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La mia vita, soprattutto degli ultimi dieci anni, fu un delirio lynchiano magistrale: un video incredibile che svela perfino la perdita della mia verginità, che Falò da Fire Walk with Me!


01 Mar

fuoco cammina con me ray wiseOddio, sono mortificato nei riguardi di me stesso. Se riguardo, in forma retrospettiva, la mia vita trascorsa, debbo ammettere che Strade perdute risulta, a confronto, un film appena sufficiente quando invece tocca la vetta del capolavoro assoluto più stupefacente.

Lost Highway, un film ignobilmente declassato dal poco attendibile aggregatore di recensioni metascore.com ove ottenne e ancora ha soltanto uno scandaloso 52% di media. Gridano vendetta questa votazione e le valutazioni assolutamente non in linea con la sua grandezza.

E che dire allora delle due misere stellette assegnate da Mereghetti nel suo dizionario? Non possiedo l’ultima edizione, dunque non so se Paolo abbia rivalutato il suddetto capolavoro lynchiano oppure se sia rimasto fermo e impuntato sui suoi bacati convincimenti.

Ebbene, amici, dopo che fui indagato ingiustamente da falsi burocratici d’uno status quo demagogico che vollero appurare se davvero fossi più matto di Lynch stesso, che vollero sviscerare ogni mio pelo per constatare se delirassi più del suo Inland Empite poiché mi dichiarai L’ultimo dei romantici libertini, posso orgogliosamente attestare, con tanto di ufficiali lettere di dimissione e le doverose, sacrosante, oserei dire vergognose scuse d’ogni istituzione psichiatrica, che da due anni a questa parte il sottoscritto fu prosciolto da ogni ulteriore infamia a suo discredito.

E che, giunti a questa svolta della mia assurda, rocambolesca, grottesca e surreale storia avventurosa e spesso angosciosa, adesso posso nuovamente saltare sulle macchine per dirigermi dalla mia lei e, come il grande Sailor Ripley/Nic Cage di Cuore selvaggio, intonarle romanticamente un tenerissimo e commovente, epico Love Me Tender.

Ma quale pazzo, ma quale disturbo delirante paranoide!

Mi trovai nell’ingrata, umiliante e penosa situazione anomala e piuttosto anormale, in forma scabrosamente glaciale e morbosa, di trovarmi costretto a giustificarmi davanti a tutti solamente perché giammai amai il Cinema falso di Gabriele Muccino e, appena non fui più un bravo soldatino, un simpatico bambino, tantomeno uno scemino col cervello piccolino, la gente su di me delirò.

Ma che volete farci? La gente pretende di capire pure il finale di Mulholland Dr.

La vita, nelle sue strade impervie e sorprendenti, non è razionalmente spiegabile attraverso il nonsense di stupide, superficiali diagnosi effettuate da strizzacervelli frustrati più del fantasma di Bob.

Sì, il novanta cento degli psichiatri sono degli sfigati più brutti e spaventosi dell’orripilante Frank Silva.

Scomparso il 13 Settembre del 1995 alla sola età di 44 anni.

Di mio, nacqui esattamente lo stesso giorno, cioè il 13 Settembre del 1979.

Mentre questi psichiatri camperanno fino a cent’anni senza mai vedere, neppure una volta in vita loro, Fuoco cammina con me.

Dei maniaci tromboni ossessionati da Freud e dall’Eos più turpe e alla buona, infatti li potrete trovare goderecci, a Santo Stefano, a vedere un cine-panettone con Christian De Sica.

Non fatevi fottere con le loro ipnosi, loro trombano, rifilando parcelle. Ah, che porcelli.

Essi attentano alla vostra unicità, alla vostra pura bellezza da Sheryl Lee/Laura Palmer per suggestionarvi. Tirando in ballo che sei bello/a è perché sei diverso/a.

Sì, non sei un cesso come loro. Gente che, se uno guarda Twin Peaks, predispone un T.S.O. perché seppe solo imparare le pappardelle a memoria, rovinando l’arte delle anime eccentriche e giustamente non conformi a una visione schematica delle cose e anche delle cosce.

