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La situazione sociale-politica, lavorativa e artistica della scena italiana


17 Mar


Sì, veramente. Mi son scocciato. Qui passano sempre queste fiction con Sabrina Ferilli diretta dai Tognazzi. Ammorbanti, false produzioni per gente che oramai non ha molto da chiedere alla vita.

Patetiche come l’ultima lagna di Ligabue. Siamo passati dalla comunque apprezzabile Certe notti, canzone che aveva un senso perché apparteneva alla sua sincerità, alla sua onestà, oserei dire cafona ma poetica-campagnola, a quest’abominio, Certe donne brillano. Una scialba, ruffiana imitazione di Zucchero, donne… tùtùtù… ah ah.

Meglio quell’altra, appunto, canzone ove voleva sentirsi uomo. E, fra cosce e zanzare, come recita il celebre ritornello, tirava a campare nella provincia in modo Radiofreccia.

Un uomo del popolo, normalissimo, senza molti soldi. Che ci raccontava dei suoi bagordi, dei suoi amori selvaggi con un impeto e una vitalità straordinari. In quella canzone, sebbene altrove io abbia scritto altro in merito, ah ah, vi era tutto il suo cuore, sdrucito, combattivo, quello di un cantore-lottatore che pigliava batoste a tutt’andare. E con gli amici, al bar, almeno per un po’ si acchetava fra bevute e fugace calore.

Adesso è viziato il Liga. Si è appollaiato nel buonismo romantico più compiacente il femminismo da mimose. Sì, non ho mai capito perché si debba festeggiare l’8 Marzo. Per onorare la donna?

Abbiamo capito. Siete state per anni il sesso debole e avete subito angherie, prevaricazioni a raffica e avete dovuto sudare per ottenere il vostro spazio di luce e serenità.

Ok, adesso mi pare che la par condicio ci sia, no? Ah no? Ancora ce la menate?

Uomini, dico, ribellatevi contro questo movimento MeToo. Se la donna addà ess’ donna, l’uomo deve essere homo. Lo dice anche Catherine Deneuve, una che aveva eccome il suo perché. Se lo dice lei è perché l’uomo deve rimanere tale.

Vi ricordate nel secondo Rocky? Stallone dice a sua moglie, Talia Shire/Adriana, che se lui rispetta le sue scelte da donna, be’, lei deve permettere che lui rimanga un uomo.

E l’uomo deve essere anche un pugile, non tanto nella virilità squallida, bensì nel suo cuore…

E alla fine Sly non rinuncia al suo sogno.

Ora, vi spiego molto bene come stanno le cose perché mi sa che vi siete rammolliti come Rocky del terzo episodio. Vi siete infiacchiti. E adesso passate la vita a fare i moralizzatori e i pensatori liberi ma invero avete soltanto abdicato alla routine. Vi rivoglio nel ring e dovete ringhiare.

Sì, la dovremmo finire coi luoghi comuni, le stereotipie, la retorica di chi parla a vanvera ma ce l’ha sempre parato.

E quella lì di Destra? Ridacchia, sbeffeggia, fa anche le boccacce. E prende tutti a pesci in faccia… la bagascia riccona.

Eh sì, secondo lei non ci arriviamo. Per forza, lei è arrivata e sapete come. Oh oh.

Quelli di Sinistra, i più fottuti, sono pure peggio. Dei radicalchic ipocriti da far vergogna. Citano Marcel Proust e Philip Roth ma non credo che abbiano mai letto un solo loro libro. Al massimo, come tutta tal massa becera di finti intellettuali, riempiono le loro bacheche Facebook di citazioni un tanto a umore del giorno.

Il loro mondo non regge più. Questo mondo di programmini televisivi fatti d’inutili, controproducenti tribune elettorali.

E di recite parrocchiali.

I 5 Stelle è il partito degli ignoranti? Be’, certamente, Di Maio non è un grande letterato. A dirla tutta. Ma smettetela con la storia dei congiuntivo. Come dico io, non è da un congiuntivo e nemmeno dalla congiuntivite che si giudica un politico. Nemmeno un pollo. Neppure una donna e un uomo. Ci son cose più serie e importanti di un congiuntivo.

Al che, un mio amico mi chiede consiglio e io voglio essergli molto sincero.

– Sai, sono innamorato di quella di cui ti avevo parlato. Ma mi sa che finirà assai presto. Tu dici di no?

– No, dico di sì.

– Sei sempre così pessimista. Ah, grazie mille.

– No, sono realista. Ecco, raccontami. Ieri sera l’hai invitata a cena. Poi siete tornati a casa e avete fatto l’amore. Bene, anzi ottimo.

Toglimi una curiosità. Tu quanto guadagni al mese?

– Arrivo a stento sui 600 Euro.

– Ora, facciamo due conti. Devi calcolare l’oste.

– Quello del ristorante?

– No, quello della vita. Un oste assai severo. Sai? Bene, tu ami lei e lei, a quanto pare, ama te.

Perfetto, non fa una piega ma forse lo fate sulla trapunta.

Ora, lei, come tutte le donne e anche come tutti gli uomini, ha bisogno di divertimenti. Non solo quelli piacevoli del vostro far all’amore.

Vuole andare al cinema, vedere la tv, comprarsi un nuovo vestito. A queste modiche, si fa per dire, spese devi aggiungerci la benzina della macchina, le bollette di luce e gas, l’abbonamento a Fibra. E che mi dici? Vuoi toglierle pure Netflix?

