Posts Tagged ‘Taxi Driver’

Il tassista alla Bob De Niro


06 Feb

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Taxi 7

Taxi

De Niro d’onnipotenza, più s’accresce l’ignoranza della gente con la lamentosa panza, più il mio “metafi(si)co” s’invola di nuove svolte su sfacciataggine di vol(t)o Pen(n)


11 Dec

di Stefano Falotico

Taxi Driver

Eppur son v(i)olante, trastullandomi il “manubrio”, talvolta “schizzo” esangue. Se Sean Penn ti fa sesso, pigliati il suo Gunman e “arrangiati”, ti sei appena imbattuto con uno che giocava a Calcio e ti spezza il menisco con un colpo “mancino”. Prova ad “azzannarlo” e ti farà viola, con tanto di tuo volar’ per a(r)ia, che ma(ia)le, sotto incrocio dei “peli” su fendente “tirato” a lucido di bicipiti su tua femminuccia in (in)castrato basta(rdo) urlargli che non vuoi esser più nelle palle “urt(ic)ato”. Ben sbucciato, il criminale la paga, infatti è un puttaniere conclamato che pensava di farmi pen(ar)e e invece si trovò un Penn che lo spennò.

Che significa? Si chiama “delirio”, effetto “paranoide” a te, paraculo che però stavolta hai incontrato chi te lo fa d’egual “botta(na)”. Evviva il De Niro!

Sì, Sean è nato lo stesso giorno di BobTaxi Driver delle lor “malinconie”, sempre meglio che studiar Filosofia e poi finir a mangiar “crack(er)” per “ammaestrar” da bacchettona una s(c)uola da frustrata su “frustati”-drogati in “leziosa”, noiosa, depressa, probabilmente frigida, amante però delle donne alla Charlize Theron, della quale compra il “profumo” di donna nell’ammirar invidiosa le gambe della c(omp)agna di Sean in Christian Dior. Questa è The Great Beauty, Italia, paese di donne “castigate” eppur sognanti la mus(ic)a di gran class’ come (RadioMontecarlo, pregando nella domenica a messe a novanta e tutta la settimana a buon “an(n)o” con un marito “gatto” col fis(i)co d’un minorato eppur sbeffeggiante, leccandoselo da impotente sotto i baffi come Silvestro, Stallone Sylvester, perché, essendo fascista, odia il rebel alla Rambo. Che ca(na)rino! Oca!

Oggi, un “topo” ha stroncato Over the Top, giudicandolo “infant(il)e” e azzardando anche la frase da una “stelletta”: “Ammazzerei quel bambino”.

Sì, un (re)censore “pedofilo” che, avendo passato una brutta infanzia, ora si rifà sul figlio di Lincoln Hawk. Sarà uno “zio” cattivo alla Robert Loggia. Ma dove glielo “alloggiamo?”. È uomo che non ha molte logge, essendo po(ve)ro in canne, eppur da ficcar in (lo)culo di (cer)bottane.

La smettesse di giudicare di “pollici giù”, non prendiamogli il dito, spacchiamogli il braccio e non scrivesse più stroncature. “Tronchiamoglielo”. Dove ha rimorchiato la camionista della moglie? Tir(a) quella lì come un carro di “buone” sol alla mezza calzetta. Donnona pienotta che però gli ciuccia il pisello su suo fagiolo di scoreggiarle fuori dal vaso.

Riguardasse l’incazzato Sly e andasse a servir la clientela in quella videoteca di (e)levati del cazzo…, ove smerciano l’ultimo film per sfigate col tè a cui io do del lei, “dandolo” invece a una che me la dà tu(tta).

Posso (per)mettermelo. Sono un genio e voi, invece, dovete “farvelo”, lavorando “duro” e pigliandolo di mio aver sterzato e a un’altra “sferrarlo”. Da cui Pop-Eye, uomo amante del Cinema e anche inculante col vento in “poppe” di occhiolini miei “penetranti e salutam’ a sorrata.

Si sposerà con un ginecologo. Lui analizzerà le fighe di altri ricc(h)i e lei lo guarderà dal buco della serr(atur)a per un chi fa da sé fa per tre. Lui la tradisce con mille, più che un triangolo, questa società mi sembra un porc(ai)o.

Sì, mi son r(addr)izzato…

(Siga)retta di traverso ed ecco la U-Turn che non ti aspetti.

Mi sbatteranno in carcere, sempre meglio che finir a zoccole, come voi.

E ricordate: pigliatevi la pizza!

De Niro da Cattivi vicini


17 Jul

Il barista, ex Travis Bickle 1979


14 May

Vi racconto questa, da me inserita sul sito sotto citato.

Salve, gentile utenza di FilmTv.it,

come avrete notato Travis Bickle 1979 non esiste più.

O meglio: domenica notte, un hacker ha violato il mio account (già, chi vi parla è Stefano Falotico) e ha eseguito scelleratamente la cancellazione, eliminando così un ricchissimo materiale da me firmato che, in questi anni, ha accresciuto il sito.

Il tizio è stato denunciato alla polizia postale e, mi auguro a breve, sarà identificato e punito.

Miracolosamente, si potrà recuperare il backup ma forse il materiale in esso contenuto sarà destinato ai miei blog, in memoria del defunto Travis Bickle, giammai morto perché da tali atti spregevoli non si lascia abbattere.

Anche perché, anche se non in forma di post, molta della roba da me scritta è stata persino pubblicata nei miei libri e conservata scrupolosamente in cassaforte. Al vigliacco, dunque, non resta altro che alzar le mani in alto e arrendersi alla disonestà del suo gesto ripugnante e assai punibile, purtroppo per lui.

Ripeto, molta roba indelebilmente ho, e pian piano reinserirò.