Sì, secondo me, Laura Elena Harring è indubbiamente più figa di Isabella Rossellini.

Ma guai a dirlo poiché Dorothy Vallens rappresenta, per il borghese medio, il simbolo femminile dell’eleganza dolcemente sensuale mentre la Harring ha il seno rifatto.

Smettetela con questi voti alle donne. Con queste classificazioni da troioni. Ché poi diverrete asmatici come Frank Booth/Dennis Hopper di Velvet Blue.

Sì, dall’età dei quattordici anni, su per giù, essendo io l’incarnazione dello Sturm und Drang, fui vilipeso e schifato, metaforicamente schiaffeggiato dai miei coetanei. Diciamo che fui malvisto per via delle mie scelte esistenziali trasgressive e fuori dall’ordinario rispetto a una vita per molti, ahimè, impostata su codici moralmente ipocriti da scremature più semplicistiche di un’equazione binaria.

Ma che volete saperne voi, panzoni debosciati come Anthony Sinclair/Tom Sizemore di Twin Peaks: il ritorno, delle mie amnesie da Dougie Jones/Kyle MacLachlan?

Sarete oggi dei gorilla King Kong sposati a un’ex reginetta della classe che un tempo fu davvero sexy come Naomi Watts di Atto indecente, film altresì conosciuto come Cattiva condotta.

Adesso, pur di riuscire ad arrivare a fine mese, lo dareste… no, la svendereste anche a James Caan di Mi gioco la moglie a Las Vegas. E, mentre ve la giocaste per un puttaniere del genere, semmai state pure davanti alla tv ad ammirare il fascino sempiterno di Robert Redford d’Indecent Proposal, cambiando canale e sintonizzandovi su uno Striptease.

Siete dei Ghost viventi, diciamocela. Appena vi capita una sfiga, vi rivolgete a una medium diel cazzo, cioè a svitata in abiti da suora come Whoopi Goldberg. E, se poi vi butterà di nuovo bene, nonostante la vostra lei l’abbiate nel frattempo data via altre cinquemila volte, a San Valentino le regalerete pure Unchained Melody in karaoke. Oche, state in occhio!

Che ve ne fate, inoltre, dell’abbonamento a Netflix se ancora non vedeste, non avete visto e giammai vedrete What Did Jack Do?

Sono stanco dei film già visti come The Irishman e di pacchianate come C’era una volta a… Hollywood.

Queste patetiche agiografie elegiache su vostre vite solo sognate e mai compiute.

Dovreste guardarvi allo specchio anziché comprare i libri di filosofia orientale per curarvi dal mal di pancia e dai fegati amari. Inutile anche che cerchiate alibi e ascoltiate i consigli degli imbonitori come Paolo Crepet. O facciate i moralisti pedagoghi come Vittorino Andreoli.

Non dovete più mentire a voi stessi ma essere invece spietati e onesti. La vostra vita fu una tragedia peggiore dell’omicidio di Sharon Tate. E non colpevolizzate il prossimo se non gliela faceste.

Foste voi, più idioti di Charles Manson, a stuprare la vostra innocenza, a deturpare ogni bellezza, sconsacrandovi nella demenza. Ma, per quanto possiate definire le persone che non capite come poverette, Dio c’è e ora finalmente capiste che dovreste farvi solo du’ spaghi e stappare il Prosecco.

Dunque, tontoloni, qui dalle mie parti si fa tutto un altro gioco di palle e CR7 può anche prenderselo in culo sentitamente.

 

di Stefano Falotico

 

fuoco cammina con me

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Era meglio se fossi rimasto Starman e Dougie Jones, da quando ritornai agente Cooper, la mia vita fu di nuovo un Twin Peaks, insomma, un delirio, sempre un De Niro


09 Jan

bob twin peaks twin peaks ritorno

David Lynch on the set of Blue Velvet, Wilmington, USA,1985

David Lynch on the set of Blue Velvet, Wilmington, USA,1985

Sì, è ovvio che io abbia sofferto di amnesia. Come Donnie Basco, verso i quindici anni, giù di lì, devo essere cascato dal seggiolone. No, seggiolone no, ma forse stetti sdraiato sul divano e, appena mi alzai, devo essere scivolato, sbattendo la testa contro qualche spigolo.

