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76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. THE NEW POPE


12 Aug

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Sono oramai sicuro di essere un sensitivo con poteri paranormali.

Sì, sono troppe le cosiddette casualità, le profezie da me dette in tempi non sospetti che, cazzo, sì, si sono avverate.

Sono il Nostradamus reale e in carne e ossa. Su ciò avrei però dei seri dubbi. Visto che non credo che camperò ancora molto.

Sono molto stanco e il mio nichilismo aumenta ora dopo ora. Mi sta annientando. Nutro un profondo, irredimibile disprezzo per chiunque. Senz’eccezione alcuna.

Oramai, per allentare il mio disgusto, scarico film pornografici da adultdvdempire.com. Ma non serve a molto.  A un cazzo. Non c’è più nessuna scintilla vitale, solo mia costernazione dinanzi alla malattia, alla malaria e all’animalità di un mondo ove il sesso è più mortifero che in una pellicola di Tinto Brass. Sì, Brass s’è sempre dichiarato il maestro dell’erotismo. Eh, ‘na roba. I suoi film sono più che altro robaccia di culi grossi spesso inquadrati in cessi più brutti degli assatanati che li desiderano. Le storie sono soventemente ambientate in zone cimiteriali. Oppure in una funera, cerulea Venezia come ne La chiave. Cazzo, il Nosferatu di Herzog, in confronto a queste atmosfere spettrali con tale Stefania Sandrelli che ancheggia tutta sguaiata, cazzo, sembra Il signore degli anelli.

Per far felice la gente, vado in giro e spargo benedizioni. Ai più cattivi porgo invece il segno della sacra unzione.

Sì, una volta predissi la morte di Ayrton Senna. Avvenuta, se ricorderete bene, a Bologna. Invero, Senna era già praticamente morto a Imola ove stava gareggiando il giorno dei lavoratori, ovvero il primo Maggio per il campionato di Formula Uno.

Fu una tragedia che quelli della mia generazione ricordano molto bene.

Credete che menta? Non mento. Mi credete malato di mente? Guardatevi allo specchio e poi ne riparliamo se avete un briciolo di coscienza.

Mi ricordo perfettamente quei giorni della mia prim’adolescenza giù funebre. Già corroborata da un alone di misteriosa melanconia ignota. Sì, di solito avviene il contrario. Dopo la pubertà e il fiorire degli ormoni floridi, un ragazzo non vede l’ora di divertirsi e gigioneggiare con le ragazze.

Di mio, già all’epoca ero un maschilista convinto. Sì, avete presente Edmund Kemper di Mindhunter? Sono io. Considero il gentil sesso assai pericoloso per gli equilibri mentali di un uomo.

La penso come Charles Bukowski.

Per quanto riguarda invece gli uomini stessi, sono misantropo. Dunque, a mio avviso, se l’umanità dovesse finire domani, credo che sarà il giorno più bello per l’universo intero e non solo per questo mondo oramai insalvabile.

Pensate che vedo pure uno che si dichiara intenditrice di Cinema e non sa invece un cazzo della vita. Come pretende di poter affermare che Mystic River sia un capolavoro se non ha figli? Cosa ne può sapere costui dei dolori di un padre che scopre la morte della figlia, assassinata e brutalizzata in mezzo al bosco da un uomo che è fuggito nelle tenebre e che forse altri non è che Sean Penn di Dead Man Walking?

Quando muore un figlio o una figlia, la vita è finita anche per i suoi genitori.

Oppure, quando un uomo violenta una donna, come fa Matthe Poncelet/Sean Penn del succitato film di Tim Robbins, oh, guarda caso co-protagonista assieme a lui di Mystic River nella parte dell’uomo rimasto traumatizzato in seguito allo stupro subito da bambino da degli orchi, è terminata lo stesso.

Se vi dico che è così è così. L’unica cosa che può tenervi minimamente vivi è la fede in Cristo il salvatore.

Ma tanto sapete anche voi che il Vangelo è solo una magra consolazione.

Comunque, dicevo. Mi trovavo al bowling assieme a degli amici. E ho cambiato idea, non mi par giusto rivelarvi pubblicamente i loro nomi.

Avevo appena lasciato il liceo scientifico statale Sabin e mi ero iscritto a quello privato chiamato Manzoni.

Ma non c’ero già più.

Tutti i ragazzi erano euforici per la gara di Senna che si sarebbe svolta, appunto, il giorno dopo.

