Posts Tagged ‘Taxi Driver’
De Niro d’onnipotenza, più s’accresce l’ignoranza della gente con la lamentosa panza, più il mio “metafi(si)co” s’invola di nuove svolte su sfacciataggine di vol(t)o Pen(n)
di Stefano Falotico
Eppur son v(i)olante, trastullandomi il “manubrio”, talvolta “schizzo” esangue. Se Sean Penn ti fa sesso, pigliati il suo Gunman e “arrangiati”, ti sei appena imbattuto con uno che giocava a Calcio e ti spezza il menisco con un colpo “mancino”. Prova ad “azzannarlo” e ti farà viola, con tanto di tuo volar’ per a(r)ia, che ma(ia)le, sotto incrocio dei “peli” su fendente “tirato” a lucido di bicipiti su tua femminuccia in (in)castrato basta(rdo) urlargli che non vuoi esser più nelle palle “urt(ic)ato”. Ben sbucciato, il criminale la paga, infatti è un puttaniere conclamato che pensava di farmi pen(ar)e e invece si trovò un Penn che lo spennò.
Che significa? Si chiama “delirio”, effetto “paranoide” a te, paraculo che però stavolta hai incontrato chi te lo fa d’egual “botta(na)”. Evviva il De Niro!
Sì, Sean è nato lo stesso giorno di Bob, Taxi Driver delle lor “malinconie”, sempre meglio che studiar Filosofia e poi finir a mangiar “crack(er)” per “ammaestrar” da bacchettona una s(c)uola da frustrata su “frustati”-drogati in “leziosa”, noiosa, depressa, probabilmente frigida, amante però delle donne alla Charlize Theron, della quale compra il “profumo” di donna nell’ammirar invidiosa le gambe della c(omp)agna di Sean in Christian Dior. Questa è The Great Beauty, Italia, paese di donne “castigate” eppur sognanti la mus(ic)a di gran class’ come (Radio) Montecarlo, pregando nella domenica a messe a novanta e tutta la settimana a buon “an(n)o” con un marito “gatto” col fis(i)co d’un minorato eppur sbeffeggiante, leccandoselo da impotente sotto i baffi come Silvestro, Stallone Sylvester, perché, essendo fascista, odia il rebel alla Rambo. Che ca(na)rino! Oca!
Oggi, un “topo” ha stroncato Over the Top, giudicandolo “infant(il)e” e azzardando anche la frase da una “stelletta”: “Ammazzerei quel bambino”.
Sì, un (re)censore “pedofilo” che, avendo passato una brutta infanzia, ora si rifà sul figlio di Lincoln Hawk. Sarà uno “zio” cattivo alla Robert Loggia. Ma dove glielo “alloggiamo?”. È uomo che non ha molte logge, essendo po(ve)ro in canne, eppur da ficcar in (lo)culo di (cer)bottane.
La smettesse di giudicare di “pollici giù”, non prendiamogli il dito, spacchiamogli il braccio e non scrivesse più stroncature. “Tronchiamoglielo”. Dove ha rimorchiato la camionista della moglie? Tir(a) quella lì come un carro di “buone” sol alla mezza calzetta. Donnona pienotta che però gli ciuccia il pisello su suo fagiolo di scoreggiarle fuori dal vaso.
Riguardasse l’incazzato Sly e andasse a servir la clientela in quella videoteca di (e)levati del cazzo…, ove smerciano l’ultimo film per sfigate col tè a cui io do del lei, “dandolo” invece a una che me la dà tu(tta).
Posso (per)mettermelo. Sono un genio e voi, invece, dovete “farvelo”, lavorando “duro” e pigliandolo di mio aver sterzato e a un’altra “sferrarlo”. Da cui Pop-Eye, uomo amante del Cinema e anche inculante col vento in “poppe” di occhiolini miei “penetranti e salutam’ a sorrata.
Si sposerà con un ginecologo. Lui analizzerà le fighe di altri ricc(h)i e lei lo guarderà dal buco della serr(atur)a per un chi fa da sé fa per tre. Lui la tradisce con mille, più che un triangolo, questa società mi sembra un porc(ai)o.
Sì, mi son r(addr)izzato…
(Siga)retta di traverso ed ecco la U-Turn che non ti aspetti.
Mi sbatteranno in carcere, sempre meglio che finir a zoccole, come voi.
E ricordate: pigliatevi la pizza!
