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Dopo i discorsi di Rust Cohle, i discorsi di Falotico


21 Apr

Ahmed The Night Of

Stavo riguardando delle clip di True Detective. Col senno di poi, è la serie televisiva più sopravvalutata di sempre. Non parlo della seconda stagione, abbastanza impresentabile, con un finale osceno, in cui Vince Vaughn, nei momenti di rabbia incandescente, sradica cornicioni e frantuma bicchieri di cristallo come se fosse Bruce Lee culturista, e nemmeno voglio soffermarmi su Colin Farrell, l’unico che regge la parte ed è abbastanza credibile, ma il climax è ridicolo, patetico, tutta una sterminata sceneggiata hardboiled per capire che il morto ammazzato sta dietro una squallida vicenda di disagi giovanili. Tutti crepano tranne le due donne che alla fine si coalizzano neanche fossero quelle del movimento Me Too. Una pacchianata immane.

Ma nemmeno la prima stagione scherza. Il signor Pizzolatto, dopo aver studiato ogni crisma, sì, crisma del pessimismo filosofico, allestisce dei siparietti in cui McConaughey, conciato come un barbone e un Cristo in croce, disserta lapidariamente sul senso dell’esistenza. Sciorinando banalità adolescenziali degne del peggior saggio sulla montagna. Ecco, scene peraltro talmente irreali e sfacciatamente ostentate che alla fine, parossisticamente, nella loro assurdità smodata, sembrano perfino attinenti alla veridicità del reale. Sì, quando mai si è visto un detective dell’FBI che passa ore a vantarsi delle sue ispirazioni filosofiche, teoretiche, geometricamente cartesiane alla sua visione cupa e tetra della vita? Con due bambagioni che lo stanno a sentire e non gli cacciano un ceffone? A che pro quei discorsi se non per allettare le manie depressive di giovani che son andati in brodo di giuggiole per queste isterie trascendenti, per questo pus underground che rinnega la vita occidentale con la faccia di Matthew, uno che ha almeno tre ville con piscina a Beverly Hills? Sì, poi il cattivone, il maniaco omicida satanista si viene a scoprire che è un giardiniere tonto. Al che, la HBO l’ha promosso di grado e l’ha fatto diventare giudice salomonico in The Night Of. Glenn Fleschler, un uomo, un perché.

Sì, ce lo possiamo dire in tutta sincerità? Un solo fotogramma di The Night Of, soprattutto del primo episodio, tutto in una notte, vale più di ogni orpello del Fukunaga.

Di mio, sono incurabile. Sì, arrivano notizie di bullismo di questo nostro Paese casa e chiesa. E la gente si sconvolge.

Ha ragione il mio amico Emiliano Sutera… Siete ridicoli. Inorridite per un bulletto da liceo che insulta un professore. Avete delegittimato la patria potestà, demonizzato la disciplina, ridicolizzato la gerarchia; E vi stupite perché questa è la generazione che sta infestando il mondo. Fatevi due domande.

Sbaglia anche Sutera, perché dopo il punto e virgola ci vuole la minuscola e non la E maiuscola.

Ma comunque avete capito il concetto.

Al che, passo in rassegna le persone di Facebook. Una, a scadenza regolari come l’orologio svizzero, sì, quello a cucù, per dimostrare che è donna di cultura, che adora il Cinema e la Musica, ogni santissimo giorno ci “aggarba” (sì, verbo che si usa nella marina ma che io uso scorrettamente perché così mi garba, non siatemi sgarbati, non fatemi gli Sgarbi Vittorio) con suoi “selfportrait” in cui nell’identica posa mette il suo viso in primo piano, “reciso” dal prodotto artistico che vuole pubblicizzare per vantarsi che lei conosce l’artista o gli artisti che l’hanno creato. Che vita eccezionale, non c’è di che…

Un’altra invece sostiene di essere una scrittrice e afferma di essere colei che difende gli oppressi e i ribelli, poi vediamo un suo album in cui, vestita come Wanda Osiris, è su uno yacht. Ho detto tutto… Ieri, invece ho saputo che Fabrizio Corona ancora si scopa LA, sì, ci vuole l’articolo determinativo da donnette casalinghe lettrici degli “scoop”, LA Belén. E mi chiedo se Corona con la Belena, a parte fare zin zin, arare, trapanarsi, spingere, pigiare, pinciare, “verbo” veneto per esprimere l’atto del “trombamento”, guarda qualche film di Takeshi Kitano. No, non è il suo mondo. Disse che voleva girare il remake di Scarface. Prima che lo dicesse mi stava simpatico.

