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Festival di Cannes: provocazioni? Il finto scandalo di quel “cretino” di Verhoeven con Benedetta, Sean Penn boomer oramai alla frutta, a Venezia vi fu Persécution di Patrice Chéreau, Charlotte Gainsbourg e ho detto tutto…


11 Jul

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Virginie+Efira+Dior+Dinner+74th+Annual+Cannes+qaauIM68kgNxA quanto pare, pur non trovandomi io alla Croisette, neppure alla montée des marches, non trovandomi però neanche alla Montagnola, famoso ritrovo serale di pusher e drogati del bolognese, pur non essendo Nick Nolte/Montagnet di Triplo gioco – The Good Thief, remake di Neil Jordan del capolavoro polar Bob il giocatore di Jean-Pierre Melville, quest’ultimo da non confondere con Herman Melville, autore letterario di Moby Dick, Triplo gioco a sua volta da non confondere con l’omonimo film di Peter Medak, in originale Romeo is Bleeding, con un Gary Oldman più strafatto del suo Norman Stansfield di Léon di Luc Besson con Jean Reno che non guida una Renault ma, in Costa Azzurra e a Parigi, in BMW girò Ronin con De Nirò (no, l’accento francese non ci sta, ah ah)… De Niro che, con Besson, filmò Cose nostre – Malavita in Normandia, più precisamente a Verneuil-sur-Avre, non molto distante da Mont Saint-Michel, film nel quale vi è Pfeiffer Michelle… oddio, a Cannes è passato Stillwater (famoso fenomeno de La Mer di Charles Trenet, no, umano e à la Il principe delle maree, ah ah) con Matt Damon e Camille Cottin, la quale forse, in House of Gucci, abiterà a Roma in una maison antica piena di pietre preziose studiate dall’ex geologo e orologiaio, no mineralogista Pierre Louis Antoine Cordie. Villa ove pedagogizzerà i figli secondo i metodi di Pierre de Coubertin, profumandosi di Chanel Preston, no, Chanel n.5 oppure sfilando tutta odorabile in passerona, no, passerella da prêt-à-porter di Jean Paul Gaultier…

Dai, basta coi baci alla francese. Date i baci Perugina anche al pan di Spagna con tanto di zuppa inglese pure alle portoghesi che amano la Marsigliese per una vera rivoluzione non francese, bensì sessuale, mai avvenuta col 69, no, col ‘68, mai attuatasi concretamente con Robespierre.

E che sono queste P.R,? Cosa? Sono esperte di pub. iche relazioni?

Ci vuole Liberté, égalité, fraternité così come insegnò Marlon Brando a Maria Schneider in The Last Tanga, no, Tango in Paris. Evviva The Dreamers di “Bernarda” Eva Green, no, di Bertolucci Bernaldo.

A Cannes stanno passando porcate a non finire.

Paul Verhoeven, dopo averci regalato RoboCop (grande film ma non un capolavoro) e Atto di forza, dopo aver visualizzato il sogno di ogni uomo virile alla Michael Douglas (un pover’uomo, comunque, stalkerizzato sia in Attrazione fatale sia in Rivelazioni), mostrandoci quella di Sharon Stone in Basic Instinct e quella di Liz Hurley, no, della Berkley in Showgirls (stronzata oggi considerata bellissima, dai, su), dopo aver usato la più bella controfigura mai vista per Jeanne Tripplehorn, dopo averci deliziato con Elle, interpretato da Isabelle Huppert, adesso c’ha ammorbato con Virginie Efira. Anche lei già presente in Elle. E da tempo immemorabile poco vergine. Ma quale Virginie e virginale! Ve lo dico subito. Se non siete stati fra quelli presenti a Cannes per l’anteprima di Benedetta, non vi siete persi nulla. Basta che noleggiate Un amour impossible e Tutti gli uomini di Victoria e capirete che Virginie è quasi Nymphomaniac come Charlotte Gainsbourg. Vera donna da Antichrist, ah ah.

