Ci sarà sangue!
Divampa la follia dietro un volto marmoreo e ghignante, scarno e macilento, baffuto e ispido, cova dentro per eruttare in sguardi glaciali, che “baciano” la morte e la violenza, l’anima più buia che si era rapita, aveva smesso di enunciarsi dietro una signorile posa claudicante, dietro un’arcigna, magra, imponente fierezza.
Paesaggi western folti e lussureggianti, “scalfiti” da macchie di vegetazione aspra e brulla che sfoceranno in un mare limpido, per te solo altro nero petrolio, come fantasmi sulla strada adombrati nel loro purpureo, vivido furor di sangue, nei suoi zampilli, negli squarci di una passione perversa e lussuriosa, dove vivi con ascetico distacco corpi dissolti e avvolti nel turbinio di godimenti carnali che lambisci ma non mangi, pervaso solo dalla fame dell’avidità del denaro e del suo meschino, “torvo” guadagno.
Film sulla religione come superstizione, rivelazioni nella Notte tempestosa dove il Demonio è sempre il vicino della porta accanto, che bussa cheto e “parsimonioso”, maschera ruffiana che t’indurrà in tentazione, al peccato, peccati che scarnificano e sgretolano l’anima. E, guaendo nel tuo arcano, mostruoso “silenzio”, ascolterai il canto mellifluo di sirene concubine che non vuoi avere, fra bagni di danaro e un figlio ripudiato, abbandonato alla sua sconfitta.
Una magione in cui giuochi con le fiamme dell’Inferno, te ne (se)vizi, in una pista da bowling che, nel tuo delirio d’onnipotenza, da divoratore, sarà la scena di un abominio, di un’altra anima rubata e uccisa.
E hai finito… La vita è un uomo di Cuore rapace che desiderò, terribilmente ambizioso, la follia del suo spettro, della sua ombra tra le memorie del Tempo.
L’odio implacabile che ti ha allontanato dalla gente, perché non vedi e non scorgi più nulla di attraente in loro e nei loro sguardi, solo la tua mente nel plumbeo disincanto della tua utopia. Del tuo essere lupo nel bosco di Dio.
Capolavoro.
(Stefano Falotico)