No, Netflix lo teniamo. Così risparmiamo. Le sale son sempre affollate di gente che capisce poco di cinema e fa un baccano della madonna.

Il film è meglio che ve lo spariate e gustiate in intima solitudine, semmai a luce di candela.

Quindi, Netflix lo teniamo. Hai l’abbonamento Basic Instinct? Ah no? Solo basico? 8 Euro al mese. Sì, 7 Euro e 99 a casa mia fanno 8.

Dunque, due più due, mettiamoci anche che ieri tu avevi fretta, sei passato col rosso e ti è arrivata a casa una multa di 300 Euro.  E in quattro e quattr’otto lo stipendio non sta nel 730. Mi dici che ci sta? Che fai? Evadi?

Quanti soldi rimangono?

– Nessuno. Anzi, sono andato in passivo.

– Sì e lei fra qualche giorno andrà con un stronzo ignorante pieno di baiocchi. Capisc’?

 

Eppure questo discorso non funziona del tutto. Dare i redditi di cittadinanza non serve a niente. Mettere le toppe…

Ma mettiamo che tu, puta caso, come Chris Walken de La zona morta, sei un bravo insegnante, innamorato della tua donna. E tu e lei abbiate già stabilito il giorno delle nozze.

Ma fai un incidente pazzesco. E vai in coma.

Al tuo risveglio, come la vedi?

– Ah, la vedo solo qualche volta. Sta con un altro.

– Non parlavo di lei. Moralmente sei distrutto, economicamente pure peggio. Sì, nel film La zona morta, Chris ha il villino e campa con le ripetizioni private.

Ma è un film. Stephen King, fra l’altro, ha il villone. E ho detto tutto. Se Stephen scrive un libro horror, compra una macchina nuova al figlio. Se lo scrivi tu, ti fanno un TSO.

La realtà è ben diversa, bello mio. Tu il villino non ce l’hai e, con le ripetizioni, non solo non ti puoi comprare la casa bensì mi sa che presto ti sfratteranno. Eh sì.

Ci penseranno quelli di Destra a darti manforte? Ah, se sei nella merda è colpa tua?! Questo è il loro motto! Prova a dire una sola parola e ti sbattono in cura a far terapia di gruppo.

E poi vai di grappa! Alcolizzato perso. Altro che al galoppo!

Oppure quelli di Sinistra con la loro demagogia retorica? Hanno rovinato tutto con le loro utopie alla Bertolucci. Sì, Bernardo inneggiava all’amore, al godimento puro, alla libertà. Non col potere bensì col podere. Sì, la casa di Bertolucci, bellissima casa. Come in Beautiful.

– Perciò devo votare i 5 Stelle?

– No, vota per te.

– Che vorresti dire?

– Quello che ho detto. E smetti di compiacere il prossimo. Tanto, se vorranno fregarti, puoi essere pure premio Nobel.

– Sei un duro.

– Mi spiace contraddirti per l’ennesima volta.

Sono stanco. Delle chiacchiere, delle urla, delle belle parole. Delle fregature.

Fidati, amico. La fregatura non è una cosa da duri. È solo una rottura. Se non volete credermi e pensate che dica solo stronzate, mi sa che questa sarà la vostra faccia…

Pacino Dog Day Afternoon

 

di Stefano Falotico

 

Cosa ti aspetti da me di Loredana Bertè è più bella di Shallow di Lady Gaga, previsioni sugli Oscar e su questa vita spolpante, non spopolante senza nessuna statuetta trionfante


23 Feb

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Cap. 1

Non fate le belle statuine…


Su Instagram ho postato varie foto. Con una dicitura alquanto graffiante come la voce e la forza grintosa della “pazza” Loredana. Donna un po’ lestofante e un po’ sempre più ingrassante.

Una che non si è mai più ripresa dalla love story finita con Biorg. Forse il più grande tennista di tutti i tempi. Dico forse poiché sarebbe stato indiscutibilmente il più grande se non fosse stato spompato da Loredana. Che sapeva come rispondere al suo dritto vincente di palle fendenti con un (mal)rovescio da breakpoint. Sì, Loredana era una che a letto andava forte. Questa ti ribalta, ti distrugge, ti prosciuga, aspira ogni muscolo nervoso del tuo corpo energico, tonificandolo nella sua rabbia da lupa.

A parte gli scherzi, l’ultima sua canzone è davvero bella e forte.

La coprite d’insulti, ah, povera Loredana. Perché è vecchia, grassa e onestamente è sempre stata brutta. Ma parecchio brutta. Sì, due mesi fa ho visto The Witch di Robert Eggers. Non è Loredana la strega nella grotta? Ah no? A me pareva lei. Ah ah.

Loredana ha amato alla follia, sì, di amour fou totalizzante e (im)puro quel biondo Biorg. Uno che assomigliava a Jackson Maine/Bradley Cooper.

Biorg, dopo essersi fatto tutto il Grande Slam, tornava allo stremo delle forze da Loredana. E lei gli saltava addosso.

E Biorg: – Che cosa vuoi da me?

Loredana: – L’uccello.

 

Sì, Biorg stava sempre a sudare. Freddo nel campo rettangolare e caldo nel triangolo delle sue Bermude.

Di mio, ostento un sex appeal da uomo che non ha bisogno di sudare con le palline per essere un pallonaro.

