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Blasfemia del giorno, vera: Clint Eastwood è il più grande regista di tutti i tempi, toglietemi dalle palle Kubrick, Fellini, perfino Cronenberg e Scorsese, Nolan uccidetelo


18 Nov

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UNFORGIVEN, Clint Eastwood, 1992

UNFORGIVEN, Clint Eastwood, 1992

No, non credo che The Mule sarà un capolavoro, ne dubito fortemente. Credo che apparterrà, sin da subito, all’Eastwood “minore”. Minore, personalmente, per Eastwood corrisponde comunque a grande film.

Ecco, la prenderò molto larga.

Innanzitutto. Credo che abbiate frainteso il Cinema e, più in generale, la vita stessa.

Quello che fanno molti di voi, semmai dopo tante tribolazioni, percorsi esistenziali frastagliati, confusioni momentanee, cervellotiche riflessioni probabilmente anche assai ponderate o addirittura esageratamente soppesate, dopo che avete con accuratezza scandagliato, analizzato, vivisezionato i vostri demoni interiori, dopo che avete trivellato la vostra anima, ponendovi delle incognite che avete con tutta probabilità risolto con teorici teoremi perfettamente allineati alla vostra coscienza, non lo nego e non ardisco a esser così tanto presuntuoso dal voler vagliare le ragioni che hanno sotteso i vostri complessi ragionamenti, la complicatezza svelata delle vostre intimità divelte nell’averle voi giudicate con metodo, attraverso meditazioni trascendentali e ginnastiche neuronali, ecco, fate questo…

No, non mi permetterei mai… Invece, mi permetto.

Ciò che fate è esattamente. essenzialmente quanto da me qui esplicatovi.

Dopo che vi siete inoltrati, inabissati nelle emozioni riemerse del vostro vissuto, dei vostri mille subconsci, abbracciate un’ideologia il più possibile affine alla vostra visione del mondo, vi effondete in essa e la baciate, la coccolate, senza battere ciglio, vi radicalizzate in convinzioni soggettive maturate dal vostro relativismo.

Questo si chiama anche narcisismo, egocentrismo, più che altro solipsismo.

Allora abbiamo colui che idolatra John Carpenter. E, anziché essere oggettivo riguardo al singolo valore intrinseco delle sue opere, lo magnifica più del dovuto ed eleva in gloria qualsiasi suo film. Perdendo di vista, appunto, l’oggettività. A differenza di come ho fatto io nel mio libro monografico dedicatogli senz’agiografie di sorta, senza elevarlo a santino, a guida spirituale, bensì cercando di essere coerente, distaccato, in una parola obiettivo, tanto che mi sono azzardato, con molto coraggio, ad affermare fermamente che Villaggio dei dannati e Christine sono senz’ombra di dubbio film molto eleganti, parimenti d’altronde a tutte le pellicole di Carpenter, maestro comunque indiscusso della finezza stilistica anche laddove è gore e sanguinolento, truculento e rude, opere ammantate di un classicismo persino commovente, ma sono film inferiori rispetto agli altri.

Sì, un Christine non può essere messo sullo stesso piano de Il signore del maleIl signore del male è il suo capolavoro assoluto. Molto di più de La cosa, un gradino sotto.

No, suvvia, non fate così. Non strumentalizzate il Cinema e i registi, adattandoli alla vostra “poetica” del vivervi quotidianamente.

L’avevo già scritto. Quando dite, e ciò lo asserisce anche Wikipedia, prendendo un abbaglio colossale, che Carpenter è un regista “proletario”, bestemmiate. A parte Essi vivono, film oserei dire propagandistico, apertamente schierato, e il Jack Burton di Grosso guaio a Chinatown, dove avete visto che i protagonisti dei suoi film appartengono alla classe proletaria? In quale vostro tripdistorsivo, allucinato e appunto solipsistico?

Se siete degli “hater” e pensate che il mondo sia profondamente ingiusto, che il sistema capitalistico sia Satana, forse non avete tutti i torti. Anzi. Ma per piacere, non affidatevi a guru cineastici, che plasmate a vostra immagine e somiglianza, per avallare e sostenervi in questo bacato vostro pensiero filosofico e anche politico. Smettetela, quanto prima.

Sì, molti di voi, e lo facevo pure io sino a qualche anno or sono, fa questo.

Scegliamo i “maestri” sempre più simili a noi, per le cosiddette affinità elettive, un regista o uno scrittore, per fare delle loro opere omnie un monumento alla nostra personale forma mentis.

Ma che cazzo state facendo?

Ecco, ragionando come voi, senza dubitare un istante, come mio scrittore preferito sceglierei Dostoevskij. Credo di essergli praticamente identico. Ombroso, cupo, disperatamente pessimista tanto da essere un enorme realista. Tormentato, eternamente combattuto, un po’ santo e un po’ ambiguamente ermetico. E anche insanabile.

Le persone perfette non esistono. Cosicché non esistono i “messia” registici.

Ad esempio, se il vostro regista preferito è Fellini… forse non è che vi siete riconosciuti nei suoi vitelloni, nella sua poesia di strada, nella sua barocca e visionaria misoginia conclamata, e guardate le donne come a delle creature di un quadro di Botero?

Forse è così? Sì che è così.

Adesso bestemmio ancora con più forza. Stanley Kubrick a me non piace. Ma per niente proprio!

L’unico suo vero capolavoro è Arancia meccanica. E sapete meglio di me perché.

Anche gli altri lo sono. Ma sono capolavori di un ciccione che ha sempre odiato il mondo, un malato, sciroccato, folle misantropo pieno di paure, complessato, perfino sessuofobo, moralista incallito. Un povero stronzo. Pure ipocrita!

Ho già detto la mia su Kubrick in altri scritti. Se ne siete interessati, cercateli sparsi in rete.

Shining? Ha ragione, checché ne diciate, Cronenberg. Kubrick non sapeva che cazzo stava facendo.

È un film algido, magistrale, sì, esteticamente altissimo. Ma non è un horror, non fa paura, non perturba, Nicholson è troppo sopra le righe e gigioneggia a briglia sciolta. Insomma, barman, dammene un altro. Ah ah.

In tv passa Shining… uff, che palle.

