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Stefano Falotico – La vera storia di Robert De Niro


19 Jul

 

Stefano Falotico, quando l'”allievo” superò il maestro Bob

Be’, ci scherzo sopra, chi conosce la mia vita, sa bene quanto Robert De Niro fu “caro” alla mia pelle, ancora di salvataggio esistenzialista in momenti malinconici ove “sperperai” la mia sessualità in notti insonni, perse nella voragine d’una mia New York tempestata d’angoscia e solitudini “puritane”.

Come Travis Bickle, guerriero inquieto, turbolento, dostoesvkijiano, mia Luna splendente d’amori sogna(n)ti e di virtù “raggrinzite” in un rannicchiato mio covo, ove “lagrimai”, tacito e “morboso”, in morbide, soffuse mie palpebre che “ordiron” al vento un’orlata, doratissima mia ode alla sua “crespa” beltà, intonata al mio Cuor “malandrino” che “sgattaiolò” dentro “fogne” (mal)sane al fin di risorger, cavaliere oscuro, in total possenza e rimembranza di me, e gioirmi nel Mondo sin all’eterna sua apocalittica “decadenza” che, “godendomi”, già elegante di vampiristico carisma, s’è compiuta nel dardo tratto, come un corpo sverginato m’ancor puro nella sua missione salvifica e redentrice a una società che c’ossessiona con idoli di cartapesta per appestar le emozioni più vere e lo “scalpitio” ormonal sedato da anni d'”involuzione” alla vera essenza che siamo.

Sono Michelangelo, presto pubblicherò la mia quarta opera letteraria, “Noir Nightmare – L’ombra blu del fantasma”, a cui vi porgo l’invito.
Mi eleverete nel trono di spade, e mi fregerete senza sfregiar più il mio superuomo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Taxi Driver (1976)
    La melanconia notturna danzò coi miei demoni e spettri ectoplasmatici di me “scomparso”…
  2. Toro scatenato (1980)
    Scisso fra essere un campione e buttarmi via, mi guardo allo specchio, punto il dito agli altri, poi a me stesso, smagrito piacevolmente dopo che m’imbottirono di grasse “unzioni”.
  3. Re per una notte (1983)
    Pupkin è qui a voi, e prolungherò i miei 15 minutes di celebrità nel Pop di Andy Warhol.Sono l’Uomo di bronzo sul podio, con Dio nel posto “disonorevole” d’una medaglietta d’argento.

Quando la Luce mi rende un De Niro candido e cangevole

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Sputato”, con tanto di neo sulla guancia opposta.

 

Il Genius – Astraetevi nei miei occhi neri, di labbra…


19 Jul

 

Esibizione “angolata” di profilo “dantesco” su mente limitless.

 

 

 

 

 

 

Iron Man & il suo Braccio di ferro, la pip(p)a nel Popeye, cioè Sguardo warholiano voyeur, (rid)ondante sulle bionde


18 Jun

 

Aladino è birichino nel culino…

Sono il rivelatore dei misteri dell’umanità. Questa massa di scimmie “sapienti” che sbandano da un solipsismo all’altro in cerca di consolazione, che dimagriscono con l’insalata e son salati nel pruriginoso del “gradirla“, fra una grattata e brughiere assieme al “droghiere”, fra “erbe” da esacerbare e trebbiatrici da “mietere” fra una meteora e la notte di San Lorenzo.

Sì, me ne fotto di tutti, sono il prescelto in mezzo a questa putredine che vorrebbe incutermi timore affinché tremassi, e son “oscurantisti” con l’incudine e gli aculei, “dimenati” fra un cul e un altro “cavolo” per “fermarmi”, o peggio, rendermi “infermo”.

Stamattina ho assistito alla mia corsa in pigiama lungo i vicoli bolognesi, fra omosessuali che sculettavano, appunto, per me, e donne che “smadonnavano”, “smaialando” col burino e il burro.

