Posts Tagged ‘Totò’

Negli occhi di un guardone o nella purezza encomiabile di uno sguardo giovane e libero


23 Oct

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Stamattina, fui invaso da una domanda angosciante. Fra pochissimi giorni, sarà disponibile la seconda stagione di Stranger Things, e mi andrà di vedermela tutta, di sorbirmela, di accettare altre otto ore lunghe, forse ripetitive, tediose, senza l’originalità della prima parte? Dura otto ore, no, sbaglio? Non è che dura di più? E a quali persone appartengo? A quelle che considerano questo show una bambinata che ricicla e scopiazza da altri film e da mezza letteratura horrorpop-fumettistica, o chi invece lo reputa una bizzarra, affascinante commistione di generi? Non lo so, e in questo pender nel dubbio sospendo il giudizio. Poi, dopo questo interrogativo di “vita o di morte”, mi son recato al bar. Appena entrato, notai un bel culo. E, per voi, allestisco testé, un breve dialogo con un amico immaginario e con questa “inculata” immaginata.

– Ehi, amico, l’hai visto/anche tu?

– Eh sì. È un culo che si fa notare. Di buona fattura, che rientra nei canoni stilistici delle giuste proporzioni. Rotondo, cesellato, anche muscoloso, erto, eccome se si “erge”, su una schiena slanciata, che poi degrada in gambe affusolate, tornite, sdilinquendo su caviglie sottili ammorbidite da scarpe da ginnastica che donano allo splendido insieme un tono sprint.

– Insomma, concordi. È un culo da favola.

– Sì, anche da fava. Dai, provaci. Fai la prova.

– Amico, farò anche la piovra.

 

– Ciao, posso “accomodarlo?”. No, scusa, volevo dire, posso affiancarmi a questi tuoi bei fianchi?

– Ma come si permette? Chi le dà questo screanzato diritto?

– Invero, sa, sono un uomo diretto, anche di “ritto”.

– Porco! Chiamo la polizia.

– Suvvia, posso offrirti, sì, diamoci del tu, un caffè?

– Ma lei è matto! To’, beccati questa!

– Ma no, volevo farti solo to-tò sul popò.

– Totò si accoppia soltanto con Peppino.

– E il caffè della peppina?

– Ma che dice?

– Insomma, accetta di “berlo” in due? In due si “mescola” meglio. E c’è più zucchero nell’aroma.

– Ah ah. Ma guarda un po’, te.

– No, io guardo te, anche le tue tette. Da cui il Tête-à-tête.

– No, grazie, non voglio del tè.

– Il tè. Ma che dici, bella?

– Voglio andare adesso in toilette.

– Andiamoci assieme. Ma alla toilette io preferisco il lett’!

– Sì, vai a letto, che è meglio.

– Ti aspetto.

– Sì, aspetta e spera…

– Aspetterò.

 

Dopo molta attesa, “venne”. In quale maniera, (non) si sa.

Eh sì, ho indubbiamente una gran faccia di culo.

 

di Stefano Falotico

 

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Harvey Weinstein, anziché “abusare”, perché non si è abbonato a Celebrity Movie Archive?


16 Oct

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Ora, questo mio scritto può essere visto in due modi. C’è chi, maligno e ipocrita, vi vedrà una “schifezza” di rara sconcezza, chi invece “denoterà” il mio umorismo figlio di una purezza mia innata tale che nessuno può imputarmi di andare a pute.

Hollywood, nome inglese composto da Holly & Benji? No, da holly, cioè agrifogli(o), e wood, cioè il bosco.

E Harvey era ben conscio di tutte queste addormentate nel bosco che sognavano la grande minchia. No, scusate Mecca. Tanto che, ricattandole, per quella ricotta, forse sedandole, drogandole e dunque addormentarle, voleva “inalberarlo”.

Ora, non inalberatevi, donne, per queste mie battute. Voi non siete delle battone, siate come me delle battutiste. Se volete sfondare, non recatevi da Harvey, lui è interessato principalmente allo “sfondamento”.

Harvey abusava tantissimo, tant’è vero che aveva costruito anche dei palazzi abusivi nel centro di New York. Insomma, voleva “piazzarsi” dappertutto senza autorizzazione, ma molto rizzamento.

Ecco, Harvey probabilmente sa(peva) che esiste un sito che l’avrebbe distratto da queste fighe di legno.

In cui poteva divertirsi senza incorrere nel fall(iment)o.