A proposito di Cronenberg. Un genio. Un genio però autoreferenziale. Che ha poco da spartire con la realtà.

E arriviamo a Scorsese. Ora, chiariamoci molto bene. Scorsese è un figlio di Little Italy. Lui è Mean Streets.

Scorsese ha firmato solo due capolavori assoluti, che sono Taxi Driver e Casinò.

Quei bravi ragazzi? E basta, dai. Molto bello, simpatico, un Amici miei fra gangster scemi, un film dal ritmo strepitoso, pieno di situazioni grottesche, assurdo, goliardico. E poi?

Scorsese è come Fra Cristoforo de I promessi sposi. Uno che, se non avesse fatto il regista, forse diventava davvero un criminale. Ma si sente ossessivamente nei suoi film il suo bisogno quasi tenero e pietistico di volersi emancipare da quel ragazzo timidissimo, diverso dai suoi coetanei, cresciuto in una famiglia di mangia-spaghetti, educato al cattolicesimo più imbarazzante, castrante, ridicolo, che ancora lo strugge, lo asfissia e lo induce, di tanto in tanto, a farsi assalire da cristologici dubbi religiosi afflittivi e martorianti.

Scisso fra il desiderio di essere Mick Jagger e sapersi, sinceramente, un adoratore di Orson Welles con l’anima quasi bigotta di sua nonna.

Scorsese caro, ti benedico, adesso vai a farti far una pompa da tua moglie. Su.

Uh, che bestemmia! Cazzo. Ma verissima.

 

Christopher Nolan? Oddio mio. L’ultima mezz’ora d’Interstellar credo sia peggiore di una barzelletta di Francesco Totti. Ah ah.

 

Ebbene, i grandi capolavori intoccabili di Eastwood sono tre. Come? Solo tre? Sì, solo tre. Ovvero Gli spietatiUn mondo perfetto e Gran Torino.

Million Dollar Baby e Mystic River? Anche. Ma capolavori per dizionari da stellette.

Million Dollar Baby è in fin dei conti prevedibile e strappalacrime. Mystic River ovviamente troppo ovvio.

Forse, sì, c’è un altro capolavoro di Eastwood.

È Debito di sangue. Il film più sottovalutato di sempre.

Sì, mi spiace per Scorsese. È stato il mio regista preferito per una vita.

Clint Eastwood è più grande, molto più grande di Scorsese.

Scorsese non ha mai girato due scene così. Che grandangolo, che sguardo panoramico… sulla vita.

 

 

di Stefano Falotico


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The First con Sean Penn, White Boy Rick col McConaughey e la schifezza del reboot di The Predator bocciati, bene, e anche Kubrick in fondo ha girato un solo capolavoro


13 Sep

Matthew+McConaughey+SiriusXM+Town+Hall+Matthew+RcEp_NQmQBtl

Sì, il primo ruolo “televisivo” di Sean Penn, dopo anni di sua assenza anche dal grande schermo, dopo essersi sputtanato con Il tuo ultimo sguardo, che ha distrutto la magnificenza delle sue precedenti da regista, dopo un tempo immemorabile in cui ha cazzeggiato con questa e quell’altra fighella, tingendosi i capelli, pubblicando un libro orrendo, è stato un mezzo fallimento.

La Critica comunque non ha stroncato lui. Sì, un astronauta con la faccia da puttaniere non l’ho mai visto ma Sean ha un’indole melanconica, springsteeniana, quindi ci sta carismaticamente nei panni di uno che si è rotto le palle di questo Pianeta sbagliato, e molla tutto, saltando su Marte.

Ma The First è stato stroncato. First Man no. Secondo me, seppure non l’abbia ancora visto, andrebbe massacrato anche il film dello Chazelle. Con uno degli attori peggiori di sempre, Ryan Gosling. Questo sarebbe un figo? Sembra che abbia ingoiato mille pasticche di neurolettici e bevuto un litro di Valium.

Eppure piace alle donne. Mah, uno dei grandi misteri dell’universo.

Basta! Già Apollo 13 era una palla tremenda, uno dei film più noiosi di sempre. Adesso anche la storia dell’Apollo 11. Che poi… presto uscirà anche il secondo film sul figlio di Apollo Creed. Con Michael B. Jordan, l’essere più antipatico del mondo. Spero che il figlio d’Ivan Drago gli spacchi quella faccia da neretto carino. Riportate questo mandingo sulla nave Amistad. Dategli da mangiare le banane! Stavolta Salvini va appoggiato!

Basta!

Mentre il McConaughey, che sperava di beccarsi la nomination per White Boy Rick, ha scazzato ancora film. Dopo Gold, un film truffaldino nei confronti dello spettatore e per il quale è ingrassato per l’anima del cazzo, visto che non è stato nominato a nulla, La foresta dei sogni di tua sorella new ageFree State of Jones, film lunghissimo che basta leggersi due pagine scritte bene di un libro di Storia, e soprattutto La Torre Nera, ove fa il modello intirizzito porta-sfiga, adesso ha toppato nuovamente. Vera “McConaissance!”.

Sì, White Boy Rick è stato semi-distrutto dai critici americani. Per la serie: dopo quella stronzata di Blow con Johnny Depp, lasciate perdere i film alla Scorsese se non siete Scorsese.

Tornando a Matthew. Sì, dopo l’Oscar è rimbecillito. E ride sempre come uno scemo. Perché non lo prendono quelli del dentifricio Mentadent? Il sorriso smaltato a trentadue denti c’è tutto.

E infine la mega-puttanata universale, The Predator di Shane Black. Teniamoci l’originale con Schwarzenegger e non stronzeggiamo con seguiti, reboot robot di tuo nonno.

Il protagonista doveva essere Benicio Del Toro. Quindi, la parte è andata all’insipido, moscio Boyd Holbrook, sì, un ricchione.

Comunque, in America stanno messi sempre meglio di noi. Anzi, voi.

In Italia, abbiamo un proliferare di attrici. Tutte hanno il profilo Instagram, basta che esibiscano un paio di belle cosce, tonificate in ore di palestra. Sì, attrici come Meryl Streep. Hanno girato da comparse la pubblicità della mozzarella di Bari e però non hanno un colorito da latticino, sono abbronzate, visto che stanno perennemente al mare coi soldi del padre industriale.

