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Personali previsioni Meteo-Oscar


10 Jan

In mondovisione d’immonda società imputridita ma punita da giustizialismi planetari e “puritani” d’onda terrificante ai terroristi

Prefazione con nota a margine per emarginare i boriosi e gli arroganti plebisciti degli insipienti insipidi di “savia legalità” del manicheismo ottuso, armato d’“amoretti” al pinzimonio con tanto di ozi dei più biechi e intollerabili vizi

La più grande soddisfazione, che un Uomo può prendersi, è sviare da “virili” imbrogli, pedinare il criminale e acciuffarlo per la testa bacata, dopo pochi attimi spaccata nel castrarlo di pari “incastri” e dentatura sua  Troy Castor’

Racconti “sobri” come un “deodorante” a pelle, di rasatura glabrissima nel ventre dello “stratega” ad allestir “mirabolanti” fantasie di fandonia, partorite da inezie genetiche, al fin, davvero finalissimo, d’esser colto in flagranza di reato, con tanto d’occhi strabuzzati, tendenti all’epilessia innata  d’un handicap neuronale “propenso”, che figliol prodigo…, ai reati più nascosti per risate da compagni di sbronze e ulteriori “stupri” immediatamente fermati e alla sua smorfia deformanti. D’un netto stop con pugno in faccia e altrettanta dose di violenza psicologica. Ribaltone! Dopo tanto suo “farsele”, ecco chi l’ha disfatto. Festeggiam di baldorie!

Le bugiette, calunniose e figlie del tedio, di “tendini” efferati da tendine oscurate delle atrocità, ecco che si tolgon la maschera, perché ne son io colui che strappò il viso al macellaio di menzogna stampato in un pianto suo isterico, d’allineate verità ineludibili a cui è naufragato per il suo poveraccio approdo. Eh sì, tanto porco, quanto or deturpato delle stesse malizie con le quali ardì nei suoi bruciori così “articolati” a suggestionare.

Un figlio dell’ottima borghesia, di cotantissimo (più che altro un raccontatore di frottole che si spacciò perfin per “dottore”) padrone paterno, scoreggion’ trombonissimo che di stuzzicotti lo stuzzicava a “educarlo” negli “stuzzicadenti” già carnali d’ove s’indirizzo, “rizzissimo”.

Un “genio” di cui abbiamo tutti enorme stima, certamente.
Un menefreghista teppista con l’arrangiarsi di sbavature su sbrodolar un po’ da bavagli, fra un ragliare e uno sbavar sempre per le minigonnellin’ delle sue ragazzotte.
A cui rifilava il circuire del suo “propedeutico” dentin ben arrotato nell’oratoria più ingannevole di plagi.

Ma ogni superbo può incrociar un ingenuo, il suo “cervo” peggiore. Che potrebbe, sorprendentemente, proprio dai dentini “cacciargli” fuori tutto il rospo.
Con calma da far invidia alla sua più acerrima invidia per ogni Tiger Woods, di cui ambì il golfino. E ne inventò tante sul conto, da gufo, per trattarlo da goofy.

Eh sì, lui voleva mettere in buca, e di bocche “gradire” color che se il suo “emerito” imboccarono, salvo vomito da disgusto repellente al tal da me spolpato.

Eh? Vedi a scherzare coi campioni cosa succede?
Che tanto di coscettine volesti “violare” per volare “alto” di mezza cartuccia, quanto in mezzo, da dietro, molto (s)teso, lo ricevesti così infil(z)ato, e dolor cagionato quanto or forever in te young.

Più che un immortale, uno scemo in mutande.

Regalategli i calzini della madre zietta. Altra calzettina.

Più che usar il suo “cazzon’”, gli basterà aggiungere una “o” nella vocale terrificante per i calzoni di suo perdentissimo tenzon’.

Eh sì, tanto altezzoso quanto adesso stizzito. Striminzito?

Oh, se non gli va giù, “tiratelo” su.

Un consiglio. Gli basterà telefonare a una sgualdrina delle sue solite per “rimetterlo a posto”.
Attenti. Prima istruite la prossima disgraziata a prevenir la colite che, codesto coito, potrebbe riversarsarle contro.
Infatti, è abituato al versamento, specie, eh parliamo di uno di razza, quando gli torcerò il braccio, amputando le sue gambe ballerinissime.

Cioè, come sappiamo, nel cul del malfattore. Un fattonissimo. Lo assumeranno come fattorino alla fattoria degli animali? Come? Neppure lì? E come mai? Ah, mandò la richiesta d’assunzioni ma pure le mule sputarono in faccia alla sua suzione da lattante. Mamma mia. E dire che, una volta, gli asini eran almeno dei decorosi contadini. Questo è rimasto un bue al contagocce.
Mah.

