Posts Tagged ‘Stefano Falotico’

Magnetici magma del Cinema, la mia serenità a ma(ci)gno contro una società di posseduti consumistici


08 Apr

Mi fa piacere e rallegrar la mia anima fa questo mio aver editato in solitaria un altro lib(e)ro sululu.com, ché troppe vanaglorie dei comuni mor(t)ali mi rattristano, dunque posseggo ancora il mio eremo e, di corna(muse) ispiratrici, piazzo ai pazzi generali il mio (u)omo non capo(rale) di un bel niente, il dolce far(mi).

Ecco a voi, miei mentecatti, un ribaldo, piccolo opuscolo contro chi crede alle generose scopate, sia mai e non mia, e agli oroscopi, ché trombar poco pene mi è, ma sol (mi) salvo nel Cinema. Salve, ave al mio Cesare che si dà le a(r)ie da sé, mentre gli altr(u)i si affannano di mercimonie nella mia scontrosa e non scontata auto-cerimonia parsimoniosa.

Leggetene, leccatelo e glorificatemi, non ficcate ove agli avari non è dato, a mio avviso ammonitore, avere.

Evviva le avene, le canaglie e i cani contro chi vive di squallida carne.

Cera. E bronzeo avanzo integerrimo, inte(g)ro nella società infame. Affamato del mio scibile pen(s)atore e in lotta verso chi persevera nelle lotte (a)nemiche.

Evviva la mia lontra, vai di Londra contro chi, a tal mio sberleffo, opporrà un suo solito, stolido adontarsi.
Non adombratevi, uomini fantasiosi, siate fanatici del fai da te.

 

Grazie.

Distinti saluti e un grande servito giammai vostro serio né servo, finanche perso e però non come voi (de)perito.

Questa è tecnica.

Opera leggera, leggiadra da folle contro i vostri matt(on)i.

di Stefano Falotico

In attesa degli Oscar, Maps to the Stars escluso perché non ancora uscito negli USA, ancora Cronenberg


21 Feb

Se domani vincerà Birdman, non vi è dubbio.

Dubito però che, il prossimo anno, possa rientrare nei giochi Maps to the Stars, non ancora distribuito nelle sale americane e quindi fuori per questo giro di valzer.
Ma io intendo postarvi questa recensione, mostrandovi anche tal video:

 

francesco priore – febbraio 20, 2015

A differenza della testimonianza precedente non posso dire di “amare” questo scrittore [lo conosco troppo poco], ma a maggior ragione consiglio questo suo ottimo lavoro a tutti coloro che in una lettura non cercano una misera conferma delle proprie idee preconfezionate, o un qualcosa di semplice per far passare il tempo, o il classico libercolo da fan sul tale regista di turno in cui si sbrodolano elogi ovvi e si cerca di infiocchettare il banale con una retorica al di sopra delle proprie capacità… questo libro va bene per chi ama il linguaggio inteso come strumento dinamico, per chi vuole opinioni senza peli sulla lingua e, perché no, per confrontarsi (come nel mio caso) con un genere che solitamente snobbo a priori, ovvero la Poesia, il Lirismo e compagnia bella.

In queste poche pagine ci immergiamo in un flusso (apparentemente) caotico di emozioni, sensazioni, impressioni, ragionamenti, il tutto nascosto dietro ad un uso del linguaggio che fa del pleonasmo volontario e dell’artificio retorico uno strumento per distruggere completamente la struttura canonica del linguaggio; può essere difficile districarsi (oserei azzardare “impossibile” per chi legge un libro ogni 10 anni, un linguaggio simile prevede una preparazione abbastanza elevata), ma (quasi) sempre ne vale la pena.
I suoi scritti andrebbero recitati in un teatro, c’è il rischio che la musicalità ed il ritmo di certe frasi si annacquino per iscritto [dal vivo ciò sarebbe compensato dal tono, dalla postura, dall’enfasi…] a causa del processo logico necessario per poter comprendere appieno i due-tre significati che ogni volta può conferire ad ogni singola proposizione (a volte geniali, da dirlo, altre volte però sembrano più un “vizietto” che potrebbe essere limitato ove inutile); si consiglia quindi sempre una seconda, una terza lettura, e vedrete come anche solo un accento possa cambiare completamente il peso di una frase.

