Posts Tagged ‘Valeria Cavalli’

Antò… fa caldo! Ce l’avete (de) Curtis? Luisa Ranieri – Personal Memories & Portrait of a Beauty insormontabile, d’una popolana da THE HAND…


14 Mar

Per caso, ho detto caso, Gael Garcia Bernal fu Che Guevara ne I diari della motocicletta di Walter Salles? Eh già.

This is the Hand, my only friend, no, this is the end o(r) reminiscenza di puro stream of consciousness mischiato ad adamantini atti impuri che furono.

Tutto partì con Il principe & il pirata di Pieraccioni, cari bambinoni e ipocriti tromboni…

E ora spero di allietarvi con questa faloticata memore del tempo che fu e forse non so se sarà, ah ah.

Improvvisazione netta senza fronzoli che andrà drittissima al sodo, probabilmente scultoreo come le forme dure… o burrose d’una donna che stimolò la fuoriuscita di qualcosa di liquidamente granuloso e morbido come un babà succoso.

Scorreranno immagini liete, erotiche nel “frastuono” lessicale di un Falotico anale, no, giammai banale, forse reminiscente la sua banana dirimpetto alla Luisa nazionale. Scusatemi se, spesso, come si suol dire, mi lascerò andare e prendere la mano… Se ciò accadrà, prendetemi per l’appunto per mano e non per il popò, ohibò.

 

di Stefano Falotico

 

Y Tu Mama TambiénValeria Cavalli posto al sole Gloria gambe

Luisa Ranieri sexy legsLuisa Raniero Antò caldo

LA DONNA ALLA FINESTRA: perché parlate sempre di Tarantino e Paul Thomas Anderson, menzionate e celebrate il grande Joe Wright


21 Mar

donna finestra poster amy adams

Ora, non so se Stallone sia diventato Andrea Roncato a livello fisionomico. Che poi… ci si sbaglia sempre tra la fisionomia e la fisiognomica, cioè il ramo pseudo-scientifico che, in base ai suoi discutibilissimi criteri del tutto opinabili, avrebbe l’ardire di giudicare la personalità e la conseguente psiche o viceversa di una determinata persona. Ma cos’è la “profilazione” psicologica di Mindhunter? Ma per piacere…

La vita vera non è una serie televisiva.

Leggete semmai il mio libro Bologna insanguinata e capirete che io riesco a citare mille volte nel mio libro il grande Andrea Roncato, re del trash goliardico più sboccatamente felsineo, pur conservando una suspense narrativa à la Il silenzio degli innocenti.

In questo mio libro, cito Zodiac ma riferisco anche di essermi eccitato più volte sull’attrice Valeria Cavalli. Presente sia in Zodiaque per la regia di Claude-Michel Rome che in Zodiaco di Eros Puglielli.

Presente sia ne La tenda nera che ne La freccia nera.

Se volete vederla fare sesso, guardate l’inizio del film Il caso Martello. Ci diamo nel martellino, eh?

Se volete vederla ignuda, osservatela in Le Grand Patron.

Chiedo ora pardon se, nelle righe precedenti, mi son lasciato prendere la mano…

Per questa cazzata, vorreste forse operarmi l’amputazione di qualcosa… a mo’ del desiderio mostruosamente proibito di Buffalo Bill? Dai, ca… zo.

Ora, se una persona, sì, codesta dovesse autodeterminarsi in base a questa stronzata quasi peggiore delle teorie del Lombroso, eh sì, diverrebbe subito materia di studio.

Invece, se vedo Can Yaman, non essendo io omosessuale, penserei che trattasi di Schwarzenegger dei poveri su viso alla larga ricordante Kabir Bedi. Il reboot di Sandokan, peraltro, è stato realizzato o no?

Secondo Diletta Leotta, Can, attore cane, è un uomo da sposare. Per forza, le dona tutti i gioielli.

Pulisce i fornelli, la soddisfa pienamente a letto e le regala tutti i cani che vuole per accarezzarne altri oltre al suo. Una vita amabile, insomma, cagna.

Ecco, Bedi è uguale a tutt’oggi all’inquilino del settimo piano del mio palazzo, ovvero il sig. Tringali.

