E questo è quanto, amici.
Bentornato, Frank.
di Stefano Falotico
Ho rivisto Taxi Driver. Vetta inarrivabile. E sappiamo quanto, attingendo da questo capolavoro e anche da Re per una notte, il pagliaccio di Phoenix sarà tinto. Orribilmente mascherato.
A proposito, Brad Pitt, secondo voi, quante donne ha pittato? È un bel, virile pittore questo Pittone di suo pitone. Nella sua vita ha trivellato Angelina Jolie. Di mio, da piccolo passavo spesso le giornate con la vicina di casa, in assenza dei miei genitori, Angela.
Angela mi catechizzava a visioni davvero ottimistiche della vita, propinandomi film come Marcellino pane e vino.
Sapete, è un film che invoglia davvero un bambino al gioco. Sì, nel finale il bambino viene ammazzato da Gesù su/dalla croce perché il bambino chiede a Cristo di poter riabbracciare sua madre. E Gesù lo accontenta.
Ah, bella roba, che Salvatore.
Quindi, dopo aver capito che con quelli della mia età, superate le scuole medie, avevo poco da spartire perché erano delle scimmiette in calore, sempre assatanate di sesso, cominciai a coltivare la mia indole metafisica, oscurandomi nella notte più dostoevskiana. Idolatrando appunto Travis di Taxi Driver, concimando la mia anima di visioni trascendenti, forse già ascese a una prospettiva lontana dalla frivolezza di questi miei coetanei spaventapasseri che trascorrevano i loro sabati sera a far bisboccia con du’ bocce in pub malfamati come l’Estragon di Bologna. Locale di pervertiti adolescenti sempre a pogare, di birre e sb… e.
Ove, dopo una settimana in cui lo prendevano in culo dai genitori che li angariavano, obbligandoli a studiare Cicerone e la congiura di Catilina, tali pubescenti ebefrenici sfogavano, declinavano tutte le loro ire represse, tambureggiando con qualche oca, più scema di loro, nei bagnetti. Sì, un posto pubico di traviati e di ninfomani.
Voi non dovete dar retta a tutte le cazzate che dico. Sono come Pacino de L’avvocato del diavolo. Mi piace gigioneggiare. E faccio ridere Keanu Reeves. Tirando fuori il linguino in ascensore, facendogli credere che leccherò la vulva di due passerone. Invero, assieme a queste due figotte, mangerò la pasta alla carbonara. E basta. Perché sono due troie. E dormirò sul mio guanciale con un sorriso da extravergine d’oliva. Mentre quelle due staranno già con qualche salame di maiale a farsi fertilizzare le loro uova intere. Succhiando come fossero spaghetti, con tanto di sale e pepe.
Sì, che volete farci? Sono un carbonaro e brucerò all’inferno in mezzo al carbone. Dall’età di quattordici anni, comunque, non ho mai più preso una cotta. Ma mi son scottato parecchie volte. Eh sì, sono un pessimo cuoco, molto distratto, e spesso mi son rovesciato il pentolone ardente sull’uccello.
Ora, veniamo al dunque. Il Joker è chiaramente, inequivocabilmente un zacquaro.
Zacquaro è una parola che non esiste in italiano. È una parola del dialetto calabro-lucano per identificare una persona cretina. Un fuori di testa, un maleducato.
È uno che, dopo averlo preso in culo in maniera co(s)mica, anziché trovarsi un lavoro come Roddy Piper di Essi vivono, fa il rompicoglioni.
The Punisher invece è uno tosto. Gli distruggono la vita, sparano a sua moglie, lo mandano in guerra, ma lui continua ad ascoltare Bruce Springsteen.
E anche questa!
Soprattutto, The Punisher è unico. Non ci sono persone così al mondo. Per questo è il più grande.