Ma andassero a dar via il culo.

Sì, non bestemmio. A conti fatti, il tanto intoccabile Stanley Kubrick ha girato solo un capolavoro, Arancia meccanica. Ne vogliamo parlare seriamente di 2001? Con quegli effetti speciali, avanguardistici per l’epoca, un grande film lo girava anche Mario, il marito rintronato della mia vicina di casa. E poi: sì, l’uomo è nato scimmia, quindi gli è scattata la scintilla, si è evoluto e, stanco di tutto, è regredito a feto galleggiante, da superuomo in scatola. Sì, Stanley ha scoperto l’acqua calda. Ed è infatti nell’acqua, grazie a scariche elettriche, che è nata la vita sulla Terra. Grazie, già visto e sentito.

Barry Lindon è la storia di uno che ama Ezio Greggio, un piccolo borghese mediocre, ma tutto sommato un brav’uomo. Il figlio, invece, ha un’indole da Alex di A Clockwork Orange, appunto, e ripudia quel poveretto di suo padre perché pensa che l’abbia castrato in un’educazione troppo moralmente inappuntabile. Che cazzo voleva? Voleva andare in discoteca a sedici anni? E chi gliel’ha impedito? Non piangesse sul latte versato e sul suo sperma non nelle cretinette eiaculato.

Poi, con la fotografia di John Alcott, anche Jimmy il Fenomeno avrebbe realizzato riprese “pittoriche”.

Basta!

Eyes Wide Shut, un film postumo. Quindi, il montaggio non è suo. E Tom Cruise nei panni del dottore è credibile quanto il sottoscritto in Top Gun.

Full Metal Jacket, sì, dai, nelle caserme militari ci sono i nonnismi e i bullismi, la guerra è brutta, lurida e sporca. E Orizzonti di gloria è retorica tronfia da due soldi.

Bocciato!

Shining? Ha ragione, mi spiace dirlo e ammetterlo, David Cronenberg. È un film che non inquieta, non fa paura, con un Jack Nicholson di maniera, che gigioneggia da lupo mannaro con la pelata, un film con un bambino autistico afflitto da deficit percettivi per cui delira, un negrone che voleva solo vedere la tv sul letto, e un labirinto che è molto più complicato quello di Gardaland. Sì, da quel labirinto sarebbe uscito anche Pacino di Scent of a Woman. Suvvia.

Via!

Basta pure col Kubrick. Un mezzo panzone misantropo hater.

 

 

di Stefano Falotico

 

Mr. Grey, imbarazzante, sbarazzino, pazzino, poco pazzo


14 Feb

Sono io, con espressioni cangianti, alla candeggina, mutanti, forse non indossavo le mutande al momento dello scatto però le scattai scattante.IMG_20160213_162128_190 IMG_20160213_162032_351 IMG_20160213_161941_115 IMG_20160213_161847_120 IMG_20160213_161802_745 IMG_20160213_161726_879 IMG_20160213_161641_122 IMG_20160213_115506_220 IMG_20160213_115446_373 IMG_20160213_115336_473 IMG_20160213_115311_916 IMG_20160213_115204_122 IMG_20160213_115144_456 IMG_20160213_115124_445 IMG_20160212_151611 IMG_20160206_151134_527 IMG_20160206_142156 IMG_20160206_142152

Il lavoro è un’afflizione, (ri)cor(datelo) in tem(p)i di ma(g)r(a)


20 Apr

Carmelo Bene lavoroTom Hanks il falò

Carmelo benizziamoci, uomini “benigni” che sbrodolate mielosi per la donna che, “leccante”, vi par(l)a il cul del vostro co(r)n(uto). Aveva ragion veduta Carmelo a shininghizzare il lavor’, “sghignazzando(lo), ché Kubrick sapeva quanto lavorar tutto il giorno rende Jack un triste figuro. Uomini “fighi” in (gi)acca e cravatta, siete ovattati nel mattino ha l’oro in bocca, e avete perso la fantasia labirintica dei bambinelli giocosi, siete oramai “(o)mici(di)” del vostro cagnolesco p(r)ender dalle labbra del “gentl” sesso che vi “lincia”, a sassate, ossessionandovi con la pagnotta per pene “dur(ature)” del fai “sem(pr)e” il tuo dover’.

Come Carmelo, sono un gen(io) e non oblitero il cartellino impiegatizio, non ho (bi)sogn(o) di entrar nei meccanismi incubatrici, che (in)cubo, carta-bollati del sis(te)ma sociale, terremotante e impedente-(in)dipendente la vostra libertà feconda, non gioconda di “gioghi”, eppur (in)castrata nel ma(ci)gno della catena di monta(ggio), ché farneticate di donne da sodomizzare e le prendete a “Calcio”, ossidandovi nel tribolato frust(r)arvi balistico di balle, ah, il pallone gonfiato, castigando l’uccellin’ spensierato del far quel che cazzo che vi piace. Volete esser “piacioni”, ma fatemi il piacere nel “popò”, come “sosteneva” Totò.

Nel falò delle mie vanità, non bevo “sborra” omologata e non poltrisco di birretta sul (di)vano, lustrando invece il mio fiero lettore dvd, comprato a poco (s)p(r)ezzo, gustando film d’ogni razza e religione, dalle americanate alle crude pellicole curde che, islamiche, irridon la vostra cur(i)a.

Poi, esco di ca(u)sa, recandomi in una gelateria ove succhio lo yogurt sciogliente del mio fe(ga)to (ri)bollente. Faccio sì, eh sì, che mi “permei” nel tubo digerente, assaggiando “esso” stes(s)o e (s)palmato la discesa nel vostro triste an(n)o. “Regredisco” a uno stato stupefacente d’infantilismo soddisfacente, senz’altri “stadi”, nel “me” (dis)facendomi del fatuo prender la vi(t)a così come (s)viene il f(l)a(u)to, fischiettandola allegramente con una van(itos)a fiaschetta non fi(ac)ca di vin’ nel dì del “darci” anche se le donne, qual danno, non me la daranno, poiché non ho danari e di “quello”, nel dire e il (non) fare c’è di mezzo il mare, son av(ar)o e sparviero del mio “usignolo” can(t)e(rino) fra voi, i basta(rdini). Siete da prender a bastonate, di b(r)isc(ol)a clandestina nel “rubamazzo” della “scopa”.

