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NAPOLEON by Ridley Scott with JOAQUIN PHOENIX – Trailer Reaction? Meglio il mio JOKER, real GENIUS!
Non c’è più religione, De Niro è peggio di me mentre Russell Crowe recita ne L’esorcista del papa
NANNI MORETTI nanizzato da gente che non ha ancora visto TRE PIANI, continuiamo così, facciamoci del male!
Non bloccate il passaggio, cazzo!
Sinossi ufficiale:
Al primo piano di una palazzina vivono Lucio, Sara e la loro bambina di sette anni, Francesca. Nell’appartamento accanto ci sono Giovanna e Renato, che spesso fanno da babysitter alla bambina. Una sera, Renato, a cui è stata affidata Francesca, scompare con la bambina per molte ore. Quando finalmente i due vengono ritrovati, Lucio teme che a sua figlia sia accaduto qualcosa di terribile. La sua paura si trasforma in una vera e propria ossessione. Al secondo piano vive Monica, alle prese con la prima esperienza di maternità. Suo marito Giorgio è un ingegnere e trascorre lunghi periodi all’estero per lavoro. Monica combatte una silenziosa battaglia contro la solitudine e la paura di diventare un giorno come sua madre, ricoverata in clinica per disturbi mentali. Giorgio capisce che non potrà più allontanarsi da sua moglie e sua figlia. Forse però è troppo tardi. Dora è una giudice, come suo marito Vittorio. Abitano all’ultimo piano insieme al figlio di vent’anni, Andrea. Una notte il ragazzo, ubriaco, investe e uccide una donna. Sconvolto, chiede ai genitori di fargli evitare il carcere. Vittorio pensa che suo figlio debba essere giudicato e condannato per quello che ha fatto. La tensione tra padre e figlio esplode, fino a creare una frattura definitiva tra i due. Vittorio costringe Dora a una scelta dolorosa: o lui o il figlio.
Di questa gente, invece, che critica i film senza prima vederli, ne vogliamo parlare?
Il Batman di/con Robert Pattinson è uguale a uno zombie de L’alba dei morti viventi, anche dementi e, all’uomo pipistrello, preferisco il mio BIRDMAN da mystery thriller di VILLA CLARA
A Batman, ho sempre preferito Joker e, a Colin Farrell, il Pinguino della De Longhi
Quando uscirà, finalmente, il film Clara di Francesco Longo?
Villa Clara, celeberrima haunted house per eccellenza dell’entroterra periferico della piadina, no, pianura emiliano-romagnola, situata a due passi da Trebbo di Reno ove, nel lontano 2003, rischiai di morire d’incidente stradale ma, per vostra disgrazia, scoppiò l’airbag e dunque sono ancora vivo e vegeto, ah ah.
Credo sostanzialmente che Bruce Willis di Unbreakable sia, rispetto al sottoscritto, Mr. Glass. Ah ah.
In verità, soffro di molte fragilità interiori ma la gente, giudicandomi dall’esterno, mi considera indistruttibile. Appaio infatti superbo. Di mio, posso dirvi che, 10 ore su 24, sono distrutto.
Poi, riesco sempre comunque a ricompattarmi come Robert Patrick di Terminator 2. Ah ah.
Anno Domini T-1000, no, 2003, forse solo dopo Cristo. In cui, prima d’incontrare una ragazza di Trieste che prosciugò il mio sangue, succhiandomi nello sverginamento mio tardivo avvenuto a Modena, no, a mo’ di Zora la vampira in quel di Porretta Terme ove lei mi tese una trappola degna della casa degli orrori di Gardaland al fine di divertirsi con me, con giochi d’adulti adrenalinici da montagne russe di Mirabilandia, ecco… dicevo, un’altra volta mi sono perso nel labirinto di qualche luna park o del mio dedalico e angoscioso, nerissimo passato da ragazzo semi-disadattato da Ken Park. Il quale, smarritosi nei meandri del suo spaesamento esistenziale, dimenticò il piacere di mordicchiare e gustare deliziosamente un morbido zucchero filato, dando un po’ di sugar alle bone bionde qual fu Bridget Fonda de L’armata delle tenebre. Sì, fui un ragazzo tenebroso, più che altro tenerissimo. Ora, durissimo. Ah ah. Diciamocela senza peli sulla lingua, la Fonda di Jackie Brown ha un lato b sul quale Bobby De Niro/Louis Gara andò subito a fondo. Ah ah. Mah, in Terapia e pallottole, De Niro si rivolse allo psichiatra Billy Crystal affinché un duro come lui, per l’appunto, non potesse rimediare figuracce da “ammosciamento”. Di mio, so che il sessuologo-andrologo Maurizio Bossi, dinanzi a Susanna Messaggio, lo ebbe e crebbe più duro dell’ex capo della s… a, no, Lega. Umberto!
Meglio, fidatevi, uno sfigato come Lupo Alberto.
Di mio, non soffro Berlusconi né soffrii di ejaculatio praecox ma fui un enfant prodige quasi Precog. Tant’è che la mia vita fu indagata di Minority Report. A causa dello stress provocatomi, persi molti capelli e rischiai di farmi il riporto…Adesso, qualcuno/a sostiene che sia uguale a Tom Cruise. Gli strani scherzi del destino. Intanto, Francesca Pascale sta con Paola Turci. A questi uomini ipocriti e a tali saffiche, preferirò sempre Via Saffi, gustando un ottimo gelato al limone per rifarmi i baffi. Comunque, a 13 anni volli scopare T. Laffi. Ecco, ora lo sapete. Però, non scassatemi il cazzo.
