Posts Tagged ‘Shark Tale’

Tutto l’encomiabile egoismo di Robert De Niro, attore mirabile che, malato di egotismo, è tale e quale al Falotico


23 Feb

Robert+De+Niro+92nd+Annual+Academy+Awards+7PvctyHr3rNl

Vi consiglio il mio libro su Bob De Niro, intitolato Robert De Niro, l’intoccabile. Lo trovate in Amazon-Kindle e in cartaceo sulle maggiori catene librarie online. Ricevette critiche assai lusinghiere anche se andrebbe ora aggiornato.

Solo pochi eletti possono amare davvero De Niro ed essere perfino meglio di lui

De Niro fu ospite, qualche settimana fa, anzi, mesi oramai addietro, del/al programma di Stephen Colbert. Ad Aprile dello scorso anno?

Alla domanda del conduttore rivolta a Bob in merito al miglior attore col quale Bob ha/avesse mai lavorato, Bob rispose me stesso.

Con ironica sfacciataggine ed ego incommensurabili assai lodevoli, si autoincensò, pur ammettendo onestamente la verità, indiscutibilmente. Inoppugnabile. Almeno opinabile da Al Pacino o Jack Nicholson, forse persino da Dustin Hoffman.

Il miglior attore del mondo, età permettendo e troppe scelte professionali sbagliate nelle ultime due decadi, è infatti lui stesso, Bob. Compresi gli altri tre appena menzionativi. Appartenenti alla rivoluzionaria, epocale New Hollywood.

Personaggio schivo, un tempo gelosissimo della sua privacy.

Uno dei pochissimi attori che, al Festival di Venezia, durante la presentazione di Shark Tale non si fermò a firmare gli autografi. Disdegnando, con arroganza indicibile, la gente (da lui probabilmente reputata ignobile plebaglia) assiepata dietro le transenne per poter ammirar dal vivo, per l’appunto, il più grande attore vivente.

Daniel Day-Lewis non è il più grande ed è inutile che sghignazzi dall’alto dei suoi tuttora imbattuti tre Oscar all’attivo come Best Actor.

De Niro, quest’anno, non fu candidato per The Irishman ma ugualmente si presentò, in prima linea anche se non in prima fila, alla cerimonia degli Academy Awards. In quanto nominato come produttore.

De Niro si recò alla manifestazione degli Oscar solamente quando vinse la statuetta per Toro scatenato.

Tutte le altre volte, invece, disertò sorprendentemente.

Anche nell’anno in cui vinse come miglior attore non protagonista per Il padrino – Parte II.

Poiché convinto che non avrebbe vinto.

Soltanto qualche anno fa, sì, l’eccezione che conferma la sua regola, presenziò alla suddetta kermesse.

Sicurissimo, infatti, che avrebbe trionfato per Il lato positivo. Perse, sconfitto invece in extremis da Christoph Waltz di Django Unchained. Quest’ultimo, infatti, dato come sfavorito sino alla vigilia. De Niro emise un indistinto lamento silenziosissimo, porgendoci una sottile, sardonica smorfia di disappunto, dissimulando l’amarezza dietro il suo proverbiale ed emblematico stile falsamente strafottente. Applaudendo Waltz con delicato aplomb che non dà e diede nell’occhio.

De Niro doveva girare Honeymoon with Harry per la regia, all’epoca, del compianto Jonathan Demme.

Ma non fu soddisfatto delle revisioni apportate alla sceneggiatura originale di Paul Haggis. Pretendendo che la sua parte fosse scritta meglio e più finemente.

Litigò con Mike Nichols, sul set dell’irrealizzato Bogart Slept Here, non chiedendo scusa alla produzione e al regista stesso. Anzi, pagando la clausola rescissoria del contratto a cui non mantenne fede, fregandosene adorabilmente delle conseguenze che tale trasgressiva scelta avrebbe potuto avere nefastamente sulla sua carriera già comunque assai promettente.

Abbandonò Mel Gibson e Martin Campbell, fottendosene di Edge of Darkness. Più avanti, in questo pezzo, ve ne parlerò di maggiori dettagli. Puro De Niro Fuori controllo a sbattersene dei precedenti, sottoscritti presi accordi irrinunciabili a meno che, se foste attori normali e non leggende, non si voglia passare per persone denunciabili.