Ultimamente, il Tringali ha avuto varie sfighe. La moglie era ricca come Yaman, da me ribattezzato anche Aquaman semi He-Man. Ma fu Tringali che le donava i gioielli. Infatti, ora Tringali non ha un cazzo. No, il suo, credo che ce l’abbia. Economicamente, è a pecora dopo il divorzio che l’ha messo a novanta.

Sì, per molto tempo vissi da Bob De Niro di Hi, Mom! Variazione folle-psicotica e borderline sul tema del personaggio interpretato da James Stewart ne La finestra sul cortile. Ovviamente, puro Cinema depalmiano ispirato all’Hitchcock migliore. Femme Fatale docet.

Comunque, fra la Kim Novak de La donna che visse due volte, Grace Kelly e Rebecca Romijn, non scelgo nessuna perché le prime due sono morte, io non sono necrofilo e la terza, ex Stamos, deve avere avuto più amanti dell’ex moglie di Tringali.

Sì, non voglio venir affetto da alcuna topa, no, da nessuna malattia venerea. Come tutti gli uomini, però, voglio venire al dunque… Con calma, senza eiac… one precoce.

Quindi, non perdiamoci in masturbazioni… Badiamo al sodo in modo dritto e spedito giustamente godibile.

La mia lei è molto bella, molto più sexy di Diletta Leotta. Sinceramente, Diletta è una mig… ta.

Una come la mia lei, eh sì, miei belli, voi la vedrete col binocolo.

Non so com’abbia fatto a innamorarsi di me. Parlammo per molto tempo assai privatamente, cioè su WhatsApp e Messenger.

Io tentai in ogni modo di dissuaderla dallo sbloccarmi dal mio isolamento.

Onestamente, fui io ad approcciarla ma me la feci nelle mutande. Adesso, lei mi fa senza mutande.

Questa è la verità, nuda e cruda. E dire che provai in ogni modo a non incontrarla. Non volevo patire pene… dell’inferno.

Le dissi che, in passato, fui diagnosticato depresso incurabile, social-fobico insanabile, che mi addebitarono pure la patente, erronea ed orrida, di Elephant Man con disturbo paranoico delirante.

Lei invece credette subito che fossi un genio come Gary Oldman. Da quando io e la mia lei stiamo assieme, anzi, dal nostro primo incontro reale, è trascorso quasi un anno. Un anno speciale. Ho detto anno.

Per noi tutti è stato un anno orribile. Ma l’amore m’ha salvato. Se voi state male a causa delle quarantene poiché state troppo tempo in casa e perciò vi sentite depressi e inutili alla società, pensate piuttosto che un genio come Brian De Palma sono anni che non fa un cavolo, al che vi sentirete risollevati.

Altrimenti, guardate un porno e rimanete dei voyeur frustrati. Che vi devo dire? D’altronde, io sono un libertino. No, un liberale. Ognuno, secondo me, può fare quel c… zo che gli pare. Basta che non rompa le palle al prossimo.

Che poi… non è del tutto vero. Lo è, diciamo, a livello approssimativo. Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti, eh già, rompeva le palle, eufemisticamente, alle donne.

Cioè, fatemi capire… erano donne soltanto all’apparenza? Cioè, sotto sotto, erano dei bestioni come Can Yaman? Può essere. Appurate voi, uomini (im)puri.

La mia lei abita lontano da me. Dunque, da un bel po’ non possiamo essere realmente, tangibilmente passionali come Gary Oldman e Uma Thurman prima che essi litigassero furiosamente.

Talvolta, io e la mia litighiamo in modo estremamente furioso. Anche Gary litigava sempre, come detto, con la Thurman, anche con la Rossellini, però.

No, credo che io e lei non ci lasceremo. Quando non possiamo amoreggiare davvero, tranne virtualmente, io riguardo Panic Room e rivedo Mank del grande David Fincher.

Jodie Foster mi piace molto ma non ho i soldi di Can Yaman per corteggiarla. Poi, Jodie è lesbica.

Quindi, non ci sono c… zi da fare…

Venero Gary Oldman ma non sono gay.