Woody Allen contro Falotico: due identici “ai denti”
Stefano Falotico e Woody Allen conversano, disquisiscono sul destino “co(s)mico” di un’umanità non tanto ottim(ist)a, ai piedi di Manhattan, con la Torrei Eiffel a svettare come… Libertà!
A sbafo, sbandati, dal Mondo ottuso schivati-schifati, “schiavi” di regole programmatiche-pragmatiche, insomma sugli ema-tomi artistici “sbaviamo”, chissà cosa ne pen(s)erà Shakespeare nell’essere o non essere Emma Thompson
Io e Woody siamo statue di cera, scolpite nella blu incandescenza immersa a solitudini in qualche modo affini sebbene su sembianti “diversi”, agli antipodi solo del primo acchito… ah, i tacchi solari delle donne per nostra misoginia cavalcante eppur sempre profondamente attratta dal “nervo” focale dell’Eros domato contro il Thanatos che genera melanconia. E anche emicranie per poc’antropocentriche “bersagliere” al centrarle nei loro più “intimi” desideri.
Ah, da lupi depressi le concupiamo, lui spelacchiato e io nelle prime alopecie di “penicillina” alle ferite d’amore.
Che mordenti misantropi, uomini d’altra razza. Oramai, neanche nelle fabbriche dei “giocattoli” “tiran” fuori pezzi erronei come noi. Non adatti alla massa che va per la maggiore… Noi errabondi, vagabondi pensierosi fra una mia sigaretta nervosa e il volto di Woody increspato di fegato “polmonare” sull’osmosi d’asfissie a un’empatia virile un po’ schizzinosa nei riguardi del Sesso, sensuali d’asessuate, nostalgiche visioni “oceaniche” dai colori “nitidi”, natanti, piangenti che planano nel meditabondo sorvolare su “tutto”.
Onirici o neri?
(Ri)flettiamo…
“Livellati” sul mare, appianati ai s(u)oli. Almeno non appiattiti.
Gli omosessuali, appunto, c’osservan con sospetto, la polizia aspetta le ambedue mosse false per “incatenarci” alla prigione dei nostri scatenati sogni “virtuali” repressi, la gente “normale” ci stressa e l’esistenza si fa… opprimente.
Che sgambetto! Che “gobbi” di colpi! Al Cuore!
Ma siamo noi a giudicarli deprimenti. Ah, l’uomo medio logora con la sua lorda, capricciosa voglia “matta”, perennemente mirata al “triangolo isoscele” delle cosce, dunque è molto “mirabile”, da celebrare in “lode”.
Con tanto di allori e “scappellarci” di “Buongiorno”.
Preferiamo un addio mansueto alla consuetudine, anche se la messicana Consuelo ci strizza l’occhiolino ed è peperina di salsa “matata” al nostro “corto… circuito” ballerino ma non “latino”, più “alla francese” nelle rotonde sul mare annoiate da questa oscena liscezza. Che “tonti!”.
Lui, evidentemente “mostriciattolo”, cerebrale accidioso a mo’ del “Ça va sans dire”, io arrugginito come Pacino Lefty Ruggiero nel mio apatico e “Me ne frego fin(i)to” da “Che te lo dico a fare…?”.
Poche carnali donne nel nostro carnet, Woody col Cielo in una stanza autocentrata di maniacali nevrosi proiettate ad altri, adesso anche d’alter ego, io spesso in cameretta romantica come i poemi cavallereschi della mia stessa spada nella roccia da Camelot. Anche da cammello. Non se se son Amleto o se sia un Bene… Carmelo.
Orsi siamo e brindiamo alle “ossa” di Artù, Principe tradito da Ginevra la meretrice, in mezzo alla “foresta” di Lancillotto, un figo più spassoso che la (es)portava in “giostra” e la riscaldava, “avvelenandoci”, nei prati verdi delle ginestre e “corsette campestri”. Ah, Lancillotto lo “lanciava” fra i suoi “corsetti”. Pizzi e merletto.
Cazzo, aiutaci Merlino! Manca la melina! Anche i letti a “castello”.
Così, col taccuino alla mano e appunto il tacchino da Giorno del “Ringraziamento”, causa benedire e basta le “graziose”, telefono a Woody per svegliarlo dal suo recente letargo cinematografico. Lo invito a cena ché, a lume di candele, ammiccheremo a vicenda col frizzantino da geni “brillanti”.
Lui, ancora in canottiera, annichilito in un letto insonne di brutti incubi, prende su la cornetta ma, nonostante risponda-cheto-chieda presto “Pronto?”, fa fatica a riprendersi.