Sto scop(pi)ando!

E ancor scappo, senza vi(t)a di scampo(li).

 

di Stefano Falotico

Ama Jack Nicholson e prendilo in culo


25 Sep

Da quando vidi Jack Nicholson, scoprii di essere più pazzo nel cazzo di lui, anche più wolf, e amai ogni tuffatrice nello sciacquio dei miei ormoni zampillanti su sopracciglia grottesche

Sì, questo Jack malsano che prende l’ascia e tormenta il sonno dei familiari, minando la sanità mentale del suo stesso cuore, dapprima morbido come un plaid, poi infervorato come l’uomo duro che non si schioda e inchioda i buonismi al loro “attaccapanni” sporchi. Rivelando il vero sé, cattivo, come nacque malevolo, danzante fra stanze tappezzate del suo sangue vivo, divorante ogni bugia e fluttuando tra camere da bagno su allucinazioni di donne decrepite e asciugamani torbidi ove il senso del peccato è un culetto “asciutto”. Egli, voluttuoso di donne gloriose, succhiante di labbra sottili, freneticamente furibondo e “schizzato”, un uomo che se ne frega della religione e inneggia alla pornografia col “caldo” in mano di questo “salice” sociale, sputtanando tutti, sia i bambini sgridati da maestre fetenti e sia le stesse maestrine da lui “imboccate” su “bacchetta” ardente.

Egli è Jack, io esagero di più, fottendomene. Andando in piscina e gettando l’amo di mio “pesce” a una che fa “dorso” su mio “scialacquarmelo” di gran sbattimento, in quanto son annoiato, non sarò principe ma di “rana” son libero, le “annodo” nelle “bollicine” della doccia fredda ai borghesi che invidiano il mio “inabissarlo” su suo “inalberare” il pompaggio e quindi lo “affogo” a un’altra bagnata.

Ho sempre preferito il virtuale alla realtà “comunemente” (in)tesa. Virtualmente, puoi far quel cazzo che vuoi, senza donne che chiedano in cambio il tuo uccello e senza altri cazzi maschili per la testa. La pen(s)o così e credo sia una visione un po’ del cazzo ma sostanzialmente fottuta.

Shining e De Niro


16 Sep

 di Stefano Falotico

Elaborazione del lupo: dopo un lungo “elaborato” di riflessioni, credo che lavorare faccia da culo male, Shining docet, mentre amare fa peggio, meglio non far niente come al solito

Sì, l’amaca non rende la vita amara e meglio star solo senza amici, piuttosto che ammaccarmi con chi falsamente mi ammicca.

Non molti lo sanno ma la prima scelta di Kubrick, per Shining, fu Bob De Niro. Ma Stanley optò per Jack perché, dopo aver visto Taxi Driver, comprese che il Bickle era troppo “lucido” per far paura. Sì, invece Stanley volle un matt(atoi)o sin all’osso, non un pazzo “sano”, proprio uno psicopatico da manicomio. Morì nel labirinto del “Minotauro” ma il bambino, secondo me, da “grande”, con un complesso di Edipo del genere, sarebbe diventato più fuori… del maggiordomo.

Di mio, posso dirvi che, a parte prenderlo in culo, non ho mai avuto un rapporto anale anche se una voleva “ficcarmelo” nell’anulare. Da cui l’a(g)nello di Di(t)o che ti rende schiavo della moglie. Sì, sposarsi è la fine. Ho visto uomini “duri” che, una volta ammogliati, son diventati molli con la moglie urlante: – Devi farti il culo! E mantenermi! Io ti frust(r)o e, a pecora, voglio da te solo il porcello del salvadanaio pieno zeppo di soldini, così posso comprarmi la pelliccia, e farmi “inzuppare” dall’amante. Tu, marito “caro”, sei solo uno zoppo, ma io so’ zoccola che indossa, “orgogliosa”, le zeppe, scegliendo altre du’ palle di “zip”.

Meglio la solitudine da zappatori. Sì, nel tuo or(t)o, coltivi quel cazzo che vuoi, senza rotture “amorevoli” di mar(r)oni. Le donne portan solo rogne e castagne. Meglio star in campagna a innaffiar il prato, piuttosto che “stantuffar” queste cagne.

Mi raccomando: il can di guardia all’ai(uol)a serve al “riservato” della tua “selva” come ogni Condom(inio) che si “amministra” da sé. Hai bisogno solo di una casetta, non di queste vill(an)e. Casa dolce casa senz’ascensore ma, comunque, “s(c)ale” su e giù. Farai un po’ fatica ma è meglio batter la fiacca piuttosto che farsi batter sulle (s)pall(in)e da queste donnacce schizzate. Basta noleggiarsi dei porno e, talvolta, schizzerai senza pazze ché si devon solo levar dal cazzo “elevato”.

Sì, io canto col gallo e tu, pollo, abbassa la cresta.

Insomma, la mia filosofia di vita è questa: non necessito di titoli di studio per attestare il mio “tosto”. E, se vieni a darmi le tue regole, ti do una “tegola” dal mio rustico e poi, con una testata, ti spacco. Fuori dal mio uscio di ascia. Sciò, altrimenti ti scanno, maiale, e afferro i tuoi testicoli per le “corna” della tua vacca.

Fuori dai coglioni ed è meglio un uovo-uomo “marcio” oggi di una gallina domani.

Andiamo a riscaldare il brodo, dai. Meglio il mio bue ai falsi buo(n)i.

Buon compleanno Jack Nicholson


23 Apr

Happy Birthday Jack, il mio Joker, il mio clown con le sue opinioni!

 

 

Da tempi oramai non sospetti, quasi ritirato sei, accucciato nella tua pensione in panciolle a tifar i Lakers fra eccitate “ragazze” del coro sugli spalti che ti spalmano ancor un po’ di “linguette” con la trombetta in bocca tua irrefrenabile e ancor densa di salivar salire presto in Cielo, ché la vecchiaia è vicina alle coronarie in pericolo di crollo e nemmen per gli “immortali” c’è la salvezza della vita eterna.

