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“It” di Stephen King, prodotto dalla Warner Bros per la regia di Cary Fukunaga


08 Jun

 

Era ora.

L’ora del ritorno di Pennywise.

Da anni, si parla d’una trasposizione cinematografica del più grande capolavoro letterario (e non solo) di Stephen King, quell'”It” che, sin a questo momento (strano, ma verissimo), è stato solo “traslato” in un filmucolo televisivo, salvato, in parte, dall’inquietantissima maschera d’un Tim Curry spaventoso.

Chi, infatti, può dimenticarsi del suo “volto” pagliaccesco quando, dopo pochi minuti, appare, da dietro le “lenzuola stese” e adocchia la bambina che, prima incuriosita dal “fruscio”, rimane agghiacciata quando il nostro clown “non ride più?”.

 

Secondo “The Hollywood Reporter“, il progetto prenderà forma “nelle mani” di Cary Fukunaga, il regista dell’ultimo Jane Eyre, “quello” con Michael Fassbender, per intenderci.

 

The Jane Eyre filmmaker is boarding the Warner Bros. project as

director and will co-write the script with Chase Palmer

 

Warner Bros’ adaptation of the classic Stephen King novel It has a director and writer.

  

Cary Fukunaga, the hot-shot filmmaker behind last year’s adaptation of Jane Eyre, is boarding the project as director and will co-write the script with Chase Palmer, who previously adapted Frank Herbert’s Dune for Paramount.

Roy Lee and Dan Lin are producing It, as are Seth Grahame-Smith and David Katzenberg of KatzSmith Production.

A best-selling book when it was published in1986, It, like The Stand, is one of King’s biggest and most dense tomes, and the plan is for Fukunaga and Palmer to adapt the work into two films.

The story follows a group of kids called the Losers Club that encounter a creature called It, which preys on children and whose favorite form is that of a sadistic clown called Pennywise. When the creature resurfaces, the kids are called upon to regroup again, this time as adults, even though they have no memory of the first battle.

 

 

The book was previously adapted in 1990 as an ABC miniseries that starred John Ritter, Harry Anderson, Tim Reid, Annette O’Toole, Richard Thomas and Tim Curry played Pennywise.

Warners picked up the rights in 2009 and originally intended to adapt it into a single movie.

Jon Silk is co-producing.

Fukunaga won the directing award at the Sundance Film Festival for his drama Sin Nombre. He is attached to develop

HBO’s True Detective, which has Woody Harrelson and Matthew McConaughey attached as stars.

 

Palmer, an award-winning shorts director, first worked with Fukunaga on Focus’ No Blood, No, Guts, No Glory.

Fukunaga and Palmer are repped by WME. Fukunaga is additionally repped by Anonymous Content and Lichter Grossman while Palmer is also repped by The Gotham Group and Weissman Wolff.

 

Com’era lecito aspettarsi, vista la “mole” di questo romanzo “intraducibile”, la pellicola sarà suddivisa in due “tronconi”.

 

Attendiamo fiduciosi, adesso, il casting.

 

Chi vedreste bene, fra gli attori A-list di Hollywood come “papabile” per il ruolo, appunto, più ambito, il Pennywise?

 

Ve ne propongo qualcuno.

Lo stesso Fassbender, Nicolas Cage (sì, perché no, non abbisogna di trucco, giusto qualche “pennellata”), Robert Downey Jr., Mickey Rourke, se vogliamo rendere, il “pagliaccio”, abbastanza maturo ma ancora giovanile…, be’, Rourke è sufficientemente, però, “distrutto” e terribile, di suo…

 

Se, invece, vogliamo rendere il Pennywise un “uomo” senz’età, o un mostro dalle infinite sfumature espressive (ah, so che è una mia “fissazione”), io vedrei bene proprio Bob De Niro, con quel ghigno sardonico, quella risatella un “po’ così” e la sua “aria” assai, assai beffardella, ma anche “triste” e “malinconicona”.