Un sito aggiornatissimo, sia mai, in perenne “evoluzione” per l’uomo scimmia. Ove ogni giorno vengono archiviati culi e tette di attrici famose (e anche no-n) con una precisione meticolosa da far invidia all’avveniristica biblioteca sesquipedale, da “perderci la testa”, di Blade Runner 2049. Insomma, se volete perdere i vostri testicoli, questo è il sito che fa al “cazzo” vostro. Donne di ogni forma e fattura, scaricabili affinché possiate “scaricarlo”. Non c’è bisogno di torrent, ma di una connessione veloce per la masturbazione lenta un po’ da ritardati, da godere comunque di “effetto” ritardante. Donne, insomma, “torreggianti”. Tutte da scorrere per “scorrimenti” che poi esploderanno in maniera “torrenziale”.

 

Dopo averle “selezionate”, potrete venire e, ben lieti di esservi sfogati, potrete danzare come degli scemi sulla canzone di Mario Venuti… ballare… ballare, oh oh!

Insomma, non voglio fare il maschilista, a differenza di Harvey, che tutte voleva farsi, e non sono sessista. Ma tutte queste donne che, dopo aver dato la passera, hanno ottenuto il lasciapassare, e ora lo denunciano, non hanno un cazzo da fare?

 

Sì, scherziamo su Harvey che amava il “tiramisù”. Insomma, Harvey avrà pensato: perché essere in gamba quando posso essere in tante gambe?

 

Di “mio”, sono sempre preoccupato che, per il caffè, sia finito lo zucchero… ho detto tutto.

di Stefano Falotico

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Le ca… te di Fantantonio


31 Jul

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Antonio Cassano, “mariuolo” non solo dell’area di rigore, non si smentisce e, dopo aver dato l’addio alle scene, ci ripen(s)a e con bello stile, degno del Petrarca, dichiara lapidariamente, in perfetta “ortografia” del politicamente corretto:

 

la vita è fatta di scelte. Anche professionali. Si può farne una che si ritiene giusta e poi ripensarci, è successo miliardi di volte nel mondo. Se poi è Cassano, allora è matto. Nella mia vita di c… e ne ho fatte tante, ma non sono scemo. E soprattutto sono sempre stato coerente. Per il resto, sono abituato a convivere con la pressione mediatica. Sono diventato un kway, la pioggia mi scivola via. Con l’Hellas Verona non è scattata la scintilla, l’ho capito subito… è come stare con una donna e accorgersi di non avere voglia di passarci del tempo insieme. Una questione di feeling, di aria. L’ho detto al presidente Setti, al direttore sportivo Fusco, all’allenatore Pecchia. Ho pensato fosse meglio interrompere, anziché trascinare la cosa.

Ritirarmi? Quando ho parlato col Verona non ho mai detto “mi ritiro”. Sfido chiunque a sostenere il contrario. Poi sono state scritte altre cose, ma la verità è questa. Infatti al momento della rescissione mi hanno proposto di inserire la clausola di risarcimento, nel caso trovassi un’altra squadra. E io ho accettato. La nostalgia di casa non c’entra. Di sicuro voglio continuare, ho più di qualche idea, ma non ho offerte. La cosa fondamentale è che mi diverta. Come ho sempre fatto in 18 anni di carriera. Entella? La sfida sarebbe grande, tentare il “miracolo” Serie A. Sono stato a un passo a febbraio, avevo accettato, ma la notte ho riflettuto, non me la sentivo ancora di scendere in Serie B. Sono rimasto fermo fino alla firma con l’Hellas Verona. Il rapporto umano tra me e Gozzi non è cambiato, è ottimo. Sampdoria? In questo momento della mia carriera mi sarebbe piaciuto essere allenato da Giampaolo, nel suo modo di giocare avrei reso alla grande. Chi mi vuole deve chiamare me, non ho procuratori. Data limite? Settembre, altrimenti resto a casa.

 

Insomma, Antonio troverà sistemazione non solo calcistica nel coacervo di pensieri contradditori che invadono la sua mente? Cassano, lo posso asserire con lucidità da “esperto”, è calciatore che merita una seconda possibilità. Le qualità tecniche non si discutono e sa farsi valere con dribbling sinuosi come un cobra solitario nei suoi giorni di fame.

 

Vota Antonio! Sì, La Trippa, come la sua!00737503

di Stefano Falotico

Cari Wizard-s of Lies, giunge sempre il momento delle verità


10 Apr

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Mentre un’umanità “lavoratrice” di ambizioni isteriche persevera indefessa, più che altro fessa e auto-infossatasi nel delirio, nel suo cammino quotidiano a base di frenetici mot(t)i del sacrificio e della sofferenza, spaparanzato nelle mie libertà, gioisco degli attimi e degl’istanti, mentre il mondo (de)perisce, afflitto appunto dalla sua baraonda e dalla “grande bellezza” della sua insana decadenza.