Ecco, Joe Wright è un gigante. Espiazione è un film magnifico. Se volete sapere cosa sia un piano sequenza magistrale, lasciate stare gli incipit di Omicidio in diretta e de Il falò delle vanità…

Lasciate stare le soggettive di Hitchcock e quella di John Carpenter nella scena d’apertura di Halloween.

Sì, nella mia vita finii in “manicomio” come Michael Myers e i miei coetanei mi considerarono afflitto da agorafobia.

Sono bravo a scrivere come Alessandro Manzoni ma non soffro di alcuna patologia, purtroppo.

Dico purtroppo perché mi sarebbe piaciuto essere un demente come Can Yaman.

Lui pensa di avere tutto nella vita. Invero, non ha niente. Perché, senza una bella mente, puoi arrivare solo con Diletta Leotta e non altrove. Se invece sei Russell Crowe di A Beautiful Mind, sei anche schizofrenico.

Comunque, puoi avere lo stesso Jennifer Connelly…

La Leotta è carina ma deve avere il cervellino di una gallina. Dopo aver fatto sesso, Can e Diletta come passano il tempo assieme? Guardan(d)o Uomini e donne? Che vita di merda.

Invece, io sono “soltanto” trasformista come De Niro e Oldman. Sono isterico, nevrotico, creativo e non un cretino.

Fra l’altro, sono l’unico al mondo che ancora si ricorda che De Niro doveva girare il film Scared Guys per il regista di Galaxy Quest, cioè Dean Parisot.

Insomma, il mondo è popolato perlopiù da tamarri, da scemi e da sceme.

Di mio, mi piace essere spiritoso, essere burlesco, essere teatrale. E, a proposito di Teatro, idolatro il soliloquio di Amleto, eh sì, essere o non essere?

Uscire o non entrare? Con la mia lei esce ed entra regolarmente, senza bisogno di Viagra.

Talvolta, rimango solo amletico se entrarle più in azione o rimanere in folle…

Lasciando che, intanto, sospiri versi non propriamente scespiriani…

Mi spiace aver deluso i matti che volevano farmi credere che abbisognassi di farmaci neurolettici perché sono troppo “aggressivo-passivo”. Loro sono succubi attivi?

Sì, lo sono. In passato me lo diedero metaforicamente in quel posto, adesso si fottano.

Sì, è stato un anno strano, davvero. A un certo punto, incontrai anche un tizio fuori di testa, veramente. Ecco, io do l’impressione di essere una persona in difficoltà.

Al che, alla vigilia del mio compleanno, costui mi mostrò una foto di Julianne Moore in posa molto sensuale.

Poi, dopo che discutemmo di Cinema, “spiritosamente” mi disse a mo’ di chiaro sfottò: ricorda, Stefano, il film più bello del mondo non è Quarto potere, bensì Forrest Gump.

M’invitò più volte a casa sua. E io mi misi a registrargli una prova recitativa, con la mia voce, del Primo Canto della Divina Commedia.

Trovò dunque una scusa bella e buona per allontanarmi. E nei giorni seguenti aggiunse: non scrivermi né cercarmi mai più.

Sì, sono spesso taciturno e la gente pensa che io sia un “ritardato”. Quando inizio a recitare, vedono un “mostro” di bravura e non ci capiscono niente.

Perché il mio discorso non fa una piega. Avendo una vita “normale”, non sono mai stati costretti a portare la mente a un livello a loro ignoto.

Parlano solo di donne che non tromberanno mai, di donne che li hanno respinti e che loro, per rabbia, hanno stalkerizzato. Parlano che domani devono farsi il culo col lavoretto “dignitoso” per pagarsi le bollette e forse le bollite che raccattano sui viali. Tutta gente, insomma, che non vale una minchia. Sì, penso di soffrire anche di disturbo narcisistico di personalità. Riesco a essere sia Gary Oldman di Léon che Jean Reno, pure di Ronin. Se non vi sta/bene, chiamo la Neuro.