Basta con la goliardia alla Bruce Campbell/Ash di The Evil Dead e torniamo a parlarvi delle mie notti solitarie d’adolescente ombroso, quasi afflitto dalla malattia del Lombroso, concentrandoci e sprofondando ancora negli insondabili corridoi sinaptici dei miei opachi, tetrissimi pleniluni da Zio Tibia, da ragazzino, più che malavitoso e malmostoso, assai cresciuto già in modo troppo precipitoso e dunque malvisto dagli adulti perversamente vogliosi, ingordi, capricciosamente maliziosi in maniera morbosa, eh già, fui un teenager a livello anagrafico con un cervello da Sam Raimi maturo di The Gift, un ragazzino scambiato per Spider-Man e per Max Pezzali degli 883 da hanno ucciso l’uomo ragno, non si sa neanche il perché, avrà fatto qualche sgarro a qualche industria di caffè, invece già amante di Angel Heart, un grande horror al “semifreddo” di Peter Parker, no, Alan.
Un ragazzo che, già a quindici anni, vide tutta la filmografia di Woody Allen, soprattutto Settembre, Interiors e Radio Days, ah ah, perciò fu per il culo preso a morte dai miei coetanei odiosi, sciocchi e libidinosi che mi perpetrarono scherzetti di cattivo gusto da Amici miei precoci o da rincoglioniti anzitempo di M.A.S.H assai, loro sì, permalosi. Capite? Stetti per essere messo a pecora da questi pecoroni inetti con le loro squallide battone, no, battute pecorecce da insetti.
Fidatevi, piuttosto che frequentare questi compagni di merende, è meglio gustare da soli un pecorino, ammirando Paura e delirio a Las Vegas con la fotografia di Nicola Pecorini.
Ah, gli adolescenti sono più falsi dell’amica di Jamie Lee Curtis di Halloween. Dicono cioè a lei, di pure True Lies, di non scegliere come uomo un edonista à la Arnold Schwarzenegger ma poi vogliono diventare tutte fighe come Sharon Stone di Atto di forza. Ma in quale pianeta vivono? Su Marte? Ah ah.
E ho detto tutto…
Di mio, invece, che posso dirvi?
Vidi La casa assai presto e lo rividi per di più mille volte. Anzi, no. Per essere precisi, lo reputai sin dapprincipio un film enormemente sopravvalutato. Lo riguardai soltanto di zoomate alla Pronti a morire per fermare le immagini quando Ellen Sandweiss, aggredita dalle creature notturne risvegliate dal Necronomicon, mostrò il suo boschetto, in mezzo alla foresta, più della già (ec)citata Sharon Stone di Basic Instinct.
Qualche anno fa, auto-pubblicai, coadiuvato dal mio personale editor, autore della bellissima raccolta Lettere dal buio, un’antologia di tales orrifici, intitolata Fantasmi principeschi. Lo trovate in vendita presso le maggiori e migiori catene librarie online. Su Amazon e non sulle amazzoni. Un libro molto bello, così bello da far spavento. Quando si suol dire… è scritto da dio in maniera mostruosa e raccapricciante.
Un libro in cui, a pagina 23, è contenuta una mia breve storia su Villa Clara.
Ah, non volete neanche comprare questo mio libro in eBook a un paio di Euro?
Siete degli ingrati. Come farò a pagarmi le bollette? Capisco, in maniera similare a Jack Torrance/Jack Nicholson del succitato Shining, vorreste asfissiarmi e semmai pure vivo murarmi.
Adesso, sto scrivendo un romanzo su Bologna. Devastante. Ricolmo di ricordi rinati in gloria, pieno zeppo di malinconia e dunque euforia per la mia vita ancora non scivolatami via.
Bensì, ritornata a essere quella del numero uno come ai tempi delle scuole medie. Quando il mio compagno di b(r)anco, il gemello Longo, no, non il regista di Clara, mi disse che ero un genio e che, non potendo essere capito da questo mondo di scemi e illusi-ingenui, sarei per l’appunto impazzito, ammalandomi di metafisica. Sì, me ne ammalai mentre il Longo lo diede lungo e tosto a più di una figa dal culo rotondo.
Ieri pomeriggio, invece, mi ritrovai nuovamente dalle parti di Villa Clara e scattai una foto.
Si racconta che la gente normale abbia paura ad avvicinarsi presso tale magione per timore di essere contagiata dalla tristissima leggenda che su di essa aleggia in maniera macabra. Oddio, maledizione!
Io, in tale casa, v’entrai a sedici anni in un’estate alla Stand by Me assieme a dei ragazzi della mia squadra di Calcio. Quando militai nel Lame Ancora, compagine balistica di quartiere che primeggiò nel campionato provinciale grazie alle mie reti da fallito Maradona. Ah ah.
Ah, della mia vita sapete davvero poco.
Anche della mia attuale ragazza.
Lei mi considera più sexy di Robert Pattinson, io la considero più gnocca di Catwoman/Pfeiffer Michelle.
Quello che posso dirvi è che su Carmine Falcone avrebbe dovuto indagare Borsellino ma fu ucciso forse dagli stessi bastardi che ammazzarono Salvo D’Acqisto. Il carabiniere a cui, tutt’ora, è dedicato il nome della mia ex scuola media.
John Turturro è geniale in The Night Of e, a essere sinceri, non voglio essere figo come Pattinson oppure come Colin Farrell.
Tanto, anche avendo io avuto un’adolescenza da Clara, feci all’amore con una più sensuale di Juliette Binoche di Cosmopolis e la mia lei è molto, molto, molto più eccitante di Julianne Moore di Maps to the Stars. Sono Mark Wahlberg di Boogie Nights? Meglio quello di Max Payne.