Da allora, infatti, la mia testa e anche qualcos’altro andò a farsi fottere. Ma furono anni meravigliosi. Anni di pazzia stupenda.

Solo quando un uomo è pazzo può apprezzare Settembre di Woody Allen e vivere in un kafkiano Fuori orario alla Scorsese. Un ragazzo sano, invece, non vede l’ora di svegliarsi al mattino per andare a scuola. Non certamente per studiare, bensì per fare lo scemo come Griffin Dunne con una Rosanna Arquette di turno.

Sì, una di quelle complessate ragazzine super paranoiche che però, avendo un bel visino, tengono desto l’uccellino.

Invece fu magnifico, come no, sprofondare nelle intemperie dei miei umori intemperanti, stabilizzare la mia emotivo-sessuale temperatura nel fare il James Remar de I guerrieri della notte, ovvero il coglione senza speranza.

Sì, notti in cui con la fantasia amoreggiai con Sheryl Lee come Jan Valek/Thomas Ian Griffith di Vampires.

Sì, Dracula cercò sangue di vergine e morì di sete poiché l’unico vergine ero io, invece Sheryl girò film come Al di là del desiderio, Blood Oranges e Kiss the Sky.

All’epoca, noleggiai questi tre film suddetti, sperando di vedere il pelo di Sheryl. Non si vede quasi un cazzo, tranne forse quello di Craig Sheffer. Ho detto tutto…

Cosicché, la mia misoginia e la mia misantropia aumentarono di proporzioni ciclopiche e, agli occhi altrui, venni visto come Laura Palmer.

Sì, la gente malevola spettegolò sul mio conto. Al che, divenni all’unisono l’artista matto Nick Nolte di New York Stories di Scorsese ma anche la bambina dell’episodio di Coppola e mi fu detto che soffrii del complesso di Edipo come il già succitato Allen.

Sì, diedero la colpa ai miei genitori della mia anomalia, della mia difformità rispetto ai miei coetanei.

Gli adolescenti, a quell’età, sono più cretini di Nicolas Cage di Cuore selvaggio e sognano la fatina… Detta come va detta, la passerina.

La mia vita, a quei tempi, fu Inland Empire totale. Mentre i ragazzi pensarono che fossi già vecchio come Richard Farnsworth di Una storia vera, mi nascosi come Elephant Man e le ragazze, non solo già precocemente si rifecero il seno come Laura Harring, bensì ebbero anche il dubbio di essere lesbiche come Naomi Watts di Mulholland Drive.

Sì, l’adolescenza è un periodo in cui, essendo inesperti, ci si fotte da soli.

Si diviene schiavi dell’immagine che gli altri ti danno. Spesso, i ragazzi sono invidiosi. Allora, se sei Paul Atreides di Dune, per puro sfregio ti vogliono far credere di essere il pervertito Dennis Hopper di Velluto blu.

Ansimi, soffochi, non riesci a respirare e anche se, davanti a te, si mostrasse ignuda l’Isabella Rossellini dei bei tempi, la tua autostima è andata così a puttane che, allo specchio, ti vedi come Frank Silva di Twin Peaks, ovvero il fantasma di Bob.

I tuoi coetanei, non capacitandosi della tua elevatezza, tentano in ogni modo di trattarti come il mostro di Eraserhead.

Ma il Fuoco cammina con me e avvenne un miracolo inaspettato.

Adesso, Liz Berkley di Showgirls mi paga. Sì, mi dice:

– Guarda, comprendo la tua castità ma che ti frega? Non dobbiamo scopare. Voglio solo strofinarmi addosso a te.

 

Cioè, qui abbiamo ribaltato tutto.

Io lo sapevo che era meglio se fossi rimasto Dougie Jones.

Quello che fa i miracoli agli altri, al Gatto e alla Volpe, ma è indifeso e innocuo.

Ora, mi spiace dirvelo.