Nell’appena eccitatovi, no, succitato film di quel cazzone di Lars von Trier, la Gainsbourg sembra Chanel Preston e Liza Del Sierra (oramai ritiratasi ma li tirava) nei film di blacked.com. E ho detto tutto. La Gainsbourg, alla pari della madre, Jane Birkin (birichina, eh eh), è specializzata in scene da Chloë Stevens Sevigny (è nata negli Stati Uniti) di Brown Bunny. Ove Vincent, non Cassel, fa un po’ troppo il Gallo.

La Gainsbourg, nonostante si sia data… molto, ha girato un solo capolavoro, cioè Persécution di Patrice Chéreau.

Detto questo, Sean Penn, oramai idiot savant totale, dopo averci ammaliato con le prime quattro sue opere da regista, dopo aver rovinato Jean Reno (un missionario poco pratico della missionaria) nella pellicola Il tuo ultimo sguardo, dopo essersi recentemente sposato con una ragazzina divina che ha quasi la stessa età della figlia, cioè Leila George, dopo essere stato assieme all’unica donna decente (Robin Wright) del suo curriculum da tro… ne, tombeur de femmes della Madonna (cioè, la Ciccone), cioè dopo aver avuto indicibili flirt con topone però che fanno rima con zoc… one, in Flag Day recita la parte di un padre pieno di sensi di colpa da coglione. Certamente, è credibile quasi quanto Jack Nicholson di 3 giorni per la verità quando vuole farsi perdonare da Anjelica Huston. E ho detto tutto un’altra volta.

Ora, la donna francese col più bel lato b non è Laetitia Casta, bensì Charlotte. Chi? La Gainsbourg? No, Charlotte Le Bon. Ah, per forza, a Bologna direbbero a mo’ di Stefano Accorsi: socmel se l’è bona. Maxibon! Ah ah. Comunque, Le Bon è canadese. Ah ah.

Presto, concorrerà a Cannes anche Nanni Moretti. Il quale, dopo Caos calmo con Isabella Ferrari, è credibile nei panni di un uomo “duro” che non tradisce mai le istanze della personalità da Tre piani, eh già, quasi quanto Michael Rooker del suo odiatissimo, in Caro diario, Henry…

Che posso dirvi di me? Credo che Shannon Tweed abbia tradito Gene Simmons nel film Singapore Sling. Penso di essere, anzi sono David Wissak di Twentynine Palms per la regia di Bruno Dumont. Con l’unica differenza che la mia lei è molto più bella di Yekaterina Golubeva. Povera la Yekaterina. Russa e morta alla sola età di 44 anni a Parigi.

Comunque, la dovreste finire anche col Cinema del polacco Andrzej Żuławski. Uomo da Femme publique come Valérie Kaprisky, uomo da Sophie Marceau de Il tempo delle mele, no, di Mes nuits sont plus belles que vos jours & Amour braque – Amore balordo.

Sapete, pur non essendo io bisessuale e non soffrendo di AIDS, adoravo il film Notti selvagge (Les nuits fauves) di e con Cyril Collard e Romane Bohringer. La donna dal seno più bello di sempre.

Quindi, se l’Italia vincerà contro l’Inghilterra, non voglio nessun Margheritoni/Andrea Roncato che, a Isabel Russinova, cantò Toto Cutugno. Buongiorno Italia, buongiorno Maria con gli occhi pieni di malinconia…

Basta con gli italiani medi. Vogliamo un genius vero. Qualcosa di veramente spaventoso. Io sono un autarchico, non Moretti! Sino a qualche anno fa era impensabile poter girare un film da Lav Diaz con un cellulare Samsung di 140 Euro. Oggi, si può girare un film di 140 ore. Migliore di Femme Fatale di Brian De Palma e con un piano sequenza più spettacolare dell’incipit de Il falò delle vanità. Anche perché, a proposito di Ronin, credo di essere l’unico uomo del 2021 a sapere chi sia, cari cinefili da mercato ortofrutticolo, John Frankenheimer. Uno dei più grandi registi di tutti i tempi. Vi dovete solo vergognare. E voi, voi che dite che Verhoeven è un genio come David Cronenberg. Per piacere, basta! Mi ha fatto morire Francesco Alò, Ha definito Benedetta un Giovannona Coscialunga alla Ken Russell. Detto questo, a Leos Carax, preferisco Lilli Carati. Uh uh.