Insomma, se siete invidiosi che io sia un maledetto come Jack Nicholson, chiamate Louise Fletcher di Qualcuno volò sul nido del cuculo e sposatevela.
È pazza e brutta come voi. Ah ah.
Comunque, staremo a vedere come sarà questo The Batman.
Nel frattempo, stasera ho voglia di essere Flash Gordon.
Inoltre, odio sia la DC che l’ex Democrazia Cristiana.
Insomma, dinanzi a me, siete ancora all’ABC.
Siete degli ignoranti come Adriano Celentano. Siete delle oche come Ornella Muti o solo mediocri come Alberto Sordi?
Ah, dimenticavo: a Matt Reeves e a questo Pianeta delle scimmie, preferirò sempre Steve Reeves. In quanto, se mi rompi le palle e mi dai patenti sbagliate, posso trasformarmi in Superman.
di Stefano Falotico
TENET, il trailer del nuovo film di CHRIS NOLAN: era meglio se fossi rimasto un coglione, adesso tutti vogliono carpire il segreto della mia INCEPTION, un macello!
È uscito il trailer di questo espionage thriller sofisticatissimo in puro stile nolaniano.
Chiariamoci subito. Christopher Nolan a me non sta simpaticissimo. Come altresì da me espresso ieri.
Trovo che realizzi grandeur per celare alcune sue palesi incompetenze che a me, invece, risultano piuttosto evidenti.
Infatti ribadisco che, nella sua crudezza, nella sua semplicità narrativa oserei dire aristotelica, Insomnia sia il suo miglior film.
No, per piacere. Non linciatemi. Sì, gli preferisco David Lynch.
I sogni non hanno la consistenza futuristica di Inception, bensì sono deliri squinternati in stile Inland Empire.
A Napoli, grazie alla Smorfia, la gente scommette i numeri al lotto, recandosi dagli psichiatri freudiani, affinché sviscerando le loro cabalistiche visioni di natura junghiana, possano salvarsi dalla povertà.
Semmai, dopo la vincita miliardaria, potranno permettersi la villa a Beverly Hills, precisamente a Mulholland Drive.
Sì, già me lo immagino lo sfigato partenopeo Gennaro. Anziché aspettare il miracolo della reliquia omonima, dissanguandosi tutto l’anno pur di tirare a campare, grazie alla cabala fortunata, riuscirà a vedere dal vivo le gambe accavallate di Laura Harring e di Naomi Watts.
Sì, Gennaro, uomo san(t)o, amante di Padre Pio, remissivo, malinconico e a ogni piacere restio, uomo schivo che, per necessità economiche, dovette adattarsi a una vita da schiavo. Ma, grazie al colpo di culo impensato, riuscì a leccare le fighe di Naomi e di Laura in modo sconsiderato.
Grazie a un colpo idilliaco da Joker, Gennaro disconoscerà ogni repressiva morale cristiana. Cosicché, divenuto più ricco della Watts, la costringerà a genuflettersi, facendosi amare da King Kong.
Sì, prima Gennaro divenne demente come Dougie Jones di Twin Peaks – Il ritorno ma, come Dougie, urlò Hello!, non solo al casinò.
Sbancò tutto e ora cena assieme a Kyle Maclahan, il quale gli presenta pure Elizabeth Berkley.
Liz ora è sposata, felicemente maritata e sempre dal suo consorte montata. Ma per Gennaro farebbe comunque una lap dance, come in Showgirls, cioè si prostrerebbe a lui tutta effervescente e sudata. Svaccata e lubrificata.
Gennaro, da squattrinato e scalognato che fu, dopo essersi ottenebrato, dopo essersi reso invisibile agli uomini cattivi e bulli, dopo essere stato mobbizzato e gambizzato, dopo aver vissuto un’esistenza soffocata da elephant man, ora accarezza ogni velluto blu…
Ma Gennaro, malgrado si sia dato al più scostumato, ignominioso essere vizioso e lascivo, giammai dimenticò i suoi cari. Nonostante essi abitino in catapecchie piene di acari.
Quindi, gli telefona suo fratello poiché sta morendo…
Gennaro, allora, in modo melodrammatico come ogni napoletano che si rispetti, s’imbarca per Una storia vera.
Ad aspettarlo, sotto il Vesuvio, l’ex Raffaella Carrà di Carramba! Che sorpresa e la Milly Carlucci che fu di Scommettiamo che…
Suo fratello, però, è morto. Sì, Harry Dean Stanton è morto e il fratello di Gennaro pure.
Allora Gennaro, distrutto dal dolore, rinuncia a ogni sua agiatezza e si trasforma rabbiosamente in Sailor di Cuore selvaggio.
Alla ricerca del suo amore giovanile perduto di nome Antonella Ponzipappa. Una che scambia Bobby Peru per Piero Pelù e che non si rade, lì, mai il pelo.
Ma Gennaro da sempre la ama, lei è la sua donna imperituramente idealizzata. La Laura Dern eternamente porca ma al contempo pura nel suo essere rimasta una sempliciotta e non un’attrice rifatta e scafata, bastarda come la Laura di Storia di un matrimonio.
Bastano queste ragioni per poter dire che Lynch è un genio, un poeta, un visionario, un vero Mago di Oz, mentre Nolan è un cazzone?
Secondo me, sì.
E invece basta questo mio video per poter ancora dimostrare a tutti di essere indubbiamente un coglione invincibile?