Insomma è difficile parlare di un’opera così insolita (soprattutto ai giorni nostri) senza poterne citare qualche passaggio: va letta, riletta, masticata e digerita [fermiamo qua la metafora digestiva, alla fine questa recensione è positiva e l’ultima “fase” l’avrei citata solo in caso contrario].

 

 

di Stefano Falotico

David Cronenberg eBook Falotico


04 Dec

David Cronenberg, poetica indagine divorante eBook

 

Amici, se la prossima settimana uscirà il booktrailer del mio “Il cadavere di Dracula”, che qui naturalmente vi mostrerò, dopo il KindleAmazon, che vi prego di acquistare, è uscito anche in eBook, disponibile nelle due versioni Pdf e Mobi, tal mio luminescente-illuminato-stupefacente, lo dico da me, eh sì, “David Cronenberg, poetica indagine divorante”.

Traete da tale screenshot le vostre conclusioni e, in attesa trepidante dell’immediato-coming soon cartaceo ancor più entusiasmante, amate(lo) e volete(mi) tutti, godendo, spero, di tal mia opera factotum racchiudente il perlaceo, immane Cinema di David.

Mia nonna di cognome fa David… e non potevo che, da geni affini, andar a “insanguinarmi” letteraria-mente in lui, genio color di-amante.

 

Amici alla falotico, nel senso del termine bizzarro


18 Aug

Agosto sta svanendo, svenevole si scioglie e io abbandono ogni remore e disancoro gli ormeggi, ai miei amici ancorandomi. Arpionato in me, ballerino in tal vita di danzatori ipocriti, porgo il mio ringraziamento a chi, appunto, ipocrita non è e invece naviga soavemente nel mare, ondulato di grazia, delle persone vere. Alle quali porgo i miei omaggi, poi sarà Settembre, mese caduco dei primi crepuscoli autunnali, dunque giungerà a noi la Primavera, stagione delle prime fertilità adult(er)e, poi Maggio e or si va di piumaggi, in quanto io son un puma che nella vita corre, inseguendo ancor affamato attimi di (in)felicità in tal giungla che è la metropoli ricattatoria e crudelmente subdola.

Ringrazio, or dunque, da casa mia e (non) a cas(acci)o, Germano Dalcielo, mio editor oramai collaudato, scrupoloso e intransigente correttore delle mie bozze letterarie, indagatore dei refusi dai raggi x (im)perscrutabili a trovar ogni (s)vista ed errore di (im)possibile strafalcione, quello che io chiamo (in)volontario orrore, Anton Giulio Onofri, amante come pochi ci son rimasti, purtroppo, anche per fortuna (della serie, la classe non è acqua e il buon gusto è degli eletti), di Clint Eastwood, di cui, dovete sapere, che conosce vita, morte e non solo miracoli, bensì anche, in quale mensola, Clint ha lo spazzolino per i suoi sempre bianchissimi denti su celeberrimi, imbattibili occhi di ghiaccio da texano che non deve chiedere mai il dopobarba, Vera Qwérty, scrittrice che, indubbiamente, è più folle di me, e ce ne vuole, sappiatelo, la nostra è una amicale rivalità di pazzie prosaico-poetiche da uomini troppo fuori di testa per adattarci alle limitatezze di una triste umanità conformista, uomini veri, anche se lei è Vera di nome e di fallo, no, di fatto, una donna che parla spesso, nei suoi libri, di maschi (de)relitti, in quanto marci maniaci piccolo borghesi piccolissimi, e li sputtana mentre mangia la marmellata fra un cucchiaino non tanto dolce nei lor confronti, un frontespizio cazzuto e una visione al congelatore della nostra (r)esistenza difficile per congenita presa di coscienza che chi sente, è anche portato a raggelarsi dinanzi a tal mondo inaridito che si scalda per fanatismi e fondamentalismi cagionanti sol fegato spappolato, Valerio Vannini, intrepido cinefilo che crede fortemente in me e alla mia (in)credibile storia, insistendo nel darmi manforte, Gianluca Marzani, attore di Teatro che si contraddistingue per la sua colorita, eccentrica unicità interpretativa (im)pari solo al grande Al Pacino unito a John Belushi, insomma, un performer coi fiocchi e inimitabile, Giancarlo Buzzi, uno che deve aver capito il senso della vita a soli 15 anni, e da allora patisce (in)giustamente la grandiosità del suo essere-non essere oltre, Raffaele Costanzo, ché non ho ancor capito come fa ad amare, al contempo, sia Sylvester Stallone che Woody Allen, a leggere Stephen King e poi a farsi fotografare vicino a una croce da Madre Teresa di Calcutta, ma il suo bello rebel è questo, Davide Viganò, un uomo che è meglio di Stalin ed è durissimo amante di von Trier mentre accarezza il suo gatto, ascoltando musica rock.