Ma, anche se senile e “dispettoso” di panciona grassoccia e gozzo di gola sfegatata, io tiferò sempre per te, aspettando semmai un ultimo, strepitoso ruolo da consegnare ai posteri prima che il sarcofago si “deterga” in tuo corpo “imbalsamato”.

Tu, campione d’ogni smorfia, napoletano trasferito a Los Angeles, sei l’irriverenza gioconda che, beffarda, fu lesiva dei piccolo borghesi, all’inizio un po’ agghiacciati dal tuo viso “bottega degli orrori”.

Non ci(mi)terò i “tuoi” filmoni, imprescindibile Mr. Torrance, né vergherò per incensarti d’agiografia come si confà a ogni retorica dei “memoriali”. Ché ancor defunto non sei, e questi promemoria servono solo agli scribacchini per qualche “sfoggio” da onanisti ammorbanti, ombelicali, delle tue interpretazioni, invero inclassificabili, fuori categoria, tu a “raggiro” d’ogni schema convenzionale della recitazione.

Isterico, “deturpato”, “ladro” di mimesi in personaggio perennemente in te senza “Studio” di “mimetica”.

Sei la faccia di (cu)culo del tuo dentro, Oscar a parte sei un pirata del Piacere, cinefilo, consumato e anche carnale. Mai carnascialesco nonostante le tue “rughe” da maschera carnevalesca di tutt’espressioni “travestito” e mai in (ca)muffa da un’epoca bigger than life.

Buon compleanno Jack.

Detieni il record delle nomination maschili, ma a te cosa interessa se qualcuno considera Daniel Day-Lewis migliore d’un “terzetto” (im)pari?

Il campione sei tu.

Ti basta aggrottar le sopracciglia e non c’è Daniel che possa vincer(n)e di più.

Andiamo all’osteria a alziamo la sottana a tutte le “dam(igian)e”.

Ivi, sfilerò una serie di sette film impagabili del nostro impareggiabile Jack.

Film forse non tutti capolavori ma straordinariamente allineati alla sua mente, fuorviante, devianza dalla norma e dunque perciò immensi.

A mio modo di vedere, la vita non è un parere oggettivo.
C’è sempre il riscontro del tuo cervello collegato all’anima.

Sì, sono Jack il “matto” e mi adoro così, adornando la mia casa di Dvd che, rilegati accuratamente nel mio cimelio di cima ad apice d’ogni infinito trascendente, io -i-scrivo recensioni “incomprensibili” ad allettar la mia testa animatissima, fra bagni e schiume delicate e la mia mano che carezza, anche sol nell’orgasmo “fluttuante”, un’Amber Smith di seno “inondato”, ridondanti, ah come la dà virtuale, siam “bollicine” rilassate nell’idromassaggio col coton idrofilo d’una filantropia “malvagia”, lontano da tutti, fin dapprincipio quando fraintesero il mio tessuto “ottico”, distorcendomi in una dimensione “eccentrica” ma più normale nel suo consacrarsi a “puttana” meglio di te “beniamino” di scemotte che “insaponerei” mettendolo a “follia”, marcia/o ingranato d’occhio sgranato nel “bendarla” e lì “asciugare”, a peli rizzi e “volgari” in questa società ove ci si sporca, “puliti”, anche nell’ossimoro delle verità mai “pelle e ossa”, ché non voglion denudarsi ma dipingon le maschere a opportunismo.

Sono Jack il “cattivo”, tanti “trucchi” a Batman, più psicopatico di me, ch’è un Anthony Perkins con complessi di Edipo ribaltati causa trauma infantile dell’omicidio del padre, roba che le tragedie greche fan un baffo a ogni Tim Burton eNolan.

Son io, Jack il “leggiadro”, che sorvolo la città a pipì-rastrello da mietitrice fra voi che andate con una meretrice oggi, dietro facce intonse, ma “nuziali” nei bacetti con la moglie che “sbatterei” invece “al fresco”. Altro che i rinfreschi, va “affrescata” di puro calore in “gattabuia”. Lì odorerà il sapor “ciliegia” del secondino ad “assecondarla” e, di vasi dilatatori, “sbarrarla”.

Ah ah, me ne frego di voi lavoratori. Lavorar tutto il Giorno mi rende triste. Meglio mio figlio, un “cazzone” che gira coltriciclo a sfottò anche di chi l’ha messo al Mondo, cioè me.

Un po’ “orco” e un po’ “paternalistico”, sempre meglio di quel cesso da lavandino che interpreta la villana del villaggio deserto, qui all’Overlook… Sono stanco, ne ho le palle piene del suo full metal jacket da donnetta “casa e chiesa”. Ma a ogni Uomo capita una (con)sorte, non si può “estrar” il dardo a lavaggi d’Arancia meccanica. Che lavanda(ia) gastrica ad ascoltar e dar “retto” ai suoi moralismi giudeocristiani. Da me, la mentecatta, riceverà solo un’ascia “brividino”. Altro che “amorucolo” nel lettino per “riscaldarci” dalle intemperie. Il mio termosifone “abbatte” il “sereno” variabile più dei sifoni. Metti su Califano Franco, fa… afa, stimola la cagata.

Questo sono, Jack, e tu vai a rompere il cazzo a tua madre. Che, fra l’altro, ne abbisognerebbe per calmarla.

Sì, datemi una Donna e lo sarò Valium, valido a violarla nel rosa che lì si (s)posa.

Sono una merda?

Ma anche un genio.

Sono Jack. E tu una checca.

Cambio e ne cito tre.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Qualcosa è cambiato (1997)
    Lo inserisco al primo posto per questioni (an)affettive. Lo vidi, “alla rinfusa”, in un cinema ubicato in zona “losca” bolognese, quando ero lì a sbocciare nelle prime nostalgie “adulte”, quindi già necessità di qualche pastiglia antidepressione per ammortizzare i cavalcanti umori instabili.Mi rispecchio nel suo personaggio, misantropo invero amante della vita in ogni sfaccettatura.
    Un Uomo maiuscolo, letterato e coltissimo, di sensibilità prodigiosa che “assume” una forma antropomorfa di misantropie per sfuggire al suo troppo sentire.