 

di Stefano Falotico

Momenti di lapidaria saggezza di un uomo al di sopra dei “tonni”


24 Sep

true_detective_foto_18true_detective_rust_cohle_form_and_void_by_matifc7-d7fc261f54a889265a7f6975a37aca0f30715df--michelle-monaghan-true-detective

 

Sì, come Pinocchio cavalco il tonno, mangiandomelo quando ho finito la carne di maiale…

 

Fratelli della congrega, cinti in raccoglimento, ivi vi ho riunito affinché possiate, con clemenza e bontà d’animo, che si sa è suscettibile di cambiamenti lungo l’iter dell’esistenza, in cui alcuni tifano anche l’Inter, peccando d’immodestia, ecco dicevo… udite le mie parole, riflettetevi con oculatezza e non rifuggite dal senso di responsabilità in esse “iniettate”. Io sono uomo profondo e profumo di colui che la saggezza profonde. È tutta scienza infusa, miei fusi. Dopo, vi garantisco che mangeremo dei caldi fusilli. Non siate di spirito inetti, e non di mediocrità infettatevi.

Ecco, sto in questo momento accavallando le gambe, rimembrando quando, taluni an(n)i fa, ero un patito della pornografia. Sì, anch’io caddi preda del maligno che volle indurmi in tentazione, rendendomi schiavo della carne e dei più biechi, infingardi istinti bassi. Così collezionai molti dvd in cui donne assai discinte mi fecero dimenticare perfino l’inno di Mameli per colpa delle lor (mamme)lle, e persi l’elmo di Scipio. Furono momenti comunque di godimento solitario che non mi pento di aver vissuto con folle esuberanza dell’onanismo più dilettevole. Punibile forse per i miei eccessi spermatici ma, invero, vi confido, aggradanti il mio “discendere” per quelle valli “scoscese” di cosce che addolcivano le mie quotidiane angosce. Sì, evviva le rime baciate e le orgiastiche scopate, ma oggi come oggi, sopravvenendo in me la “calma” pentecostale acquietante quei momenti schizza(n)ti, voglio ammonirvi dal praticare questi riti masturbatori. Molto “verrete” ma di piacere puro ne… verrà poco, dovete esser più parchi e meno porci, e “distillare” invece le vostre energie con parsimonia, oliando le vostre forze per “addivenire” alla castità beata, che è tipica dei santi, non so se dei di mente sani. Sì, in passato fui accusato anche di demenza proprio perché scappai dallo scopare e mi rintanai nella mia casa ove a terra sempre scopavo. Vivendo di polvere e cenere di sigarette. Ma sapete, si viene crocifissi dalla malignità altrui che, spesso, per ingiuste punizioni, la dignità del prossimo punzona e infligge pene… pregiudizi, sadismi volgari, sguardi superficiali che vogliono solo scoprir le donne e non scoprirti. Ora, mi si dirà che questa gente non è omosessuale, forse è vero, ma ci tengo a ribadire che anch’io non sono di quella sponda. La sapete la barzelletta sui froci? Come sap(r)ete, i cinesi non sanno pronunciare la r, che invece i ricchi della famiglia Agnelli hanno moscia. Ebbene, un bambino cinese vede una coppia di uomini che si baciano e domanda alla mamma che “fanno”. Ella gli risponde con “candore”, dicendogli che sono persone malate.

– Mamma, ma sono persone culabili?

– No, inculabili.

 

Insomma, che siate omosessuali e non, curatevi dalle cattiverie e pensate a inculare la vostra amante, non me. Inculatela in ogni sen(s)o e, mi raccomando, visto che siete persone “perbene”, chiedetele un divorzio molto “trombante”. Ah ah.

Adesso, vado a leggermi L’irlandese – Ho ucciso Jimmy Hoffa, che ho comprato per il mio compleanno. Tempo fa, vi dissi che l’avevo già letto. Non è vero, sono un bugiardo come Pinocchio, miei finocchi.