È per questo che Twin Peaks: Il ritorno è il più grande film, sebbene a puntate, degli ultimi vent’anni e C’era una volta a… Hollywood è una bischerata.

Perché Lynch è un genio vero, Tarantino è un paraculo.

Comunque, lunedì saranno annunciate le nomination all’Oscar ma De Niro di The Irishman, a detta degli ultimi pronostici, non sarà candidato.

È ora che lei dica cosa è successo…

Più che altro, mi pare che sia ora che tutti i cretini ammettessero la verità.

Ma non la diranno perché sono orgogliosi come i mafiosi. Se la dicessero, finirebbero tutti in carcere e butterebbero la chiave.

Allora, vivranno sino alla morte con un senso di colpa indicibile. Contenti loro, contenti tutti.

 

di Stefano Falotico

Kyle MacLachlan in a still from Twin Peaks. Photo: Suzanne Tenner/SHOWTIME

Kyle MacLachlan in a still from Twin Peaks. Photo: Suzanne Tenner/SHOWTIME

 

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Il mistero del cartoncino di Twin Peaks stagione 3: il nostro valore non serve per la Gloria, neanche per la Laur(e)a


27 Apr

 

Ecco, non l’avevo ancora aperta sino a poche ore fa. Sto parlando della confezione in cofanetto di Twin Peaks 3. Che vidi su Sky Atlantic e di cui registrai, mi pare ovvio, ogni singola puntata.

Per godermela nelle mie notti da uomo di Atlantide. Sì, in un mondo sommerso tutto mio da Joker Marino.

Purtroppo, Sky esige un abbonamento annuale abbastanza consistente e io non posso pagare un canone di questa portata ove il servizio clienti si limita appunto a qualche lynchiata. Il palinsesto ripropone sempre gli stessi film a cicli continui. Con extra di partite di uomini in mutande e il collaterale canale a luci rosse improponibile anche all’uomo delle nevi.

Così come tu, d’altronde, cambi umore un tanto al mese ma poi ritorni sintonizzato sulle stesse frequenze mentali, in un noioso, oserei dire ad libitum e allibente stato depressivo talmente monotono e monolitico da renderti un must assoluto. Più che farti santo, in tuo onore non erigeranno nessun monumento. Peraltro, non susciti nessun interesse, arrechi solo stress e dunque non ti dedicheranno neppure un attimo di tempo, un brevissimo, impercettibile momento. Ah, che godimento!

Sei già marmoreo di tuo. L’estasi vivente. Forse il buddista più deficiente. Tu non vieni scalfito non solo dallo scalpello ma neppure da una che vorrebbe s… telo.

Sei un uomo imperdibile, un appuntamento irrinunciabile per chi, ipnotizzato dal tuo stato poco catodico ma catatonico, sa che buchi lo schermo dei nervi ottici e solo quello con la tua espressione immutabile nel tempo come una Gioconda eterna, oserei dire eterea. Sì, il tuo nome echeggia nell’etere mentre gli altri fanno l’amore in prati fioriti di edere, tu rimani come eri, il domani per te non esiste e ti sei pietrificato in un’era ove forse c’eri una volta e invece ora sei di cera come il volto levigato, stolido e d’argilla indurita del grande Kyle.

L’unico uomo capace di mantenere lo stesso carisma pur interpretando tre personaggi assai diversi fra loro, ovvero l’agente Dale Cooper, uomo sempre pettinatissimo, coi capelli corti e il fascino di colui che usa solo dopobarba di qualità senza ulteriori aggiunte di emollienti, profumi e additivi chimici, un serious man dalla moralità invincibile, quindi Dougie Jones, l’uomo più sexy del mondo pur essendo ancora più tonto di Forrest Gump, l’unico capace di essere a letto più dolcemente animalesco di King Kong per Naomi Watts, e la specie d’Innominato-uomo nero delle favole, un Doppelgänger posseduto dal fantasma di Bob col bulbo di una rockstar fuori tempo massimo e un po’ di piacente pancetta da colui che forse ascolta pure Vasco Rossi. Sì, uno col pelo allo stomaco, un lupo che non perde un solo capello ma ha il vizio di essere terribilmente aggressivo e spacca a braccio di ferro i tendini dei suoi avversari come Jeff Goldblum de La mosca.

