustive.

Della serie… chi s’è visto s’è visto, condoglianze. Quando finisce il funerale? Suvvia, stasera devo andare a fare l’aperitivo. Si muove il prete a dare l’estrema unzione?

Che grandissimo film, Collateral. Lo vidi al Festival di Venezia del 2004. Non riuscii però, in quell’occasione ad avvistare Tom Cruise. Arrivai tardi all’imbarcadero. Ove gli attori scendono dai motoscafi-taxi per farsi fotografare, accedendo poi al Palazzo del Casinò ove tengono la conferenza stampa. Salendo poi sull’attico per il photocall.

Non lo vidi neppure in passerella perché la prima di Collateral, in Sala Grande, come sanno gli habitué del festival, si tiene mezz’ora prima della proiezione per il pubblico al PalaBiennale.

Anche in Sala Grande può accedere il pubblico, diciamo, normale. Cioè quello meno abbiente. Non c’è bisogno di essere dei vip per guardare il film nella stessa sala ove sono presenti il regista e gli attori principali.

In Sala Grande, ad esempio, ho visto tanti film, tanti attori. Che io mi ricordi… vidi dal vivo Sylvester Stallone e Ray Liotta di Cop Land, erano però assenti Harvey Keitel e Bob De Niro, vidi New Rose Hotel alla presenza di Abel Ferrara e Asia Argento. Assenti Christopher Walken e Willem Dafoe. In compenso, Abel e Asia, ubriachi marci, infatti a stento si reggevano in piedi, diedero spettacolo da morti viventi.

Ho visto Julianne Morre di Far from Heaven. Fu una visione meravigliosa. Lei indossava un vestito nero trasparente. Le si vedevano tutte le gambe e il suo culo immenso.

Ne vidi tante…, no, tanti.

Tom Cruise lo vidi, assieme a Nicole Kidman, per la prima mondiale di Eyes Wide Shut.

Federico Frusciante, su Facebook e nei suoi video, continua a sostenere che Tom sia un nano, non solo di statura, cinematograficamente parlando. Gli dà dell’incapace.

Ora, Tom Cruise non è un attore ai livelli di Marlon Brando ma dobbiamo essere sinceri. È un grande.

Soprattutto suoi due personaggi sono per me memorabili.

Il suo edonista-maschilista guru di Magnolia e, appunto, il suo Vincent di Collateral.

Come hanno fatto questi due uomini a ridursi così?

Il primo, Frank T.J. Mackey, ha sublimato i traumi, credendosi un dio del sesso. Poi alla fine crolla dinanzi a suo padre, uno stronzo che gli ha rovinato la vita, ma pur sempre suo padre. Un po’ come De Niro del Frankenstein di Branagh.

Vincent, a tre quarti di Collateral, sembra Paolo Crepet. Quando, nel silenzio e nel brusio della notte losangelina, confida a Jamie Foxx che i figli non hanno colpa se sono diventati le merde d’uomini che sono. È stata colpa dei genitori che hanno riversato le loro aspettative sui figli, caricandoli di troppe responsabilità quando forse i figli, non ancora coscienti della vita adulta, aderendo ai (dis)informativi precetti istituzionali dagli adulti impartiti loro, si sono lasciati condizionare malamente. Non rispettando le loro anime per non scontentare i padri e le madri, rinnegando le loro indoli nel castigarle pur di farli felici.

Genitori i quali, come Nick Nolte di Cape Fear, colpevolizzarono le adolescenze ribelli, ovattandole nell’ipocrisia, solamente perché temettero che i figli potessero soffrire quanto loro.

Agirono in buona fede, pensando di fare del bene. Invece, punitivi e troppo repressivi, frenarono gli istinti sanamente fiorenti dei loro figli più belli.

Mi ricordo che, verso i quindici anni, assunsi la fluoxetina.

Come esattamente sostiene Wikipedia: la Fluoxetina è un farmaco appartenente alla classe degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina utilizzato, al pari degli altri SSRI, per il trattamento di disturbi psichiatrici di varia natura come depressione maggiore, disturbi d’ansia (disturbi ossessivo-compulsivi e attacchi di panico) e bulimia; viene però sempre più utilizzato offlabel anche per altre patologie non prettamente psichiatriche come il disturbo disforico premestruale e l’eiaculazione precoce, solo per citarne alcune.

