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JOKER: la sua plusvalenza nella società odierna e l’ignoranza del retropensiero degli uomini di panza


15 Nov

joker

Ora, chiariamoci, bambagioni e leggeri sempliciotti, detti gianduiotti. Dovete avere la pancia assai pienotta per pensare che, alla soglia del 2020, possa esistere ancora un inconfutabile status quo.

No, non usai a sproposito il termine plusvalenza. Di solito, dicesi, no, dicasi e trattasi di termine utilizzato in linguaggio economico e non cinematografico.

Secondo i titoli di Borsa, la plusvalenza è l’incremento di valore.

Dunque, in modo falotico e metaforico, adotto altresì questo termine, miei uomini abietti e bigotti, pieni forse di lingotti e il cui unico divertimento è mangiare panzerotti e prendere a botte quelle che considerate delle mignotte, per affermare in totale orgoglio che Joker è un capolavoro dai molteplici valori che cresceranno smisuratamente nel corso del tempo e accresceranno giustamente la sua nomea di film insignito, in modo sacrosanto, del Leone d’oro.

In Italia, dopo l’iniziale clamore e le sperticate lodi riservategli post-Festival di Venezia, Joker, a livello prettamente critico, precipitò nelle quotazioni dell’intellighenzia, a mio avviso assai poco accorta, avveduta e intelligente.

Sì, dopo l’esplosione di apprezzamenti a iosa, in Italia, molti sedicenti intellettuali d’infima categoria retriva, aderendo alle critiche poco lusinghiere ricevute da Joker oltreoceano da parte della Destra formata dai repubblicani conservatori, s’allinearono a questo stupido, poco innovativo pensiero comune da untori.

Pericoloso e fallace. Poiché, come sappiamo, Joker dice, anzi urla in maniera irosa e senza fronzoli molte verità che molta gente ancora, peccando di miserabile indifferenza e stantia ipocrisia atta, per l’appunto, a mantenere saldi i finti valori di un’insana, agiata, pigramente adattata borghesia, non vuole assolutamente sentire.

Michael Moore, nella sua disamina invereconda e tosta, fu molto chiaro invece riguardo i reali meriti di Joker, azzardando perfino nel paragonarlo a un capodopera che non ha nulla da invidiare alle opere di Stanley Kubrick. Soprattutto, facendo implicito eppur al contempo ineludibile riferimento ad Arancia meccanica.

Sì, Michael ebbe e ha ragione. Non voglio altrimenti ascoltare pareri discordi, quindi contrastanti e oserei dire guastanti l’unicità di tale masterpiece a sé stante, riguardo tale sua affermazione apodittica, miei catto-borghesi ancora legati a vetusti stili di vita falliti e stanchi.

Francesco Alò stroncò, con immonda superficialità, The Irishman e io lo licenzierei in tronco per tale sua video-recensione immediatamente da mettere al rogo in modo fulmineamente bruciante.

Ma su Joker fu lungimirante e illuminato come un Falò. Ah ah.

Andando a par(l)are sanamente, nella sua lunga esegesi, addirittura sul welfare.

Sì, come dico io, chi ha i soldi e dunque vive nel Paese dei Balocchi, eh già, si scompiscia di risate nel prendere per il popò, di sfottò, chi possiede invece saggi occhi ed è perciò un mitico Pinocchio.

Pinocchio seppe, fin dapprincipio, che si può essere principi nell’anima ma, senza una lira, si finisce nel ventre della balena e poi non riesci a pagarti nemmeno una scatoletta di tonno.

Ah ah.

Sì, è per colpa di te, moralista vecchietto, oh, mio italiano medio-basso come Geppetto, se i giovani sono nella mer(da).

Poiché i PD-idioti garantirono ai giovani la Terra Promessa ma seppero solo realizzare programmi politici con Tiziana Panella.

Una che di cosce è indubbiamente molto bella ma che, ogni pomeriggio, al di là delle sue fenomenali scosciate, ci propone e propina le solite litanie, sempre le stesse nenie, puntualmente la stessa retorica liturgia, intervallata solamente dalla sua gamba Sinistra che incrocia la caviglia destrorsa da cavallona che, con tutta probabilità, essendo faziosa a morte, adora pure Fabio Fazio e quest’Italietta rimasta ferma a Eros Ramazzotti e all’amaro Montenegro.

Ah ah.

