Posts Tagged ‘Takeshi Kitano’

Samurai Man, virgin soul verso il Sole


13 Jul

Compratelo!

Eh sì, guadagno cifre “pazzesche”, infatti anche il salvadanaio più piccino piange. Ma son scrupoloso, esigente, letterato e non m’arrendo. Al Diavolo se non mi daranno il Nobel, m’accontento di qualche spicciolo per non finire a “elemosinare” dagli strozzini più picciotti. Esco e mi cagan in testa i piccioni. Ma, dopo doveroso umorismo, un po’ nero voglio pedissequamente volteggiare, in tutto ardir sfamarmi di questa vita, goloso, insaziabile, euforico e giovialmente contagioso.

Voglio, anche coi fronzoli, piazzar un altro “sereno” frontale a chi m’affrontò in Passato, schernendomi del blandir più incolto e superficiale di sue “fighelle” smpre a magnar’, per poi vomitar marciume su mia faccia intonsa.
Sì, scusate se è poco, tornisco, anche superbo d’edonismo (os)curato, il mio corpo bel che da restaurare, dopo malignità a tutto andar’ che furon lì lì per nel “lutto” frenarmi.
Ah, rimpiangessero codesti, che si professan “professori” e son invece dottorini nell’indurti ai suicidi. Gentaglia che ti dà del pazzo, e quindi posso scaraventar’ in tutto mio strafare.
Divoro i loro invidiosi livori, son io l’incarnazione trasparente, senza vergogne a differenza di lor sempre “fighi” di “sfogliatelle” e baldanzosi nell’ozio dei più perversi vizi, che acuminò l’ingegnò, sorpassò ogni vetusta regola ottusa, e qui plano oggi a Dio, mentre i calunniosi di stessi spergiuri stan crepando, oh oh non eravate degli schianti. Sono il vostro “santino”, saltimbanco e ballerin sempre più di voglietta assatanato. Attentaste tanto per assassinarmi, perché deperissi e d’amar lagrime sanguinassi.
Invece, mie sanguisughe, ecco il sugo da Tito Andronico. Di par(zial)i cannibalismi, state cenando con le vostre viscere sbudellate.
Vi consiglio, se la digestione sarà cattiva e d’aerofagia vomitante, d’evacuar il vostro abissal dolore, non solo inchinandovi davanti all’abside, a mo’ di confessionali per i vostri “crocifissi” didietro “luculliani”, m’anche(ggiar… da cui la scoreggia se il “bacino” è, nonostante calmanti, troppo “scaldato”, miei scalmanatissimi a “venir” di “mani”…, oh, rallegravi col triste domani e “gioite” del dubbio più punitore al vostro mai farmi domande ma giudicar di troppo “comando”…, per di più ad assumere appunto dei “soavi” antidoti…
Lo so, odiarmi non servì a Nu(tel)la, ché addolcisco solo il mio erotismo se Lei si spoglia belante, e alla mia savia aggressività non v’è resina perché m’arrenda.

Ah, v’ho combattuto per mille e più stagioni, al fin di cambiarvi ma ottenni solo crudeli offese sempre più reiterate. Mah, perché adirarsi se, in tiro, posso stirarvi?

Cammin impettito, a testa alta, fra voi che “martirizzaste”, aizzati in tutto desiderar che m’arricciassi per tener “eretto” il di voi “alzabandiera”. Oh, state sventolando quella bianca, mai “sfoderata” da vostre notti in bianco già luride, miei lerci, ché delle sporche federe già scremavate “lattei” e “crematori” da federalismi e an(im)alismo. Ah ah, ecco servito il primo piatto, il secondo di contorno e quindi la torta “dolce” di torni.

Sinceramente, in tutta “infedeltà”, mi tradiste e vi siete meritate la merdosa meringa delle mie (in)ascoltate arringhe. Un’altra riga da drogati in camuffa, sotto falsi vesti aspirate… di bocca buona, ma v’ho sradicato nell’inalazione del vostro stesso veleno.