Sì, è vero. Ma come mai assunsi questo farmaco?

Ecco, mi ricordo che all’esplodere della mia adolescenza, cominciai a provare turbamenti superiori alla media. Sì, subito dopo le scuole medie.

Tante cazzate furono dette sul mio conto. Cioè che lasciai, a quei tempi, gli studi perché mi andò male un tema d’italiano. Dico, ma state scherzando?

Avevo nove in italiano. Piuttosto, quel luogo liceale di fighetti altolocati già così volgarmente marci dentro, con le loro continue allusioni di natura bulla a sfondo sessuale, mi costernò.

Da allora, divenni fan di Robert De Niro. Per me Taxi Driver fu illuminante.

Travis Bickle, quest’uomo che sparisce nel buio, che comincia a vedere la vita nella sua nudità sepolcrale, che respira i vagiti delle sue ipocondrie torbide.

Sopraggiunsero anche i miei deliri da lupo mannaro. Sì, tutti i film a tematica notturna mi eccitavano.

Si andava da I guerrieri della notte, appunto, di Walter Hill a Fuori orario sempre di Scorsese.

Ero una creatura a metà strada fra Giovanna d’Arco e Kevin Costner/Robin di Locksley.

Avevo disdegnato la compagnia dei miei coetanei, viziatissimi e corrotti come lo sceriffo di notte, ah ah, no, di Nottingham.

Al che, nel putiferio delle mie melanconie profonde, arrivò a casa mia una lettera da parte dello Stato secondo cui, a breve, mi sarei dovuto presentare all’esame di leva.

Sì, ora non c’è più la leva obbligatoria, io la feci.

In quei due giorni in caserma, m’affiliai a un tizio simpaticissimo. Fra una visita e l’altra, ovviamente, gli parlai di tutti i film con De Niro. Soprattutto di Sesso & potere. In quei giorni, questo film m’ossessionava.

Ah, nelle caserme ci sono i sergenti istruttori di Full Metal Jacket.

Ti spogliano e ti misurano le dimensioni del pene e controllano anche i peli dell’uovo, no, del culo come fanno con Alex di Arancia meccanica.

Sì, tutti i ragazzi entrano nello spogliatoio per essere presto loro stessi degli spogliat)o)i.

Cosicché, optai per il servizio civile. Io obietto sempre. Dinanzi ai guerrafondai pazzi e abietti, io mostro loro il poster de La sottile linea rossa.

M’assunsero in Cineteca. Arrivai che facevo pena. Ero infatti ancora afflitto da manie e cazzi vari.

Lì mi sbloccarono. In particolar modo un tizio, uno che era il contrario di me. Tanto io infatti ero perfettino e pulitissimo, tanto lui era uno scoreggione che badava al sodo. E mi obbligò a fare un lavoro davvero duro.

Finito che ebbi il servizio civile, totalmente riformato… come uomo, richiesi l’amicizia ad alcune persone.

Non l’avessi mai fatto. Cominciarono a insospettirsi della mia metamorfosi, m’adocchiarono malignamente e addivennero, nelle loro congetture tardo-adolescenziali, che fossi schizofrenico e soffrissi di teorie del complotto.

Ma che cazzo combinarono? Ero in casa solo a gustarmi quella gnoccona di Shannon Tweed e stavo scrivendo i miei primi libri.

M’ero già elevato dalle cazzate dei ragazzini.

Al che venni emarginato in malo modo, in maniera screanzata, vile e villana.

Capito? Questi erano rimasti fermi al me che ascoltava a dodici anni Eros Ramazzotti e fantasticarono di sana pianta. Ah, la dovevano piantare subito e finirla di fumarsi l’erba.

Per loro ero un bambino. Un’assurdità raccapricciante.

Quando infatti ebbi le prime ragazze e dissi loro che stavo facendo la mia vita in santa pace, risero di me, urlandomi: chi, tu con una donna? Tu sei matto, questo ti vuole entrare nel cervello? Lo capisci almeno che sei matto, cervellino piccolo di uno scemino?

