Il Cinema di quest’anno, contraddistinto(si) per il “sano” nichilismo che sta pervadendo i nostri animi affranti, delusi, inascoltatamente rabbiosi, dunque ancor più dagl’ignoranti scheggiati
Sì, un filo conduttore ha percosso, sì, come un’elettrica scossa, il Cinema di questa quasi stagione trascorsa. Ma è soltanto il riverberarsi, non d’una tendenza modaiola, bensì di un’esigenza oramai divenuta credo l’ultimo anelito, sospirante fievole perché tanto anche questo slancio vitalissimo, adirante e, logorandoci, lucentissimo di sentirci ancor vivi, viene “morigeratamente” schiacciato dall’imperante qualunquismo e dalle mentalità “intransigenti”, stagnanti, menefreghiste e lerce del comune vivere “cheti”, sempre prodighi nel fingersi remissivi, “savi”, corretti, “simpatici”, buoni(sti), “bravi” al ruffiano farsi “piacere” l’andazzo ché tanto non puoi cambiarlo e allora meglio adattarsi subito se non vogliamo poi subire il contraccolpo dell’essere emarginati, dunque non essere noi stessi, perché se ti ribelli, se anche tenti di non farti “attentare” nella tua anima morale da questo tripudio putridissimo di “direttive” che si professano ipocritamente “rette”, se non ti “sporchi” anche tu nel processo “naturale” esacerbante, se non ti fai travolgere dall’incitazione al consumare, mangiare e non pensare, ché pare un obbligo attenersene e un “delitto” gravissimo disincagliarsi dal (de)corso dei “normali” percorsi, ché è tutta fatica sprecata riflettere tanto non importa nulla a nessuno, (non) ti cagano… in testa e, se provi semmai pure a ribellarti, allora riceverai pugni e basta(rdi), perché fuori dal vaso hai pisciato “osceno”, ché devi “gustare” solo le cene già (as)servite dei ta(g)li a questo sistema, ché ti è chiesto solo di “timbrare” il “cartellino” dell’ameno “inserimento”, amen, burocratico, un mondo dove sei tu che “dormi”, un mo(n)do dominato dalla solita conformista casta “castissima”, “giusta”, di “bon ton”, abbottonata e dunque a noi angusta. Perché no, perché sì, siamo così e ci piace non corromperci, noi ci e vi rompiamo e quindi “brindiamo”, semmai anche sconsolati ma Dio renda grazia al non triste arrenderci, esaltiamo anche il non credere a nulla, proprio perché credemmo, non crepammo, “come tutti”, dentro, non desideriamo farci… grigliare dalla carne che meccanicamente avanza, da questo nastro trasportatore della catena di montaggio puzzante indifferenza, pigrizia, astensione totale, (dis)armante nel suo vuoto co(s)mico ch’eppure fa tanto “è sempre andata in questo modo, perché darsi pena? Divertiti!”.
No, insistiamo e, fortunatamente, il Cinema di quest’anno è dalla mia parte, così come lo è con chi la pensa come me.
Nel giro di contemporanei… pochi mesi, abbiamo assistito a film, a prescindere che piacciano o meno, opinabili o (in)discutibili, che non vogliono proprio insegnarci “niente”. Sputano, lacrimano, sembrano cristologie atee del nostro tempo agnostico. Film della nostra (c’)era, plasmati a viso aperto sul disincanto amarissimo delle vostre cere, dunque perciò brillantissimi poiché ascendono in auge d’aura sacrosanta nostra ideologia stampata a vostre faccette “linde”, eh sì, le “emoticon”, ficcata in cul arrosto nei vostri an(n)i da inutili “lavoratori” di questa creata, cretina vostra società.
Sì, non c’è da stupirsi, c’è da incazzarsi anche se chiameranno qualche centro di salute mentale perché abbiamo “sbroccato”, abbiam dato di “matto”, no, non si può… che figura stai e stiam facendo, miei “creduloni”, a svelar “scabrosi” la verità. No, il mondo “con le palle” deve perseverare nell’“opera” porca della macellazione scagliata di scannamento contro noi che vogliamo conservarci integri. Così, ti urlano “Come godiamo, ti sta tutto…, ti abbiam distrutto, così impari a rispettare le regole… fasciste, dormi caruccio, dormi tesoro, se vuoi possiam al massimo addolcirti un altro po’ con del ciuccio, oh mio ciuco, lecca il nostro gelatino ché noi ce lecchiam tutta… di filato zucchero, guarda come monta…!”.