Al che, sgrana la vista e punta la locandina di Die Hard, con Bruce Willis a rammemorargli di non mollare.
Woody, invece, nel naufragare sempre “controcorrente”, mollò quattro pet(ard)i isterici, “modulando” un valzer di sconnesse frasi all’unisono dei “tuoni” piovigginosi ch’echeggian fuori.
La sua vicina di casa, donna pia quanto “spia”, bussa alla porta dell’apparta(men)to.
Domanda che cos’è stato quel trambusto.
Woody, con “proverbiale” (non) lasciarsi andare, ancora in vestaglia, “annuisce” un “Signora, è acqua passata, la ritenzione idrica del mio (re)moto passato”. Come da Verbo che emisi…
La signora, simile a Edwige Fenech infermiera, lo manda a fanculo. Già. E gli tappa la “bocca” con “amorevole cu(citu)ra”.
Woody, in tut(t)a “sveltina”, si veste e, dopo averla cinta di farneticazioni “nullafacenti”, non sa quali cinture scegliere.
Dunque, nel mentre della sua mente, di nuovo si scioglie in (rim)pianto a (di)rotto. Incompreso e “in compressa”.
Frattanto, trascorsa mezz’ora dal mio primo “squillo di tromba”, giungo a casa del mio amico.
Esclamazione!
– Woody, è tardi. Non attardarti di più per colpa della tardona. Si sta facendo… Notte, poi non avremo Tempo perduto… da Midnight in Paris.
– Hai ragione Stefano. Perdonami, alle volte sragiono. Colpa dei troppi ragionamenti da topo senza “top(p)e”.
Dammi… 15 minuti di Andy Warhol e andremo a mangiarci delle uova. M’occorre il lass(ativ)o, anche Lasonil al mio Pinocchio “nasino”, per “risollevarlo” da quella dannosa del “Pronto Soccorso”.
Che andasse ove sempre (non) and(r)ò.
Quindici più tardi, Woody è pronto.
Al ristorante più “rinomato” del quartiere “meglio” frequentato di New York, veniamo accolti dal menestrello di Fracchia la belva umana.
Io vengo trattato come il commissario Auricchio di banfiana memoria. L’incivile canterino infatti comprese subito che non sono uno da Ela Weber. E la buttò su sfottò delle battutine “piccantine” al nostro scambiarci da “toccati”.
Voglio aggredire il troglodita ma Woody mi trattiene e, con più “classe”, ri(t)ma allo stronzo maleducato:
– Non siamo da Gigi il Troione, non siamo frocioni… ma ti facci(am)o un culo così.
– Scusatemi tanto, v’avevo preso per “quelli”.
– No, siamo solo amici. Non s’inimichi “uomini” come noi.
Meglio non trovarseli di fronte in “posizione” orizzontale. Quando le “spariamo”, utilizziamo l’arma Magnum da Callaghan col grilletto… “in sordina”.
Silenzio… di tomba.
Ceniamo. Woody ordina delle “cozze”, io delle ostriche. Ci fermiamo al caffè, il dolce ce lo “rifila” l’oste.
Eh sì, un conto salatissimo di “prima” scelta: 1000 dollari più “bottino” della mancia a strapparci le mani(che).
Senza mutande, senza “speroni”, senza cartucce, senza pall(ottol)e, tristemente c’avvi(t)iamo verso il fiume Hudson. Comincia a grandinare, usiamo l’ombrello e aspiriamo il vento con delle cann(ucc)e.
Buona la “gran(it)a”.
Prendiamo “posto” in panchina, essendo dei panchinari della vita. “Titolari” però della sfiga.
E “contempliamo” senza pronunciare una sola parola.
Dopo tre ore del fissare il vuoto, piglio il “pazzo” al balzo con una balzana cazzata.
– Woody, che frutta preferisci? La banana o la Macedonia di Alessandro Magno?
– L’acido dell’insalata dopo il minestrone “bagnato”.
– Ti capisco.
Anch’io non lo “condisco”.
Quindi, ci baciammo mentre quella passerotta di Gwyneth Paltrow passò in quella “zona” e, a grandi falcate, salutò i nostri “uccelli”.