E ricordatevi di usare il pinzimonio.
Andate in pace. La messa è finita, fatevi il segno della croce e, se non vorrete espiare, almeno siate pii anche quando spiate.

 

di Stefano Faloticoirlandese-hoffa

Un real True Detective dei serial, non killer


08 Jun

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Ieri, grande successo ha ottenuto, specie su Facebook, la mia opinione sulle serie televisive. Ora, perdonatemi se, andando “fuori tema”, talvolta son stato irruento nella mia p(r)osa, ma è il mio carattere assai vorace a rendermi così rapace. Dell’arroganza faccio stil di vita mio bello, ed è un “solluchero” scrivere appassionatamente con fervore, in questi slanci poderosi di “scriteriata” ragione. Illuminato eppur non illuminista, portavoce del silenzio, poiché nella vita “reale” spesso son muto e invece nel privato straparlo, romantica-mente fanciullesco, ribadisco che non comprendo la (s)mania per i serial.

A parte Rust Cohle, pochi personaggi di “codeste” m’han portato ricchezza interiore, perché penso che spesso siano “costruiti” per allungare il brodo, con inutili affastellamenti di storie personali banali e psicologicamente sin troppo complicate nella lor studiata, appunto, complicanza. Più che complicazioni, diciamo che “patiscono” di retorica, di sentimenti allargati a dismisura per dilatare proprio i minutaggi, a scapito del divertimento, dell’intrattenimento, cagionatori/trici invece di noia e bocche aperte per gli sbadigli dinanzi ai lor “sbagli”.

E non mi sbaglio! No, non imbavagliatemi se ritengo le serie televisive una tremenda palla. Datevi a vite davvero vere, respiratela, andate da una donna e corteggiatela amorevolmente per amabili notti “esegetiche”, notti in cui, discinte, impareranno a discernere il piacere dell’uomo che non deve chiedere mai. Ah ah! Sì, ridetene di g(i)usto e poi sparatevi Game of Thrones, come spada de foco comanda.

Questo post è una stronzata, ma è stronzata che sa il “Falò” suo.
E la pace sia con voi.

 

di Stefano Falotico

Fukunaga, meglio le fave di FUCA, meglio la FIGA!


06 Sep

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Ho da sempre creduto, in cuor mio profondo, guai a dirlo, che True Detective di Fukunaga fosse la più sopravvalutata stronzata del nuovo millennio.
Il nuovo film di Cary, passato a Venezia, recensito con pessimo e una stelletta miserissima da Mereghetti, sancisce definitivamente il fatto che Fukunaga è un bluff colossale.
Ne ha, come si suol dire, ancora pagnotte da magnare.
Ripeto, prima di definire grandi i registi, dopo due/tre colpi, aspettate.
Non lanciatevi in facili entusiasmi, frutto solo del momento esaltante.
I veri geni sono altri.

E ricordate, bastano 9 Euro al mese per save the children.

Il resto è retorica disgustosa.

di Stefano Falotico

Pensieri spar(s)i: Post True Detective, meglio la season second(a), meglio Colin(o) al McConaugheyino


06 Jul

di Stefano Falotico: Ce la vogliamo dire tutta? Colin Farrell, nel nuovo True Detective, è molto più carismatico, ieratico, incartolato, mai sopra le righe né ambiziosamente pretenzioso del sopravvalutato McConaughey della prima stagione.
E questo True Detective 2 sa più di Cinema della favola nera, a posteriori inculata da me, di Carcosa.

Viviamo di attori, società che, di anno in (c)a(r)ni, cambia i suoi idoli, ma Marlon Brando è sempre lui, lo cantava il Liga mentre io ballo il mio bel De Niro su Grease alla Travolta/Woody Allen


10 Dec

De Niro Cape Fear

Credo che il mio viso sia inviso a tutti, soprattutto a me stesso. Non lo sopporto perché, quando la barba mi rado, i lineamenti le donne al s(u)olo (di me) radono. I capelli, oggi, son più radi, insomma, il mio viso ha occhi “penetranti”, pen(s)osi al radar, quasi al ragno per come tesso la tela ma Penelope si fa i peni, che “pen(n)a”, anche i “peli” dei porci. Eran invero e, falsa Troia, i proci ma io, così raso(io), talvolta mi buco i pori mentre gli altri, dopo averle (im)bucate, neanche puliscono il “bucato”, cioè quello di sesso più drogato. Ma comunque (s)tira. Oh, “issa”, evviva l’“Ulisse” di Joyce ché, a forza di s(t)ud(i)ar Omero, mi spaccai le tempie e crollai a pezzi di donne altrui, perdendo la testa, gli om(er)i, i testicoli e non me ne spos(s)ai nemmeno una, fosse stata almeno “un(i)ta” al tempio.