di Stefano Falotico

Bomber, recensione


05 Nov

bomber spencer bomber bud spencer

Talvolta, qualche volta, spesso, soventemente… è necessario fare promemoria della nostra miglior infanzia cinematografica, sommergendoci nel lieto mare cullante emozioni oramai assopitesi nel letargo della dimenticanza, modellando il tempo a risorgimento d’una euforica spensieratezza ritornante in modo miracolante ed eclatante. Recuperando quel gaudio e quella soave, dolce baldanza che fu quasi del tutto oscurata, trucidata, annichilita, soffocata dal cinismo dell’età adulta, barbarica e carnale. Affogandoci nella smemoratezza di noi stessi, dimenticammo per molto tempo, per l’appunto, la lietezza più autentica ed adamantina. Eppur riemergenti lucenti quando, in attimi di esistenziale freschezza, rinfrancati da giornate ancora solari, soprattutto emotivamente, auscultiamo dall’anima le squillanti vibrazioni animose che furono, per l’appunto, affette da tachicardica disaffezione nei riguardi delle nostre più vivaci, accorate pulsioni beatamente sognanti una marmorea, cristallina aurora profumata del nostro navigare nella vita da eterni bambini, risorgiamo nuovamente in gloria. Non da burattini!

Dopo questa doverosa, toccante prefazione, eccoci a Bomber. Uno dei miei must imprescindibili e formativi, con Bud Spencer, il Pedersoli, della mia infanzia ancora intatta.

Poiché, sebbene mi sverginai da tempo immemorabile, malgrado le tante delusioni che io patii e, angosciandomene, soffrii un calvario inimmaginabile in quanto, per l’appunto, bambino illibato e speranzoso, in quel periodo fanciullesco e intriso di puerilità stupenda, non avrei mai predetto tante mie sfighe clamorose, oserei dire inaudite e pazzesche, a dispetto della mia adolescenza forse inesistente poiché, spesso incosciente o inconsciamente, la saltai a piè pari per maturare troppo in fretta pur avendo dato il mio primo bacio dopo aver visto, a vent’anni suonati, L’ultimo bacio di Muccino, ah ah, la mia anima è perfettamente rimasta pura come quella del personaggio incarnato da un attore a me omonimo.

Chi? Stefano Accorsi? Ah ah, no. Bensì Stefano Mingardo, alias Giorgione. Grande campione.

Così come lo fu il suo grintoso, partenopeo, verace allenatore, il mitico Bud nei panni dell’omonimo Bud… Graziano. Da non confondere con Rocky Marciano.

Bomber, capolavoro firmato dal grande Michele Lupo, vero pedagogo che diresse un paio di film vertenti sul forzuto Pedersoli, no, su Maciste, un regista che batté Wolfgang Petersen de La storia infinita grazie al dittico strepitoso Uno sceriffo extraterrestre… poco extra ma molto terrestre e l’irraggiungibile, oserei dire antesignano film anticipatore di Essi vivono di John Carpenter, ovvero il magnifico Chissà perché… capitano tutte a me. Ove il bambino d’Incontri ravvicinati del terzo tipo, vale a dire Gary Guffey, alla pari di me, era già molto avanti, un fenomeno paranormale.

Al che, vide Valeria Cavalli, qui al suo debutto sul grande schermo, e in cuor suo già predisse che sarebbe diventata un suo cavallo… di battaglia post-pubertà.

Poiché Valeria lo educò alla sessualità precoce grazie alle sue magnifiche gambe esibite in molte fiction, lo rizzò, no, l’indirizzò alla beltà del piacere più innocentemente onanistico e sensualmente caloroso grazie al suo fondoschiena scultoreo e mai visto di Le Grand Patron, un lato b dalla perfezione eccitante delle più sconsiderate, qualcosa di turgidamente mastodontico.

In Bomber, Jerry Calà, non ancora sputtanatosi con Sabrina Salerno, allegramente cantò la feliciità è mangiare un panino con dentro un bambino, scimmiottando Al Bano e Romina di parodia bestiale sfottente gli ex coniugi più invidiati del mondo dopo Adriano Celentano e Claudia Mori, questi ultimi ancora felicemente sposati poiché… ci dispiace per gli altri se sono tristi, se sono tristi perché non sanno più cos’è l’amor’!.

