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Adoro le storie da Dallas Buyers Club: Siniša Mihajlović docet, amo anche le stranger things miracolistiche e quant’è bella Maya Hawke


13 Jul

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Sì, abbiamo tutti noi, felsinei con gli striscioni sventolanti del Bologna Football Club, ovvero la squadra di serie A del capoluogo emiliano-romagnolo, appreso della spiacevolissima notizia comunicataci in maniera vivissima e umanissima da Sinisa. Scritto così senza accenti serbi e strani, eh eh.

Ero in macchina, al che accesi la radio e nel dì appena sorto dell’alba estiva di Bulåggna, sì, la mia città di nascita, nel dialetto locale così chiamata, appresi una notizia già di per sé poco promettente e assai poco entusiastica.

Quando si dice che il mattino ha l’oro in bocca, eh già, non sempre è vero.

Infatti, ascolto il comunicato radiofonico che, dopo le notizie meteorologiche dell’alluvionata Pescara e dintorni, all’improvviso mi spiazza e lascia interdetto.

Ovvero la news per la quale nel pomeriggio del giorno odierno, l’allenatore del blasonato Bologna, squadra quest’anno salvatasi dalla retrocessione con ammirevole, combattivo e grintoso onore, comunicherà in conferenza stampa ufficiale lo stato della sua malattia in fase avanzata.

Malattia?

Dunque, attendo la diretta della conferenza e poi me la rivedo su YouTube sul canale del Bologna.

Walter Sabatini presenta Sinisa…

Chi è Sabatini? Il padre con una b in più nel cognome di quella figa immensa che fu Gabriella Sabbatini?

Ah, Gabriella Sabbatini. In questo sabato forse sabbatico, rimembrai i tempi miei puberali nei quali patii godibilmente tutto il mio gomito da tennista. Quando, spaparanzato sul divano, ammiravo tutto il Grande Slam dei miei giochi balistici nell’adorare le fenomenali gambe di Gabriella. Gambe da competizione mondiale. Gambe belle quasi quanto quelle che furono della sua omonima, Gabriella, sì, ma Golia.

Io, dinanzi a loro ero Davide, un nano onanistico che giocava di rovescio e soprattutto di (d)ritto dinanzi a queste gigantesche femmine per cui avrei partecipato, sudando sette camicie, al Roland Garros per direttissima. Sì, avrei preso tutte e due le Gabrielle tanto belle e, sulla terra rossa del mio desiderio caldissimo come il sole a mezzogiorno nel deserto più cremisi, me le sarei sinceramente sbattute con tanto di racchetta d’alluminio. Quanta crema avrei spalmato su queste due donne verso le quali ero attratto di focosa biochimica calorosa come il fan più sfegatato e infoiato.

Di mio, diciamocela, ero iper-arrapato. Che la Sabbatini vincesse, sinceramente, me ne sbattevo il cazzo. Ah ah.

Ah, ero un ragazzo già emotivamente abbattuto che alleviava le continue partite perse con le ragazze mie coetanee, da me trasognate, spesso poco lambite eppur ambitissime, soprattutto fantasticate senz’abiti, in imperterriti breakpoint dalla vita quotidiana a cui offrivo scarsi punti vincenti e ficcanti.

Oggi, mi sono trasformato in una specie d’incrocio fra Keanu Reeves e Patrick Swayze di Point Break.

Eh, anche Patrick morì di Cancro.

Io spesso mi denudo scimmiesco come Anthony Kiedis dei Red Hot Chili Peppers. Sì, vi ricordate il suo cammeo in questo succitato storico capolavoro di Kathryn Bigelow?

Un’altra donna con gambe, all’epoca, davvero RED HOT. Che potevano battersela con le cosce di Jamie Lee Curtis di True Lies.

Jamie Lee Curtis, la protagonista di un altro ottimo film di Kathryn, ovvero Blue Steel – Bersaglio mortale.

E, come poc’anzi detto, splendida interprete assieme ad Arnold Terminator Schwarzenegger di uno degli spogliarelli più eccitanti e al contempo ridicoli della storia.

Uno spogliarello apoteotico capace di far affondare a mo’ del Titanic qualsiasi uomo anche megalomane come James Cameron.

Sì, vedi una donna così che arcua il bacino, che sinuosa e serpentesca sculetta velata soltanto da un piccolissimo reggiseno che sta su a stento, coperta minimamente soltanto da dei mini-slip nerissimi e piccanti, e non puoi, se sei eterosessuale, far altro che colare a picco…

L’unica donna bollente che riesce a freddarti come un enorme iceberg.

Ah ah

Cameron, bel coglione, altroché. Io, cazzo, la Bigelow me la sarei tenuta strettissima.

Uomini, ci giochiamo le palle che ho ragione io?

Invece James, a quanto pare, ama di più girare i sequel apocrifi di Pocahontas, cioè Avatar e i suoi seguiti bambineschi.

Suvvia, uomini, non fate i perbenisti, i puritani, i moralisti e, in particolar specie, ah ah, gli indiani.

Dinanzi alle due Gabrielle, a Jamie Lee e dirimpetto a Kathryn, va su eccome, a prua e a poppa, ogni albero di mezzana. Non fatemi la parte dei depressi in fase down perché non vi crede nessuno. Tantomeno la vostra pellerossa, peraltro brutta in modo disumano.

Sì, abbiamo perso James in The Abyss dei suoi mille, cervellotici Aliens… da multiforme esaltato.

Ma sì, visto che è estate, andate a pescarlo dalla sua villa con piscina, portatelo al largo e affogatelo.

Come uomo e come regista fa oramai acqua da tutte le parti. Sì. E ricordategli che il suo primo lungometraggio, Piraña paura, è quasi più brutto di Sharknado.

Qui c’è solo uno squalo, miei squallidi. E non è quello di Spielberg, bensì il sottoscritto, uomo che sovente se la squaglia sebbene qualche volta a talune lo scoli.

Sì, da quando lasciai la scuola in adolescenziale età, la gente pensò che soffrissi di qualche male impietoso e incurabile.

Da allora, quanti Strange Days che passai. Ma è tutto passato.

Invero, non è che vivessi molto di giorno, le mie erano notti assai poco dell’altro sesso ingorde in quanto essere metafisico come Franco Battiato, celebre autore dell’intramontabile Strani Giorni, appunto.

Adesso, a parte gli scherzi…

Sinisa mi ha commosso. Ho pure lasciato un commento molto sentito sotto al video della sua conferenza.

Queste le mie testuali parole:

l’audio è molto basso, però. Bisogna alzare il volume delle casse per riuscire a sentire bene. Forza Sinisa, non mollare. La leucemia, purtroppo, è una malattia molto grave. Quindi, bisogna essere ottimistici, sì, ma anche realisti. Varie persone di mia conoscenza non sono riuscite a sconfiggerla. Ma tu sei più forte, Sinisa. Ce la farai. E hai avuto, come sempre, un enorme coraggio a rivelare la tua malattia. Mi stupisce anche la tua calma con la quale, col tuo impeccabile stile, hai confessato senza paura la verità. Sei un grande, vincerai!

Io non sono disfattista né pessimista. Come sopra scritto, sono un realista. Ci sono vari stadi, non mi riferisco a quelli comunali come il Renato Dall’Ara, della leucemia. E può essere di diverso tipo.

Se è vero che la leucemia di Sinisa è in fase acuta e aggressiva, sarò tristemente sincero. La vedo molto dura.

È una delle peggiori malattie tumorali. Il suo clinico decorso è raramente reversibile e battibile nonostante tutte le terapie d’urto possibili.

Ovviamente, non equivocatemi, tifo per Sinisa.

Ma, ripeto, è una malattia che colpisce le cellule del sangue e si sviluppa in modo osseo.

Scusate se mi permetto questo gioco di parole. Non vorrei essere frainteso, come sempre. È insomma uno zoccolo tostissimo.

Ma Sinisa ce la farà.

Come ce la fece il grande Matthew McConaughey di Dallas Buyers Club contro l’AIDS.