La maschera di Edgar Allan Poe on Youcanprint.it


06 Aug

Splendido è aprire questo sito e veder primeggiare il mio libro, in entrambi i formati.

Oggi è in, contemporanea, il compleanno di tre miei amici, cari micioni


01 Aug

Facebook mi notifica che tre miei amici, i soliti (ig)noti, compion gli anni tutti oggi.

E io dedico a ognuno di loro un mio componimento lodante!

Franco Battaglia – Auguri a tal uomo battagliero che, con ardimentosa volontà, imperterrito insiste in tal mondo triste e non si dà per vinto, nonostante le idiozie imperino e paiano sempre più imperiture. Franco, francamente, lotta a denti stretti da cinefilo di razz(i)a, scagliandosi contro i cani di tal società ipocrita, caudina, cagna e bifolca. Lo fa con grazia, cinismo di occorrenza strafottente, punisce i troppo zuccherosi, ammorbidendoli nella sua soave durezza. Auguri al Battaglia! Uomo da 8 per mille e uno per tutti! Egli (si) dona.

Floriano Franzetti – Auguri, Floriano, artista nato, travagliato, tormentato eppur mai a darti per vin(t)o. Sì, sai come non farti ubriacare dalla società dei finti vincenti, quei falsi fini che vorrebbero alleggerire ipocritamente la vita, illusi che ci stordiranno coi loro b(r)anchetti frivoli.

Ettore Dalla Zanna – Auguri al grande Ettore, creatore di Aristide Falotico, che odia Nolan a ben vedere da cinefilo di (ri)fiuto ai sopravvalutati, scorsesiano di ascendenza pesciana nella beffarda sua classe deniriana che se ne fotte. Ettore è maggiorenne, oggi. Ettore vi rende minor(at)i! Ettore, labirintico di mente in questo vostro ginepraio di stronzate, ficca in culo il Minotauro e tutti gli altri cornuti dementi! Ah ah. Quindi, oltre a fregarvi la torta, dopo aver afferrato il toro per le corna, si pappa la ciliegina, lasciandovi ad aperta bocca. Scodinzolando felice alla facciaccia vostra!

 

Edito o editato? Refuso è scrivere edito nel senso (di) s-corretto?


31 Jul

Ieri sera, su Facebook, posto ancora una volta uno dei miei libri, scrivendo che è stato edito dal mio correttore di bozze.
Lui mi fa notare che continuo a scrivere edito e invece dovrei scrivere editato.
Ora, ricapitoliamo, i capitoli comunque sono tutti stati correttamente edit(at)i.