Il web pullula di trailer di “tori”, e tutto pare all’insegna(mento) di “precetti” ironici trasudanti invero noia.

Mentre donne vogliose s’incapricciano per la loro ricerca dei “vuoti da riempire”, io mi “corroboro” di sane ansietà, prosciugando la mia carriera a favore del dolce far niente che scrive teoretico, in libri intarsiati di prestigio, la “sola” ambizione di esser me stesso, mentre gli altri, stesi da fallaci obblighi e responsabilità bieche, oltremodo cieche, miopi e forse anche pre(sbi)ti inseguono la “pace” omeostatica dell’imbecillità, degli sfottò di massa, della rincorsa affannosa al guadagno “meritocratico”, all’accumulo esasperante di piccoli mattoni, invero grandi matti ah ah, per “cesellare” curriculari ciclostilati di postille a loro stessi, appunto. “Appuntiti”, prendono sempre appunti per non rimanere e remare indietro, mentre il lor amaro (rin)cresce e vivranno di estremi rimpianti, solleticandosi a vicenda, anche a cene e cerniere “infrocettanti”, di leccate di culo “sobrie” come i lor mor(t)i viventi. Sepolti già da tempo da un perbenismo per sua stessa natura filisteo e fasullo, vivono di queste “intensità”, e di soprusi crepano crepitanti nel sopraffar il prossimo. Anche tuo, non mio. Non micio. E abbaiando vado “eiaculando” il mio ego nel sum vero e non in questi sommari somari. Io sono la summa delle mie contraddizioni, mentre loro “punteggi” sommano.

 

Giungerà il giorno in cui, da sempre menzogneri e ipocriti, si renderanno conto di aver vissuto di ricchezze illusorie, traditrici e ingannevoli.

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di Stefano Falotico

Sarò breve e circonciso


19 Sep

Incontro indimenticabile.

 

– Ciao, ti voglio. Sono stato chiaro e circonciso.

– Conciso.

– Sì, voglio coinciderlo ma senza Ciro.

– Chi è Ciro?

– Non è il tuo amante oltre a me?

– Sì, ma ti stai dilungando.

– Accorciamolo/a.

– No, mi piace lungo.

– E circonciso?

– No, mi piacciono gli uomini non concisi.

– Cioè che a letto durano molto? Che la facciano spicciola?

– No, che la facciano in spaccata.

– Ami le arti marziali?

– No, le ars amandi.

– Vaffanculo.

– Lì dovevi andare in modo circonciso, no, conciso.

– Senti, chiudiamola qua.

– No, devi aprirla.

– Come ti permetti? Mi sa che è meglio Ciro!

– Ciro è circonciso?

– Sì, Ciro è coinciso.

– Conciso.

– Con Ciro o senza ciso, vai a darlo via.

 

di Stefano Falotico

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Bona… “vita” con Totò, egli sa(peva) ove (am)mirare…, “cari ammiragli”, egli era “mirabile”


07 Nov

imperatore di Capri Totò

Povero “soldatino”, guarda Omar quant’è bell’…

Be(l)a di più la somara in Totò che guarda questi “faraglioni”, che bella “faraona” e va condita di altre patate e “salsiccia” da cui Il ratto delle Sabine, con tanto di Sabrina e Pampanini

Tu, invece, beccati una fig(urin)a Panini, e stai impanato da “paninaro”.

Rebel di (ba)tosta alla Chiesa, alla borghesia, a chicchessia ed evviva passar col g(i)allo di chicchirichì, mangiando arachidi da scimmia e seminando il panico fra gli scemi…

Questa è una giungla, la maggior parte delle donne so’ sceme e si smaltan le unghie. Io, da ungulato, mi “affilo” e me lo “affinano”, in quanto è tanto, lis(ci)o, e preferisco leccar l’alluce femminile alle leccatine ai duci. Duca dica!

Ché sopra la panca, la capra campa e sotto crep(it)a.

Trentatré trentini andaron a Trento, trotterellando, e il professor Zichichi è un amante di Iva Zanicchi, ché il cuore è uno zingaro e va… a cagar’? Cristo morì come Gesù, i poveri cristi crepan’ impal(l)ati, per emissione di sentenze… solo pen(os)e avrai, ebete!