Cioè uno che, con una mente così, poteva realizzare tutti i blockbuster più fastosi del mondo e invece è diventato il Kenneth Branagh della periferia bolognese? Un irrisolvibile enigma della sua complicatissima situazione?
Purtroppo, questo mio video basta per poter certificare, acclarare, incontrovertibilmente asserire che sia infatti così.
Ma il Genius-Pop volteggia nella notte nella sua incontrastata Eraserhead, egli è il famoso lupus in fabula.
Mentre voi vi masturbate già il cervello, immaginando quali misteri possano essere nascosti dietro la stronzata… che è successo, qui…?, non è ancora successo, il Falò sa la verità come James Blunt.
Così come sa che oggi siamo tutti dei cessi, domani forse avremo successo ma ora deve andare in bagno e realizzare una cagata migliore dei film di Nolan.
di Stefano Falotico
Miei cavalieri della Tavola Rotonda, in quest’Italietta di cadaveri tonti, abbiamo Checco Zalone mentre negli Stati Uniti nessuno è un (cassa)integrato perché sono grandi attori come De Niro e Tom Hanks, giustamente oscarizzati
Fratelli della congrega, cinti in raccoglimento. Le nostre notti si fanno insonni e infauste. Mentre gli idioti, fuori da questa nostra reggia qui ove noi, uomini moralmente eretti, ci segregammo poiché seppelliti vivi dai vili, festeggiano d’ilarità frivole che loro reputano virili quando, invero, sono solamente sconcezze e ignobili bassezze di gente nell’animo romantico oramai putrefatto e vinto, gente, orsù, che si ritiene vincitrice ma in realtà prostituì la dignità a favore del mercimonio collettivo, ecco, noi preghiamo da mesti uomini che non si vendettero al più furbo offerente cosiddetto migliore.
Per questo nostro duro, intransigente atteggiamento, ipocritamente considerato ostile da questa gente misera, ci ostracizzeranno ancora e i nostri cuori ostruiranno poiché già dapprima, scevri d’ogni resipiscenza, ci ricattarono, affinché ai loro dettami orrendi ci piegassimo, quindi c’indussero a peccare. Insomma, ci mangiarono.
Sì, delinquenti che ricusarono e nuovamente rifiutano la patologia di cui sono innatamente afflitti, ovvero la malignità, dissimulata dai loro sorrisi apparentemente giocondi.
Io non sono un monaco ortodosso né mi cago addosso bensì continuerò, anche nella mia guerra contro i mulini a vento da Don Chisciotte, a non sputtanarmi con tali mignotte.
Riceverò ancora ammende, reprimende, punizioni al fine che, castigato e intimorito, rinunzi alla mia impavidità e abiuri dinanzi a tale meschina, abietta vacuità da zombi luridi. Non arderò né aderirò all’idolatria del puttanesimo generale, genuflettendomi in segno di mia caduta impura. Cosicché, festanti e orribili, questi baccalà possano gridare d’aver (s)battuto nella notte più nera e imperitura un altro uomo che non volle cedere ai ricatti più porci da stronzi immaturi. Così che (non) potranno gustare la loro vita (s)porca dopo avermi ingiuriato, calunniato, diffamato e oscenamente emarginato con fare imperdonabile e assai scostumato.
Sì, immondamente, desiderarono che Re Artù, ovvero il sottoscritto, implorasse a costoro, cioè gli impostori, addirittura perdono quando, lo sapete benissimo, furono loro che dovrebbero essere a vita stigmatizzati poiché, svergognati, ambirono a deturpare la mia giammai rinnegata purezza per obbligarmi alla loro squallida vita da squali, (s)fatta di lerce sporcizie. No, non sono finito nell’immondizia né l’assistenza sociale accetterò, dunque nessun poveretto e disgraziato riuscirà a farmi sentire un disadattato pateticamente (s)consolato.
Ora, forza, mangiamo la cena e, lontani da questi miserabili acidi, impreziosiamo e condiamo d’aceto balsamico la nostra insalata fantasia a voi servita dal Falotico. Non dobbiamo assolutamente dare retta a chi, come già fece, oh che feci, ci affibbiò la patente di sfigati poiché non volemmo darci alla prima puttana(ta). Persistemmo, resilienti, nella nostra lotta di classe e, sebbene ci diranno eternamente che siamo degli insalvabili, tristi deficienti, non daremo più ragione alle loro scienze, come la psichiatria del cazzo, tantomeno presteremo fede alle loro sceme(nze).
Sì, dopo tantissimi an(n)i, solo come un cane, in cui patii lo strazio dell’ingiustizia più madornale, scandalosa e mostruosa, dunque an(n)ale, solamente perché declamai di mio candore ogni poetico, creaturale cantico, posso qui e testé attestare che, in virtù della mia geniale testa, fui io a smascherare i bugiardi e i vigliacchi più infingardi.
Fui indagato, perfino altrove deportato per colpa della mendace pusillanimità di tali oltraggiosi bastardi. I diversi, come me e come voi, fratelli e sorelle bone, son sempre stati invisi ma siamo stanchi di far buon viso a cattivo vino, no, sorte.
