Posts Tagged ‘Tom Hardy’

Non tutti nascono Tom Hardy, molti si danno all’hard, i più al lardo


24 Apr

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Eh sì, “spinge” questo Tom di Venom. Anche se il regista non mi convince, Ruben Fleischer.

E non mi convince neanche Adriano Giannini come doppiatore italiano dell’Hardy. La sua voce, presa in prestito dal padre, e ringiovanita per differenza sua anagrafica, è crespa, pare quella di un Rust Cohle strizzato per le palle, e si ostinano ad affibbiargli Hardy che non gli appartiene.

Sì, Hardy piace tantissimo ai giovani. È tosto, cazzuto, un mezzo uomo borderline, un orso buono, probabilmente uno che, se vede un’hostess in minigonna, sa come farla “volare alto” senza bisogno di citarle qualche filosofo russo. Hardy incarna tutto ciò che un nerd medio non potrà mai essere. Il nerd è acculturatissimo, ogni giorno sbanda cervelloticamente di qua e di là ma poi, come Yotobi, sta sempre in pantofole con un’espressione fantozziana degna di una sorte migliore. Quella che i suoi genitori speravano avesse. Perché lo volevano pezzo grosso dell’alta società, e invece lo vedono “smanettare” giorno e notte sui Blu-ray e sui giochi della Playstation. E non sanno darsi pace. Ma come? Era un ragazzo così intelligente, doveva avere un futuro migliore, più soddisfacente. Più puttanazzone. Sì, poteva essere amico di Berlusconi, e invece ora è un mezzo sinistroide anarchico che non vota Salvini perché fascista, non votò Renzi perché pinocchiesco, e neppure 5 Stelle perché non nutre rivendicazioni sociali, sì, è mezzo disoccupato ma gli va benissimo così. I suoi coetanei son belli che sistemati, con un gruzzoletto mica male in banca, invece nostro figlio sta sperperando i migliori della sua vita a celebrare videoludiche virtualità, senza esperire neanche la materia prima che rende l’uomo “decoroso”. Cioè la figa. Sì, nostro figlio dovrebbe scopare più spesso, invece nella sua camera abbiamo rinvenuto dei film con Brandi Love, oh mio Dio, che vergogna! Anche onanista amante delle Milf, che schifo! È un degenerato, un pusillanime verso noi che gli abbiamo dato il nostro cuore e lui invece ci ha traditi con la più squallida stronza perché a lui così tira il culo… roba da matti! Sì, portiamolo da uno psichiatra, va corretto prima che sia troppo tardi, indirizzato alla rettitudine morale, e presto deve trovarsi un lavoro che faccia onore al nostro casato. Non può, è inammissibile, starsene sempre incassato, così soltanto umiliazioni incasserà. Quanto ci fa incazzare! Noi non lo capiamo. Deve svegliarsi e darsi una mossa! Ma non può stare con quelli della sua età a ubriacarsi, a fottersi qualche scema, insomma, non può godersela? Ci pare Victor Frankenstein della versione di Kenneth Branagh. Dove pensa di arrivare? Povero illuso. Che pena!

Eh sì, cari nerd, Tom Hardy è un warrior che rappresenta tutto quello che avete sempre sognato di essere e invece non sarete mai. Però tifate per lui, vi emoziona da morire questo mad max furioso, questo “badass” che sa il fatto suo. Sì, ruvido, grezzo, che non sai mai se ha la pancetta da birra o addominali troppo sviluppati. Sì, che look sbarazzino, da figlio di quella gran troia. Vai Tom, sei un mito! Gigante!

Di mio, non sono né Tom Hardy né uno da hard. Con voi, come lo sono sempre stato, devo essere schietto. Sì, qualche “filmetto” non propriamente da Oscar sulla mensola sta. Materiale “duro” che può sempre far comodo quando la depressione è talmente profonda e sei talmente moralmente integerrimo che non vuoi nessuna zoccola fra le palle, ma “tirartela” un po’… non farà crescere la tua autostima eppur ti darà 30 secondi orgasmici di “felicità”.