Un Popeye che divelle vertebre e bicipiti, dunque, come se nulla fosse, col giubbotto di pelle cammina a mo’ di rettile viscidissimo fra covi segreti nel suo look da Brandon Lee sui generis de Il corvo, innestato su movenze robotiche da cyborg e una faccia da culo magnifica.

Sì, un attore poliedrico, un camaleonte il nostro signor Kyle MacLachlan. In Showgirls è un guardone a pagamento, in Twin Peaks suscita, anche negli uomini più eterosessuali, immani e contagiose ammirazioni da voyeur.

Un uomo irresistibile che fa il piacione senza però dare nell’occhio. Conservando intatta la sua integerrima classe esagerata da investigatore finissimo in pulitissima giacca e cravatta ultra-stirata.

Praticamente sono io, non fosse che i miei capi d’abbigliamento non sono gli stessi indossati da Kyle. Uno che, grazie a Lynch, si può avvalere d’una costumista coi fiocchi. Sì, una sarta che saprebbe impettirlo anche regalandogli un modesto, poco vistoso papillon.

Di mio, sono cupo nel vestire, vale a dire tinta unita tendente al blu su occhi castani quasi corvini e un pizzico di alopecia androgenetica su stempiatura curata con shampoo della Coop, senza coloranti e balsami.

Jeans casual presi a caso dall’armadio, scarpe da ginnastica da meccanico dell’officina a te più vicina.

Sono spesso però imbalsamato. Un’anguilla maniaca della pulizia intima e igienica.

Sì, non ho più Sky e quindi ho dovuto dare indietro pure il decoder con tutte le puntate archiviate di Twin Peaks 3.

Così, dalla mensola ho rinvenuto il cimelio da me precedentemente acquistato della suddetta stagione.

Sin ad ora mai scartata, conservata e sigillata in un’impenetrabile, ermetica teca di plastica come un’intoccabile reliquia di San Gennaro.

Al che strappo delicatamente il cellophane e mi si para dinanzi l’abisso e ancora oltre.

Questo non è uno Steelbook e nemmeno un consueto Blu-ray.

Trattasi di un cofanetto intarsiato stra-pregiato e deluxe con tanto di tasto speciale e “proibito” per accedere alla red room misteriosa.

Con cartoncino prelibato e scotchato da rimuovere come se tu avessi svolto praticantato per vent’anni presso il miglior chirurgo del mondo. Quello più navigato.

Sì, basta una minima mossa falsa dei polpastrelli e si rovina irreversibilmente la magia. Devi avere un sangue freddo da salamandra e non devi, nella maniera più assoluta, lasciarti cogliere dal panico di una fretta cattiva consigliera.

Altrimenti, poi, il cartoncino pregevole potrebbe lacerarsi e le alette potrebbero non più ricongiungersi alla perfetta simmetria di tale cubo rettangolare con tanto di arabesco intaglio da mosaico bizantino di Ravenna.

Alla fine, ce la faccio. Adesso però mi occorre un cardiologo. La pressione è scesa al minimo storico.

Il cartoncino è rimasto, cazzo, leggermente segnato e ammaccato da tale manesca, oserei dire poco maneggevole, non tanto leggiadra mia palpata su dita appena lavate col sapone detergente anche il demone sotto la pelle di Kyle.

Sì, Cronenberg e Lynch s’intrecciano in Twin Peaks 3. Infatti, non vi è solamente la citazione di The Fly ma si va a parare anche su Starman di Carpenter.

Con tanto di “alieno” Dougie Jones che, nella scena delle slotmachine, sembra Jeff Bridges.

Sì, in casa mia è conservato uno dei capolavori più alti della Settima Arte più raffinata. Una perla impareggiabile, una bellezza ancor più magnetica della mitica G. Guida.

Sì, la Guida fu un’icona erotica delle commedie da quattro soldi un po’ pecorecce degli anni settanta.

Una Guida poco spirituale, diciamo, ah ah.

