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Il grande David O. Russell dirige ancora Robert De Niro, Jennifer Lawrence e Bradley Cooper in “Joy”


12 Nov

di Stefano Falotico

De Niro Lawrence

Torna la coppia di scopa De Niro-Lawrence, dopo il meritato, strepitoso successo de Il lato positivo, per David O. Russell, un regista che a me piace tantissimo, checché ne dican gli ostinati detrattori, i quali, superficialmente, l’accusano, a “tortissimo”, prendendolo a “torte in faccia”, d’esser “retorico” e “buonista”, troppo “(ir)ragionevole”, che assurdità immonda… questa (s)vi(s)ta tremenda del fraintendere il suo Cinema dolce-amaro alla Frank Capra del nuovo millennio per banale “qualunquismo” registico, quand’invero, appunto, O. Russell “cucina”, da “buongustaio”, film sapientemente miscelati d’ingredienti “piccanti”, pungenti, cau(s)ti(ci), “al vetriolo” nel far intelligentemente a fette l’American Dream, questo sì furbo e lezioso, “disgustoso”, falso e “vanaglorioso”, promettente faville, raccontante favole da “fumo negli occhi”, stuzzicando quindi quell’Hollywood purtroppo odiernamente proprio tristissima delle patetiche “reiterazioni” a presa in giro dei suoi spettatori creduloni. O. Russell, di “contraltare”, ci regala film deliziosi, tanto spesso col lieto fine quanto realistici, poeticamente obiettivi, ove i “cattivi” perdono ma i buoni, appunto, vincono a metà. Della serie… e (non) vissero tutti felici, un po’ cont(ent)i e un po’ (non) scontati col conto dei rimpianti, con l’orlo argenteo delle nuvole, in silver linings playbook ove ogni apparenza inganna e l’hustle è la faccia della m(ed)aglia sociale imbrogliona, “ridicola-tragica” di states che combatterono in guerra e si ritrovarono, melodrammaticamente (di)strutti, nei three kings del non sai se ridere del destino beffardo, sogghignar sotto i baffi, pensando che la vita è un bellissimo, stupendo scherzaccio, oppure se ber una birra in compagnia, consapevoli che (non) tutto cambierà, che la vita va e ognuno di noi è “seg(n)ato” (in)evitabilmente da un percorso (s)fatto, (r)esistente, (s)composto, “a posteriori”… di tanti eventi scombussolanti, che il tormentante passato tutt’or “duro” t’incula, quel pas(sa)to che c’eravamo (dis)illusi d’aver abbandonato alle (s)palle, veemente, rattristante veramente e anche però inducendoci-indurendoci a riflessioni importanti sul chi fummo, su come sfumò ma ce la “(s)fumiamo” da tener(on)i, sul chi siamo, su cosa saremo, torna “violento” a bussar(ci), “picchiettando” ancor le ansie che credemmo fossero non più angosciate ma asciugate… (t)erse in effimera frivolezza “canterina” da “Ma sì, è andata così, non tutto il male è venuto per nuocere, spacchiam le (g)nocche, altre patate e soprattutto palate, siam (s)venuti, abbiam goduto se ci ripen(s)iamo, pigliamola a cu(cu)lo per quel poco che ci mancò, che ancora manca tanto, mica tantissimo, minchia, cazzi amari, andiam di manico, da (o)nani(smi) ché è tutta, in fondo(schiena), una costruzione mentale, ma quali giganti, i Giants, pizzi e fichi, tanta (s)figa, sempre (di)speriamo per un colpo di (s)fortuna che ci par(l)i nei momenti no, su e giù, scopiamo, sgobbiamo, da ingobbiti ci rialzammo, in piedi rialziamoci, applaudiamola, e vai, vai, non va per niente, forse sì, forse poteva essere, ma ove andò, tu dove andrai, balliamo assieme, eddai, spinge… suvvia, su con la vita(mina)”.