Ebbene, cari gobbi di Notre Dame, no, uomini Klaus Kinski di Per qualche dollaro in più, cari pervertiti come Gian Maria Volonté in tale film, (Volonté non è francese, ah ah) ché violentate perfino donne purissime come Nastassja, oltre ad andare con bagasce come Deborah Caprioglio, se qualche stronzo vuole distruggervi, arrivo io e dico:

Sei stato poco attento, vecchio. Colonnello, prova con questa. Indio, tu il gioco lo conosci.

Mi sa che conoscete poco il Cinema, poco gli uomini e le donne, avete letto pure pochi libri e siete moscissimi.

Ricordate: sono il più grande artista del mondo, non abito a Montmartre ma sono il re dei martiri. In vita mia, fumai solo una canna. Scusate, Cannes è il plurale inglese di quella che vi fate voi? Sì, esiste Il tempo delle mele ma anche quello delle pere. Di mio, non sono un drogato e non ho il fisico a pera. Conoscete ogni unità di misura Ampere? Ah sì? Però, qualcosa sapete. Scusate, alle pere preferisco le pesche.
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di Stefano Falotico

UPDATE:

Monday, July 12, 2021 – Vinciamo gli Europei, Nanni Moretti presenta un nuovo capolavoro, cade la regina, le ignobili débâcle di Verhoeven e Sean Penn, aveva ragione John Lennon

Amici, son invecchiato anche io. O forse sono ringiovanito ma gli altri non possono sapere chi io sia, chi sono. Non lo so neppure io.

Per la prima volta in vita mia, ho avvertito di essere percepito in maniera giusta dal prossimo.

Sì, purtroppo o per fortuna, a Settembre compirò 42 anni.

Anche se me ne sento 16, al massimo 20. Perché, per tante circostanze avverse, mi sono mancati, mi mancarono tanti anni di vita.

In un passato oramai remoto, mi auguro superato anche se non del tutto rimosso, lo sapete, gravemente mi ammalai.

Si trattò di una patologia piuttosto pesante. Divenni un film di Bergman. Inutile stare a spiegare, perfino a me stesso, cosa (mi) successe in maniera imponderabile.

Non fui mai davvero malinconico, fui semplicemente altrove. Chissà dove. E, quando mi ripresi, la gente pensò che avessi mentito loro.

Ma non voglio condannare nessuno per i suoi errori ed orrori, tantomeno me stesso.

I miei occhi hanno riacquistato la luce della vita. E sento, dentro di me, una forza spaventosa.

Nessuno mi ha, sino ad oggi, mai visto così. Nemmeno io, ah ah.

Infatti, le possibilità sono due: o sono impazzito del tutto oppure sono stato illuminato da qualche dio miracoloso. Io, nei confronti di me stesso, non sono misericordioso.

Non mi sento triste, anzi. Mi fa solo tristezza, appunto, sentirmi giovanissimo e invece essere visto come uno di mezza età.

Al che, ordino un caffè al bancone e il barista dice alla barista: – Che cosa aspetti? Servi il signore.
Il signore sarei io. Poi ordina alla stessa ragazza: – Quel ragazzo aspetta la sua ordinazione da quindici minuti. Servilo. E fai in fretta. Ah, hai servito o no questo signore?
Il signore, ripeto, sarei io.

Non ho rimpianti. Perché le parole mi escono dalla bocca con una semplicità disarmante. Sì, ho letto molti libri ma certamente meno rispetto a gente che sa parlare peggio di me. Ah ah.