Per dunque decretare il mio ritorno, cioè del mai ex Travis Bickle, scrivo per voi, amici del sito, questa mia presentazione, che fa già parte del capitolo 2 di un libro da me pubblicato.

So che a molti invidiosi sto antipatico e le escogitano tutte pur di demoralizzarmi.
Ma io sto qui.

Ebbene sì.

 

Così sia.

 

Nulla cambierà se non l’immutabilità d’un fato natoci avverso e la presa di coscienza che, irrimediabilmente, brindiamo contenti del nostro alcol, non ci convertirete e non ci pentiremo, alzandoci, nonostante i costati da voi, i maiali che castrate, mangiati a mo’ di costolette “spremute”, in fantasie supreme e maestre, mai meste, al fine di nutrirci di quel che a voi resta, che siete la merda. Un cazzo di nulla! Sì!

Optando sempre per baraonde a manca e a destra, cosa ci mancò in questo innato mondo storpio? Forse la troppa clemenza ci fregò e ora, a fregiarcene, non c’arrestiamo.

Assopiti in sogni lesti, domani io, Clint Steele, lesto a rubarti la faccia da schiaffi con un pugno di presa diretta e ficcandoti per i testicoli, da cornuto qual sei, dal cesso in giù, sciacquandoti il visetto e le tue dita medie da menefreghista con un più bastardo “Fottiti!” formato dinamite ché se ti spari è meglio e noi mangiamo la nostra minestra, un po’ mostri alla Cagliostro e un po’ di tutto lustro, e basta… che vuoi?

Se non i cazzi tuoi ti farai, qui noi per quell’unico che hai ti piglieremo per il culo.

 

Così è, così dev’essere. Basta!

 

Io sono il barista!

 

Un segmento allegro per ritornare felici come prima dopo la stupida vigliaccata del mentecatto!

E buon Cinema a tutti!

Woody Allen contro Falotico: due identici “ai denti”


07 May

Stefano Falotico e Woody Allen conversano, disquisiscono sul destino “co(s)mico” di un’umanità non tanto ottim(ist)a, ai piedi di Manhattan, con la Torrei Eiffel a svettare come… Libertà!

A sbafo, sbandati, dal Mondo ottuso schivati-schifati, “schiavi” di regole programmatiche-pragmatiche, insomma sugli ema-tomi artistici “sbaviamo”, chissà cosa ne pen(s)erà Shakespeare nell’essere o non essere Emma Thompson

Io e Woody siamo statue di cera, scolpite nella blu incandescenza immersa a solitudini in qualche modo affini sebbene su sembianti “diversi”, agli antipodi solo del primo acchito… ah, i tacchi solari delle donne per nostra misoginia cavalcante eppur sempre profondamente attratta dal “nervo” focale dell’Eros domato contro il Thanatos che genera melanconia. E anche emicranie per poc’antropocentriche “bersagliere” al centrarle nei loro più “intimi” desideri.
Ah, da lupi depressi le concupiamo, lui spelacchiato e io nelle prime alopecie di “penicillina” alle ferite d’amore.
Che mordenti misantropi, uomini d’altra razza. Oramai, neanche nelle fabbriche dei “giocattoli” “tiran” fuori pezzi erronei come noi. Non adatti alla massa che va per la maggiore… Noi errabondi, vagabondi pensierosi fra una mia sigaretta nervosa e il volto di Woody increspato di fegato “polmonare” sull’osmosi d’asfissie a un’empatia virile un po’ schizzinosa nei riguardi del Sesso, sensuali d’asessuate, nostalgiche visioni “oceaniche” dai colori “nitidi”, natanti, piangenti che planano nel meditabondo sorvolare su “tutto”.

Onirici o neri?

(Ri)flettiamo…

“Livellati” sul mare, appianati ai s(u)oli. Almeno non appiattiti.

Gli omosessuali, appunto, c’osservan con sospetto, la polizia aspetta le ambedue mosse false per “incatenarci” alla prigione dei nostri scatenati sogni “virtuali” repressi, la gente “normale” ci stressa e l’esistenza si fa… opprimente.

Che sgambetto! Che “gobbi” di colpi! Al Cuore!

Ma siamo noi a giudicarli deprimenti. Ah, l’uomo medio logora con la sua lorda, capricciosa voglia “matta”, perennemente mirata al “triangolo isoscele” delle cosce, dunque è molto “mirabile”, da celebrare in “lode”.
Con tanto di allori e “scappellarci” di “Buongiorno”.

Preferiamo un addio mansueto alla consuetudine, anche se la messicana Consuelo ci strizza l’occhiolino ed è peperina di salsa “matata” al nostro “corto… circuito” ballerino ma non “latino”, più “alla francese” nelle rotonde sul mare annoiate da questa oscena liscezza. Che “tonti!”.

Lui, evidentemente “mostriciattolo”, cerebrale accidioso a mo’ del “Ça va sans dire”, io arrugginito come Pacino Lefty Ruggiero nel mio apatico e “Me ne frego fin(i)to” da “Che te lo dico a fare…?”.

Poche carnali donne nel nostro carnet, Woody col Cielo in una stanza autocentrata di maniacali nevrosi proiettate ad altri, adesso anche d’alter ego, io spesso in cameretta romantica come i poemi cavallereschi della mia stessa spada nella roccia da Camelot. Anche da cammello. Non se se son Amleto o se sia un Bene… Carmelo.

Orsi siamo e brindiamo alle “ossa” di Artù, Principe tradito da Ginevra la meretrice, in mezzo alla “foresta” di Lancillotto,  un figo più spassoso che la (es)portava in “giostra” e la riscaldava, “avvelenandoci”, nei prati verdi delle ginestre e “corsette campestri”. Ah, Lancillotto lo “lanciava” fra i suoi “corsetti”. Pizzi e merletto.

