Prefazione pindarica, immersa nelle notti veneziane della mia vacanza non tanto da lupo solitario, bensì da leone scatenato
Ebbene, la nostalgia di me si sta nuovamente impossessando della felicità oramai scomparsa che negli scorsi giorni vissi. Da ieri pomeriggio, sul tardi, infatti il mio Festival è finito. O, se preferite, finì!
Molti mi urlano che sono terminato ma io vi dico che la mia vita è soltanto nuovamente iniziata e non più sarà nel mio animo infilzata.
Magari… perché sono ben conscio che l’esistenza mia, così come la vostra, miei poveri illusi, ci riserverà ancora tremende mazzate.
Sì, funziona così anche quando sembra che tutto… funzioni. Eh già, credi di aver fatto colpo su una, lei ti lascia il suo numero di cellulare ma poi scopi, no, ma manco per il cazzo, scopri che, dopo l’entusiasmo iniziale, per sbaglio lei accese un vocale mentre le partì un orgasmico urlo con uno dei suoi innumerevoli uomini semi-animali forse persino di minore uc… lo.
Madonna, che botta bestiale! Ah ah.
Sì, non sono mica un nababbo come molti viziatelli che possono permettersi il lusso di stare al Lido per tutti gli undici giorni del Festival, vigilia annessa poiché il Festival partì il 28 Agosto con la proiezione di primissima mattina de La Vérité, dunque, a dircela tutta, come me foste già in hotel la sera prima. Ah ah.
Io la passai in bianco, andando a letto tardi, fumando un intero pacchetto di sigarette tra un caffè e l’altro, dialogando su Facebook con amici e conoscenti al fine di metterci d’accordo su come e dove incontrarci il giorno successivo. Invero il giorno stesso in quanto, come detto, la notte già fu tarda, praticamente io quasi feci l’alba. Ma mai mi farò la Parietti. Chissà. Di viso è invecchiata e troppo magra, di fondoschiena ho notato dalle sue recenti foto in spiaggia che sta messa ancora ottimamente per una serena botta a 90.
Semmai anche per un giro in barchetta nel portarla al largo. Spero di allargargliela, allagargliela. Cazzo! Non ho i soldi per lo yacht! Porca mignott’!
Sì, c’è chi ha successo e a chi tante ne successero. E comunque la vita non è fatta solo di sesso. Voi, miei ossessi, ne siete ossessionati.
Anche io talvolta mi fisso sebbene fare il fesso quando non hai una fessa è un buon modo per fumare, appunto, una calda sigaretta, aspirando la vostra cenere da peccatori già nel cuore bruciati e probabilmente corrotti, oh sì, miei insetti infetti. Datemi ora un confetto e lecchiamo assieme la confettura.
Fregandocene delle fregature!
Meglio sembrare un inetto quando non puoi leccare una tetta e (non) dormirsela sotto un tetto piuttosto che farsi l’amaro fegato a fette.
Ah ah.
Sì, a proposito di fettine e gran pezzi di carne, vi racconto questa.
Qui si passa dal presente al passato prossimo, dalle fette biscottate a quelle spalmate, dal remoto all’anteriore e poi al posteriore in un batter la fiacca!
Due di notte. Mi svegliai di soprassalto a causa di un incubo mostruoso.
Sì, sognai Gioacchino camuffato da Joker che ordinò a degli infermieri di saltarmi addosso, di tenermi fermo, d’imbarcami, no, imbracarmi in una camicia di forza e di sbattermi in manicomio, sedandomi come un cavallo soltanto perché scrissi all’account Instagram di Joaquin Phoenix stesso in persona che Rooney Mara me lo scioglie più dell’Oceano Atlantico.
Joaquin s’incazzò come nel finale di Joker, appunto. Diede, come si suol dire, di matto.
Sudai freddo e poi, in viso paonazzo, al risveglio urlai:
– Cazzo, non sono pazzo!
Ah ah.
Al che, in tutta fretta, in pigiama aprii la porta della mia camera.
Già vi dissi, giusto, che alloggiai in un albergo col soggiorno e l’angolo cucinotto-cottura in condivisione?
Sì, mi trovai dinanzi a un uomo anzianotto quasi completamente ignudo. Soltanto in mutande, anzi in tenuta da mare con costumino iper-aderente da cui s’intravidero le sue palle fumanti… per via del caldo asfissiante.
Un uomo dal petto villoso, un essere scimmiesco, insomma.