Abbiamo vinto gli Europei? No, hanno vinto. Oramai è trascorsa qualche ora da questa vittoria storica. E, stamane, inizierà per me e per molti di voi una nuova giornata senza miliardi da calciatori pieni di oro.

Voglio fluttuare, navigare nella mia anima come un impavido pirata delle mie emozioni sprigionate, del tutto liberatesi dei tormenti esistenziali del mio ignoto tempo senza vita e senza spazio. Non ho voglia di pensare al domani. Gioirò di tutto, morendo nel mio cuore a ogni ora per poi rinascere allo spuntare di un nuovo giorno pieno di calore e colore.

Sono in fase oramai calante? Forse sì. Dietro di me vi sono grandi libri da me scritti. Sì, lo sono. E forse un dì, quando sarò io morto da un millennio, qualche ragazzo li leggerà e vivrà, attraverso le mie parole, quel che io vissi quando li scrissi. Sentendosi, come me, allegro e scanzonato, poi arrabbiato e disperato, depresso e tormentato, sfigato e poi fortunato, amato e ripudiato, odiato e invidiato, vilipeso e oltraggiato, ferito e poi resuscitato. Ma è la vita.

Il resto è sovrastruttura che la gente, attraverso libri inutili di scuola e di Storia scritta dai vincitori, impara a menadito. Ripetendo cioè la pappardella a memoria per far contenti amici e parenti.

La mia vita fu sbagliata, sbiadita, clamorosamente inaudita. Da me stesso non concepita, negata e poi riabbracciata.
Sto scrivendo un altro romanzo, provvisoriamente intitolato Bologna POLAR.

Forse farà schifo, forse sarà bellissimo, forse non lo finirò, ah ah. Oppure, poche ore prima di dare il visto si stampi per la pubblicazione, per strada incontrerò un assassino e questo qui mi ammazzerà. Poi la mia casa brucerà e il libro non più esisterà, ah ah.

Voglio prenderla con Filosofia, con armonia, perché no, anche con Biologia. Ah ah.

Credo di conoscere molto bene il Cinema, gli uomini e le donne.

Una volta John Lennon cantò… immagina un mondo senza religione…

Senza bigotti moralismi e oscurantismi, aggiungo io.

Voglio ora divertirvi, giocare, giocare con le parole.

Perché son un menestrello, sono brutto o forse bello, son un porcello o solo un cesso.

Non voglio il successo e non so cosa mi sia successo.

 

 

Dopo queste quarantene ingiuste e castranti, vi voglio di nuovo in forma come Bob De Niro e splendidi, giovani e vigorosi come Diane Lane di Streets of Fire


26 Jan

streets of fire michael paré

Esiste un film che non è bello come I guerrieri della notte, I cavalieri dalle lunghe ombre e I guerrieri della palude silenziosa ma, soltanto grazie all’atmosfera favolistica che crea, in virtù di due canzoni magnifiche, riesce a diventare un capolavoro quasi superiore a Warriors?

È ovvio che c’è e il regista è sempre lo stesso, ovvero Walter Hill.

Questo Covid-19 non è roba per me. Non sarò mai un uomo inquadrato e forse come Darth Vader, asfissiato, incartapecorito, dallo sguardo lugubre, dall’indole volpesca e leggermente bugiarda alla Conte e non intendo recarmi, di prima mattina, al Quirinale. Inchinandomi dinanzi a un Presidente della Repubblica che sembra più vecchio, matusalemme e imbalsamato del Conte… sì, Dracula di Bram Stoker nella versione del primo tempo del film di Coppola. Dando prima le dimissioni in remissione dei peccati, dunque formalmente restaurando la Tavola Rotonda di chi non crede al Graal ma solo al lauto stipendio da traditori come Lancillotto.

Orsù, evviva re Artù! In tv, spopolano donne finto-giornaliste che sono più false di Ginevra.

Piaciuta la freddura? Mah, a me il freddo non fa caldo né freddo. In effetti, fa freddo ma io sento caldo. Come sosteneva Totò nell’epocale Totò, Peppino e la… malafemmina, a Milano deve essere sempre freddo, allora sarà un vento caldo.