Cazzo, aiutaci Merlino! Manca la melina! Anche i letti a “castello”.

Così, col taccuino alla mano e appunto il tacchino da Giorno del “Ringraziamento”, causa benedire e basta le “graziose”, telefono a Woody per svegliarlo dal suo recente letargo cinematografico. Lo invito a cena ché, a lume di candele, ammiccheremo a vicenda col frizzantino da geni “brillanti”.

Lui, ancora in canottiera, annichilito in un letto insonne di brutti incubi, prende su la cornetta ma, nonostante risponda-cheto-chieda presto “Pronto?”, fa fatica a riprendersi.
Al che, sgrana la vista e punta la locandina di Die Hard, con Bruce Willis a rammemorargli di non mollare.
Woody, invece, nel naufragare sempre “controcorrente”, mollò quattro pet(ard)i isterici, “modulando” un valzer di sconnesse frasi all’unisono dei “tuoni” piovigginosi ch’echeggian fuori.

La sua vicina di casa, donna pia quanto “spia”, bussa alla porta dell’apparta(men)to.
Domanda che cos’è stato quel trambusto.

Woody, con “proverbiale” (non) lasciarsi andare, ancora in vestaglia, “annuisce” un “Signora, è acqua passata, la ritenzione idrica del mio (re)moto passato”. Come da Verbo che emisi…

La signora, simile a Edwige Fenech infermiera, lo manda a fanculo. Già. E gli tappa la “bocca” con “amorevole cu(citu)ra”.

Woody, in tut(t)a “sveltina”, si veste e, dopo averla cinta di farneticazioni “nullafacenti”, non sa quali cinture scegliere.

Dunque, nel mentre della sua mente, di nuovo si scioglie in (rim)pianto a (di)rotto. Incompreso e “in compressa”.

Frattanto, trascorsa mezz’ora dal mio primo “squillo di tromba”, giungo a casa del mio amico.

Esclamazione!

– Woody, è tardi. Non attardarti di più per colpa della tardona. Si sta facendo… Notte, poi non avremo Tempo perduto… da Midnight in Paris.
– Hai ragione Stefano. Perdonami, alle volte sragiono. Colpa dei troppi ragionamenti da topo senza “top(p)e”.
Dammi… 15 minuti di Andy Warhol e andremo a mangiarci delle uova. M’occorre il lass(ativ)o, anche Lasonil al mio Pinocchio “nasino”, per “risollevarlo” da quella dannosa del “Pronto Soccorso”.

Che andasse ove sempre (non) and(r)ò.

Quindici più tardi, Woody è pronto.

Al ristorante più “rinomato” del quartiere “meglio” frequentato di New York, veniamo accolti dal menestrello di Fracchia la belva umana.

Io vengo trattato come il commissario Auricchio di banfiana memoria. L’incivile canterino infatti comprese subito che non sono uno da Ela Weber. E la buttò su sfottò delle battutine “piccantine” al nostro scambiarci da “toccati”.

Voglio aggredire il troglodita ma Woody mi trattiene e, con più “classe”, ri(t)ma allo stronzo maleducato:

– Non siamo da Gigi il Troionenon siamo frocioni… ma ti facci(am)o un culo così.
– Scusatemi tanto, v’avevo preso per “quelli”.
– No, siamo solo amici. Non s’inimichi “uomini” come noi.

Meglio non trovarseli di fronte in “posizione” orizzontale. Quando le “spariamo”, utilizziamo l’arma Magnum da Callaghan col grilletto… “in sordina”.
Silenzio… di tomba.

Ceniamo. Woody ordina delle “cozze”, io delle ostriche. Ci fermiamo al caffè, il dolce ce lo “rifila” l’oste.
Eh sì, un conto salatissimo di “prima” scelta: 1000 dollari più “bottino” della mancia a strapparci le mani(che).

Senza mutande, senza “speroni”, senza cartucce, senza pall(ottol)e, tristemente c’avvi(t)iamo verso il fiume Hudson. Comincia a grandinare, usiamo l’ombrello e aspiriamo il vento con delle cann(ucc)e.

Buona la “gran(it)a”.

Prendiamo “posto” in panchina, essendo dei panchinari della vita. “Titolari” però della sfiga.

E “contempliamo” senza pronunciare una sola parola.

Dopo tre ore del fissare il vuoto, piglio il “pazzo” al balzo con una balzana cazzata.

– Woody, che frutta preferisci? La banana o la Macedonia di Alessandro Magno?

– L’acido dell’insalata dopo il minestrone “bagnato”.

– Ti capisco.

Anch’io non lo “condisco”.

Quindi, ci baciammo mentre quella passerotta di Gwyneth Paltrow passò in quella “zona” e, a grandi falcate, salutò i nostri “uccelli”.

Non ci rassegniamo e Woody canticchia Nek:

Non è mai com’era ieri,
cambia il senso cambiano i pensieri,
e ti sembra tutto da rifare…
Sbagli se ti guardi indietro,
punta avanti anche se hai mezzo metro,
c’è sempre una strada per viaggiare…
è un’inguaribile follia,
saperti solo mia…

è congiunzione astrale…

– Questa è l’ultima porcata che mi fai, Woody! Adesso, finalmente ci sono arrivato!

Radio Days pensavo fosse un capolavoro ma invece è meglio Glory… di Springsteen!

Tu non spingi per nulla!

Detto ciò, lo spingo, annegandolo e dandolo in pasto agli squali.

In poche parole, “emergerà”.

Annacquato di pene da pirata?

No, da piranha.