Proprio il Pennywise.

Potrei candidarmi io stesso, alcune mie foto ritraggono bene il Pennywise, ma temo che dovrò scalzare interpreti di più rinomata fama, e che la competizione sia, onestamente, nonostante il mio superior talento, “impari” per possibilità.

Questo, il libro.

 

 

In una ridente e sonnolenta cittadina americana, un gruppo di ragazzini, esplorando per gioco le fogne, risveglia da un sonno primordiale una creatura informe e mostruosa: It. E quando, molti anni dopo, It ricomincia a chiedere il suo tributo di sangue, gli stessi ragazzini, ormai adulti, abbandonano famiglia e lavoro per tornare a combatterla. E l’incubo ricomincia…

 

 

It, una creatura mostruosa, ricompare dopo che trentanni prima era stata risvegliata da un gruppo di ragazzini. Viene infatti a chiedere il suo tributo di sangue e gli stessi ragazzini, ormai adulti, abbandonano famiglia e lavoro per tornare a combatterla. In questo modo l’incubo ricomincia, un viaggio allucinante lungo l’oscuro corridoio che conduce dagli sconcertanti misteri dell’infanzia a quella della maturità.

 

(Stefano Falotico)

Il miglior incubo gigantesco


29 Apr

 

In una Notte tempestosa, di “mostrifognari, la barchetta scivolò, “cadenzata” dalla Luna, nel tombino, e il “morto”, di savia rinascenza poderosa e giocosamente “impertinente”, nelle allibite prurigini della mental, sedimentata, cronica caligine borghese e “chiesaiola”, dalla tomba, con occhi deniriani d’incipriato neostardust d’anima lindissima, riemerse a galla tra le bugie omertose d’una città terrificata dalla vergogna agghiacciante della nuda, cruda, “insopportabile” nudità. In ogni sua divelta “fierezza” abominevole.

 

Donne, ai bordi della strada, che si “smaltan” le suole delle scarpe per attizzar, di tacchi “svelti, il maschio arrapatissimo su occhio di “trucido-sdrucito” jeansettino strappatino per “stapparlo” nello strappo di Lei, sempre “dolce” di “ferite”.

 

Tra osceni e cene di cretini, di prima mattina, con cresta da gallo, esco di casa già “incappucciato” per un cappuccin “scremabile” nel mio odor cremosissimo come gelato al caffè.

D’occhio alla Clint Eastwood contro le teppistiche violenze dei soliti malviventi, “nascosti” dietro abiti “patrizi” di vaga “plebaglia” cagna d’un recidivo canagliume.

 

Uh-uh, ululo. Mi “adulo”. I miei pantaloni, attillati ma “dimagriti” nelle mie gambe solitarie, pretendono che, con lestezza, mi svesta.

 

Sì, tra “fragorosi” disabili e invalidi della mutua, mi “calo” le mutande, in un “bacio alla francese” al Mondo, in tutto la mia potenza erotica di Natura déshabillé, italianamente Uomo e stalloniano d’istinto…, non siam stinchi di Santo, suvvia, “aizziamolo” e “attizziamolo”, in mezzo alle bili dei “bulli” e alle trombate dei tromboni.

 

Sì, anni fa incappai in una famiglia di dementi.

Il padre, a tutt’oggi, flatulente di boriosa cretineria, si sposò con una cretina.

Una mentecatta sicula di conclamata frigidità che, per compensazione alla “lacuna”, inculcò ai “pargolini”, già quando eran “avvolti”, stronzetti nel pannolino, il “culto” dei “culi”.

 

Prima li “sedò” in licei fetidi ove, più che insegnar Catone, l’”istruirono” a ostruire chi non la pensava come loro.

Sì, questa gente, dal “podio” dei loro insanabili, xenofobi, omofobi odi, “affratellati” in congreghe “vanagloriose” di già “indotti” giochi di potere, “picchiavano” di ricatti subdoli i neri, gli omosessuali, le ragazze vergini, “sodomizzandole”, e tutte le persone libere.