Il fascino sincero di un uomo che c’era ma non accendetemi un cero, basta qualche cerotto e non avrò perso nessun vizio. Per piacere.

Si chiama sfacciata presa pel il culo? Sì, molto spellata.

 

È conclamata la mia autoironia. Credo che, al momento, io sia forse uno dei maggiori comici viventi.

Ma qui è dura, altro che duro.

Sì, questa vita bisogna sudarsela. Farsi davvero il culo.

Bisogna “orgasmizzarsi”, parafrasando Travis Bickle di Taxi Driver.

C’è chi ha messo su il Patreon per donazioni che possano salvarlo da possibili infezioni. Eh sì, una volta disoccupato, non avrà i soldi per le cure mediche. E, si sa, al pubblico ti conciano solo per le feste.

Parlo per esperienza. Io son sempre stato iper-depresso. Pensavo che assumere farmaci mi avrebbe aiutato a ritornare di buon umore. Invece, è calata la libido e, si sa, senza un uccello ritmante, a pieno funzionante, si vede la vita in maniera cupa e calante. Appunto. E quella cosa nera che tanto ti allupa, cazzo, scompare dalla vista.

Sì, il lavoro vien lavorando, l’uccello viene e ancor più viene e di maggiori vene si svena se stimolato da donne svenevoli, ma non dobbiamo essere venali. I soldi non son niente nella vita. No, infatti senza quelli, sei morto.

Quindi, evviva Rocco Siffredi. Uno che lo svende, non chiede venia, se n’è fregato degli stipendi statali da Rocco Barbaro e, in barba a tutti, si è scopato ogni Barbie.

Avete notato? Non c’è un solo film suo “elevato” in cui non sia sbarbato. Ha una certa dignità, insomma, il Rocco. Curato, discretamente palestrato, inculante e giammai castrato.

Sì. Dite che Stephen King è ricchissimo perché ha prodotto e produce come un matto.

Sì, stipula contratti con la casa editrice, davvero faraonici.

Anche io me ne sto chiuso in casa a scrivere storie malate e folli come Stephen. Solo che lui, una volta finito il sacrificio eremitico, è sempre più Re Mida.

Io invece sempre più Jack Torrance.

A parte questo, come dicono sia Siffredi che Barbaro, me ne fotto!

 

Cap. 2

Predictions sugli Oscar

 

Sì, anche se dovessi azzeccare tutti i film e gli attori vincenti, scommettendo alla SNAI, guadagnerei un cazzo. Perché scommetterei sui favoriti. Che sono quotati a 1.

Nella mia vita, ho sempre scommesso sugli sfavoriti. È bello tifare per chi sai che non vincerà mai.

Credo che, d’ora in avanti, dovrei scommettere un po’ più su di me.

A forza di tifare per gli altri, nessuno ha tifato per me.

Non è bellissimo, eh.

 

Cap. 3

C’est la vie

 

Lady Gaga ha rifatto La Vie en rose. Ah, è miliardaria e domani notte, dopo aver vinto con la sua canzone, si ubriacherà.

Molte donne, invece, si rifanno solo la bottiglia del vino rosso. E, finita la bottiglia, mentre il marito le tradisce, riguardano A Star Is Born.

Ho detto tutto.

 

 

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di Stefano Falotico

Monica Bellucci, sì, mon(a)co belloccio, no


24 Jan

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Felicemente drop out, sì, forse solo outsider, uno spaventapasseri in mezzo a spaventa-passerine, un passero solitario, oggi un dromedario e domani un lampadario, è tutto un sudario, altre che sussidiari.

Emarginato volontario; chi rifiuta schemi e convenzioni della società, ponendosene ai margini.

Sì, io vivo al confino, nell’interzona.

Anziché inserirmi socialmente, sempre più solitamente lo inserisco solidamente, sì, le donne, sode che rassodano tutto e dunque assai solidali, vanno in brodo giuggiole col mio gingillo, da loro ribattezzato Ciccillo, fra napoletane che mescolano la besciamella del mio ragù caldo e bresciane che tifano per la puttanesca. Fra atalantine e juventine, son fendenti micidiali di parabole balistiche entusiasmanti.

A parte gli scherzi, sì, non sono mai gli altri a escludermi. Sono io che escludo loro. È sempre stato così. Gli altri gradiscono la mia compagnia ma io gradisco invece le loro compagne, ah ah, al che si creano imbarazzanti disagi. Al mio amico sto simpatico, a sua moglie sul culo, in ogni senso. E non è mai conveniente per un’amicizia duratura avere di mezzo la donna svenevole del tuo amico a cui piace molto che io sia duro. Non solo caratterialmente.

No, no, no. Un po’ va bene ma poi mi rendono fiacco, più che altro ti ficcano… nella causa di divorzio e devi fotterti anche il mantenimento dei figli del cornuto.

A parte le cazzate, per cui sono oramai famoso anche presso le formiche dei marciapiedi di Via Bernazza, vicolo cieco ove è piazzata la tua vita da tempo, mi sta piacendo molto questo The Punisher 2.

Superiore perfino alla prima stagione, pura violenza nella sua migliore, estetizzante figata ficcante.

Sì, a volte pare manichea e prevedibile, i personaggi son tagliati con l’accetta e ci sono troppi morti ammazzati e sbudellati. Ma poi si riprende come nello splendido finale dell’episodio 4, Tessuto cicatriziale.