Sono sempre a galla, gli stronzi ho scoperto e da me solo merda in faccia. Oltre ai pugni, questo è ovvio!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Zelig (1983)
  2. Ombre e nebbia (1992)
  3. Taxi Driver (1976)
    I due sopra fan cagare, robetta intellettualotta da masturbatori.Mille volte meglio Travis, tassista come me per la feccia di una manica di lerci che pensavo amici e invece scoprii dei puttanieri sfruttatori, scatenando il putiferio.

    Non li ammazzai, anzi sì.

    Travis li uccise fisicamente, io in modo che patiranno eternamente.

    E piansero. Cazzi loro. Se la sono cercata.

  4. Rambo (1982)
    Da collegare al capolavoro sovrastante.

Batman non è Giorgio Pasotti


08 Feb

Ecco la mia intervista a “seScrivendo”, in merito alla presentazione della mia ultima opera letteraria. Munendomi di videocamera Sony, “sonnecchiandola” nel montaggio frusciante, “videodromizzando” nell’“etere” della televisione sintonizzata ai sogni, incubi e “incubatrice” al Babau Freddy Krueger, mito inossidabile dallo “sfregiato” Cuor angelico, cari sfigati, il sottoscritto vi narra di tal avventura, arcuato nell’arder chi non è poeta ed elevando la sua mistica a modello inarrivabile di sublime vetta e vita

Prefaction del “factotum”, odio le fiction, meglio l’azione in Lei per le “levitazioni” 

Fratelli della congrega, uniti in sacro raccoglimento, so che pregate, avviliti da vite avvitate e che, purtroppo, non si schiodano. Scordatevi delle vetuste “adultità”, stracolme di falsi valori ma solo argille di terracottissima che io plasmo, levigandola nella mia visione sensibile al tatto e alla giovialità, disinvolta mentre la massa s’involve e d’involtini s’ingozza. Con occhi strabuzzati, si “(de)concentrano” sulle rotonde forme “concentriche”, accerchian il gentil sesso per concupirne, ma sol di “Grazie, no prego” vengon freddamente serviti, sebben sian stati servili affinché, sfruttata, ne “usufruisse” per frutti rancidi dell’amor prostituito!

Applauso!

Io vi dico che il peggio è passato e il Futur è ancor da sgomitare se vorrete non più volare nelle “viole”. Rose offrite alle rosse di capelli ma spelacchiati non siete più lupi-volpini ma ora patetici che regalate diamanti e rubini per “rubarvela” in barba ai barboni, e altresì assetati col miraggio poco raggiante, solamente senza Sole assiderati.
“Asinate” fra ripicche e “sgattaiolate”, picconate il debole, anelando che s’impicchi in quanto non allineato a chi, spo(s)sato, d’a(g)nello prima si fidanzerà e poi non danza i balli d’una volta. Forse, fu un bullo, almeno c’era del burro(ne) da bovino fra le vigne.

Di mio, indosso pantaloni vellutati di lino non sintetico, in quanto “prolisso” nel cavallo senza “stress”. Sono un boxerche non “lo” strozza ma, frizzante, è rizzo nell’effervescenza senza diagnosi scientifiche però a “sentirla” per di più con sentimento e mente, poiché non mento a nessuna ed ella è “centomila” nelle mie mille miglia-mitragliatore-gladiatorio, torello ancor prima del mio verginello. Sì, ancelle, son l’arrotino per lo “sfilatino” e poi mi defilo pur “seg-n-ando”.

Eh già, son secante e croccante come la pizzetta nei pizzetti, intesi sia come barbina “tessile” e anche come calze per le quali, assiduo, le “assillo” negli amplessi come agli asili nel suo nido “infantile” eppur fantina per me “furfantone”. No, un fatto come voi, io le faccio.
E combino per le feste.

Ella si snoda, “non fa una piega” e io, di grinze, grintosissimo, arrossisco per alt(e)re “paonazze” amanti puma nel piumone di limoni e “noce di cocco” scimmiesca ché tanto piace alle donne quando abbina il petto glabro all’orgasmo “villoso”.

Coitus interruptus con tanto di mio rutto non “pubblicitario” alle puberali che adorano il “pupine”, anche i pompini


La questione “Giorgio Pasotti” della nostra “bella” society italiota

Prefazione con tanto di sberleffo e anche “sberle” alle belline. Si sa, la “bona” cerca il bue, meglio se pettinato su “espressività” da cotone idrofilo al finissimo d’ovattare per i suoi ovuli in ebollizione, da ragazzetta in calore in cerca di cazzetti formato “(ro)manzetto” della romanticheria “Harmony” nel Cremonini

Perché non si può essere schietti? Dovrei forse infiacchirmi e sfacchinare, “assottigliando” le mie sottili provocazioni per aderire a una “socialità” che ripudio di pu(e)r(il) stile con tanto di postille lilla e pastiglie a sedare i “sederoni?”. Son “fiacco”, batto la mia fiaschetta e, ubriaco, son fradicio solo di fischiettare. No, con (ig)nobile “Me ne fotto”, porto avanti la mia guerra, che sembrerà sfigata alle fighelle e a coloro i quali, di pompini, “la” spomperanno, recandosi assieme a codesta trattoria, “Troie nel marpione come il Trota”, situata nei (ci)pressi di un’altra tavola “calda” ancor più da me infamata, ma per costoro, invece, circolo “famosissimo” quanto di “fame sessuale” ubicato in via Prosciutto n. 6 sei una formaggina.

Vengo “zuccherato” da una bischera, come direbbero in Toscana. Sì, un’aspirante attrice (credo, a “vederla” miscredente anche così “brillantona”, che aspiri “altri” da i-n-spirare…), di nome Marianna, mi lancia segnali di “sete” alquanto ambigui, facilmente (eh sì, è una “facilona”) ascrivibili alla teoria “femminista” da me ribattezzata (già, son quasi tutte delle battone “benedette”) “Mangia come parli ma, data che la tua bocca è sempre piena di datteri, sputa e basta, puttana”.

Costei tiene a precisare nella sua “Descrizione” che è “Donna” con la D di Domossola. Infatti, la sua “ruota della fortuna” saluta il Bongiorno ogni dì, poiché, notturni, lì tutti le “entrano” in men che non si dica.

Mi “sbertuccia” e io sto al “giogo”, scimmiottando il figlio di Adriano Celentano, nel Bingo Bongo su segni particolaribellissimo”. Sì, son un Uomo che mugugna peloso con lei, l’Ornella Muti di turno (e di torchio) che prova a zittirmi, nel tentativo “castigante” della sua “castità” urlatrice da “leonessa” fra le “barre” di cioccolatino. Una gattina con gli “artigli” che divora “uomini “alla Kit Kat, famosa marca del suo “marchio” di fabbrica. Qui, Wily Wonka non c’“entra”.
Be’, dinanzi a queste mentecatte che “belano”, divento Gene Wilder, versione non guardarmi: non ti sento.
E anche Johnny Depp di Blow.
Più che esserle potente, privilegio la mia onnipotenza e, più che farmela, preferisco il mio percorso di “disfatta”. Voglio garantirmi la privacy della mia anima e non “condividerlo” nello sgranchirla-sgranocchiarla. Tal “gnocchetta” solo me lo taglierebbe fra porcini sulle tagliatelle e il suo intimo privé a “privarmelo” subito. Sì, una così prima ti sprona poi ti rende un “provato”.

Meglio la mia proprietà privata. Nel mio giardino, coltivato di rose fresche, spingo sulle mie spine e queste qui le respingerò all’interno dell’erbaccia. Col mio pesticida su pestaggi alla Bob De Niro goodfella. A queste femminucce, appaio come un insetto-lombrico. Sì, penetro solo nei buchi del bucolico mentre i suoi ragazzi, da tanti cazzotti, si “bucano” appassionatamente di siringhe, mai “stringate” ma a “strangolarle” da golosoni eroinomani sulla ninfomane “erotica”, con tanto di meringa “esplosiva” del motto “Fica con la vaniglia”.

Marianna è una fan (se ne “affannerebbe”) di Giorgio Pasotti. Pasotti, l’ideale “dolce” d’ogni donnettta “coccolante” e “seducente” di collants per “ingollarselo”.

– Davvero ti piace Giorgio? Come fa a piacerti un idiota del genere?
– Ah ah (risatina “retorica” che sta a significare “Sei un coglionazzo”).
– Perché ridacchi?
– Ah ah (doppia “dose” di presa per il culo dall’implicito messaggino “Ci sei e non mi farai”).
– Guarda che Giorgio è il peggio della recitazione. Fra l’altro, potresti trovarlo e in-troie-ttartelo, quando s’assenta dal “lavoro” alla bettola più “ciabattaia” di Bolzano, “Il bergamasco è gran maschio che allude per la lupacchiotta”.
– Ah sai, eh eh. Giorgio è volgare, si presenta male, ha la panza, è grasso, e aggiungerei anche nano e calvo. Ah ah, Stefano mio!
– D’uno come Giorgio, non so come tu (s)possa “fartene”.
– Vaffanculo, pirla.

Silenzio “imbarazzante” di 3 secondi, pugno avventatissimo contro la sua faccia “a ventosa” e vetrata “sfondata”.

Il suo traumatologico è frattura(to). Affranta.

Ora, la questione è questa:

ciao, con me è impossibile andare d’accordo. Son un bellone che tende all’astrazione e disprezza i “bellissimi”, anche se sono accostabile a Keanu-Steve Reeves, in quanto similarmente “mascella muscolosa” solo di occhi per ancelle a cui poi lancio l’occhiata del “Guarda che non sono Donnie Brasco, bensì Lefty RuggieroPacino avvocatesco e diavolissimo nell’arrabbiata, sono insomma una mano senza la morta da cascamorto, ché incorruttibile, poiché Lucifero senza luccioline”.
Oggi, va di moda Pasotti. Possiede un sorrisetto, un ciuffino, forse un uccell’ che mi pare sul diminutivo, da effeminare di vezzeggiativi “Bonazzo, ecco, ti sbatto la Lavazza”.
Sì, di mio sono fuori dalle competizioni. Guido un treno che de-raglia, asciuga i binari nella tormenta, succhiando le rotaie mentre canto “Aria era donna d’oro, adesso è matronissima, evviva il mio maccherone!”.

Di s-contro, sono insopportabile. Uso calzini arancioni a mo’ di faccia camuffata nella Pippi lunghe” e non le “pilucco”. Son ragazze discole che ascoltano i dischi di Massimo Giletti. Ah, non lo sai? Massimuccio, prima di fare il marpione, era romantico cantante che partorìva “hit” celebrissime come il suo “must” da “mastino”: “Ove la cicogna va, lasciala mettere il becchino”, canzone di “DO””minore a quelle che ingravidava col suo volto da cadavere ambulante.

Ora, Marianna fa rima con panna. E i capelli tuoi neri si sposerebbero col colore dell’acme d’ogni virilità congiunta e untissima? No, guarda che gli imbianchini son uomini di grande pennello.

In poche parole, l’Italia è un “paese” di “artisti, poeti e navigatori”. Sì, tali e quali a Marco Polo in canottiera che guida una Wolkswagen. Insomma, scattano delle Polaroid ma son di polistirolo.

– Dai Marianna, non pensi che Depp Johnny sia un tantino più spiccato come attore? Si può esser belli conservando un talento straordinario.
– Johnny Depp, diciamo, è indubbiamente un mostro sacro ma ha una psicologia troppo femminile per i miei gusti.
– Diciamo soprattutto che è meno “manipolabile”.
– Che vorresti dire?
– Ho detto tutto. Scaricati le canzoncine e scalpita scalza, accaldati anche se vuoi, da me riceverai solo un “calzone” Mexico, ripieno di piccante senza salame affumicato.
Ora, togliti dalle palle, se no ti (s)monto.