Insomma, ero un “uomo”, a suo tempo. Ora, non sapendo che cazzo fare, le donne non facendomi neppur un baffo, subisco la beffa di “temprarmi” a studiar il mistero del mio “templare”, famoso cavaliere che cercò il Sacro Graal e finì in tal società maniaca ove, a “mano a(r)mata”, tutti si masturbano sui cazzi degli altri, ridendo delle tue (s)fighe. Insomma, son tutti guardoni, li sgranano e poi, “granuloso”, ciò, cioè, fa uomo con le palle, come “erige” la società guerrafondaia in cui il valor della “patta” è “(s)fondare” a “bott(an)e” di granate. Meglio una granita, fidatevi, ho sempre preferito il ghiaccio a questi uomini che si “scaldano”.

Finitela d’incazzarvi, adorate il mio (s)cazzo e non ci sian cazzi che tengano. Di “mio”, si mantiene bene, nonostante patisca pene dell’“infermo”.

Sì, sono depresso e ricevo consigli di vita(mina) da uomini più conigli di me. Lor vanno con le conigliette, di mio rimango un “playboy” che, anziché saltar addosso al “balconcino”, pen(s)a al salto giù dal bancone.

Non amo il branco, sto a galla a f(at)ica, che fico della Madonna, uso le branchie, ogni sera preparo un branzino, “limonandolo” un po’, prima di arrivar alla frutta. Sbuccio la mia “banana” e mi mangio il fe(ga)to, mentre gli altri, nella ce(r)n(ier)a delle “buffe”, le stantuffano, “spruzzandovi” sopra le lor (p)esche.

Mi rimane in gola… l’esca, (m)uffa, esco po(r)co, smagrisco per indigestione e, dalla nausea di tal mondo can(nibalistico), a mo’ di teschio, il fondo della “bile” raschio. Chi non rischia, rosica? Allora, giocate a Risiko e buona guerra di “troie”. Di “mio”, amo “scaccolarmi”, sì, lo scacco(lo) è meglio della “dama”. Ama o non m’ama? Fate piedino, meglio Pierino e pure Bud Spencer, il Piedone, un pugno, ma quali festini, evviva il fisting, mi fate una p(r)ugnetta, nel sedere… un’altra pedata. Pigliatela. Succhia!

E bevi dalla cannuccia! Prova a darmi un succhiotto e preferirò un Chinotto. Ora, chinati, donna, e fammi la “spremuta”. Premi, “spinge”. Che Arancia(ta) “meccanica”.

Mi dan del misero, allora canto “Mistero”.

E ci facciamo male, se la pressione sale.

Cos’è che ci trascina fuori dalla macchina… cosa ci prende?

A me tu non prendi. Manco per u’ caz’. Si chiama faccia da culo.

Ora, ci rendiamo conto che Ruggeri ha vinto con questa canzonetta? Questo vi dà l’idea del paesello di piselli(ni) coglioni in cui vivete. Di mio, sono Boss. Continuo a preferire Springsteen ai froci.

Cruising, però, spacca, cari spacciatori di luoghi comuni.

Da cui “Streets of Philadelphia”, colonna sonora di uno a cui le “suonano” che però le canta ai cani che lo trattarono da cane, la storia di un uomo licenziato perché accusato di essere “invalido” sul lavoro quando invece il suo avvocato, un negrone Washington non da Negroni, li farà neri, ficcando dunque i cattivi delinquenti in modo “AIDS”. Ma quale Clinton e le stanze “orali!”. Evviva Obama nella vostra ambigua “White House”, mulatta/o!