Che pathos, che emozioni. E ora che succederà? Billy Russo ammazzerà la poveretta che continua a sperare in una sua redenzione salvifica o non espierà nessuna colpa e se l’ingropperà, scassinandole la cassaforte?

E da quale chirurgo plastica andrà dopo aver perso la faccia? Dalla visagista delle dive, come dicevano Elio e le storie tese?

Sì, spinge.

Amber Rose Revah, nella parte di Madani, dopo circa venti episodi non ho ancora capito se è gnocca o no. È come Lady Gaga. E l’ex pornostar Rhiannon Bray. Tutte queste tre hanno culi magnifici, soprattutto la Bray. Big white ass. Ma non sai se sono degli uomini o è se proprio la loro ambiguità androgina a renderle arrapanti.

A volte, mentre guardo la Revah, mi diventa di marmo, poi la osservo meglio e mi pare strabica. O forse lo strabico sono io. Sì, ecco. Se non sbaglio, c’era anche quell’altra pornoattrice, Amber Rose. Altro culo superbo. Non deve avere un gran cervello questa Amber ma sicuramente viene bene… per l’uccello.

Tale Madani mi ricorda una certa mia amica delle elementari. M’incuteva paura quella bambina. Soggezione! Di cognome faceva Sapienza. Sì, non sto scherzando. Era una secchiona molto ambiziosa, adesso forse sarà un’avvocatessa o, come Madani, comanderà ai vertici della polizia. Insomma, non è una delle pulizie, è lei che li ripulisce tutti.

Sì, i crismi della futura donna in gamba c’erano già all’epoca. Cazzuta, un mostro, una che prende il tuo “manganello” e se lo suona con tanto di distintivo che fa sesso perverso al top. Alla Blue Steel. Soprattutto abbrustolit’!

Alle scuole elementari, venivo… paragonato al Lukas Haas di Scarlatti.

Fui anche associato fisiognomicamente a Henry Thomas di E.T. Be’, guardate che non era un’offesa. Avendo io avuto dodici anni, era un paragone di tutto rispetto. Son passato dalle orecchie a sventola alle sventole. Anche se talvolta solo bandiera bianca sventolo. Anzi, quasi sempre.

Fu dopo che avvenne il peggio. Sì, mi dissero che ero un alieno buono. Ho detto tutto.

Non era una situazione piacevolissima.

A vent’anni, non guardavo quelle della mia età ma mi eccitava da morire Shannon Tweed che ne aveva il doppio. Sì, la moglie di Gene Simmons. Un pezzo di passerona per cui mi diventava ritto all’istante e i miei ormoni tremavano come il massimo grado della scala Richter. Mia nonna invece era molto religiosa, pudica, è un miracolo che sia nato io da sua figlia. No, quando guardava un uomo non provava alcun movimento tettonico da Scala Mercalli ma comunque sapeva come leccare al mercato per avere le banane gratis.

Comunque, possiedo un dono che altri alla mia età non hanno. Si dice di solito che, una volta diventati grandi, non ci si ricorda più niente di quando si era bambini. Perché si diventa tutti dei porcellini. Le donne poi si fissano solo con le piastrelle di porcellana.

Invece io mi ricordo tutto. Mi ricordo de La storia infinita e di quelli che lo guardavano, ed è per questo che alcuni, leggendo i miei libri, mi paragonano a Stephen King. Anche lui ha questo dono.

È un uomo Stand By Me fatto e strafatto ma scrive di ricordi infantili come se avesse otto anni. Un vero cuore in Atlantide.

Sì, il Falotico non è un King, egli è The Prince. Non il cantante deceduto ma il Will Smith Bel Air.

E dunque è un suo diritto vivere “fuori dal mondo” e dentro quello/e che sapete benissimo. Quando viene troppo… responsabilizzato, cade in acuta depressione. Invece, libero, ragiona e scrive da Dio. E sapete la verità?

Senza cazzi per la testa, il cazzo va che è una meraviglia e sta benissimo in una “zona franca”. Senza schemi, senza stereotipi, senza obblighi formali, nudo e crudo, oggi a guardarsi The Punisher, domani a metterlo ancora in culo.

Fidatevi, io non mento mai. Al massimo, me la tiro.

E passeggio senza passeggini. No, non avrò mai figli. Non so educare me stesso, figurarsi se voglio educare i miei figli alla società di oggi.

E ho detto tutto.

Finalmente, The Punisher. Altro che Salemme e troiate italiane. Una bella serie che spacca.

Vent’anni fa, dei folli volevano sbattermi a Castiglione delle Stiviere assieme ai matti.

Di mio, sono solo un Castiglione. Probabilmente, anche coglione. E mi piace ancora molto quella nata a Città di Castello, sì, Monica Bellucci. Ottimo mignottone.

Non una grande attrice, siamo obiettivi, ma una che può servire eccome il tiramisù.

Sì, con Monica vorrei essere davvero alla frutta. Perché, si sa, dopo la frutta viene il liquore. Ed è buono sorseggiarlo di gran sapore. Anche se poi devi lavare tutto col sapone.

Tutto in bocca. Tutto al bagnoschiuma… con tanto di borotalco!