Se ti ribelli, “bello” mio “trascurato”, quelli di danari ti daran del patetico. Saranno av(ar)i. Bastone di lor scopa a te bastonato. Meglio pigliarla a culo, pensa a divertirti, non ti curar di chi volle curarti, scurirti, lasciar che l’oscurità nel tuo animo puro t’annerisse al lor voler così “accertarti”, in una diagnosi accerchiarti e illividir la tua cera perché sei un “disturbato” e nessun lor cena oscena devi turbar’.

Loro vogliono sol di matte… voglie tubare, son esibizionisti da YouTube e ti ficcheranno in “preso per direttissima” nel canal… di scoli se non vorrai, come loro, usar la (mas)c(h)era e scollartela di dosso. Scop(pi)a a più non posso, (im)potente, o sarai abusato dal “potere”. Una scrollatina e, mi raccomando, stai ai comand(ant)i, non pisciar fuori dal vaso, altrimenti perderai il viso e avverrà il crollo da spacc(i)ato.

Guarda quella mignotta come se “li tira” e fa pur la spaccona oltre che la spaccata…

Ne ho visti a Bologna, di tromboni panzoni che, al Bazar Affari, bighellonarono dal lavoro, poi “comprando” un ragazzo che marinò la s(c)uola di questa scarpa(ta) di nome società, già sapendo che non poteva (s)calzarla. E che quel troion’ del Balanzone di Bologna, la grassa, di “grasso” e “lungo” avrebbe bruciato l’appena sbocc(i)ante lingua della violata giovinezza come un falò di vecchione arso vivo in mezzo a scop(piett)anti “fuochi” dell’umanità artificiale. Convenzionata alla mutua delle omertà più ammutolenti. La società che cerca subito, senza prove in mano, il suo “nano”, a onanismi sbrigativi del capro espiatorio per far felici i cap(oral)i. (E)mule! Scaricatela! Sfogo!

Ipocrisia nelle cappelle, scappellati dinanzi al cap(pi)o o impiccato sarai se non ti piegherai al conformismo deformante che rende gli uomini guidanti col cappello. Felice, (come) stai? Queste son le palle di Natale, un uomo addobbato e conciato a festa del suo Cristo. Così, Benicio Del Toro de La promessa vien immediatamente accusato solo perché è “tonto” e muto. Gioco facile, preda-vittima del solito sba(di)glio di massa anima(lizza)ta, ammazzante le coscienze indifese e “fesse” con un’altra (im)perdonabile offesa, tanto è un’altra fedina e pen(al)e della pratica “stringi stringi” s’arriva al “fallo” (in)compiuto d’archiviare un trombato, ché c’aspetta sol darsela di sì Do a gambe nel farci il “culo” del re(ato) pratico nel mangiarcela…, brindando, (ir)ridendo, condannando, (s)fottendo e finché la barca va… fai sì che in vacca sia tutta salute e farina del tuo sacco di merda a pel’ della scrotal sacca d’altri s(c)emi partoriti dalla madre dello stronzo è sempre incinta sul (t)rombar in macchine che siete, tutti “a novanta” se il capo vuole… un’altra (foto)copia delle (sotto)messe zuccherose. Vai, tutti in selle! Accavallate, cavalcatelo, non provar a scavalcarlo. Un caffettino e una nuova zoccola piena di altre zepp(ol)e, “dolce” con le zolle.

Che zuppa!

Sì, il si(ste)ma non cambia. Non agitarti, non voglion terremoti. Vogliono con fermezza che tu stia (in)fermo con le mani!

Sì, è un Inferno ma non far il 47 morto che parla. Gioca al 69. Se no, appunto, appuntatelo altrimenti l’appuntato te lo (s)punterà e, dopo tanti pugni, ti rimarrà solo una pugnetta di mosche(e). Getta la spugna e mangiati la “prugna”. Il comandante sta a prua e pure a “poppa”. Spolpando… Sì, tagliandotelo, finirai buddista, meglio comunque che musulmano con la sua moschea del cazzo.

Evviva San Francesco, ché parlava agli uccelli liberi!

(E)levati!

Stampini…, un nuovo festino, ecco Festen eppur io infesto.

In quanto mi piace esservi infausto, ché ai fasti “normali” ho sempre preferito zio Fester e ogni famiglia Addams che (non) si rispetti.

Petto in fuori, un altro crematorio for(n)o, ecco come (s)cremo.

Ecco lo scemo ed ecco il mio seme.

Meglio la serpe delle capre…

Ché la serpe ha i piedi caprini e come Klaus Kinski fotte la Caprioglio con tante capriole.

Aprendogliela anche con dell’olio.

Egli, di “codino”, alla massa non s’accoda.

Gliela… acconcia ed è tutto… che cola.

Come va? Obiettivamente… mal di (tua) pancia.

Ne hai “preso” un altro al fe(ga)to, stava nascendo e l’hai (in)castrato.

L’hai (s)fatto a polpette nel farlo “venir” come ogni pet(t)o di pol(l)o da nazista “bruciante”.

Ma io preferisco esser “mor(t)o” piuttosto che viver come te, porco e, quando sarò davvero morto…, tu lo sarai da un pezzo di salame in mio salmo. Salato, salito in uccello.

(E)saliamo?

Oh Dio “altissimo” del Cielo! Alé, è andata/o a puttane!

Ecco il salumiere che ha rubato la tua “carne”, cane, nella stessa macelleria ove appendesti la tua mortadella.

Ecco la “marmellata”.

E sopra la panca, la capra “campa”.

Meglio Capri, ove il Principe-Imperatore Totò fece bene a prendervi tutti per il popò. Che fe(l)ci azzurre, lavatevi!

Fate infatti tutti cagare, fall(it)i!

 

 

 

di Stefano Falotico

Teso di Laur(e)a


16 Oct

“Teso” di Laur(e)a, incentrata su un centrino del pizzetto da D’Artagnan su una donnaccia che mangia le pizzette col pizzo e anche col “bignè” dei cazzi cremosi

Adoro tutto ciò che è difforme dalla norma comune, guido in carreggiata contromano e sterzo ogni qualvolta una ragazza prova ad addolcirmi lo sterno se “spingo” troppo a “invertebrato” fludificante nel lavoro “balistico” mediano ad ala sinistra del pollo alla brace.

Sono un misogino conclamato, di “proporzioni” devastanti, ch’accresco con bilanc(ier)e oscillanti fra un perder peso da insonne sfamato e Nutella divorata su salame “piccante”.
Basculanti miei ormoni si calman per un po’, poi prendon di mira le laureande, per impartir loro mentali lavaggi a “lode” con d’aurei miei orgasmi (s)macchianti.
Sì, ficco il “calamaio” anche fra le brutte anatroccole, di fianchi lavoro sodo di dose come vuole il “simpatico” inchiostro del mio “calamaro” gigante.
Attenti al profondo rosso, se troppo aguzzi la vista, Nicolodi t’apparirà “attrazione fatale” in Dario Argento tenebroso, donna omicida, donna che potresti intravedere prima di “sgolarla”.
Come (in)castro io le donne fra le (s)barre neanche il cioccolato che lor “signoria” addenta perché le mestruazioni svolazzino via.
In men che non si “tiri”, lei urla e io, “indolore”, sguscio per altro tambureggiar di burro a penetrazioni lisce dell’olio di quando uno va su bellezze in carburar per nitore, odori e trombare a velocità Vin Diesel.
Premo il pedale, sfilo le loro pantofole, “calzo” anche le tope di biblioteca e poi regalo a codeste il mio “tomo” da studiar a “pappardella”. Sì, più me lo spappolano e più son “coglione”. Rimanendo all’asciutto di “credenziali” pur “dando una mano” a completare il lavoraccio. Son come 007, “agente” perturbante che vive sotto le muliebri acque, fra mulatte e mute che rendo “emollienti”, fradiciamente sguazzandolo in salir senza trofei da “san(t)ità”. Sì, pastrocchio di “farmi il culo” in maniera sporca affinché possa “inserirsi” integrata. Mi accanisco anche sulle anoressiche che mangian acida insalata a dimagrirle con integrale!

E me ne sbatto il cazzo se mi giudicate bene, male o di non classificabile pene.
L’importante è darci e fregarsene…, magnando a sbafo.

  1. Cani sciolti (2013)
    Prendi il cazzo più piccolo del Mondo, Mark Wahlberg boogie nights e il negro per eccellenza, il canile sa.
  2. Armageddon (1997)
    Ci vuole Bruce Willis ad allietare Liv Tyler di passeranno le nebulose.
  3. Con Air (1997)
    Il tamarro Cage è un grande.
  4. Last Vegas (2013)
    Aprirà il Torino Film Festival. Virzì definisce il suo Festival giovane, ho detto tutto.
  5. All’ultimo pugno (2013)
    Pensavo peggio, molto peggio. Invece, nella locandina, Bob fa la sua porca figura. Il suo fisico a 70 anni non è male, fa male.
  6. Totò, Peppino e la… malafemmina (1956)
    Facebook partorisce stalker muliebri e ninfomani un tanto a ora. Da me riceveranno solo lettere sgrammaticate.
  7. Vallanzasca. Gli angeli del male (2010)
    A Valeria Solarino, preferisco la solarità del mio.