Allora perché il mio canale YouTube si chiama Joker Marino? Perché mi piace così.
di Stefano Falotico
Ecco, porgo questa foto su Facebook. Al che, la gente mi chiede: ma che è? Arrivano le congetture, la gente suppone…, ah, questi supponenti. Meglio il Sole a Levante che a ponente! Si avvicendano, sì, le supposizioni. Il mistero s’infittisce. 1) è un UFO. 2) è la spada laser di Star Wars. 3) è la luce rossa di un cinema porno. 4) è un uomo al momento dell’orgasmo nel buio della notte. Sì, nell’attimo topico della sua esplosività incandescente. 5) è la copertina della nuova edizione avveniristica de Il rosso e il nero di Stendhal. No, la risposta esatta è il mio nuovo modem di Fibra, fotografato di traverso a tarda notte mentre tu, nel frattempo, l’hai infilato dritto a tua cugina. A cui è andato storto. Sì, la realtà è mutevole, è nell’occhio di chi guarda. Ad esempio, Grillo è stato attaccato per le sue frasi sugli autistici. Ma avete frainteso. Non voleva offendere le persone affette dalla sindrome di Asperger. Avete strumentalizzato le sue parole. Grillo non ha offeso nessuno. Ha semplicemente detto che i fascisti sono come gli autistici. Tu cerchi un confronto e loro ribadiscono le loro idee sordamente, ciecamente, senza ascoltare il pensiero democratico altrui. Come dire: Falotico scrive un libro erotico e la gente pensa che Falotico sia un pervertito. E perché mai? Falotico non ha mica scritto che vuole andare in giro a stuprare le donne. Falotico, anzi, ha scritto che le donne vanno amate, desiderate, possibilmente scopate. Se poi siete femministe frigide, non è colpa del Falotico. Nemmeno del vostro ginecologo. Come dire: se tu pensi che Scorsese sia un genio solo perché ti ha divertito con Quei bravi ragazzi, non hai capito un cazzo di Scorsese e credo neppure della tua cattiva ragazza. E poi chi l’ha detto che un panino necessiti del ripieno, dell’hamburger e del contorno di patatine fritte? Un panino può star bene anche così. Ficcato in pancia. E chi l’ha detto che il Falotico è una specie di licantropo? Egli volteggia all’alba nelle strade appena illuminate di Bologna mentre quelli in villa dormono. E, fra il dire e il fare, Falotico lupeggia. Considerate questo mio scritto una puttanata? Sì, lo è. Come la vita. La tua, non la mia. Sì, la tua vita non è quella che pensi, è quella che peni, mentre la realtà di tua moglie è di un altro pene. Pensaci, su.
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Ipotesi di realtà e teorie del complotto di tua sorella
1) Realtà numero uno: siete crollati a pezzi e vi hanno macellato
Siamo, anzi, siete oberati da una realtà schiacciante dalla quale cercate di sfuggire con tutta la forza che avete in corpo. Ma più vi affannate, dannandovi come dei matti, per trovare le vostre stabilità, per raggiungere un po’ di omeostasi emozionale, di pace interiore, di serenità, detta come va detta, e più la downward spiral, appunto, questo circolo vizioso ineludibile, vi trascina sempre più nella melma. E, a ogni minuto che passa, assomigliate a Sam Rothstein/De Niro di Casinò. Eravate oltre, estremamente intuitivi, persone dal fiuto infallibile e invece, guarda un po’, siete state talmente geniali da perdere tutto, e ora delirate inascoltati come Jack Nicholson de La promessa. Nessuno più si fida di voi, siete risultati inattendibili, ma avevate ragione, ragione da vendere. Eppur, per colpa di umanissime, sanissime fragilità franaste, vi perdeste nella depressione e, in certi momenti, forse durati anche anni, diventaste, sempre a proposito di Nicholson, quello di Qualcosa è cambiato, misantropi, avviliti da disturbi ossessivo-compulsivi bestiali, cominciaste a segregarvi nella vostra stanzetta e, squinternati, perdeste il senno e anche il senso non solo delle cose ma anche delle cosce. E inveiste senza motivo sulle vostre persone più care, come lupi inferociti alla Shining.
In preda a incontrollabili crisi di nervi, inizialmente avete cercato di tranquillizzarvi, facendo mente locale e affidandovi alla meditazione trascendentale, alle letture di filosofia orientale, a qualche profeta che potesse illuminarvi e salvarvi dall’apoteosi delle vostre nevrosi.
Ma nemmeno questo servì, ancora una volta cadeste, precipitaste in caduta libera, sfatti come pere cotte. Al che impazziste e alla vostra porta suonarono fragorosamente quelli della Municipale per ricoverarvi in un ospedale psichiatrico. Eravate in balia delle vostre furiose rabbie, nessuno ascoltò con attenzione la vostra storia e vi sedarono come cavalli. E gironzolaste in quei putridi, osceni corridoi asettici, fra gente messa peggio di voi, che urlava da mattina a sera, sprovvista di lacci alle scarpe perché in questi posti non si possono portare i lacci. Ché poi potreste usarli, distrutti come siete e con manie suicide, per spezzarvi il polso o, se son lacci lunghi, addirittura per impiccarvi.