Non abboccheremo più ai sortilegi perpetratici e contro lanciatici dalle donne meretrici, scagliatici inutilmente da queste donne che si credono Beatrice ma in verità vi dico che sono soltanto delle mungitrici. Si allattassero, no, allettassero i pecoroni che con codeste vacche ameranno far sì che, dementi, fermenti il loro pecorino nel metterle a pecora. Pecorino non solo sardo e salato, bensì pure sordo dinanzi a noi che vediamo tal loro porcile assai lordo. Non ce ne vendiamo, anzi, insistiamo nonostante ci dicano che siamo dei balordi. Noi non ci allineiamo al gregge e al valore capitalistico del greggio…
La gente, in Italia, poco legge eppure tutti vogliono sui destini altrui legiferare dall’alto d’uno scibile che a noi, uomini saggi, appare solo come il sibilo di serpi viscide. Noi strisceremo al buio e, sguscianti, saremo a loro inculanti. Ci daranno la patente di ungulati ma ci piace far all’amore con le donne selvatiche. Che siano bionde o more, quel che importa è il più vivido, sentito, empatico, condiviso calore. Insomma, allegramente, fottiamocene!
Ci diranno, strafottenti e fetenti, ma fateci il piacere e noi, allora e di buon ora, al risveglio di Aurora, non scoperemo solo lei ma anche Arianna. Poiché Arianna sa quel che vuole e tutti divora, le orge adora e sa che il valore di un uomo non si conosce dall’oro ma dal suo intimo sapore. Poi, tutti assieme appassionatamente, ci laveremo nel sapone ma giammai verremo benedetti dalle loro false abluzioni. So di avervi rotto le palle abbastanza e av(r)ete adesso l’acquolina in bocca. Sì, ho finito l’arringa. Ora vi regalo la meringa ma ricordate che non siamo ancora alla frutta.
Questa vita è un ring e noi, ringhianti, saremo ficcati all’angolo ma sappiamo che in Italia si spacciano tutti per dottori e buoni ma son solo dei “buoi” a nulla. Sì, buoi, dicono all’altro di stare buono e gli assegnano l’ultima ruota del carro. Siamo veramente stufi di questa gente. Gente che si fa bella a parlare di valori, a schierarsi contro il razzismo e le segregazioni, contro il fascismo e il qualunquismo ma saranno in prima fila a vedere il nuovo film di Checco Zalone. Statene sicuri.
A me fa ridere, Checco, lo ammetto. Così come, togliendomi ora l’elmetto, dico altresì che sinceramente non fa invece ridere più nessuno il classico commento, per l’appunto, razzista su YouTube. Ove se, Jamie Foxx, siede a un tavolo davanti a una bella donna bianca, scrivete:
– Chissà, “sotto sotto”, a cosa sta pen(s)ando. Ah ah ah!
Questa è l’Italia. La mascherata è finita. Carmelo Bene era un provocatore ma, dietro ogni provocazione, diceva il vero. Sì, il Cinema non è mai esistito. Abbiamo sino a questo momento celebrato soltanto, proiettandola, la nostra vita che non è mai stata, mai fu, chissà se sarà. Il vero Cinema è la vita vera riflessa in noi. Pochissimi sono gli eletti che possono ambire a fare della loro vita un capolavoro. Gli altri, solipsistici, applaudiranno al film migliore secondo la loro ottica, rigirando le frittate a propria cafona (pres)unzione. È vero, Fellini era un burattinaio delle sue nostalgie, Pasolini un violento che, per resistere alla sua diversità, si spacciò per intellettuale elevato quando, invero, voleva solo essere accettato.
Dunque, criticò il sistema poiché lui fu lui stesso troppo criticato e, a metrica della sua sofferenza psicologica, pontificò, sicuramente e senza dubbio, con egregio stile ma non ammise mai chiaramente d’essere stato dai criminali distrutto. Senza retorica e senz’inganni, ve lo siete andato a cercare.
Parola di John Rambo.
Comunque, Checco Zalone non abusa di stereotipi razzisti. In verità, prende satiricamente per il culo l’italiano medio che, per l’appunto, pensa ipocritamente le stesse cose che dice lui nel film.
E questi sarebbero gli italiani “integrati?”. Per cortesia.
Abbasso la borghesia. Ecco il mio cervello piccolo offerto in san(t)ità di voi, poveri tonti. Poveri zombi.
di Stefano Falotico
JOKER a Venezia 76: tutti gli spoiler(s) che, se vorrete, potre(s)te leggere… comprese le mie rivelazioni clamorose di tale mia Mostra da “monstre” un po’ clown molto up, giammai in down
Prefazione pindarica, immersa nelle notti veneziane della mia vacanza non tanto da lupo solitario, bensì da leone scatenato
Ebbene, la nostalgia di me si sta nuovamente impossessando della felicità oramai scomparsa che negli scorsi giorni vissi. Da ieri pomeriggio, sul tardi, infatti il mio Festival è finito. O, se preferite, finì!
Molti mi urlano che sono terminato ma io vi dico che la mia vita è soltanto nuovamente iniziata e non più sarà nel mio animo infilzata.
Magari… perché sono ben conscio che l’esistenza mia, così come la vostra, miei poveri illusi, ci riserverà ancora tremende mazzate.
Sì, funziona così anche quando sembra che tutto… funzioni. Eh già, credi di aver fatto colpo su una, lei ti lascia il suo numero di cellulare ma poi scopi, no, ma manco per il cazzo, scopri che, dopo l’entusiasmo iniziale, per sbaglio lei accese un vocale mentre le partì un orgasmico urlo con uno dei suoi innumerevoli uomini semi-animali forse persino di minore uc… lo.
Madonna, che botta bestiale! Ah ah.
Sì, non sono mica un nababbo come molti viziatelli che possono permettersi il lusso di stare al Lido per tutti gli undici giorni del Festival, vigilia annessa poiché il Festival partì il 28 Agosto con la proiezione di primissima mattina de La Vérité, dunque, a dircela tutta, come me foste già in hotel la sera prima. Ah ah.