Annotazione a piè di pagina

Ora, son un po’ incazzato ma non troppo. Quelli di Albatros m’avevan lasciato il promemoria, come da mio “proclama” dell’“evento”, con su scritto “Ore 19, in punto”. Avevo selezionato l’orario della REC sul decoder una decina di minuti prima che “partisse/i”, della serie “Non si sa mai, non è che la trasmetteranno domani?”. Infatti, uh uh, fumacchio una sigaretta scacciapensieri e, come un “napulitano” da “Che Dio me l’abbia fatta venir bona”, accendo la tele e il programma era già ampiamente iniziato. Floris, il presentatore, sta dando “i consigli per gli acquisti” alla Costanzo, io temo che la mia intervista sia già (oltre)passata. Come accade per i programmi locali, appare solo uno stacchetto con musichetta, quindi immediato, istantaneo primo piano su Floris e, “in basso con sovrana.espressione”, la mia opera che “campeggia” di copertina-miniatura. Mi lancio sul divano, afferro il telecomando, “pastrocchio” col pollice imbranato su anulare.mignolo, poi spingo precipitosamente su “Ok, cazzo alla svelta, registra, spingi”. Ho perso una decina di secondi. Superflui, anche perché non ero stato ancora inquadrato. Il resto è (s)venuto. Ora, per ragioni “contrattuali”, non posso diffondere la registrazione della messa in onda. Ma il Falotico ne sa una più del Diavolo. Munito di videocamera Sony, filmai proprio “videodrome”  conzoomate sul catodico e modifiche (tras)colorate “all’interno a penetrarla docilmente”, caricherò/ai il video oculatamente (mal) “trattato e lo inserirò/ii nel mio canale su (inter)zona “Nascosto”. Dando poi il link, “hide & seek” solo ai miei amici, di cui naturalmente tu fai parte in primissima linea. Ecco, è stata la prima volta, dopo molti “autoesili” nonostante i miei “castelli”, ammettiamolo, che mi son cimentato dinanzi a delle videocamere, dirimpetto a “navigati” e a una perturbante “tavola rotonda” zeppa e condita, reconditissima, dei colleghi smaniosi a “perquisirmi” dentro l’anima affinché inceppassi. Trascurando qualche incertezza e un finale ove, sinceramente, ho un po” “arrangiato”, direi che posso promuovermi.

Riflessione conciliata sebben non concederà tregua a chi non concesse, essendo lor dei cessi, il mio dono a “donarglielo” con tanto che ragliassero pure

Penso mentre altra gente è in pena, non solo per me. Ah, dipendono dal cavo e non ne cavano neanche un “cavarsela”. Ma par che “scopano” (di scopino?) anche si son già scavati la fossa.

Medito sulle mie dita, mi stiro, infatti sono l’acciaio Inox Iron Man, vado in cucina, le vostre uova son cotte come le uve che volete ma sol violenti vi violentate di fritte patatin patonzone stronze.

Penso a me preso nel mezzo, alla necessità e agli inganni, anche ai cannelloni fumanti, e son un fiume in piena d’acqua Ferrarelle nel mio ferr(e)o non transigere poiché esigo.
Esigo il Ferrero e la Ferrari, inveisco contro chi, ottuso, lese e oppresse le coscienze senz’ancor prima che esse assaporassero (chi insaponate voi?) esperienza a gustar le proprie anime, e ordino che vengan espropriati d’ogni “mal” di Dio, rabboniti e deportati al porto “Scaricati”, che si trova nelle vicinanze di viale “Vai via in modo fluvial-dementon”.

Ora, io, non perdono e giammai mi perdonaste.
Sono clementissimo e gioco col Clementoni.

Oggi sono Schindler, salvo gli ebrei dal nazismo del capitalismo e decapiterò chi di me finse di non voler capire, perseverando nella sua linea dura quanto da me ammorbidita.

Rassegnate le dimissioni, sono uno springsteeniano a cui una donnaccia strafottente diede del fetente di “patenti”, e invece è oggi (s)fottuta d’allegria come la mia rinnovata, e come volevasi dimostrare, vigoria.

Sì, me la tirerò, posso permettermele. Io (le) s-premo.

– Prego, entri.
– Dove?
– Dove vuoi.
– Posso?
– Sei un vorrei?
– No, ti voglio, volli, volli, fortissimamente fu in me un volo.

La volontà fa miracoli, per carità, la crudeltà io trasformo in bontà.

Fine, alla prossima.

Salutatemi.

Spare parts and broken hearts!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Strade di fuoco (1984)
  2. Nightmare – Dal profondo della notte (1984)
  3. Taxi Driver (1976)

Ama il prossimo tuo, porgendo la pistola da Travis Bickle


06 Jan

 

Egli sa, insanguinato:

Rock & Roll Love Affair (di famiglia…) – Il ritorno del Prince


08 Nov

Anche gli alieni sono onanistici

Serata noiosa come quasi tutto Novembre, salvo quando avvisto (che “balconcino” con vista…) un UFO e qualcuno s’impaurisce perché crede nel Dio dei “comuni mortali”. Ipocriti! Manco alla vostra evidenza credete? Mangiate la “calda” minestra e non avete rispetto di “sua” eminenza. A voi importa solo la “panza”. Spagna o Francia, basta che ve “la” magnate (più grasso che cola c’è, più magnati siete, dunque “imprenditori”…) e bagnate… nella “benedetta”.
Sì, la gente comune s’alza alla mattina e poi pecca tutti i dì, fin al Sabato sera ove aspetta l'”orzata”. I maschi si tramutan in orsi, le “donne” invece amano la “donnola”, “esemplare” di trenta centimetri, “pellame soffice” che, durante la stagione invernale meno eremitica da Franco Battiato, assume una colorazione “bianca”, disgelata e toglie l'”ermellino” a tutte le mule, allattandole ai “buchi sacri” della montagna “alpina”.
Sì, la donna è ape, l’uomo il suo miele apuano, a pois!
Quando una di queste ti rifiuta, ti sputacchia da lama con un “Puah!“.
Che schifo!