Sì, in mezzo a loro, ballo, “occhieggiando” fra le oche, mentre mi coprono d’ortaggi, boccheggiano impotenti, e io, in segno di sfida, modulando un “figo” senza vergogne, ancheggio, nell’echeggiare i grandi poeti russi e le “spade” cavalleresche.

Sono un genio, il “mio” non è misurabile col righello, “alzandosi” spesso sopra le righe e la lettiga.

Prendo di mira uno che beve troppa birra, e gli massaggio il pancino perché “lo” svegli da Al Pacino, “addomesticando” il suo ombelico dilatato senza i vasi dilatatori da “allattatore” d’una Donna materna che, come tutti sappiamo, fiuta, poi “alletta”, e poi, di “liuto”, se lo” fischia fra una compera e un “tiriamolo” a campare.

Sì, sono il “terrore” un po’ terrone, ma, fra questi terragni, “sale” in alto, (e)levato al top fra le top(p)e.

E, in tutta esibizione di me, rammento agli stolti che furono intontiti, e rubo la torta a chi coltiva solo il suo or(t)o.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

    1.  Ronin (1998)
      E tu cosa ne sai della vita degli altri?
      Ebetuccio d’un Sean Bean balbuziente?
    2.  Excalibur (1981)
      Colpo di scena, volevano “strapparmelo” ma “lo” estrassi.
      E, ora, stanno zitti, perché comando io, banchettando fra le rotondità dell'”intavolarle”.
    3.  1997: Fuga da New York (1981)
      Lo sapevo che eri una “merda”.
      Io l’ho sempre saputo.

 

“Dizionario dei film 2011”, a cura di Stefano Falotico e Valerio Vannini


07 Jun

 

Un anno fa, io e Valerio Vannini, dunque, Travis Bickle 1979 e Spopola, ci siam lanciati in recensioni total recall della stagione trascorsa, “(ap)postandole” anche qui, su “Cinerepublic”.

Oggi, il progetto, dopo innumerevoli revisioni e un immane lavoro di editing, s’è concretizzato in un vero e proprio dizionario.

Che potete trovare, regolarmente in vendita qui, su Ilmiolibro.it, e acquistabile anche attraverso le catene La Feltrinelli.

 

Le recensioni eccentriche di due bizzarri poeti

Stefano Falotico e Valerio Vannini, poeti, romanzieri e cinefili, “accreditati” sul sito “FilmTv.it” sotto i nick, rispettivamente, di Travis Bickle 1979 e Spopola, vi guidano alla scoperta dei migliori film della stagione 2010/11. Libro assolutamente da non perdere, colmo di bizzarrie, compresa la “formattazione” (dis)ordinata, alcuni “voluti” refusi, a rimarcare alcune “usanze”, la nostra “falibilità” umana da “report” dickiani e non la “dattilografia” (im)perfetta da anime-macchina, l'”hereafter” eastwoodiano che si dilata, “giustificato” senza razionali spiegazioni, incognita di sé dickensiana, e il giochino finale, il “Prologo”, coi puntini di sospensione, anziché l'”Epilogo”, come dire, (r)iniziamo ad amare il Cinema, a credervi. Che si riaccendano le emozioni, si “spengan” le luci, s'”assopiscano”, e lo schermo (ri)prenda vita. Si colorisca come all’alba, della vita, dell’Incipit…

Nei link seguenti, tutte le puntate.

A partire dal titolo designato, “fuori categoria”, eletto il nostro preferito, The Fighter.

E poi tutti gli altri, enumeriamoli: 1, 2, 3, 4, 5, 67, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24.

 

In tutto, quindi, 25 post. Il numero dei film, lascio contarli a voi.

 

Dizionario che si avvale della partecipazione straordinaria di Cineteca John Frankenheimer e del nostro Maurizio…

 

 

Come dico io.

 

Applauso!