    Così, inizia a ergere un muro, un fortilizio attorno a sé, fingendo (male) di disprezzare tutti.

    Per colpa, o per fortuna di eventi imprevisti, riscoprirà il Cuore che aveva gettato nella spazzatura dei suoi romanzetti mielosi in caccia di facili vendite pur non svendendosi a donne “(s)offerenti”.
    Maniacale, compulsivo, sempre sull’orlo di crisi di nervi, un flawless imperfettissimo, come tutti.

    A rivelargli la sua vera e “sedata” umanità, o “immunità” ai sentimenti adombrati, una Donna che lo stuzzicherà…, un omosessuale che odiava e a cui si lega amichevolmente dopo tante scaramucce, ma soprattutto un (in)fedele cane a fargli le “fusa”, in quanto Jack non è orso ma un gatto bisognoso di coccole.

    Capolavoro.

  2. Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975)
    Di pazzi è pieno il Mondo. In Parlamento, eleggono i quorum ma dove son finiti i cuoricini dei folli?
    La folla inveisce e s’accapiglia. I sani vengon sbattuti alla neuro…, i cretini ballano e scherzano, coperti dall’apparenza che va di moda. Qui, Jack è onesto, non ama lavorare.
    Gli altri detestano l’ufficio, compromesso per i repressi che però serve per “asservire” le donne e poi invitarle a cenette “romantiche” dietro (f)lauti pagamenti ove possono esibire i “fruscianti” al fin che lei capitombolerà nella “Tomb(ol)a”.Egli, il Jack (vincente o perdente sta a voi…, non giudicatelo!) non sta alle regole ipocrite.
    A costo di lobotomizzarsi “(in)coscientemente”.

    Imbrogli, casini, puttane più pulite delle impiegatine statali, fughe, cerotti, barzellette sporche, spari nella Notte.

    Insomma, fottetevi ‘sto film e ficcatevelo tutti in culo.

    Jack sa.

    E se non lo ami, non vali un cazzo. Che cazzo vivi? A fare?

    Ma che facciamo? Sfacciato!

    Quella è fatta ma bisogna, subito, rifarsela.

    Ma vai a fartelo dare, dai dai.

  3. Shining (1980)
    Lui è senza bisogno di presentazioni e curriculum.

Orrore!


17 Apr

Horror, mio albero graffiante nel “dolce” castigo delle coscienze lorde!

Case indemoniate, “corroborate” di fantasmi maliziosi, birichini su “spie” dall’occhio “guglia”, arroccati nella frenesia del canto e della catarsi melodica incastonata a catarsi “tenebrosa”.
Giocosi per leggiadrie bardate di soave trasparenza al lor Cuore “rauco” come sigarette aspirate in una Notte ballerina, ispida d’umori cangianti nelle morte aridità della “morale” castità.
Spettinati su “abiti” da teschi, colgon la Donna quando, addolcita dalle gocce d’acqua roventissima, è “ruffiana” alla sua chioma presto nel dissolverci d’inerpicati amplessi arricciati.
Si divora nel mio viverle d’anfibio predatore, e lecca il pene mio con evanescenza femmina più di superbia.
Si sdraia, “annerita”, sudat’ancor ‘amante d’amplesso “ocra” tra le ali del mio corvo guascone, punitore e a Lei candore nelle libertà di passioni!

Le vicissitudini di un Uomo dal carisma wonder con increspature d’aguzzi scogli nelle primavere sue d’apollineo fra polline sociale, misantropo alla Kubrick

Scontri, carri armati, cacciatorpediniere, chi pedina anche i pedoni delle strisce pedonali, chi striscia, chi è uno struscio con far da (s)truzzo, gonne, semi-anche, sceme, “crema della crema”, animali in naftalina, nautici, volatili di schiamazzi, matti da legare pur se hanno i legamenti slegati da troppa “ginnastica mentale”, catatonia, il Tonno di Pinocchio, i finocchi a “condire” l’insalatiera delle accidie acidissime, l’olio della “massaggiatrice”, natica, sommergibili, un sonnambulo che prega solo di morire, almeno riposerà “in peace”, Obama “in pigiama”, Hefnernudo in copertina, Al Pacino al Tevere, i tranvieri cantano e, tra le ferrovie, tutto è un tram(polino-che polli!) di lancio per il suicidio di massa da “Playboy” del cazzo!

Afferro il triciclo nel mio Overlook Hotel, ingrano la quinta del “senza misura” di Jack Nicholson, un pensionato ancora per le “maggiorate”, mi reco al bar gestito dal maggiordomo assassino e gl’infilo un gin nel culino.
“Sorvolando” poi con una dama che preferisce giocare a “scacchi” nel “tanga” d’un nero “fantino”.
Tango & Cash!

Fiero del mio alfiere, m’arrocco nel “bianco” bagno, ove pulisco appunto il cesso come il Joker Matthew Modine, in canottiera lisa senza le danze al “liscio” dei caporali full metal jacket.
Incito Ermey a essere Bruce Lee. Ché non tormenti le palle… di lardo. Gliele stritolo, e latra, mentre gli altri compagni, russi di vodka, accorron nella latrina e lo lancian contro la vetrata, sostenendomi per il defenestrare il suo mostro. Siamo anarchici Batman! E il pipistrello cattivo non farà… la pipì con noi, ma volerà nel nido del cuculo!

Al che, becchiamo Tom Cruise nel “vespasiano” con Bruno, mentre discutono furbacchioni dei loro Eyes Wide Shut porta a porta.
La sodomia c’è tutta. Un ovvio Oblivion degli oblii. Meglio guardarla… dall’oblò.
Nessun obolo, al massimo bollirla.

Nessun obbligo, vivo al minimo sindacale, e come mi “tira!”.

Questo racconto non ha capo né coda, non c’è storia, né svolgimento.
Però tua sorella non me “la” racconta “corto”.

Dimenticanze, “evirazioni” neonatali

Ho dimenticato il cel. da un mio amico. Niente d’’irreparabile. Fra l’altro, guaio peggiore, ho scordato l’uccello al reparto dei neonati. Ora, ho 33 anni, qualche infermiera potrebbe restituirmelo?