Ma ce la faceste. Una forza di volontà sovrumana che vi ha liberato dal girone infernale degli orrori psichiatrici. Ove gente con un potenziale enorme, solo a causa appunto delle loro estemporanee, mal dosate intemperanze, è stata ridotta come delle larve a forza di assumere farmaci potentissimi e neurolettici mostruosi. Gente che ora deambula in giro per strada con lo sguardo da zombi e non riconosce neppure i propri genitori.
Questa è una realtà.
La conoscete?
2) Realtà numero due: la vita è un inganno, “vincono” i furbi e chi sa vendere bene la propria merce
Siete stati sempre iper-diligenti, scrupolosi, fedeli osservatori d’integerrimi principi morali, avete letto cinquemila libri e possedete una cultura spaventosa. Eppur siete lo stesso nella merda. Anzi, era meglio se non aveste letto nessun libro. Perché avete quagliato, in termini pratici e di godimento personale, fisico, carnale o spirituale che sia, assai meno di un semianalfabeta che ha iniziato a lavorare a 14 anni, si è fatto il suo bel gruzzoletto, se ne frega altamente di chiunque e di ogni regola, e scopa da mattina a sera alla faccia dei coglioni che siete stati voi. Che pensavate che leggere Nietzsche vi avrebbe reso superuomini.
Al che, pietisticamente, elemosinate compassione, vi trovate alla vostra veneranda età con un cervello da far invidia ai più grossi e stimati luminari ma non potete dimostrare nulla. E oramai non vi assumono a lavorare neppure per pulire le scale perché siete troppo amareggiati, troppo “sporchi” nell’anima, siete marciti in seguito a troppe delusioni, e per pulire le scale ci vuole invece gente vigorosa fisicamente che, fra una stracciata e l’altra, ascolta Maledetto Luna-Park di Loredana Bertè.
E, quando rincasate e aspettate il vostro ragazzo, mettete su Gianna Nannini!
3) La realtà dei nerd
Un nerd lo riconosci subito. Un nerd è maniaco dei fumetti e dei cinecomic. E non sto parlando del Joker, un progetto che invece mi affascina terribilmente. Perché, almeno sulla carta, ha una sua poetica.
Il percorso del nerd è pressoché identico per tutti quelli che sono affetti da questa “malattia”.
Non ha mai creduto alle pedanterie scolastiche sui poeti classici della Letteratura italiana perché era roba triste. Roba pesante e manzoniana, foscoliani vagiti e leopardiani pessimismi cosmici.
Al che, a quindici anni ha cominciato ad appassionarsi di Anime e ha sempre preferito Akira a Shakira. Perché una come Shakira non lo cagava di striscio.
Sì, un uomo “yotobi”, un ragazzo d’oro, fantastico ma, diciamo, sessualmente poco appetibile, poco “forte”.
Sino a venticinque anni, andava benissimo dedicarsi ai fumetti. Si sognava spensierati, poi i tuoi genitori non potevano più mantenerti e allora come dovevi fare a pagare le bollette?
Ti sei creato il personaggio. E appunto un canale YouTube per tirare a campare con le visualizzazioni. E ora sei un patetico “guru”.
Uno che parla di film24h su 24, di musica fino all’ossessione ma se ti piazzano una cinepresa in cui devi recitare un monologo con la stessa forza espressiva e carismatica di Al Pacino, be’, dai su, è meglio fare una monografia su Fantozzi, no?
E ridiamo tragicomici sui nostri limiti, le nostre sfighe. Questa è la vita! Che film è uscito? Diciamo qualche altra puttanata copiata da un critico migliore di noi?
4) La realtà di chi si crede Michael Mann e pensa che un capolavoro come Nemico pubblico si possa girare in digitale con uno smartphone
Sì, adesso siamo pieni di “cineasti sofisticatissimi”. Non possono permettersi tutte le cineprese che usa Christopher Nolan e allora si son comprati il cellulare formato “Interstellar”. Con tutti gli optional fighi e cazzuti. Roba che l’attore preferito di Nolan, Christian Bale, di fronte al vostro super Android(e) vi fa la faccia di American Psycho, invidioso a morte di tal da voi ostentato “biglietto da visita”.