 

(Stefano Falotico)

 

Quel “Nothing Man” del mio Springsteen


04 Jun

 

In un’esibizione pazzesca, qui a Berlino, in un concerto già storico.

 

 

E “qui”, io, Stefano Falotico, il Genius, un Nothing Man…
Sì!

Stefano Falotico, “in Arte” (“me, medesimo, di persona, impersonatissimo, di gran personalità), interpreta, con alcune “sfumature” e varianti sensibilissime, una delle canzoni capolavoro di Bruce Springsteen, la suadentissima e magnificamente ipnotica “Nothing Man”, dall’album “The Rising”.

Applauso! Un uomo che “coniuga” il Verbo della vita vera, dell’anima, con “cadenze” alla Jim Morrison “impastato” in Tom Waits, su geniali, rochi “tintinnii” imprevisti.
Già…

 

I don’t remember how I felt
I never thought I’d live
To read about myself
In my hometown paper
How my brave young life
Was forever changed
In a misty cloud of pink vapor

Darlin’ give me your kiss
Only understand
I am the nothing man

Around here everybody acts the same
Around here everybody acts like nothing’s changed
Friday night club meets at Al’s Barbecue
The sky is still the same unbelievable blue

Darlin’ give me your kiss
Come and take my hand
I am the nothing man

You can call me Joe
Buy me a drink and shake my hand
You want courage
I’ll show you courage you can understand
Pearl and silver
Restin’ on my night table
It’s just me Lord, pray I’m able

Darlin’ with this kiss
Say you understand
I am the nothing man
I am the nothing man

 

 

(Stefano Falotico)

 

Dizionario dei film 2011


01 Jun

Non scherzo mai, quando il mio Cuore respira, se, come Micky Ward, dopo “travagli”, ferite, pugni presi, mi rialzo, e, se come Christian Bale, con le gambe “spezzate”, apparentemente “rammollito”, “fallito”, fratturato, frantumato, in mezzo all’appannamento generale, sfodero il mio fisico ricostruito da dark knight rises, salgo in Cielo e decido che è giunto il momento d’essere leggendario.

Molti anni fa, in molti scherzarono su di me, “schernendomi” perché mi “schermavo” nel Cinema, e mi “(s)cremarono.

E, sotto i baffi, “motteggiavano” un “Simpatico coglione, sogna, sogna…”.

Con cura puntigliosa, cominciai a ballare loro in tondo, con atletica sottigliezza da Ali, sempre più “dispettoso”, capricciosetto di provocazioni, e mi lasciai “picchiare”.

Poi, come il grande Mohammad, il più grande, ho aperto la porta, ho corso per le strade, tifandomi in Michael Mann.

E, come sempre, ho vinto io.
Con tutta la folla, sotto la pioggia ad applaudire, oserei dire, commossa!

E oggi sono, assieme agli altri poeti, la creatura per cui Dio, ogni Notte, non sa se prendermi a sberle, o invitarmi in piscina assieme ai suoi “luciferini” cherubini, a baciare le acque.
Fra una Donna che “saluto”, quanta salute…, un’opera letteraria, e il mio “aspettando” un altro capolavoro che uscirà a Settembre, intanto sono, oggi Iron Man, domani Aladino.

Fratelli, quando Tom Waits gridava che il Maestro sarebbe tornato, Anthony Hopkins lo “coccolò”, ma poi, “terrorizzato”, gli prese un coccolone quando poi capì che era tutto vero.

Dizionario dei film 2011
Stefano Falotico e Valerio Vannini, hanno finalmente completato il loro “Dizionario dei film…”, che presto sarà in vetrina, ove hanno raccolto un anno di Cinema, “apparso” direttamente su “Cinerepublic”, e ne han elaborato un sofisticatissimo omaggio personale, creativo, letterario e immaginativo.

Presto, sarà acquistabile, dotato di codice ISBN, e disponibile, appunto, per la vendita.

Chi ne fosse interessato, ci contatti.

Oggi, è in vetrina.