Io la passai in bianco, andando a letto tardi, fumando un intero pacchetto di sigarette tra un caffè e l’altro, dialogando su Facebook con amici e conoscenti al fine di metterci d’accordo su come e dove incontrarci il giorno successivo. Invero il giorno stesso in quanto, come detto, la notte già fu tarda, praticamente io quasi feci l’alba. Ma mai mi farò la Parietti. Chissà. Di viso è invecchiata e troppo magra, di fondoschiena ho notato dalle sue recenti foto in spiaggia che sta messa ancora ottimamente per una serena botta a 90.
Semmai anche per un giro in barchetta nel portarla al largo. Spero di allargargliela, allagargliela. Cazzo! Non ho i soldi per lo yacht! Porca mignott’!
Sì, c’è chi ha successo e a chi tante ne successero. E comunque la vita non è fatta solo di sesso. Voi, miei ossessi, ne siete ossessionati.
Anche io talvolta mi fisso sebbene fare il fesso quando non hai una fessa è un buon modo per fumare, appunto, una calda sigaretta, aspirando la vostra cenere da peccatori già nel cuore bruciati e probabilmente corrotti, oh sì, miei insetti infetti. Datemi ora un confetto e lecchiamo assieme la confettura.
Fregandocene delle fregature!
Meglio sembrare un inetto quando non puoi leccare una tetta e (non) dormirsela sotto un tetto piuttosto che farsi l’amaro fegato a fette.
Ah ah.
Sì, a proposito di fettine e gran pezzi di carne, vi racconto questa.
Qui si passa dal presente al passato prossimo, dalle fette biscottate a quelle spalmate, dal remoto all’anteriore e poi al posteriore in un batter la fiacca!
Due di notte. Mi svegliai di soprassalto a causa di un incubo mostruoso.
Sì, sognai Gioacchino camuffato da Joker che ordinò a degli infermieri di saltarmi addosso, di tenermi fermo, d’imbarcami, no, imbracarmi in una camicia di forza e di sbattermi in manicomio, sedandomi come un cavallo soltanto perché scrissi all’account Instagram di Joaquin Phoenix stesso in persona che Rooney Mara me lo scioglie più dell’Oceano Atlantico.
Joaquin s’incazzò come nel finale di Joker, appunto. Diede, come si suol dire, di matto.
Sudai freddo e poi, in viso paonazzo, al risveglio urlai:
– Cazzo, non sono pazzo!
Ah ah.
Al che, in tutta fretta, in pigiama aprii la porta della mia camera.
Già vi dissi, giusto, che alloggiai in un albergo col soggiorno e l’angolo cucinotto-cottura in condivisione?
Sì, mi trovai dinanzi a un uomo anzianotto quasi completamente ignudo. Soltanto in mutande, anzi in tenuta da mare con costumino iper-aderente da cui s’intravidero le sue palle fumanti… per via del caldo asfissiante.
Un uomo dal petto villoso, un essere scimmiesco, insomma.
Il quale, convinto che tutti dormissero pacifici, nel mentre che mangiò come un ludro, rosolando in padella salsicce e inghiottendo un petto di pollo con patate fritte, m’apostrofò in modo da lui ritenuto appetitoso e tosto:
– Salve, ragazzo. Hai fame?
– Ah, mi scusi. Mi spiace averla disturbata. Torno a dormire. Volevo solo bere un bicchiere d’acqua.
– Figurati. Mangia con me! Diamoci del tu.
– No, grazie.
– Anche tu sei qui per il Festival? Io e mia moglie pure. Siamo dei cinefili onnivori. Siamo cannibali un po’ di tutto. Io adoro i film noir ma anche le commedie con Vincenzo Salemme, magno prosciutto e salame e odio gli attori con le facce da pesci lessi.
– Capisco.
Tutti gli spoiler di Joker che nessuno vi disse nelle recensioni online ma io ve li dico a costo di farvi andare storto, in un sol boccone, ogni sorpresa
Partiamo dal teaser trailer. Bene, nel film non c’è la scena del teaser in cui Joaquin Phoenix balla con sua madre. Neppure quella in cui la aiuta a farsi il bagno.
Todd Phillips deve averle eliminate dal montaggio finale. In verità ci sono, ah ah.
Nel trailer finale in italiano perché quando Arthur Fleck s’esibisce nel locale da stand–up comedy la sua voce rimane quella di Boccanera? A me pare la sua, non quella di Adriano Celentano, no, Giannini, il figlio di Giancarlo.
Adriano Giannini, eh sì, subentrato infatti al Boccanera, appunto la voce di Phoenix nel teaser, non fece in tempo a doppiare interamente Phoenix in un trailer di due minuti?
A voi una cosa del genere pare normale? A me sinceramente sembra più folle del Joker stesso.
Il bambino che vede(s)te nel teaser, il bambino a cui Fleck porge la sua risata da dietro il cancello è suo fratello minore, Batman.
Thomas Wayne, ovvero il padre di Joker e Batman, è invece come Benito Mussolini.
Mise incinta la madre di Fleck e poi sbatté in cura psichiatrica la povera donna disgraziata interpretata da Frances Conroy.
La quale, così come fece Ida Dalser nei riguardi del figlio di puttana Benito, sostenne giustamente che Bruce Wayne fosse suo figlio. Ma Thomas, divenuto nel frattempo un pazzo grosso, no, un pezzo grosso, l’accusò di pazzia.
Distruggendola.