Questo è il magnifico Cinema di O. Russell e chi non l’ha capito, chi non vuol capirlo/a, be’, si tenga i botti, gli spari, le bottane e la botte piena con la moglie ubriaca. Da cui Jennifer Lawrence, sempre “pazza”, isterica, adorabile, un po’ troia e un po’ bambina, un po’ a leccarti il culetto d’ammiccamenti a (non) dartela, con quella faccia da sberlona nel (su)darti un ca(l)cio e a non cagarti, poi subito a frignare, “sfrigolare” da fregnona per (s)tirarti il “cravattino” del tuo farti… il “pisolino”, una “topa” in “forma”, va infornata, è ignorante e non s’informa, fornicarla bisogna al (bi)sogno, lei ti serve la “serva” d’un suo gran sedere che a noi maschietti alza i pisellini, dunque severa a fartelo se non le servi il “dolce” ma comunque (non) è nella “crema”, è proletaria verissima, e su “questa” non ci (s)piove perché ti fa pen(ar)e, non darti pena ma mangia la “pasti(ccio)na”. Che casino, che (pastr)occhietti…

Che “gioia”, che Mangano Joy. Mannaggia! Non te la mangiavi così, vero? Che lupa mannara! Che fig(li)a di puttana, che stronza della “malora”, per la Madonna che tettone! E tu rimani un babb(i)o(n)e alla De Niro Bob, presenza oramai “cameo” come la tortina dell’omonima “sweet home” aziendale (s)fondata dal farmacista August Oetker…

Sì, un De Niro “dolcissimo” come padre di Pat Solitano, un (im)prevedibile Victor Tellegio e ora capo “familias” dei Mangano e di questa figlia Jennifer… “scop(pi)ante”.

Sì, una che divenne famosa, da disoccupata affamata, inventando la magica scopa…

Solo in America, poteva diventar una “grande”. Da noi, una così avrebbe continuato a far la casalinga di Voghera, cantando, come Claudia Pandolfi di Quando la notte, Gianna Nannini a tutta “frustrata” in “permanente” per una vita da nel “bludipinto di buuuhhh, che schifo” un po’ Modugno e “meraviglioso/a” alla (Negr)amaro.

A sgobbar, “scopando”, come una negretta e aspettando il “cocktail” dei Negroni, freddissimo, “(s)calda(to) con ghiaccio” del sabato sera “allegro-vivo/a” con altre “mani(ache)” delle “pulizie” su sbirciar il “tronista” del tavolo di f(r)onte “ecceziunale”. Che capelli, indossa il pellicciotto, non mi son tagliata le unghie ma, “volendo(lo)”, alla mia vogliona servirà la “penicillina”. Sì, dovrò curarmi da un’altra mia “inculata” perché ho scoperto che quel “piacione” è pure ricchione.

Torniamo a casa, prepariamo le orecchiette con cime di “capra”, di rapa e scopa magica…

Sì, la “classica” donnetta a cui tutti porgon la “gentilezza” del “Ti voglio bene, cara, non sei affatto bella ma come fai tu la besciamella neanche io che faccio (li)evitar le la(sa)gne di quelle più bo(mbo)n(ier)e, regalando loro i (miei) gioielli e ciucciandomele mentre tu fai la cann(ell)a”.

Miracle Pop(pe)! Evviva la pappa col pomodoro, è morto il Papa?! Papà! Questa Mangano non è Silvana ma come Rita Pavone. A me non sta(va) simpatica.

Gian Burrasca!

Sì, questa vita è un “cannolo”, salato/a di “dolcezze” e allora scalda i cann(ell)oni, son tutti incazzati, nel sen(s)o che c’attacchiamo tutti al “cazzo”, volevamo una vita migliore ma ci rimane il “mascarpone”, quella racchia col mascara, le maschere, e le (s)penn(at)e all’arrabbiatissima (ri)cotta “al sangue”.