Con quest’altro mi congedo. E soprattutto buona “cena”.

Come si suol dire… chi di pancia mangia, d’abbuffata è ora buffo e mi fa un baffo. Ridermi “sotto” non è godibilità or che siete esplosi di bile.

Scusate, alla vostra “capricciosa”, manca la birra. E io, lupone, posso anche regalarvi il luppolo.

Ricorda, scemo: t’appioppo e se mi dai del malinconico, non m’arrabbio, t’appendo per il labbro. Mio simpatico lebbroso.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Ronin (1998)
  2. Takeshis’ (2005)
  3. Killer Joe (2011)

“Outrage Beyond” – Recensione (e amici…)


09 Sep

 

Yakuza “scacciapensieri” nelle “mosche(e)” di Tokyo

 

L’esegesi per Kitano è un termine d’abolire a priori, egli è “la solitudine del numero primo” che “saltella” fuorviando ogni logica pragmatica, allenta le tensioni, “silenziandole” nello Sguardo (im)mobilissimo per poi deflagrare di pugni da orbi e spari metallici, come la “carrozzeria” di questo film, imperdibile perla d’una città assolata fra riti tribali di clan(destini) e il nostro clap clap quando “suonan” le pallottole al ritmo esagerato di violenza parossistica, appunto, sfrenata oltre le consuetudini, tanto che alcune vecchiette, turbate dai botti e dalle botte dopo tanto “borbottar” di borsette, scappan “devastate” con tutta la gioielleria prosciugata fra le mutande, in un fuggi fuggi ché il Diavolo non le accoppi e non le frigga.

 

Il Diavolo è Beat, il (non) morto che esce di prigione, non ne azzecca più una perché il suo cervello è in panne, “impantanato” nella destrutturazione avvenuta in carcere ove, come gli confida il suo amico, losco come i “boschi selvaggi”, improvvisi di queste strade dai tornanti nelguardrail di corpi senza guardiani, ove anche i padroni non possono spadroneggiare tirandola per le lunghe, ché il nostro eroe ha ancor fiuto da tartufo e d’intuitiva vendetta seminerà il terrore, nella paura formato “scorribanda” di questi “banditi”, i più sleali bastardazzi che riceveranno la lezione degna della loro idiozia “lungimirante”. Un babbeo viene, infatti, “appeso” alla “sedia a rotelle” della sua scemenza “senza capo né coda” e picchiato sin a fracassargli il cranio con palle da Baseball d’uno strike in mezzo al suo cervellino di strabica (s)vista, come una giugulare recisa con “cura” lenta ma “strozzante”, nel dissanguamento che solo gli stronzi si meritano.

Ecco che Beat non ne risparmia uno/a e, fra ralenti omicidi geniali, tamponamenti “traslucenti” di sangue rosso mischiato al nero delle macchine di lusso, il figlio di puttana è l’Uomo, di faccia “scemotta”, da tener invece d’occhio.

Non “eccita” un muscolo facciale, ghigna, mugugna e poi “urla” di boati in pancia, quando meno te l’aspetti ed eri lì seduto in panciolle a zuccherare il tè d’una discussione ch’è degenerata in un plateale “T’ammazzo appena la tua boccuccia mi sparerà altre amarezze, oramai a me indigeste. Qui, tornano i conti e, se non tornano, trivelliamo pure il cameriere che si fa la serva ed esige, mascalzonissimo, pure la mancia col mascarpone e tanto di “scarpetta”. Tutti cenano nelle gerarchie, pretendenti al “trono” ma ci scapperan molti morti.

 

Invero, la pietanza è fredda(ta), come la fotografia che non c’è, sembra una ripresa televisiva eppure è stilizzata, d’una “calma” che poi accelera, tiene a bada l’umorismo troppo scontato, eccede solo di scontri e piombo pesante, poiché l’eccesso è la punizione dei cessi. E qui, c’è parecchia merda tra infingardi e incravattati.