 

In mezzo a questo schifo, un Uomo che si “ritirò” a “vita privata”, dopo esser stato infamato di calunnie e pregiudizi vomitevoli, “calmissimamente” ritornò sulle scene.

 

Sì, il celeberrimo colpo di scena.

 

 

E dopo tanti ingiusti, sleali, balbuzienti, infondate, gratuite cattiverie, in un carisma “spensierato” alla Bud Spencer più Braccio di ferro di “spinaci”, oggi, con impagabili, vittoriose botte da orbi a questi ipocriti ciechi e “cecchini” delle anime, è diventato il loro IT peggiore.

 

Sì, questo “fantasma” roccioso di muscoli e forza, è un clown danzante, molto inchiappettante.

 

Sogniamo tutti, spacchiamo la faccia a quel presuntuoso “tuttologo” delle vite degli altri!

 

Davvero bella questa mia frase, me ne compiaccio, d’altronde son piacente, e m’enuncio di tal implacabile annuncio!

 

Anni fa, sognavo, sognavo e sognavo.

E nessuno mi dava credito, anzi, azzannando il mio amor proprio, smontava ogni slancio, ogni iniziativa, ogni anelito.

 

Poi compresi che, tali vili materialisti falsi, s’eran già prostituiti al “puttanaio” più corrotto, e ruppi loro le ossa, perché, concretizzatisi i miei ardori, “mi balzò” che avevo avuto sempre ragione io, e, assieme ad altri affini, finissimi, roventi cuori, rovinammo la loro festa, anzi, li “turbammo” nei loro “festini”.

Ah, ve “le” sbattete, circuendole e promettendo loro oro e felicità? Le “baiocchinizzate”, immondi?

Vi conosciamo. Siete solo dei laidi approfittatori delle loro “clementin-clemenze”, prima ve “le” godete, “spassandovele” un po’, poi le “svergognate” denunciandole appena segnalano i vostri abusi.

Maiali!

 

E noi vi sbattiamo dei pugni in faccia.

Sì, credo che niente m’abbia dato più soddisfazione, in questa mia vita, d’aver steso un imbecille e la sua famiglia di viscidi.

 

Cos’altro andran a raccontare? Quali altre fandonie “inventeranno?”.

Inveiranno d’altri “assalti?”.

 

Il mio ditino, su “nocche” durissime, “motteggia” un “flebilino”… “No!”.

 

 

 

 

Rimembro… nelle membra di John


15 Nov

 

Lo Sguardo, la visione che non è cenere, ma polvere ch’è turgido bagliore, fuoco di dinamitarde pulsioni dinamiche, la Notte, passeggera nel dondolio che fremerà, s’arroccherà in una locanda ove sguinzaglieremo le nostre “canaglie” bastardelle, appisolati in un altro sogno di “funerea” danza, vivaddio cristallo che si plasma nelle anime, le attorciglia senza cosmetiche “cure” a morsicarle d’ipocrita perbenismo, e, “balordi”, gozzoviglieremo con gole arrochite, tempestosi di una nave che “scorazza a perdifiato” lungo i “sentieri” di mareggiate che illuderemo per eluderci ancora.
E non recluderci, nella morte, nell’asfissia di giornate flatulenti d’inezie con cui “sperticarci” seppur “pettinati”.

È l’indole, abbigliata di noi “biglie”, nel nostro parapiglia, che “sparerà” impazzita lungo strade di fuoco, di lingua che serpeggia lungo un viale alberato di ormoni festosi, di tiepide voglie che tempreremo nell’indomabile Tempo, nel vivido chiarore che le “singhiozzerà” per accenderle di nuova enfasi. Ah, anche di retorica ci coloriamo e trasecoliamo, ché d’immalinconite “sconfitte” è piena la valigia, e qualcuno potrebbe svaligiarci anche dei sapori senza Sesso nei suoi scippi che tanto (ci) leccano e poi, col malloppo, di gran galoppi, scappano per altre donnette-scaloppine.