Infatti, una volta divenuto sindaco, più che altro sadico, pensò a cosa avrebbe pensato la gente come lui, ovvero perbenista e ipocrita, nel sapere che un uomo “distinto” e “intoccabile” s’accoppiò con una donna con dei problemi di natura psichica, cioè una donna scoppiata ancor prima di essere da questo troione-trombone scopata.
E insabbiò tutto dopo che bellamente alla scalognata, pur di godersela come un porcello, lo inabissò e poi schiumante perfino dentro le schizzò.
Uh uh che rivelazione! Dannazione!
Mentre Paolo Mereghetti, nella sua discutibilissima video-recensione su Il Corriere della Sera, poche ore fa disse, senza peli sulla lingua, che Arthur Fleck/Joker subì abusi violenti.
Da parte di suo padre Thomas?
Questo non viene esplicitato nel film.
Ma soprattutto di quale malattia mentale soffre Fleck?
Non viene specificato. Mentre di sua madre ci viene detto che soffrì di psicosi delirante e paranoi(d)e.
Cioè una balla colossale inventata da Thomas. Quale? Paul Thomas Anderson, regista di The Master, film nel quale Phoenix è più fuori di testa che in Joker?
Poiché, ribadiamolo, Thomas Wayne non desiderò che la stampa ufficiale fosse a conoscenza di questa sua relazione forse extra-coniugale…
L’avrebbero stroncato, dandogli del virile flop… avrebbero scritto che un uomo “blockbuster” non può permettersi di fare all’amore con una alla Anna Magnani. Ne sarebbe andata della reputazione dell’elegante puttanazzone. E gli avrebbero dato del magnaccia. Mannaggia! Lui mangia…
Sì, per questo suo figlio più piccolo, Bruce Wayne, è psicopatico.
Certo, non lo sapevate? Batman è schizofrenico.
È affetto da doppia personalità. Di notte è un lupo mannaro come Joker, di giorno scopa più donne di James Bond.
Corteggiandole con finezza da Presidente degli Stati Uniti. Che è Donald Trump. Ho detto tutto…
Insomma, è un fake. Una merda, una faccia da poker.
Meglio il Joker.
Sì, un grandissimo. Avete presente la scena del primo trailer in cui Fleck viene aggredito da tre manigoldi sulla metro?
Bene, nel film assistiamo a un’inaspettata reazione da parte di Fleck. Che li trucida. Poi scappa in galera, no, in galleria (sempre scena del primo trailer) e diventa Eric Draven de Il corvo.
Entra in un bagno pubblico, si trucca da pagliaccio, balla con Jimmy Durante, quindi si precipita a casa. Ove sale le scale in tutta fretta, suona alla porta della sua condomina Zazie Beetz e la bacia con far succhiante, arrapante, probabilmente ficcante.
La scena però vira al nero… Poiché ha ragione Bob De Niro, da sempre amante delle donne di colore, dunque di puro calore. E lo sapeva Zucchero Fornaciari con la sua bella Baila Morena.
Le donne bianche come Kim Basinger, Catwoman come Michelle Pfeiffer o Anne Hathaway saranno pure bone ma poi rompono i coglioni a dismisura. Sono, diciamocelo, delle tr… e bioniche.
Queste vogliono, appunto, la villa col maggiordomo da Batman. Insomma, Joker non è un riccone. Ma non è neppure un ricchione.
Per far du’ soldi gioca al bar a scopa. Perde puntualmente e poi, non potendo pagare il vincitore della partita, per sdebitarsi finge di dare i numeri e di essere monco come il re di bastoni.
Ho detto tutto… Dunque, uomini che fate i moralisti, non venite a farmi la predica poiché, si sa, il papa può permettersi di fare il gagà come Jude Law. Io, sebbene a tratti sia bello come Jude, non ho la casa a Beverly Hills.
Un bel casino! E qui, come un ratto, sto in casina, consapevole che però in mezzo alle gambe ho una bella cosina…
Ma posso rivelarla solo alle donne che amano appurare e vederci chiaro. A fondo…
Ricordate: siamo tutti dei pagliacci.
Soltanto il pagliaccio migliore è uno che, malgrado dorma alla diaccio, rimane sexy come un diavolaccio.
Adesso vi do un abbraccio, a te, drogato, non do neppur un emostatico laccio, a te, figa liscia, un bollente bacio che t’invoglierà a qualcosa anche di (s)pompante, a te invece, stronzo, proprio un cazzo.
Poiché sono un uomo esuberante, dico quello che penso ma soprattutto ciò che ogni giorno peno.
Eppur la pelo.
Lasciate stare la psichiatria, meglio la gerontofilia, abbandonate ogni pedagogia e la chiesa, perciò buona (s)figa a chicchessia
Sì, verso la fine Bob De Niro ha i suoi 15 minuti ingloriosi, ah ah. Come ben dice Francesco Alò nella sua video-recensione, Rupert Pupkin è diventato David Letterman, probabilmente concretizzò il sogno d’una vita intera poco integra. Ah ah.
Da comico fallito, da God’s lonely man che sognò come Travis Bickle di diventare qualcuno, alla fine ce la fece. Un criminale travestito da uomo probo, una sorta di squallido-squalo Maurizio Costanzo americano con tanto di parlantina strafottente e battuta dai cosiddetti riflessi pronti da stronzo a cui telespettatori fessi danno da mangiare, abboccando a ogni sua falsità come pesci.
Insomma, la gente si beve tutto. Anche la sciolta delle loro stesse merde illiquidite.
Vanno tutti liquidati. Fortemente cagati e sfanculati.
Già anticipai tutto nei miei video profetici, il film non mi smentì.
Avviene seriamente un confronto simile a quello da me immaginato e recitato di pura fantasia nei miei recenti video sul mio canale YouTube.
Arthur Fleck, davvero, le palle si rupp’… Da una vita fu in analisi, da una vita subì fantozzianamente. Anzi, più si dimostrò gentile e disponibile con tutti, più la gente della sua buona fede si approfittò, umiliandolo “a bestia”.
Perché il mondo è cattivo.
Vi racconto questa.
Serata prima della proiezione del mattino dopo di Joker.
Passiamo all’imperfetto, uomini che ambiste alla perfezione ma finiste persino con le iniezioni con tanto di deportazione…
Stavo in albergo, era ancora piuttosto presto. Quasi mezzanotte.
Al che, annoiato, forse annottato, uscii a farmi un giro. Tutti i bar della zona vicina al mio albergo, ubicato in una calle di Via Garibaldi, erano chiusi.
Avvistai però una trattoria con le luci ancora accese.
Me n’avvicinai con passo felpato e con estrema gentilezza domandai a un cameriere, forse il proprietario del locale:
– Mi scusi, buon uomo, state chiudendo?
– No, guarda. Siamo nella periferia di Venezia e in questo locale dopo le undici non arriva più nessuno. Stiamo aprendo. Ma va’, scimunito!
– Mi scusi. Ho visto le luci accese. Vedo anche la macchina del caffè. Posso almeno fare in tempo a bere un cappuccino?
– Che cosa? Questa è una trattoria, non un bar! Senti, testa di cazzo, sparisci, altrimenti ti cucino in forno!
Ora, se non esistesse la polizia a questo mondo, questo villano avrebbe visto il mio villain.
Sì, c’era ancora ancora un tavolo apparecchiato con tanto di coltelli e forchette.
So io cosa avrei fatto…
Sì! E voi smettetela di crocifiggervi.
Appena una non ve la dà, vi rivolgete ai cosiddetti curatori dell’anima. Innanzitutto, non vedo come possano aiutarvi. Punto primo ci vorrebbe l’andrologo ma soprattutto, punto secondo e vari punti di sutura, il chirurgo plastico.
Eh sì, non è colpa di quella donna che vi rifiutò. Lei è bella, voi no.
Quindi, potrete anche assumere psicofarmaci per stare tranquilli ma lei sposerà un uomo più tranquillo di voi, potete starne certi.
Soprattutto se ha i soldi di Thomas Wayne.
Sì, la povertà economica spesso s’appaia anche con la scarsità di qualcos’altro.
Sì, conosci una tizia. A lei piaci. La inviti a cena, semmai alla trattoria del villano sopra descrittovi.
Ma se non hai i soldi per pagarle la cena, il villano v’infornerà e voi non fornicherete.
Rimarrete sempre belli ma la notte sarà come un risotto in bianco.
Se vi dico che è così, dovete credermi.
In questi anni conobbi donne che avrebbero fatto carte false per incontrarmi.
Sì, avrei potuto scoparle ma poi cosa ne sarebbe venuto… a lungo andare?
Tanto vale mandare a puttane tutto!
Ecco allora che del concetto assurdo di dignità piccolo-borghese, maschera miserrima per cervelli piccoli che non sanno aprire la mente e, appunto, quella che sapete ma mai conosceste in profondità, ah ah, il Joker se ne fotte.
Molta gente si sposa. Sì, le coppie poi si tradiscono. A lui piacciono gli Avengers, a lei piace Scarlett Johansson, sì, la moglie è lesbica, a me piace Elizabeth Olsen mentre Chris Evans, a quanto pare, ebbe delle notti da Captain America con entrambe nella vita privata.
Sì, assieme a Chris e alle due bionde v’era Toni Servillo di Loro.
Basta con Sorrentino!
Avete notato, fra l’altro, che ho ragione sempre io?
Su Netflix Italia, il trailer de I due papi con Anthony Hopkins e Jonathan Pryce ha ottenuto visualizzazioni spropositate. La gente, qua da noi, è fissata col papa. Figurarsi se nello stesso film ce ne sono due.
Fidatevi, coglioni, Joker è un capolavoro e J’accuse un altro gran bel film.
Beccatevi inoltre questa clip e capirete che il mondo non è per quegli ipocriti del PD, ex DC, gente falsissima che prima predica e poi combina porcate. Non è nemmeno per i populisti dei 5 Stelle. Tantomeno per i fascisti, i satanisti, i polemisti.
Il Joker ha fatto benissimo a sparare in testa a De Niro.
Tornado invece a Roman… Come fate ancora a non capire che ogni suo film è in realtà una sua autobiografia? È ovvio che sia così. Infatti, dopo Per favore, non mordermi sul collo!, in cui fu presente sua moglie, Sharon Tate, dopo il brutale stupro e omicidio commesso dalla setta di Charles Manson alla sua bellissima consorte, Roman mai più si riprese. Come si chiama infatti l’isola in cui viene sbattuto Louis Garrel? L’Isola del Diavolo… Possibile che non riuscite a capire che anche dietro un grandissimo artista come Roman c’è semplicemente un uomo? Coi suoi traumi, con le sue rabbie, i suoi dolori, con le sue perdite incolmabili che, ogni giorno, combatte con qualcosa di tragicamente orribile che gli successe?
In fondo, come diceva Carmelo Bene, chi se ne frega del successo, è solo il participio passato del verbo succedere.
Eh già, doveva succedere. Mi spiace. Ma almeno non ditemi che a voi dispiace per fingervi pentiti. Avete sbagliato. Punto.
di Stefano Falotico