Walter Sabatini è un DS, ho visto molti ragazzi ancora in forze (forza, su) crollare di fronte alle mille difficoltà economiche, cosicché si sono affidati all’AdS, ovvero all’amministratore di sostegno.

Ho visto anche tanti idioti insostenibili che non conoscono nemmeno l’ABC e vogliono dare lezioni di vita a me perché mi reputano un pirla e un idiota.

Ora, io non ho niente da nascondere. Al massimo, posso celare tre barrette di cioccolato nel frigorifero perché, se dovesse venire domani a pranzo mio cugino, so che se le papperebbe a sbafo.

Come molti di voi sapranno, a me fu fatta una diagnosi psichiatrica totalmente erronea.

Un errore diagnostico, un orrore di proporzioni cosmiche. Prendiamola a ridere, sono un tragicomico.

E questo scritto è malinconico e contemporaneamente sdrammatizzante alla miglior Woody Allen.

Per dimostrare che avevo ragione io, dovetti lottare molto di più di Matthew McConaughey.

Secondo voi, ecco, il punto è questo: avevo ragione io?

Certo.

Avevate dei dubbi?

Io sono uno, poveri stronzi, che ammirai Traning Day al Festival di Venezia quando voi ancora ciucciavate il seno di vostra madre. E vi garantisco che non era fantastico come quello di Uma Thurman.

Training Day uscì nel 2001 e in quel periodo Uma, vistosamente sovrappeso in passerella, sebbene sempre super passera, era incinta di Ethan Hawke.

Ma stavano aspettando Maya? Non so, anzi, no.

Maya Hawke è nata l’8 Luglio del 1998.

Comunque, Ethan e Uma stavano aspettando solo di finire di firmare gli autografi per rompersi i coglioni a vedere in Sala Grande un film del quale, essendo Ethan il co-protagonista, certamente avevano già visto le integrali anteprime mandate loro da Antoine Fuqua e dalla Warner Bros.

Maya Hawke!

È adesso una delle protagoniste di Stranger Things 3. La scena, nell’episodio 7, di lei e Steve nel bagno della multisala, ove stanno proiettando Ritorno al futuro, è veramente iper-romantica.

Lui è bello, lei di più.

Mi ha commosso. Così come m’ha commosso Sinisa.

Quindi, ora vi levate tutti da… ecco, ci siamo capiti.

Perché non sapete nulla della mia vita. E non vi permetterò mai più di fare i porcellini.

Comunque, con Maya un po’ maialino lo sarei.

Da cui il detto: Maya dire mai.

Ora, vado a mangiare del mais.

Detto ciò, finisco con questa. Maya ha 21 anni, compiuti pochissimi giorni fa.

Di mio, conosco molte ragazze perfino più belle di lei ma che nella vita non avranno mai la possibilità di recitare in una serie televisiva di successo.

Forse perché sono meno talentuose o forse perché non sono raccomandate?

La seconda che hai detto.

Ora, queste ventenni, che un tempo furono fighissime, dopo mille delusioni, hanno quarant’anni e hanno trovato come lavoro soltanto quello delle gelataie.

Dunque, quello che voglio dire è questo, amici. Se non mi siete amici, fa lo stesso. Il mondo è popolato da miliardi di persone.

Ecco, se uno viene emarginato per pregiudizi e stigmatizzazioni stupide da dei falsi amici, altri amici può farsene lo stesso.

Però deve affrettarsi perché, può anche aver sofferto del DOC, il disturbo ossessivo-compulsivo, ma è geniale ancora come Christopher Lloyd di Ritorno al futuro.

Chi ha visto Stranger Things 3 capirà tutte queste mie citazioni.

So che credete che vi racconti balle.

E vi chiedete: ma come hai fatto?

Io sono io. Però, non sono David Carradine di Kill Bill, vero? Anzi, assomigliai molto a Uma quando volli vendicarmi di tante porcate perpetratemi.

Ad esempio, ho incontrato un vero amico. Si chiama Massimiliano Sperduti. Lui mi considera un genio e ha voluto appurare, in attesa del nostro meeting a Firenze del 31 Luglio, se sono/sia capace di recitare un testo come dio comanda.

Ha caricato il video in cui recito un suo erotico racconto sovrannaturale sul suo canale YouTube. Metto qui quello da me caricato, non in elenco, nel mio.

Secondo voi, può andare bene? Ci siamo?

Perdonate solo per qualche rumore di fondo. Ma ci sta.

 

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di Stefano Falotico

La cosiddetta mental illness esiste nel Cinema e nella vita? Esiste solo il Genius-Pop un po’ bambino e un po’ volpino, fidatevi, sono il re dei bei ballerini


11 May

 

suntory bill murrayQuanto mai attuale, viste le nevrosi collettive e il forte disagio sociale esponenzialmente aumentato, è il tema della follia.

Shutter Island? Film da quattro soldi. La leggenda del re pescatore? Sì, andiamo già molto meglio, facciamo dei miglioramenti.

Ah, la follia! Termine forse troppo generalista e superficiale. Tant’è che, in alcuni siti, peraltro tematicamente molto seri, vedo comparire assurdamente foto che mettono i brividi. Raccapriccianti e appunto fuori luogo rispetto alla delicatezza del quadro d’insieme. Sì, l’immagine semmai di Jack Nicholson di Shining che sventra di ascia la porta del bagno dell’Overlook Hotel su suo ghigno lupesco e sanguinario, oppure foto di persone derelitte che vagano catatoniche, come zombi, lungo le strade periferiche, mal illuminate, di grandi città al pallido, mortifero plenilunio nel sole loro interiore precocemente tramontato in una vita torva.

Persone imbrunitesi nell’inaridimento affettivo, afflitte dalla loro unica compagnia possibile, ovvero la solitudine più cupa.

Persone dagli sguardi allucinati che fissano con occhi vitrei il vuoto. Captando l’incommensurabile abisso a molti ignoto. Scandagliando, forse incoscientemente, nelle loro sofferenze infinitamente strazianti, il pasto nudo. Dunque, la nostra umanità decaduta e incenerita da una società apparentemente felice, invero già macellatasi nella povertà morale più inaudita. Che si riflette, grottescamente, nelle iridi languide di uomini e donne sdilinquitisi nell’apatia più inutilmente sognante, che si rifrange nello spettrale specchio delle loro anime nerissime e non più candide.

Abbagliandoci di tormento eclatante, inducendoci a riflettere con maggiore calma. Obbligandoci a interrogarci sull’esistenza, incomprensibile ai più, e su tale stupefacente, immane, umana discrepanza.

Ah, vedo molte panze!

E le domande che in cuor ci sorgono son tante. Versiamo molte lacrime sgorganti.

Spaccati come siamo da troppe incognite umidamente, inconsolabilmente vaganti.

Come se, attraverso queste immagini potenti, si volesse esemplificare appunto la follia e parcellizzarla in deficienti, iconiche raffigurazioni, in figurative sfighe appunto cinematografiche, pittoriche o perfino scultoree. Pensiamo, ad esempio, alle rappresentazioni della follia che il Rinascimento ci ha regalato, magnificando addirittura l’estasi, che ne so, rabbiosa e disperata della Madonna che, gridante in preda al lutto non cicatrizzabile della perdita del suo amato figlio Gesù, si contorse in un gemito lancinante, osservando la “sindone” di quel suo nostro Cristo, sì, asceso al cielo, ma non più di questo mondo tortuoso e soventemente orrido.

Io sono di Bologna. Non so se conoscete, ad esempio, a tal proposito, il Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca, uno dei massimi capolavori scultorei della mia natia città felsinea.

Me lo faceva studiare la mia insegnante di storia dell’arte. Ah, gran donna. Grassa e brutta. Ma una donna che, per via della sua repellenza fisica, aveva sublimato le sue carenze affettive e sessuali nell’arte, appunto, più alta. Sognando un profeta biblico che illuminasse la sua frigidità galoppante.