Una bionda da lasciar stecchito ogni Dorelli in tre secondi netti.

Io, nel lontano 2012, la vedevo spesso. Abita nel bolognese e, soventemente, la domenica mattina andava a far colazione alla pasticceria di Casalecchio di Reno, La Dolce Lucia.

Lei vive ancora del suo “mito”. È stata la fantasia inaudita di milioni d’italiani arrapati e ignorantissimi in quegli anni per lei d’oro…

E, per non farsi riconoscere, inforcava puntualmente, impeccabilmente occhiali da sole anche alla vigilia di Natale.

Ora, che vi posso dire?

La gente è assai suggestionabile e molto sciocca. Mi trovavo in questa pasticceria ed ecco che vidi entrare una donna. Una donna normale come tutte le altre. Non più giovanissima ma di ottimo aspetto.

Al che, udii ronzare nell’aria le voci incuriosite dei presenti… un cicaleccio di parole confuse si frastagliarono nella morbida atmosfera calorosa. Ah ah:

avete visto chi è? È la Guida.

 

Gli uomini, dall’avvocato super commendatore al buttafuori della bettola più sgarrupata, incominciarono a pasticciarla di occhiatone da leccaculo, avvicinandosi a lei in segno di riverente cortesia ruffiana da marpioni.

Porgendole baciamano che anelavano, dietro la gentilezza da cioccolatai, il mascarpone di notti ancor ribalde e gloriose con questa G… a.

Notti golose da infimi peccatori alla Se7en.

E dire che non vidi nessun uomo, fra questi, bello come Brad Pitt e nemmeno saggio come Morgan Freeman.

Uomini semmai che, dopo aver assaggiato le diplomatiche, fecero i diplomatici, sperando in una reciproca cremosità da merde diarreiche.

E poi il matto sarei io? Sarei io il Kevin Spacey di turno?

Mah, a me parve e pare una donna normalissima. Né più né meno di tante altre donne carine. Poi ha ora la sua età. Per la madonna!

Ma l’Italia è sempre stata questa. Vive di miti assurdi, ha elevato in gloria… Pozzi Moana e invece ha spellato vivo Silvio Pellico.

In Italia, se stai male, ti dicono che basta comprare un flacone di penicillina. E, che se non ce la fai, sei come Pollicino e vai di pollici giù.

Sì, a proposito di Guida e Lino Banfi, ma quale belva umena! Sono solo un cinefilo mezzo disgrazieto!

Secondo voi che dice all’orecchio la signora Laura Palmer a Kyle?

Ci sono varie opzioni:

1) Kyle, hai risolto il mistero della scatola blu di Mulholland Drive? Il tuo Dougie Jones conosce bene la Watts. Ti ha spifferato qualcosa?

2) Kyle, sono Sheryl Lee. Se non era come sempre per Lynch, vivrei come Laura Palmer dell’episodio finale. Lo sai? Stesso discorso, amico, vale per te. Se non era per David, nessuno oramai ti cagava.

3) Mi indicheresti dov’è il bagno? Non si capisce niente in questa stanza. Ci son solo tende e piastrelle. Potevano mettere un cartello, no?

4) Finita questa scena, ce la facciamo una cenetta a lume di candela? Poi mi fai tutta la ceretta, ok?

5) Con questa serie noi abbiamo ottenuto la gloria. Sinceramente però, ah, non è che ci abbiano pagato benissimo.

 

Morale della favola: nella vita è importante amare Twin Peaks.

Ma non si fanno le cose soltanto per la Gloria…

Si fanno per campare un po’ più decorosamente?

Secondo me, sì.

Insomma, che te ne fai di una Laura, no, laurea se poi non capisci non solo Twin Peaks ma nemmeno, nel 2019(!), zuccone, come ordinare tramite Internet un dvd?

 

Sì, fratelli.

Nel 2019 inoltrato, sento gente che guadagna ventimila Euro al mese e non ha mai fatto un solo acquisto tramite Amazon.

Perché non sa come si fa.

E noi vogliamo farci giudicare da gente così misera? Sono dei taccagni, avari pure nei sentimenti più gratuiti.

