Quando è iniziato tutto questo?
Dapprincipio, in un tempo siderale di una galassia infantile. Già da allora mi sentivo mortificato, guardato a vista da adulti maliziosi. Con le loro richieste agghiaccianti.
Quella ronzante, oppressiva richiesta già castrante l’indole pimpante di un’infanzia che potesse volare nitida nella fantasia, come un alante tarpato nelle ali dal chiacchiericcio ammorbante di adulti lestofanti.
Sì, sin da quando siamo piccoli, non c’è speranza. E, se vi nasconderete, se fuggirete da questo mondo ipocrita, non vi lasceranno scampo. Vi tartasseranno dei peggiori epiteti, non rispettando le vostre, vivaddio sanissime, diversità, vi demoralizzeranno con coercizioni ricattatorie, obbligandovi giocoforza ad accettare i patti sociali di una società di troioni.
Se poi nascete in Italia, siete spacciati. Senza respiro, strozzeranno e asfissieranno ogni vostro vitale, puro slancio. Obliando le vostre poetiche virtù a presunta sanità farisea della lor finta sanità.
Sì, in Italia son tutti maestri, santi, poeti e navigatori dietro la retorica più tronfia e didascalica, pedagogica e demagogica. Ed è inspiegabile dunque che sia il Paese a più alto tasso di prostituzione. Se ci sono le puttane e pullulano per le strade, qualche cliente l’avranno pure, no?
Voi siete fatti così. Lo siete sempre stati e io mi sono rotto i coglioni. Non permettete alle persone di essere libere, soprattutto nella loro integrità psicologica, sessuale e dunque morale.
Impazzano dappertutto subliminali messaggi ove, guarda caso, si va sempre a parare sulla patonza, no, potenza, non solo maschile, sessuale.
Un Paese malato di sesso e al contempo talmente ipocrita ove tutti si spacciano per angioletti, per santarelline, per suorine, un Paese appunto moralistico. Di preti che poi, nella segretezza delle loro intimità inconfessabili, sbatacchiano la figa di finte monache, appunto.
Ma basta che vi sia l’abito e fai quello che vuoi. Semmai ti eleggono anche Papa e guida spirituale di queste coscienze di pecoroni. Ove instillano nell’uomo l’idea della pecorina e alle donne il cul(t)o della sottomissione.
Ma qualcuno si ribella. Il femminismo aumenta, si espande a macchia d’olio. E, di contraltare, il maschilismo si perpetua imperituro e imperterrito. In scontri sessisti davvero da manicomio.
Fate pena!
È la società che avete creato voi, impostata sulla forza dell’apparenza, mendace, bugiarda e appunto bastarda.
E, se non ti attieni a queste regole tolemaiche, a queste carnali, tacite dinamiche, ti piazzano un candelotto di dinamite nell’anima.
Sì, ho detto tolemaico, cioè al centro dell’universo di questa cultura sessualmente baricentrica, alla figa e al cazzo concentrica, lì tutta concentrata, totemica, antropocentrica degli uccelli… sedati se vanno fuori dalle fighe, no, dalle righe, seduti dietro una scrivania da impiegati a far battutine a qualche segretaria battona da prendere, appunto, per il cul.
Meglio allora essere Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo, Sean Penn di Milk e avere il coraggio inaudito del proprio diritto alla follia e all’alterità.
Sì, sei piccolo, ti senti Calimero e ti cantano adultamente intorno, in derisioni devastanti, Brutta di Alessandro Canino.
Azzardatevi da adolescenti a sbattere in faccia le vostre castità, la vostra purezza e vi renderanno Vincent D’Onofrio di Full Metal Jacket. Cadrete in depressione, sarete assaliti da immensi disturbi compulsivi, semplicemente perché avete avuto la forza di rivelarvi per quello che siete. E sarete robotizzati.
Siate quello che siete, in barba a tutti! Dei sognatori. Ma loro non vorranno. Dovrete studiare idiozie ottuse per far felici i genitori. Che, visto che hanno avuto vite di merda, soccombendo debolmente a questa società puttanesca e carnascialesca, adattandosi a un lavoretto per far dire al prossimo… ah, è una brava persona, vorranno irrigidirvi, indurirvi, irreggimentarvi e indirizzarvi, anche rizzarvi, alla bellezza oscena dell’ambizione più stronza.
Tutte queste credenziali, queste referenze sciocche, queste sciocchine, questi titoli, prendeteli e spazzatevi il culo se poi non sapete entrare in empatia col prossimo. E vi servono soltanto per dettare legge, per essere fascisti, per legiferare sui sentimenti altrui, per vivisezionare i cuori di chi vi sta attorno. E distruggerli se proveranno a battere, a scalpitare, a infoiarsi, ad arrabbiarsi e infuocarsi secondo i loro ritmi cardiaci, il loro sentire, il loro sputarvi in pieno volto. Poi prendete la saliva nel massaggiarvela come le vostre massaggiatrici rilassano le vostre stiratrici.