 

di Stefano Falotico

Esperimento non riuscito, mi spiace, Taxi Driver rimane il film della mia vita


08 Dec

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L’altro giorno, al Marrakech Film Festival, De Niro ha parlato di The Irishman, ha accennato a Killers of the Flower Moon e ha affermato che presto girerà anche un altro film con David O. Russell. Soffermandosi poi per un istante sul seguito di Taxi Driver mai realizzatosi.

Perché anni fa, nonostante lui, Martin e Paul Schrader ne discussero più e più volte animatamente, convennero che era irrealizzabile.

Credo sia stata la scelta giusta. I capolavori cofme Taxi Driver sono opere uniche e mi pare un’idiozia volerne rovinar la magia. È qualcosa d’irripetibile che appartiene di diritto all’intoccabile grandezza di un’opera irriproducibile. Scorsese e Lars von Trier discussero peraltro, sempre qualche anno fa, su una possibile rivisitazione di Taxi Driver. Una variazione sul tema in vari segmenti… anche in questo caso, dopo l’entusiasmo iniziale, il progetto scemò e giustamente svanì.

Credo che il progetto suddetto sia questo, con tanto di news di Variety.

Un’accoppiata vincente quella fra Bob e Martin. E in questo video Bob ringrazia Martin per averlo reso quello che è oggi.

Ecco, meditavo…

Ieri, son andato a scartabellare tutte le mie pubblicazioni degli ultimi anni. Una marea di libri da far invidia a Stephen King.

In questi libri, volenti o nolenti, vi è la mia anima. E l’anima è qualcosa di unico, prezioso, che non si può contraffare per far sì che combaci e adempi all’adattamento di massa.

Ho da farvi delle confidenze. Prevedibili quanto inaspettate. Secondo la mia proverbiale durezza insanabile, la mia brutale misantropia inguaribile.

Perché, sì, negli ultimi vent’anni hanno tutti provato a cambiarmi, agendo anche con l’ipnosi o con repressioni squallidamente farmacologiche sulla mia anima e sul mio corpo, soprattutto. Per tentare disperatamente, pateticamente oserei dire… di stuprarla, per modificarne la struttura e far sì che, gioviale, affabile, conciliata col mondo, si omologasse alle prescrizioni, ripeto, di massa.

Ciò ha portato, anziché a effetti benefici, a una maggiore, oramai irreversibile radicalizzazione delle mie già perfettamente delineate, immodificabili idee sul mondo e sulla società.

Credo che, durante la prima adolescenza, nel mio animo, turbato dai miei stupidi coetanei, volgarmente conformati a un indottrinamento filisteo, figlio di un’educazione malsana, angariati da reprimende ai loro danni perpetrate dai mass media, da genitori ignoranti che volevano improntarli solo alla felice, ah ah, illusoria, effimera frivolezza, alla carnascialesca baldoria, già a un’orribile superficialità immonda, convinti che così facendo i loro figli sarebbero cresciuti nel godimento e nel benessere piscologico, genitori a loro volta confusi dal substrato culturale di un’Italia immutabile che prima, utopisticamente, aveva combattuto per le totali libertà nei movimenti sessantottini, e poi fallacemente ha abdicato alla puerile volubilità dei loro tiramenti di culo. Rinnegando ogni valore sbandierato a favore di un consumismo dei loro nobili propositi, adattatisi appunto all’isteria frenetica della baraonda collettiva.

E cedendo alle lusinghe del porcile merceologico delle anime, sussurrando un osceno: il mondo è così, va accettato.

No, io non ho mai accettato il mondo. Il mondo è nefasto, agghiacciante, ipocrita, malsano, corrotto, ordinato nel caos rivoltante dell’omertà e delle bianche bugie più convenienti per rimanere a galla.

E chi s’illude che non sia così e bonariamente, anzi malvagiamente mentitore di questa verità così semplice quanto assoluta, apodittica e parossisticamente realistica, ti porge un simpatico, odioso sguardo compassionevole, sta soltanto acquietando i dubbi della sua coscienza e sta negando l’evidenza più plateale.

Che gli appare disturbante perché sostanzialmente gli fa comodo respingerla e appunto blandirla, deriderla, sbeffeggiarla, schiaffeggiarla, tenerla a debita distanza per non soffrire…

Potremmo chiamarla fatuità della menzogna, l’idolatria di una leggerezza pericolosa, falsa e mentecatta.

Anni fa, molti sostengono che io sia impazzito. No, giammai impazzii. Anzi, come Travis Bickle di Taxi Driver o come Eastwood di Gran Torino, ho fatto qualcosa che mi è costato caro ma ho rivelato, divelto, distrutto, annichilito, bruciato ogni altra calunnia e menzogna sulla mia persona.

Qualcosa di profondamente “scemo”, profondamente potente, magistrale, coraggioso più della vita stessa. Un “suicidio” sfrontato, appunto folle…

Sono io che decido e ho sempre deciso cosa mi piace e, dopo mille ricatti, ignobili castighi, contenzioni di varia natura, soprattutto subliminale, mi ribellai.

Perché io sono un ribelle per natura. E non c’è nessuno che possa venire a dirmi: no, così non va bene, adattati, pigliati una laurea, trovati una ragazza, tromba, divertiti e non rompere i coglioni.

Nessuno, nemmeno Dio, a cui non credo.

Ecco i risultati, appunto, di tale violenza mostruosa, di tale mortificante, spettrale “cura”, sono sotto gli occhi di tutti.