Basta, basta davvero con queste mascherate, con queste mascherine, con questi corbacchi, con le cornacchie e coi corvi, coi gufi di notte, coi pipistrelli e con queste chiusure ibernanti la nostra umanità quasi distrutta. Ché non è solo fatta di tastiere da cybernauti. Basta coi coprifuoco immotivati.

Non siamo mica in Fracchia contro Dracula. Fuori non c’è nessun Conte pronto a succhiarci il collo. A sfinirci nella bufera, no, pazienza. Invece, sì.

E qui ci vorrebbe invece Totò, sempre lui, però di Totò Diabolicus.

Stiamo diventando pazienti impazienti. Abbiate pazienza.

Ma quale Speranza? Stiamo perdendo ogni Utopia. Anche quella di Fuga da Los Angeles. Il governo è più cinico di Jena Plissken. Altro che Snake, è una malefica, mefitica serpe infida. Ci sta spegnendo anche nell’intimo… Ah ah. Qui, dovete eleggere me in Parlamento, ovvero il vero John Belushi di Animal House.

Sì, in tutta franchezza, ci sta spappolando le pa… le, la gente non più amoreggia, l’entusiasmo per la vita che, come sapete meglio di voi, si origina da “quella”, sta andando a farsi fottere.

Di mio, son un uomo che balla malissimo come Belushi in The Blues Brothers e non arcua il bacino a mo’ di John Travolta de La febbre del sabato sera ma, grazie alle sue mosse improvvisate da incapace sulla pista da ballo, riesce a euforizzare la folla che inneggia affinché possa io sfoderare tutto il mio twist con Uma Thurman di Pulp Fiction, rimediando una figuraccia da Bradley Cooper e Jennifer Lawrence de Il lato positivo ma vincendo, al contempo, ugualmente la scommessa. E dire che pensavo di vincere Jennifer Lopez. Va be’.

Sì, un certo fascino dell’imbranato, col sex appeal animalesco di Willem Dafoe, ce l’ho. Donne, non posso garantirvi però che, oltre a questo, ci sia qualcos’altro. Comunque, se siete curiose e voleste appurare con mano, vi lascio fare. Ah ah.

Le donne mi vorrebbero figo come Michael Paré ma io desidero che esse siano soltanto come Shannon Tweed di Trappola d’acciaio e come Ashley Laurence di Triplecross.

Ashley, una delle mie fantasie proibite sin da quando la vidi in Hellraiser anche se, in Analisi di un delitto, gliela vide Cuba Gooding Jr.

Sì, Ashley è l’unica attrice, per modo di dire, che può vantare un filmaccio con Parè, molti amori “al purè”, una scena di sesso interraziale da siti VOD per adulti e la se…a, no, una storica saga con Clive Barker.

Donna afrodisiaca da Vov. Celeberrimo liquore alle uova dalla nomea “sensuale”. Sì, si dice che uno lo beva e, dopo di che, assuma una carica erotica da donna ventenne nel periodo in cui non ovula.

Ecco, Diane Lane sta ora con Josh Brolin. Mi piaceva, sì, Josh, quando recitò nei Goonies.

Adesso non mi piace più. Nemmeno la Lane mi attizza come un tempo. A dire il vero, parafrasando ancora Totò, di Diane Lane mi piace tutto tranne una cosa. Il marito, ah ah.

Quindi, appena vedo Josh Brolin, per curarmi dal fegato amaro, riguardo Elizabeth Olsen di Oldboy. Ah ah.

Sì, questo Thanos fa solo per Diane, a me suscita Thanatos e poco Eros. E, come attore, non è paragonabile a Bobby De Niro.

Il quale, dopo averci “deliziato” con Nonno, questa volta è guerra, afflitto da Senilità da Italo Svevo mescolata alla zona Alzheimer su simpatia da Geppetto, sta tornando in formissima veramente cazzuta.