Ci piace?

Clicca qui.

Come Terence Hill, guardo il babbeo, gli sfilo un’altra volta la pistola, lo schiaffeggio un “pochino”, poi gli chiedo se (ci) ha capito qualcosa…

La prossima volta si sceglierà un amico scemo quanto la sua idiozia.

Sì, qualcuno volle “spaccarmi la testa”, “igienizzandola”.
Be’, c’è anche, oltre all’opzione “Hill”, anche quella Bud Spencer.

Un altro colpo assestato di malrovescio, e lo rispediamo nel fango.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Lo chiamavano Trinità… (1970
  2.  The Fighter (2010)
  3.  Kinski – Il mio nemico più caro (1999)
  4.  I mercenari. The Expendables (2010)
  5.  Machete (2010)
  6.  Dracula di Bram Stoker (1992)
  7.  Léon (1994)

 

 

 

Deliri in De Niro


18 May

 

Molti m’irridon, ché giunti all’età “coscienziosa” della “ragione”, son “assennati” di vita “reale”, oserei dire, patetica e melensa, di “bandiera bianca” delle ambizioni che s(c)orsero scattanti e s’inflaccidiron arenate, di claudicanti passi “fortificati” o “omertosi” d’un talento asfittico, causa le repressioni “adulte” a cui han ammansito il “galeone” delle proprie navigazioni.

Nella poesia, nell’Arte, nell’immaginazione, che invece “schedano” e “ischeletriscono”, imborghesiti, nell’”impaginazione” ben “(uni)formata, in un “corpo testo (forse testamentario, dunque già, di “unzione” a una morte dell’anima e del suo gift, sacramentata” in biascichii e mormorii anch’essi affievoliti), nella vividezza ai colori, adesso ingrigiti, alle gioie, adesso tristi e spente, all’amor che si mostra per quello che è, e non ha bisogno d’”urlarlo” in canzonette ove si svende solo sentimentalismo da “mercati ortofrutticoli” dei propri “limoni”, ove voci, “inquadrate” da confettini di zucchero, si “sciolgon”, accoccolandosi al caffettino di baci sempre “ponderati” e mai sfoderati d’energia erotica e di sapor di membra, di labbra a(ni)mate davvero.

 

Quando questa tetraggine m’incupisce, nel peggio mi “stupisce”, combatto le malinconie “immolandomi” a un Uomo nei cui occhi “rinvengo” inorgoglito, ché, camaleontico come Lui, non sono io ad “adattarmi” al personaggio, ma me stesso a trasmutarmi, a “nuotarvi” dentro fra mille emozioni, uno, cento, mille e più viaggi, “allunato”, lupo, “neonato” come se spalmassi il mio corpo nell’effervescenza, “soporifera” ma pura, “religiosa” ma anche titanica, “greca” o anche futurista, postmoderna o “antiquatamente” retro, vintage, sì, di vino e divinissimo.

 

Così, fra letture del mio “Medioevo”, troni di spade, regine che mi adorano e immagini ardimentose che m’ipnotizzano, sempre m’appare quest’Uomo, prima vaporoso e poi in carne e ossa.

 

 

 

 

Ciao, grande Jack Walsh, ci rivedremo ancora io e te, vero?

 

(Stefano Falotico)

 

“Homuncoli” o Faust, il capolavoro di Sokurov e un corto “contorto”


28 Apr

Faust, l’opinione più votata.   Sono molto orgoglioso d’essere l’opinionista più utile per il capolavoro Leone d’Oro alla scorsa edizione del Festival di Venezia.

Faustianamente suo, rigenerato d’incantatorio lirismo.

Uno squarcio, un bianco nitore ch’è permeato dentro “meandriche” bolge “mascherate”, o le intime verità che s’illuminano pallidamente infernali, o, palpitantemente inquisitorie, lungo i corridoi d’una stanza “asettica”, “inchiocciolata” nel contorto, forse lucidissimo viaggio mentale di un creatore.