Celebre anche l’omonima pittura absidale di Vincenzo Onofri nella basilica di San Petronio.

E ora vi racconto una storia.

Frequentavo la terza media e nessuna tizia frequentavo. Erano mesi nei quali impazziva, no, impazzava per radio Enrico Ruggeri con la sua Mistero. Che da poco aveva vinto il Festival di Sanremo.

E tale dotta, simpaticissima insegnante di storia dell’arte aveva chiesto noi di recarci, a piccoli gruppi, a fare delle ricerche e degli scatti fotografici in queste due chiese sopra citatevi.

Io non volevo andarci. Ma c’andai perché ero innamorato di una ragazza. E quindi, capirete bene, cosa potesse sinceramente fregarmene dell’arte.

Lei era la Vergine fattasi carne.

L’amavo puramente e l’avrei scolpita duramente con le mie sopraffine mani da moderno Michelangelo Buonarroti. Ah, era lei un capodopera, opera magna per un amoroso, caldo arrosto stuzzicante, da piluccarcene entrambi ben rosolati e pennella(n)ti.

Se, invece, non avesse voluto donare a me, personaggio già matto all’Arcimboldi, le grazie armoniose delle sue gambe vellutate come pesca setosa del Caravaggio, mi sarei consolato, mangiando dell’insalata.

Lavandomene le mani… con l’acquaragia. Forza, coraggio. Non è da una stronza che ti manda a fanculo che si misura un Pollo(ck).

Sì, se mi fosse stata acida come l’aceto balsamico, rendendo ogni mio caloroso slancio soltanto un vano, fantasticante assaggio, mi sarei comunque divertito con un film di Stanlio e Ollio.

Erano tempi acerbi, sì, ove ammiravo il seno di Deborah Caprioglio ma non sapevo cosa fosse il Campidoglio, ero proprio un Klaus Kinski alla buona…

Non conoscevo a memoria tutti i nomi dei sette nani ma già volevo un po’ macchiare dolcemente la mia bramata Biancaneve nell’ano.

Ero un ignorante come il principe Antonio de Curtis in Totò e i re di Roma.

E non sapevo neanche, mio dio, che vergogna, che fu proprio l’Albertone nazionale a dar la voce ad Oliver Hardy.

Ah, le ragazze della mia età erano pure messe peggio, comunque. Pensavano soltanto a comprare gli Swatch, i ragazzi, poco tempo dopo, di queste se ne sarebbero fottuti, ammirando invece Baywatch con Pamela Anderson.

Molti furono segati, eccome.

Ah, vi era anche Pamela Prati. Una che, come la Anderson, era tutta rifatta più della facciata del Colosseo.

Ah, gladiatori defraudati della vostra Connie Nielsen, fatevi una passeggiata per i Campi Elisi o, se siete di Bologna, per i Giardini Margherita. Può darsi che Connie non ve l’abbia data ma incontrerete, a fare jogging e a strafarsi di qualche spinello, una racchia che ascolta Elisa.

Oh, buttala via.

Sì, tempi di sciacquette da smerdare nello sciacquone delle memorie annegate nel brodo dei tortellini, miei paesani, tempi di genitori oramai piegatisi al sistema che, fra una bolletta e l’altra, da totali bolliti aspettavano le vacanze natalizie per andarsi a fare un giro all’Abetone.

Insomma, la malattia mentale esiste?

Sì, per voi sì.

Per il Genius, no. Ché egli frutta, no, fa fruttare il suo pesce fritto e, tra una schizofrenica e una depressa, come un cavallo pazzo fluttua.

Quante cazzate che vi dico? Eh?

Ma se non ci fossi io, il Joker Marino, questa vita sarebbe già per voi da manicomio.

Fidatevi.

Voi uomini sareste ridotti come John Travolta di Pulp Fiction.

E voi donne come Uma Thurman.

Mentre io ora bevo un whisky.

In quanto Bukowski con sguardo da cane Husky.

Poiché sono uomo malinconico ma anche autoironico di gran candore, di ottimo sapore un Falotico, un uomo dai molti languori tra i vostri, cinici, freddi sudori, un uomo che puoi scolarti in un bicchiere d’acqua come il più pregiato liquore.

Sono un santo.

No, uno da Suntory.

E ora ballo perché mi tira il culo.

 

di Stefano Falotico

pulp fiction travolta thurman

A volte, anzi spesso, penso di essere Robert De Niro e Spike Lee, un mio video che vi lascerà esterrefatti


26 Mar

denirofalotico

dav

Ora sento parecchie castronerie.

Ad esempio, sento dire che Adam Driver e Timothée Chalamet sono gli eredi di Robert De Niro e Al Pacino.

Sì, Driver e Chalamet sono molto giovani e indubbiamente molto bravi.

Poi, il signor Driver sta azzeccando un film dopo l’altro. Un’incetta di grandi pellicole.

Ieri sera, ad esempio, essendomelo perso al cinema, ho visto finalmente BlacKkKlansman.

Non so se sia un capolavoro ma Spike Lee, dopo qualche anno di appannamento, ha veramente indovinato comunque un filmone.

Cattivo, che ha il coraggio della verità. E aggira tutte le trappole delle retorica per inscenare un film che, sotto l’apparenza di un thriller molto divertente e scanzonato, diventa una chiarissima denuncia e una potentissima requisitoria, senza mezzi termini, contro il razzismo e ogni forma di linciaggio psicologico.

Driver è stato ottimo. Tant’è vero che si è cuccato la nomination all’Oscar.

A proposito, il signor Lee deve odiare molto Donald Trump che sta a Washington, alla Casa “Bianca”.

Però, dopo essersi affiliato per anni con Denzel Washington, ah, adesso ha beccato John David Washington. Va be’… ah ah. In effetti è il figlio.

Oh, il razzismo è brutto, orribile.

E questo film di Lee è anche contro il nazismo, soprattutto ideologico. Infatti, Driver interpreta la parte di un ebreo.

Davvero complimenti Mr. Lee. Se non ci fosse lei con la sua sana cattiveria giusta sempre sbattuta in faccia al falso puritanesimo e perbenismo bigotto, statunitense e non, il Cinema e non soltanto la Settima Arte sarebbe stato schiacciati dalla melensa scemenza di massa che oggi tanto impera.

Sì, è uno spettacolo sconsolante. Ti rechi ad esempio su Instagram e noti un fiorire d’idiozie da lasciare allibito anche un bambino di otto anni.

Una falsità talmente sfacciata e ipocrita da indurti al suicidio perché ti accorgi che viviamo in un’era di buonismi assurdi. E non abbiamo molti strumenti per contrastare tutto ciò se non opponendocene da intellettuali, da pensatori.

Ove modelle discinte si mostrano in tutto il loro indubbio splendore fisico, oh certo, non metto in dubbio che siano bellissime ma poi, nelle didascalie citano Shakespeare quando non hanno neanche mai letto in vita loro un fotoromanzo o, ancora peggio, su una loro foto inequivocabilmente provocante, mettono come sottofondo musicale una canzone della Disney.

Veramente, roba da rabbrividire.

Spike Lee non ha mai avuto paura di denunciare cinematograficamente questo sistema osceno di finte apparenze, di bugie, di edonismo e cervelli vuoti. Ove vince quello che più “forte”, l’ariano appunto, e tutti gli altri sono relegati all’emarginazione, allo schiavismo psicologico, all’apartheid, alle razziali scremature per colpa di mentalità ottuse, testardissime. Che combinano danni a tutt’andare.

Stamattina, in radio, ho ascoltato una battuta che mi ha fatto morire…

Salvini pesava 90 kg e ora ha perso dieci chili. Sì, e noi abbiamo perso dieci anni di vita…

Sì, Salvini ha fatto il lavaggio del cervello a molta gente. E stiamo tornando indietro al fascismo.

Ve l’ho già detto. Nel mio palazzo abitano vari neri. Tutti simpaticissimi. Sono fra i pochi che mi salutano sempre.