Anche se credo che Adriano tradì la mori con Ornella Muti e anche con Fabrizio Moro, no, con Federica Moro di Segni particolari: bellissimo.

Oggi come oggi, come sappiamo, dopo la morte di Yara Gambirasio, no, dopo la scomparsa di Ylenia, il cantante campagnolo natio di Cellino con ambizioni da tenore dei poveri e lontano anni luce da Pavarotti, cioè il Carrisi, e la figlia di Tyrone Power, un figone che mise al mondo una figona, non stanno più assieme. Da tempo immemorabile chiesero e ottennero infatti la sparizione, no, la spartizione dei beni e la separazione consenziente ma molto dolore senziente.

Loredana Lecciso, nel frattempo, ebbe anche una relazione misteriosissima, ancora non del tutto appurata ed oscura, con un pugliese guitto di Alberobello.

Al Bano ne fu informato e s’inalberò, spaccando tutti i trulli e anche ogni bello, no, bullo.

Comunque, Valeria Cavalli, fin dai suoi esordi, fu bellissima. No, scusatemi. Una cotoletta milanese, no, una patonza torinese che indusse e ancora induce molti uomini a combattere e sbracciare, smadonnare per averla.

Sì, mica Adriana di Rocky. Ah ah.

Sì, nella vita non bisogna mai arrendersi e gettare la pugnetta, scusate, la spugnetta.

Così come Bomber, così come Bud ne Lo chiamavano Bulldozer.

Sì, nella vita presi un sacco di batoste e botte.

Ma credo che, alla pari di Sylvester Stallone, qualsiasi Mason Dixon del cazzo farà ancora fatica a buttarmi giù facilmente.

Figuratevi un rospo, no, Rosco Dunn di turno.

D’altronde, nel mio ambiente, li faccio tutti arrosto. Sì, è pieno di polli nel mio quartiere.

Sì, nel mio quartiere, ci sono circa trenta macellerie. Ogni fine settimana, mi piace ordinare più di un pollo allo spiedo.

Sì, lo metto tutto in forno, no, in f… a, no, vi metto tutti in riga.

Sì, ho una faccia da sberla/e.

Se non vi sta bene, non amerete il Bomber, bensì un trench.

Di mio, amo i tramezzini nel cammin’ di mia vita e anche un trancio di pizza. Li gusto, accavallando le gambe con una donna più bella della Cavalli.

Su questa freddura, forse sputata da una tavola calda ripiena di hotdog e patatine fritte nel vostro cervello, al momento vi lascio.

Mandatemi pure a cagare. Sì, fate bene. Da una settimana sono stitico.

Da sempre, invece, sono stupido.

Purtroppo, non crepo.

Per fortuna, non credo che lo sia. Cosa? Stupido? No, io non sono nessuno.

Sì, sono bravissimo a farmi prendere per il culo da tutti.

Tutti però scordano puntualmente un particolare importantissimo.

Sono più bravo di loro a fare le battute e a pugni.

Anche a fare altro. Sì, Joe Biden è oramai il nuovo Presidente degli Stati Uniti.

Di mio, non lecco nessuno ma adoro leccare la Nutella, non solo quella.

 

di Stefano Falotico

bm06

Le attrici non molto famose che stimola(ro)no le mie voglie più fantasiose, ardimentosamente focose e forse cremose, grandi donne da Scent of a Woman


26 Feb

stacy haiduk facebook

attricibmovies

Joely+Richardson+American+Theatre+Wing+2012+xDwNz59XjCHl

Valeria+Cavalli+Rome+Film+Festival+2008+Lultimo+V4uczPWboEol

Ah, per molti anni, essendo un tipo molto riservato, molta gente pensò che fossi il Piccolo grande uomo/Dustin Hoffman del capolavoro di Arthur Penn.

E mi trattò da gran pagliaccio come Sean Penn/Cheyenne di This Must Be the Place.

Be’, quello che posso dirvi è che furono dei nazisti e forse io li sbugiardai e spogliai vivi, raggelandoli vendicativamente nel denudare ogni loro ipocrisia crudele in maniera cruda da uomo vero che non deve chiedere mai.