Grazie, può lasciarlo nella “buchetta”.

Che senso ha? Del cazzo. Come pretendo sempre.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. I falchi della notte (1980)
  2. Blade Runner (1982)
  3. Halloween. The Beginning (2007)
  4. La casa (1982)
  5. Le Streghe di Salem (2012)
  6. Shining (1980)
  7. Stand Up Guys (2012)
    Tiriamoci su.
    Se li tirassi giù, sarebbe meglio. Altrimenti, in mezzo alle mutande invecchierà. Fidati.

Domani, primo appuntamento su Sky, canale 879, del Falotico


05 Feb

A volte, puoi diventare un mito dal nulla.
Quando vieni oscurato, e trai forza ed energia dalla fantasia, dalla mente e dalla tua anima. Questo, fedeli, è un attimo da Blade Runner alla Patrick Swayze di Ghost.

La commozione spero la tratterrete.

seScrivendo, Mercoledì 6 Febbraio ore 19.00, cioè domani.

Intanto, beccatevi questo ricordino:

Tears in the Rain, sono Rutger Hauer e rutto in faccia a chi investiga nel mio Cuore. Oggi androide, domani anatroccolo, ieri a coccolarla, nel Futuro un Ford furbo e volpe

 

Il capolavoro di Ridley Scott filtrato dalla mia ottica oltre, posizionata nel virtuoso mio “Falotico” mutar, parafrasandoMontale, di montaggio genialoide, possibilmente pioggia e stima a chi m’appoggia.

Stefano Falotico, il maudit per antonomasia, in quanto eccellenza, senza clemenze per i cattivi e cinefilo “ossessivo”. Egli scava fra le rovine della società, ne estrae ancor le miniere mnemoniche, vi ricorda Total Recall i film memorabili ed è il superbo essere anche quando scompare, poi di botto compie miracoli e bacia le fronti dei suoi figli delle stelle, spaziali, anche di “balle” alla Mel Brooks oppure alla Star Wars di lucasiana memoria.

Falotico incarna l’emblema dell’imprevisto di vista lunga, egli annusa il marcio e marcia per la sua strada, tutt’ora imbattuta mentre gli altri s’arrabattano e son, a trent’anni, già pigrissimi in ciabatte, persi fra rimpianti patetici, che non han neanche la poesia di Roy Batty.

Insomma, chi si vuol battere con me? Tu, battona, sarai subita sbattuta da uno che ti “merita”, ti mentirà coi soldi, lo sposerai per interessi e lo tormenterai di stress.

Fidatevi, conosco le donne. Di molte fui amante in notti luccicanti ma pretesero la bigiotteria e gli abiti di Laura Biagiotti. Ecco, a queste gianduiotte, consiglio di “fare” un viaggio allo zoo. Lì, troveranno pane per i denti del “domatore” e arachidi da racchie appaiate al teddy bear.

Di mio, la mia barba non è da Barbie, anche se Nicole Aniston la vedrei bene in zona Rick Deckard, detective delle zone “nere” e “turgido” della malinconia robotica solo dentro di Lei Shining.
Alludo forse a Kubrick “usato” da Scott? No, sono solo un lupo che si scottò, tu sconterai questa punizione: dopo averlo “ricevuto”, ti lascerò solo una ricevuta senza scontrino.

D’altronde, mi chiamano “Il saldatore”.
A volte, me la tiro da salvatore. Ma mancano i soldi nel salvadanaio, però, non è che farò la fine di Bobby Peru/Willem Dafoe di Cuore selvaggio? No, sono lynchiano, quindi mi districherò anche in mezzo agl’incubi delvelluto blu dipinto di blu. Quindi, chi mi darà un divano per giochi anali? Nessuno/a, meglio così.

Ripeto, come Blade Runner, son virtù eccelsa avanti mille anni, la cinesina sullo schermo gigante ammicca affinché la ficchi, insomma assomiglia alla pornostar Katsumi, alias alle volte Katsuni, “detta” come va data una suina per il “Telecazz’”.

Preferisco la mia macchinina gironzolante “fra le nuvole” e, nel caso ne avessi bisogno, opterò per un “bisognino”. Abito a Bologna, ciità degli Asinelli sempre tra-ballanti come la Garisenda. Butto tutti giù dalla torre, essendo torrido mentre una mi lecca il “torroncino”, eh sì, sono un Toro non solo zodiacale, e mescolo la panna nel crudo “tortellino”. Lo so, tendo alle “porcatelle”, sempre meglio degli sporchi. Io, almeno, son piccante e spicco. Fra l’altro, vanno imbavagliati e, se non basterà il “collare” alle loro emozioni liofilizzate, vaglieremo anche un Valium atraverso il loro tubo digerente dentro le loro vertebre invertite, direi evirate se vibreranno d’altre offese a un intoccabile come me.

Son io che tocco, senza “tangenti” e raccomandazioni, sono l’Uomo che non si crogiola né dorme sugli allori, per questo m’adorano.

Uh uh, che odorino mia Sean Young. Profumo d’un seno giovanissimo, m’è gioviale. Anche se questa Daryl Hannahè, come si dice in gergo, “d’annata buona”. Molto buona, buonissima.

Per concludere: se sei uno stronzo che m’accusa di dementia praecox nei suoi deliri in-castranti da Minority Report, io amplifico la mia percezione ipersensoriale da precog, e prega che ti strappi solo il ciuffo. Rimarrai col “riporto”.

Ora, faccia di merda, levati dal cazzo, perché sono anche Django ed esigo di rimanere un romantico anche sognatore.

Unchained Melody!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Blade Runner (1982)
  2. Shining (1980)
  3. Il gladiatore (2000)
  4. Ghost. Fantasma (1990)
  5. Rocky II (1979)
  6. I predatori dell’Arca perduta (1981)
  7. Furia cieca (1989)

Perché amo Stephen King?


02 Jan

A-adoro e non “addormo” ma(i) domo il mio orso Cujo (bi)polare in canottiera apolide in questi monopoli di polli: video ch’esplica la mia voce che fu muta e ora è mutevole

Che sia un felice anno non bisestile ma gioioso di seni elevati alla s(i)esta!