 

Beat è imbattibile, è il “mignottone” dalle gambe storte, d’andatura “storpia” che ti afferra per le palle e ti ribalta come un calzino, “caro” cazzone.

 

Alla fine, gli chiedono il “biglietto”, pura formalità per perquisirlo. Egli “estrae” la pistola dalle “palle” dello scagnozzo, e “gliele” ficca tutte dentro.

 

Nell’applauso generale dei titoli…

 

Perché la vita vera non è un gioco di ragazzini. E Beat è uno che ammira il tatuaggio della sua “badante” solo per distrarsi un po’.

Il resto forse sarà una scopata. Che non abbiamo visto. Che Lui sa… però, perché dopo quell’attimo divenne ancora più glaciale.

 

E, di silenzio, ammutolì chi sparlò, chi tradì “tardivo”, a chi in quel posto uno così te lo mette sempre.

E fa male. Perché se si “tirò la corda”, a Beat ancor più tira il culo…

 

Adoratelo e lascia a casa quelle del cucito. In vostra assenza, noleggiate il film La moca che ammoscia, famosa nemesi del Beat, perché l’aroma va sì gustato eppur anche di fianchi romanticheggiato, nel giusto ingrediente della “sigaretta” da uomini. Pregi, “sfregi” e difetti annessi.

 

Se il Beat non v’ha convinto, allora il Falotico finirà con un “Crepa e sta zitto!”.

E poi, con classe, si toglierà le brache e, all’assassinato, sussurrerà un “Ecco, adesso sono più rigido del tuo, ora rispetta, altrimenti non ci sarà neppure il tuo funerale”.

 

A parte gli scherzi (anche se il Biondo sa che forse non scherzavacowboy e qui spietato), aleggiamo in questo strano Mondaccio, “immondizia” o solo ammorbato da troppi “distintivi nelle chiacchiere“, di chi “bla-bla-eggia” e poi combina poco, tanta carne al fuoco e nessun “arrossimento” del Cuore d’arrostire di vita.

 

E così, Kitano scende in passerella dalle Lancia, mentre nel film le BMW ricordano proprio ogniRonin…, anche nel Giappone odierno, ancor “feudale”, c’è uno Spirito francese col “basco“.

 

Takeshi è forse l’oggetto non identificato, colui che proprio qui a Venezia stravinceva con Hana-bi, estasiava “spaccando le difese” d’ogni sintassi cinematografica, alterava gli equilibri “consolidati” con improvvisi cambi di registro, era acrobatico di pistole dal grilletto facile (d)alla battuta corrosiva e oltre ogni previsione, anche del Tempo, malinconico e poi umoristico, e oggi un po’ “datato” come un carisma suo ancora intatto, assolutamente non scalfito, ma stantio in un percorso artistico che non “decifriamo” così… “su due piedi”.

 

Prima le “autobiografie” del suo Cinema, autoreferenzialmente nelle sue ossessioni e citandoci addosso, poi questo dittico di duellanti che mi suona tanto di trilogia da compiersi. Da “completarlo”.

E, appunto, se ci sta(rà) certamente il terzo “episodio” di questo “gangster” anacronistico, simpatico e anche un po’ no, potremo ammirare queste due opere (s)legate con maggior chiarezza nello svelamento del terzetto. Meno a tranci, perché così Kitano ci sembra solo “in transizione” e anche in trance.

 

Per ora, quindi, c’appaiono due “UFO” un po’ sconnessi, e sorge inevitabilmente qualche lecito dubbio sull'”autenticità” della visione.

 

Cos’abbiamo visto? Kitano non è più quello di una volta o può davvero permettersi di “girare, a vuoto” nelle stelle dell’immaginazione e della sua mente, e se ne frega bellamente che possa essere solo “intravisto” dai suoi accaniti, sfegatatissimi e anche un po’ “sfigati”, sempre per “il pelo nell’uovo”, (ex) ammirati oggi un po’ delusi e spazientiti?