Sì, il mio editor, al solito puntiglioso, come è giusto che deve essere, altrimenti non sarebbe il correttore delle mie bozze, eh eh, in privato mi sottolinea che continuo a scrivere “edito” al posto di “editato”. Ecco, la questione è storica oramai. Edito ed editato sono i due participi passati, entrambi corretti, del verbo editare, che significa, come spero tutti sappiano, pubblicare. Quindi, il libro è edito da Youcanprint, ma l’editing è stato effettuato, cioè la revisione del testo, la correzione dai refusi e l’impaginazione per i vari formati, cartaceo, eBook, etc, da Germano. Chi è Germano? Colui che (non) mi corregge i test(i), è uomo di gran testa. Diciamo che la forma “editato” è quella italianizzata-participio passato del present continuous editing, che gli inglesi usano in tal caso come sostantivo per definire appunto la revisione di un manoscritto. Editing quindi come processo per rifinire un testo, da cui il present continuous sostantivizzato, diciamo così. Comunque, edito o editato, il libro è qui. Se volete comprarlo, bene, altrimenti, sono affari vostri. Questo invece si chiama (non) ordine, se preferite, chiamatelo “EDITTO”. Perché io sono erudito!

Non puntatemi le dita, altrimenti quello medio v’alzo. Il dito? Sì, ho detto dito, cazzo.

Dracula le manda a far in culo


23 Jul

di Stefano Falotico

Dracula cercò sangue di vergine e morì sia di sete che di fame in ogni sen(s)o

La “grande bellezza” di tal società falsa come una donna dai facili costumi ma “laureata” in “lettere” e lo(r)data nei (di)letti

Le donne sono pazze totalmente. A “(dis)cap(it)o” di tal (non) mia Mina (vagante), a capitombolo d’aver capito tutto, vi scrivo questo racconto, ed evviva Dracula, il Conte(nto) mica tanto che vive nella sua “gola profonda”.

Mi rivolgo a una, credo molto unta da parecchio tempo e da molti monta(n)ti dentro (bis)unti, come lei, esaltata montatissima, poco alla panna, e le chiedo scusa perché, per via della sua enorme bellezza, la presi per il culo, an(n)i fa.

– Ti ho già scusato. Prenditi cura di te stesso, “fallo” anche per me. E abbi cura anche degli altri, ognuno soffre per qualcosa ed è giusto che tu rispetti questo. Altrimenti, nessun (ris)petto. Solo pollo.

– Ah ok, una risposta un po’ altezzosa, ma ognuno risponde alla vita come crede. Sì, tutti soffrono di qualcosa, c’è anche chi soffre della bellezza di essere sé stesso/a. E legge sempre a (de)formazione delle sue (in)certezze. Sì, credo sia la risposta migliore alla vita e alle (s)fighe.

Come dire, insomma, molto tristemente, che a ognuno del prossimo non frega un cazzo.

Che grande bellezza, eh?

Posto” tal supponente donna su Facebook, riportando la conversazione sì (s)fatta.

Sì, forse per “digerire” questa, sarebbe meglio una (sup)posta senza “ricevuta” del “mittente”.

Un mio amico legge e dice: “Bello, ma cos’è? A che ti riferisci?”.

Gli spiego la puttan(at)a:

ah, nulla di che. Neanche “Nutella”, figurarsi se si mostrò nuda ma è una “mostra”. È solo, solissimo, un mio pensiero di oggi. Si pen(s)a… con citazione sorrentiniana. Sì, meglio Cheeta a questa donna di “c(l)asse” come la scimmia (s)pelata da fare “cassa”, eh sì, ne (in)castrò molti, altri ne “incasserà”, che cazzo fa(rà)? Sono deluso dal sesso opposto. Anni fa, scrissi a una giornalista dei commenti (s)garbati, per modo di dire, in privato. Commenti alla Vittorio Sgarbi. Uno che fa tanto il gentile e poi s’incazza perché (in)giustamente non apprezzano la sua “(p)arte”. E lei celò il fatto che per mesi ci appartammo e parlammo in chat anche di cose diciamo intime, appena si accorse che qualche suo collega aveva rinvenuto tali messaggi compromettenti nella sua messaggeria. Insomma, sarebbe stato scandaloso che una donna cotanto “prestigiosa”, soprattutto di co(nta)nti, nutrisse interesse nei miei confronti. Mah. Lei sostenne che le incasinai la vita e decise di non parlarmi più. Ho sempre avuto il dubbio che, in effetti, gestisse un casino. La notte porterà con(s)iglio? La scorsa settimana, le scrivo per scusarmi ad anni di distanza, anche se non dovrei scusarmi proprio di un cazzo…