Sì, non ho mai avuta “grossa” considerazione del genere femminile. “Chiamatemelo” misogino, “di mio” è “orogenesi” del genio “integro” e non integrale. Non se ne trovan “molti” in giro. Come si suol dire, potrete navigar i mari e valicare i monti, appunto, mie care da “montone”, uno della mia pelliccia è “ungulato” rarissimo.
Voi, al massimo, state sul divano “di pelle” a smaltarvi le unghie. E siete sempre “stufe” nonostante vi “stantuffino!”.
Ho detto tutto…

Una delle cose peggiori di questo Mondo, è prender l’ascensore assieme a uno che non sopporti. L’ospite indesiderato di stasera fu il signor “Cocco”.
Ah però, scopro suo (mal)grado che vive ancora coi genitori ed ha quasi cinquant’anni. Tal nomignolo, “Cocco”, gli fu affiabbiato anni fa dall’intero condominio. Perché costui è sempre stato un “bel ragazzo”, ma non ha mai fatto un cazzo in vita sua. Sebbene l’abbia “usato” molto, da equazione “anti Celentano“: chi non lavora, fa proprio l’amore.

Quand’ero adolescente, “glielo” pescai a “Colpo grosso”, programma “altamente” cul-turale, “condotto” da Smaila Umberto, un tricheco pachidermico che regalava gli smile ai maiali della sua trasmissione “Culi sodi e roventi tette per il rude”.
Cocco stava “lì”, stravaccato a gustar lo “spettacolo”.

Cocco non è cambiato molto da allora, infatti vive d’allori al suo “carisma”. Che ri(s)me baciate… Essendo ancor carino, ha mantenuto (più mantenuto di “lui” neppure le “figliuole” di Briatore… e quelle del “direttore” della FIAT, il “baron” nipote dell'”Agnellone”), ribadiamolo, ha mantenuto un aspetto “pimpante” per l'”ocarina” da (s)pompare. Ha “battuto” tutti i primate. Infatti, fra lui e un primate non c’è differenza. La scimmia ha dal “suo” l’onestà “intellettuale” del suo aspetto onesto e senza maschera.
Col Tempo però, da playboy delle “gatte” dei vicoli Miracoli, appunto, è invecchiato d’imborghesimento “plastico” come il viso di Alba Parietti nella “sciarpa” color “simpatia” di Franco Oppini.
Ha conservato i suoi rituali, buon pranzo di lasagne con la besciamella e molte cene d'”uccello” con la “panna montata”.
Ogni Domenica, si reca allo stadio. Ha un posto “in prima fila” alla Curva Bulgarelli, ex Andrea Costa. Ove, da “integerrimo” mister  “X” che infila fra le gambe, si trasforma in urlatore (più delle “grida” delle sue gallinelle…) su tale-insultante (da suin “sultano” dell’harem..) “incitamento finissimo” agli avversari delle sue “palle” da “fedelissimo”: “Spaccagli il menisco, tiragli un calcio dove dico io!”.

Sì, subirsi quattro piani d’ascensore con Cocco “adiacente”, è una delle esperienze più dure che un Uomo possa sostenere in vita sua. Altro che i lavori forzati, la vera punizione è Cocco!

Cocco però, “annuendo” d’occhiolino (chissà, avrà anche sviluppato un bisex da 2012 bisestile, oltre che andar dentro quelle con la sesta…), m’ha “fatto”… venir in mente i momenti “indimenticabili” di quando, alle scuole medie Salvo D’Acquisto, “tutte” mi volevano per la mia vaga rassomiglianza con Luke Perry di “Beverly Hills 90210”. Andava forte Luke, “spingeva”. Lucky Luke, la “pistola” più veloce della sua “ombra“. Nessuno poteva “vederlo”, data la velocità dei suoi “cambi di marc(h)ia” fra lenti e sveltine.
A me sbatteva una minchia… di Luke, della sua “rivoltella” e di quante ne “ribaltava”.
“Protesi” subito a un attore un po’ più malinconico e “per i cazzi suoi”, già: Bob De Niro, molto più “straniero” alle zoccolate. Molto più Travis Bickle che, se gli prendon i “cinque minuti”, afferra “ferro”, carta e penne, “canna“, fucile e “occhio” da mohicano, poi appende per il bavero i bavosi, quindi spenna vivi tutti i papponi sfruttatori nell’applauso “conciliato” alla massa che lo eleva “eroe”.