Gli altri, per via del mio stile di vita molto particolare e non allineato ai loro canoni borghesi, sì, mi salutano. Ma mi guardano anche male.

Insomma, che ce ne facciamo di questa gente bianca tanto agiata, piena di soldi e “acculturata” se poi non sa rapportarsi educatamente col prossimo o, peggio, è educata soltanto dietro finte gentilezze che invero, sotto la parvenza di sorrisini ipocriti e compassionevoli, blandiscono puntualmente, crudelmente la tua dignità con ammiccamenti e allusioni di pessimo gusto?

Figlie della loro educazione, appunto, fascistoide?

Ecco, invece tornando ad Adam Driver, sì, è bravo. Ma non avrà mai il carisma dell’interprete di Taxi Driver.

Inizialmente, Martin Scorsese doveva dirigere Clockers con Robert De Niro protagonista. Alla fine, optò per Casinò. Ma di Clockers rimase produttore. E, fra l’altro, lo sceneggiatore di Clockers è stato il grande Richard Price.

Sceneggiatore di alcuni film stupendi di Scorsese. E de Lo sbirro, il boss e la bionda.

Film che ha fatto incontrare Robert De Niro e la giovanissima Uma Thurman. Voi sapete almeno che De Niro è stato con la Thurman? Ah, questo lo sapete.

Una sua delle pochissime donne bianche. Ora, Bob e Uma sono rimasti soltanto molto amici. E li vedremo in War with Grandpa. Dovevamo vederli anche nella serie televisiva di David O. Russell, bloccata per il fallimento di Harvey Weinstein.

Avreste inoltre mai pensato che un uomo come De Niro, un BIANCO di origini irlandesi e italiane, ai tempi di Cape Fear potesse amare Naomi Campbell? Be’, a essere sinceri, una nera non tanto “normale”. Eh eh.

Sì, Bob ha sempre amato più le nere. Dicendo in merito a questa sua scelta sessuale: perché le nere sono più vere.

Quindi, d’ora in poi non voglio più ascoltare discorsi ipocriti contro i “diversi” da parte dei Nick Nolte di turno dell’appena succitato film col Bob. Sì, Bob in questo film non è esente da colpe, anzi, ma anche Nick, nonostante la Bibbia sul comodino, è un bel porcellino… Dunque, amici, se subite una palese ingiustizia immonda, partorita dall’invidia e dalla cattiva coscienza della gente, recitate la battuta di Max Cady a ogni ora dei vostri giorni…

Leggo meglio di voi. Imparo meglio di voi. Ragiono meglio di voi. E filosofeggio pure meglio di voi! E durerò più di voi! Ti credi che un po’ di botte mettano fuori combattimento questo vecchio montanaro? Dovrai fare uno sforzo molto più serio, avvocato, per dimostrare che vali più di me!

Insomma, per farla breve. Ho scritto un libro su Robert De Niro che potete trovare sulle maggiori catene librarie online.  Sì, molta gente gelosa della mia vita da uomo libero, di sana pianta, ha voluto farmi passare per una persona sofferente di disturbo delirante. Al massimo, posso soffrire di DISTURBO DENIRANTE. Se invece, qualche idiota è afflitto da disturbi di testa e d’intelligenza, si andasse a curare. E subito! Non si trovano, oggigiorno, molti uomini camaleontici come De Niro e con una voce più bella di Amendola. O no?SpikeLeeGuest

 

di Stefano Falotico

Lezioni di maschilismo parte terza: gli uomini non amano le donne con le scarpe aperte e si chiudono


06 Jun

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Come non ricordarsi il famoso dialogo fra John Travolta e Samuel L. Jackson di Pulp Fiction sul massaggio ai piedi?! Ecco, Tarantino dovrebbe ricominciare a scrivere dialoghi così, cazzate “stronzeggianti” che valevano eccome il prezzo del biglietto. La dovrebbe finire di ammorbarci con trame pedestri, piene d’incongruenze e iper-sofisticate come in The Hateful Eight.

Il Tarantino che amo è quello che parte dal basso, dalle cose più terragne e immediate, e architetta dialogiche genialità.

Mi fa piacere che stiate apprezzando questi miei post. Scoprite, ogni giorno che passa, nuove cose su di me. E si creano istantanee affinità. Sinergie amicali insospettabili, anche possibili scambi “linguistici” con donne che adorano la mia sincerità cremosa come un gelato al pistacchio. Ah, io vado matto per il pistacchio. Sentite come suona bene quando lo snocciolate e leccate in profondità sin giù alla gola. Pistacchio! Stupendo. Questo gelato verdognolo come Peter Pan.

Sì, la sofisticatezza fa parte di me. Io sono un esteta, un maniaco… delle forme muliebri perfettamente concordate in maniera geometrica, simmetrica. E odio i sandali che voi donne, ostinatamente, indossate ai primi caldi estivi. Non siamo nell’antica Roma! Che cos’è questo proliferare puzzolente, olezzante di alluci valghi, di mignoli grassottelli?

Chiariamoci. Io non sono un estetista, sono un esteta, e mi fa schifo il feticismo. Molti uomini adorano i piedi femminili e impazziscono per quelle dita oblunghe, sì, oblunghe, sgraziate di Uma Thurman. Una che se non la finisce di mostrare quelle zampe la denuncerò per vilipendio al mio pudore.

Sì, io sono l’incarnazione della pudicizia e anche della pulizia. E tutte queste donne che camminano per le vie del centro con queste calzature aperte mi disgustano. Ché hanno pure i calli! Figurarsi se queste donne callose camminassero così “scalze” in una calle veneziana. Qui toccheremmo proprio il fondo dell’offesa alla mia costumatezza. Sì, l’eleganza architettonica di Venezia a contrasto con queste donne da peplum, da film gladiatorii. Che orrore, che vergogna!

E, guardate bene, io aborro e ripugno anche i maschi con le infradito. Quando, ad esempio, in tale “tenuta” ho visto Josh Brolin in Sicario stavo vomitando.

Ora, vi racconterò un aneddoto. Nel 1999, ero in un cinemino a gustarmi il bellissimo film Il viaggio di Felicia con un grande Bob Hoskins. Verso la metà del film, a spettacolo inoltrato, ecco che entra in sala una bella donna, avrà avuto trent’anni, e si siede accanto a me. A un certo punto, comincia a strusciarsi, provocandomi. E, per provocarmi ancora di più, ha fatto shoeplay con le sue ballerine.

Io, con molta educazione, sussurrai lei che stava disturbando la mia concentrazione e il film era molto delicato e non poteva essere insozzato dalla sua puzza dei piedi.

Sì, voi donne continuate assurdamente a credere che non vi sia niente di più sexy di una donna che indossa i sandali. Vi sbagliate! Come vi sbagliate a continuare a inserire foto su Instagram ove mostrate i primi piani delle vostra dita e dei vostri zoccoli! Le caviglie ben affusolate sono sexy, non i piedi.

Mettetevelo bene dentro quella zucca. E mettetevelo anche in quel posto…

 

di Stefano Falotico

The House That Jack Built e la casa che mi sto costruendo io, nonostante in molti la smontino, io la rimonto


14 May

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Sì, von Trier è un acclarato venditore di aria fritta, un incontestabile smerciatore di fumo negli occhi, cioè uno che nei suoi film sostiene “tesi” senza fondamento/a, prive di qualsivoglia spessore. E racconta di donne cieche la cui indomita volontà di vivere le salva dall’autodistruzione, di ninfomani e uomini al jeu de massacre, e adesso di un serial killer, chiaramente ispirato a Jack lo squartatore, che ha “costruito” la sua casa con le viscere delle sue vittime, coi pezzi sbranati, dilaniati, a lor volta spezzettati delle sue stesse brutalità abominevoli. Ed è fiero, terribilmente perverso nel fingere una normalità che probabilmente non ha mai avuto dalla nascita, sgattaiolando nel silenzio e coprendosi dietro la maschera rispettabile dell’impassibilità meno sospettabile.

