Sì, potreste definirmi Chesterfied Man. Altro che Marlboro Man. Marlboro era Don Johnson, vero dongiovanni. Rourke era invece Harley Davidson.
Sì, sono arrivato a cinque pacchetti al giorno di sigarette.
Son stato dal cardiologo. Mi ha detto che il cuore va benissimo. Pompa di brutto, come si suol dire. Ma mi ha consigliato una visita dallo pneumologo. O dal pneumologo? Su questo dubbio grammaticale oserei atavico, me ne frego del salutismo e, stasera, mangerò una pizza capricciosa con tanto di olio piccante alla faccia del colesterolo.
State tranquilli. Nonostante la pessima alimentazione e il fumo, non mi piglierà un ictus. Il cervello spinge.
I polmoni molto meno. Ma basta correre e io sono Born To Run…
Le connessioni neuronali sono a posto, malgrado l’ex uso massiccio di psicofarmaci, un bombardamento compressivo di pastiglie della felicità che io ho cestinato. Smaltendo poi i chili di troppo e ripulendomi dall’igiene mentale di questi insozzatori della coscienza.
Che vorrebbero turlupinarti i sentimenti, privandoti della tua personalità e lobotomizzandoti in un falso quieto vivere assurdamente allineato a canoni precettivi figli della Roma più fascista.
Sì, i critici romani, cioè la maggioranza della cosiddetta intellighenzia da bucatini all’amatriciana, dal se famo du’ spaghi e poi applaudiamo l’ultimo film di Nolan, sono insopportabili.
Dei borghesi marci figli di Antonello Venditti. Con le loro recensioni scolastiche come se fossero ancora al Ginnasio. Notte prima degli esami? Macché. Basta.
I loro video ammiccanti in cui, da piacioni quasi cinquantenni, porgono l’occhiolino alla collega con le occhiaie che scrive su Il Messaggero. Perché lei, ammirando il loro eloquio fluido da viveur sinistroidi con la panza piena, potrebbero starci.
Ed ecco che Luisa chiama Marco l telefono e assieme, dopo una cena alla trattoria di “Mario er burino che sa cucinare er burro”, amoreggeranno, rimembrando le loro fanciullezze liceali oramai assoggettate a un sistema editoriale per cui vengono pagati per acclamare tutto il Cinema più becero, loro direbbero “stracult”, elevando in gloria personaggi d’avanspettacolo, soubrette dalle forme giunoniche dalla recitazione che m’invoglia sempre più all’amore platonico.
Sì, in un mondo ove il puttanesimo impera, meglio vagheggiare, vaneggiare. Altro che questi salottieri da divanetti.
E sognare l’amore più puro come Russell “Rusty” James, il grande Matt Dillon di Rumble Fish.
Un altro Travis Bickle. Sì, come De Niro di Taxi Driver con la sua Cybill Shepherd, Matt capisce che Diane Lane è solo una benpensante.
La matta isterica si è arrabbiata soltanto perché in quella festicciola Rusty si è dato alla pazza gioia con un’altra. Andando poi con Cage, anche lui presente all’orgiastica seratina. Ma più furbo perché nipote di Coppola.
Nic ha gli agganci giusti. Può sistemarti e trovarti un lavoretto, Diane.
– Ciao, Diane. Stai con me?
– No, non sei il mio tipo.
– Ah, va bene. Tu sei laureata, no?
– Sì, perché?
– In Scienze delle comunicazioni?
– Sì, perché?
– Stai lavorando, al momento?
– No, mando ogni giorno il mio curriculum vitae ma nessuno mi si… ecco.
– Beì, mi ti… io. Sai conosco quello. Potrebbe darti una scrivania. Così poi diventi ancora più bella di quel che già sei potenzialmente. Sì, scompariranno le preoccupazioni per il futuro con una base economica soda.
E andrai in palestra, cantando da mattina a sera coi Thegiornalisti. Sai quanti followers?
– Ok, però solo una botta e via.
– Sì, solo una spintarella…, baby.
Intanto, Tom Waits, il barista saggio e mezzo matto, implora i ragazzi di moderare il linguaggio.
Il disagio sociale aumenta, la crescita demografica diminuisce, i giovani talentuosi si ammazzano o solamente si sviviliscono, disperati. Alcuni vengono tutelati, per modo di dire, da educatori laureati in pedagogia del buonismo ipocrita e provano a raccattare du’ spiccioli su Indeed e Bakeca.it.
Prostituendo i loro cuori pur di sbarcare il lunario.
Tom Waits brinda e sapeva che il maestro Dracula di Bram Stoker sarebbe tornato!
Tom ama Downtownn Train, da non confondere con Downbound Train di Bruce Springsteen, ed è amante della raffinatezza di Mr. Mystery Train, Jim Jarmusch.
Sì, Matt Dillon ma anche Matt Damon de L’uomo della pioggia.
Ove c’è sempre il mitico Rourke.
Matt si affilia all’avvocaticchio “nano” Danny DeVito. Ed entrambi combattono un’ingiustizia mostruosa.
Perché noi, vero, vogliamo che la gente sia come Francis Ford Coppola.
Che per colpa di pazzi come Trump non succedano più orrori da Apocalypse Now.
Nevvero?
Siamo stufi di questa gente che giudica e non combina mai nulla. Sprezzante, cinica, smorfiosa. Vogliamo gente cazzuta che cavalchi la sua moto sulle strade della California.
E siamo proprio stanchi delle umiliazioni di gente che non vediamo neanche.
Quindi, fratelli e sorelle della congrega, qui riuniti nella Dead Poets Society, il maestro ha da darvi una notizia festosa.
A maggio lui e un suo amico gireranno un mediometraggio.
E lo prenderanno tutti ove sapete!
di Stefano Falotico