 

Partii in quinta, ricevendo denunce a raffica.

Successe, diciamocelo, quella che senza se e senza ma ha un solo nome: tragedia.

Ma io sono io.

A proposito di Tom Cruise, anche in Nato il quattro luglio e in Jerry Maguire è bravo forte.

Dunque ora, mi rivolgo a questi psicopatici.

Come vi siete permessi di offendere la mia sessualità, la mia intimità e i miei dolori, i miei umori, le mie sensazioni e i miei primi carnali amori? Io, a differenza vostra, non m’ero mai permesso di giudicarvi.

Vi ho scarrozzato per mezza Bologna e voi mi maltrattaste, m’offendeste, mi riempiste delle peggiori offese, voleste punirmi con le più stupide reprimende.

Foste, siete e rimarrete eternamente dei criminali.

Mentre io ho dimostrato a tutti che sono come Liam Neeson di Schindler’s List.

Per anni abbracciai la vostra filosofia di vita fascista e nazista. Perché, soprattutto in Italia, la gente ignorante ragiona come i gerarchi. E tramanda quest’ideologia malata ai figli. Chi non s’attiene alle regole, va bruciato vivo…

Come Oskar Schindler, da anni ho compreso che questa gente non merita niente.

Ci sono tanti diversi in questa vita, tanti “ebrei” ritenuti lebbrosi da questi maniaci esaltati.

Ne posso salvare tanti.

Adesso, vi mostro anche un video.

Ad anni di distanza dal misfatto scandaloso, c’è un tizio nell’ombra che mi sta ripetutamente provocando per rifare la porcata che ai miei danni perpetrò anni fa.

Stavolta però dall’altra parte non c’è più un ragazzo timido, c’è un uomo che in tribunale lo incenerirà.

Distruggendolo completamente.

Ora, peraltro, alla luce dei fatti, sono tutti dalla mia parte.

JOKER sarà un grande film. Perché queste cose non devono mai più succedere. Dobbiamo vivere tutti felici, lontani dai ricatti stolti, dalle malvagità e dai bullismi degli idioti.

IL CASO THOMAS CRAWFORD mi fa un baffo, sognai per anni Cindy Crawford e Shannon Tweed ma…


05 Aug

shannon tweed body chemistry

Non ne venne un cazzo.

Parte prima: non rinnego nessun mio voyeurismo, anzi, mi sono di nuovo abbonato a Celebrity Movie Archive

Ora, quello che qui, anzi ivi vi scrivo, corrisponde alla più allucinante verità della mia vita che, nel suo falotico mutare, come disse Eugenio Montale, ne vide tante, anzi solo due. Forse tre, forse tutte. Ah ah.

Sì, il mio caso è unico, sensazionale, da prima pagina dei migliori quotidiani nazionali.

Un casino di proporzioni giudiziarie talmente gigantesco al cui confronto quello di un mandingo è grosso quanto quello del castrato Farinelli.

Sì, per anni, nella mia fiera pervicacia da autodidatta, preferii tralasciare la frivolezza sociale dei miei coetanei. Forse sbagliai. Sì, perché onestamente avrei potuto inchiappettarne tante. Ragazze al massimo bollore della loro adolescenza floreale tutta/e da deflorare.

Invece, appassii nella depressione e sfiorii. Divenni l’incarnazione della celebre hit di Simone Cristicchi, ovvero Ti regalerò una rosa.

Parafrasando Checco Zalone nella sua altrettanto celeberrima parodia di tal succitata song della minchia, in verità vi dico che quella cosa rosa m’è sempre piaciuta. Ma mi raffreddai e mi riscaldai soltanto nelle notti più tenere delle mie (in)dolenti tenebre. Patendo gli strazi infernali della mia carne castigata. Poiché diventai una creatura degna dei migliori film di Bergman. E gironzolai nell’acquitrino delle mie angosce come un personaggio ambiguo da pellicole di Dario Argento!

Non ho sonno!

Neppure allora lo ebbi in quanto sempre fui afflitto dalla più tosta insonnia ma già a quei tempi, eccome, se crebbe.