Una vecchia barzelletta dei miei tempi recitava… sapete perché invitavano Jack lo squartatore alle feste? Perché portava sempre con sé dei gran pezzi di figa.

Una battuta di rara freddura e raccapriccio, da mettere i brividi, partorita da paninari che adoravano doppi sensi ovvi e scontati come il peggior Cinema di von Trier.

Perché vi piace von Trier? Perché dice la verità in maniera, appunto, nuda e cruda? No, ribadisce luoghi comuni atroci e li “stigmatizza” in riprese scarne, ossute oserei dire, che arrivano al “nocciolo della questione” con pochezza espressiva degna di una videocamera 8mm. Tant’è vero che quando cerca di essere patinato è ancor più finto e alcune sequenze iniziali di Antichrist assomigliano indubitabilmente a uno spot di Lancôme.

Ma quanto da me asserito con tale sfacciato orgoglio potrebbe anche non essere vero perché chiunque, anche Paolo Mereghetti che bellamente stronca quasi sempre Lars, vive di quotidiane finzioni. Dunque la verità, possiamo affermarlo puntualmente, non esiste. Non è di questo mondo e chi si è illuso di averla trovata è più scemo di quello che in effetti stringi stringi è, parafrasando Oscar Wilde secondo il quale l’abito invece fa eccome il monaco.

Se vedi uno per strada che elemosina le possibilità sono due: o sta girando un film sugli homeless oppure è un povero mendicante “realisticamente”.

Come quelli sposati che, visto che temono il divorzio e hanno ora dei bambini da educare, ammettono falsissimamente che loro non guardano più i porno né si recano su Instagram a contemplare i bei culi perché sono “cresciuti” e hanno da fare… cose più “serie”.

Volete la verità? Sono i primi, questi moralisti osceni, ad aver le mani “sporche”. A vivere di perversità che semmai non si esplicitano in purezze fatte di atti impuri ma di sconcezze immonde nella vita di tutti i giorni. Perché costoro emarginano chi non la pensa come loro, sono sempre restii a ogni forma d’innovazione e cambiamento, sono i più stronzi conservatori di un mondo da lor stesso creato e reiterato di azioni meschine, spettegolanti, piccolo-borghesi fradicie, invero assai scostumate perché rinnegatrici della giustezza e dell’equità, della democrazia e della libertà Maniaci indagatori del prossimo, spioni e sostanzialmente coglioni. Esorcizzatori dei loro abomini esistenziali nel rinfacciare agli altri le stesse “colpe” di cui loro sono i primi rei non confessi.

Sì, sono come Samuel L. Jackson di Pulp Fiction… Questo mi piacerebbe. Ma questa cosa non è la verità. La verità è che tu sei il debole, e io sono la tirannia degli uomini malvagi. Ma ci sto provando, Ringo, ci sto provando, con grande fatica, a diventare il pastore.

Ah, fratello carissimo, è una società piena di psicopatici. Ma vedi di non fare la morale a me. Io sono l’incarnazione vivente di tutto ciò più lontanamente possibile dal male. Quindi, per carità, per l’amor di Dio. Vedi di rompere il cazzo a chi se lo merita. E ora vedi di levarti di culo, figlio di puttana, o ti prendo a sprangate e t’infilo il tuo crocefisso ove dico io. Ah ah. E lasciami amare questa Thurman che, cazzo, sarà pure magra, ma ha un paio di tette che neanche la mongolfiera ne Il giro del mondo in 80 giorni…

Cristo, adesso Ethan Hawke gira First Reformed, film trascendente, ma Dio lur… o p… o non deve aver molto trasceso con Uma…

E questa è la verità, per la Madonna.

Adesso scambiatevi un segno di pace e, se la Thurman con voi ci sta, “beneditela”.

 

Ora, direi che dovreste rileggere il titolo di questo post. Ridete, ridete pure. Ah ah.

Intanto me la ingroppo.

 

 

di Stefano Falotico

 

 

Sono un Gary Old-Man con la caratura carismatica di un Liam Neeson d’annata, fui dannato, non so se bello, sicuramente amo la mia sfacciataggine


03 Feb

Darkman Neeson Dracula Bellucci Leon Jean Reno

Sì, è oramai indubbio che Oldman vincerà l’Oscar. Non si può mettere in dubbio. Lui che fu Dracula e Beethoven, e per Besson fu lo scalmanato Stansfield e il folle Jean-Baptiste Emanuel Zorg, dopo una carriera da “talpa”, arriverà alla vetta e finalmente sarà consacrato. Sì, sacramentiamo questa vittoria. Bando alle ciance, sì! Eleviamolo in gloria, e non è un film di John Cassavetes!

Ma perché, mi domando io, nessuno ha mai scritto una biografia sul coriaceo Liam Neeson? Attore all’apparenza monocorde e monolitico, eppur dotato di un carisma ben conosciuto dalle cosce di Uma Thurman, che pare amò in maniera nonstop la sua virilità lupesca da uomo grey. Mai grezzo ma elegantissimo, compassato, di gran stile. Sì, quest’uomo sul treno faceva impazzire le donne, perché sembra che sia stato sempre molto “dotato”, qualcosa di bestiale nasconde fra le sue gambe e dalla voce portentosamente macha ve ne sareste dovute accorgere subito. Eppure, nonostante fu il giusto Schindler, non è mai stato visto di buon occhio dai premi, tanto che non ha mai vinto un cazzo, in maniera inversamente proporzionale alle dimensioni vincenti del suo “membro”. Le donne, come belle statuine, dinanzi al suo titanico “Rob Roy” si allettavano a giocare di sex toys. Ed erano notti da vero Darkman…

Sì, sono parecchio affine al fine Neeson, uomo di finezza incalcolabile quanto, come detto, di “lunghezza” incommensurabile. Molte donne davanti al “mio” s’intimidiscono, ma poi soavemente ne gioiscono. Ed è qualcosa di “frusciante” e “scorrevole” che non si ferma un solo istante. Da qui la natura da licantropo del mio uomo perso nei “boschi”.

Sì, sono sfacciato e dovreste esserlo anche voi. Anziché rincoglionirvi con pessimi film fumettistici, datevi a qualcosa di pop nel popò…

 

Sì, run all night, e (s)corre alla grande, di glande e glassa.

Adesso me la rido grassa. Anche se amo quelle magre.

 

Insomma, mie Jovovich, il quinto elemento è musica melodiosa per le vostre amate immortali. Vivaddio immorali.

Non siate maestri delle puttane, ma amate le mie puttanate!

Adesso, vado a cucinarmi un risottino. E ancor rido.

 

 

di Stefano Falotico

THE FIFTH ELEMENT, Gary Oldman, 1997. (c) Columbia Pictures/ .

THE FIFTH ELEMENT, Gary Oldman, 1997. (c) Columbia Pictures/ .

Amata immortale

Tania Cagnotto è bona!


25 Jul

 

© Piergiorgio Pirrone - LaPresse 16-09-2014 Roma Ritratti esclusivi di Tania Cagnotto per Arena nella foto:  Tania Cagnotto

© Piergiorgio Pirrone – LaPresse
16-09-2014 Roma
Ritratti esclusivi di Tania Cagnotto per Arena
nella foto: Tania Cagnotto

 

Cari drughi pretendo sincerità e durezza di clockwork lemon. Tania Cagnotto è bona! Keanu Reeves lo fu!