Invero, sono come Marlon Brando/Moreau. Esco di casa e benedico l’umanità di scimmie.

Perché io non lecco nessuno, non desidero bastarde leccatine, e me ne sto per i cazzi miei.

Poi la gente parla alle (s)palle. Me ne fotto! Hanno il prosciutto sugli occhi oltre che fra i denti. Insomma, il genio non si batte. Tu sarai pure ingegnere ma ogni lunedì sera guardi Montalbano. Sai che vita…

Molto meglio la mia, che mangia le banane. Ah ah.

 

di Stefano Falotico

Dunkirk, questo trailer è un inverno del nostro scontento


15 Dec

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Ah, è uscito il trailer di questo film molto atteso, non da me.

Ah, dame, Nolan ci dà questa schifezza con CGi e la solita freddezza, insomma, è ambientato in una zona nordica con Branagh il Bardo che rimembra il suo film invernale, auspicandosi che questo film sia (non) essere fra tante immagini evanescenti. Evento che cambiò il destino del mondo? E venti soffieranno contro Christopher, illuminando le testoline, anche i testicoli, di chi lo apprezza e continua ad appoggiare questi kolossal bellici, tanto bellicosi, brutti da sbellicarsene. Viaggiano ondate di artica decadenza tra esplosioni e liquame albino, no, marino in albeggiar di fotografia giallo-ocra virata al polmone, no, al timone della scempiaggine e del melodrammatico con moto triste cavalleggero andante svolazzante come Tom Hardy fuori posto in questo filmato alla mia anima ignoto. Notate come forse USS Indianapolis con Cage non abbia nulla da invidiargli in fatto di deflagrazioni ricreate a computer.
Insomma, allocchi, Nolan vi circuì e siete rimasti con acque alle gole perché questo trailer non mette acquolina al vostro fanatismo.

In fondo in fondo, oceanico, se siete survival a tal orrore, potrete aspettare il prossimo.

di Stefano Falotico

 

 

di Stefano Falotico

Balboa, Creed, Chris Nolan, Aronofsky, Miami e Colin Farrell, tutta farina del mio saccottino


07 Feb

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Miami, la città sfavillante delle notti inebrianti

 Miami, la perla cittadina splendente del sud marino e balneare della Florida. Che si staglia, coi suoi grattacieli futuristici, sull’oceano e che, ogni anno, è meta attrattiva di migliaia di turisti, perché Miami rappresenta il top del fascino urbano moderno. Dedalica, colma di lunghe highway, illuminata soffusamente da una Luna che accoglie le notti insonni e piene di divertimento dei sognatori che ad essa, lucente e ipnotica, approdano.

Miami, la ricca, la virtuosa, l’emozionante metropoli che è stata la location preferita (e come poteva essere altrimenti?) di molti film hollywoodiani. Citeremo l’esempio più eclatante. Chi non ricorda, ad esempio, quella serie televisiva ideata dal grande regista Michael Mann, Miami Vice, col dongiovanni Don Johnson? Poliziotto che vestiva camice hawaiane e, come 007, fra indagini detection torbide e sparatorie veloci, si consolava quasi sempre, a fine puntata, con una nuova bellissima donna?

Serie tanto fortunata d’aver indotto lo stesso Mann a voler dirigere poi lui stesso la trasposizione cinematografica, anzi, per l’esattezza, la geniale “reinvenzione” per il grande schermo, sostituendo Johnson con l’altrettanto macho e sexy, turbolento Colin Farrell. Il primo era “biondo platino” e con gli occhi chiari, il secondo invece mediterraneo e latino ma, in entrambi i casi, il personaggio ha fatto centro magneticamente.

Nella serie televisiva, andata in onda dal 1984 al 1989, Don Johnson veniva accompagnato nelle sue rocambolesche avventure dal nero collega Philip Michael Thomas. Che nel film invece ha preso i connotati del premio Oscar Jamie Foxx.