Erano messaggi personali assolutamente normali, lei dovrebbe vergognarsi semmai di aver fatto il doppio gioco, sputtanando me. Una bara… Al che, per tagliar la testa al toro, è il caso di dirlo, le regalo un paio di miei libri. Continua a rispondere con tale indifferenza da mettere i brividi, poco caldi. Sarebbe da denuncia per la sua altezzosità. E per scrivermi che si può permettere di far la stronza perché è ricca sfondata e tanto alla mia versione non crederebbe nessuno. Così, ho romanzato in tale post la presa di cosc(i)e(nza), come dico io, delle mie (s)fighe. Mondo triste, assai.

Fatto sta che non mi devon far… incazzare, se no sanno bene che, se sarò (non) “morto”, si troveranno impal(l)ati. A memoria lo imparassero, cari pallini e car, carissime e poco carine, donne con le palle. Ecco il tributo dei vostri attributi ché dovete pagare di palate, mie patatine fritte. Che aff(l)itto o saran a te fitte e molto ritto a cuor aperto? Non vorrei essere un “rubacuori” di pal(ett)o al contrario di livor d’(av)or(i)o.

Eppur si lavora “duro”.

Fammi firmare il cont(r)atto. Altrimenti, con tutte queste bollite e bollette, mi tolgono il riscaldamento.

E mi ridurrò pelle e ossa.

Intervista a Stefano Falotico


29 May

Giacomo Pedroni mi intervista:

1 – Chi è Stefano Falotico? Parlaci un po’ di te, come persona e come scrittore.

Ah, la classica domanda a cui non basterebbe l’intera mia vita per rispondere. Chi sono? Non lo so e non voglio saperlo. So solo che, all’anagrafe, risulto nato il 13 Settembre del 1979, concepito, a detta di mia madre, in una notte di avido plenilunio, da cui forse è spiegabile la mia lunatica visione umorale della vita. Dunque, credo di essere congenitamente mutante nell’animo. A volte, naufrago dentro i rivoli turbinosi di emozioni troppo forti, ondose, travolgenti, e lascio che il mio cuore batta freneticamente, cavalcando il vento delle sensazioni a pelle. Altre volte, invece, è come se mi rannicchiassi, quasi soffocandomi in claustrofobiche malinconie. Però, in quest’anfratto, all’apparenza tetro, riesco sempre comunque a scorgere quel che dentro, di sangue asfittico, pare essersi ostruito e non voler più fulgidamente zampillare e sorgere. Scandagliando nei miei abissi, in quel che può sembrare a prima vista superficiale, un estemporaneo, cupo buio esistenziale, trovo dunque le energie per riemergere, ancor più battagliero e fortificato proprio da quei periodi tristi che son stati costruttivi, che mi hanno robustamente rafforzato. Credo di essere un guerriero delle emozioni, perciò me n’avvinco, esse mi posseggono e talvolta mi sommergono perché troppo potenti tanto che devo appunto, come dire, anestetizzarmi e bloccarle, per non sentire troppo e poi rischiar d’impazzire. Mai vinto…

2 – Quando e come è nata la tua passione per la scrittura?

Tutto nasce per caso, o forse no. Anni fa, per rielaborare una mia adolescenza particolare che mi tormentava, afferrai carta e penna e mi sfogai. A poco a poco che scrivevo, come per flusso di coscienza, da un personale “diario di bordo” della mia storia personale mi accorsi che, “inconsciamente”, in modo quasi involontario, il libro stava assumendo dei veri e propri tratti letterari. Alla fine, è diventato “Una passeggiata perfetta”, il mio esordio, pubblicato dalla Joker Edizioni. Una storia alla stand by me, una trama noir intrecciata ai ricordi della giovinezza, una storia “gialla” che all’improvviso viene spezzata da flash onirici a rimembrare il tempo perduto, un po’ alla Proust.