Evoco John Carpenter, l’ultimo dei “maledetti”, in una società imborghesita nel politicamente corretto, ché io e lui “scoreggiamo” per non “accorarci” in questo “coraggio” di plebiscitarie regoluzze che non vogliamo, no per niente, c’ammansiscano in “cortesi” bon ton “abbottonati”.
Noi tiriam fuori le palle, e c’appaiamo a Lune terse nel madido horror allucinatorio, intrise di crepuscoli nelle “spelonche” o in case demoniache ove Dio bacia i suoi angeli più cari, accudendoli col gift della fantasiosa Bellezza.

Alcuni, genericamente, l’appaiano a David Cronenberg. Quale bestemmia, quale blasfemia!
Invece, non oso pensare a registi così agli antipodi. Uno, David, nel podio aureo della sua “chirurgia” indagatoria, per come scandaglia tutte le “scaglie” della nostra (dis)umanità, l’altro, il nostro John, appunto, per come, intrepido, spella senza peli sulla lingua, le paure ataviche del nostro leggerci in leg(g)ende articolate in sangue “vitreo” & sudore-furore. Forse, “cremisamente”, innaffiato di sé, volto “teschio” dalle esorbitanti idee “bislacche”, ch’occhieggia al buio e lo sonderà, sempre, da sponda a sponda, nelle sue onde emotive.

Stamane, spolverai le mie “smemorate” memorie o “amnesie” e, proprio in cucina, sì, proprio lì, vicino ad altre riviste, ecco fuori che spunta “Incubi e deliri” di Stephen King, “sinopsizzato” così:

 

Un dito che emerge da uno scarico del lavandino, giocattoli che si trasformano in micidiali strumenti di morte, mosche che si annidano in un vecchio paio di scarpe da tennis, il deserto del Nevada che inghiotte una Cadillac… la leggenda di Castle Rock ritorna per ammaliare l’attonito lettore. La fertilissima immaginazione di Stephen King e la potenza della sua vena narrativa non sono mai state così efficaci, e terrificanti, come in questa antologia di racconti, capace – letteralmente – di togliere il sonno.

 

Ecco, non oso immaginare a uno scrittore più carpenteriano di Stephen, tanto che c’è da chiedersi chi sia “nato”, artisticamente, prima, se Carpenter o King.
Sono speculari, uno col Cinema, l’altro cinematograficamente dietro un Pc che raccoglie e “annoda” ogni sua “perversa” malia letteraria.

 

Un mio amico di Roma, Giuseppe Avico, oramai ci siamo affratellati… è l’affinità elettiva di chi, nella mente, ha il dono dell’esoterismo metafisico che non si scarnifica in putride realtà di “balocchi” solo carnali, ha montato per noi un omaggio-tributo al grande John.

In questi dieci minuti, possiamo così ripassare tutta la sua filmografia, irripetibile, unica.
Che Dio lo benedica, e anche il Diavolo.

Con quei picchi incendiari de Il seme della follia, il “Messico” di Vampires, fin giù alle sue macchine infernali, e altra porpora di magnifica “mostruosità”.

D’altronde, lassù nel Cielo, accanto al suo trono da “stronzo”, nostro Signore sa… che John ama le sue “malvagie” vie perché è un Uomo che non mentirà, mai.

Così, per Lui, abbiamo scelto un titolo: John Carpenter, un Uomo Snake per folgorate jene.

Perché New York non è solo una Donna che ci pitta in erotismi delicati, è anche un “bandito-manigoldo” che nessuno abbatte, neanche il virus degli essi vivono.

E ora gustiamocelo, anche se squillerà il telefono, e una gran testa di cazzo c’impartirà lezioni sul “vivere”. Che si tenesse la sua “coccolina”, ché noi c’accoccoliamo con questo “cane”.
Anzi, un lupone!

 

 

 

Applauso!

 

 

Firmato il Genius

Genius-Pop

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