Girare un film è


09 Jul

Sì, fratelli della congrega, la vita si prospetta dura e mancano le prospettive in (pietra)vista. Infatti, i soldi scarseggiano e i caseggiati, anche in affitto, costan troppo.
C’è da “mutuarsi” in qualche genialata per salvare appunto la baracca. Altrimenti, poi perdi la brocca e diventi un brocco. Di mio, mai mi bocciarono, saltai molte “frequenze” con libretti di giustificazione da “Non classificabile” ma adottai una strategia inversa al pensiero di massa.
Se pensi a piccoli passi, non ne fai uno in avanti, ma indietreggi nel “didietro”.
Sì, l’uomo avvezzo al “normale” adattamento non possederà l’acume mio labirintico dei neuroni saltellanti, la squisitezza con cui poco disquisisco nelle futilità m’arrivo al dunque “centrale” della questione: la Donna.
La Donna abbisogna di coccole, quindi vuol essere palpata prima dal corteggiamento lento lento e quindi puoi andar “spingendo”. Io pratico la zona mista, marco in difesa nel contropiede (s)piazzante.
Lei, stupefatta e impreparata alla contromossa, non resiste e posso segnare, “gonfiando” fra le sue calze a rete.

Sì, del virtuale ero stanco, così mi sfiancai… che fianchi ma tutt’ora arranco. Sarà colpa delle mie “palle” non rincoglionite. Funamboleggiano e schizzano veloci nell’andamento tattico nel tatto che “plana” di “allungo”.

Sì, ma è difficile comunque. Infatti, è come quando giri un film, il “montatore” rompe il cazzo e attacca male lo “scorrimento”. La pellicola salta e s’accendono le luci nel “mezzo” del momento topico.
Ah, questo cinema è una topa(ahia!), il buio avanza, l’interruttore non opta per le luci rosse.

Così, finisci nel trash e ti scaricano dal “Tubo” nel download più “Plus”. Tanto più che infatti non sta(i) su.

Consoliamoci con tua madre. Un Tempo era bella, infatti indossava la veste “di strascico”, adesso strascica e ha pure la plastica.

Insomma, sembra un blair witch project. Cioè uno pseudo Cinema buono a nulla. Questa sorta di film sembra un video amatoriale che girai l’anno scorso assieme a un canguro orfano australiano, raccattato nei pressi di Modena.
Piangeva e gli dissi: “Facciamoci una scampagnata”. Lui fu entusiasta ma capì che se sei nato canguro non puoi essere un guru ma soltanto una lumaca di Palinuro.

Un Falotico di Notte toglie le “mele” bionde “combinaguai”… Questo film è lapalissiano del “confetto”, leggete la recensione e giudicate in mia presenza


“Pazzo” cagnolino in qual guaio ti sei cacciato? Chi dice Donna, dice solo bionda. I danni son (irri)conoscenti per caso…

Da quale strano Pianeta spuntò tal sottovalutatissimo capolavoro? Dal cappellaccio “bifronte” d’un McNaughton John inaspettato, “prova del nove” che fu clamoroso “flop”, sia commerciale e sia a livello di “critica”.
Ma, a ben esplorarlo, sondarvi dentro or che il Tempo è più “obiettivo”, son ivi a scandagliarne l’intim(istic)a e romantica, nostalgica sua “infranta” memoria.

Ecco, John è reduce da Henry… pioggia di sangue di “vero pus underground”, masterpiece assurto in gloria dai cinefili di bocca buona quanto bistrattato, censurato, reciso, “oscurato”, discusso, linciato peggio dei “cannibalismi” di Lee Lucas.
Prima, “storica” incursione di Nanni Moretti nelle sue pause “vacanziere” da Caro diario…
No, a Nanni non garba la statura, in ogni senso anche prospettico d’attorialità, di Al Pacino, specie se è heat e si “scalda”, appunto. Forse, non ne tollera la recitazione finto-nevrotica di tecnica dalla sordina elegantissima anche quando “sbraita”, insegue la sua preda, ed è già insomnia nel manhunter, mio agente Vincent Hanna. Sei solo se a giudicarti è il borioso Nanni, bravino nel suo Cinema “al cappuccino”, psicologo della mutua che mi lascia perplesso, pessimo però come giudice dei nostri capolavori più amati.
Ma lo perdoniamo, erano strange days…

Sarei però davvero curioso di sapere se ha visto questo sbirro… addirittura presentato nel Concorso Ufficiale del Festival di Cannes del 1993. Proprio perché, dopo Henry, tutti nutrivano enormi aspettative sul nostro McNaughton.
E poi… per tanti poi… musiche di Elmer Bernstein, sceneggiatura di Richard Price, fotografia di Robby Müller e produzione esecutiva (udite udite) del grande Martin Scorsese.
Tant’è vero che il protagonista è Robert De Niro.