E qualche mese fa, con altrettanta, intrepida mia virtù maestosa, ho pubblicato un libro dal titolo Dopo la morte, in vendita sulle maggiori catene librarie online.

Altro devastante pugno allo stomaco alle cattive coscienze false, falsarie delle identità altrui. Possiamo dircelo? Un capolavoro. Basta che ne leggiate l’estratto su Amazon per comprendere, dopo pochissime righe, che lo sia.

Mi dissero, ridendomi in faccia: ah, ora ti sei svegliato!

No, io son sempre stato molto più sveglio di voi. E a dodici anni già sapevo che uno psicopatico come John Lithgow di Verdetto finale voleva rigirare un po’ le sue atrocità.

Semmai drogando, anche di cazzate, Denzel Washington per rovinarlo.

E farlo passare per mostro, facendolo accoppiare con un troione come Linda Dona. Un’ottima figa, per carità, per una scenetta sulla quale mi masturbai con molta veemenza appena puberale.

Come la vedete?

La vedete che fra un mese esco col nuovo libro e, stamattina, ho fatto colazione al bar in mezzo a tanti clienti idioti che non capiranno mai nulla del mondo. E nei prossimi giorni andranno a vedere il nuovo film con Pieraccioni e il nuovo cinepanettone con De Sica e Boldi.

Sì, siamo arrivati a questo. Ai ricatti di natura sessuale, alle prevaricazioni (im)morali per portare avanti la follia. Vostra, non mia. L’Italia è sempre stata questa. Nasce qualcuno un po’ diverso e avviene puntualmente che i deficienti lo vogliano prendere per il culo, come se ci trovassimo appunto in un film di De Sica.

Buona visione… di tutto.

Sorry, esperimento fallimentare.

 

 

di Stefano Falotico

I social e Facebook sono strumenti che distorcono la realtà e la gente “bluffa” dietro profili falsi? Secondo me è spesso il contrario, è la realtà falsa e troia a ingannare


07 Aug

Stephen King

Una delle grosse panzane e dicerie, che fa tanto felici i sociologi e gli psicologi della mutua, i quali par non vedano l’ora di poter demonizzare i social, additandoli come prodotto avariato di una società allo sbando e “senza valori”, è quella secondo cui Facebook sia ingannevole. Perché la gente, nascondendosi dietro profili falsi, può dunque bluffare e raggirare il prossimo, turlupinarlo e fargli credere cose assurde.

Sì, è così, infatti. Ma per gli idioti. Che raccontano frottole sul loro conto, si professano professori quando invece hanno appena la quinta elementare, e si spacciano per chissà chi. A vanto della loro pochezza, soprattutto morale e dell’oscena distorsione che praticano in particolar modo su loro stessi, nel contraffare la loro dignità per qualche Mi piace in più.

Sì, avrei da raccontarvene. Gente che scrive di aver frequentato le università più prestigiose, di possedere titoli accademici altissimi, che invero è moralmente, appunto, abietta, bugiarda, mentitrice e dunque “meretrice” su tutto.

Una settimana fa, ad esempio, mi contatta una ragazza. Mi chiede, come si suol dire, l’amicizia. Io ci vado sempre piano… al che, prima di concedergliela, scruto tra le sue foto per notare se gatta ci covava.

Mi sembrava, onestamente, un profilo vero. Una ragazza simpatica con tante foto di lei in compagnia di amici e amiche. E col suo gatto mentre lo massaggiava fra un risotto e un piatto d’insalata.

Ok, amicizia accettata.

Lei comincia dunque a scrivermi:

– Ciao.

– Ciao.

– Posso conoscerti?

– Conoscere ha un significato ampio e diversificato. Sì, possiamo scambiare due chiacchiere. Scusa, mi hai scovato nel Trova Amici? Sì? E perché mi hai inviato l’amicizia?

– Ho visto, per caso, un paio di tue foto. Mi sembri un tipo in gamba. E poi anche una brava persona.

– Brava persona… da cosa l’hai dedotto? Perché nel mio profilo non ci sono foto di me con un’ascia che sgozzo la gente? E, se ci sono, quello non sono io. È Michael Myers di uno dei miei film preferiti, Halloween.  Sì, comunque a conti fatti, sono bravo. Non vado però a messa la Domenica, qualche volta, se i miei ormoni non “ci stanno dentro”, mi faccio qualche seghina, ah ah, sempre che non possa “usufruire” della materia prima, non sono ricco come Berlusconi, quindi non sono corrotto perché la gente troppo ricca, fidati, o è Zuckerberg, che ha avuto l’idea geniale che ha sistemato lui e le sue tremila generazioni a vita, oppure ha delitto. Delitto non sta qua infatti per uomo derelitto e neppure per sinonimo di reato. Delitto, non molti lo sanno anche se hanno la cattedra alla Bocconi del cazzo, è il participio passato di delinquere. Che comunque è pur sempre un crimine.

Sì, Berlusconi delinquette. Delinquette è la terza persona singolare del passato remoto. Word vi darà errore perché “delinque” di approssimazione. E dunque Berlusconi è un delinquente. Che, in quanto uomo che ha delitto, e qui torniamo al passato prossimo, prossimo poiché abbastanza recente, si è fatto soldi a palate. E col suo potere corruppe tante donnette. Godendo di molti diletti e, traviato, debosciato, degenerato, scopò ogni zoccola “legalmente” di letto in maniera sghemba fra le gambe eppur mai troppo diretto, per sviare la legge sulla prostituzione minorile. Altrimenti, sarebbe stato inculato per direttissima.