Assurgo dunque a giudice inappellabile e rubo le chiavi di casa di tal delinquenti, “inguinandoli” nel lucchetto a sigillar le loro spettrali, “spettabilissime” abitazioni formato “loculo da morti viventi”, nello sfamarli di restituita infamia e d’appetito mio famelicissimo dal vaghissimo “sapor” incendiario.

Ricordate: l’imbecille è sempre alla porta a chiedere lo zucchero e sconfinando quando poi lecchi la sua cioccolata, nei suoi “ordini” impettiti a sognar che le tue mani si spezzino per non rifilargli il tuo portafogli rubato con “cauta” e giusta, manesca, sovrumana potenza a decretar che, di stesso color marrone, cioè il fango, avvizzisca nel lurido schifo del suo ombelical essersi già insabbiato di suo sangue da cannibale su sfumature “leggermente” merdognole.

Passiamo agli Oscar, che è meglio.

Perché coloro che non amano il Cinema, come le arti in generale, o sono dei pagliacci “caporali” dello Stivale, dunque, essendo io il gatto con gli stivali, da “gallina” uova d’oro rantolo nel lor pollaio di ratti porcini, sfilando le calze delle loro “cavalle”, oppure non son dei puri ma da spurgar nell’acquedotto con tanto di sciacquone, salvo tenerli un po’ a galla nello stronzeggiar ancor un po’, prima del pestaggio delle loro “condutture” ideologiche, poco di teologia logiche poiché irreligiosamente sacrileghi d’ogni bestemmia nei loro gesti davvero di gran “gesta(cci)”, per incanalarli nel colon(nato) del loro Dio ipocritamente pregato quanto al lor solipsismo piegato a spiegar la vita su immagine della loro pelle, a me assai urticante, mentre per loro “(a)doratissima” di bagni alle terme. Sì, delle termiti. Da rimodellar le rughe.

Sono Terminator. Dunque van sterminati. Senza batter le ciglia, anzi, sbattendoli sul ciglio della strada, ove tal Lucignoli saran lucciole per le mie “coccole”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Lincoln (2012)
    Adorate Daniel Day-Lewis, il più grande attore europeo. Il suo terzo Oscar è assicurato e imbattibile.
    Chi oserà sfidarlo, riceverà l’ammonizione del grande Presidente.
    Umanista, democratico anche nella Repubblica dei tricolori e dei “coriandoli” da carnevaleschi idioti sui carri dei “vincitori” da strapazzo.Daniel sa. Spielberg lo è di nuovo.
  2. Django Unchained (2012)
    Date a Quentin ciò che è francamente un Nero Franco ottimamente capolavoro.
    Chi annerirà, di critiche campate per aria a boicottarne il valore spaghetti, sarà trucidato d’incazzatura nerissima, con tanto di DiCaprio, un Diavolo coi caprini, spedito fra le sue palle “possidenti” di quale “potere?”.
    Detronizzatelo e aizzate lo sfruttato a strappargli il “frutteto” in mezzo alle sue vacche.
  3. Il lato positivo (2012)
    Jennifer è un nome che spinge. Bradley è bravo, molto, ma vincerà, contro Daniel, al massimo una prima fila alla serata della cerimonia.L’unico che può sbattervi al muro è Bob De Niro, tornato come Io comando.Perché è da ventun anni che non entra da candidato. Guarda caso, Max Cady lo sa.

    Infatti, frantumerà il cranio al distributore che ha cambiato la bellissima traduzione, L’orlo argenteo delle nuvole, in questo titolo alla cazzo di Fabio Volo da bicchiere mezzo pieno e vuoto.

  4. The Master (2012)
    Questo Phoenix è matto come io amo, Hoffman prova a redarguirlo ma Joaquin vorrebbe solo la “statuina” d’una Amy Adams dal fisico statuario, da levigare come le bomboniere cinesine su ficcatina meno incestuosa da maestri ma gustosa di “cesti” campestri.Dai, Joaquin. Piglia Amy e, con una damigiana, pompa di “vendemmia”.
  5. Zero Dark Thirty (2012)
    Due fighe da novanta. Scommettiamo sulla sessantenne da “abbassare” nell’innalzarla, Bigelow Kathryn, o su Chastain Jessica, da “dissanguare” simil suoi capelli rossi dell’arrossarlo nel “kamikaze?”. Cazzo. Parliamo di una a cui basta una lentiggine per render tutto pruriginoso di “pus”. Ah, che botta! Che esplosione atomica, di “fungo” nel prepuzio, di lupo nelle gote fragoline.
  6. Fast and Furious (2001)
    No, Vin Diesel non ci sarà mai. Invece ci dà. Date a Vin il Tempo per carburare e il suo muscolo più maschio aggiusterà, di tiro micidiale, ogni micione del Kodak Theatre, nel suo “recitar da cani” ma di “grosso” carisma.
  7. Il cacciatore (1978)
    Ove c’è un Cimino, ci fui io.
    Walken n’è cosciente. E si spara in testa, defilandosi da “Non protagonista” ma immenso.

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