Quest’anno vincerà l’Oscar Nic Cage col film Il tassista paramedico dell’al di là dell’ormai fottuta vita attoriale da ruote e sue botte di fortuna raccomandata, compresa la sua ex Patricia Arquette, di huge boobs bombata
Analisi dei più grandi attori per gli Oscar, la più grande nostra Storia del Cinema, e non solo, mai raccontata: and the winner is Vito Vino per il Film Corleone Vito che fa l’amore con Avril Lavigne
Oscar 2013, forse 2012, essendo i film candidati-“usciti” (come il cane che piscia sull’albero sbagliato) l’anno trapassato, quindi ancora entrante in gara.
Tiferò per Il lato positivo, in quanto fui Cooper ancor peggio, simil Leo DiCaprio di Shutter Island che, dopo il rehab, non m’abituai alla società eppure tira, nonostante “tutto”, per la Jennifer di turno.
Stamattina, ad esempio, una ragazza di Facebook m’ha lanciato dei “segnali di fumo” su cui ci sarebbe da ragionare, sempre che il mio cazzo resista…
– Sei intrigante, Uomo del mistero, voglio condividere il “Mi piace” in te “paciere” e bilanciere-balestriere dentro la mia pancia.
– Di mio, usuro gli addominali con la panca. Non so se questo “basculare” potrebbe dondolare d’amplesso con te nel ventre-ombelico.
– Che dici?
– Io dico, insomma che… quando il muscolo pompa, ti sfianchi.
– Non capisco.
– Come no? Non mi sembra difficile. Si chiama allusione allupante con freddura per il “riscaldamento”. Alla sera, corro per la periferia, sgranchisco le mie gambine, anche se vorrei sgusciare nelle tue. Insomma, stiracchiarlo un po’. Si definisce il “fine allungo” del pene come il Pongo che, manipolandolo, si rassoda nel plasmare al piantarlo, a prescindere se tu indossi pantaloni o mi prenderai per un coglione in mutande. Guarda che fa male, afferra senza “strappi al motore”.
– Lo sai che sei una merda? Ci giri attorno, fai l’asceta ma vuoi annusare le mie ascelle. Invece, ora ti slogo la mascella. Maiale, ecco il macello!
– Non vuoi l’uccellino?
– No, sei una quaglia. Non quaglierai mai niente.
– L’usignolo però m’ha detto che tu “la usi”.
– Cosa?
– L’uvetta.
– E tu saresti la volpe?
– No, sono Fox di New Rose Hotel.
– Quindi da me pretenderesti un pompino perfetto?
– No, m’accontento dei soldi per la benzina. Oggi, mezzo centilitro di “pompa” costa tutta la “liquidazione”. Altro che “drenare” di palle, questa vita è un diesel.
– Vin?
– Sì, vai a dar via il cul’. Mancano i denari anche per pagare il lavavetri. Sgualdrina! Non sarò lava per te!
– Non sono una di quelle.
– Ma quello lo vuoi, vero?
– Cosa sarebbe “quello?”.
– Insomma, quel coso che sta un po’ in mezzo, fast & furious, a me e in mezzo a colei che (accon)sente.
– L’attributo?
– No, il budino. Meglio la vita cantando fra le brulle colline piuttosto che il burro nella bella.
Poi, vorrà… la pensione di “mantenimento” anche dall’amante spennato e tutto “contento” quanto cornuto da sua moglie.
– Fottiti!
– Tieni qua!
– Cos’è?
– Ah, non lo so. Tu dovresti saperlo.
– E perché mai?
– L’ho capito dalla faccia.
– Che faccia avrei io?
– Da culo.
Analisi dei pretendenti alla statuetta:
1) Daniel Day-Lewis, a tutt’oggi il più grande vivente, considerando il rincoglionimento dei De Niro vari, su cui indagheremo dopo.
Per molto Tempo, si trasferì nelle campagne toscare a fare il ciabattino.