Della serie: non c’è (d)an(n)o e un Demme, senza il “seguito” più elegante de Il silenzio degli innocenti…

Doppia inculata con “super cazzola” e buon Amici miei, faciloni… da Fantozzi Così fan tutte…

Con me, cascaron male. Che “cascamorti”. Pensarono di fottermi, mi fotterono e io li fottei sul mio True Detective strafottente. Mi ferirono ma se la videro nera, infatti, in questa Italia di magna magna, sì, van a mess(alin)e ne(g)re, dopo che stan, lo esige lo Stato, per “fede”… nuziale, con una di “buon partito”, nella razz(i)a del razzismo di facciata solo se Naomi Campbell non te l’ammolla… notti non in Uno/a “bianca”.

Per questo De Niro è un genio, è uno stronzo.

E fa molto Cady… can(dito), Juliette Lewis e il ditino di pollice “su”, Pollicino o il lupo cattivo, miei (sp)orchi?

Da cui ogni “febbre del sabato sera” in mio assomigliargli come il finale de Il prestanome, in cui il grande Allen dice a tutti gli ipocriti di andare leggermente… ove sapete.

Ho le allucinazioni, “fumo” troppo?

Sarà.

Di mio, so che un culo così non te l’ero mai “fatto”. Fattelo! Fattone! Sì, è (s)fatta! Che f(r)itta(ta!

Ecco, le palle, criminali.

D’altronde, va di “merda” l’espressione del cazzo “Come ti farei, sei da stupro”.

Questo è il mondo che avete creato, idioti, e vi sta come un vestito “rosa” di Cohle.

Vaffancul’!

Satanisti, adoratori di questa società demoniaca, ecco il cane che non ti aspetti.
Fatemi bau bau, sarò ancor più lupo! Si chiama buio, luceoscurità o bua?

 

di Stefano Falotico, un uomo che non racconterà mai balle

 

Allen PrestanomeTravolta sabato seraRust Cohle

True Detective, il caso satanista di Sky Atlantic, colpevole di aver trucidato un capolavoro, complice Giannini con voce in fals(ett)o e ghigno da italiano medio raccomandato di telecomandi


21 Nov

Insegno

Per fortuna che la serie televisiva True Detective doveva essere la punta di diamante di Sky Atlantic HD. Ora, alla prima programmazione, il palinsesto è saltato, cioè i primi due episodi son andati a farsi fottere perché mal trasmessi. Frame che si son rincorsi, trombati, inculati, scene che saltano, la scena della cena che vien mangiata, di “dissolvenza” incrociata, con la “cerniera” di Harrelson che dà da “mangiar” il suo uccellino all’amante, che a sua volta lo cornifica su seno esplosivo di pube però “inquadrato” in contemporanea con lo stacco pubblicitario dei “pann(olin)i sporchi” della Pampers sovrimpressi a Julia Roberts testimonial di Calzedonia. Naturalmente, stanno riproponendo le repliche in questi giorni, come da prassi. Ma che succede? Succede questo. Di nuovo sfarfallano gli episodi, della Daddario scorgiamo appena il “pelo” della farfallina, quindi scoreggi perché sei stato interrotto sulla più “bella” da un “montaggio” dei programmatori troioni, proprio quando Harrelson, di tutto punto, non soffrente di coitus interruptus, duro di Vagra se la stava montando ginecologicamente da stallone de noatri, appare la scritta non tanto pediatrica “Compra questo montone alla Standa”, che fallo (com)messo da Sky, porca puttana, punto il registratore del decoder ed ecco che il terzo episodio diventa il quarto, il secondo scompare, il quarto è invece il terzo, si passa al primo, poi al sesto. Non c’è cazzo che tenga né 7 nani senza la quinta della Daddario, Una poco Biancaneve. Tremolano le immagini, la serie viene uccisa dal serialismo killer d’un “satanismo” mediatico che ha dell’incredibile. Il “capo” di Sky dev’esser Errol…

Menomale che ho il Bluray della versione deluxe americana.