Sì, un chirurgo può avere tanti soldi ma non così tanti da averne così tante…

Perché il chirurgo non ha delitto. E soprattutto, a differenza di Berlusconi, poco retto, che pagò avvocati e giudici, non ha “diritto”.

Sì, sono una brava persona anche se non navigo nell’oro.

Ho scritto molti libri ma non guadagno come Stephen King. Peraltro, se in uno dei miei libri, scrivo che in quella cittadina c’è il clown di Pennywise, interviene il centro di salute mentale per appurare se sono schizofrenico. Se lo scrive, come già in maniera celeberrima, lo scrisse King, ci fanno un sacco di film. E lui guadagna dieci volte di più coi diritti d’autore.

Va be’…

Sì, sono una brava persona. Ma non sono ancora “sistemato”. Sistemato nella nostra società equivale a non credere più nella forza della poesia e dell’immaginazione ma lavorare in comune. Parlare di Calcio per otto ore coi colleghi fantozziani, fingendo di svolgere le “pratiche”, e guardare di sottecchi il culo della segretaria del “capo”. Sì, la gente sistemata sta “bene”. Dei morti in vacanza…

Sì, sono un bravo ragazzo, non faccio parte della mafia ma mi piace Goodfellas.

– Ottimo, lo sapevo che eri una brava persona. Intuito femminile. Io sono una parrucchiera per uomini. Vieni a fare lo “shampoo” da me?

– Lo shampoo da te che vuol dire?

– Ecco, io ora apro la cam e te ne do un “(m)assaggio”. Me la rado tutta in diretta. Tu guarda. Se ti piace, passiamo a cose più “sostanziose” e reali. Sappi che appena accendo la cam, mi devi dare 50 Euro ogni 30 secondi. Ci stai?

– Sì, ci sto. Adesso chiamo la polizia postale e t’inculeranno loro. Dandoti una bella sciacquata e lavata di cap(r)a. Bagascia!

 

Questo per dire che siamo pieni di porci e porcelline… e io non ci sto!

Facebook è ingannevole per le puttane, per chi non ha niente da nascondere, no, non lo è. Anzi. Dai suoi scritti, dalle sue foto e dai suoi post, viene fuori tutta la splendida verità su una persona.

Ed è in questo caso che la realtà è più ingannevole di questo “tipo” di Facebook. Facebook, se ben usato, permette di stringere amicizie vere, è la realtà spesso stronza, ove se non indossi la maschera sociale e ti attieni alle etichette più farisee, vieni maltrattato, deriso superficialmente e “bannato”. Un macello.

 

Io vi benedico, figlioli e figliuole.

 

 

di Stefano Falotico

All’IT del Muschietti preferirò sempre il mio presepe col muschio, e alle canne dei gustosi cannelloni


19 Oct

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Sì, è uscito finalmente il film più terrificante di sempre, così dice la Warner Bros Italia, frase ad effetto che è un’iperbole di cattivo gusto e un chiaro specchietto per le allodole per i fessi che davvero possano credere a una sesquipedale affermazione di questo genere. Film che credo non vedrò al cinema, invero ho già visto in streaming sottotitolato. Mi stupisce la nuova stupidità di questa nuova “Critica” che davvero pensa che questa pellicola sia un onorevole omaggio al capolavoro di King, e ancor più rimango allibito quando King afferma che questa versione gli è piaciuta. Ora, patti chiari e amicizia lunga, sia la miniserie con Tim Curry che questo film del Muschietti non rendono affatto giustizia a King, che sarà stato pagato fior di quattrini, come se non avesse abbastanza, per dichiarare che ne è rimasto entusiasta. Personaggi abbozzati, massiccio uso fastidioso del digitale, scene splatter di rara bruttezza, sia emotiva che psicologica. Quando capiranno che i grandi film horror non sono quelli che mostrano le più brutali efferatezze, con qualche eccezione alla regola, ma quelli che trasmettono paura dal nulla, dal non detto, alimentando l’immaginazione e stimolando gli incubi più feroci?

Questo IT è palesemente un’operazione commerciale per teenager che desiderano qualcosa di “spicciolo” per cagarsi un po’ nelle mutande. Tutto qui, lasciate stare chi lo apprezza e ne scrive bene. Ora, non detestabile ma neanche questa vetta di cui molti parlano con poca cognizione di causa.

Meglio la mia casa, ove a Natale “allestivo” il presepio, con tanto di Pennywise che come un re mago dà al Gesù bambino un bacio sulla fronte, espiando i suoi peccati.

Francesco Alò, che più passa il tempo e più delira sui film, sostiene che il Pennywise della miniserie era un pedofilo, mentre questo è un bullo. Anche questa devo sentire.

In buona sostanza, qui c’è molta gente che ha fumato robaccia.

Mangiate invece i miei cannelloni, con la “besciamella” della mia mente saporita che ama le pietanze sostanziose, non le schifezze che lasciano insoddisfatti i palati fini.