Non ci rassegniamo e Woody canticchia Nek:
Non è mai com’era ieri,
cambia il senso cambiano i pensieri,
e ti sembra tutto da rifare…
Sbagli se ti guardi indietro,
punta avanti anche se hai mezzo metro,
c’è sempre una strada per viaggiare…
è un’inguaribile follia,
saperti solo mia…
è congiunzione astrale…
– Questa è l’ultima porcata che mi fai, Woody! Adesso, finalmente ci sono arrivato!
Radio Days pensavo fosse un capolavoro ma invece è meglio Glory… di Springsteen!
Tu non spingi per nulla!
Detto ciò, lo spingo, annegandolo e dandolo in pasto agli squali.
In poche parole, “emergerà”.
Annacquato di pene da pirata?
No, da piranha.
Sono sempre a galla, gli stronzi ho scoperto e da me solo merda in faccia. Oltre ai pugni, questo è ovvio!
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
- Zelig (1983)
- Ombre e nebbia (1992)
- Taxi Driver (1976)
I due sopra fan cagare, robetta intellettualotta da masturbatori.Mille volte meglio Travis, tassista come me per la feccia di una manica di lerci che pensavo amici e invece scoprii dei puttanieri sfruttatori, scatenando il putiferio.Non li ammazzai, anzi sì.
Travis li uccise fisicamente, io in modo che patiranno eternamente.
E piansero. Cazzi loro. Se la sono cercata.
- Rambo (1982)
Da collegare al capolavoro sovrastante.
Rock & Roll Love Affair (di famiglia…) – Il ritorno del Prince
Anche gli alieni sono onanistici
Serata noiosa come quasi tutto Novembre, salvo quando avvisto (che “balconcino” con vista…) un UFO e qualcuno s’impaurisce perché crede nel Dio dei “comuni mortali”. Ipocriti! Manco alla vostra evidenza credete? Mangiate la “calda” minestra e non avete rispetto di “sua” eminenza. A voi importa solo la “panza”. Spagna o Francia, basta che ve “la” magnate (più grasso che cola c’è, più magnati siete, dunque “imprenditori”…) e bagnate… nella “benedetta”.
Sì, la gente comune s’alza alla mattina e poi pecca tutti i dì, fin al Sabato sera ove aspetta l'”orzata”. I maschi si tramutan in orsi, le “donne” invece amano la “donnola”, “esemplare” di trenta centimetri, “pellame soffice” che, durante la stagione invernale meno eremitica da Franco Battiato, assume una colorazione “bianca”, disgelata e toglie l'”ermellino” a tutte le mule, allattandole ai “buchi sacri” della montagna “alpina”.
Sì, la donna è ape, l’uomo il suo miele apuano, a pois!
Quando una di queste ti rifiuta, ti sputacchia da lama con un “Puah!“.
Che schifo!
Sì, non ho mai avuta “grossa” considerazione del genere femminile. “Chiamatemelo” misogino, “di mio” è “orogenesi” del genio “integro” e non integrale. Non se ne trovan “molti” in giro. Come si suol dire, potrete navigar i mari e valicare i monti, appunto, mie care da “montone”, uno della mia pelliccia è “ungulato” rarissimo.
Voi, al massimo, state sul divano “di pelle” a smaltarvi le unghie. E siete sempre “stufe” nonostante vi “stantuffino!”.
Ho detto tutto…
Una delle cose peggiori di questo Mondo, è prender l’ascensore assieme a uno che non sopporti. L’ospite indesiderato di stasera fu il signor “Cocco”.
Ah però, scopro suo (mal)grado che vive ancora coi genitori ed ha quasi cinquant’anni. Tal nomignolo, “Cocco”, gli fu affiabbiato anni fa dall’intero condominio. Perché costui è sempre stato un “bel ragazzo”, ma non ha mai fatto un cazzo in vita sua. Sebbene l’abbia “usato” molto, da equazione “anti Celentano“: chi non lavora, fa proprio l’amore.
Quand’ero adolescente, “glielo” pescai a “Colpo grosso”, programma “altamente” cul-turale, “condotto” da Smaila Umberto, un tricheco pachidermico che regalava gli smile ai maiali della sua trasmissione “Culi sodi e roventi tette per il rude”.
Cocco stava “lì”, stravaccato a gustar lo “spettacolo”.
Cocco non è cambiato molto da allora, infatti vive d’allori al suo “carisma”. Che ri(s)me baciate… Essendo ancor carino, ha mantenuto (più mantenuto di “lui” neppure le “figliuole” di Briatore… e quelle del “direttore” della FIAT, il “baron” nipote dell'”Agnellone”), ribadiamolo, ha mantenuto un aspetto “pimpante” per l'”ocarina” da (s)pompare. Ha “battuto” tutti i primate. Infatti, fra lui e un primate non c’è differenza. La scimmia ha dal “suo” l’onestà “intellettuale” del suo aspetto onesto e senza maschera.