Il quale, convinto che tutti dormissero pacifici, nel mentre che mangiò come un ludro, rosolando in padella salsicce e inghiottendo un petto di pollo con patate fritte, m’apostrofò in modo da lui ritenuto appetitoso e tosto:
– Salve, ragazzo. Hai fame?
– Ah, mi scusi. Mi spiace averla disturbata. Torno a dormire. Volevo solo bere un bicchiere d’acqua.
– Figurati. Mangia con me! Diamoci del tu.
– No, grazie.
– Anche tu sei qui per il Festival? Io e mia moglie pure. Siamo dei cinefili onnivori. Siamo cannibali un po’ di tutto. Io adoro i film noir ma anche le commedie con Vincenzo Salemme, magno prosciutto e salame e odio gli attori con le facce da pesci lessi.
– Capisco.
Tutti gli spoiler di Joker che nessuno vi disse nelle recensioni online ma io ve li dico a costo di farvi andare storto, in un sol boccone, ogni sorpresa
Partiamo dal teaser trailer. Bene, nel film non c’è la scena del teaser in cui Joaquin Phoenix balla con sua madre. Neppure quella in cui la aiuta a farsi il bagno.
Todd Phillips deve averle eliminate dal montaggio finale. In verità ci sono, ah ah.
Nel trailer finale in italiano perché quando Arthur Fleck s’esibisce nel locale da stand–up comedy la sua voce rimane quella di Boccanera? A me pare la sua, non quella di Adriano Celentano, no, Giannini, il figlio di Giancarlo.
Adriano Giannini, eh sì, subentrato infatti al Boccanera, appunto la voce di Phoenix nel teaser, non fece in tempo a doppiare interamente Phoenix in un trailer di due minuti?
A voi una cosa del genere pare normale? A me sinceramente sembra più folle del Joker stesso.
Il bambino che vede(s)te nel teaser, il bambino a cui Fleck porge la sua risata da dietro il cancello è suo fratello minore, Batman.
Thomas Wayne, ovvero il padre di Joker e Batman, è invece come Benito Mussolini.
Mise incinta la madre di Fleck e poi sbatté in cura psichiatrica la povera donna disgraziata interpretata da Frances Conroy.
La quale, così come fece Ida Dalser nei riguardi del figlio di puttana Benito, sostenne giustamente che Bruce Wayne fosse suo figlio. Ma Thomas, divenuto nel frattempo un pazzo grosso, no, un pezzo grosso, l’accusò di pazzia.
Distruggendola.
Infatti, una volta divenuto sindaco, più che altro sadico, pensò a cosa avrebbe pensato la gente come lui, ovvero perbenista e ipocrita, nel sapere che un uomo “distinto” e “intoccabile” s’accoppiò con una donna con dei problemi di natura psichica, cioè una donna scoppiata ancor prima di essere da questo troione-trombone scopata.
E insabbiò tutto dopo che bellamente alla scalognata, pur di godersela come un porcello, lo inabissò e poi schiumante perfino dentro le schizzò.
Uh uh che rivelazione! Dannazione!
Mentre Paolo Mereghetti, nella sua discutibilissima video-recensione su Il Corriere della Sera, poche ore fa disse, senza peli sulla lingua, che Arthur Fleck/Joker subì abusi violenti.
Da parte di suo padre Thomas?
Questo non viene esplicitato nel film.
Ma soprattutto di quale malattia mentale soffre Fleck?
Non viene specificato. Mentre di sua madre ci viene detto che soffrì di psicosi delirante e paranoi(d)e.
Cioè una balla colossale inventata da Thomas. Quale? Paul Thomas Anderson, regista di The Master, film nel quale Phoenix è più fuori di testa che in Joker?
Poiché, ribadiamolo, Thomas Wayne non desiderò che la stampa ufficiale fosse a conoscenza di questa sua relazione forse extra-coniugale…
L’avrebbero stroncato, dandogli del virile flop… avrebbero scritto che un uomo “blockbuster” non può permettersi di fare all’amore con una alla Anna Magnani. Ne sarebbe andata della reputazione dell’elegante puttanazzone. E gli avrebbero dato del magnaccia. Mannaggia! Lui mangia…
Sì, per questo suo figlio più piccolo, Bruce Wayne, è psicopatico.
Certo, non lo sapevate? Batman è schizofrenico.
È affetto da doppia personalità. Di notte è un lupo mannaro come Joker, di giorno scopa più donne di James Bond.
Corteggiandole con finezza da Presidente degli Stati Uniti. Che è Donald Trump. Ho detto tutto…
Insomma, è un fake. Una merda, una faccia da poker.
Meglio il Joker.