3 – Come nascono le idee per i tuoi romanzi e racconti?

Sono un fervente cinefilo, spesso dunque prendo spunto dai film, dai protagonisti che ho amato di più del grande schermo. Ma anche no… Altre volte mescolo il mio vissuto e l’associo, sì, a personaggi iconici della Settima Arte che semmai mi hanno ispirato, da cui ho attinto, ma tentando sempre di forgiarli in caratterizzazioni dotate di personalità mia. Credo che ciò emerga prepotentemente e sia abbastanza inconfondibile per chi mi conosce. Le idee nascono per pura fatalità, per strane circostanze sulle quali poi rifletto e a cui poi do forma. Passeggi, che ne so, per strada, incontri fortuitamente qualcuno, mediti su quell’incontro, ad esempio, lo romanzi e quindi dai il via alla creazione autentica d’un aneddoto che poi trasformi e plasmi a tua “penna”.

4 – Per i personaggi, che vivono nei tuoi libri, ti ispiri a qualche persona che hai conosciuto realmente o vengono tutti dalla tua fantasia?

In parte, ho già risposto a questa domanda in quella precedente. Sì, m’ispiro a figure più o meno reali, spesso del Cinema, come già accennato, ma i protagonisti delle mie storie presentano solo qualche tratto in comune, per il resto sono assolutamente frutto della mia fantasia.

 

5 – Hai un modello di scrittore a cui ti ispiri e a cui vorresti assomigliare?

Di libri ne ho letti tantissimi. Ora, non si confonda questa mia affermazione per posa mia superba. O per vantarmi di essere colto. No, non lo è, voglio solo dire che, certo, sono molti gli autori che mi piacciono, di cui ho amato alla follia alcune loro opere. Ma cerco di essere sempre, ripeto, me stesso, senza imitare nessuno. Sebbene ammetta che la beat generation e scrittori come William Burroughs inevitabilmente hanno avuto e penso avranno sempre il loro imprescindibile “peso” nel mio background.

6 – Cosa ti aspetti da questa tua passione per la scrittura? Quali mete vorresti raggiungere?

Bella domanda. Come sai, noi autori self-publisher abbiamo più difficoltà a commercializzare i nostri libri rispetto agli autori pubblicati dalle grandi case editrici. Perché in Italia, purtroppo, si legge poco, anzi pochissimo. E sbancano, ahimè, i “bestseller” frivoli di personaggi che, addirittura, con la letteratura han ben poco da spartire. Basta sfogliare la hit delle vendite e t’accorgi, a malincuore e avvilito, che primeggiano i libracci scritti dai VIP della tv. Pensa te. Non in pochi ironizzano sul fatto che io, come te e come altri emergenti, siamo poco conosciuti. Li biasimo. Se pensano che io scriva per avere successo, be’, lascio che pensino male e non me ne dolgo. Personalmente, scrivere nasce da un’esigenza interiore, è quasi diciamo un’urgenza mia intima ed emotiva. Essere apprezzato fa piacere, sarei ipocrita a negarlo, ma credo che non sia il mio obiettivo primario. Scrivo per far parlare la mia anima, per esternarla. Mi piace trasmettere emozioni…

7 – Quale messaggio vorresti lanciare ai tuoi colleghi scrittori emergenti?

Se credete in voi e pensate di aver scritto qualcosa di originale, insolito e soprattutto, ribadisco, molto sentito, non permettete che gente invidiosa del vostro talento vi demoralizzi. Non permettete loro di rubarvi questa stupenda e nobile passione. Inseguite sempre i vostri sogni e combattete affinché possiate concretizzarli. Anche se, all’inizio, tutti vi saranno contro e tenteranno in ogni maniera di buttarvi giù. Insistete come dei forsennati.