E io:

– Ah sì? Siete tutti contenti? Bene, domani Senna morirà.

 

Mi risero in faccia.

Il lunedì mattina mi telefonarono a casa, urlandomi: sei un mostro!

La stessa cosa si è ripetuta tre anni fa.

Stavo soffrendo come un animale perché dei pazzi, non comprendendo la mia diversità, m’avevano obbligato a reazioni violente. E dunque fui sedato e semi-paralizzato negli arti.

In tv passò The Young Pope.

Avete presente la scena in cui Jude Law chiede al suo autista, di ritorno dalla sua missione in Africa, di fermarsi in una stazione di servizio?

Scende e con lo sfondo dei camion, si mette a pregare Dio affinché ammazzi quella donna che sta lentamente uccidendo tante persone, privandole dell’acqua.

Dopo averla vista, mi recai in bagno e guardando lassù, chiesi alla giustizia divina di provocare una tragedia impietosa verso chi era stato il responsabile di tanto mostruoso male a me inferto.

Due anni dopo questa persona è morta di cancro.

Parola del Signore.

 

E ricordate, figlioli: lasciate stare i buonismi. Il male e l’ignoranza vanno solo vendicate con altrettanta malvagità.

Il resto è retorica per i messaggi dell’Angelus.

So che mi state odiando a morte ma io sono Dio. E Dio è o non è Prince of Darkness?

Comunque, per quanto riguarda la morte di Senna, sì, è vero.

Per quanto concerne la morte di quell’altro, no. Quella sera, in verità vi dico che, finito che ebbi di vedere la puntata di The Young Pope, andai a ripescare le poppe di Ludivine Sagnier di Gocce d’acqua su pietre roventi.

Sì, sono un uomo ambiguo.jude law

 

di Stefano Falotico

 

jude law pope sagnier

Il ritorno di Sharon Stone, l’ex donna più bella di tutti i tempi, attrice con 147 credits e un solo capolavoro, Casinò? No, il suo sguardo da casino


08 May

Sharon+Stone+Arrivals+amfAR+Inspiration+Gala+tKKytMxC8vjlSì, che fine ha fatto Sharon?

Ieri sera, mi è capitato di dare una sbirciata, ancora una volta, a Basic Instinct 2.

Una porcata micidiale. No, non perché sia scandaloso, bensì perché è scabrosamente orribile dal punto di vista cinematografico. Il film col quale il suo regista Michael Caton-Jones s’è sputtanato del tutto.

Ah, che spettacolo, Sharon, però. Aveva già il seno rifatto ma era ancora devastante. Possedeva uno sguardo fulminante da leonessa. Tant’è vero che quel bambagione di David Morrissey ha già una faccia da pesce lesso prima d’incontrarla nel film e poi, quando lei lo ammalia, lo seduce e lo fotte, diventa catatonico del tutto. Imprigionato dalla sua bellezza spaventosa che lo avvinghia lisciamente fra le sue gambe maestose. Una donna con una potenza sessuale eguale alla virilità di Viggo Mortensen in A History of Violence.

Sì, raffrontiamo questa donna dalla venustà titanica al maschione Viggo. Altrimenti poi voi femministe dite che siamo sessisti.

Tom Stall/Viggo, quest’uomo che sta nel suo bar e serve bomboloni con la crema, prepara caffè macchiati caldi con tanto di spruzzo di panna montata, un uomo squisito, delizioso ch’è sposato a Maria Bello ma da tempo la trascura, non la zucchera, diciamo. E, nel suo locale, mette su le canzoni di Michele Zarrillo per addolcire e dare un tocco musicale disneyanamente infantile appunto agli avventori rozzi della sua tavola troppo calda.

Fregandosene anche dei bullismi che il figlio riceve a scuola. Pedagogo in stile Gandhi che professa la non violenza anche quando è plateale che stiano mordendo i loro gioielli come Mike Tyson contro Evander Holyfield, come il pistolero Luis Suárez contro Chiellini.

Sì, a me nella vita son successe varie aggressioni sessuali. Essendo un semi-ascetico, a volte pure scemo e coglione, a un certo punto, son stato sbranato vivo come Sean Astin di Stranger Things 2.

Sì, questi demagoghi, no, demogorgoni, questi uomini cagneschi, sconvolti dalla mia purezza da hobbit, attentarono alla mia verginità, scarnificando la mia anima protesa alla metafisica trascendente e, non paghi del cannibalismo da Hannibal Lecter, m’indussero coattamente ad accoppiarmi alla prima cagna che avessi trovato per strada. Per una notte d’ululato da Joe Dante.