Quando i miei genitori s’addormentavano, accendevo la tv e sguazzavo ludicamente, in maniera Videodrome, dentro tutte le più super fighe bollenti.

Sì, ero divenuto l’amante virtuale dell’ancora attuale moglie di Gene Simmons. Appena la vedevo, non desideravo solo da lei un Kiss.

M’identificai nel ragazzo da lei svezzato di Vendetta fatale, il cui titolo originale è Scorned, conosciuto altresì come A Woman Scorned.

Da quando la notai, la sua passerona annotai e me n’annottai in questo film, comprai tutta la sua filmografia in VHS. Regalandomi pure il dvd dei suoi nudi strepitosi contenuti nel masterpiece per eccellenza della sua stra-gnocca ignuda da incorniciare come fece Philip Seymour Hoffman di Happiness, ovvero Playboy Celebrity Centerfold.

Ora, ho quasi tutti i film di Shannon Tweed. Quasi tutti, sì, non tutti. Ho tutti quelli in cui lei si spoglia.

Gli altri fanno schifo al cazzo. Ah ah.

Ora, se volete farvi una cultura su un culo così pregiato, vi consiglio la sua topa al top nei seguenti lungometraggi. Per onanismi lunghissimi e sospirati, tiratissimi…

No, fate delle oculate ricerche, poi forse vi servirà anche l’oculista, in tale sede vi ecciterò, no, citerò solamente quello che ritengo, senz’ombra di dubbio, in maniera insindacabile e inappellabile il suo film più “scappellabile”.

Sì, il primo posto assoluto, vetta imbattibile da lei detenuta, è Body Chemistry 4: Full Exposure. Ove Shannon, nonostante il seno visibilmente rifatto, è una da sbattere e rifarsi molte volte di più del numero di chirurgie plastiche effettuate da Mickey Rourke.

Un culo ciclopico, una bionda incandescente che cavalca il suo amante in modo selvaggio sul tavolo da biliardo, ficcandosi tutte le sue palle in buca.

Sì, corse l’ano, no, correva l’anno 2000 ed ero con gli ormoni a mille. Tutti mi consideravano a quei tempi, comunque, un coglione.

Perché non seppero mai l’uccello mio.

Sì, mi scambiarono sia per William H. Macy che per John C. Reilly di Magnolia. In verità, io sono sempre stato Tom Cruise.

Come cazzo avete fatto a non capirlo? Ah ah.

Sì, mentre successe, appunto, un casino pazzesco della madonna poiché la gente che m’abbandonò all’epoca, cristo, pure mi perseguitò, credendo di aiutarmi chissà come, nessuno, anche se qualcuna sì, conobbe invece le mie notti che furono molto più belle dei loro giorni da stronzi.

Nel 2003 mi sverginai con una di Trieste, nel 2006 fui irrequieto con una della mia città. Che poi andò a vivere a Milano.

Lei non era, a differenza di me, appassionata di Cinema. Ma comunque qualche volta, come tutte le donne, abbisognava di recarsi in sala per fumarsi una sigaretta, no, per gustare con me un filetto, no, un filmetto.

Mi costrinse a vedere la peggiore schifezza che passava sul grande schermo.

Con lei, vidi infatti Notte prima degli esami e La sconosciuta di Tornatore. Su quest’ultimo possiamo discuterne, al compianto Faletti io non avrei dato mai la promozione per i suoi libri da svenduto, comprati da gente laureatasi col Cepu.

Fatto sta che andammo a vedere anche Il caso Thomas Crawford.

Sì, già vi dissi che la conobbi nel 2006. Stemmo assieme sino al 2008 anche se lei, nel frattempo, credo che mi avesse tradito già tremila volte.

Andate a controllare su IMDb e v’accorgerete che i film suddetti da me menzionativi, cazzo, appartengono esattamente al periodo poc’anzi dettovi.

Ecco, ne Il caso Thomas Crawford c’è una scena piuttosto bollente fra Ryan Gosling e Rosamund Pike.

Questa mia ex, mentre tale scena passò, la sua lingua altrettanto ficcò sul mio collo al buio.