Nuovo Prometeo, alchimista dell’impalpabile mistero dell’umanità.

Un “funereo” corteo, lentamente, “indaga”, scruta, s’infila di “scrutini” incalzanti per una confessione laconica, forse “lagrimosa” d’una profanazione alla mortalità.

Un inquietante Dr. Frankenstein nel suo laboratorio, nell’incognito “notturno” ma cromaticamente caleidoscopico, verde vividissimo, “robotico”, navigazione interna, inland sea delle onde onnipotenti dell’ideazione, della sfida, dell’alabastro”, puro duello fra l’Uomo e Dio, fra l’imperfezione e la Scienza astrale d’ogni Big Bang, d’ogni scroscio nei flutti imperscrutabili dell’“anfibia”, marina ambiguità del Creato, dell’Homunculus, “piccola divinità”“ sovrannaturale, impenetrabilità “visibile” ma arcana.

Un chiaroscural bianco quasi “oscuro”, filtrato in calda glacialità trasparente ed esoterica.

Mefistofele, in un non luogo, identificabile solo dal suo enigma, diafanamente “nero” d’immacolati lampi vitrei.

Suggestioni, neve avvolgente d’ieratico Tempo eterno.

Profeti, Salomè e lo sguardo di Faust, sorgente di nuova estasi, di rinascita, di “verginità” superomistica.

Rocche “sagge” e “filosofe”, danze con la Luna, un fantasma, un miraggio, una visione?

E i personaggi riappaiono, con nomi e abiti diversi, in un Mondo “contemporaneo”, o solo ancora illusorio. Altri autunnali spettri nel parco, la ghiotta ricerca della conoscenza, dello scibile biblico, dell’arabesca “follia” umana, nella sua origine.

Nelle sue ombre…

Non c’è esegesi all’ignoto, alla domanda perenne.

Forse, la soluzione è una violinista “rosata” nelle intonate corde, “sovraimpressa” in un mare trascendentale, liquore melodioso dei sogni.

        (Stefano Falotico)

Sono, anche nel mio “non essere”, sempre nel “Fuoco”


11 Mar

 

La musica di Bruce Springsteen, ha un grande potere evocativo, quasi lynchiano.

“Ascoltatemi”:

 

 

Fuoco cammina con me

 

My lynch-o, Cuore selvaggio & fuoco

Infuocandomi

Sono Johnny Blaze, “teschio” fumante che sgranocchia la sua moto in macchina

Ho sempre amato e predicato la libertà, da quando giovane, molto più gioviale e avveduto degli altri, “opzionai” scelte eversive, forse “diverse”.
No, la mia anima “inghiottiva” i miei occhi, e surclassava le classi di già attempati coetanei, precocemente “ammogliati” al solo mobilio della fica, e del suo “sederarla” con quel “potere” dell’uccello violento che Kubrick ha sempre disprezzato.
Sì, lancerò una lancia a favore del mio esser un “favorito” in questo sfiorito Mondo, ove si celebrano pasti “goderecci” senza neanche la goliardia della “clowneria“, e si è troppo presto luridi-lordissimi.

Io sono colui che, scientemente e “scienziato”, “perde” per volontà.
Ché alle filantropie buoniste, alle ziette, e agli zuccherini, preferirà sempre il budino dei miei neuroni “cioccolatai”.
Per la pasticceria d’un forno caldo di mia “panetteria”.

Ah, ne ho viste di cose che voi avete solo immaginato…
“Neve” da combattimento sulle “battone”, e i battimano di borghesi a teatro con la consorte-strega e tanto di suo “battiscopa”.
Raggi del lato B, su una ginnasta oriunda, balenare con le ballerine nel buio dellaporta” di Dania, che d’adolescente si lamentava nei diari e poi s’identificò con la Bignardi.