Poiché Bob si può permettere di sfanculare a destra e a manca. Ridendosela sotto i baffi e allisciandosi la barba da Jacknife.

Il suo carisma e la sua rispettabilità non ne risentirono né ne risentono o risentiranno affatto. Anzi, cresce ancora di più maggiormente il suo mito perennemente intatto da interprete monstre inaudito.

Da nessuno Bob viene scalfito, è come un impermeabile che, in virtù del suo innato carisma e della sua forza ipnotica, permea il Cinema di un non so che di magico e magnifico.

Insomma, è come il Falotico.

Indubbiamente, il più grande uomo della storia. Magari… Anche perché, va detto, nessuno fu, è e mai sarà uguale a me poiché io so essere perfino più bravo di De Niro, non solo a imitarlo.

Voi, al massimo, potete scimmiottarmi e invidiarmi, calunniarmi o tentare pateticamente di boicottarmi.

Vi guardo in faccia e vi porgo una smorfia deniriana come per dirvi e retoricamente chiedervi: You Talkin’ to Me?

Sono Ernest Hemingway/Corey Stoll di Midnight in Paris. O fu F. Scott Fitzgerald/Tom Hiddleston?

Colui, comunque, che afferma/ò di essere il più grande scrittore del mondo, cioè me stesso. Sì, parimenti ad Ernest, in mio stile alla Woody Allen, non leggo i libri dei grandi scrittori poiché sono invidioso. Anzi, li leggo eccome ma li stronco senza pietà perché sono stupendi. Eppure, anche se molti di questi scrittori furono indubbiamente più bravi di me, sono morti e posso quindi sputtanarli a sangue e a morte.

Ah ah. Insomma, De Niro disse il vero assoluto. Anzi, come si suol dire… ridendo e scherzando enunciò la palese verità visibile. Per quanto mi riguarda, una donna molto bella viene corteggiata da me in modo sfrontato. Io arrivo subito al sodo, senza girarvi attorno. Senza inutili panegirici e rose rosse, cioè senza leccate di culo. Cioè, le dico immantinente che vorrei lecc… la ardentemente.

Al che lei, falsamente scandalizzata e stizzita:

– Ehi, porco! Sei impazzito? Chi credi di essere per porti così? L’uomo più bello del mondo?

 

Io, con nonchalance da Buddy Love de Le folli notti del dottor Jerryll, mi aggiusto il ciuffo delicatamente, ammiccandole dolcemente. Dunque sussurrandole tanto svergognatamente quanto furbescamente:

– Perché, bellissima donna, vorrebbe forse obiettare in merito al fatto che non sia oggettivamente l’uomo più bello del mondo? Se vuole farlo, si accomodi pure. Poi però, giunta a novant’anni, in punto di morte, non abbia rimpianti. Allora, che faccio? La lascio qui sola soletta a guardare alla tv l’ultima puntata di Uomini e donne? Sì, faccio così. Ora, tolgo il disturbo. Vado a fare un giro. Tornerò da lei per il digestivo.

 

Sì, sono diventato pure identico a De Niro di New York, New York. Volete trombarmi col sassofono o picchiarmi con dei sassi? Fate voi.

Avrei visto benissimo invece Bob nella parte andata a Ray Winstone che, come sopra detto, rimpiazzò De Niro a riprese in corso del film Fuori controllo

Jedburgh, questo è il nome del personaggio. Un uomo mellifluo e sulfureo che, in piena notte, davanti proprio a un falò (ah ah), rivelò a Craven/Gibson la verità atroce sulla morte di sua figlia.

Gibson infatti, convintosi oramai che si fosse trattato di una tragedia casuale, dimenticò ingenuamente la cosiddetta “causale”.

Sì, fu Jack Huston, nel ruolo del gran bastardo Jack Bennett, a ordire quello che fu, senza se e senza, uno stupido complotto invero letale. Che maiale…

Winstone illuminò Gibson durante una fredda serata invernale.