Questa è “pura” Joy!

E ricordate: come vi (s)fotto io, neanche David O. Russell.

Ve la siete meritata!

La società di oggi è il (rit)ratto di quel che siete.

Un tempo, la gente si faceva il culo per tirar a campare, oggi invece si fan tutti i “culoni”, “tirandosele” a Campari.

I professori professan di esser stati dei fessi, che Stato è, e i meridionali, senza lavoro, ammetton che volevan solo la “fessa”.

Ci siete rimasti?!

Ora, scop(i)a(mo)!

Da cui Eyes Wide Shut.

Cioè, preferisco O. Russell a quel falso di Kubrick. So che mi lincerete ma ho ancora molti sogni, sempre meglio degl’ipocriti da “Doppio sogno”.

Sono Hitler? No, sono un sognatore alla Schnitzler.

“Il lato positivo”, Trailer italiano


13 Feb

Robert De Niro year


05 Feb

Grande annata per Robert De Niro.

Da vent’anni non veniva candidato, quest’anno invece è miracolosamente successo per Silver Linings Playbook.

Ieri, può apparire strano ma non er’ancora successo, è stato onorato al Chinese Theatre di famose “palme di mano”.

Qui, il video:

 

    

 

L’altra sera, invece quando, da Katie Couric, David O. Russell ha menzionato che parzialmente il suo film s’ispira anche alla malattia “mentale” del figlio, il quale soffre di un disordine simile a quello del personaggio interpretato da Bradley Cooper, il nostro Bob, ancora una volta, s’è commosso, nell’imbarazzo emozionante di tutti.

Sì, anche Jake LaMotta ha un cuore.

 

Il lato positivo della mental illness


28 Jan

Da Silver Linings Playbook

Preambolo dissacrante, odor “naftalina stagnante-polemica su intonazioni arrabbiate alle pigrizie circostanti”… ah, capisco, le circostanze, le circuizioni, la Circe maghetta
Per abbattere il fascismo italiano, ci vuole Takashi Miike deniriano da Ronin nel Russell Crowe con man on the iron fist, fidatevi, Tarantino Quentin lo sa

Amate il Cinema di Takeshi Kitano quando la malinconia s’imposessa di voi, soprattutto quando sfogliate il catalogo della biancheria intima per onanismi “in solitaria” dopo “polluzioni cervellotiche” di notti tribolate nel bianco sospiro all’Insomnia di Christopher Nolan.
Lo so, siete pacineschi e siete a caccia del vostro Robin Williams che vi aprì, anche troppo sgranandoli, gli occhi un Tempo ridenti. Ma non v’“accapigliate” coi mulini a vento, solo perché una “mula” v’ha detto “No”. Solo perché, sotto la Luna del vostro manto stellato, il vostro fegato è spappolato. Dovevate pigliarla per i capelli, e strizzarla, anziché “strozzarveli”. Ingozzatevi di donne, il vostro salame toglie i loro sandali e non si darà ai salmi. Basta con la panna sul salmone affumicato. Siate focosi nel fonderla “al dente”. Basta coi moti carbonari, vi carbonizzerete e “nera” v’apparirà e basta. Siete degli impastati, Lei vuole solo la pastina delle vostre piastr(in)e. Impiastri. Piantatela con l’insalata acida, piantateglielo!
Vari “falli” v’impedirono lo scioglimento nei di Lei fianchi, e ora, fianco a fianco, ipocriti senza franchezza ma di fiaschette, combattete contro un fantasma partorito dai vostri deliri generati d’appetiti sessuali insoddisfatti.