A tutto ciò, preferisco “invadere” la mia “barba” alla Conan, tra una frase “scontata” alla Conad e la mia coda ch’è “pollice su” opponibile alle tante anaconde di quel che ho in mezzo alle gambe, forse talvolta dietro, quando ingiustamente m’incul(c)ano perché troppo vulcano rispetto ai lucani.
Amari con Maria, nel Sol so-Ave del maritozzo sulla “panna” agrodolce del mare.

Sì, ho conosciuto qualche donna, definiamola così, quando “delfinai” su ritmi più “normali” del militarismo erotico di massa.
Dopo qualche “affondo”, affondai di nuovo, ed ella m’abbandonò, perché al suo “buco” preferii la masturbazione “lombrica”, ombelicale, e le ciambelle senza “foro”.

Potete amarmi od odiarmi, anche “oliarmi” e “disossarmi”, addossarmi colpe che mentono al mio (e)merito, e “tamarreggiar” di Lambrusco corrusco, ma io, Altissimo padrone del mio “velodromo”, son oggi dromedario e domani cammello in un cameo nel “deserto”.

Sì, tuo figlio, ripeto, sarà un “bravo”, “dolce & caro-ino” avvocatone, ma me ne frego, un po’ me le gratto.
“Difenderà” buzzurri che disprezza e di cui è consapevole dei loro stupri, solo per arricchire la pancia e “sodomizzare” le ingenuotte sue segretarie, all’oscuro della “fede nuziale”.

Potevo diventare un politico, la “parlantina” non mi manca, e son oratore del mio oro. E che c’azzecca? Se è vero come è vero, ed è vero…
Chi meglio di me per guidare il Paese?
Ma, alle mignotte dei magna-magna, e alle “leccatine” per far carriera e farsi succhiare quel che, “vittorioso”, s’erge “pomposo” dalla cerniera, ho sempre preferito il mio “cervo”.
E qualche “cernita” d’amici che mi reggono il gioco, e non il moccolo.

Ho sempre amato il Cinema, perché “favoleggio” contro i mafiosi fra uno Scorsese fuori orario e un Lynch col “fuoristrada“. A passo psichedelico a Mulholland e a passo “lento” da storie vere.
Sì, forse sono preistorico, ma il mio orologio non ha Tempo, “lo” perdo quando voglio, soprattutto perché volo.
Cosa ne sapete voi della Settima Arte? Guardate i film stravaccati con le puttanelle, e scambiate Pacino per Dustin Hoffman. E, se “lei” va in bagno, perché annoiata, voi soffrite di polluzioni “mestruative” ogni volta che appare un culo sullo schermo.
Me ne fotto! Voi sarete sempre loffi, e mai v’infuocate. Vi baloccate solo di fiocchetti. Ah-ah!

Da piccolo sognavo di laurearmi in Fisica, adesso canterò per voi il mio fuoco che “rosola” e mai rosica.
Perché, son romantico ma non romano, e so che poteva “darmela” ma io preferii “sfancularla” nella Notte.

Sì, sono “schizofrenico” disarmante con picchi allarmanti d’onanismi solo a me piccanti & piluccanti, e, se Riccardo Cùcciant’ canta, io mi vado toccando.
No, no, non son “tocco”, ma totoianamente ti farò il ritocco.
Perché Laura Pausini è sempre stata in pausa.
Io, preferisco il Pavesino.
Anche i “paesini”.

– Falotico, ti adoro! Io, ti amo!
– Io no! È sempre stato il mio problema. La bassa stima che nutro per me, dunque per Dio.

Firmato il Genius

  1. I guerrieri della notte (1979)
  2. Cuore selvaggio (1990)
  3. Fuori orario (1985)
  4. Mulholland Drive (2001)

 

 

 

Rec-Genius


21 Oct

 

Qui troverete, in ordine sparso e dunque cronologico, alcune delle migliori recensioni della mente del Genius, cioè soltanto due con un assaggio della terza, com’è consuetudine del “Non c’è due senza tre”.
Le chiameremo le Rec-Genius. Due pillolette, così!