Sì, anziché girare un film con una sceneggiatura particolareggiata e piena di personaggi di spessore, andate in giro a filmare per due ore e mezza i caseggiati fatiscenti di campagna, poi scaricate il video, lo montate un po’ alla cazzo, ficcandovi in colonna sonora i pezzi del vostro sbandato amico chitarrista, ma soprattutto “catarrista”, avvelenato, sì, da troppe sigarette “grunge”, e lo spacciate per arte “vintage” del nuovo millennio.
Diverrete il nuovo Soderbergh e Park Chan-wook? Ne dubito. Anche se, a forza di figuracce, sì, impazzirete e vi rifornirete dal pusher di Traffic e vorrete spaccare tutto come Old Boy.
Eh sì.
5) Il vostro amico vi aveva scambiato per Mel Gibson di Conspiracy Theory e invece si è accorto che sei braveheart
Sì, il tuo amico non capiva perché un genio come te, anziché scoparsi una come Julia Roberts, era affascinato dalla “fantascienza”. E pensò che soffrissi di schizofrenia delirante come Russell Crowe di A Beautiful Mind.
Diceva che vedevi complotti e ostilità dappertutto. E ti dava pure del comunista che odiava i comunisti. Così, appena costui si è sverginato con un’oca dalle tette mosce, si è creduto un Dio e ha cominciato a trattare tutti a pesce in faccia. Credendosi “arrivato”. Ché doveva godersela e non aveva tempo da perdere coi “vigliacchi”, gli sfigati, i poveretti e i “falliti”. La vita è una. Non si può passarla a consolare i “dementi”.
Sì, compagni, qualcuno ha tradito. Qualcuno ha fatto il maiale.
Questa merda farà la fine di Ben Barnes/Billy Russo di The Punisher?
No, perché Frank Castle perdona.
Vero, amico?
La realtà è quella che ci pare. Fratelli.
I cazzi son amari? Il mio no, io non ho “palle”. Questo lo sa anche quella bagascia di tua sorella.
Sì, la realtà è bellissima.
Se sei uno studentello e la tua realtà è fare il figo con una cretina e disprezzare tutti, la tua realtà è quella.
La realtà di un nano.
La realtà è qualcosa di molto più profondo. Non tutti possono capirla.
– Ma chi cazzo credi di essere? Un genio?
– No, io non sono nessuno. Noi non siamo nessuno. Siamo anime nel mondo.
E questo dovrebbero capirlo tutti.
E ricordate: nella vita non esistono mai scelte sbagliate, esistono scelte incomprese.
di Stefano Falotico
Sì, dieci giorni fa son venuti gli imbianchini a casa mia, mettendo a soqquadro tutto. Al che, la testa di cazzo, il mastro capo, a metà Ottobre, in una giornata abbastanza rigida, così, perché gli tirava il culo, ha spalancato tutte le finestre e acceso il ventilatore. – Scusi, che cazzo sta facendo? Si muore di freddo – l’apostrofai con far irritato. – Ebbe’, sto sudando come un porco. È una faticaccia imbiancare tutte queste pareti. Devo prendere aria. – Sì, ma a me piglierà un malanno. – Non si preoccupi. Non è così freddo. – Potrebbe almeno spegnere, per cortesia, il ventilatore? – No, ho caldo. – Non basta averle aperto tutte le finestre di casa? – No. – Senta, solo mezz’ora però. Questi spifferi maledetti mi stanno uccidendo. – Va bene.
Ecco, una mezz’ora fatale. Tant’è vero che, da quel giorno, mi son beccato un accidente. E mi è presa una laringite tremenda. Mi è venuta la voce di Linda Blair de L’esorcista da orco deficiente. A metà strada fra il Christian Bale di Batman quando parla in “falsetto” e il grande Jon Bernthal di The Punisher quando s’incazza. E grugnisce, ringhia. E così, in questo fine Ottobre malinconico, ancora una volta prendo in mano il capolavoro letterario di Herman Melville, il magnifico Moby Dick. E lo leggo in questa maniera. Sì, poi vado su IBS.it e scopro che, nella bellissima edizione della Newton Compton, alcuni dei più grandi capolavori di Dostoevskij vengono a solo 2 Euro e 80! No, non è un eBook, ma un libro-tomo stupendo. Lo accatto. Bentornato, Frank!