Senza dilungarci troppo, diciamo che, a parte i meriti notevoli di Mann, famoso per le sue storie adrenaliniche, furibonde ma anche magnificamente romantiche, il successo sia della serie che del film, ammettiamolo, è stato dovuto comunque in gran parte proprio a Miami in quanto tale. Difficile sbagliare, infatti, quando come ambientazione delle trame si ha una città che offre, mirabolante e luccicante, praticamente tutto. Una città già magica di suo.

Come detto, una città “sensuale”, lussuosa ma non volgare, la città di chi sta bene e vuole, soprattutto, stare bene. Una Manhattan allargata ma ancora, possibilmente, più scintillante. Crocevia di turisti, dicevamo, ma anche di commercianti, uomini di potere, di donne mozzafiato, di macchine, come in Miami Vice, appunto, roboanti e, come proprio la città stessa, di gran classe.

Miami, l’unica e inimitabile Miami.

Javier Bardem affianca Jennifer Lawrence nel prossimo film di Aronofsky

A Ottobre scorso, trapelò la notizia, adesso ufficializzata, che Darren Aronofsky, l’acclamato regista de Il cigno nero, stava preparando un film “misterioso”, “untitled”, per il quale aveva scelto come protagonista la sempre più lanciata Jennifer Lawrence (appena reduce da una trionfante vittoria come Miglior Attrice per Joy nella categoria comedy/musical ai Golden Globes di domenica scorsa).

Confermiamo, dopo i primi rumors, invece la news che vede Javier Bardem aggiungersi al cast.

Il progetto è però top secret, non ha, come accennato, ancora un titolo definitivo e sappiamo, al momento, solo poche tracce della trama: la stabilità di una coppia felice viene minata e turbata dall’arrivo di ospiti inattesi che sconvolgeranno il lor apparentemente tranquillo ménage.

Una trama che può ricordare altre pellicole a tematica simile, da Carnage di Polanski sino a Funny Games di Haneke.

Vi terremo, naturalmente, aggiornati presto perché, come detto, il cast ha per ora “solo” la Lawrence e Bardem come attori confermati ma, sicuramente, si aggiungeranno altri nomi importanti.

Rocky Balboa, recensione

Ebbene, mentre proprio in questi giorni, impazza nei cinema di tutto il mondo il settimo, avveniristico episodio di Guerre stellari, ho deciso di andare controtendenza, inaugurando la nostra nuova rubrica di Cinema con una nostalgica recensione, quella su Rocky Balboa, sesto episodio della saga stalloniana sul famoso pugile di Philadelphia, in quanto, è nei nostri cinema il già acclamato spinoff Creed.

Dunque, ecco a voi Rocky Balboa e la mia concisa, “fuori moda”, analisi recensoria.

Ultimo capitolo di questa saga, iniziata con fortuna nel 1976, col personaggio appunto di Rocky, subito diventato icona popolare e di enorme successo, conseguendo nello stesso anno un premio Oscar come miglior film, che diede il via a numerosi seguiti. Una saga costituita da ben 5 sequel, di cui quest’ultimo, Rocky Balboa, è, a mio avviso, secondo solo al primo, insormontabile Rocky. Infatti, dopo l’originale, Rocky diventa semplicemente una macchina per far soldi, “invincibile” a livello commerciale ma sempre più scadente sul piano qualitativo. Per il sesto episodio, Stallone, in questo film attore e regista, spiazza tutti, torna alle origini allestendo un film di particolare “effetto nostalgia”, commovente e d’eccezionale impatto emotivo. La trama è questa: Rocky è rimasto solo, dopo la morte di Adriana, e trascorre le sue giornate nella pigra indolenza, quasi ripudiato dal figlio (che sta facendo carriera nel mondo della finanza) e accompagnato nelle sue meste giornate dal fidato e malinconico cognato.