Dopo aver finito Wash Me in the River con John Malkovich, sta recitando nel nuovo film di David O. Russell, sarà in The Formula con John Boyega, in Armageddon Time di James Gray e in Grey Horse di Scorsese.

Sì, a me hanno fatto sempre ridere quelle persone che si lanciano prematuramente in giudizi lapidari.

Se fosse stato per loro, non avremmo mai visto The Irishman poiché costoro consideravano finito De Niro e, se fosse stato per loro, io non sarei, oggi come oggi, qui a scrivere e a ballare.

Starei sempre in quarantena. Sì, da molte persone fui considerato mezzo matto e pensarono che necessitassi di essere punito. Peccato, mi guardo allo specchio e sembro Jon Bernthal di The Punisher.

Sì, ce l’ho lungo… il naso, grosso quasi quanto quello di Bernthal e De Niro.

Sì, il naso di De Niro sembra quello di un elefante, una proboscide. Avete notato? È proprio da Conte, da Pinocchio, da Cyrano… De Niro però, a differenza di Conte, recita solo nei film. Ah ah.

A volte, quando faccio la doccia, non posso specchiarmi e dunque non vedo se il mio naso sia lungo o meno.

Comunque, il resto è parimenti proporzionale. Eh sì, in tale mondo di nani, ci vuole sempre chi ha i cog… ni per dirvi che lo siete.

Tornando a Michael Parè. Soprattutto negli anni ottanta, più che sembrare un attore, pareva un testimonial della pubblicità dello shampoo Neutro Roberts. Di mio, so che con Julia di Pretty Woman avrei usato l’idromassaggio. Mentre, a suo fratello Eric, ho sempre preferito Greta Scacchi di Coca Cola Kid. Se non vi piace inoltre come ballo o come io balli se amate il congiuntivo e non me, comprate il dvd di Crusing e rivedete in loop Al Pacino e James Remar al night. E ho detto tutto.

Al night, all night, tonight, tomorrow potremo di nuovo godercela oppure dobbiamo scrivere al Papa? Ah ah.

Nell’attesa che, perlomeno, l’Emilia-Romagna torni in zona gialla, stasera mi sparerò… un bel filmettino? È proibito?

Non lo so. Devo controllare se ha il bollino rosso. Ah ah.

 

 

di Stefano Falotico

 

The Irishman in Blu-ray, il coraggio sto(r)ico di un uomo amante, in “passato”, di ogni milf (auto)ero(t)ica


25 May

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Sì, tu mi turbi.

Mi turba l’ignoranza, il pressapochismo, la superficialità, la tronfia arroganza degli uomini e delle donne oramai appagati. Mi rattristo di conseguenza per gli adolescenti che, vivendo un’età acerba, (non) essendo né carne né pesce, non essendo ancora viscidi come il “piccoletto” Joe Pesci di The Irishman (oh, quello è un ladro figlio di puttana in Mamma, ho perso l’aereo e, nella vita reale, trombò pure Angie Everhart, altro che il pornoattore Erik Everhard), vengono… plagiati e turlupinati nell’animo da adulti oramai troppo esperti… affogati nel cinismo più raccapricciante. Ché sono diventati morbosi e ammorbanti, fanno davvero le “checche”, checché se ne dica. Probabilmente non più della vita, manco della figa, son innamorati, si son induriti nell’attaccare, per l’appunto, le balde, vigorose, parsimoniose, avventurose coscienze a farsi. Ah, giovinezze floride e armoniose, così leggiadre e istintivamente passionali, focose. Ah, meravigliose.

Ingannandole arbitrariamente nell’impedire che volino alte, invece schematizzandole, scremandole e appiattendole, costipandole dentro una visione, questa sì, scostumata… delle più costernanti. Atta a proibire persino alle loro purezze di divertirsi nel masturbarsi, oh sì, d’atti impuri entusiasmanti. Quante innocenze ingiustamente infrante. Castrate nell’autodeterminarsi per colpa di troioni pasciuti con le loro snobistiche pose da stronzi provocatori ben poco seducenti e sensualmente provocanti. Essendosi questi porcelloni assai nel cuore spenti, inaridendosi e ardendosi vivi, perciò odiando i cazzi altrui con crudeltà infima delle più meschine. Ah, i giovani sono però stupendamente lontani da tali squali, dagli squallidi, questi sì, porcelleschi giochi d’adulti poco calorosi, invero tanto stolti da tromboni permalosi.