In verità, vi dico che sanno benissimo come si fa! Eccome! Se devono pagare una su un sito e non starò a dirvi quale, dopo tre secondi ecco che ottengono uno spogliarello in Live Webcam.

Questo per dire quante seghe, no, quanto segue.

Molta gente dice che vorrebbe comprare un mio libro, invero non ha acquistato neppure l’anteprima.

– Ah, va bene. Mica sei obbligato. Se ne sei interessato, leggilo pure. Mi farebbe piacere.

– No, lo leggerei volentieri. Non vedo l’ora. Deve essere notevole. Un’ottima lettura. Ma sono poco pratico di acquisti online.

 

 

La verità che non gliene può fregar di meno.

Ci sta. Ma poi non mi venisse a dire che Twin Peaks 3 è una boiata.

– Ti è piaciuto?

– No, non tanto.

– Ah, come mai? M’interesserebbe il tuo punto di vista.

– Guarda, in realtà non l’ho visto.

– Non avevi voglia. Ci sta.

– No, non ho tempo.

– No, non ci credo.

 

Il tempo si trova sempre.

Benvenuti cioè nel Belpaese. Ove tutti sono poeti che ambiscono a… la Gloria (come dicono a Bologna, capoluogo ameno in cui mettono l’articolo determinativo davanti ai nomi propri femminili) senza aver mai letto un libro, ove tutti sono grandi attori dopo tre buone Polaroid, dove lo sport nazionale non è il Calcio, bensì il Rugby dei pugni in faccia e delle prese per il culo.

Purissima, nobilissima commediaccia all’italiana con un tocco di feste e santi, anche sani, patroni molto padrini…

 

di Stefano Falotico

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Il Blu-ray di Twin Peaks 3


16 Mar

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Molti si stupiscono della mia vita e, ogniqualvolta cambio rotta e sperimento nuove parti della mia personalità, la gente rimane spiazzata perché pensava di avermi inquadrato e invece deve rivedere le sue posizioni.

Per questo sono lynchiano, lunatico ed esoterico, maniacale, ossessivo, pulito, igienico, asettico e poi creativo, pindarico e gioviale, giovane e vecchio, avventuroso e trascendente, onirico e pigro, melanconico e rock come le ballate dei finali di questo capolavoro immenso.

E solfeggio di voce roca nel traffico dei comuni mortali, benedicendoli perché hanno speso 80 Euro per comprare la collection de L’armata delle tenebre e probabilmente invece non compreranno questo cofanetto. Con tutto il bene che si può volere a Raimi Sam, David è di un’altra categoria, davvero folle, visionaria alla massima potenza.

Per Pasqua, nel giorno in cui il Cristo, dopo essersi fatto uomo, ascese al Cielo in redenzione e remissione dei vostri peccati, regalatevi questa “roba”. E smettetela di stronzeggiare su Instagram.

Invece che attorniarvi di fighe e figotte, anziché darvi i pizzicotti e star a mangiare solo pizze guardando le donne col pizzo (ah, ci son anche quelle col pizzetto, perché donna “baffuta” sempre piaciuta, ah ah), sparatevi un Kyle alla Falotico, che soffre di “disturbi deliranti” nel miglior stile che piace a me.

Anche perché, detta fra noi, e spargete pure la voce del Ver(b)o in giro, la realtà è quella che ci costruiamo noi. Lasciamo che i politici si scannino e vestano impettiti, perché ho sempre preferito i “pazzi” agli imbalsamati.

Andate in pace.

 

“Vampires” – Recensione


23 Oct


Vamp
-“(t)iro” messicano

Fra tutti i miracoli viventi, scaturiti in mezzo alla “malvivente” e omertosa America, un Esso vive di “regione” carpenteriana. John Howard, classe, e che classe… 1948, un anno in più di mio padre, che veste, soprattutto dentro, dello stesso abito che non è monaco. E non lo fa(i) fesso.