 

La sua unica attività, abbastanza deprimente, è quella d’intrattenere i clienti della sua trattoria, “Adrian’s”, ove rievoca agli avventori i suoi celebri trascorsi da eroe del ring. Il pugilato che conta è andato avanti però, lui è soltanto “storia passata” e, nel frattempo, impera un nuovo, brillantissimo campione dei pesi massimi: l’imbattuto Mason Dixon. Successivamente, a qualche “fan” ambizioso viene la geniale idea di allestire una sfida-simulazione virtuale, fra Mason Dixon e il nostro Rocky, come se fosse un videogioco, per decretare chi possa essere il più grande pugile di tutti i tempi. Il “gioco” lo vince Rocky ma, nonostante sia solo una simulazione, ciò scatena l’ira di Dixon e del suo manager che provocano Rocky affinché possa riprendere in mano i guantoni, alla sua veneranda età, e dimostrare “davvero” di essere lui il più forte.

Dopo l’iniziale titubanza, Rocky/Stallone accetta e decide di scendere sul tappeto rosso per una sfida “impossibile” per la sua età (?).

Intanto, s’intreccia una storia emozionante con una famiglia un po’ allo sbando a cui Rocky fa da mentore e che lo aiuterà, a sua volta, moralmente, ad affrontare la sua “battaglia”.

Alla fine, Rocky resiste e non va al tappeto, perdendo soltanto per pochissimi punti, ma lasciando intatto il suo mito, perché la folla lo acclama ugualmente, elevandolo a campione soprattutto di umanità.

Un gran bel film, ottimamente diretto.

Aspettando ora Creed, presto nei nostri cinema.

 

Dunkirk, ecco il nuovo, annunciato film di Christopher Nolan

Dopo il planetario successo colossale d’Interstellar, trepidanti, i numerosissimi fan di Nolan attendevano la sospirata notizia che stiamo per darvi, adesso, dopo le prime indiscrezioni, appieno confermata. Finalmente, infatti, dopo mesi d’interminabile silenzio, arriva l’entusiasmante, acclarata news che le riprese della nuova pellicola di Nolan inizieranno parzialmente a breve, cioè a maggio dell’imminente 2016. Nolan, invero, in accordo con la Warner Bros, che la produrrà, aveva già stabilito la data d’uscita nelle sale, confermata per il 21 Luglio del 2017.

Da fonti attendibili quali “Variety”, ne apprendiamo il titolo e la trama.

Il film si chiamerà Dunkirk e narrerà dell’epocale, storicamente vera evacuazione militare di un manipolo d’eroi, durante la Seconda Guerra Mondiale, avvenuta nella città omonima.

Un war movie, quindi, ambientato nella città su citata, che racconterà la famosa Operazione Dynamo, che si svolse per otto lunghi giorni e salvò “miracolosamente” la vita a ben 338,226 soldati.

Sappiamo anche che si stan subito intrattenendo trattative per affidare i ruoli principali a un ricco cast che, sino ad ora, comprenderebbe già i nomi assicurati di Tom Hardy (frequente attore “feticcio” di Nolan, col quale ha girato, come sappiamo, Inception e Il cavaliere oscuro – Il ritorno), Kenneth Branagh e Mark Rylance.

Il film sarà infine girato in IMAX 65mm.

Una notizia grandiosa, al contempo “spiazzante”. Dopo i fumetti e la fantascienza, nessuno infatti s’aspettava che Nolan avrebbe girato un film di guerra.

Fiduciosi, non ci resta che attendere ulteriori, entusiastici sviluppi.

 

tutti di Stefano Falotico

Revenant, videorecensione di Francesco Alò da Bad Taste


17 Jan

Credo che, indubitabilmente, andrò a vederlo ma il film, sin dai primi trailer, non mi convince(va). Spero che non sia una paraculata come la definisce il nostro amato Alò, ma credo che invece, purtroppo, lo sarà. Il mio tifo, agli Academy Awards, andrà per David O. Russell, escluso ingiustamente per il magicamente lynchiano Joy. A voi, adesso la prole, no, altre parole. The Revenant, a mio avviso, pur non avendolo ancora visto, si prospetta, diciamocelo fantozzianamente, come una cagata pazzesca. Basta la fotografia naturalistica e una recitazione poco naturale per sbancare agli Oscar? Per Hollywood sì, per me no.