Ecco, per quanto io possa ammirare la bravura e il talento incommensurabile, a livello recitativo, della simpaticissima Frances McDormand, debbo ammettere in tutta sincerità e mia ormonale onestà, che la lascio volentieri al fratello Coen. Sì, Frances e Joel Coen, regista assieme a Ethan del remake de Il grinta, dopo una giornata di duro, reciproco lavoro, si scambieranno tenerezze, ascoltando il loro idolo, il premio Nobel Bob Dylan. Contando, prima di addormentarsi, le pecorine, no, le smarrite pecore di questa società che non sa, purtroppo, che farsene degli intellettuali.

Di mio, subii un cambiamento corporale e percettivamente sensoriale a livello (im)puramente sessuale impressionante, cioè divenni un licantropo inimitabile quando nel lontano 2003 incontrai un ragazzo, del quale già innumerevoli volte vi parlai, abitante in quel della provincia di Padova.

Lui fu, non so se lo sia ancora, fanatico delle attrici a luci rosse. Si professò come laureando al Dams, infatti in tale disciplina umanistica si laureò lodevolmente, ma uno dei suoi registi preferiti è a tutt’oggi Joe D’Amato.

Per quanto concerne il sesso, lui mi educò a superare le mie inibizioni e a combattere grintosamente per darvi dentro di gran botte. Sì, fu nei miei riguardi come l’ex allenatore di Mike Tyson, Cus D’Amato. Il quale sarà presto incarnato, in un biopic cinematografico, da nientepopodimeno che Anthony Hopkins.

All’epoca, frequentai una ragazza di Treiste e con lei, già prima di far palestra con questo mio amico, usai il muscolo più ambito dal genere femminile. Ovvero quello più (s)pompato.

Però, questo mio amico volle maggiormente invogliarmi a colpire con più potenza, suggerendomi un parterre di pornoattrici così picchiatrici sulle zone erogene più virili, eh sì, da mettermi al tappeto subito.

Sì, dopo che vidi tutti i film con le sorelle Ashley e Angel Long, gettai la spugna, totalmente massacrato.

Due bionde mozzafiato con cui a stento poté fargliela Lexington Steele, forse pure io, ma Muhammad Ali non avrebbe retto sino al quindicesimo round. Si sarebbe sciolto molto prima.

Ecco, dopo questa necessaria premessa, potrei illustrarvi i jetlag che donne come Brianna Beach e Kendra Lust potrebbero rifilarvi col solo movimento del bacino.

Ma queste non sono attrici da premio Oscar, sono attrici relegate, splendidamente rilegate, in film ove potrete vedere anche gang bang a letto. Queste vi ammanettano a essere smanettoni…

Parliamo invece di attrici cosiddette serie. Anch’esse formose, anzi in gran forma di estrema, fisica forza ma non molto famose.

Fui ossessionato dall’attrice Valeria Cavalli. Un’attrice italiana che adesso vive in Francia. Spettacolare nei suoi nudi bellamente esibiti ne Il caso martello e nella serie tv Le grand patron. Solo per eccitarvi, no, citarvene qualcuno. Ah, che donna, che cos(c)e di un altro pianeta.

Sublimi, da accarezzare al plenilunio per ergersi dentro di lei, bagnandola, no, abbagliandola coi raggi solari del tuo venire a mezzogiorno.

Dunque, l’insuperabile Polly Walker col suo fondoschiena grandiosamente spropositato, perfettamente però allineato alla sua venustà esagerata. Donna da Dark Harbor.

Dunque, Joley Richardson, bionda dalla bellezza smisurata per fantasie erotiche immisurabili. Ah, Lady Chatterley.

Ah, non fatemi pensare poi ad Ashley Laurence. Attrice di Hellraiser e amante di un nero davvero molto dotato, ovvero Cuba Gooding Jr.

Analisi di un delitto, un film che presenta una scena, forse anale, sicuramente interraziale da far impallidire, più della pelle stupendamente bianchissima di Ashley, ogni uomo dagli Appennini alle Ande.