La prima geniale intuizione è ribaltare gli stereotipi delle icone. Infatti, De Niro non è affatto un gangster, come si poteva presupporre, bensì tutt’altro. Un timidissimo fotografo di polizia. Affettivamente più “cadaverico” dei morti ammazzati che immortala prima della loro “consegna” agli obitori. Dormicchia Bob, pigro, con un po’ di pancetta “tenera” e gli occhi da orsetto notturno. All’improvviso… la scintilla del “suo” equivoco esistenzialista.

Salva involontariamente la vita a un mafioso, il “temibile” Frank Milo/Bill Murray. Come? Murray nella parte del “picciotto?”. Eh sì, la contrapposizione di due collaudati “characters”.
Il “duro” Bob agli ordini della malavita “redatta” da Murray. Che follia è mai questa? Alla Mel Brooks? No, commedia nera dalla grandiosa “sordina”.

Film che ci sfiora nell’amplesso rovente con un’Uma Thurman debordante, madrina nella Madre Natura del suo seno esplosivo. Esorbitante e ottima. Bella to die for nonostante la scarsa docilità anche proprio del suo “caratterino”.

Il film passeggia, sta zitto fra scoppi improvvisi e ilari, il jukebox… just a gigolò…, la perfetta dinamica fra gli interpreti principali e le macchiette di contorno, cervi che appaiono sotto la Luna d’una piazzetta “metropolitana”, addominali “accidiosi” poi limonati e scopatona, virilità rivali dagli scontri divertentemente umorali, la scazzottata finale, la fortuna che bussa alla porta, la fatuità della fatona Uma, l’infatuato, “sbriciolato” Bob romantico, bicchierini sorseggiati in questo Mondo che, all’alba, come sempre gira.

Giostre e gare, calma e turbolenze da “maschi” orgogliosi.

Per il resto, un signor film. Per il “restante” McNaughton, salverei la splendida Ashley Judd di Crocevia per l’infernoe le tette tante… di Denise Richards in Sex Crimes.

Non ho d’aggiungere altro. Grazie, prego, buona visione.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Lo sbirro, il boss e la bionda (1993)
  2. Joan Lui – Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì (1985)
  3. Un turco napoletano (1953)

Robert De Niro al Bates College


21 May

De Niro, “neolaureato”, deride e sbeffeggia elegantemente il sistema scolastisco americano, ottuso.

Lui è la dimostrazione che essere geni non è prerogativa dei laureati alla Bocconi. Anzi.

La scuola ottunde, castra, plagia.

Votatemi, cazzo!


24 Feb

Oggi, alle ur(i)ne, vota la lista “Falotico”, per un Futuro ove chiunque sia libero da spauracchi e possa volteggiare d’avvoltoio nei suoi involtini in salsa agro-dolce…, e tifate per Bob De Niro agli Oscar

Prefazione “in ciclostile” d’un giovane pimpante che oggi va col triciclo e domani in BMW, acronimo di “Beate le minchie del W la vulva!”. Sono furbo? Certo…, sono la “volpe”.

Oggi, fratelli della congrega, c’aggregheremo per migliorare questa “pantomima” di Paese impantanato, ove le donnicciole infangano e poi van alle terme coi “fanghi” per poi coltivare il “fungo” del marito fra calli veneziane e un callo “profumo” noia e caligine, fenomeno atmosferico di come le mie palle non ci vedon più, causa nebbia “a branchi” che m’assediano incidentali del mio sinistro “temporale” nelle tempie troppo precipitose per una “serena pioggia” sulla di Lei “nuvoletta”, eh eh che diavoletta, domani io vi dico “Votatemi!”.

Bando alle baldorie, fuori i coriandoli, in gran coro di fighe c’accoreremo a malincuore delle malelingue. Sì, io uso la lingua orale senza la vostra oratoria, e vergo di mia “pugnetta” questo motto “su e giù”.

Basta con la pastasciutta, con la Santanchè, con le chiaroveggenze, con i cherichetti, i falsi cleri e queste tristi cere: è ora dell’Ultima Cena a tali cretini: fuori l’accetta, spruzziamo aceto a questi ceti, io dirigo da criceto, io aborro e non accetterò. Maddalena sa che che m’è “lento” perché la amo d’irruenza mentre Lei grida alla Renato Pozzetto un “Eh, la Madonna!”, e gli invidisiosi mi maledicono mentre Monica Bellucci, con me, è la Gioconda nel piatto delle mie “anaconde”. Sì, del mio cunicolo coniglissimo

Non regalate voti inutili al Grillo Beppe, il pagliaccio di Pennywise son io e ci tengo a rubare a Tim Curry perfino il pollo al limone su risatina da rosticceria cinese. Ah, vengo turbato da masse di stangone per culi da gustare.

No, non pensate che io scherzi. Ho mai mentito? Sempre. Oggi giuro vendetta e ieri si vendicarono di me, riducendomi un mendicante.

Ma, “fallo sta”, che le attrici porno, più per la “maggiorata”, mi contattano.
Credete che vi racconti “puttane?”.

No, tutto attestato da Twitter.

Ora, recatevi sul profilo dell’immenso fondoschiena “anal” di AJ Applegate.
Following-(a)izzatelo” e, oltre a sfilarle la gonna, peraltro molto corta ma già d’appetito per il “lungo” Erik Everhard, troverete la mia foto fra le sue “mutande”.

Provate. Andate avanti con le immagini del suo “profilo” e spunterà la mia immagine con la scritta “Fuck me, goddess!”. Sì, sono un poeta ma, per “dirla” alla Christian De Sica, quando ci vuole, ce vo’!.

Ecco, molti altri, quasi tutti tentarono d’accalappiarla e alcuni “la” retribuirono bene ma, nonostante pagarono, AJ non ne “venne” appagata.

L’unico, che la soddisfò, fu il Falotico, come si può notare dal suo “avermi archiviato” dopo la gran chiavata.

Invero, se ne sta “lì” fra tori porcelloni, mentre io (di)spero pensando al porcellino degli spiccioli nel salvadanaio. Più che un ano grosso, si prospettan anni magri.

Comunque, vi lascio nel dubbio. La foto è equivoca, è un piacere già che AJ l’abbia “inguattata”, semmai spalmandola, spumosa, nella sua gatta focosa.

Sì, vivo di sogni e, qualche volta, anche di “botte” che la mia (s)fortuna non me la dà.

Quindi, a voi elettori, do me come Cristo. Siate pacati e non Ponzio Pilato, ho già troppi pianti e piaghe…, anche “purganti”. Basta con l’Inferno! Posso almeno “alzarlo” per un Purgatorio? Pretendo, dopo an(n)i di gironi viziosi, una Beatrice.

Basta con Virgilio, basta! Che cazzo vigili?
Che vuoi vagliare? Voglio “ovularla”. Invece, mi preparerò un uovo strapazzato di mio pazzo non spupazzarla. Eh sì, la bambolina…

Ecco i punti su cui la mia lista sarà intransigente, sebbene sia “ristretto”. Sì, siamo concisi, togli le mani dal mio prepuzio, zia! La circoncisione non è “affar” tuo.

Sono un circense.

1) Se tu sei uno qualunque, almeno che tu sia qualunquista per una qualsiasi.

Applauso!

2) Se tua moglie vuole il mutuo, rendila muta. Sì, affidati alla banca dei pegni. Ti chiederà anche la banana, non in senso sessuale, ma da “sbucciarti” nella tua “macedonia”. Eh sì, ti credevi Alessandro Magno, mancano i soldi per magnarsi pure un americano a Roma.

3) Se sei un ghepardo, devi ottenere una leopardata.

Votatemi e, dopo di che, seguite gli Oscar. Vincerà De Niro.

Ho scommesso 30 Euro su di Lui, essendo vent’anni che non viene neanche candidato.

Quindi, i numeri del Lotto sono: “33, gli anni di Cristo, 47, morto che parla, 69, le primavere di Travis Bickle”.

Il resto, detta fra noi, mi pare una zoccola.

Anche se Elisabeth Shue di Via da Las Vegas potrebbe starci.

Sì, mi farà un pompino e si tramuterà, “orripilata”, nel poco depilato Jerry Calà, urlandomi “Fig(li)o mio, che sfigas!”.

A parte tutto, non cambio neppure coi carri armati, son io che mitraglio.

Sono questo, lo sono sempre stato? Non ti piaccio? Vuoi che migliori? Ah sì? Beccati questa miglioria di vaffanculo!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Taxi Driver (1976)
  2. The Untouchables – Gli intoccabili (1987)
  3. Ronin (1998)
  4. Gli onorevoli (1963)

Genius-Pop

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