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Sì, l’uomo revenant, che rispunta dalle tenebre, sgattaiola nella notte e fuorvia le traiettorie percettive altrui, col solo potere del suo carisma inaudito. Scombussola ogni certezza soltanto alzando la fronte e incupendosi in viso, e dunque rabbuiando le mentalità bacate dei bigotti. Accigliato, si apre poi a squarci sereni di sconvolgente attrattiva. È irresistibile, non fa proprio un cazzo per esserlo, ma è divinizzato dalla sua natura onnisciente. Ah ah. Egli volteggia al plenilunio, si allupa per donne bellissime, se ne arde con parsimonia, donandosi con durezza che lascia sbigottiti e, sebbene in molti tentino di farlo andare fuori di testa, calunniandolo a man bassa, conserva una calma olimpica da guinness dei primati poiché, in questa società di scimmie e gretti conformisti, egli è uomo colto oltre ogni limite, che fa della sapienza la sua roccaforte, di mente sopraffina e muscoli di rara efficacia sexy. Un uomo che spinge…
Così, sebbene i maligni provino a intrappolarlo con depistaggi atti ad accecare la sua grandezza, a intorbidire il suo genio, egli ripesca la limited edition di Darkness of the Edge of Town, in quanto come Castle è fanatico irriducibile di Springsteen.
Sì, in realtà Jon Bernthal e Stefano Falotico sono la stessa persona.
Ecco svelato l’arcano.
Sì, con tanto di sigaretta grezza, barbetta infame e capello sfibrato.
Invero, devo andare dal barbiere perché lo shampoo che uso fa veramente cagare.
Insomma, dove lo trovate un uomo così autoironico, ma che sa il Falò suo?
Sì, mi son goduto questa serie di Netflix, ma qualcosa, qualcosa di angosciante ha tormentato le mie notti. E son stati risvegli impregnati di vero Abyss.
La bella attrice di Scarface e tanti altri film di successo, la Lady Marian del Robin Hood con Costner, ha fatto capolino in tutto il suo “splendore”. Sì, scopro che non è neppure tanto vecchia, classe 1958, ma il tempo l’ha usu(r)pata, logorata, asfissiata in una dimensione scheletrica degna di una controfigura horror. Le rughe sono marcatissime, il viso che un tempo era dolcemente affusolato è ora spaventosamente spigoloso, gli zigomi escono dalle “orbite” di una spaventapasseri vivente, lei, che fu anche una discreta passera.
Eh sì, il tempo infiacchisce, rende anchilosati gli arti ma non su tutti ha lo stesso effetto. Alcuni, che erano cicciotelli da giovani, col tempo, schiacciati da stress quotidiani, dimagriscono tanto da “sparire” nel vento, mentre altri, atletici e virgulti quand’avevano vent’anni, a cinquant’anni esibiscono panze clamorose degne di un italoamericano di bocca buona nelle più “saporite” trattorie di Little Italy, ove deglutisce le sue amarezze esistenziali nel trangugiare spaghetti fumanti allo scoglio, scialacquandosi in noie che osservano il fiume Hudson dalle scogliere bianche del suo essere anche incanutito in modo proporzionalmente “adiposo” alle sue alopeciche pelate. Sì, la sera assieme alla moglie obesa pelano i pelati, piangendo lacrime amare nello sbucciar la cipolla di ricordi a base di corna e tradimenti inflitti al “miglior” amico, “colpevole” di aver guardato la loro figlia in modo troppo “mafioso”.
Mastrantonio, un nome che mai mi è stato nuovo. Nel paese natio dei miei genitori, credo ci fosse uno che portava questo cognome. Ah no, mi sbaglio ora che rammento con più esattezza, si chiamava come Valerio, Mastandrea. Ma pare non fosse andato al Costanzo Show per farsi assumere dal “cinema” italiano. Penso che faccia il fornaio e sia un Casanova che “inforna” la sua “focaccia” in tante stuf(at)e, con stantuffate “crescenti” come il lievito di birra.
Di mio, posso dire che il mio fisico è molto “elastico”, ci sono giorni che sono Jim Belushi de La ruota delle meraviglie, in altri sono Keanu Reeves di Matrix. Ma l’importante è che stasera ho mangiato la pizza, dando il mio salame piccante a una donna di nome Margherita.
Su questa stronzata, vi lascio in compagnia della Mastrantonio di oggi. Ah ah.
di Stefano Falotico
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