Mio padre indossa jeans-western col cinturon “a palle”, qualche volta è palloso, straparla a iosa, invertendo la sua tendenza giovanile al viversi solo dell'”animistico”.
Oggi, pare un “animale”, la pensione ha rinnovato la brada, luciferina “morte” rinata nella libertà dalle impellenze della “pelle” in giacca e cravatta. Va a letto presto, come Eastwood De Niro di Sergio Leone, perché alla mattina dev’esser già guardingo e reattivo come Al Pacino. Quando si sveglia di prima alba, si rade ogni “grammo” delle guance di tanti suoi guanciali non più sognanti ma veri perché disillusi da uno sporco Mondo, lacera la lametta per “sghignazzare” allo specchio contro i lerci, e poi tossisce, nervoso e di gola nervica. Si “rassetta”, si “reset-ta”, va in cucina, mescola il caffè nelle papille, controlla lo stato erogeno del “cavallo” dei pantaloni, e poi scorazza per la metropoli, adocchiando le donne sposate a cui “lo” appaierebbe volentieri di corna da “montone”. Come quei “teschi” che penzolan a mo’ di “cornice” sulle pareti dei cacciatori del Nebraska.

Mio padre è un grande, perché desidera solo la mia felicità e non m’incita alle ambizioni che non serviranno al “cazzo”. Infatti, s’è sempre prodigato per educarmi al giusto “menefreghismo” affinché me “le” sfreg(i)assi di godimento dei “quintali di coglioni miei.”
L’altra sera m’ha pure consigliato questo: – Guarda, a me non interessa la fottuta Laurea, ti condurrà solo al suicidio annunciato. La vita è una, unica e bisogna godersele, finché si può arraffare e “arruffare”. Questo è il segreto. Per quanto (non) mi “riguarda”, puoi anche aprire una casa d’appuntamenti, con l’intestazione di tale “evidenziatore”, “La casa dell’orrore del maschio in calore”.

Ecco, mio padre è uguale a Carpenter. Si ficca dentro l’autoradio, come James Woods di Videodrome e si “sballa”… a tutto volume, grattandosi finché c’è “benzina”.
Dando fuoco a tutte le oscenità di chi non dice la verità. Punta un sempliciotto e gli porge un “Vivi pure come ti pare, tanto arriverai a spararti”.

Vampires è un capolavoro incompreso.
D’apice sopraffino. Alla sua uscita, diedero a John del “rincoglionito”. Ecco, rincoglionito sarà quel critico che, anziché “zuccherare” la moglie di “filato”, riempie la carta igienica, “stampata”, della sua gastrite.

Già la scelta del casting vale l’applauso. Sì, John “ripesca” il James Woods più “cocainomane” del suo “esagerare” di cazzate, e gli “cuce” un ruolo da “cardiopalmissima”. Bello magro, rude, ruvido, un “ciarlatano” religiosamente “nietzschiano”, anche se “lavora” per il Vaticano.

Poi, il peggiore della famiglia Baldwin, Daniel. Un grassottello porcello che, appena vede l’icona di David Lynch, Sheryl Lee mai così “ignuda”, aspetta l’attimo “propizio” per stimolare il suo “prepuzio”, legandola a letto e “sadisticamente” umiliandola a “colpo d’occhio”.

James Woods è Jack Crow, proprio il corvo. La sua “missione” è scovare i vampiri ancora vivi e ammazzarli. E se non basta il paletto, bisogna bruciarli vivi.

Però, fra questi non morti rammolliti, ne spunta uno.. dalle tenebre. Fortissimo, una maledizione di Dio, l’incubo peggiore d’ogni casalingua che “confeziona” i “budini”. Il suo nome valoroso è Valek, e sbudella tutti. Scopandosele da matti.
Un highlander.

Stavolta, sarà davvero durissima.

Ma James Woods è tosto come mio padre. A costo di macerarsi, stai pur tranquillo, scommettici… che ti macellerà.

Il film finisce appunto nel “carnaio”. Con tanto di prete “impotente” che si beccherà la “sacra unzione” di James. Con battutella satirica a completare la “goliardia”.

Il vampiro è stato inculato a sangue!

(Stefano Falotico)

 

Genius-Pop

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