L’altra sera, Salvini fu in Piazza Maggiore a Bologna. E i bolognesi, finto-comunisti, anziché recarsi in piazza per urlargli che è un incosciente pazzo, salirono su palazzo Re Enzo per scattarsi selfie con tanto di panorama della folla gremita.

Questa gente, insomma, si professa di Sinistra ma vuole, per l’appunto ipocritamente, solamente sindacare e stare lassù, nei piani alti, come il sindaco.

Qui a Bologna siamo pieni di maschere finte, parimenti bugiarde come il dottor Balanzone.

Uno che si spaccia per erudito, raffinato, coltissimo e sapiente ma, in verità, non soltanto non conosce Roma e dunque La Sapienza, ma non fece mai l’amore nemmeno con Giulia Sapienti.

Io sì, Giulia lo sa e io, come Gianni Togni, rimango un personaggio da circo perché mi piace pure la figlia di Moira Orfei.

Sì, in passato vissi di fantasie e fui considerato un lebbroso come Arthur Fleck, fui talmente depresso che la gente pensò che soffrissi di qualche distrofia muscolare come Elephant Man.

Fui considerato un meno(a)amato come Sly Stallone di Cop Land, ovvero un pachiderma sordo, tonto e sognatore che, come dice Harvey Keitel lo stronzo, credette che davvero la canzone We Are the World fosse un’ode ecumenicamente realistica.

Sì, infatti lo è, ah ah. Ma se io non andai mai a letto con la mia Annabella Sciorra è solo, solo come un cane perché sapevo che lei, apparentemente così dolce, in verità vi dico che se la fece, che fece, non soltanto con Peter Berg, bensì persino col produttore, ovvero Harvey Weinstein.

Ah ah.

Su Joker, fratelli della congrega, sentii stronzate micidiali.

Mi toccò, no, Annabella non mi toccò ma, guardandomi così derelitto, se le toccò perché si dimostrò, in tale occasione, donna con le palle, anziché un’ipocrita, bastarda vigliacca, ah ah… dicevo, se la toccò, ohibò, no, sto cercando lavoro sul celeberrimo, felsineo Mercatino di Annunci Gratuiti, Il Bo, no…

Dicevo, mi toccò pur udire che Joker è un film senza stile, dunque pure brutto, cioè una merdata, a livello tecnico.

Quest’oscenità non fu cagata da gente del liceo, bensì dai più imbecilli degli istituti tecnici.

Ho detto tutto.

Ebbene, Joker verrà candidato all’Oscar, oltre che per l’interpretazione da Magistrale, no, magistrale e basta, oltre un livello puramente (da) professionale, ah ah, di Joaquin Phoenix, in particolar modo per le categorie tecniche, vale a dire montaggio, fotografia, sonoro e chi più ne ha più ne metta.

Sì, amici, mettetele tutte qua sul letto e io penserò a (s)truccarle. Ah ah. Con me si sciolgono e ogni loro imbroglio da professoresse falsamente crocerossine, eh sì, io disinfetterò, smacchiandole con l’alcool e poi macchiandole in cul’. Ubriacandole di amore così tanto che impazziranno e dovranno ricoverarle per colpa della loro febbre a 90°.

Basta, infermieri, tenetemi fermo, voglio restare infermo. Facciamo tutti del casino. Che avvenga in casina, in cascina o in cantina, non c’importa che si chiami Tina ma basta che si chini.

Sì, siamo stufi della varechina. Vogliamo anche una valchiria.

Ecco, ora sto esagerando. Sì, adesso potete darmi un calmante.

Preferisco, se voleste essere così cortesi d’accordarmelo, un Valium. Non ficcatemi in bocca dei neurolettici, sennò chiamerò io la neuro e vi legheranno al letto.

Ah ah.

Ecco, questo mio scritto all’apparenza potrà sembrare una stronzata, la classica faloticata. Quindi, penserete che io sia impazzito nuovamente.

No, siete in malafede. Voi pensate malissimo, il vostro pensiero riposto crede che io non stia composto e vada ancora ristrutturato. Impostori!

È una società destrutturata, scomposta, insomma, ora vanno messi tutti ai loro posti.

Non esiste più il posto fisso, fissa di una generazione andata a puttane.

Vogliamo essere salariati e non più angariati, non vogliamo più pen(s)arla come le cariatidi, bensì la pellaccia venderemo cara.

Eh sì, mi sa che, continuando con questa società (s)fatta d’iniquità, dovremo darlo via, esattamente sui viali.

E dire che c’è gente che mangia il caviale e che, per l’appunto, Tiziana Panella è così figa e vogliosa che non sarebbe soddisfatta neppure da un cavallo.