Poiché, essendo stati questi vecchioni assai trombati, ora odiano i ragazzini che sognano, fantasticano e non solo a terra scopano, accusandoli di essere deliranti, proibendo addirittura loro di assomigliare al troppo dolce De Niro d’Innamorarsi poiché troppe ne patirono, ah, quante botte, forse quante super bottane pagarono e furono quindi dalla vita stuprati più di Illena Douglas di Cape Fear.

Ipocriti più di Nick Nolte del film medesimo, son adulti ridottisi a comprarsi un cagnolino poiché la moglie adorò fare la cagna per Jack Nicholson ne Il postino suona sempre due volte.

La moglie è donna ora troppo matura, legge Pablo Neruda, poche volte per suo marito si denuda così come la creò madre natura. E le sta solamente simpatico Massimo Troisi di The Postman…

C’è qualcosa in buchetta? Vuole un altro bicchierino?

Sì, Jessica Lange ha pure ordinato un porno proibito con un Mandingo dai pettorali più virili di King Kong.

Sua figlia, invece, è come Juliette Lewis. È matta, adorò Brad Pitt e, se non studierà recitazione, finirà soltanto assieme a quello sciagurato di Woody Harrelson di Natural Born Killers.

Ben venga il Woody. Oh, poveri adulti di tale abietta piccola borghesia che vi scagionate da ogni scheletro nell’armadio, pregando a messa il messia, innalzate invece un alleluia quando è piena la luna poiché oggettivamente fate pena e sapete obiettivamente che il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Odiate gli omosessuali ma andate matti per Il vizietto con Ugo Tognazzi. E che cazzo!

Ben invece sia rosolato il wurstel Wudy di un ragazzo cazzuto che sta sulle palle a tuo padre perché non ama tanto le lagne borghesi di Allen Woody. Sì, sono meglio le lasagne alla bolognese.

Orchi porci malefici, brutti, sporchi. Cattivi, no. Penosi, ripugnanti, insomma delle pugnette. Delle mezze seghe, dei poveri cazzoni che non valgono una beneamata minchia.

Al che, ecco un altro ragazzo timido che viene accusato di essere Pasqual Duquenne de L’ottavo giorno. In quanto, non assomiglia alla scialba copia del De Niro di noi altri… Ovvero, Daniel Auteuil.

Uno che, più che essere il De Niro francese, avrei messo a garrese, rubandogli la sua ex, vale a dire Emmanuelle Beart. Ah, ad Emmanuelle, pure a Sylvia Kristel, avrei cantato tutta la Marsigliese! Donandole i miei gioielli dentro un bicchiere di cristallo dopo una cotoletta alla milanese.

Offrendole una cena a lume di candela più della vostra consumata cera. Una cena a base di tagliatelle e mia besciamella… con tanto di dessert dopo essere arrivato… alla frutta, ovvero un ottimo crème caramel che si scioglie in bocca appena lo pilucchi in punta.

Ah, caramello filante come un uc… lo eiac… nte, strappando ogni mutanda, no, stappando poi tutto il frizzantino o lo spumante!

Ah, che buon dolcetto fragrante. Un po’ però troppo duro e leggermente pastoso poiché, dinanzi al seno vellutato come la pesca di Emmanuelle Beart, tutto grondò di panna montata, eh sì, precocemente.
Meglio forse la panna cotta.

Ah, odiate il Cinema mieloso ma siete voi a dare di stomaco. Sì!