Fra le amiche di Facebook, ho persino la milf par excellence, ovvero Stacy Haiduk.

Non sto scherzando. Nel mio canale YouTube inserii anche un video tribute dedicato a lei.

Ve lo mostro, sotto.

E, in chat, lei mi rispose amabilmente.

Siamo sicuri che mi apprezzò solo virtualmente?

Ora, chi sono io per potermi permettere queste, no, questa? No, questo e altro?

Tom Cruise che stette assieme a Mimi Rogers? Donnona dalle grandi tette?

Io direi molto di più.

Io spingo, si sa.

E tutto va.
stacy haiduk chat fb

 

 

di Stefano Falotico

 

 

 

Bilancio di fine anno di un uomo sfinito eppur non finito, (non) molto fine, che mangia il cotechino della Fini e che ama gli amplessi non lessi


28 Dec

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Credo che parecchi turbamenti nella mia vita nacquero, sorsero, “sgorgarono” quando vidi i primi minuti di un film intitolato Il caso Martello. L’attrice Valeria Cavalli accoglie il marito a casa dopo una giornata di duro lavoro, lui è un po’ indurito dallo stress, lei pensa già a indurirglielo, poi gli dice che vuole invitare degli amici a cena e che vorrebbe i tartufi, e il marito risponde che costano un occhio della testa. Lei, in accappatoio, si smalta le unghie, lo bacia voracemente e non aveva fatto neanche in tempo a pulirsi di bagnetto che si “bagna” di linguetta, quindi dissolvenza incrociata col marito che “spinge” fra le sue cosce ardenti, e lei che lo intima a essere più delicato, perché sente male… Infine, nella scena successiva, il marito a torso nudo, con la moglie che dorme, guarda dalla finestra una prostituta che viene avvicinata da un cliente, mentre la notte sprofonda nello squallore più assoluto.

Non so, tutto ciò è qualcosa che mi ha sempre messo di malumore. E ancor, alle volte, mi sveglio nel cuor della Luna più buia con in mente quell’amplesso violento quanto tristissimo. E vado poi in cucina a prepararmi un caffè.

Insomma, fin da quando ero poco più che puberale, pensai che mai avrei voluto diventare come quella coppia finto felice. Due borghesi sciupati da una quotidianità grigia e impiegatizia, con lei probabilmente casalinga, che si “rallegrano” in qualche “bottarella” audace per sfogarsi dalle noie di un’esistenza poco rapace. Sì, quella scena è uno dei motivi principali che mi ha “spinto” a sentimenti anti-borghesi.

Con questo che voglio dire?

Che il mio anno, sebbene poco entusiasmante, di libri si è corroborato e di feroce fantasia il mio animo prelibato, spesso illibato, ho invaso. Non sono un invasato sebbene rimanga a molti inviso.

E oggi ho coniato una frase storica degna della testa di cazzo che sono: nella fragilità delle mie intemperie, mi tempro, le matite tempero e soffro di mal di tempie, ah, che brutto tempo!

Alla Coop, ho comprato un ottimo cotechino, ma forse alla vigilia di Capodanno mangerò/berrò un brodino. Stappandomi un Crodino. Sono un uomo “crudino”, ma resto un bel volpino…

D’altronde, l’uomo più ricco in Italia è Ferrero. Lui non ha mai lavorato in vita sua e guadagna miliardi grazie a noi che mangiamo il cioccolato. Ho detto tutto…1420541253555_massimo_ferrero_7

 

di Stefano Falotico

(M’)introduco


21 Oct

 

Chi sono? Chi sarei se non fossi, il mio (mai) fui, ma fumo…

È giunta l’ora d’introdursi, mi son “sparpagliato” un po’ in qualche post, sì, sì, sparpagliamoci!