Sussurrandomi:

– Dopo scopiamo come loro due, ok?

 

Quella sera lei mi provocò. Lei abitava a pochi passi, neanche a farlo apposta, dal cinema in cui proiettavano il film.

Aprì il portone di casa.

Al che, le strappai la camicetta e le slacciai il reggiseno, succhiandole voluttuosamente i capezzoli.

Lei:

– Ma sei impazzito? Siamo sul pianerottolo. Se ci dovesse vedere qualcuno, se passa un condomino, siamo rovinati. Non hai neanche il Condom.

 

Me ne fottei.

E continuai a leccarla, sfilandole addirittura gli slip da sotto la gonna.

A quel punto, lei mi diede una calmata. Era sconvolta, assai preoccupata che qualcuno, appunto, potesse entrare dal portone dello stabile oppure uscire dal suo appartamento, accorgendosi perciò che stavamo trombando come se nulla fosse.

Ma chi poteva entrare e uscire, in fondo in fondo? Solo io.

Ah ah.

Comunque, mi placai, l’afferrai, la sollevai e ci accomodammo, salito le scale che ebbi con lei praticamente in grembo, nel suo covo.

Ecco, io sono davvero un coglione.

Se avessi filmato la scena del nostro devastante amplesso, sarei ora ricco sfondato. Il pornoattore più ricercato sulla piazza o solo dalle pazze.

Sì, Erik Everhard e Manuel Ferrara non sono niente se messi a confronto col me di quella notte.

Ecco, Cindy Crawford che c’entra? Ora, il motivo della separazione fra Richard Gere e Cindy fui io.

No, qui ho detto una stronzata.

Il resto, purtroppo, dico purtroppo, è assolutamente vero.

È anche verissimo che sono praticamente identico a Ryan Gosling. Lui è un po’ più alto di me ed è biondo.

Ma entrambi abbiamo la stessa faccia d’apparenti bambagioni con un ottimo uccellone.

Drive docet.

Parte seconda: i delitti sessuali e (in)confessati della piccola borghesia italiana

Ebbene, un consiglio per i giovani. Io non sono più tanto giovane, a Settembre compirò quarant’anni. Ma io sono un caso a parte. Per me il tempo non esiste, di conseguenza le vostre metriche temporali le abbatto perché qui, adesso, mi va di ripensare ai miei primi, (im)puri turbamenti sessuali più sanamente bestiali.

Sì, furono seghe a iosa per cui fantasticai di trovarmi sepolto vivo da un mare di cosce rosee nel danzante, schizzante esplodere vulcanico del mio sperma sul divano ove, spaparanzato, registrando molte puntate di Non è la Rai, ne gustavo le loro ninfe plebee così eccitanti e succinte nei miei ardimenti puberali e irreprimibili.

Ora, facciamo promemoria delle migliori fighe di questa trasmissione per cui, in diretta, me le tiravo rittissimo.

Ambra Angiolini è sempre stata una scema. Ora fa l’attrice. Anche all’epoca la faceva. Anzi, lo faceva. Il Boncompagni era il suo segreto compagno. Sia Gianni che Ambra hanno sempre smentito di essere amanti ma in verità vi dico che erano molto di più che padrone e asservita al sistema. Sì, il compianto (da chi?) Gianni, dopo aver messo Ambra a novanta, la microfonava affinché recitasse altri suoi dettami per la programmazione pomeridiana.

Dunque, Ambra è sempre stata da me bannata. No, già tempi molto addietro, mai sognai di fotterla nel didietro. No, la mia banana non le diedi nemmeno virtualmente.

Analmente, nel senso di sfancularla subito, sì, ancora oggi può andare tranquilla che da me riceverà soltanto inculate a raffica.

Alessia Merz. Donna famosa per i suoi occhi da Liz Taylor delle borgate romane. Fu persino assunta da David Lynch per uno spot.

Forse, pur di lavorare con Lynch, si donò gratis e non fu pagata. Palpata, forse sì.

Ma soprattutto quanto da lei è stato pagato il sito whodatedwho.com affinché dicesse che, in vita sua, ha avuto solo due relazioni?

Non ci crede nessuno.