Col Tempo però, da playboy delle “gatte” dei vicoli Miracoli, appunto, è invecchiato d’imborghesimento “plastico” come il viso di Alba Parietti nella “sciarpa” color “simpatia” di Franco Oppini.
Ha conservato i suoi rituali, buon pranzo di lasagne con la besciamella e molte cene d'”uccello” con la “panna montata”.
Ogni Domenica, si reca allo stadio. Ha un posto “in prima fila” alla Curva Bulgarelli, ex Andrea Costa. Ove, da “integerrimo” mister “X” che infila fra le gambe, si trasforma in urlatore (più delle “grida” delle sue gallinelle…) su tale-insultante (da suin “sultano” dell’harem..) “incitamento finissimo” agli avversari delle sue “palle” da “fedelissimo”: “Spaccagli il menisco, tiragli un calcio dove dico io!”.
Sì, subirsi quattro piani d’ascensore con Cocco “adiacente”, è una delle esperienze più dure che un Uomo possa sostenere in vita sua. Altro che i lavori forzati, la vera punizione è Cocco!
Cocco però, “annuendo” d’occhiolino (chissà, avrà anche sviluppato un bisex da 2012 bisestile, oltre che andar dentro quelle con la sesta…), m’ha “fatto”… venir in mente i momenti “indimenticabili” di quando, alle scuole medie Salvo D’Acquisto, “tutte” mi volevano per la mia vaga rassomiglianza con Luke Perry di “Beverly Hills 90210”. Andava forte Luke, “spingeva”. Lucky Luke, la “pistola” più veloce della sua “ombra“. Nessuno poteva “vederlo”, data la velocità dei suoi “cambi di marc(h)ia” fra lenti e sveltine.
A me sbatteva una minchia… di Luke, della sua “rivoltella” e di quante ne “ribaltava”.
“Protesi” subito a un attore un po’ più malinconico e “per i cazzi suoi”, già: Bob De Niro, molto più “straniero” alle zoccolate. Molto più Travis Bickle che, se gli prendon i “cinque minuti”, afferra “ferro”, carta e penne, “canna“, fucile e “occhio” da mohicano, poi appende per il bavero i bavosi, quindi spenna vivi tutti i papponi sfruttatori nell’applauso “conciliato” alla massa che lo eleva “eroe”.
Dunque, puttane e puttanieri, vedete di (ri)metter su Prince, e lasciate stare le canzoncine “romantiche”.
Servono solo ai cocchi…
L’ho “detto?”.
Più chiaro di così, si muore…
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
“Al di là della vita” – Recensione
Arcana “letargia” dell’anima
Torreggiante malinconia “sapida” di “malincuore”. Deragliato in uno stato di “trance” mortifera, Frank Pierce, paramedico di New York, avvolto nei nitori “squillanti” di sirene “asfaltate” nel naufragio mesmerico a una perenne “chimera” trasparente e “traspirante” di carne sua corporea dissolta, anzi purpureamente “dileguata” e “sghemba” fra “tagli” inferti nei fotogrammi densi di “liquori” nervici, d’una sbronza febbricitante di nervi tesi, “conciliati” solo a un complesso di colpa di tormentato “corto circuito”, “sinaptico” al dolore, ai tremori, alle allucinate “sovraimpressioni” d’uno Scorsese “notturnissimo”, “circense” in un’inquadratura che “blatera” di delirio, “confabula” coi fantasmi riemersi da memorie “piangenti”, su “lieve”, detonante e “dormiente” ticchettio scandito in un Cuore che brucia selvaggio. Stupito, “impudico” nelle sue “urla” sedate dagli occhi d’un Nic Cage “invertebrato”, overacting stavolta “accor(d)ato”, appunto, alla tetra vacuità “zampillante” e disinibita d’una eterna Notte profonda, affliction nei “bruciori” delle vene, della “flebo” smarrita “diluita” dentro “sventrate” sue cangianti iridi azzurre di cieli intorpiditi dal marcio d’una città violenta, prima dell’opera di “risanamento” del sindaco Giuliani, che la “deturpò” del suo fantastico “imbizzarrirsi” anche nelle “orge” dei suoi folli, dei barboni, degli emarginati, dei “vigliacchi”, ecco… deambulanti.