Una questione di punti di vista, sguardi, tremolio di una certezza scema, un’emozione selvaggia.
Cinema.
Sono sempre stato affascinato dalla scoperta, dall’ebbrezza, dalla gioia.
Dall’impari lotta di esplorare l’intima Natura dell’esistenza, per come appare, per come è, perché se un occhio sa guardare, il Cuore, che dà la Luce alla mente, non è solo un’illusione.
L’impari lotta di conoscere l’esistenza e rimanerne, sublimemente, inevitabilmente sconfitti.
Nessuna spiegazione, nessun messaggio da offrire, solo aver vissuto.
Non essere un turista ebete con lo sguardo perso.
Nel vero vuoto, materiale, comodo, piccolo, inespansibile.

Asciutto, un po’ bagnato, nell’occhio “Valium” della vita…

Questo sito è dedicato al Cinema.
Qui troverete un ricco database informativo del cazzo.
Il resto sarà storia, speriamo… ché tanto i brutti film si dimenticano prima di dormire.
I film, diletto e tormento, agonizzante rottame putrescente è
l’Uomo senza passione, senza odore di sé.
Va al cinema, si beve un film e mangia il suo uccello fritto, come prima, senza scosse, solita routine, solita squallida-monotonia
apatia.

Stefano Falotico (garantisco io per tutti gli eletti che m’han eletto nel loro “letto”)


Ecco il database (si pronuncia com’è scritto, uccidiamo gli anglismi cazzo, è latino per la miseria)
Un Data-base ordinato per regista e per attore, che vi terrà informati, si spera, sempre che non muoia il sottoscritto (e comunque qualcuno mi darà il cambio, come sempre avviene d’altronde, conobbi un calzolaio che fece Arte con i cartoni, guarda un po’).
Ora, mi chiederete, come mai hai scritto i dati in inglese allora?
Non è vero, ci sono anche i dati in italiano. Anzi, sono italiano, Abatantuono nei suoi più entusiasmanti “t(u)oni”.
Insomma, è un grande show, siamo in diretta 24/24ore col satellite intangibile ma mutante dell’azione terrestre.
Nessun global spot, solo un patchwork, prendiamo quello che ci capita in mano e ricostruiamo ex novo.
Ci dobbiamo far capire, ma poi siam proprio sicuri che l’importanza dell’Arte sia comunicare qualcosa?
La soluzione dell’inconscio?
Come prima, solo con qualche immagine in più stampata nel cervello.
Nessuna induzione, so cosa vale la pena per vivere e cosa lasciar stare. I salotti non mi son mai piaciuti, neppure i mezzibusti e la polvere sui libri.
Ciak, sbrigatevi, prima che qualcuno dica “Stop, la rifacciamo con la controfigura”.


Steve o Stefano, chiamatemi come volete, basta che vi muovete.


Lo stile adottato dal sito è volutamente semplice, semplicissimo in maniera parossistica. Non credo che alla gente gliene freghi molto della forma di un sito, ma del contenuto.
Personalmente guardo la sostanza delle cose, eccetto per l’Arte, e dunque per la vita.
Come dite? Non avete colto? Rimettete il nastro indietro, bla e bla, insomma per farla breve, il sito è questo, o vi accontentate e mi date tempo di espanderlo e rimodernarlo, o cxxxi vostri.
Qui non si vendono culi, diamine!
Se cercate quelli andate sul sito della signora Affleck, all’epoca era la Lopez, detta J. Lo.
“Turpiloquisco?”.
Può darsi.

In realtà, queesto sito, da un Dreamweaver “saltellante” è passato a un Word Press di gran “ciurma”.

BENVENUTI.

Detto fra noi, qui in “fondo”, molto in fondo in fondo che si fionderebbe, “sfondando”, la mia Donna preferita indossa un modello “cavallo”.

   Che gambe appena “accennate” in calze liscissime come il suo velluto su cui “onireggiar”, caldi, appena (dis)fatti. Mamma Mia!

   Rossa, rossissima & madida per incandescenze d’un carpet lussurioso, maturità per i tuoi “ematomi”.

   Per un omonimo “stilista” che la “spogli(a)”.

   Altro che “alla Ferrarelle”, è sempre colorata alla Ferrari, Valeria accavalla, anche se cade, la sinuosa caviglia n’è “incerottizzata” come segno del “reato”, dai miei “cavalli”.

Applauso!

Firmato il Genius, anche Pop, talvolta.

 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)