Sì, un grandissimo. Avete presente la scena del primo trailer in cui Fleck viene aggredito da tre manigoldi sulla metro?
Bene, nel film assistiamo a un’inaspettata reazione da parte di Fleck. Che li trucida. Poi scappa in galera, no, in galleria (sempre scena del primo trailer) e diventa Eric Draven de Il corvo.
Entra in un bagno pubblico, si trucca da pagliaccio, balla con Jimmy Durante, quindi si precipita a casa. Ove sale le scale in tutta fretta, suona alla porta della sua condomina Zazie Beetz e la bacia con far succhiante, arrapante, probabilmente ficcante.
La scena però vira al nero… Poiché ha ragione Bob De Niro, da sempre amante delle donne di colore, dunque di puro calore. E lo sapeva Zucchero Fornaciari con la sua bella Baila Morena.
Le donne bianche come Kim Basinger, Catwoman come Michelle Pfeiffer o Anne Hathaway saranno pure bone ma poi rompono i coglioni a dismisura. Sono, diciamocelo, delle tr… e bioniche.
Queste vogliono, appunto, la villa col maggiordomo da Batman. Insomma, Joker non è un riccone. Ma non è neppure un ricchione.
Per far du’ soldi gioca al bar a scopa. Perde puntualmente e poi, non potendo pagare il vincitore della partita, per sdebitarsi finge di dare i numeri e di essere monco come il re di bastoni.
Ho detto tutto… Dunque, uomini che fate i moralisti, non venite a farmi la predica poiché, si sa, il papa può permettersi di fare il gagà come Jude Law. Io, sebbene a tratti sia bello come Jude, non ho la casa a Beverly Hills.
Un bel casino! E qui, come un ratto, sto in casina, consapevole che però in mezzo alle gambe ho una bella cosina…
Ma posso rivelarla solo alle donne che amano appurare e vederci chiaro. A fondo…
Ricordate: siamo tutti dei pagliacci.
Soltanto il pagliaccio migliore è uno che, malgrado dorma alla diaccio, rimane sexy come un diavolaccio.
Adesso vi do un abbraccio, a te, drogato, non do neppur un emostatico laccio, a te, figa liscia, un bollente bacio che t’invoglierà a qualcosa anche di (s)pompante, a te invece, stronzo, proprio un cazzo.
Poiché sono un uomo esuberante, dico quello che penso ma soprattutto ciò che ogni giorno peno.
Eppur la pelo.
Lasciate stare la psichiatria, meglio la gerontofilia, abbandonate ogni pedagogia e la chiesa, perciò buona (s)figa a chicchessia
Sì, verso la fine Bob De Niro ha i suoi 15 minuti ingloriosi, ah ah. Come ben dice Francesco Alò nella sua video-recensione, Rupert Pupkin è diventato David Letterman, probabilmente concretizzò il sogno d’una vita intera poco integra. Ah ah.
Da comico fallito, da God’s lonely man che sognò come Travis Bickle di diventare qualcuno, alla fine ce la fece. Un criminale travestito da uomo probo, una sorta di squallido-squalo Maurizio Costanzo americano con tanto di parlantina strafottente e battuta dai cosiddetti riflessi pronti da stronzo a cui telespettatori fessi danno da mangiare, abboccando a ogni sua falsità come pesci.
Insomma, la gente si beve tutto. Anche la sciolta delle loro stesse merde illiquidite.
Vanno tutti liquidati. Fortemente cagati e sfanculati.
Già anticipai tutto nei miei video profetici, il film non mi smentì.
Avviene seriamente un confronto simile a quello da me immaginato e recitato di pura fantasia nei miei recenti video sul mio canale YouTube.
Arthur Fleck, davvero, le palle si rupp’… Da una vita fu in analisi, da una vita subì fantozzianamente. Anzi, più si dimostrò gentile e disponibile con tutti, più la gente della sua buona fede si approfittò, umiliandolo “a bestia”.
Perché il mondo è cattivo.
Vi racconto questa.
Serata prima della proiezione del mattino dopo di Joker.
Passiamo all’imperfetto, uomini che ambiste alla perfezione ma finiste persino con le iniezioni con tanto di deportazione…
Stavo in albergo, era ancora piuttosto presto. Quasi mezzanotte.
Al che, annoiato, forse annottato, uscii a farmi un giro. Tutti i bar della zona vicina al mio albergo, ubicato in una calle di Via Garibaldi, erano chiusi.
Avvistai però una trattoria con le luci ancora accese.
Me n’avvicinai con passo felpato e con estrema gentilezza domandai a un cameriere, forse il proprietario del locale:
– Mi scusi, buon uomo, state chiudendo?