Ecco che, nel bel mezzo del vostro “sindacalismo” sonnambulo, spunta nel bagno la sagoma di Silvio Berlusconi. Sotto la doccia della vostra immaginazione, sta allupandosi con la Minetti, mentre voi vi “raschiate” il viso d’acquararagissima nelle ruggini del rubinetto. Non felici, sempre scontenti, vi sedete sulla “tavolozza” e incominciate a bestemmiare come John Travolta di Senti chi parla, incazzati neri nel “sudismo” dei sudori grassi da Lino Banfi più sboccato. E v’identificate con Silvio Orlando assieme a quello furioso del Tasso.
Mentre urlate “Madonna dell’Incoronet’!”, le vostre coronarie saltano ma credete che Corona Fabrizio non meriti sette anni di carcere. Allora, v’affidate al Grillo parlante di nome Beppe, e vi spompate per grinte che vi spronino alla rivolta. Ecco il maschio umiliato ch’è in voi a far il comunista dell’ultima ora, e a spararle alla rinfusa mentre, sempre più confusi, siete fusi e “gasati” come Abatantuono Diego. Sì, le vostre pance detonano nei “canti gregoriani” al fine che venga ripristinato l’ordine del monoteismo a una monarchia democratica di sovranità popolare e, in questo “papocchio”, leggete Marx per massimizzare alla David Foster Wallace con pastrocchi a base di pasticcini e pastiche cinefili. La pasticca! Pensa a me!

Non mentite. Il vostro uccello io lo conosco. Da anni, oramai, s’è stinto nei bicchierini d’alcolisti anonimi, e vostra figlia si droga con Denzel Washington di Flight.
Questa è l’Italia odierna. Odiosa.

Le insegnanti di Religione vogliono i “cannelloni”, i bambini emulano Justin Bieber, e tua madre ciuccia un bebè da Milf.

Siete dei bugiardi. Come il nostro sovraccitato Russell Crowe. Ieri, s’è fatto fotografare con De Niro.
Durante quasi tutte le interviste, quando lo lodano per i suoi trasformismi, ci tiene a precisare ch’è già mille volte superiore al camaleontico Bob. Contestandogli molti ruoli del Passato suo celebre, che il nostro ritiene enormemente sopravvalutati.
Eppure, guardatelo qui, tutto contento da Pinocchione!

 

 

Fidatevi, Louis Gara è meno rincoglionito di Tarantino!

Serietà analitica della cosiddetta malattia mentale, del suo influsso e degli impatti che produce in chi ne viene “turbato”, eh sì, è “disturbante”, cammini spirituali di salvazione, crocefisso appeso alla testa, Ernest Hemingway e tutta la nebbia profumo Donna su iridi un po’ maliziose, tendenti alle tue “precipitazioni” nelle mutande del “fuggi fuggi qui la figa mi fa a pezzi più pu-pazzo ché ne sarò spugna della pizza col puzzo”, e dottori, pipe, papponi, pannolini, detergenti per l’igiene intima e “mentale”, saponette, volti slavati, ancor anime non salvate, salviette, “Salve, sta bene?”, Francesco Salvi, Silvia di Leopardi, le gazzelle della polizia, il gazzettino del “Meteo-rismo”, previsioni, un film da Oscar, De Niro educatore, Cooper Bradley che ha solo voglia di fottersi Lawrence Jennifer, madri da “Ti vedo sciupato”, amici che ti salutano con un “Stammi bene”, tu che non “vieni”, svenimento collettivo dello stupore al miracolo avvenuto, l’avvento dell’Annunciazione, la Vergine Maria, Padre Pio, i cornetti col cappuccino e anche quelli partenopei da San Gennaro per evitare sciagure prossime al suicidio sempre sul “Chi va là?”, Stallone che grida “Fermati o mamma spara!”, spargimenti di terrore, interiora sbudellate, budini semifreddi, caldi mai accaldati nelle cosce, castrazioni chimiche, il nostro Paese al culmine della crisi economica nella fuga dei “Laureati senza stipendio” all’estero per canali, di scolo, ad Amsterdam, un vecchio che urla “Dammela!” a una megera che legge le carte di Domenica e Lunedì si dondola da casalinguissima, pronosticandogli un Cancro alla prostata, e una parrucchiera che fa le fatture mentre suo marito, pastore luterano “tedesco”, è fattorino del fatti mandare a prendere il latte di reminiscenze alla Gianni Morandi nei riguardi della figlia (s)fatta.