 

The Drop, Trailer, last Gandolfini movie


04 Apr

Warrior(s), conosci il tuo nemico


17 Jan

 

Sempre guardinghi noi lupi.

“Mad Max” (Hard-y) sta tornando


05 Jan

 

Interceptor-alo!

Batman – “Look… at me”


16 Sep

 

Dopo la recensione…

Le feroci (scorri)bande dei fuochi “fatui” di Bane, infatuato di Batman, che gli rifilò un patto col suo “Demonio”, sì Faust

Ecco che parli del Diavolo… e spuntano le corna. Sì, ce l’ho in testa, e anche in mezzo alle gambe. Tra fedifraghe, traditori e fraudolenti, Io sono il corvo che ti “gracchia” un “Amen, a me tutto, a te il lutto”

Così, le burle del “bullo” Bane, un “possente” vanitosetto per nuovi codici militareschi d’un trono alquanto sdrucciolevole, si “sciolsero”, “arse” nel pugno allo stomaco, d’un “rinsavito” Batman, “castigato” dall’irruente e troppo frettolosa invidia di costui, che fu, come in tutte le vendette “fredde”, d’un bacetto soffice al suo cranio, “pelato” soprattutto nel cervellino, tanto “strategico” quanto poco accorto a non rendersi conto, d'”autoscontro”, che il “tal”, molto più alto (sì, la levatura morale e istruita del Principe), era già appunto rinato prim’ancor che, momentaneamente, lo “spezzasse” ancora per la famosa “ricaduta” nel precipizio delle nere “depressioni”, quel pozzo oscuro che non avrebbe mai più rivisto la Luce e, invece, scal(d)ando una montagna da Sisifo fra i suoi tifosi, riscattò a riscoccar sfavillante e brillante come un Tempo “dimenticato” delle sue origini poetiche ed epiche.
Per una nuova epopea in questa epoca ove gli illusi e gli impostori pensan di “trionfare” con i “colpi bassi”, le offese, le umiliazioni, le “prigionie” ingiuste e i ruoli ribaltati, ove lo scemo del villaggio ride la sua “allegria” (momentanea e demente, ecco…) non sapendo che, dietro la sua losca “figuraccia”, si “nasconde” proprio colui, l'”intrappolato”, che gli “scodinzola” un dolorosissimo: – Buonasera, mi auguro che la sua Notte sia colma di sogni tranquilli. Il tuo sogno, e questo è il colmo, era rovinarmi nel “macero” e bruciare le mie passioni. Sa(i), sono di nuovo qui, più in forma di quando tentò (e malissimo gliene colse) di rendermi “deforme”. Che dice? Ci battiamo ad armi pari? Che fa? Sta tremando? Permette un ballo mio “bello?”. Non è che imbroglierà anche stavolta con le sue chiacchiere e bugie grosse quanto la sua boria di “petto(rali)?”. Vede, “signorino” Bane, può pigliar per fessa sua madre, quella povera disgraziata che la partorì nel suo incubo peggiore, ma qui si trova un Uomo più grande e robusto, nella Costituzione, di “lei”, e le converrà correr in ritirata se non vorrà riirar presto, ben che le vada, la sua “invalidità”. Poi non le “tirerà” più, eh? Mi dia retta, torni a casa, si costituisca e assuma un forte, “forzuto” tranquillante, così la prossima volta non si sforzerà di architettare un piano “regolatore” alquanto sregolato come la sua pazzia.
– Io mi son sempre guadagnato la pagnotta, mio Wayne. E ora la città è mia.
– Sa, a quest’ora il forno è aperto. Non è che posso offrirle una cioccolata calda? Aiuta l’umore quando i “topi” di nostra “conoscenza” son rumorosi. Si moderi, Bane. La gente sta dormendo. Che sono questi modi? Stia composto. Le sembra giusto urlare quando anche gli uccellini più discoli son ora posati nella sonnolenza su queste belle fronde? Mica le sue frodi. Lei è un baro, un barbaro, un burbero. Sì, dietro questa sua posa da maschione, secondo me, quando si “apparta” nella sua stanzetta, gioca con le “Barbie”. Suvvia, me “lo” dica tutto. Siamo fra uomini, no?
– Io sono il Man!
– Ne siamo sicuri?
– Certo.
– Il doppiaggio italiano la rende un tonto. Mi consiglia la versione “originale?”.
– No, mi va bene Filippo Timi.
– Ecco, guardi. Nella vita “reale” balbetta, come attore non “glielo” discuto. Ma ce “lo” possiamo dire? Le ha “dato” il peggio di sé. Qui, è proprio un idiota.
– Scusi, Batman… non ho capito tutto questo giro di parole. A cosa vuole arrivare? A che gioco sta giocando?
– A questo? Visto? Sentito?
– Oh, cazzo. Questo si chiama botta tremenda.
– Ecco, mi ha(i) costretto.
– Ahiaahi, basta(rdo), no, aiuto!