La profetica rivelazione del “pasoliniano” Stanley Kubrick s’è avverata, e vivete nello scontento un tanto al “culo”. Ché io smaltisco chili e non m’appesantisco di vostra pedante etic(hett)a

Sì, per essere “accettati” da questa società di bestie, incominciamo a utilizzare la stessa strategia “carnale”, ché a viver carnascialeschi se le (s)passan tutte. Sì, uccidiamo ogni sen(s)o fiabesco e imbarbariamoci per le “barboncine”, utilizziamo la stessa p(r)osa volgare e otterremo una “fornace” senza “lavaggi mentali”. Andiam in giro a cantar come Biancaneve col “nano” più pornografico, viviamo “felici e contenti”, ché la vita è una e di fighe ce ne son a iosa. Non far lo sfigato e il permaloso, fai il lecchino e di smancerie sii maniaco.
Ché se non sei maniaco, ti sciacqueran con ammoniaca, prima l’ammonimento, poi l’espulsione con tanto di “rosso” a timbro della radiazione anche al PH puro per dissanguarti a viscere delle loro brame.
Puttanieri e zoccole, chi è fra voi il più bel “tipo” del reame? Quello che non sbaglia un “colpo”, va “dritto” e sa come farsi… valere. Se una donna toppa, la prendete per il popò, se un topolino “sba(di)glia” lo imbalsamate e lo tappate, appunto, di vostra bava imbavagliante.

Io son genio paperin e ti fotto sempre, mio strafottente. Stavolta, hai incontrato chi (te lo) sfonda. Dammi un’altra offesa e ti strappo la festa, quaquaraqua. Basta con Nonna Papera!

Sì, scriviamo come loro, (s)parliamo allo stesso finto “manierismo”. Di cerebrolesi saremo allegri nei muscoli aridi ma massaggianti all’olio.
Di “flessioni” non rifletteremo mai ma carnivori affetteremo chi è da “compatire” per le sue fitte.

Io ti servo la “frittata”, mio cervello impanato in pantalon da mascalzoni miei impantanati. Tu, Balanzone hai sposato una coi pantacollant ma sei sicuro che la tua vita non sia già andata nel viavai?
Di mio, posso dire con sfrontatezza che vollero punirmi di “frontale” perché ero, sono e sarò il Principe per (sua) ec-cellenza. Attentarono anche al mio uccello.
Ma come potete toccare… ah ah, continuo a tamponarli. E a (s)fregarmele.

Se vi disturbo, tu continua a stuprare e riceverai la bisc(i)a “clandestina” del mio Cobra. Sono nato serpente, non mi attengo ai “comandanti”, a sonagli ti appendo al “chiodo”.

Se vi fosse sfuggito, annotatelo sul taccuino, per il prossimo acquisto. Io son aquilotto e non m’adatterò mai a questa lattante società analfabeta di poppanti, in quanto bevo latte “galoppante” di mio stronzo in farneticazioni “offerte” a vostro stuprarmi, ché vi stiro e sturerò sempre le orecchie. Io sono l’elefante e, di fanfara, fenomeno per chi mi giudica minuscolo ma di muscolone t’entro nelle mutande

Io addento, vi sventro e mai bandiera bianca sventolo in quanto s’avventarono e io sventai tal “vanitosi” col mio ancor più schiumoso e carnoso ventaglio.
Se non stai buono, ti lego coi bavagli e ti spedisco a calci in culo tramite postale vaglia. Ogni sera, “fornico”, avvolgendola di “tagli” e macchio tutte le “tovaglie”. In quanto vettore contro i dottori, civetta sul comò formato gigolò per le figliole, ché bocca di rosa mette l’amore nei miei sudori.
Siete indietro, non capite ad oggi De André, come potete pretender di capir come vi penetro nel didietro?
Comprare e bevete tutti, questo è il mio nettare a segno di “pece”: http://www.amazon.it/Arancia-meccanica-ebook/dp/B00E3CZX9Y/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1374755748&sr=1-1&keywords=arancia+meccanica

Ascoltate la voce del Signore, che vi guida funambolico per prati sereni, ove germogliar di nuovo e, dopo esservi di Cuore auscultati in me “ungulato”, osservate le unghie smaltate di Tania Cagnotto, campionessa non di nuoto come la Pellegrini ma abbiate fede… è una figa plurima per sesso nel piumino, per notti immerse d’arsure a bruciarglielo in sue acquoline.

Stenditi Tania, attingi alla mia sete, assatanata sei dietro quel visino d’angelicata, so che vergine non sei da tantissimi… e sfido chiunque eterosessuale a non volerti di “trampolino” a tuoi quadricipiti femorali e mio “fegato” così a te “lustrato” d’ossa “dorsali”.
Sì, sono l’orso, sono come Bud Spencer, pseudonimo di Carlo Pedersoli e appunto ex nuotatore “metrista” del suo merl(uzz)o.
Bud ne ha per tutti, non va fatto incazzar’. Altrimenti si arrabbia con Terence Hill e non saranno teneri di Trinità. Vale a diredi spaccarti in tre e “a spaccata” di Tania che, quatta quatta, desidera invero non il podio ma il mio… podismo ad acquattarsi nei sollazzanti “schizzi”.
Ah, equatoriale ha gambe equine, cavalla del mio in mezzo al cavallo, purosangue campionessa per “bastoncini” del Capitan Findus, spezzatino al mio “filetto” di Platessa, famoso “sottomarino” di manina che è di 50 cm ma, se stimolato da Tania, può “allungarsi” a doppie proporzioni per altra calda, ustionante razione.
Tania Cagnotto è la mia Uma Thurman, sono Carradine di Kill Bill.
Dio ti benedica e si tuffi da “povero” Cristo nel Giordano di Cagnotto Tania, atleta dalle pose plastiche con tanto di mie bollicine alla Pulp Fiction.
Sì Tania è tanta, e affogo in questa figona “scostumata”, ah che costumino, in slanciato fiondarmi di giravolte e capogiri(ni) sguazzanti, aderenti al suo bikini “water” nel senso “acquatico” del mio che sprizza gioia e del fazzoletto da “sciacquone”.
Tania asciuga le mie lagrime, le “confeziona” in questo misto di carta igienica, “finemente” ricucita per aprirla su densa cremosità. Quando il ralenti cadenza le sue imprese, salto dentro il (WC?) Net di tutti i suoi più attizzanti video scaricabili. E la imprimo, anche se arriva seconda. Vengo in tre secondi.
E son mondiale nell’Eurosport. Con tanto di “Yahoo” e soprattutto “Wow!” su urletti incontenibili nel divanetto a mio divaricato Sky di gran finale da meritarmi la medaglia d’oro. Ah, in quella piscina c’è il mio pesciolino come la piovra e Lei, prima di risalir in superficie, superfichissima, da me è “provata” sul delfino d’amplessi affannosi e d’apnea cardiaca per l’orgasmo del sommozzatore. Siamo sommergibili, e la vostra bile è da buo(n)i. Io sono l’anaconda, il serpente bo(i)a per un altro giro in vasca. Esca ed esce tutto.
Sì, Tania è per i cazzoni veri, come John Travolta, Samuel L. Jackson e Bruce Willis del Tarantino. Io tendo la tela, sfoglio il suo telaio e la ribalto con tanto di tirato e Lei aspirante ad attillata “dialogica” monster su uccello per la cura medioevale, e diventa una nerona alla mobster Wallace Marcellus. La palpeggio, non finge mai, gode davvero “appieno”. Con i suoi polpacci pienotti avvinghia a modo di conchiglie a tenaglia del salivar fra le cosciotte, queste caviglie ad abluzione d’altre instancabili erezioni. Volteggia in tutte le posizioni, mi provoca e io m’eccito dinanzi a questo bocconcino per salsa d’hamburger. Che ketchup, che sco(r)pa(ccia)ta!
Talvolta, mi ri-fiuta per farmi impazzire coma la maionese.
Al che, le urlo: “Volevi fottermi? Dì un’altra volta, cazzo, ti sfido. Cazzo!”.
La mia esplosione blaxploitation non gradisce ma stuzzica per altre furenti eccitazioni. Fa la puttanella biondina da spiaggia, appunto, come Bridget Fonda di Jackie Brown nel suo ammiccante “Vuoi scopare?”.
A “maestrale” entro in poppa nella sua pru(gn)a polposissima ma la ritenzione idrica causa l’eiaculazione precoce. Ah, colpa delle astinenze.
Da allora, è Lei che mi prende per il culo… sono il suo Gara Louisss… fa la “dottoressa” con la “r” moscia e fuma la mia “sigaretta”, tatuandomi la “s” minuscola poco da Superman.
Ma io son bastardo senza gloria e Stuntman Mike. Bono come Brad Pitt e misogino alla Kurt Russell Jena Plissken.
Tania è solo una pischella e ha bisogno d’una che la spinga di pistoni e pisellone, ché  acceleri di “pistola” e la schianti, tamponandola per il suo squirt da Tampax.
Insomma, Tania va messa a novanta e premiata d’orgoglio patriottico, come ogni italiano che (non) si rispetti.
Tania è tonica e io, senza bon ton, tuono. Quando gliele suono, Lei “stona” senza cellulite perché non sa da che parte sta arrivando la chitarrina a volume alto.
Ma melodiosa me la dà e io son radioso.
Sono il t(r)uffatore!