8 – Dove possiamo trovare i tuoi libri e come possiamo seguirti?

Le mie pubblicazioni si possono acquistare dal sito www.youcanprint.it, essendo state edite da questa casa editrice. Sono anche disponibili, sia in formato cartaceo che in e-Book, sulle maggiori catene librarie online: www.ibs.it, www.inmondadori.it, www.lafeltrinelli.it, www.libreriauniversitaria.it. I miei e-Book si possono anche scaricare dal sito www.bookrepublic.it. Tutti i miei libri si possono poi acquistare, su prenotazione, in tutte le librerie Feltrinelli, una delle più grandi catene librarie italiane. Inoltre, ho pubblicato molte opere eccentriche tramite www.lulu.com, reperibili proprio su questo sito o su www.amazon.it.

Il barista, ex Travis Bickle 1979


14 May

Vi racconto questa, da me inserita sul sito sotto citato.

Salve, gentile utenza di FilmTv.it,

come avrete notato Travis Bickle 1979 non esiste più.

O meglio: domenica notte, un hacker ha violato il mio account (già, chi vi parla è Stefano Falotico) e ha eseguito scelleratamente la cancellazione, eliminando così un ricchissimo materiale da me firmato che, in questi anni, ha accresciuto il sito.

Il tizio è stato denunciato alla polizia postale e, mi auguro a breve, sarà identificato e punito.

Miracolosamente, si potrà recuperare il backup ma forse il materiale in esso contenuto sarà destinato ai miei blog, in memoria del defunto Travis Bickle, giammai morto perché da tali atti spregevoli non si lascia abbattere.

Anche perché, anche se non in forma di post, molta della roba da me scritta è stata persino pubblicata nei miei libri e conservata scrupolosamente in cassaforte. Al vigliacco, dunque, non resta altro che alzar le mani in alto e arrendersi alla disonestà del suo gesto ripugnante e assai punibile, purtroppo per lui.

Ripeto, molta roba indelebilmente ho, e pian piano reinserirò.

Per dunque decretare il mio ritorno, cioè del mai ex Travis Bickle, scrivo per voi, amici del sito, questa mia presentazione, che fa già parte del capitolo 2 di un libro da me pubblicato.

So che a molti invidiosi sto antipatico e le escogitano tutte pur di demoralizzarmi.
Ma io sto qui.

Ebbene sì.

 

Così sia.

 

Nulla cambierà se non l’immutabilità d’un fato natoci avverso e la presa di coscienza che, irrimediabilmente, brindiamo contenti del nostro alcol, non ci convertirete e non ci pentiremo, alzandoci, nonostante i costati da voi, i maiali che castrate, mangiati a mo’ di costolette “spremute”, in fantasie supreme e maestre, mai meste, al fine di nutrirci di quel che a voi resta, che siete la merda. Un cazzo di nulla! Sì!

Optando sempre per baraonde a manca e a destra, cosa ci mancò in questo innato mondo storpio? Forse la troppa clemenza ci fregò e ora, a fregiarcene, non c’arrestiamo.

Assopiti in sogni lesti, domani io, Clint Steele, lesto a rubarti la faccia da schiaffi con un pugno di presa diretta e ficcandoti per i testicoli, da cornuto qual sei, dal cesso in giù, sciacquandoti il visetto e le tue dita medie da menefreghista con un più bastardo “Fottiti!” formato dinamite ché se ti spari è meglio e noi mangiamo la nostra minestra, un po’ mostri alla Cagliostro e un po’ di tutto lustro, e basta… che vuoi?

Se non i cazzi tuoi ti farai, qui noi per quell’unico che hai ti piglieremo per il culo.

 

Così è, così dev’essere. Basta!

 

Io sono il barista!

 

Un segmento allegro per ritornare felici come prima dopo la stupida vigliaccata del mentecatto!

E buon Cinema a tutti!

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)