Dunque, puttane e puttanieri, vedete di (ri)metter su Prince, e lasciate stare le canzoncine “romantiche”.
Servono solo ai cocchi…

L’ho “detto?”.
Più chiaro di così, si muore…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Taxi Driver (1976)
  2. Teste di cocco (2000)
  3. Ascensore per il patibolo (1957)
  4. Angel Heart. Ascensore per l’inferno (1987)

“Al di là della vita” – Recensione


14 Oct

Arcana “letargia” dell’anima 

Torreggiante malinconia “sapida” di “malincuore”. Deragliato in uno stato di “trance” mortifera, Frank Pierce, paramedico di New York, avvolto nei nitori “squillanti” di sirene “asfaltate” nel naufragio mesmerico a una perenne “chimera” trasparente e “traspirante” di carne sua corporea dissolta, anzi purpureamente “dileguata” e “sghemba” fra “tagli” inferti nei fotogrammi densi di “liquori” nervici, d’una sbronza febbricitante di nervi tesi, “conciliati” solo a un complesso di colpa di tormentato “corto circuito”, “sinaptico” al dolore, ai tremori, alle allucinate “sovraimpressioni” d’uno Scorsese “notturnissimo”, “circense” in un’inquadratura che “blatera” di delirio, “confabula” coi fantasmi riemersi da memorie “piangenti”, su “lieve”, detonante e “dormiente” ticchettio scandito in un Cuore che brucia selvaggio. Stupito, “impudico” nelle sue “urla” sedate dagli occhi d’un Nic Cage “invertebrato”, overacting stavolta “accor(d)ato”, appunto, alla tetra vacuità “zampillante” e disinibita d’una eterna Notte profonda, affliction nei “bruciori” delle vene, della “flebo” smarrita “diluita” dentro “sventrate” sue cangianti iridi azzurre di cieli intorpiditi dal marcio d’una città violenta, prima dell’opera di “risanamento” del sindaco Giuliani, che la “deturpò” del suo fantastico “imbizzarrirsi” anche nelle “orge” dei suoi folli, dei barboni, degli emarginati, dei “vigliacchi”, ecco… deambulanti.

“Ovatta” che, invece, sanguina… ancora più fragorosa, perché “ammutolita”.

Ove personaggi “infermieristici”, di “donchisciottesca” reminiscenza ai “mulini a vento” dell’assurdità più grottesca, “afferrano” i pazienti più “pazzi” e insanabili, appunto, su “spranghe” che ne stuprano l’innocenza, marmorea, candida, “infreddolita”, come “carta vetrata” al velo troppo “zuccheroso” di chi ha deciso d'”assopirsi” per non contrattare con Satana il proprio Faust mercificato e “prostituito” ai frivoli abbagli, alle “allodole”, ché tanto lo specchietto retrovisore, “tassista” dostoevskijano “incarnatissimo” nei sospiri mai ammortizzati dell’inquietudine più sfrenata e “out of control“, è combattiva “crocifissione” a un Mondo falso da (s)lavare senza mai sventolare bandiera bianca.

Ottusa “utopia” o salvezza?

Scorsese resuscita i morti“, i demoni e i “mostri” del tuo sonno leggero da Paul Schrader.

Sì, un Light Sleeper fra gli spacciatori dei raggi (dis)persi. Fra chi brulica e, da b(r)uco “tossico”, non evolverà mai nei livori d'”ardori” apparenti, perché non vuole.

Dalla novella “biopic” di Joe Connelly, trasposizione tutta personale ch’echeggia di Frank Sinatra, delle sue “stranezze” di night, d’un “punteruolo” ghiacciato che spacca e distrugge tutti gli “antibiotici”, che si slabbra in amori sognati, per una Patricia Arquette vitalisticamente (ir)reale che deve fuggire prima d’essere uccisa o di venire “scarnificata”.

Eccentriche solitudini della downward spiral con una colonna sonora che “esagita”, “shakera“, esaspera, di Clash “suonati”, bastardi, incazzati, di grandi pezzi storici mentre un “verme” penzola da un cornicione, s'”arrampica” nel suo “orlo” lì a precipitare e viene all’ultimo momento “preso per mano”, sui fuochi artificiali d’una splendida decadenza tutta di Martin, tutta “martire”, tutta “matta”.

Svenata Bellezza. Attimi d’antologia, di grande Cinema.

Un cast eterogeneo di caratteristi “impresentabili”. Il “placido” John Goodman, “pasciuta” placebo che “oscura” e cela i suoi casini personali, Ving Rhames mastodontico “stregone” dei suoi Voodoo (ir)religiosi, nero ectoplasma “ridicolo” da “stregone ciarlatano e “ciarliero”, Tom Sizemore più grasso del porco che combinò sua “moglie” per le feste, Marc Anthony, il latino amante che fu di Jennifer Lopez, qui “scemo” al “punto cotto”.

Robert Richarson in “cabina” macchinista di sprazzi, di alterazioni “igieniche” alle immagini, illuminate, poi a spegnere il “lumicino”, poi a colorire il viaggio.

Mary, Mary Burke è la Madonna? La locandina cristologica, “intrappolata” nel rosso che vive dei suoi incubi, “(e)spiati”, “(ri)morsi” dentro…

(Stefano Falotico)

 

 

 

 

De Niro Screen Shots


13 Oct

Ecco, mi “giunge voce” che quest’anno lo (ri)vedremo in molte pellicole.

Signore e signori, annessi detrattori dell’ultima ora (im-parzialmente scontenti delle sue ultime prove attoriali), ecco a voi il più grande camaleonte della Storia del Cinema. E non solo.

Vi presento questo personalissimo slideshow di Mister Bob De Niro.

Qui, lo vediamo “sfilare” in una galleria di tanti suoi personaggi famosi. Che ve li cito a fare?

No, qualcuno ve lo “enumero”: Vito Corleone, Travis Bickle (già), Jake LaMotta, Harry Tuttle, Al Capone, Jack Walsh, Max Cady, Sam Rothstein, Conrad Brean, Paul Vitti.

 

Gli altri, provate voi. Sì, vi verranno in mente.

 

Giocate infatti con la memoria e accostate le sue rispettive, tante facce ai capolavori “elencati” nei vostri ricordi. Vedrete che (IMDb.com alla mano…), riuscirete a indovinarli tutti.

 

In questo video, sono comprese anche due imminenti interpretazioni, direttamente-prossimamente, appunto, da Being Flynn Red Lights.

 

Buona visione.

 

 

(Stefano Falotico)

Genius-Pop

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