Tania, voglio tuffarmi e affumicarti! Tu Cagnotto, io al largo ad allargartele sul mio “pneumatico” canotto con tanto di canottiera e bagnino da Chinotto, in quanto sono il cane con la bava e tu, umida, sii amido di burro m(ed)usa.
Ah, senti questo mare in burrasca. Proteggiti dalla tempesta nella grotta della scrotale sacca.
Sii marsupiale, sii “buia” per mie palle (s)comparse.

Ah, la costellazione di Orione. Ah, ecco la “solare” protezione.
Ecco ove metto il “becco”.
Beccatelo, batti il ferro finché è rovente. Poi, t’ingravideranno e solo chiatta salterai senza il mio boato ma in baita come tutte le rimbambite sulle spiagge.

Sono di “bronzeo”, ripeto sono uno stronzo. Ma anche tu, col tuo sorrisetto, non scherzi.
E dunque, prima di divenir una cozza, liscia sii UVA di vulvetta a mio prepuzio violetto.
Basta con l’orgoglio da tricolore. La voglio olimpica di calore. Odoralo. Altro che iridato.
Dai, la tua a me va data. E subito. Prima che cali il tramonto.

Quest’anno comunque, Tania Cagnotto d’Argento a parte (e che posteriori), segnerà il ritorno “in grande stile” di Keanu Reeves, dopo anni trascorsi a gigioneggiare da scemo in vacanza sabbatica.
Promette “faville”. Non solo un film “sognato” da dieci anni, una tamarrata sesquipedale che “assume” il peggio del Cinema “chiappa” (sì, nessune cappe ma molto d’accopparlo di “fioretto”, altra specialità olimpionica su cui “sforbicerei” nella Vezzali) e spada, ma anche l’esordio come “regista”.

Mah. Ecco perché Wolverine viene considerato un capolavoro. In mancanza del Keanu bello e dannato che fu, accontentiamoci men-o (e ci va grassa) del grosso Hugh Jackman.
Secondo me, se James Mangold continuava a girare film intimisti ne avrebbe giovato il Cinema umanista.
Qui, abbiamo uno Hugh Jackman allupato e a cazzo duro.
Mah, il dubbio rimane.

Comunque, in memoria del Keanu oramai defunto, citerò per voi tre Reeves che, volenti o nolenti, son ottimi.
Indovinateli.

Sì, Keanu ha lavorato con Bertolucci prima di rendersi un ebetuccio. A quei tempi, era un adolescente cresciutello da Hermann Hesse, un Siddharta.
Poi, gli diedero i soldi e imbolsì. Da cui la recitazione da stallone della Florida de L’avvocato del diavolo. Altro pastrocchio da salvare solo per un Pacino mostruoso, letteralmente goethiano e non, e per le “gote” di Charlize Theron a cui comunque preferirò sempre la rossa Connie Nielsen.

Utah oggi è andato. Sarò cinico ma, se devi concludere in “bellezza”, meglio un ultimo mercoledì da leoni alla Swayze. Che ora è ghost dopo il Cancro. R.I.P.
E pace all’anima nostra. Il Keanu figo di questo film s’è fottuto, travolto dall’onda anomala della rottura alle nostre palle.
A Selvaggia Lucarelli continua a piacere. Sì, fra imputtaniti ci s’intende. Da me, solo che pugni. Sono il surfista ai porci con le tavole imbandite.

Ho sempre considerato questa saga una Sega. Meglio il Mega Drive. Ci vuole il “trattino” fra Alfa e Omega? E la regola del menga? Bonalè, come scrive un barista bolognese con tanto di cartello e “avviso”: “Non si fa credito ai comunisti, perché sono un nazista e da me bevon solo le troie di bicchierini, sbirri piedoni dei più fascisti, e ariane di buon vino nell’ano, la mia è osteria numero vincente a chi più tira di birra tremenda”.
Almeno, se devi giocare, gioca con Carrie anche alla De Palma. La tua prossima Moss qual è?
Che cosa? Annalisa? Ma quella è losca. Da me, solo una Xbox alla Kickboxer di Van Damme.

Fra l’altro, proprio di Vandamme, oltre a questo, è in lavorazione il remake di Bloodsport.

Già. I tempi son peggiorati. Un Tempo, appunto, avevamo Jean, oggi abbiamo Claudio Baglioni rifatto.
E su tale stronzata, v’inculo.
Si sa, il canarino sta nelle tane e salta addosso a Tania Cagnotto. Non c’è la rima ma attento alla gatta.
Ah ah!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

I migliori seni del mio “girovita”


12 Oct

Il reggicalze è nulla in confronto al “mio”.

Me “lo” reggo da me. Non me “la” menate!

Non ho mai capito e non capirò la gente sposata.
Amore, amoretto, amorucolo, amorino, bacini e bacetti, e la pelle è sempre quella, sempre le stesse lenzuola, all’accorrenza da “cambiare”, e il solito accoppiamento che “scopa” anche di “coppie” scambiste

Sì, credo che l’unico vero sesso dell’Uomo moderno, che non ha alcun timore di “darlo tutto”, è quello virtuale, ove puoi stravaccarti e “sudartelo” sul divano “scamosciato” e “allevare” il “camoscio” che, prima è “moscissimo” in seguito a chi inseguì la tua anima, poi si “distende” di vasi dilatatori e “spalanca le gambe” al piacere “ermetico” del Man a(r)mato di “mano”.

Il mio taglio di “capelli”, da infante, si recava a Prato, dal barbiere Cosimo, uno che “accomodava” anche le donne da “sciampista allo champagne” (sì, era come Maifredi, ex allenatore del Bologna Football Club, di “calcio in culo”, che retrocedeva sempre da “elegante juventino” con queste zebre che “tingeva” di nero sul “bianco”), poi “crebbi” con l'”imparruccato” Andrea, uno che “sbarbava” tutte quelle che eccitavano la “patta” della sua “bottega” sempre aperta.

Con questi “maestri” di “classe” ineludibile, discutevamo di molti “balconcini” e, da tali “egregi”, ho “imparato” che vale più una “rasatura” personale d’una “aiuola” che taglierà, di “lametta”, solo le “palle”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Gretchen Mol
    Forever mine…
    “Mollissimo”. Infatti, appena “la” vedo, i miei ormoni (s)balzano e mi crescon le tette quanto Lei, da “ermafrodita”.
  2. Uma Thurman
    Cogli la “mela” quand’è matura.
    Ed Ethan Hawke “la” sapeva “lungo”.
  3. Monica Bellucci
    Il Vincent Cassel ogni Notte “la” scassina e “incasina”.
  4. Marion Cotillard
    Di faccia non va.
    Per il resto, eccome, “eccolo”.
  5. Heather Graham
    Qui, questa qui è esagerata. Non se ne può più.
    Esageratona!
  6. Julianne Moore
    Demi Moore non vale un “cazzo”, né come “donna” né come attrice.
    Questa è “validissima”.
  7. Jennifer Connelly
    Oggi è anoressica.
    Prima, si “spalmava” di burro vero.

Buon Compleanno (al) “Bob(by)” De Niro: meno 1 a 70, data fati(di)ca di tanto “egregio Signore”, anziano per i bambini, “integrale” ed eter(n)o nel sempre “Prossimamente”


19 Aug

Non tutti hanno 69 anni con due Oscar all’attivo del propria carisma di “radioattiva” po(po)larità.