Già il doppiaggio fa schifo, non si può infatti sentire Rust con la voce di Adriano Giannini, clone ritardato di cotanto, ben più blasonato e meritevolissimo padre Giancarlo, quando si dice “tutta farina del suo sacco” di merda e sangue da diseredare, mentre Marty/Harrelson ha le corde vocali di un Pino Insegno al solito scoglionato, che sembra stia doppiando un porno. I monologhi di Rust, inoltre, così pessimamente resi da Adriano, monotono, declamatorio moscio e pallosissimo, dal fascino ieratico e metafisico conferito da McConaughey, ecco, assumono intonazioni romanesche-torinesi-calabro-lucane con vaghi accenni-accenti d’un fumatore bukowskiano ché, mentre “doppia”, pen(s)a “Aho, quando finisce il turno? Ho d’andar a casa, se sta facendo tardi, devo portar mia moglie dalla parrucchiera pettegola dei cazzi altrui e poi i figli a imparare lezioni di bullismo, perché devono imparare fin da subito a essere dei duri, a prendere una prostituta e a dargliele/i, solo così si salveranno dai demoni interiori”.

Insomma, se non l’avessi già visto/a in altra “lingua”, sarebbe venuta fuori una porcata micidiale.

Assassini, chiamate la squadra omicidi!

Bruciate Sky Atlantic. Insetticidi!TRUE DETECTIVE E HOUSE OF CARDS, SERIE CULT AL FICTION FEST

Hai la faccia, feccia, come il Cohle. (Borghe)sia mai si(gnor)a!


19 Nov
Ehi puttana, che cazzo fai?

Ehi puttana, che cazzo fai?

 Se rinascessi, vorrei essere un tonto per non soffrire, invece sono un genio e devo patire l’idiozia del mondo, gioendo del mio Rust Cohle e del mio “gioiello”


Incontro una donna, guarda le mie foto e sbava, sognando in “cul” suo di ciucciarmelo. Così, mi chiede subito un appuntamento, dopo avermi puntato. Agli “appuntati”, preferisco prendere appunti. Sì, quei carabinieri van sputtanati. Mettiamo i puntini sulle i, mettiamo note alle lor notti da “fiamme rosse”.

Io però la rifiuto, lei mi fiuta, pen(s)a di “accerchiarmelo” nel provocarmi ma riceve una “serena” sederata di quelle pazzesche, peggio della Monaghan nell’episodio “clou” di True Detective. Quando lei s’intrufola nel covo, non di Carcosa, ma della casa di Rust e se la “fotton” rossa. Finge sempre quella… con Harrelson lo prende pe(re)n(nement)e nel didietro, Marty la tradisce “in fallo” matrimoniale, congiunto infatti poco coniuge con quella “semi-minorenne” maggiorata, e chissà da quanto non gode la nostra “mostra?”. Così, a tarda notte, vuol esser messa in “bianco” da quella faccia di cazzo di Cohle, il lupo nero. Va da lui, gli s’inginocchia metaforicamente, “mortificata”, presto pestata, “conficcata”, altro che confettini, “pregandolo” affinché “gliela” (s)pieghi perché non l’ha “capita”. Al che, Rust, si rompe le palle di tal frustrata-depressa-frigida, una rotta in culo come poche porche, e le dà una botta di quelle che non si scor(d)ano. Lei lo bacia “delicatamente”, quindi lui tentenna e dunque, “innalzatosi” secco su strabuzzato anch’egli sul “moscio” umorale, divien ancor più “duro” e “tosto” di “nascosto”. Eccolo lì, bello e “aizzante”, arzillo l’uccellino scivola bricconcello nel buchin’ e la farfallina birichina urla ancor di più da battona nel cucinotto, insomma una alla Cucinotta Maria Grazia, ché sembrava santa e invece, con du’ tette così, a bestia, puttana devi esser’. Tutto messo, basta con le suorine da mess(alin)e. Michelle di grande uncell’ scopata “vien” quasi svenuta nel “casino” della casina peperina, un po’ di sano peperoncino non tanto “svenevole” ma assai “rizzato”. “Spazzolata” e quindi buttata a terra, nel sen(s)o che Rust, dopo essersela sbattuta liscio, “vellutato” da vero rude che non ci pen(s)a due volte, la macella psicologicamente e la manda ancor a fanculo.

Sì, quella… una mezza scema, cosa potete aspettarvi dalle (im)piegate amministranti i cazzi loro?

Sempre “fottute”, nel tirarsele di tailleur (s)tirato su, sempre più su “tirartelo” ché ti sembrano Cristina Parodi su La7, non portan neppur la terza eppur scosciano, diciamocela…, son delle scocciatrici. Sì, con donne con le “palle” così, la vita in “diretta-dritto” diventa pallosa. Ma quale Giorgio Gori?! Vi faccio il “ricamo”, il ghirigoro!

