Sulle note della magnifica colonna sonora di Christopher Young, un omaggio a un film sottovalutato, non un capolavoro ma, sì, un gustabile movie di avventura.
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Viviamo di attori, società che, di anno in (c)a(r)ni, cambia i suoi idoli, ma Marlon Brando è sempre lui, lo cantava il Liga mentre io ballo il mio bel De Niro su Grease alla Travolta/Woody Allen
Credo che il mio viso sia inviso a tutti, soprattutto a me stesso. Non lo sopporto perché, quando la barba mi rado, i lineamenti le donne al s(u)olo (di me) radono. I capelli, oggi, son più radi, insomma, il mio viso ha occhi “penetranti”, pen(s)osi al radar, quasi al ragno per come tesso la tela ma Penelope si fa i peni, che “pen(n)a”, anche i “peli” dei porci. Eran invero e, falsa Troia, i proci ma io, così raso(io), talvolta mi buco i pori mentre gli altri, dopo averle (im)bucate, neanche puliscono il “bucato”, cioè quello di sesso più drogato. Ma comunque (s)tira. Oh, “issa”, evviva l’“Ulisse” di Joyce ché, a forza di s(t)ud(i)ar Omero, mi spaccai le tempie e crollai a pezzi di donne altrui, perdendo la testa, gli om(er)i, i testicoli e non me ne spos(s)ai nemmeno una, fosse stata almeno “un(i)ta” al tempio.
Insomma, ero un “uomo”, a suo tempo. Ora, non sapendo che cazzo fare, le donne non facendomi neppur un baffo, subisco la beffa di “temprarmi” a studiar il mistero del mio “templare”, famoso cavaliere che cercò il Sacro Graal e finì in tal società maniaca ove, a “mano a(r)mata”, tutti si masturbano sui cazzi degli altri, ridendo delle tue (s)fighe. Insomma, son tutti guardoni, li sgranano e poi, “granuloso”, ciò, cioè, fa uomo con le palle, come “erige” la società guerrafondaia in cui il valor della “patta” è “(s)fondare” a “bott(an)e” di granate. Meglio una granita, fidatevi, ho sempre preferito il ghiaccio a questi uomini che si “scaldano”.
Finitela d’incazzarvi, adorate il mio (s)cazzo e non ci sian cazzi che tengano. Di “mio”, si mantiene bene, nonostante patisca pene dell’“infermo”.
Sì, sono depresso e ricevo consigli di vita(mina) da uomini più conigli di me. Lor vanno con le conigliette, di mio rimango un “playboy” che, anziché saltar addosso al “balconcino”, pen(s)a al salto giù dal bancone.
Non amo il branco, sto a galla a f(at)ica, che fico della Madonna, uso le branchie, ogni sera preparo un branzino, “limonandolo” un po’, prima di arrivar alla frutta. Sbuccio la mia “banana” e mi mangio il fe(ga)to, mentre gli altri, nella ce(r)n(ier)a delle “buffe”, le stantuffano, “spruzzandovi” sopra le lor (p)esche.
Mi rimane in gola… l’esca, (m)uffa, esco po(r)co, smagrisco per indigestione e, dalla nausea di tal mondo can(nibalistico), a mo’ di teschio, il fondo della “bile” raschio. Chi non rischia, rosica? Allora, giocate a Risiko e buona guerra di “troie”. Di “mio”, amo “scaccolarmi”, sì, lo scacco(lo) è meglio della “dama”. Ama o non m’ama? Fate piedino, meglio Pierino e pure Bud Spencer, il Piedone, un pugno, ma quali festini, evviva il fisting, mi fate una p(r)ugnetta, nel sedere… un’altra pedata. Pigliatela. Succhia!
E bevi dalla cannuccia! Prova a darmi un succhiotto e preferirò un Chinotto. Ora, chinati, donna, e fammi la “spremuta”. Premi, “spinge”. Che Arancia(ta) “meccanica”.
Mi dan del misero, allora canto “Mistero”.
E ci facciamo male, se la pressione sale.
Cos’è che ci trascina fuori dalla macchina… cosa ci prende?
A me tu non prendi. Manco per u’ caz’. Si chiama faccia da culo.
Ora, ci rendiamo conto che Ruggeri ha vinto con questa canzonetta? Questo vi dà l’idea del paesello di piselli(ni) coglioni in cui vivete. Di mio, sono Boss. Continuo a preferire Springsteen ai froci.
Cruising, però, spacca, cari spacciatori di luoghi comuni.