Claudia Gerini. La più paracula di tutte. Scelse subito Carlo Verdone per farlo strano…

Ha recitato pure in John Wick 2 accanto a Keanu Reeves. Che non la cagò di striscio, infatti nel film l’ammazzò. Anzi, Claudia si suicidò.

Sì, uno come Keanu non si sarebbe mai sporcato le mani con una vacca del genere. La lasciò affogare con tanto di bagnoschiuma del suo Zampaglione.

Solo oggi, fra l’altro, vengo a sapere che lei e lo Zampaglione di voi coglioni non stanno più assieme.

Infatti, Vento del sud è già meglio. Si vede che Federico, dopo essersi rincoglionito con questa romana da se famo du’ spaghi, ha finalmente capito che, piuttosto che farsi la Gerini, doveva farsi un giro in meridione. Tanto più giù di così non poteva andare.

Laura Freddi, ex di Paolo Bonolis.

Paolo Bonolis, ogni tre frasi, ficca… la sua classica massima preferita: e via in un crescendo rossiniano.

Avete notato? Lo dice sempre.

Cazzo, dire che quando conduceva Bim Bum Bam, diceva ai bambini di non crescere mai come Gioacchino Rossini. Uomo troppo precoce.

Secondo me comunque Laura lasciò Paolo perché Paolo soffriva di ejaculatio praecox. Sì, Laura è sempre stata una fervente fedelissima di Charles Darwin. Come faceva a sposarsi un uomo, poco effervescente, che non poteva garantirle la continuazione della specie? Sì, ci provò, le va dato atto…

Ma Paolo veniva talmente presto che non riusciva nemmeno a inseminarla perché Laura ancora non s’era spogliata.

Sì, Paolo, accontentati di Luca Laurenti e di Ciao Darwin. Sì, vero, sta ora con Sonia Bruganelli che gli prepara i tortelli.

Di altre zotiche avrei da dirvene ma il mio must, lo sapete, era ed è ancora Cristina Quaranta. Donna che, a giudicare dallo sguardo killer, in un sol boccone te l’agguanta anche senza mani e senza guanti.

Poi c’era anche Maria Teresa Mattei, la più pudica di tutte. Non ha fatto la fine di Madre Teresa di Calcutta ma siamo lì, eh. Ha sposato il buddista Roberto Baggio. Ah, no, non è sposata al Codino, bensì all’omonimo Dino.

Che coppia triste. Dai, Dino dammi un codino, no, un Crodino ché mi devo rifare la bocca.

Di mio, frequentai il primo anno del Liceo Scientifico, il Sabin. Durante i giorni d’occupazione, vidi, su una scrivania d’un corridoio, una bionda occupata a farsi montare da un ripetente.

Non era dunque Sabina Began ma già stava facendo le prove per corrompersi coi superiori…

Sì, lei avrà avuto, su per giù, quattordici anni, lui venti ma andavano nella stessa classe.

Sì, cazzo, credo che fu da allora che schifai il mondo e divenni il più grande di Bob De Niro il più grande fan vivente.

Taxi Driver docet.

Mentre questo mio scritto è l’ennesima doccia fredda servita a quella gente che pensò… ah, a questo ragazzo serve solo una sana scopata, vedrai come rinsavirà.

No, certe persone non cambiano. Figurarsi io.

Avete presente First Blood, ovvero Rambo?

I fascisti pensarono che, con un po’ di violenza, avrei preso la vita a culo, come viene.

Sì, un mondo di animali che non meritano il mio rispetto.

E il mio perdono.

Per finire, ne vogliamo parlare della scena di Naked Lies con Shannon Tweed che fa sesso con un buzzurro con tanto di crocifissi e cuoricini?

Credo che sia un capolavoro.

Rappresenta, in nuce, quasi in controluce, tutte le ipocrisie di questo mondo.

Un mondo ove la maggior parte della gente dice di credere a Cristo ma poi se ne fotte altamente, forse solo stando sotto come dementi.

 

di Stefano Falotico, un uomo che non ha da scusarsi di niente. Vi è stata solo di lezione la mia furia potente.

shannon tweed naked lies

 

 

 

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