Per chi non l’avesse letta, adesso può videoascoltarla. Speriamo non la veda Bane, altrimenti si scotterà:

 

Lo spettatore “medio” veneziano è un “Pollicino” da dito…, ecco bravi, tanto “buoni”


09 Sep

 

La migliore “Regia” va alla mia “Copp(i)a Volpone”

Scorazzando per Lido, “incappai” fra varie gambe, che “attanagliarono” la mia morsa, “ferendo” nel “non plus ultra… Man“, e con “classe” celeberrima vinsi il “Leone d’Oro”, nello spogliarello della “premiazione” di donne “gentili” che, dopo avermi denudato, “accavallarono” le loro corna, masticando “dolcemente” vari croissant, assai “croccanti” dopo che “le” infornarono” nella “mezzaluna” della “Poteva andare in prostituta, invece siamo intellettuali tristi. Dai, amica mia, dammi un bacetto sulle guanciotte e facciam sbiboccia, cantando l’appassionatamente di chirurgia plastica per tirarla e pasticche per star su, stirandocele”.

Sì, fra i vari ritardati cronici che infestano, “festosi”, la Laguna, senza dubbio mi distinguo, per compostezza “rilassatissima”, tanto che se uno mi provoca, poi non apre, non solo più bocca, ma neanche la patta dei pantaloni.
Incastro ogni “cerniera” senza bisogno di “mozzarglielo”. Perché se ha una faccia da mozzarellone, non è necessario esser cattivi imboccandolo di “formaggini”.

In quest’umanità allo sbando, sì, fisso lo scemo per il suo “occhio sinistro” e mi catapulto nella sua ottica distorta, “rafforzando” le sue vigliaccherie, a tal punto (di sutura dolorante da “cotone idrofilo”, sì, tanto è ovattato tanto è ottuso di contundente da chi gli spacca i dentini per apparato gengivale da “disinfettare” salvo ascessi) che, stremato, non può che tremare e scappare, spaccando tutto per la vergogna ignobile d’avermi affrontato con siffatta prosopopea.
Sì, me “ne” pippo tante, un po’ Goofy come il “cane” della Disney, un po’ nelle “topoline“, fra un paperino che prendo per una giovane marmotta e un’altra che monto(n’) di “panna”.
“Zuccherando” nello “smutandando” anche solo di Sguardo “invadente” ove l’inguine può inguaiare se è spos(t)ata e suo marito è “micidiale”. Sì, un coglionazzon’ che fa l’impiegato e “ficca” (con) Bon Jovi in autoradio, ma con du’ coglioni così nonostante la moglie preferisca le palle degli altri.
Tanto moscio quanto “duro”, l’ossimoro di chi ti rompe le ossa.
Sì, come no…

Molte “ragazze-minchia”, espressione “romana” di come son “puttanesche” d’ingenuo “darle” e pomiciar col Pomì, l’italianissima, “trentennal'” salsa e polpa dei “pomodori“, tentano di darmi del “fallito”. Ma apro l’impermeabile e sconvolte “ammirano” tutto il gioiello del falotico mutar alla Montale.