Da cui “Streets of Philadelphia”, colonna sonora di uno a cui le “suonano” che però le canta ai cani che lo trattarono da cane, la storia di un uomo licenziato perché accusato di essere “invalido” sul lavoro quando invece il suo avvocato, un negrone Washington non da Negroni, li farà neri, ficcando dunque i cattivi delinquenti in modo “AIDS”. Ma quale Clinton e le stanze “orali!”. Evviva Obama nella vostra ambigua “White House”, mulatta/o!
Della serie: non c’è (d)an(n)o e un Demme, senza il “seguito” più elegante de Il silenzio degli innocenti…
Doppia inculata con “super cazzola” e buon Amici miei, faciloni… da Fantozzi e Così fan tutte…
Con me, cascaron male. Che “cascamorti”. Pensarono di fottermi, mi fotterono e io li fottei sul mio True Detective strafottente. Mi ferirono ma se la videro nera, infatti, in questa Italia di magna magna, sì, van a mess(alin)e ne(g)re, dopo che stan, lo esige lo Stato, per “fede”… nuziale, con una di “buon partito”, nella razz(i)a del razzismo di facciata solo se Naomi Campbell non te l’ammolla… notti non in Uno/a “bianca”.
Per questo De Niro è un genio, è uno stronzo.
E fa molto Cady… can(dito), Juliette Lewis e il ditino di pollice “su”, Pollicino o il lupo cattivo, miei (sp)orchi?
Da cui ogni “febbre del sabato sera” in mio assomigliargli come il finale de Il prestanome, in cui il grande Allen dice a tutti gli ipocriti di andare leggermente… ove sapete.
Ho le allucinazioni, “fumo” troppo?
Sarà.
Di mio, so che un culo così non te l’ero mai “fatto”. Fattelo! Fattone! Sì, è (s)fatta! Che f(r)itta(ta!
Ecco, le palle, criminali.
D’altronde, va di “merda” l’espressione del cazzo “Come ti farei, sei da stupro”.
Questo è il mondo che avete creato, idioti, e vi sta come un vestito “rosa” di Cohle.
Vaffancul’!
Satanisti, adoratori di questa società demoniaca, ecco il cane che non ti aspetti.
Fatemi bau bau, sarò ancor più lupo! Si chiama buio, luce, oscurità o bua?
di Stefano Falotico, un uomo che non racconterà mai balle
“Killing Season”, il trailer ufficiale
Direttamente in contemporanea con la presentazione al Taormina Film Festival, il trailer della First Look Studios (leggasi Millennium Productions), finalmente disponibile.
“Killing Season”, official release date
‘Killing Season’
This thriller starring Travolta and De Niro has wrapped and is slated for a July 12 release in larger markets, according to Travolta’s staff. It will open in smaller markets soon thereafter.
Travolta stars as Emil Kovac, a Serbian veteran of the Bosnian war who happens across an American who served in the same conflict. Yet Travolta’s Emil has a score to settle. Set in the Appalachian Mountains, the film is directed by Mark Steven Johnson (“Daredevil,” “Ghost Rider”).
This the first time Travolta and De Niro have starred in a movie together, though they have known each other since the late 1970s. They met, Travolta recalled, at Liza Minnelli’s house shortly after she filmed “New York, New York” with De Niro. He and Travolta both asked each other for autographs, and De Niro’s autograph to Travolta read: “From one autograph hound to another.”
In the interview earlier this week, Travolta called De Niro “very professional, very easy to work with. … He’s got a natural sense of humor.”
De Niro non ha ancora finito la “Season”
Ah, pensavo che il film fosse già pronto.
Invece, si devono (ri)girare ancora alcune scene.
Parliamo di Killing Season.
Da qualche Giorno, Travolta e De Niro, gli interpreti della pellicola, sono “sbarcati” a Sofia, Bulgaria.
Per “ri(de)finire” alcuni dettagli.
Eccolo qua, il Bob. Che si catapulta da un set all’altro, da stacanovista indaffaratissimo.
Appena terminato Malavita di Besson, in “pausa” per Mark Steven Johnson, dunque sarà prestissimo nei panni di Ray Arcel.
De Niro & Travolta nell’isolotta greca
Il prossimo anno li vedremo rivaleggiare, per la prima volta assieme, anzi, per meglio dire “contro”, nel combattivo Killing Season.
Intanto, i due “vecchi” leoni Robert De Niro e John Travolta, in momentanea “vacanzetta” dai rispettivi impegni, secondo l’esclusiva del “Daily Mail”, se la stan spassando in Grecia, con tanto di famiglie a seguito.
(Stefano Falotico)