Voi non siete brave persone, non lo siete mai state. Voi siete delle merde, dei maiali che vanno dai giovani timidi e cantate addosso loro… il coccodrillo come fa… oppure convincete loro di essere Billy Elliot solo perché un ragazzo non è un porcello come voi, idioti senza cervello.
E gli piace ballare nel suo mondo colorato.
I maschi! Non fatemeli più vedere. Sempre a cazzo duro, dei leghisti delle palate e delle vostre mielose patate.
Sì, amico, dico a te. Prova a dire che scrivi una poesia dantesca e ti ficcheranno nel girone infernale dei peggiori luoghi comuni, bruciando ogni tua utopia.
– Che fai? Mi ascolti Elton John? Boy George? Ahahahah! Frocio, adesso ti faccio crescere io le palle!
Che fai? Sei amico di un nero? Ve lo date assieme quando nessuno vi vede? Sporcaccioni. Ora vi faccio lavorare io come dei negri.
Che fai? Mi guardi un porno? Pervertito, ora ti taglio il cazzo. Psicopatico.
E invece no. Nonostante mi abbiate deportato fuori di casa per un anno, mi abbiate obbligato a tutta una serie di prescrizioni imbecilli per farvi stare tranquilli, dando dei tranquillanti a me, io continuo a dire:
ANDATE A FARVI FOTTERE.
Questa è la mia vita. Dello scrittore, del pensatore, del lottatore.
Alzatevi ogni mattina e sorbitevi l’isteria, il lavoro da quattro soldi. Continuate ma lasciatemi in pace.
Perché sennò, come Rust Cohle, vi verrò a trovare nel vostro covo e vi distruggerò. Vi annienterò e vi farò davvero molto, molto male.
Poi non piangete.
E ora lasciatemi redigere il mio libro in inglese su Carpenter. Sono Edmund Kemper di Mindhunter? E quindi?
Sì, io guardo pornografia, è molto più sincera dei vostri amori da buonisti del cazzo. E io non lavorerò mai nella mia vita.
Io non lavorerò mai.
Perché io sono uno scrittore, io sono un sognatore.
E di voi non me ne sbatte un cazzo.
Altrimenti, vi picchio, vi frantumo il cranio e vi strappo anche le palle.
E che questo vi piaccia o no. Io davvero assomiglio a Robert De Niro. E probabilmente sono il più grande scrittore italiano.
Che questo vi faccia incazzare o meno.
Ho vinto io!
Ah, dimenticavo: ritardati e babbei, non sono tanto a posto. Ma io voglio esserlo. Solo quando sono così, mi elevo dalle media del porcile.
E continuo a vivere come dice la mia anima.
Andate a denunciarmi e, come dice Joe Pesci di Casinò, vi spaccherò un’altra volta la testa.
Mi sederete un’altra volta. E io vi rispaccherò quelle teste di cazzo. Be’, qui ho un po’ esagerato, ma ci sta il folclorismo. Forza, allegoria, goliardia, ingordigia, basta con le alterigie, evviva le malizie!
E anche il culo magnifico di Amy Adams. Immane, rotondo, perfetto, basculante per esserle tutto colante.
Ah ah.
Ce la vogliamo dire senza ipocrisie? AMY deve essere una succhia-cazzi strepitosa.
La sua faccia non mente, i suoi movimenti non mentono. Sì, questa deve essere una puttana mondiale.
Amy è veramente bona da fare schifo. Ma non si può, cazzo!
E io dico sempre la verità. Questa è una super figa mai vista!
Quindi, ipocriti maschi falsissimi, guardatela in questo video e ditemi se volete cantarle Elisa invece che leccarle tutto il seno in modo liscio e liso.
Se optate per la prima possibilità, vi sbatto alla neuro, subito. Perché non amo i bugiardi.
In fede,
un uomo senza maschere che la dice nuda e cruda. E non bada a spese.
Sì, un uomo che non paga nessuna zoccola ma si è appena comprato tutti i Blu-ray con questa gnocca mostruosa. Per almeno i prossimi tre mesi, il mio uccello è sistemato. Ah, che arnese! Un uomo alla Tim Burton. Infatti Tim ama le favole ma si è scopato delle fighe bestiali. Tim, un uomo molto fantasioso ma che deve avere, fra le gambe, una proboscide abbastanza svolazzante! Barcollante, lunga e ficcante!
Ah ah, sono proprio un glande, no, volevo dire un grande.
di Stefano Falotico