Sì, corteggio una signora fighissima con quest'”apostrofe” per ogni amante che sa come in culo non se la farà, ma lì lo prenderà: – Ti voglio, lascia stare quel quarantenne, non vale il mio valore qua in mezzo”.
E Lei, molto “cortese”: – Mi lusinga, ma ho quindici anni più di te. Capisci che sono “grande”.
– Sì, ma tu sai però che io ce l’ho più lungo di 20 cm?”.
– Lurido porcello, a cosa alludi? All’uccell’?.
– No, allo spassarmela nella passerin’. Non tarparmi le ali, involiamoci nell'”involtino”.

E così, sbeffeggio tutti. Un tale, un torinese “spietato“, fa le corse dalla Sala Grande al PalaBiennale, scrive come un “dannato” ma sempre più “an(nu)al'” è la sua vita d’accoppiamenti promiscui, di orge miste e minestroni senza peperoncino.
Sì, è là che loda e va in brodo di giuggiole, ma mi chiedo: “Se gli piace il sofisticato, a quando un’esistenza che non sarà… ficcata/nte?”.

Vi lascio su questo dubbio, e auguro agli imbecilli “Buona fortuna” che, a conti (s)fatti, è l’unica “congratulazione” d’una  mai vissuta.

Oh, almeno questo vogliamo pure “concederglielo?”.

Già, una pensionata frigida mi disse “incazzata a morte”: – Basta adesso, vedi di “fartelo”.
E io: – Certamente, sarà “fatta”. Tu vedi di farti quel flaccidon del tuo compagno(n’).
– Ma io ti spacco la faccia.
– “D’accordissimo“, però deve sapere che sono l’unico Uomo che può essere sia Batman sia Bane. All’occorrenza, sotto il “muto” c’è “tutto”, e sotto i muscoli c’è quello ancora più indistruttibile, meno evidente a prima vista ma “a bel vedere”.
– Ah, ma tu allora sei “schizzato” veramente!
– Sì, non canto con Venuti il famoso “ritornello” che “fa” così:
il cielo grida il tuo nome, la primavera mi risveglierà come un fiore…, come un fiore…
Però “vengo” molto più dell’altro “pezzo” a “lei” mancante: riflettono l’essenza, adesso stai fingendo…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

    1. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
      Rino Gaetano canta, di Notte, con Catwoman: “… c’è un mondo diverso e fatto di sesso!”.
    2. The Master (2012) Riflettete:

  1. Rocky V (1990)
    A chi dai del “cocone“, ebete cotonato?
  2. Il cacciatore (1978)

Il mio video Super Neo, sì, Matrix deniriano, sul Batman di Nolan, guardatelo


12 Jul

 

Eccomi, care coccodè, e voi pulitevi nel bidet!

Dopo innumerevoli salvataggi e fallimentar “riempire” il “vuoto” senza una donna alla “Zucchero“, ne ho montata qualcuna, dolcificandola, e ora vi offro questo montaggio “dolcetto” e un po’ Halloween alla Max Cady, firmato “ne(r)o” su Torino, del mio “impersonificarmi”, e ficcar talor anche di buon’ora, nel Cavaliere Oscuro.

No, Napoleone non è morto, o forse sì, io, dopo il mio “autoesilio” senza l'”isola” di Elena di Troia, son tornato, “cagacazzi” miei. E ora son “amari”, per tutti.

Vi avevo promesso una clip su Batman, e io sono il Jack Nicholson di The Pledge, ma con l’acume di William Petersen manhunter, psicopatici fottutissimi!
Lo sciroccato che volle “pedofilizzarmi”, avrà meno gatte da “pelare”, la mia patata da sbucciare, e il mio pipistrello gli rastrellerà, in pancia, un altro bel “libricino”, come da leg(g)enda.

 

 

All’imbecille che mi dà la caccia da una vita, perché considera il mio genio una “malattia mentale”, consigliamo questo tribunale scorsesiano.
Ce l’ha centomila euro nelle sue “palle?”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  2. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  3.  Taxi Driver (1976)
  4.  Halloween. La notte delle streghe (1978)
  5.  Halloween. The Beginning (2007)
  6.  La casa dei 1000 corpi (2003)

 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)