 

Anche i grandi invecchiano? Chissà…

 

Dunque, gliene assegno “cinque”, ma sappiamo che i film sono stati “momentanei” e anche “mementiani“, e domani, al risveglio, tutta questa “fiducia” potrebbe disintegrarsi in “una” per “cocente” rivalutazione in negativo (“vivido” con sfumature “seppia” e “ocra”), oppure lievitar addirittura a centodieci con lode, nell’adorazione “non giudicabile”.

 

D’altronde amici, mi son scordato di “confidarvi” un piccolo ma “trascurabilissimo” dettaglio: mentre rincasavo nel mio miniappartamento qui “affittato”, a tutto volume mi son sparato una canzone romanticissima del Bryan Adams più giovane che mai sarà.

 

Ecco, Bryan forse ha poco da condividere con Kitano, tanto che, se si fossero (s)cambiati i contatti su Facebook, credo che al Takeshi poco garberebbero le incursioni del suo “amico” Adams, Lui della “famiglia Addams“, decisamente meno “amorevole” o forse di più, ma non dubito che, sempre al “nostro”, “sgorgherebbe” un po’ di viaggio nella memoria.

 

Perché Kitano, balzan qual è, “sbalzò” e balzerà ancora.

Io e Takeshi siam gemellati, (de)generati fin dalla nascita.

 

E ricordate: l’infermiera delle “culle”, oggi è da ciuccio e domani Milf da “ciucciare”.

 

Così sia scritto e così sia “fatta” la nostra (r)esistenza.

 

Chi s’opporrà non può.

Ho deciso io.

 

(Stefano Falotico)

 

 

 

 

Ammazza la vecchia col flit – Ogni anno, al Lido di Venezia, m’imbatto nella mia “affittacamere”, un’anziana da racconto horror


12 Aug

 

Mafalda, la donna che non t’accalda

Anche codesto anno, in data pomeridiana del 27 Agosto, partirò alla volta (un po’ Alessandro, quello che “ridava” la carica alle batterie ammorbate dai batteri del “daterro sociale, dolce di “succhiotto” e acido di retrogusto ) del Festival di Venezia.
Ma, fra Leoni, gallerie, personaggi da galera, le galee della Regata Storica e qualche bella “patonzina” per un filmato “hard” alla Brian De Palma più “ambiguo” d’occhio “maligno” nella sua “doppia personalità“, dovrò sfidare una che lo ammoscerebbe anche a Javier Bardem di Prosciutto prosciutto, rendendolo uova d’oro.
Una così ti spacca le palle del cervello, e ti rende il mare dentro “paraplegico” dell’ Amenábar più “menomato”.

Sì, da due anni “pernotto” il suo appartamento, amenissimo con vista sugli scogli con tanto di “spaghetti ai frutti” del ristorante adiacente “Ostrica che troia quella trota!”.

Codesta è una scassaminchia di livello sesquipedale.
La scorsa “stagione”, mentre stavo “armeggiando” con una nella doccia del suo bagno, da me ribattezzato “Gocce dacquolina sull’impietrito rovente“, fece, sì, anche nel senso escrementizio, irruzione con un’eruzione da “rapina a mano armata” mentre ci stavamo amando: – Alto là, la casa è mia, non “imbrattatela!.
– Stavamo colorendo l’arredamento scialbo, dando un “tocco” di “pennellone”.
– Sentite, marpioncini, questo è il forcon! Perché stavate fornicando?
– Be’, non è un male “insugare” un po’. Lei crede che stavamo “insudiciando”, non è vero, è un’insinuazione. Era solo “insinuato”.
Sono il bambino del re nudo. Lo so, fra un pompin e l’altro, ci posson “scopar” dei figli, ma è colpa di tale “signorinella”. Mi spogliò senza chiedere permesso. Che poi io “lo” abbia immesso non son “falli” che riguardano le sue messe.