– No, guarda. Siamo nella periferia di Venezia e in questo locale dopo le undici non arriva più nessuno. Stiamo aprendo. Ma va’, scimunito!
– Mi scusi. Ho visto le luci accese. Vedo anche la macchina del caffè. Posso almeno fare in tempo a bere un cappuccino?
– Che cosa? Questa è una trattoria, non un bar! Senti, testa di cazzo, sparisci, altrimenti ti cucino in forno!
Ora, se non esistesse la polizia a questo mondo, questo villano avrebbe visto il mio villain.
Sì, c’era ancora ancora un tavolo apparecchiato con tanto di coltelli e forchette.
So io cosa avrei fatto…
Sì! E voi smettetela di crocifiggervi.
Appena una non ve la dà, vi rivolgete ai cosiddetti curatori dell’anima. Innanzitutto, non vedo come possano aiutarvi. Punto primo ci vorrebbe l’andrologo ma soprattutto, punto secondo e vari punti di sutura, il chirurgo plastico.
Eh sì, non è colpa di quella donna che vi rifiutò. Lei è bella, voi no.
Quindi, potrete anche assumere psicofarmaci per stare tranquilli ma lei sposerà un uomo più tranquillo di voi, potete starne certi.
Soprattutto se ha i soldi di Thomas Wayne.
Sì, la povertà economica spesso s’appaia anche con la scarsità di qualcos’altro.
Sì, conosci una tizia. A lei piaci. La inviti a cena, semmai alla trattoria del villano sopra descrittovi.
Ma se non hai i soldi per pagarle la cena, il villano v’infornerà e voi non fornicherete.
Rimarrete sempre belli ma la notte sarà come un risotto in bianco.
Se vi dico che è così, dovete credermi.
In questi anni conobbi donne che avrebbero fatto carte false per incontrarmi.
Sì, avrei potuto scoparle ma poi cosa ne sarebbe venuto… a lungo andare?
Tanto vale mandare a puttane tutto!
Ecco allora che del concetto assurdo di dignità piccolo-borghese, maschera miserrima per cervelli piccoli che non sanno aprire la mente e, appunto, quella che sapete ma mai conosceste in profondità, ah ah, il Joker se ne fotte.
Molta gente si sposa. Sì, le coppie poi si tradiscono. A lui piacciono gli Avengers, a lei piace Scarlett Johansson, sì, la moglie è lesbica, a me piace Elizabeth Olsen mentre Chris Evans, a quanto pare, ebbe delle notti da Captain America con entrambe nella vita privata.
Sì, assieme a Chris e alle due bionde v’era Toni Servillo di Loro.
Basta con Sorrentino!
Avete notato, fra l’altro, che ho ragione sempre io?
Su Netflix Italia, il trailer de I due papi con Anthony Hopkins e Jonathan Pryce ha ottenuto visualizzazioni spropositate. La gente, qua da noi, è fissata col papa. Figurarsi se nello stesso film ce ne sono due.
Fidatevi, coglioni, Joker è un capolavoro e J’accuse un altro gran bel film.
Beccatevi inoltre questa clip e capirete che il mondo non è per quegli ipocriti del PD, ex DC, gente falsissima che prima predica e poi combina porcate. Non è nemmeno per i populisti dei 5 Stelle. Tantomeno per i fascisti, i satanisti, i polemisti.
Il Joker ha fatto benissimo a sparare in testa a De Niro.
Tornado invece a Roman… Come fate ancora a non capire che ogni suo film è in realtà una sua autobiografia? È ovvio che sia così. Infatti, dopo Per favore, non mordermi sul collo!, in cui fu presente sua moglie, Sharon Tate, dopo il brutale stupro e omicidio commesso dalla setta di Charles Manson alla sua bellissima consorte, Roman mai più si riprese. Come si chiama infatti l’isola in cui viene sbattuto Louis Garrel? L’Isola del Diavolo… Possibile che non riuscite a capire che anche dietro un grandissimo artista come Roman c’è semplicemente un uomo? Coi suoi traumi, con le sue rabbie, i suoi dolori, con le sue perdite incolmabili che, ogni giorno, combatte con qualcosa di tragicamente orribile che gli successe?
In fondo, come diceva Carmelo Bene, chi se ne frega del successo, è solo il participio passato del verbo succedere.
Eh già, doveva succedere. Mi spiace. Ma almeno non ditemi che a voi dispiace per fingervi pentiti. Avete sbagliato. Punto.
di Stefano Falotico