Da allora, come un licantropo, vago sconsolato nella brughiera della mia sessualità spelacchiata da cittadino felsineo. Un lupo mannaro molto italiano a Bologna.

Sì, mi obbligarono a un puttanesimo denudante ogni mia lindezza splendente poiché, dopo le loro analisi pediatriche della mia psiche, da loro reputata troppo fantasticante, addivennero follemente alla conclusione che andavo svezzato con qualche bagascia fattissima e arrogante. Scuoiandomi con offese molto pesanti da uomini sprezzanti. Oserei dire la mia anima spezzanti.

Figli di un’educazione arretratissima da anni trenta, vi andarono duro…

Al che, la mia indole rabbiosa e lupesca, acquietatasi in anni di letture elevate da filosofo zen, venne… abbattuta in un batter d’occhio, annientata in un nanosecondo dopo tanto cauto, lieve onanismo sognante, e fu trivellata, spolpata, macellata da questi iper-aggressivi machi deficienti.

Roba che, appunto, Michael Douglas, celeberrimo sciupafemmine incallito, avrebbe riso da matti. Consapevole che costoro, dinanzi a lui, donnaiolo conclamato ma anche uomo distinto quando non si piegò ai ricatti di Demi Morre di Rivelazioni, sono soltanto dei topi da topoline di fog(n)a. Delle zoccole, insomma.

Ma non perdiamoci in merde e stronze, no, stronzate.

Sharon Stone non è mai stata una grande attrice. Ha un solo capolavoro all’attivo nonostante cinquemila film da lei interpretati, ovvero Casinò. Ove recita la parte di Ginger, prostituta di classe.

Un ruolo che le calzò a pene, no, a pennello. Infatti sfiorò l’Oscar, ovvero le belle statuine che siete voi quando la vedete e l’adorate, volendola dorare.

Questo lo faccio anche io. Ma io posso, voi no. Ah ah.

Un giorno, prima di morire, vi narrerò di quando in fallo, no infatti, nel 2005 la incontrai a Beverly Hllls. Lei mi invitò a casa sua ma io rifiutai. Perché altrimenti sarei morto subito.

Una donna, sì, talmente bella che diventi omosessuale perché, se la fissi per più di tre secondi, capisci che, a lungo andare, potresti batterti il petto come King Kong. In quanto eccitato in maniera gigantescamente scimmiesca da Tarzan bestiale? No, perché t’è preso un infarto. Ah ah! Pensate alla salute!

Allora è più conveniente non guardarla proprio… ah ah.

La vedremo in The New Pope.

Paolo Sorrentino non ci ha ancora rivelato se farà la parte della suora… non credo, comunque.

E ho detto tutto.

Sì, la bellezza di Sharon, sino a qualche anno fa, ora è un po’ invecchiata, non si poteva discutere.

Ad esempio, io ho un metodo per capire se un uomo è malato di mente. Gli mostro Sharon in Basic Instinct e in Sliver.

Se costui, dopo dieci secondi abbondanti, non mostra la più minima reazione emotiva e la benché visibile erezione, bene, anzi malissimo, è subito da internare con tanto di sedazione.

Trattasi di un uomo socialmente pericoloso.

Ah ah.

Eh già, tutto si può dire di Sharon, tranne che non sia indubbiamente la donna più bella di sempre.

 

Altro che Eva Green e mignotte varie di sorca, no, di sorta. Anche di sorrata!

Qui, parliamo della super figa par excellence.

 

Sì, col tempo son diventato maestro delle freddure.

– Ah, ti piacerebbe essere stato con Sharon, vero?

– Be’, sono stato con lei e con altre donne ancora meglio di lei.

Potrebbe non essere vero ma tu sei frocio, quindi non mi interessa convincerti e sedurti.

 

Ah ah. E su questa faloticata adesso sgattaiolo.basic instinct 2

 

di Stefano Falotico

E anche quest’anno di Cinema è quasi andato e siamo rimasti in Serie A


28 Apr

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Sì, non una grande annata cinematografica, a dire il vero. Abbiamo assistito alla rinascita di Freddie Mercury, a una bellissima storia d’amicizia con Green Book e Clint Eastwood, ancora una volta, col suo splendido The Mule ci ha fatto capire che cos’è la vita, davvero.