Al che, mi sparò “lì”.
Ed è per questo che, ogni Settembre, c’è Takeshi Kitano alla Mostra. Lui è l’Uomo che dà il suo genio senza darle a vedere.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Outrage Beyond (2012)
  2. L’estate di Kikujiro (1999)
  3. Takeshis’ (2005)
  4. Gocce d’acqua su pietre roventi (1999)
  5. 007 Skyfall (2012)
  6. Non è un paese per vecchi (2007)
  7. Mangia prega ama (2010)

Il Butcher, nel suo mantello da Dark Knight, odia i criminali, per un tuono che si udirà nella Notte della loro ultima pelle


06 Aug

 

Quando si varcano le soglie del tollerabile, l’imponderabile assume titanicità terrificanti

Sì, in una società marcia alla base, ove si premiano gli sfacciati edonisti che abbindolano la massa con sfrontate pose ruffiane e compiacenti, in cui il “buonismo” è innatamente un'”emozione” che paragono all’idiozia, al frivolo “mercanteggiar” di sentimenti “bacetti” per “cioccolatesche” coccole d’una bestialità “addolcita”, ancor più agghiacciante di false “mossettine”, a violar l’aroma “incenso” dell’Uomo che, tradito nelle intime sue domestiche pulsioni, ferito vigliaccamente a sangue freddo da un bastardo assassino, si cospargerà la fronte del sangue dei nemici, assediandoli d’un terrore invadente d’ascensione nella quale troneggerà nel regno degli eroi, con punitoria furia irreprimibile, sempre più detonante.

Sì, quel ragazzo ha commesso l’errore più sciagurato che uno può compiere nel “bel” mezzo dei suoi squallori.

Prima, s’avvantaggiò dei geni altrui, poi, con doviziose “irruenze”, pretese di scardinarne gli unici, unicorni splendori, con abusi sempre più oppressivi e calunniatori oltre ogni decoro.
Indecenza animalesca, a cui non chinerò mai la testa in segno di perdono al suo “bermi” da “Chinotto”.
Si sfamò del prossimo, per poi diffamarlo.

Ma la decenza ha un limite e io sono illimitato.
Ignoto dell’incognita che non ha previsto, “lui”, il (previ)dente.

Anzi, la sua “crudele”, nuda carnalità sarà afflitta nell’asfittico barricarlo in casa, seguirne, passo dopo passo, le orme, “ombreggiarlo” a ogni azione “inconsulta”, spiarlo da dietro le tende quando “amoreggerà” con altre squinzie pronte al suo divorarne l'”ingenuo” colore.
Che offuscherà poi di consueti schiaffi e violenza, nel suo (bon)tono celeberrimo da lerdoso schifosissimo.

E che cosa mi fa? Mi brucia la casa?
Dove pensa di nascondersi?
Fra le gang degli yakuza “mando(r)lini?”.

Lo afferreremo nel piatto del suo “riso” e lo scaraventeremo “hulkianamente” contro le “inferriate” delle sue finestre ottuse.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Fuori controllo (2010)
  2. Outrage Beyond (2012)
  3. Hana-Bi. ­ Fiori di fuoco (1997)
  4. Gangs of New York (2002)

“Outrage Beyond”, il Trailer


04 Aug

 

La guerra tra clan della yakuza per il controllo del potere preoccupa non poco le forze di polizia. La crisi economica ha portato i membri del Sannokai, l’organizzazione più potente della regione di Kanto, a sfidare apertamente il pericoloso clan degli Hanabishikai, coloro che dettano leggi e condizioni nella regione di Kansai. Non riuscendo a porre freno all’ondata di sangue generata, la polizia decide di rimettere in libertà Otomo (Takeshi Kitano), il vecchio scagnozzo che tutti credevano morto.

Dopo il mai distribuito, in Italia, Outrage, ecco il seguito firmato Takeshi “Genius” Kitano.

Sarà presentato alla prossima Mostra del Cinema di Venezia.

Attendiamo…, impazienti.

 

 

(Stefano Falotico)
 

Genius-Pop

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