 

di Stefano Falotico

 

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A grande richiesta, le mie considerazioni videoludiche su IT, sulla vita in quanto (f)essa


07 Aug

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Apprezz(i)ate, spero, me lo auguro di cuore mentre mangio un’anguria, questo mio video rimembrante un mio vecchio scritto, dunque “rieditato” in versione deluxe di mia voce sinuosa. Mentre l’umanità, in tal mondo opaco e di offese parco, più che altro porco, si affanna in bagni marini, attendendo il Ferragosto per la grigliata in boxer, io mi diletto nel solito (di)legg(i)o. Ieri come oggi, non cambio e proseguo nella mia vita spesso sola, meglio della vostra assol(a)ta, in punta di piedi, sciorinando saggezze degne di un uomo che vive sulla montagna dei pensieri. E in questo pen(s)ar continuo, in questo rimestio di incognite abrasive, mi rendo lustrante per il mio cervello collegato all’uccello pimpante, invero poco pompante e più spesso “poppante”, navigando a prua nel deglutir le rancide prugne, e sognando le poppe… del “sorbetto” mio intestinale. Mentre la società si danna, come ogni anno, a farsi guerra, io insisto nella vi(t)a fatta(si), eh sì, sfatta, persona di me immolato a capolavoro. Molti, non pochi invero, per matto mi scambiano, ma io quattro chiacchiere scambierò anche oggi pomeriggio con gli operai che nel pa(la)zzo di fronte metton su mattoni. Sono un paroliere che gioca con il ver(b)o e odio Anna Praderio, donna che tutto il giorno parla di Cinema senza capirci un cazzo, “obliterata” nel berlusconismo e nel gossip più ciarliero di cazzate. Una cazzona pagata a peso d’oro, inversamente proporzionale alla sua anoressia di bulimia stronzeggiante.

Perderò tutto ma so già dapprincipio che La Torre Nera sarà una cagata immane.

E ricordate: due al bue, sette e l’ospedale t’aspett’, nove e mamma frigge le uove. No, le uova, cari erotomani. Ah ah!

Evviva il Canova, compratevi una canoa e non pagate il canone, un cannone e un cannolo e tutto si fa più coglione.

Che sei tu, non io, forse lo è anche Dio.

 

di Stefano Falotico

In flebile attesa de La Torre Nera, qualcuno sostiene che tutti i film tratti da King siano mediocri


06 Aug

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Ora, non mi aspetto molto dall’accoppiata Elba-McConaughey e le negativissime critiche americane mi dan ragione e “stimolano” questo mio pensiero. Ma ho trovato quest’articolo che mi ha turbato come un Pennywise coi suoi palloncini “galleggianti”. Costui sostiene che, eccetto Shining, tutti i film tratti da King siano delle schifezze. Ora, concordo sul tv movie IT, che vale solo per il make up di Tim Curry, ma che bestemmia. C’è da dire che molte trasposizioni in effetti sono inguardabili, ma quanti invece ottimi film tratti dal maestro dell’horror.

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I piccoli piaceri quotidiani di essere-non essere un King, speriamo non Bacon


01 Aug

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Mentre ho trovato uno streaming come si deve di The Wizard of Lies, che mi sparerò stasera sottotitolato di traduzione esemplare, e mentre ammiro la bellezza incontrastata di McConaughey alla Premiere de La Torre Nera, su Facebook ricevo apprezzamenti disinteressati del mio modo di scrivere, e questo allieta la mia giornata e mi fornisce grinte che credevo essersi inabissate nel marasma dei miei casini…

diletto o professione che sia, scrivi fuori da schemi convenzionali, adoro le tue oscure incertezze, i giochi di parole che rimandano ad universi multipli ad incastro, che a mio modesto parere vincono sempre sulle certezze patinate di presunti grandi. Non fermarti mai.

 

Insomma, essere Stephen King è compito arduo se non impossibile, emularlo nuoce alla salute perché ci si sopravvaluta, ma continuare a scrivere è esplorare le zone nostre buie alla ricerca della luce.

Amici, non facciamoci schiacciare dalle salse di troppe “patatine”. Viviamo di carne metafisica, e prendiamo la vita a morsi. Non demordete.

Sì, ci sta.

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di Stefano Falotico

Con l’inoltrarsi dell’estate, il mio “lupo” si addolcisce e gioco a nascondino coi miei pensieri “reconditi”


14 Jun

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L’Estate è in piena stagione. Le scuole son chiuse e nell’aria si respira aria di mare. Così in ripropongono Marilyn Monroe di Quando la moglie è in vacanza, e si celebra ancora il suo mito, nonostante, ricordiamo, non per fare i moralisti ma gli obiettivi-realisti, fu una zoccola che andava con Kennedy fra un ciak e un pompino “scattante”. Una donna che alle femministe fa tenerezza e malinconia, a me fa triste presa di coscienza, anche di cosce, che fu sopravvalutata per la sua bellezza “moderna” e visse di segreti “proibiti” inconfessabili. Rispolvero i cuori in Atlantide di Stephen King e ricordo che si poteva fare meglio con quell’Hopkins di Scott Hicks. Speriamo nell’IT del Muschietti. Branagh sta pensando al suo Artemis Fowl e De Niro, suo produttore, si prepara per la fine di agosto alle riprese epocali di The Irishman.

Intanto sto migliorando la vista con gli occhiali e in questa foto, in cui indubbiamente son venuto “bolso”, ricordo il David Callaway di Hide and Seek.

Così…

Eppur rimango un orsacchiotto di profonda mente e in questo sonno letargico sprofondo con un’altra puntata del Twin Peaks.

di Stefano Falotico19113552_10208872606435307_649021442768914003_n movie-scene3 00841508

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