Intanto, il Bologna Football Club, grazie al miracolo compiuto da Mihajlović, in Serie A, salvo ribaltoni incredibili, anche quest’anno è rimasto.

No, non seguo molto il Calcio. Perché reputo troppo viziati questi calciatori che guadagnano miliardi mentre altra gente nel mondo muore di fame e qui in Italia si va avanti a stento con gli stenti di palliativi inutili come il Reddito di Cittadinanza.

Non è con quest’ufficio di collocamento virtuale che si può concretamente risolvere una crisi incombente. I soldi scarseggiano, i debiti aumentano, la gente in piazza i propri diritti rivendica, il prezzo della pizza aumenta, ti danno solo pizze in faccia, le donne, abbruttitesi, non indossano neppure più calze di pizzo, cresce a dismisura il disagio sociale, la gente si accapiglia su Facebook per un non nulla. Insomma, è una ola di pazzi che, infoiati, si esagitano sugli spalti dei loro appalti mentali. La gente, negli angusti appartamenti, si dimena, le coppie litigano, la gente si strappa i capelli per un attore di risma e invero non ha più un Euro per comprarsi una lametta da barba mentre le fondamenta crollano ed è un immane sisma.

Cosicché si perde di vista noi stessi e conseguentemente tutto diventa un campionato di oscene competizioni e lotte fratricide. In uno scannatoio repellente ove vien fuori il peggio di un’umanità su lastrico, soprattutto nell’anima. Le tribune elettorali son prese d’assalto da imbonitori e politicanti da strapazzo, le platee applaudono di autogoal. Perché ancora una volta son sconfitte dal loro fuorigioco. Sì, questi politici parlano con la panza piena mentre la gente comune è costretta a salvarsi in calcio d’angolo. Oramai non crede più a nulla, non esistono bandiere, neppure bandierine, la gente cambia umore a seconda di dove tiri il vento, è una banderuola vivente.

Un melodramma da Almodóvar, l’Italia si divide fra piagnistei, lamenti, urla da manicomio, assistenzialismi da asilo nido e sogni oramai perduti. Insomma, Dolor y Gloria con Banderas non è niente a confronto.

No, io non voglio pontificare. A quello ci pensa appunto il Pontefice. E a fine anno vedremo, fra l’altro, John Malkovich in The New Pope.

Sì, non so proprio perché in cuor mio tifi per il Bologna. Non è che questa città mi abbia dato tanto, a dirla tutta.

Eppure, sebbene i miei vengano da un paesino della Lucania, io sono nato a Bologna. Ho sempre vissuto qui.

Dunque, perché dovrei tifare per la Juventus o per il Napoli? Queste sono le mie strade.

 

Ripeto, siamo a un passo dalla salvezza. Sino a due mesi fa sembrava impossibile.

di Stefano Falotico

 

Attori rinati: John Malkovich


31 Dec

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Eh sì, ritorna questa rubrica da voi molto apprezzata, dedicata a quegli attori che, per varie traversie, per momenti sfavorevoli della loro altalenante carriera, per fuorvianti circostanze, per erronee scelte lavorative, hanno vissuto dei periodi di forte appannamento professionale ma, all’improvviso, con una manciata di prove fenomenali, sono tornati inaspettatamente, prepotentemente alla ribalta, sovvertendo i negativi pronostici che li davano oramai per finiti e spacciati.

Dunque, è con grande piacere che oggi vi parliamo di un attore rinato in maniera portentosa, ovvero John Malkovich, il cui nome completo all’anagrafe è John Gavin Malkovich, nato a Christopher, una città dell’Illinois, il 9 Dicembre del 1953.

Il protagonista di The ABC Murders, nei panni di Hercule Poirot, del quale vi mostriamo il trailer.

Una sorta di meticcio, Malkovich, figlio infatti di un editore statunitense dalle origini croate e di una madre giornalista di ascendenza europea.

Malkovich si appassiona subito alla recitazione, sebbene in tenerissima età fosse deriso perché in grave sovrappeso.

Dopo vari studi come ambientalista, capisce definitivamente che è proprio la sua passione dell’infanzia quella che deve perseguire nella vita. Cioè recitare. E da allora non si è più lasciato dissuadere a mollare il suo sogno.

Dopo la sua osannata parte a Teatro in Morte di un commesso viaggiatore con Dustin Hoffman, una microscopica parte in Un matrimonio di Robert Altman, non accreditato, Malkovich esordisce a tutti gli affetti al Cinema con uno splendido ruolo nell’acclamato Le stagioni del cuore di Robert Benton.

