Sì, dopo lungo rimuginare, son addivenuto a una realtà inconfutabile: sono un uovo. L’uovo è fritto in padella, strapazzato ma anche alla coque, mie cocche. L’uovo bollito, con l’albume solidificato e non il tuorlo, spesso gira per casa a nudo torso, e si riprende in video a mezzobusto. Da piccolo, giocavo con gli arbusti, poi la mia anima si temprò nella schiettezza rude della vita e il mio cuore, spesso inasprito, giammai edulcorato nelle frivole ipocrisie, nella malinconia s’irrobustì. E vagai come un lupo mannaro in verdi prati della mia fantasia rosseggiante, vivendo oltre il tramonto, facendo del mio cuore un mappamondo, alle volte iracondo e altre volte giocondo, tuffandomi nel mare… dei miei sogni tristi e valicando i monti… del mio dolore insormontabile. E alcune donne, sopravvenuta che venne… in me l’età adulta, desiderarono che le montassi, eppur mai volli smontarmi in quel sesso godereccio così futile e vuoto. E non “lo” svuotai, continuando mellifluamente a cercare donne ignude in Celebrity Movie Archive, sito per ogni masturbatore convinto che può scegliere fra un carnet di carnali women da far invidia a Hugh Hefner. C’è un’ampia scelta, perennemente aggiornata e all’occhio indiscreto di quell’archivio non sfugge nulla, si va dalla magnifica Ashley Laurence di A Murder of Crows, ove spadroneggia in sesso interraziale col Cuba Gooding Jr. in un amplesso di rara sconcezza, assai disturbante, alla rossa Elizabeth Perkins di I’m Losing You. Scene che conosco solo io e pochi altri “adepti” dell’onanismo fiero di esserlo, alleniano nel senso di Woody, perché anch’io son intellettuale avvezzo a questa pratica così ostracizzata, per cui decenni fa ti spedivano in manicomio se la effettuavi una volta maggiorenne. Non discolpatevene, il sesso reale è quanto di più abietto e deludente possa esserci. La vera virilità, l’ardore puro si misura… nelle fantasie, nelle nostre proiezioni orgasmiche con la nostra ipofisi. Fidatevi, una volta avvenuta l’unione carnale, alla fine dell’atto sarete ancora più depressi di prima. Il luogo comune secondo il quale se sei depresso è adducibile al fatto che non trombi è a dir poco aberrante e falso. Sì, falso. Posso dire in tutta onestà che il mio cervello, infatti, patì pene… dell’inferno dopo che mi sverginai. A quel punto di “eruzione”, la mia mente collassò e tutto mi apparve sotto una forma animalesca e schifosa. Tutta la genuinità mia insita in un’anima illibata si disperse nella vacuità dissipatrice di una prima volta inappagante, oserei dire, alla faccia dell’osé osceno di chi si vanta delle sue conquiste sessuali, sconfortante, alienante, meccanicamente frustrante. Sì, il mio cervello da allora in poi vacillò e mi persi fra le brame concupiscenti di donne di cui finalmente carpivo, istintivamente, gli sguardi malignamente vogliosi. E cominciai a tremare di paura, il mio congenito candore ne risentì in maniera scellerata, ed è per questo che quando entro in un locale pubblico sto sempre attento a indossare gli occhiali, per celarmi dietro quel sintomatico mistero alla Battiato che fa credere alle donne che mi guardano che sono omosessuale e quindi non devono azzardarsi a provarci. Ah ah!
Che poi… a dirla tutta, io sono l’apoteosi dell’incarnazione dell’esteta. Dei film non m’importa molto della trama, tanto, gira che ti rigira, come si suol dire, le storie sono pressappoco tutte uguali, è come si mettono in scena a differenziare un grande film da una cosa scontata. In quella stupenda intelaiatura delle immagini, nelle loro suggestioni, è lì che il flusso cinefilo gode come un riccio. E non abbisogna di trombate e altre puttan(at)e. Sì, è in quella mistica estetica che il vero me stesso diventa qualcosa di unico e intoccabile. Ma che vuoi toccare, mio tocco…! Pussa via, zoccola!
Sì, sono estremista in fatto di Cinema. Vado sempre meno al cinema perché so che molti dei film che passano assolutamente non m’interessano. Non me ne faccio niente delle commediole all’italiana, dei film didattici, pedagogici, istruttivi, impegnati, sociali, proletari, borghesi e anche leghisti. Sì, ci sono anche i film leghisti. Prendete Renzo Martinelli: andai a vedere Barbarossa solo per constatare come Rutger Hauer si fosse rincoglionito. Da quel che sembra, a questo scemo del Martinelli non fanno girare più nulla. Meglio così. Dovrebbero proibirgli anche di votare.
Molti, infine, non si spiegano la mia folle adorazione per De Niro. Nonostante le boiate che ha girato e la sua anagrafe un po’ vecchiotta, nessun attore mi emoziona quanto lui.
Sì, perché questa è bellezza assoluta, cioè perfetta concordanza (a)simmetrica dei lineamenti, atipicità delle rughe, spugnosità liscia del viso, capigliatura leonina, un uomo dal fascino angelico quanto diabolico.
Ora, sto tornando alle mie vecchie passioni. Per Pasqua voglio regalarmi un lettore Blu-ray coi controcazzi, e certamente nella mia nuova collezione non devono mancare L’incredibile vita di Norman, L’uomo di neve, Assassinio sull’Orient Express. Ora, obietterà qualcuno. Ma come? Hai stroncato L’uomo di neve. Sì, non è granché, ma è da avere perché mi piace la confezione. Sì, sono pazzo, ed è questo il mio bello insindacabile. E poi io do fiducia a Tomas Alfredson. A prescindere dal risultato finale, vado davvero matto per la cura formale delle sue immagini, per queste fotografie plumbee e atmosferiche, per la sua lentezza…
E ricordatevi: nonostante donne, inculate, pugnalate, fregature e iatture, fatture e bollette, il Genius rimane sempre incorreggibile.
di Stefano Falotico