Oggi, veste calzature inappuntabili prodotte dallo zoccolo del Butcher di Gangs of New York, pellicola che segnò il suo ritorno.
2) Tommy Lee Jones, dopo essersi assopito negli allori de Il fuggitivo, da anni azzecca quasi sempre i cosiddetti film che lasciano il segno. Insuperabile “vecchiaccio” butterato.
3) Philip Seymour Hoffman, detto “La panza che sa il fatto suo”. Non cambia mai, sempre più grasso rimane, eppure è versatilissimo. Come questo sia possibile, è un master da Paul Thomas Anderson. Il must.
4) Robert De Niro, emblema del viale del tramonto, sta piazzando a sorpresa dei colpi niente male.
Si parte con questa nomination per arrivare a The Irishman di Scorsese? Il Tempo (non) è dalla sua.
Harvey Weinstein sì.
In fondo, la vita è scommettere sul cavallo vincente e scoprire che Nick Nolte è un elefante che scopa un fantino.
Mi piglieranno per un fantoccio fanatico.
Di mio, accartoccerò… con pasti dei cartocci.
E ricordate: il cartone animato potrebbe trasformarsi in un manga(nello).
Ma non ho intenzione, affatto, di terminare l’analisi polemica-cinefila con tanto di polenta nel mio “scoscio” sul divano da pranzettino a Mezzanotte, dunque cena da lupo polentone sulla poltrona con tanto di “maccheroni” e matrone.
Vengo contattato da un losco figuro su Facebook, tale Centrino Gaetano, le cui foto tendono a immortalarlo di spalla tatuata nella nuca senza occhi nella fronte.
M’aggredì ieri mattina, la Domenica bella delle messine.
“Stefano, ho visto i tuoi video. Sono una merda. Però, in una massa di coglioni omologati, fai la tua figa?”.
Controrepliche di tal fatta: – Figura vorrai dire?
– No, proprio se ti fai la tua figa.
– Che starebbe a dire che mi faccio?
– Sì, un modo eufemistico per capire se t’effeminizzi con delle canne, dopo esserti sparato le pippe.
– Preferisco Pippo, il cane di Topolino.
– Che significa?
– Vedi che torna? Il segno figo del Nic Cage.
– Spiegati.
– Ti racconterò questo:
“Nic fu scoperto da Francis Coppola Zio Paperone, e da allora è un paperello fortunato. Fine”.
– Finisce già così. Che senso ha?
– Nessuno. Ma la sua carriera è passata dai capolavori dello zio al Futuro da Steven Seagal.
Insomma, dei film come delle seghe.
Sì, ivi vi racconterò il dietro le quinte sapor “Tendina dei suoi tendini a tenderlo in mezzo a tante con la quinta”, per tale racconto tratto… dalla sua storia vera, affabulata nelle fragolone, così intitolato: Nicola Coppola, la cappella più famosa di Hollywood, attore monnezza eppur che ama le “margherite” con la mozzarella da basco siciliano e basilico da Basilicata.
Che fine ha fatto Nicolino? In quest’anno solare, ancor nessun film suo nelle sale. Eppure, il suo salotto, dopo tanti debiti, causa lauti pagamenti alle prostitute che corruppe-eruttandovi sopra e nal trastullarselo, è pieno zeppo di quelle che “indossano” le zoccole, appunto.
Un attore dalla nomea che fa “paura”, temibile e che buca lo schermo, dopo essersi drogato di pellicole ad alto tasso di minchiata. Pellicole pericolanti, osannate dalla plebe adorante fra tagliatelle coi porcini e insalate da micine.
Ultimamente, la sua filmografia si sta appannando, appunto andando a puttane.
Dopo i fasti degli anni ’90, una serie di clamorose e colossali supercazzate invaderanno i grandi schermi, speriamo li programmino direttamente via cavo.
Fortunatamente, il progetto del Superman di Tim Burton è stato fermato prima della sciagura che si sarebbe potuta concretizzare. Ma eravamo a un passo dalla catastrofe formato kryptonite.
Guardare per (non) credere: