Tom Cruise, l’emblema del robot di plastica, che negli ultimi anni è riuscito a cancellare con queste brutture che sta girando anche i film autoriali che l’avevano un po’ elevato, si è “lanciato”, senza “paracadute”, nell’affermare che il seguito di quella boiata edonista, guerrafondaia, militarista e reaganiana, che è stato Top Gun, adesso ha un titolo, ove tornerà il nome del suo “eroe”. Come se non bastasse ad ammorbarci con questa “notizia” devastante, tragica quanto la politica di Trump, insiste nell’asserire che il seguito avrà gli stessi toni, pomposi, trionfalistici, retorici, machisti, del primo, e che il cast sarà lo stesso. Insomma, vedremo una McGillis abbruttita dall’incipiente vecchiaia e un Val Kilmer post-“bombardamento” farmacologico dalla cura del Cancro alla gola, e soprattutto rivedremo questo topo platinato di nome Tom Cruise a guidare da “aviator” la ciurma di chi della vita non ha capito un cazzo, e si abbuffa di queste buffonate patetiche, superate, il peggio degli anni ottanta, che sono stati, ricordiamolo, una vera catastrofe per la cultura umanistica.
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Il viale del tramonto “Top Gun” di Tom Cruise
La carriera di Tom Cruise sta volando davvero basso/a. A picco cola verso sequel inutili, reboot, rifacimenti della sua faccia forse rifatta in frittate e pacchianate come La mummia, in cui dovrete, io no, sorbirvi un Russell Crowe decisamente appesantito per un film commerciale di “piega” adiposa. Decisamente imbarazzante per un ex sex symbol e ragazzo della 56a strada essere approdato a tali schifezze. Paiono remotissimi i temp(l)i di Eyes Wide Shut e il nostro “eroe” oggigiorno gira invece castronerie in cui tenta invano, disperatamente di riciclarsi. Fra mission impossible e riprese “spericolate” del suo ego miliardario, adesso arriva la notizia, quanto mai triste, che girerà davvero il seguito di Top Gun e che a dirigerlo sarà, con tutta probabilità, Joseph Kosinski, allettato dalla “star” Tom a suon di dollaroni. Un progetto su commissione, altro che appunto impossibili missioni. Ci manca solo un film in cui lo riprenderanno nella “missionaria” e saremo a posto. Insomma, Cruise oramai lo vedo “bene” a Sanremo, a cantare con Giorgia credo nelle lacrime. La fine prematura di un mito davvero mai maturato. Sì, potrebbe sostituire Ugo Tognazzi della “supercazzola prematurata”.