Oddio, che cazzo ho detto?!

Oddio, chiedo perdono. Ma almeno prima, dall’alto dei cieli, il Padreterno mi dia per borghesia, no, per cortesia, un edilizio condono.

Dammi, iddio, anche un Condom perché chiesi al mio vicino di casa, un normale condomino, di darmelo ma è da an(n)i che se lo fa e non ha mai tempo nemmeno per ficcarlo in quel posto alla moglie.

Insomma, siamo fottuti.

Dapprima a sangue sfottuti, quindi cornuti, mazziati ed evviva Anna Mazzamauro.

È sempre stata un cesso ma almeno, a differenza di queste attricette tanto belline ma incapaci, non recitò con attori water come Nudo Walter.

Recitò con Paolo Villaggio. Uno a cui non avresti dato nulla perché, a prima vista, poteva sembrare lo scemo di The Village.

Cioè Adrien Brody, invero Il pianista.

W la follia, il folle incita la folla. W Don Chisciotte, amico, dammi un altro Chinotto. Non ho però bisogno di un braccio destro leccaculo come Sancho Panza, bensì di uomini senza braccini corti.

Sì, il Falò è un uomo puro e lo dimostra questo post che scrissi precisamente un anno fa.

uomini donne

 

di Stefano Falotico

I am the nothing man, parla il Joker, il più grande di tutti i temp(l)i, che le spara grosse sulla società attuale