“Ovatta” che, invece, sanguina… ancora più fragorosa, perché “ammutolita”.
Ove personaggi “infermieristici”, di “donchisciottesca” reminiscenza ai “mulini a vento” dell’assurdità più grottesca, “afferrano” i pazienti più “pazzi” e insanabili, appunto, su “spranghe” che ne stuprano l’innocenza, marmorea, candida, “infreddolita”, come “carta vetrata” al velo troppo “zuccheroso” di chi ha deciso d'”assopirsi” per non contrattare con Satana il proprio Faust mercificato e “prostituito” ai frivoli abbagli, alle “allodole”, ché tanto lo specchietto retrovisore, “tassista” dostoevskijano “incarnatissimo” nei sospiri mai ammortizzati dell’inquietudine più sfrenata e “out of control“, è combattiva “crocifissione” a un Mondo falso da (s)lavare senza mai sventolare bandiera bianca.
Ottusa “utopia” o salvezza?
Scorsese resuscita i “morti“, i demoni e i “mostri” del tuo sonno leggero da Paul Schrader.
Sì, un Light Sleeper fra gli spacciatori dei raggi (dis)persi. Fra chi brulica e, da b(r)uco “tossico”, non evolverà mai nei livori d'”ardori” apparenti, perché non vuole.
Dalla novella “biopic” di Joe Connelly, trasposizione tutta personale ch’echeggia di Frank Sinatra, delle sue “stranezze” di night, d’un “punteruolo” ghiacciato che spacca e distrugge tutti gli “antibiotici”, che si slabbra in amori sognati, per una Patricia Arquette vitalisticamente (ir)reale che deve fuggire prima d’essere uccisa o di venire “scarnificata”.
Eccentriche solitudini della downward spiral con una colonna sonora che “esagita”, “shakera“, esaspera, di Clash “suonati”, bastardi, incazzati, di grandi pezzi storici mentre un “verme” penzola da un cornicione, s'”arrampica” nel suo “orlo” lì a precipitare e viene all’ultimo momento “preso per mano”, sui fuochi artificiali d’una splendida decadenza tutta di Martin, tutta “martire”, tutta “matta”.
Svenata Bellezza. Attimi d’antologia, di grande Cinema.
Un cast eterogeneo di caratteristi “impresentabili”. Il “placido” John Goodman, “pasciuta” placebo che “oscura” e cela i suoi casini personali, Ving Rhames mastodontico “stregone” dei suoi Voodoo (ir)religiosi, nero ectoplasma “ridicolo” da “stregone ciarlatano e “ciarliero”, Tom Sizemore più grasso del porco che combinò sua “moglie” per le feste, Marc Anthony, il latino amante che fu di Jennifer Lopez, qui “scemo” al “punto cotto”.
Robert Richarson in “cabina” macchinista di sprazzi, di alterazioni “igieniche” alle immagini, illuminate, poi a spegnere il “lumicino”, poi a colorire il viaggio.
Mary, Mary Burke è la Madonna? La locandina cristologica, “intrappolata” nel rosso che vive dei suoi incubi, “(e)spiati”, “(ri)morsi” dentro…
(Stefano Falotico)
De Niro Screen Shots
Ecco, mi “giunge voce” che quest’anno lo (ri)vedremo in molte pellicole.
Signore e signori, annessi detrattori dell’ultima ora (im-parzialmente scontenti delle sue ultime prove attoriali), ecco a voi il più grande camaleonte della Storia del Cinema. E non solo.
Vi presento questo personalissimo slideshow di Mister Bob De Niro.
Qui, lo vediamo “sfilare” in una galleria di tanti suoi personaggi famosi. Che ve li cito a fare?
No, qualcuno ve lo “enumero”: Vito Corleone, Travis Bickle (già), Jake LaMotta, Harry Tuttle, Al Capone, Jack Walsh, Max Cady, Sam Rothstein, Conrad Brean, Paul Vitti.
Gli altri, provate voi. Sì, vi verranno in mente.
Giocate infatti con la memoria e accostate le sue rispettive, tante facce ai capolavori “elencati” nei vostri ricordi. Vedrete che (IMDb.com alla mano…), riuscirete a indovinarli tutti.
In questo video, sono comprese anche due imminenti interpretazioni, direttamente-prossimamente, appunto, da Being Flynn e Red Lights.
Buona visione.
(Stefano Falotico)