Parlan da palloni/e gonfiate e in verità voglion solo “gonfiartelo” più di quelle sui vi(t)ali. Evviva la Rai!

Carosello mio! Zoccole così stanno al potere e le brave donne invece vengon fottute da Lilli Gruber che “smanetta” di (stilogra)fica a cinquant’an(n)i sonati.

Di “mio”, me ne fotto.

Sì, meglio lasciar perdere, il desiderio… c’è ma io vivo in un altro mondo, scrivo libri e sono eremitico, oramai i rapporti col prossimo mi tediano, angosciano, mi provocano stati enormemente ansiogeni e non ho punto voglia di soffrire né per amore né, mascherandomi, per dar conto della mia anima a chicchessia, privilegio uno stato brado, amniotico, liquido, congiunto, giudicatemi unto e (in)felicemente non unito a voi, gli untori, con la serenità della mia trascendenza, ripugno le carnalità, il sesso (in)teso in ogni (a)lato, ché dei culi me ne fotto e, da queste ridanciane allegrie (s)porche, voglio star (re)moto in me anomalo, alien(at)o, fottutamente per i cazzi miei. Si fotta(no)!

Con me, si può solo conversare di Cinema, di poesia e letteratura. Del resto, delle aspirazioni, dei sudori, delle lenzuola riscaldate dai membri (a)sociali in cerca di consolazione da tal mondo di pene, sì, mi st(i)a (lont)ano.

Nessuna amnistia, s’inculasse la borghesia. E quella signora veda di non rompermi le palle, altrimenti le sarà “coglione” di spaccarle la faccia e pur la figa di legno con colpi di “acacia” perché alle (bag)asce preferisco le mie notti alla dia(vol)accio.

Volete aiutarmi? Ma perché non ve ne andate?

Cioè, queste donne m’han traumatizzato talmente tanto che ora son in “carrozzina”.

Basta(rde)! Portami via, Marty, da queste luc(c)i(ole), basta con queste “selve oscure”, rivoglio la mia oscurità.

Prima non capivo un cazzo, spegnete la luce!

 

Sì, Pizzolatto è diventato famoso per aver scoperto l’acqua calda.

Divenuto celebre col monologo da lui scritto dell’episodio 3, “La camera blindata”. Da mongoli/ne d’oro

Quello in cui Rust sostiene che la vita è solo uno stato mentale.

L’aveva già detto Andy Warhol, Pizzolatto… hai scoperto l’acqua calda.

Di mio, continuo a preferire la pizza.

E, se non ti sta bene, beccati queste pazze. Se non stan bene neppure a te, du’ pizze in compagnia e suoniamole.

 

 

di Stefano Falotico

Vivete, miei essi vivono, nel sesso virtuale, ossess(ionat)i e mai nati, evviva la mano morta


30 Sep

Io vi do un consiglio, miei conigli. Continuando ad acclamare le vite altrui, finirete col rimpiangere la vostra. Quindi, smettetela di applaudire quel cazzone di Hugh Jackman. Rendete la vostra vita un formato Wolverine. E non azzannatevi in lotte (s)fatte di a(rti)gli e vampiristiche faide. Miei figli di puttana, continuando nel vostro andazzo, prevedo il fango. Altro che supereroi. Qui per voi è già la disfatta.
Consolatevi col registrare True Detective da venerdì e buonanotte, miei mostri di Carcosa. La vostra vita non fu e mai sarà una rosa, bensì un co(r)vo di (co)r(n)acchie.
Fidatevi, il cimitero vi aspetta e non manca molto a questo triste appuntamento (in)evitabile.
Così è, non si discute.
Vi lascio, salutandovi col mio uccello in mano, essendo io libero e dunque lib(e)rante anche in sano (s)fottermi da solo.

Sono un santo di dementi, che siete voi. Ciao e tu, sì, salutami quella zoccola di tua sorella.
Provò a succhiarmelo ma rimase con altri cazzi nella testa, avendole il mio rifiutato in quanto uomo son che lo dà solo al t(r)op(p)o (im)personale che (s)t(r)op(pi)a.

Genius-Pop

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