Di mio, posso dire, come già in passato senza colpa alcuna ammisi e così come con enorme schiettezza per l’appunto incolpevole dichiarai innocentemente, che al sopraggiungere della mia prima, davvero perturbante adolescenza a nascere, mentre i miei coetanei, già corrotti e imputriditi nell’animo, trascorsero le loro giornate in modo porcellesco e viscido, accontentando apparentemente i genitori, fingendo di studiare diligentemente per farli felici e contenti, in realtà fumando solamente da mattina a sera delle gran canne, ecco, di mio tutto cannai.

Preferii nobilmente estraniarmi da quasi tutti gli adolescenti infami e di quella cosa… assai luridamente affamati.

Al che, la mia notevolissima trascendenza esistenziale fu erroneamente, anzi, orridamente equivocata e scambiata per fobia sociale. Addirittura fui tacciato, alla pari di De Niro in Taxi Driver, di essere quasi un ragazzo pericoloso in quanto troppo nudo e crudo al naturale senza bisogno di maschere pirandelliane.

Debbo ammettere anche, indubbiamente, che la mia mirabile altezza quasi nobiliare fu presa per superbia insopportabile. E di conseguenza, non leccando io il culo a nessuno, cioè non accattivandomi le simpatie della frivola socialità più carnascialesca e onestamente bestiale, molti haters mi (mal)trattarono, ripudiandomi, disprezzandomi ma soprattutto disegnandomi a loro immagine e somiglianza. Dunque, assai male, essendo loro per l’appunto avvezzi già alle viziosità più capricciose e belluine, più (da) fighette e da mezze calzette che se la tirarono da presto arrivati… a enormi vertici mondiali.

Fui infatti descritto come il mostro di Eraserhead e dissero che mio padre non seppe educarmi poiché fu ed è, peggio di me, tonto e di mente malato. Di mio so che è laureato.

Di mio so che mio padre svolse anche un lavoro assai rispettabile e non passò le giornate nel negozio Bazar Affari. A differenza di un pagliaccio miserabile che agli amici disse di essere un giornalista pubblicista quando in verità fu solo un dottor Balanzone dalla vita molto piccola e assai poco invidiabile.

Quando ebbi l’ardire di ribellarmi a questo squallido gioco perpetratomi in maniera ferina, efferata e caudina, la mia situazione addirittura io stesso peggiorai.

Poiché la villania di queste persone piccine e malvagie ebbe il coraggio di pronunciare, dalle loro bocche fetide e infide, parole ancora più mostruose e abominevoli. Mi fu detto, infatti, che mi credetti Robert De Niro quando invece mi sarei dovuto guardare allo specchio e prendere coscienza d’essere solamente un poveretto. Anzi, quasi un ignominioso e indignitoso pervertito. Furono inviate missive gravissime, sotto falsi profili, alle ragazze che all’epoca frequentai. Certa gente inventò altre calunnie persino su costoro. Dicendo che furono prostitute da me pagate affinché mi potessi filmare e fotografare con loro. Oppure che, per compassione, da tali unti e bisunti, cornuti diffamatori presunta, avessi elemosinato per autocommiserazione un po’ di momentanea passione. Insomma, fu combinato un terrificante casino da queste brave personcine così a modo, educate, gentili e carine. Sarebbe bastato ammettere, con estrema onestà, che raramente nasce uno come Bob De Niro. Un uomo capace di ascoltare sia Levante con Tikibombom che Ghali con Boogieman. Come Eric Draven/Brandon Lee de Il corvo so che non può piovere per sempre. Così come so che molti di voi, nonostante abbiate cinquant’anni suonati, non capite questo ritornello:

spegni queste nuvole ché lei si bagna più di me.

 

Ora, amici, s’è fatto tardi. Ho da scrivere altre recensioni, ho da scrivere altri libri, ho da recitare altri pazzi, no, pezzi.

Devo farmi il culo…

Ma, nel frattempo, come sfondo… no, sottofondo…

Mettiamo su Dua Lipa?

E ricordate…

Come dice il grande Max Cady:

– Te la sei goduta la colazione?

 

Al che, con molto ritardo, il mio calunniatore si ferma assieme ai suoi amici in uno spiazzo e si sente come Al Pacino di Heat. E grida:

– What are they looking?