In questa confusione di suzioni, di erezioni ammosciate a non battere chiodo, di ciglia a coccolare la colite del fidanzatino, solo un Uomo può dirvi tutta la verità sul destino dell’intera umanità.
Egli risponde al nome del Creatore, colui al di sopra delle teorie e dei “tori” tamarri, colui che entra in un bar, afferra uno scugnizzo e lo rende rizzo alla sua compagna, portandola in campagna nel “bucolico” che la infila in tutti i buchi.

La malattia mentale.
Originata da conflitti inconsci col “sesso”, spauracchio e ossessione del piccolo borghese che “lo” deve “piazzare” in ogni discorso.
Sottolineando la parola “Gnocca” in “corsivo” a fine svaccata!

Ad esempio, l’altra sera dialogai dell’importanza del Cinema di Paul Thomas Anderson. Ve ne estraggo il ricordo “incancellabile” di tali, reciproche esegesi davvero “elevate”:

– Il miglior film di Anderson è Il petroliere. Gli altri sono dei tentativi riusciti a metà d’intrecciare Robert Altman alle frenesie “schizofreniche” di Scorsese.
– The Master docet. Insegna che mai ci si può autodichiarare maestri se si alza troppo il “tiro”, altrimenti s’impazzisce come Joaquin Phoenix.
– Secondo te, qual è il vero capolavoro di Anderson? Concordi con Il petroliere?
– No, non fosse stato per un ipnotico, titanico, insormontabile Daniel Day-Lewis, detta come va detta, quel film è ‘na palla al piede. Du’ palle!
– Non approvo. Approvami allora il tuo preferito.
– Boogie Nights.
– Perché? Per l’intelaiatura delle relazioni tramiche dei personaggi e per l’atmosfera malsana che si respira?
– No, per la carrozzeria.
– Spiegati meglio.
– Por… Dio! Julianne Moore è bona!

Sì, ho sempre creduto che mi distanziai dai miei coetanei perché “la buttavano” sempre “lì”.
Adesso, ne sono sicuro. “Crescendo”, sono peggiorati. Hanno buttato anche la loro testa nei testicoli.

E basta.

Inutile aggiungere che i “disturbi di personalità” possono essere alimentati dalla cattiva digestione delle cioccolate “sociali”.

Mi congedo, ma prima guarderò Gilda Rita Hayworth.
Non per “spararmela”, per capire che sono Orson Welles palmato a Los Angeles nel fanghetto mio palpatissimo. F come Falso? No, l’infernalissimo Quinlan.

Io sono il sesto Potere. Onnipotente, ieri fui impotentissimo, domani esigo Kendra Lust. La lussuria fatta carne.
A polpette delle braciole mie senza un abbraccio ma con la lacca del mio liquido seminale.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Stone (2010)
  2. Il lato positivo (2012)
  3. Hara-Kiri: Death of a Samurai (2011)
  4. Moby Dick. La balena bianca (1956)
  5. Magnolia (1999)
  6. M.A.S.H. (1970)
  7. Ronin (1998)

Oscar 2012 Preview by The Weinstein Company


22 Jan

 

Ecco gli Oscar contenders, alcuni (mi sa…) che son stati scartati dalle candidature, o sbaglio?
Mah.

“Silver Linings Playbook”, Oscar race


15 Jan

 

Scommetto tutto su questo film. Instant classic?

“Silver Linings Playbook” secondo il regista e il cast


09 Jan

In attesa delle candidature agli Oscar di domani, ecco un altro video “formato Weinstein Company” in merito a un sicurissimo (stra)favorito.