Quando l’alba, serena, già accudisce il mio Spirito guerriero d’un (im)personale solitario retrovia che giammai è ritrosia ma non atrofizzarmi nei trofei da troie, “eremitando” vado in me sgomitando, raggomitolato nel rannicchiar ischeletrito d’ansia cosmica che irride le buffe comicità irresistibili d’una società malsana, alle sue origini già (s)radicata nelle ebetudini “cortesie” del baciamano ruffiano per poi “calzarlo” in calze a rete, invero son degli irretiti ranto di “lauree” arredate quanto di (s)comode modalità al loro autoinganno sempre più incanalato nei canali di scolo ove, tra navigazioni di furbizia fangosa e laidona, porgeran le gaunciotte a un guanciale in cui guair con una sguaiata che fingerà d’esser una guaritrice dei loro stati alterati e bradi da branco tribale dei trambusti irosi del “tirarselo” poi quando (con)verrà il vento a bandiera di esibizioni onanistiche del più masturbatorio orgoglio che tanto profuma (?) di dignitoso “valore”, a mio avviso indecoroso e da “colorar” solo d’un savio sberleffo e tante appunto beffe di “buffetti” sui miei baffi affabulanti e d’arzigogolo peloso, ispido e nella loro sgradevolezza da violar su mio abito viola “impresentabile” ma a me appetibilissimo con risata fuorviante a tal furfanti.
Quanti farabutti, io ne son il buttafuori. Provarono a “svezzarmi” affinché mi “sfogassi” ma l’infiocchettai senza fiochezze, però con un bel fuoco.

Quanti ne abbiamo visti, noi figli della generazione metallica nell’arrugginirci di carne ossuta mai ossidata e sudata, spellata da raschiar senza dopobarba “glabro” di freschezza. Noi affrescammo il Mondo, murando vivi coloro che ci scolorirono. Fummo intimati ad affumicarci nell’arrostir il nostro fegato dietro i loro (in)dotti rimpianti, invece perseveriamo d’imperterrito inferocirci senza più questo circuir vanità nostra dal circo orrorifico sempre “trapezista” di fighe “calorifere”.

Io son il pestifero e legifererò a mio reddito senza il pro capite di questi capitalisti!
Voglio le loro teste. Prima testarne di tastazione le “castrazioni” con cui s’illusero che non c’allupassimo e quindi, di lupara, “palparli” quando parleranno, aprendo le loro bocche per “imboccare” di “palle”, “gustative”, fedifraghe compagn(i)e nelle campagne ove non è reato toccar “con mano” quelle a cui “ammainarlo”.

Io sono il marinaio, quando recito uso la mia modulazione di frequenza e non frequento chi potrebbe distorcere, d’interferenze psichiche, la dinamica di cui vi vengo-esplodendo con dinamite a inimicarmi il vostro ammiccar d’amichette.

Basta coi giochetti. Chi volle che io non volassi, adesso pagherà e, se non patirà, allora raggiungeremo un patto. S’aprirà la patta, sarà tagliato, mentre raglierà l’ugola del suo pasciuto godere, e poi nel seder lo “intaglierò”, fra un elastico suo dolorin e poi ancora di “taglierino”.
Fin a quando, in preda all’apice del “pisello” sul punto “svenevole” di collasso nel già prossimo, eternamente appisolato, per evitar altro dolore “insostenibilissimo”, afferrerà… una pistola con tanto d’ultima “botta”. Gratificante da graticola nel poi buttarlo alle ortiche. Lì, “smozzato”, “salamandresco” avrà gli ultimi sussulti “virili” del serpentin da me, appunto, di pene “appianato” nel torto ora (e)storto.

Da piccolo amavo il Cinema dei gladiatori, fui silence of the lambs ma ho scoperto che, anziché Vergine, nel calendario celtico, sono Toro vichingo. Dunque, non conchiglia da depresso ma “guglia” dei miei alla francese.

Sì, di lingua io languidamente annacquo chi criminale nacque, benedicendolo nel “darmelo” per poi gettarlo, e incuneandomi in ciò che vorrò.

Poiché l’erba voglio esiste solo nel giardino del Re.
E io sono tutti quelli di Roma. A volte, in questo florilegio di vostri luoghi comuni, credo che il mio praterello abbia sette vite.

Oggi gatto, domani t’abbaio.
Lascia stare il mio cantuccio altrimenti ti metto a cuccia.

Buona caccia.

Comunque, ieri sera ho assistito all’ennesima versione della “celeberrima”, cultissima “Maracaibo” del Calà Jerry.

L’unica volta che valse qualcosa è quando voleva scoparsi Sabrina Salerno, ma finì in mutande.
Adesso non ha più i capelli e neanche la faccia.

L’8 Gennaio presenterò a Roma “Noir Nightmare”.
Dopo doverose parole di rito, mi “ritirerò” così.
In tiro…

– Bravo, complimenti Falotico. Ci racconta adesso la sua storia?
– Sì, impazzii e ora ho fatto impazzire gli psicologi. Il mio primo analista fu ficcato nell’ano così. Lui mi chiese se andavo in chiesa e io risposi che confessai sua moglie.
– Davvero?
– Non lo so, ma lui sì.
Ecco, ne ho passate tante. Belle, soprattutto racchie. Ma ancor non gracchio, vuole grattarmelo, rimanendo in tema di “formaggi” e topi?
– Come? Come prego?
– Non amo le preghiere. Si piegherebbe?
– Si spieghi meglio.
– Ecco, ho pubblicato ed è una buona lettura. Ma, di lettiga, essendo Lei una bona“romana”, aromatizzerebbe il mio pelo pubico?
– Lei non pubblicherà più nulla.
– Si vedrà.
– Cosa?
– Quel che Lei vuol vedere. Si spogli. Qui, davanti al pubblico!

Applauso!

Guardate questo Faloticon’ nel San Silvestrone!

Silenzio! Parla il Comandante!
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Misery non deve morire (1990)
  2. L’ultima eclissi (1995)
  3. La zona morta (1983)
  4. Shining (1980)
  5. Stand by Me – Ricordo di un’estate (1986)
  6. Cuori in Atlantide (2001)
  7. Cujo (1983)
    Bau bau, son il Babau!

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)