29 Sep

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Sì, adesso vi canto la strepitosa canzone di Springsteen, il mio cantante preferito. E chi dice che da Nebraska in poi non ha più composto non solo un bell’album ma una canzone degna di nota… be’, vada a prenderselo sui viali. E continui a cazzeggiare con tutti quei minorati mentali, Kurt Cobain, uno schizofrenico tosto che, secondo me, poteva trovarsi solo quella babbuina di Courtney Love ma io avrei spedito nel manicomio di Qualcuno volò sul nido del cuculo a fare l’indiano. Ah ah. Comunque, se sta lassù in cielo, gli stringo la mano. Ha avuto il coraggio di spararsi prima di venir lobotomizzato. Ah, vero, chi si suicida non è ammesso al Paradiso, ha commesso vilipendio all’“alta costituzione” della Bibbia del cazzo, quella che tiene sul comò quell’ipocrita di Nick Nolte in Cape Fear, un ubriacone che potrebbe bombarsi quell’ex gnoccolona di Jessica Lange, infatti di notte, con tanto di fuochi artificiali, senza troppe artificiosità, gli mostra tutto il suo King Kong, ma preferisce anche farsi le scappatelle con Illeana, una che, detta fra noi, sì, pare che abbia avuto una relazione con Scorsese ma è più brutta della Mazzamauro. Sì, campa ancora Anna? Fra lei e la Marchesini, quella dell’ex trio con Massimo Lopez e Tullio Solenghi, c’è l’imbarazzo del cesso. Di mio, prendetemi pure per tamarro, prediligerò sempre quel culo immenso di Jennifer di Jersey Girl. Jennifer indubbiamente è una scema, ma con lei non puoi avere Angel Eyes ma sai subito che la tua Anaconda va out of sight. Ah ah. Sì, siamo in Italia, Paese di poeti, santi e navigatori. L’unico poeta sono io. Questo è attestato da tutte le mie pubblicazioni, sono anche santo, anche se talvolta mi masturbo, e un navigatore. Sì, come navigo io su Internet neanche quella testa di cazzo, quello zuccone dello Zuckerberg. Sì, io posso battere Tim Roth de La leggenda del pianista sull’oceano, un giorno il mio amico migliore, un mezzo strabico, scriverà della mia vita mitica. Anche eremitica. Sì, qualcuno osa sfidarmi a livello letterario e ne esce con le ossa rotte. Però costui sta messo meglio di me. Sì, per tutta la vita ha leccato il culo al prossimo, e quindi è uno che affronta la realtà come un toro, con le palle. Se l’è parato. Sì, prendiamo ad esempio i piccolo-borghesi di Bologna, città che mi ha dato i natali. Come avvenne per Pasolini, personaggio al quale giustamente mi accostano. Sì, a Bologna ci sono queste scuole classiste, licei pedanti e arroganti come il Galvani e il Minghetti, istituti per minchioni. Del latino non frega un cazzo più a nessuno. Poteva interessare solo alle semiotiche di quel panzone di Umberto Eco. Uno che ha scritto un unico capolavoro, Il nome della rosa, che però pochi hanno letto sino in fondo e in maniera profonda, tranne il sottoscritto, ma guardarono malissimo il film omonimo con Sean Connery. Ecco, Eco era un trombone, sì, a questo qui ci voleva il principe Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio Gagliardi Focas di Tertiveri più comunemente e artisticamente noto come il grande Totò. Sì, a Eco ci voleva il Totò di Totò a colori. Un falso “onorevole”, tale Umberto, a cui andava ficcata la trombetta in bocca. Umberto ha istituito, anzi, è stato uno dei maggiori fautori di quella facoltà per idioti, Scienze delle Comunicazioni. Io la scomunicherei. Un’università, o meglio pseudo tale, dove t’insegnano a comunicare. Sì, siamo uomini o caporali? Comunicare che? Si presume che viviamo in una società ove la gente non si esprima più a grugniti e versi, tranne quelli poetici, come le scimmie della preistoria. Cosa vogliono comunicare questi qui? Le notiziole a buon mercato da giornalisti della mutua? Andassero ben al fronte invece che combattere, da finti intellettuali salottieri, una cretina e infantile guerra di trincea. Ché non basta riportare una news rielaborata con parole proprie per essere dei pensatori, delle menti elevate e per “volare alto”. Incominciassero a scrivere una sceneggiatura cinematografica e si renderebbero conto della fatica vera. A meno che non scrivano un fumetto per nerd menomati, come faranno a risolvere tutti gli snodi di una storia complessa e a dar corposità a un’organica vicenda che sia originale, innovativa, appassionante e umanisticamente indimenticabile? Ah, difficile, eh? Molto più semplice invece scrivere che quella cosciona di Gal Gadot prenderà parte ad Assassinio sul Nilo. E che ci vuole? Pretendo ben altro da chi si fregia di questo pezzettino di carta chiamato Laura, no, Laurea. Sì, in Italia, quelli sinistroidi, oramai appagatissimi, con la panza piena, danno addosso al Movimento 5 Stelle. Sì, è un movimento cazzone, di gente che non sa usare i congiuntivi e utopisticamente pensa di risolvere i problemi lavorativi con la stronzata e la balla del reddito di cittadinanza e altre amenità di sorta, anzi, di sorrata. Ma invece gli altri che hanno fatto? Hanno permesso che i nostri talenti giovanili migliori si riducessero a fare gli YouTubers per raggranellare du’ spiccioli con le visualizzazioni. Visto? Eh sì, gli annunci per i giovani sono questi. NESSUNA RETRIBUZIONE. Ah, capiamo, e noi dovremmo scrivere recensioni, intervistare “pezzi grossi” per finire in mutande? Quando invece Paolo Mereghetti, per un trafiletto di trenta righe, prende 100 Euro “a botta”. Bottanone! Ah, capiamo. Lui per arrivare se l’è guadagnata. Sì, in questo malcontento generale, c’è poi chi ha il coraggio di dire la verità. Di urlare in faccia a tutti che s’è stufato di un Paese indolente, questo sì parassita, che ancora guarda Fabio Fazio e ride “raffinato” coi programmi di Serena Dandini. Serena, dai retta al mio consiglio, ché non son un coniglio! Sei andata oramai. Metti nel brodo i dadini. Se poi si esagera, ti sbattono in un centro di salute mentale. Ove scopri che il rettore è un fascista che seda le menti più brillanti perché “socialmente pericolose”. Eh sì, invece che zuccherarsi da rimbecilliti con le canzoni di Laura Pausini, amano andare da una donna e dirle:
– Dai su. Divarica le gambe e fammi leccare quel che si può inumidire per crescere… assieme.
Ha sempre funzionato così. Che sono questi femminismi e questi effeminati? Sì, Italia, Paese di “educatori”, a riscuotere lo stipendio, girandosi i pollici. E allevando figli già cresciuti nel buonismo fasullo e dolciastro. Sì, in Italia tutti ascoltano musica “pesante”. Vai da una ragazza e, per darle un bacio, devi prima burocraticamente acclararle che credi all’amore. Ma amore de che? A proposito, sapete che quell’uomo di “cultura” di Eco, appunto ne Il nome della rosa, scrive zenith al posto di zenit? Eh sì, si vede che quando ha scritto questo refuso aveva fretta. Già, aveva guardato il suo orologio proprio della Zenith… e gli scappava da cagare.

 

 

 

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di Stefano Falotico

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