Secondo l’AFI i best movies of the year are


07 Jan

 

AFI MOVIES OF THE YEAR
ARGO
BEASTS OF THE SOUTHERN WILD
THE DARK KNIGHT RISES
DJANGO UNCHAINED
LES MISÉRABLES
LIFE OF PI
LINCOLN
MOONRISE KINGDOM
SILVER LININGS PLAYBOOK
ZERO DARK THIRTY

AFI TV PROGRAMS OF THE YEAR
AMERICAN HORROR STORY
BREAKING BAD
GAME CHANGE
GAME OF THRONES
GIRLS
HOMELAND
LOUIE
MAD MEN
MODERN FAMILY
THE WALKING DEAD

“Silver Linings Playbook”, Oscar per De Niro?


29 Dec

 

The 69-year-old is tipped by many to score an Oscar nomination — which would be his first in 21 years — for his “comeback” performance in the acclaimed dramedy.

 

I recently had the privilege of spending about 10 minutes one-on-one with the man I’ve always regarded as the greatest actor of his generation, and maybe of all-time: the legendary Robert De Niro.

The 69-year-old looks like a strong bet to score an Oscar nomination — which would be the seventh of his career, but his first in 21 years — for his funny and moving supporting performance as Bradley Cooper‘s father and Jacki Weaver‘s husband inDavid O. Russell‘s acclaimed dramedy Silver Linings Playbook. It’s a performance that many are hailing as a “comeback,” if only because it’s been a while since De Niro has demonstrated such nuance and emotion in a film seen and liked by so many.

He has, of course, given many of the most indelible screen performances of the last 40 years in unforgettable films such as Mean Streets (1973), The Godfather, Part II (1974), Taxi Driver (1976), The Deer Hunter (1978), Raging Bull (1980), The King of Comedy (1983)Once Upon a Time in America (1984), Brazil (1985), The Mission (1986), The Untouchables (1987), Midnight Run (1988), Awakenings (1990), GoodFellas (1990), Cape Fear (1991), A Bronx Tale (1993), Jackie Brown (1997), Casino (1995) and Wag the Dog(1997).

VIDEO: Russell, De Niro Reminisce About ‘Silver Linings’

In recent years, though, he has focused more on family comedies like Analyze This (1999), Meet the Parents (2000), and their respective sequels, as well as the Tribeca Film Festival, which he co-founded in 2002 to help revive his beloved city of New York after the attacks of Sept. 11, 2001.

During my time with De Niro — which was brief by most standards, but massive in the sense that he rarely grants interviews at all — I tried to ask him questions for which I was truly curious to hear his answer. Among the topics that we discussed: how he first developed an interest in acting; the similarities and differences in the teachings of his two legendary acting instructors, Stella Adler and Lee Strasberg; what he regards, in hindsight, as his “big break”; how important it is for an actor to observe people behaving naturally, and how becoming famous impacts an actor’s ability to do that; when he last met someone who didn’t already know who he is; what he regards as the key to a successful actor-director relationship like the one that he’s long had with Martin Scorsese and that he also built with Russell on Silver Linings; what his lowest moment as an actor was, and whether or not being nominated for and winning awards still means anything to him.

I’ve heard it said that De Niro is one of the most difficult movie stars to interview because he doesn’t like being introspective and/or speaking with journalists. (I was told more than once to not ask him a question that could be answered with a “yes” or a “no” because he would give me just that.) However, as you can see for yourself in the video at the top of this post, that was not my experience with him at all. I think he just has a good BS-detector and can tell the difference between someone who is looking for a juicy quote for a nightly tabloid show and someone who is genuinely interested in his career and has informed take on things.

Or maybe I just got lucky.

Strike that — I did get lucky. If only for a few minutes, I could answer affirmatively that most famous of De Niro lines: “You talkin’ to me?!”

Conversations with “Silver Linings Playbook” with Robert De Niro


22 Dec

 

 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)