 

 

Sì, penso che Neil McCauley/De Niro non sia più molto solo. Sebbene rimanga un lupo solitario? No, un tipo solitario.

Questo mio scritto è dedicato a tutti i ragazzi che, lungo il loro percorso, incontrarono, incontrano e incontreranno dei volponi coi cervelli piccolo che non calcolarono, essendo molto limitati, che McCauley, a costo di perdere l’amore della sua vita, non dimenticò né dimenticherà mai i William Fitchner di turno e soprattutto chi fu ed è ancora (il) Viscido.

Ma, a parte gli scherzi, no, non sono vendicativo ma ho finito di frequentare gli stupidi e di stare dietro ai loro fuorvianti condizionamenti da stolti. Sinceramente, non ho più l’età per affiancarmi a una banda di scalcagnati che, ancora fermi ai tempi del liceo, dividono le persone fra sfigati e perdenti contro vincenti, cazzuti e saccenti, forse i più deficienti. Ho il festival di Cannes che mi aspetta. Se siete degli incapaci, rivolgetevi ai migliori assistenti… Non ho più un solo minuto da perdere coi disgraziati, gli invidiosi e i dementi.

In fede,

Bob, famosissimo per essere il più grande… stronzo

87145230_861398557615033_134891105857568768_n

 



di Stefano Falotico

 

Robert De Niro sarà a Roma per THE IRISHMAN di Scorsese?


19 Oct

jolie maleficent

after exileChi vivrà, come si suol dire, vedrà.

Io lo vedrò?

Io già vidi il mio idolo dal vivo. Sì, quando al Festival di Venezia di molti anni or sono, presentò in Piazza San Marco, sì, non al Lido, Shark Tale. Sì, il cartone animato in cui diede la voce allo squalo Don Lino.

Avete capito la Sala Perla? No, la chicca? De Niro che fu premio Oscar per la sua interpretazione del padrino socialmente squalo Don Vito.

Vito Andolini. Lini non è il plurale di Lino, diminutivo del nome del mio godfather? No, padre e basta, Pasquale. Pasquale è assonante a squalo. Ah ah.

So ch’è una battuta squallida ma mio padre amò gli Squallor.

In questo film persino Scorsese MARTINO doppiò un pesciolone nella parte di Sykes.

Alla prima veneziana, furono presenti anche Will Smith e Jolie Angelina.

Angelina è il nomignolo che i condomini del mio palazzo hanno da tempo immemorabile affibbiato alla mia vicina di casa, la signora Angela. Una donna forse non del tutto angelica che, però, da giovane, nonostante frequentò un collegio per diventare suora, si dice che fosse anche sexy come Angelina.

Mah…

Oggi come oggi, Angela è diventata la strega di Maleficent. Ah ah.

Sì, brava donna, per carità, anche troppo. Tant’è che, non avendo mai un cazzo da fare, se non rosolare le salsicce, fa la spiona, spettegolando a tutt’andare sugli altri abitanti dello stabile.

Ogni giorno allestisce fantasie da fiabe nerissime sui condomini. Di me va a dire che io sia Brad Pitt.

Sì, ha grande stima nei miei riguardi. Come? Non è un’offesa paragonarmi a Brad Pitt? Dovrei esserne lusingato?

Macché. Lei sostiene che sia Brad Pitt de L’esercito delle 12 scimmie e de Il curioso caso di Benjamin Button.

Non è proprio bellissimo… ah ah.

Ma me ne sbatto. Tanto Angela ha poca voce in capitolo a Hollywood. Il sabato sera, difatti, frequenta il circolo del cucito delle dodici sceme.

Undici babbione che cercano sempre l’ago nel pagliaio. Ho detto tutto.

Su una ragazza gnocchissima, di cui già vi accennai, ora andata ad abitare col suo compagno, disse che, anziché essere un’avvocatessa, quale è effettivamente, fosse sempre in tribunale perché i suoi clienti volevano il rimborso degli scontrini fiscali che, a detta di Angela, questa ragazza rilasciava dopo averli invitati nel suo appartamentino.

Cioè, in poche parole, andava a dire a tutti che era una baby girl. Anzi, peggio. Le diede l’appellativo di mangiatrice di uomini come Angelina Jolie de La leggenda di Beowulf.