 

 

Prego, accomodatevi…
Pinocchio di Roberto Benigni… Un capolavoro, sì, bestemmio, lo è.

 

 

Ghost World di Terry Zwigoff… Perfetta ri-costruzione di un periodo.

 

Ah, Pinocchio..

La storia di Benigni, la storia di un Uomo in fuga dalla famiglia, nucleo ammorbante e distruttivo delle pulsioni, in fuga dalle istituzioni, quella burocrazia che mortifica la soggettività in sviluppo, in fuga dalle responsabilità e dai doveri, in fuga forse da se stesso e dal suo sembiante, un burattino stralunato e giocoso a cui gli altri non riescono ad associare un volto adulto ma solo una figura scissa a metà fra l’essere e il non essere. La storia di un Uomo furbo che sa cavarsi d’impaccio dai Mangiaf(u)oco grassi e giaculatori (Giuliano Ferrara?), la storia di un Uomo combattuto fra il calore affettuoso delle origini umili ma osteggiato dalla sua incontenibile ansietà di divenire e crescere, la storia di un Uomo che è stato tentato dal vizio e dal rischio ma che ha scelto comodamente il compromesso (equilibrata qualità senza disdegnare il pubblico dei soldoni facili). Pinocchio è Lui, il film è solo un pretesto per raccontarci la sua anima, la sua ombra, quel ricordo di ciò che avremmo voluto essere ma che purtroppo non possiamo essere. Siamo solo esseri “normali”  con le nostre peculiarità. E Lui, nel bene e nel male, è Roberto Benigni.

12 ottobre 2002, 00:55 (sì, mi piace ricordar l’esatto momento in cui, tale, la memorizzai nel Net).

 

 

Ghostizziamoci…

Ghost World. In tanto piattume contemporaneo, ecco un film che spacca. Ghost World, il Mondo fantasma, il Mondo lobotomizzato di anonime identità, di asettici blockbuster e commessi annoiati, di punk nichilisti di lebowskiana memoria, di stucchevoli padri prodighi di consigli, di un’adolescenza frustata dai logos degli adulti, l’abominio dei compromessi, delle scelte indotte, della caduta libera senza ricevuta di ritorno in una tela fatta di villette a schiera e giardini tinta unita. Le uniche ancore di salvezza sono la musica, l’alienazione contagiosa di un “perfetto cretino”, uno che ha visto lungo, uno che non vuole perdere la memoria, uno che colleziona farmmenti pop del passato per colorire la sua spenta esistenza, un uomo con le palle senza una Donna!!! Le panchine e i vecchi rimpianti, l’autobus scivola via nella Notte, e almeno per un attimo ci (s’)illude che domani saremo in un mondo migliore. Cult.

22 novembre 2002, 21:03 (leggasi, il “promemoria” sopra, vale lo stesso discorso d’anni scorsi, non ancora trascorsi).

 

 

Chi vince fra questi grown up?

Il “bambin” Benigni o l’ancor “bimba” Scarlett “birchata?”.

 

   A giudicar da come l’han pompata, s’è “impoppita” bene “la” Johansson…
Vedere per credere, e per “toccare”.

 

 

Sì, di fronte a cotanto ben di Dio, ecco la “recensione” del terzo film, il mio, intitolato Storia d’un fedifrago.
Trama: un Uomo scalzo, si rende francescano e, ad Assisi, incontra la monaca di Monza. Riscoprirà la zona rodriga della figa, promettendosi a Lei in “sposo“.
Fine. Pellicola avvincente d’un “vinto” che banchettò nelle sue mutande “al vino”. Oseremmo dire… capolavoro imperdibile.

Se Carmelo Bene si “pinocchiò”, il Falotico si “burattinizzò!”.

 

 

Eh sì… non vi son dubbi nel “naso”.

 

 

 

Firmato il Genius

 

Genius-Pop

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