Ruolo per il quale, a soli trentun anni, ottiene la prima delle sue due nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista. E comincia prodigiosamente la sua ascesa.

Hollywood rimane impressionata dalla sua fine bravura, dalle sue movenze ambigue e soprattutto dal suo volto magnetico.

Un volto, come detto da molti, da malato di mente, da persona disturbata, il volto enigmatico e indecifrabile, inquietante di uno appena uscito dal manicomio o dal carcere di San Quintino.

E, infatti, diverrà famoso, in particolar modo, per aver dato vita a molti personaggi fuori di testa, folli, maniaci, pervertiti e luciferini.

Un volto allucinato capace però di trasmettere una miriade di emozioni disparate. Espressivo al massimo, dallo sguardo arcigno, duro, minaccioso, in una parola carismatico. Imprevedibilmente mutevole, dalle mille, sottilissime sfumature.

E, in virtù di ciò, della sua ipnotica espressività naturalissima, Malkovich interpreterà di tutto e di più. Partecipando da protagonista e non a film molto importanti come Urla del silenzio di Roland Joffé, L’impero del sole di Steven Spielberg, Le relazioni pericolose di Stephen Frears, uno dei suoi ruoli peraltro più celebrati e ricordati, Il tè nel deserto del nostro compianto Bernardo Bertolucci, Ombre e nebbia di Woody Allen, Nel centro del mirino di Wolfgang Petersen assieme al suo amico Clint Eastwood, Cuore di Tenebra di Nicolas Roeg… e ci fermiamo qua perché saremmo pleonastici a enumerarvi e citarvi per filo e per segno tutte le sue eccellenti performance in film altrettanto straordinari. E non pecchiamo di superficialità se non ci soffermiamo su Al di là delle nuvole o Ritratto di signora perché, come detto, sapete benissimo chi sono i grandi registi di queste due opere e sarebbe perciò oltremodo fastidioso puntualizzarli.

Diciamo soltanto che, a fine anni novanta, imbecca altri tre personaggi magnifici. Quello appunto del pazzo ergastolano Cyrus Grissom in Con Air di Simon West con Nicolas Cage e compagnia bella, lo strepitoso e indimenticabile Teddy KGB di Rounders con Matt Damon e Edward Norton, e naturalmente proprio sé stesso in Essere John Malkovich di Spike Jonze.

Sì, John Malkovich, pur non essendo mai stato un divo da copertina, è oramai una leggenda vivente, a suo modo, tanto che Jonze gli dedica un film a sua immagine, somiglianza e addirittura cervello. Un colpo di genio.

Vi parliamo di John Malkovich perché, al di là di qualche vetta filmografica dei suoi ultimi vent’anni da attore, l’avevamo sinceramente un po’ perso di vista. Certo, film ne ha girati sempre a getto continuo ma forse quasi nessuno all’altezza di quelli precedenti.

A eccezion fatta del suo stupendo ruolo in Changeling di Eastwood con Angelina Jolie, però del 2008, quindi oramai di dieci anni fa.

Ma il prossimo anno, il nostro caro John farà sfracelli. Statene pur certi. Innanzitutto, lo vedremo protagonista assoluto nell’attesissimo The New Pope di Paolo Sorrentino e in due pellicole interessantissime, almeno sulla carta, una con Zac Efron, Extremely Wicked, Shockingly Evil and Vile, la “vera storia” di Ted Bundy, ed El Tonto.

Quindi, Velvet Buzzsaw di Dan Gilroy con Jake Gyllenhaal, ed Eve con Jessica Chastain e Colin Farrell.

Può bastare? Ci pare proprio di sì, eh.attori-rinati-john-malkovich-04

Mandatory Credit: Photo by Rii Schroer/REX/Shutterstock (6222465a) John Malkovich John Malkovich photo shoot, London, UK - 28 Jul 2016 Award-winning actor and director John Malkovich makes his London theatre directing debut in this English speaking premiere of Zach Helm's play Good Canary in September

Mandatory Credit: Photo by Rii Schroer/REX/Shutterstock (6222465a)
John Malkovich
John Malkovich photo shoot, London, UK – 28 Jul 2016
Award-winning actor and director John Malkovich makes his London theatre directing debut in this English speaking premiere of Zach Helm’s play Good Canary in September

 

 

di Stefano Falotico

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