Donna in-stabile, come si suol dire, ah ah. Che forse cucina le salsicce bolognesi poiché, da parecchio tempo, non mangia la carne cruda di suo marito. Ah ah.

Torniamo comunque a De Niro.

Sì, è un bello stronzo come il suo personaggio di Murray Franklin di Joker.

Non caga i suoi ammiratori, un po’ come fa Jerry Lewis/Langford nei confronti di De Niro stesso nei panni di Rupert Pupkin di Re per una notte.

Nella mia vita da Arthur Fleck, eh già, vidi molti attori. Pressoché tutti si fermarono a firmare gli autografi.

L’unico che non si fermò fu De Niro. Troppo intento ad ammirare la Jolie. Tant’è che, due anni dopo, Shark Tale, la ficcò… in The Good Shepherd. Ho detto tutto.

Secondo me, De Niro non sarà a Roma. Malgrado pochi giorni fa sia stato a Londra, a quanto pare lunedì inizierà le riprese di After Exile.

Be’, però se non ci sarà Don Lino/De Niro, ci sarà suo padre, ovvero Michael Corleone/Al Pacino?

Bene, su questa stronzata vi auguro la buonanotte, sperando che non incontriate a quest’ora la signora del male ma la signora del p… e, no, volevo dire del bene.

Ché è la stessa coscia, no, cosa.

Sapete qual è uno dei migliori amici di Bob De Niro?

Ma come?

Vi do un aiutino. Se De Niro fu Don Lino, quindi uno squalo ma anche Toro scatenato, ovviamente la risposta esatta è Pesci, Joe Pesci.

Ora, concluderò così.

Dovete sapere che la mia prima ragazza era bionda come Gwyneth Paltrow.

Finì quasi in tragedia per colpa di uno stalker invidioso come Kevin Spacey di Seven.
Però, a differenza di quello che sostiene Angela, sono un angelo e perdonai questo criminale mai visto.

Infatti, fu un vigliacco e agì dietro un profilo anonimo.

Un demente che, non potendosi permettere di andare al Festival di Roma, andò e va ancora a dire in giro che io soffra di schizofrenia delirante e complottista come la povera Angelina Jolie di Changeling.
Peccato però che io non sia John Malkovich di Nel centro del mirino, bensì questo:

 

malkovich changeling

Questa, amico bello, si chiama figura di merda.

Mi spiace averti deluso.

Ma, guardate, sono un uomo magnanimo. Gli manderò un video con tanto di bacino con Al Pacino.

 

WILL SMITH is the voice of Oscar; JACK BLACK is the voice of Lenny; MARTIN SCORSESE is the voice of Sykes; ROBERT DE NIRO is the voice of Don Lino; DOUG E. DOUG and ZIGGY MARLEY are the voices of Bernie and Ernie; MICHAEL IMPERIOLI is the voice of Frankie; ANGELINA JOLIE is the voice of Lola; and RENEE ZELLWEGER is the voice of Angie in DreamWorks Pictures' animated comedy SHARK TALE.  Quality: Original. Photo:Courtesy of DreamWorks Pictures. Copyright: TM & © 2003 DREAMWORKS LLC.

WILL SMITH is the voice of Oscar; JACK BLACK is the voice of Lenny; MARTIN SCORSESE is the voice of Sykes; ROBERT DE NIRO is the voice of Don Lino; DOUG E. DOUG and ZIGGY MARLEY are the voices of Bernie and Ernie; MICHAEL IMPERIOLI is the voice of Frankie; ANGELINA JOLIE is the voice of Lola; and RENEE ZELLWEGER is the voice of Angie in DreamWorks Pictures’ animated comedy SHARK TALE.
Quality: Original. Photo:Courtesy of DreamWorks Pictures. Copyright: TM & © 2003 DREAMWORKS LLC.

di Stefano Falotico

Lezioni di moralismo di un uomo che vive nell’acquario della vostra acqua “alla gola”


05 Oct
Pictured: Flanked by a disguised Lenny (JACK BLACK, left) and his new manager Sykes (MARTIN SCORSESE, right), Oscar (WILL SMITH) tells the sharks just how it?s going to be in DreamWorks Animation?s computer-animated comedy SHARK TALE.

