Sì, io gelosamente ancora conservo l’edizione in VHS della Cecchi Gori di tale semi-capolavoro di Tony Scott.
Sì, lo è. Chiariamoci, bambagioni e coglioni vari. The Fan è il miglior film di Tony Scott, lo dissi recentemente anche in un mio video su YouTube, assieme a L’ultimo boy scout e a Miriam si sveglia a mezzanotte.
Anche se potremmo discutere per ore riguardo la valenza, oserei dire la cinematografica validità della tarantinata Una vita al massimo, soffermandoci soprattutto su Patricia Arquette e sul valore, diciamo, erogeno delle sue superbe natiche da Allarme rosso, ah ah, insomma da Man on Fire, uh uh, e infoiarci in una virile Top Gun sperticata.
Avete letto che rima baciata? Ah ah. E so io ove Patricia andrebbe onestamente leccata. Come no?
Ci furono ani, no, anni…, mio amico-(a)nemico, fratelli e sorelle, nei quali fui vilmente accusato di essere un Nemico pubblico. No, non John Dillinger/Johnny Depp dell’omonimo film di Michael Mann, in originale intitolato Public Enemies, cioè nemici pubblici, bensì Will Smith. Sì, pensarono che me la spassassi da principe di Bel Air. Al che mi spiarono, additandomi poi come mezzo matto complottista. A proposito di Gene Hackman e de La conversazione, vero?
Furono Giorni di tuono nei quali, anziché pensare a come scopare meglio la mia Nicole Kidman, fui indagato e malvisto come John Travolta di Pelham 1 2 3 – Ostaggi in metropolitana.
Sì, fui scambiato per un uomo socialmente pericoloso, quasi un terrorista soltanto perché m’incazzai, rasato e con la faccia da duro, similmente al personaggio interpretato dal Travolta. Sì, dalle peggiori infamie fui (s)travolto e, per scagionarmi da tali vigliacche calunnie, dovetti intraprendere un Déjà vu – Corsa contro il tempo, assumendo le sembianze di Marcel Proust e cercando di rincorrere il mio passato devastato, spingendo sull’acceleratore come l’ex pilota della Formula Uno, Prost. Intanto, De Niro s’ammalò di Cancro alla prostata. Si curò e si salvò mentre io fui, dagli psichiatri, frainteso e, più che curato, inculato. Ah ah. Mi sedarono perché persi la bussola, insomma divenni Unstoppable – Fuori controllo. Mi chiesero, in continuazione, se m’immedesimassi in Anthony Quinn di Revenge col Costner e quell’altra super patonza di Madeleine Stowe.
Sia chiaro, non ebbi né giammai avrò voglie vendicative. Quindi, tranquilli. Accetto, a malincuore, ogni sfiga e il fatto che, per colpa delle mie alzate di testa, tutti si fissarono sul sottoscritto come in uno Spy Game raccapricciante, agghiacciante, mostruoso e terrificante. Non sono bello come Brad Pitt, lo so, ne sono consapevole. Mentre Brad Pitt, basti vederlo in C’era una volta a… Hollywood, la dovrebbe smettere di voler somigliare a Robert Redford.
Tanto, non sarà mai come l’altro Robert. De Niro, appunto. Sebbene in Sleepers, padre Robert, anzi Father Bobby, sia l’unico prete nella storia, non solo del Cinema, a commettere falsa testimonianza, giurando da mentitore geniale poiché seppe che quei due ragazzi andavano salvati. A prescindere!
Ora, in attesa del trailer integrale di The Irishman, voi sapete che Bob De Niro fu uno dei produttori di Nemico pubblico e che inizialmente doveva essere il protagonista, al posto di Denzel Washington, di Man on Fire?
No, voi non sapete proprio nu cazz’! Ah ah.
Dunque, non voglio più ricevere prescrizioni, intimidazioni, reprimende, ammende tremende, punizioni e stolti castighi, ottusi fascismi, da parte di chi poco sa della mia anima e del mio vissuto.
Anche perché ho appena ordinato la copia limited edition in Blu-ray della CG Entertainment.
Ovviamente di The Fan – Il mito.
Detto questo, scambiatevi un segno di pace e buona vita a tutti.
Sì, sono un mezzo santo, un Bob De Niro di Sleepers.
Un prete che fuma…
Oramai nessuno più nutre dubbi in merito alla mia corretta, mentale sanità.
Ma, se fossi in voi, non metterei la mano sul fuoco riguardo la mia alterità, riguardo la mia cosiddetta santità.
No, non faccio il pornoattore ma, fra il dire e il fare, c’è qualche volta di mezzo il mare.
Oceani di donne…
Chi ha orecchie per intendere, intenda.
Chi è invidiosone e forse anche un po’ ricchione, ecco, non faccia con me più lo stronzone, cercando d’incularmi a ripetizione.
Altrimenti, lo stendo e abbasso la cresta di tale gallo cedrone.
Sono un Genius-Pop, un Joker iellato o forse giocherellone, a volte un po’ cazzone, ancora spesso coglione ma il mio carisma non si discute per nessuna ragione.
Chi lo mette in discussione, merita la crocifissione e io non perdonerò il suo ladrone.
Ah ah.
di Stefano Falotico