Sì, se vuoi vivere così, con dei valori ferrei, inevitabilmente sei costretto ad allontanarti dalla “maggioranza”, capitana, che non vuol sentir ragioni, capito? Poi, qualcuno par che ti capisca ma, dopo averti ascoltato per un po’, anche lui si “rompe” e dunque, c.v.d, ti piscia. Insomma, un ipocrita peggio degli altri. Almeno quelli son stronzi dapprincipio, delle merde che han sempre galleggiato… questo no, è la merda più “profumata” ché davanti ti alliscia e da (di)dietro te lo “striscia”. Perché anche lui se ne frega… tante e gioca da “va(i) col liscio”, sodomizzandole, al gioco soggiogandole dello “struscio”. E vai di coca, e noi invece rimaniamo i cocchi del mettercelo lor in cu(cu)lo. Cazzo.
Ma che “bravi”.
Ma in fondo hanno “ragione”. Come puoi dar lor torto? Fanno bene nel pigliarci a torte in faccia. Eh sì, se ti ribelli, ricevi solo “ritorsioni” e maggiori umiliazioni dalla mentalità che va per la maggiore.
Basta lamentarti, qui hanno da “faticare”. Appunto, devono farsi i culi…
Si capisce. Capisc’?
Così, apri YouTube e noti che i video “shoeplay” ottengono un sacco di visualizzazioni. Sì, questi, dopo giornate davvero “pesanti”, filmano le caviglie delle donne che fanno apri-fuori dalle ballerine o da scarpe coi tacchi che ti “spaccano”… i pantaloni aperti, offerte in “sacrificio”, a mo’ di orifizio da “fini orefici”, nel “darle” a masturbatori su(dati) e giù “spettatori spettabilissimi”, sbirciandole col cellulare, (ri)prendendole di vene attizzanti al raddrizzarti l’uccellino (s)pompato dopo tanto aver lor(di) lavorato “duri”, per consegnarle “in mano” ad “anonimi” dello “scrutinio” smutandato ma “privato”…
Così, toccandosi, nessun può toccarli. Noi siamo i “toccati”. Eh sì.
Così, cerchi ex conoscenze tramite il “digitarle” su Google e scopri quanto ancora vivono da “onesti” e (nei) retti(li).
Sì, alcuni, han messo su delle compagnie teatrali ove leggono i testi(coli) di gente morta in guerra. Diari di bordo per far sì che i lor leccaculo l’imbrodino col “plauso” alla loro “bontà”. Perché guarda come son in gamba e pii a dar “voce” ai morti.
Eh già. Tanto so’ morti, prima li hanno ammazzati con la loro mentalità bell(ic)a, poi c’han rimesso le penne ma si pulisce tutto con la “remissione” in false messe. Ora, vado a rimettere…
Sì, son quelli che trovi ogni domenica in parrocchia, finito poi di “scambiarsi i segni di pace”, escono “solari”, “illuminati”, vedono il barbone fuori dalla chiesa e lo carezzano, dandogli del “misero” Euro nell’intanto pen(s)are “Dio Cristo, che povera creatura, oh, beati noi ché ora c’aspetta il pranzo di patate…”.
Questa gente ha rotto il cazzo e stavolta ha trovato me.
Mi “travolgeranno”. Pensano questi… “composti” pastori…, ah ah, molto omertosamente impostori.
E mi rideranno, (scom)pisciati.
Sì, ok, accetto la merda ma prima prenditi nello stomaco l’accetta.
Questo è l’agnello del tuo aceto. Dai, ora mi “accetti?”.
Ah no? Allora, dammi dell’accattone. Sì, lo voglio… La tovaglia, imbavagliami.
Dammi d’a(si)no perché (r)aglio, perché non uso il tuo “olio”.
Odiami, d’altronde tu sei un “diamante”. Dai, dai. Prega il tuo “dio”. Lui dà, lui “lucida”.
E gridami “Taci e che Dio t’accid’!”.
Così, scopri che quello è diventato un “giornalista” e, come i suoi genitori che leggono i diari dei morti, poi andando a casa mangiar la “mortadella”, scrive un post da rest in peace James Rebhorn.
Ecco, James Rebhorn di Scent of a Woman è lui e tutta la sua razza.
Ti è piaciuta la sparata?
Questo è un modo per “non crescere?”.
No, è un modo per tagliarti le “palle”. Per (non) fartelo.
Sì, fammi il “piacere”.
Io resto questo. Non ti piaccio? Piace a me. E male a te! Adesso!
Si salvi chi può.