Pictured: Flanked by a disguised Lenny (JACK BLACK, left) and his new manager Sykes (MARTIN SCORSESE, right), Oscar (WILL SMITH) tells the sharks just how it?s going to be in DreamWorks Animation?s computer-animated comedy SHARK TALE.

Sì, sono un pesce che fa gola a molte donne, che vorrebbero papparmi. Ma io mi nutro del mio mangime, e solitario striscio nel plancton. Si sa, queste donne si affidano sempre al pianto. Piangono in continuazione, una mestruazione vivente che sputa rabbie inesauste. In questa “sanguinazione”, fra un’ira e un amante a cui non tira, s’ingozzano di pasticche per l’ansia e di pasticcini per la panza. Mentre il marito “bellamente” le cornifica con una matricola universitaria, a cui ha da offrire la sua “saggezza” a base di contentini per far sì che lei gliela possa appoggiare, spolverandoglielo in modo nietzschiano. Sono “super” uomini, si capisce… Sì, un gran casino, e la gente non ci sta dentro. I soliti stronzi te lo metton nel didietro e le donne racchie, avendo capito che non possono farsi mantenere, abbandonando le residue, innate “ambizioni” da zoccole, per crearsi un lavoro “intellettuale”. In quest’intellettualismo finto, sofferente, patente frustrazioni inaudite, si risollevano con qualche film di Woody Allen e cantano a squarciagola quando i figli sono assenti e si stanno “giustificando” con una tamarra che soffre invece di troppa “disposizione” all’ardore “ingenuo” di colei che ha da farsi eppur tanti se ne fa. Crescerà, dopo tanti cazzi vari, duri, s’indurirà. Per forza… Sono troppo duro? Va benissimo.

Sì, le donne hanno questa natura “equipollente”. Le più polle si fanno mantenere dall’assistenza sociale, dopo essersi specializzate nell’astinenza sessuale, per via del “fallo” che nessuno sa accontentarle, e vanno “su” di morale con della droga che le distrae dalla preoccupazione di pagar la bolletta dell’aver staccato la spin(t)a. Come già detto, invece implicitamente, e ora lo ridico, “esplicitandole”, ci sono poi le zoccole “pure”, invero quasi tutte, che imbruttiscono e capiscono di non emanare più “fascino”, al che si danno a buone letture, visto che non sono più bone. Son sempre depresse e si fan di compresse, mentre i loro compagni, da un lavoro egualmente alienante compressi, sbraitano con la birra in mano davanti a una partita di Calcio, “movimentandosi” coi “fuori giochi” delle loro relazioni “extra”. Insomma, vanno completamente a puttane.

Siate morali finché potete, non giudicate prima di non aver saputo la verità.

Io invece la so, quindi giudico e il dito punto, il dito che va messo fra moglie e marito. Ah ah.

Non mi faranno santo, ma sicuramente me la godrò.

Come mai il figlio di Clint Eastwood assomiglia a Hugh Jackman, invece quello di Bob De Niro è autistico?

Lo sapranno le donne. Questione di geni. Io invece sono un genio alato, giammai malato, ah ah, sì, l’uccello… del pesciolone “galleggiante”.

Fidatevi, non sono né uno squalo e neanche uno squallido. Dico quello che pen(s)o. Pene, pene.

Suvvia, scherzate finché potete. Poi diverrete impotenti e non sarete più schizzati! Schizzate, dai dai. Ah ah.

Se avete preso questo mio scritto seriamente, indubbiamente siete delle zoccole. “Prendetelo” e basta. Ah ah. Senza pesantezza, con leggerezza. In modo delicato e molto toccato, ah ah.

Non sono un tocco, forse sono un tonno. Al sapore di mare, sapore di miele.

Che buffone che sono. Ma un buffone che “la” sa lunga. Che lingua! Linguine allo scoglio per me, l’inguine allo scolo per chi troppo (br)ama lo “scolar” la cozza di tua sorella. Una “scolara” che ama tutti gli scolar’!
Comunque, non ho mai capito la differenza tra una faccia di cazzo e una faccia di culo.

DKluuknV4AA3D-uucl06

 

di Stefano Falotico

 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)