Sì, dovete sapere che in data 17 Agosto, con “trenta” di differenza (sì, “misurando” par che a uno tiri nelle nere e a uno nella Nemcova), sono nati sia Sean Penn sia (il) Robert De Niro a cui, per “favoritismo”, regaleremo questa in onore al suo starsene “spaparanzato” nel “giardin” di Alice a “meravigliarla” quando non è l’anniversario del suo “concepimento”.

Se me lo concederà, lo sposterò anche altrove per intagliarla d’un più abbellito omaggio. Or che Ferragosto è (tra)passato, per me fu “traballante” e poco “ballato”, ma danzai ubriaco al “Bar del por(ti)chetto”, luogo celeberrimo ove una “servitrice” assaggia il profumo “alcolico” delle tua labbra, sporgendo il seno in “segno” di “perpendicolari” gratitudini alla “longitudine”, si spera più “longeva” possibile, dunque (im)potente, del tuo Sguardo “orizzontato” ove casca l’occhio di “Beato chi s’incunea, per un pigliamola godendo il più (al)lungo e pigiando”.

Breve digressione a “formato erezione”

Sì, sono irrimediabilmente uno stronzo. L’altra sera, una Donna “testò”, tastando più del “durevole”, quanto, se dalla mia testa non ne se ne cava un “buco”, dalla “sua” (s)cava solo il “mio”, che qualche volta se ne “accoda” tra “Un po’ qui e un po’ lì, basta che sia Piacere lilla”.

Nella mia “vita” tutte me “la” danno, senza badare a (s)conti dell’oste. Sì, non ho i soldi per cene a base di ostriche, ma “le” lastrico col mio “elastico”.  La celebre “fionda che sfonda”.

“Vergando” poi il mio sangue (d)eluso in diari esistenzialisti nei quali posso “rintanarlo” da poeta maledetto che nasconde molto “pene” i suoi “letti”.

Se Rimbaud mi fa un baffo, Sacha Baron Cohen mi taglia la “barba”, divertendomi con le sue pettinature.
Applauso!
1943, da non confondere con il “19-73” di James Blunt, perché Bob è dei seventies ed è a un passo dal 7 davanti allo zero.

Come dire, sette nani vanno con Biancaneve, “sbiancandola” del tutto.

E Bob va con Grace Hightower, “inseminandola” artificialmente. Sì, sebbene Robert sia stato un mandrillo, non può competere con quel che “fu” Anthony Quinn, detto il “mandolino arzillo”.

Ora, chi non conosce il mio amore “omosessuale” per De Niro, credo che sia un “eunuco”.

Su migliaia di miei scritti, l’80 per cento di essi verte sulle vertigini infatuate del suo “neo”.

In casa mia, ho perfino il testamento della morte di Bob, da Lui “autografato” in segno d’“interscambio”. Se ne frega, come abbiam appurato dalle sue amanti, del “razzismo”.

E mi tratta da (im)pari. Sì, oltre a VHS del periodo “fascista”, rilegati di copertina “marmorea” come l’Altare della Patria, ho numerose biografie “non autorizzate” in cui mi confessò, “generoso”, di come sul set di Ronin, fra un Jean Reno e uno Jonathan Pryce, un caffettino e una Polaroid alla Torre Eiffel, se “lo” dava a gambe per uno “scandaletto” sessuale con una “baronessa” che, anziché usar i sandali sui viali, con Lui si “saldò” di saldi, regalandogli attimi di felicità nella malinconia di Frankenheimer.

Mi parrebbe pleonastico scrivere memoriali e saggi “monografici”. Mi concentrerei, per l’occasione, sulle sue “bombate”. Ops, scusate, volevo dire “bobbate”.

Dichiarate e non…

Il clan dei Barker

Sì, pare che De Niro si sia “sverginato” con Shelley Winters, salvo “raccomandazione”. Il “grande” amore. Come Loretta di Cape Fear. “Identico”. Loretta gli spezzò il Cuore, Shelley “lo” lanciò nel firmamento.

Novecento atto I

Non tutti sanno che il nostro Berlinghieri, ben diverso da Berlinguer, girò la chiave con Stefania Sandrelli.

New York, New York

E qui, invece, fu fregato dal suo regista, Martin. Sì, Liza la diede allo scopritore del suo “talento”.

Innamorarsi

Nessuno dei due vuole confessare la verità, durante le interviste, a proposito di chi sia il migliore.

Robert De Niro: – Meryl Streep è la più grande attrice vivente.

Meryl Streep: – Rigiro i complimenti.

Quando c’è così disinteressato interessamento, c’è sempre stato un “innamoramento”.

Sì, il topo scovò i gatti.

Lo sbirro, il boss e la bionda

Ma davvero De Niro si è scopato Uma Thurman? Certo. In questo film c’è  anche una scena ai limiti dell’hard. Più esplicito di così…

Heat La sfida

De Niro è stato con quella gnoccolona di Ashley Judd? Senza dubbio, non si può “smacchiare”. Infatti, da me, tale capolavoro è stato rinomitato Heatil calore della (s)figa. Perché nel film se “la” fa il suo amico Val Kilmer, nella “re(g)ale…” altro che Amy Brenneman.

Nascosto nel buio

Elisabeth Shue. H in mezzo, che inghippo.

Al “pubblico ludibrio”: sette donnone-“mammone” con cui Mickey Rourke si “sganascia”


27 Jul

 

Ricordate: se tua madre frequenta delle amiche bagasce, tale lo è pure la “suora”, “sua”.

Sì, son tal e quale a Mickey Rourke, amo “griffar” il mio addominale, dominandole e “sgraffignandole” di “bilanciere” graffiatissimo che “soppesa” e calibra i colpi, su flessioni da ginnasta coi bicipiti “lipidici”.
Sì, mi “scarmiglio” in loro, scalpitando di alcol da innalzare di tutto tronfio, pettoral in fuori e in Lei “dentro”, di denti, “sbiancante”.

Voi, e le vostre famiglie litigiose, che han “imbottigliato” il Sesso nelle fiaschette flaccide del “bersela” tutta, da ingenui ubriaconi della valle “lieta” di lagrime.

Io amo l'”arma”, con cui stilerò questa “clessidra”, “erosiva”, del Tempo “temprato” in Lei.

Amo la Donna quando “sboccia”, anche sboccata o da “imboccar”, amo la sua maturità quando è “durevolezza”.

Sette sui quaranta che “lo” allungano sui trenta.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Mimi Rogers
    Da non confondere con un’altra formosa, Jessie Rogers, gioia di tutti i pornoattori.Qui, Tom Cruise ebbe il suo “avere”, il sederone e il “bel da farsela”, e s’abbeverò nel seno materno immenso, scoppiando in un “lattiginoso” aspetto da infante “etereo”.Da allora, non “lo” abbiamo più recuperato.
  2. Uma Thurman
    Adesso, è incinta.
    Vera mamma per il festicismo migliore alla Tarantino.
  3. Rachel Weisz
    Al Cinema, appena appare, tutti gridano “Quanto sei carina!”.Bugiardi, io “apparecchio” un “Ah, bona!”.Hai dei bellissimi occhi. Ma, più in basso, è ancor di più..
  4. Halle Berry
    Quando la mulatta rende la vita un “caramello”.Da cui la famosa Alpenliebe.
  5. Patricia Arquette
    Oggi non gira più quasi nulla.Non si può avere un grande culo per sempre.
  6. Shannon Tweed
    Anni fa, questa qui mi faceva “schizzare” dalla scrivania, ogni volta che m'”infilavo” nei suoi “sporchi” Dvd.
  7. Luisa Ranieri
    Non sa recitare, non sa parlare, non sa cucinare, non sa neanche vestirsi.Eppure, ogni Uomo, dinanzi a queste tette “sa(le)” come una “saetta”. 

Genius-Pop

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