Sì, ragazzi accusati di avere il cervello piccolo che furono, sono e sempre saranno emarginati, evitati e finanche evirati poiché troppo schizza(ro)no… più del compianto Michel Piccoli de La bella scontrosa sul fazzoletto? Sulla tela? No, sulle poppe magnifiche di un’altra francesina, Ludivine Sagnier. Una che, sia in The Young Pope che in The New Pope, è una figa della Madonna.

Al che, la gelosona e sessualmente inappagata Charlotte Rampling di Swimming Pool venne… infastidita da questa ragazza tutta bagnata, più sexy di Tania Cagnotto, che scaldò gli uomini a bordo piscina più del caldo provocato dal buco dell’ozono.

Ah, Francois Ozon conobbe bene le Gocce d’acqua su pietre roventi.

La Rampling conobbe invece pene, no, bene Mickey Rourke di Angel Heart ma quel ragazzo divenne pazzo, non gli tirò più il ca… zo e allora, essendo lei nel frattempo invecchiata, invidiò pure a morte Kim Rossi Stuart de Le chiavi di casa.

Di mio, da ragazzino, non avendo un cazzo da fare, mi affiancai a dei coglioni mai visti.

Sì, li incontravo solo il sabato sera e loro mi prendevano per il culo anche durante i giorni feriali.

Al che, regredii al loro uc… lo, no, livello. Comprando, come loro, tutte i numeri della rivista The Games Machine. Ah, quanti giochini. Che smanettone che fui. Me ne sparai a manetta.

Sì, io seppi sempre che questi pubescenti, in locali come l’Estragon di Bologna, cazzeggiarono non poco di limonate, spremendosi poco le meningi e facendosi le pere. Festini, aperitivi, giorni festivi e giochini da bei fustini.

Ah, quanto fui fustigato, frustrato, frustato. Come no…

Quanto mi diedero del malato, mi chiusi nel mutismo e mi dissero che non compresi il significato della celeberrima canzone portante de Il laureato, cantata da Simon & Garfunkel, ovvero The Sound of Silence.

Ah, questa gente con la coda di paglia mi disse di essere (di)venuto, per rabbia, troppo incazzato. Quasi quanto Dustin Hoffman di Straw Dogs. Divenni un Vigilato speciale, un Rain Man, la mia sessualità fu più ambigua di Tootsie ma, a dire il vero, me la posso ancora tirare poiché sono più bello di Tom Cruise. Abbiamo tutta una vita davanti. Se volete che spinga di più e vi prenda maggiormente pel culo, basta chiedere e sarete serviti ad eia… ne cotta ardente, no, al dente. Cioè, miei bolliti, cotta a puntino. Oh sì, miei signorini e bei miei cretini, ficcatevelo in bocca dal pranzo allo spuntino sino al cenone e poi fino al mattino. Sino ad arrivare alla prima colazione.

Ecco a voi Stefanino che ve lo ha messo proprio (d)ritto nel culino. E non potete fargli un cazzo.

Evviva Shannon Tweed, Stacy Kaiduk, Polly Walker e Greta Scacchi! Superbe protagoniste di film comunque meno scandalosi delle vostre cattiverie scabrose.

Tu, invece, vuoi Gugino Carla o vuoi solo provocarla?

Evviva Robert De Niro, in Righteous Kill, che se la incula.

Lui se ne fotte delle regole del cazzo!

 

di Stefano Falotico

carla gugino jett

 

THE NIGHT OF THE HUNTER; in dirittura d’arrivo il remake, i miei film preferiti e le mie favourite actress insospettabili


08 Apr

92362860_2304348563203429_9048889398476668928_n

night of the hunterOra, stilo subito la lista dei miei film preferiti. Che, su per giù, sono sempre gli stessi.

La mia top ten di film monumentali, oserei dire intoccabili, senonché inarrivabili.

Anzi, meno di dieci.

Non saranno inseriti in ordine, bensì citati a caso ma non a casaccio. Film poco caserecci non adatti alle comuni, frustrate casalinghe, bensì pellicole che svettano magnificenti al di sopra perfino dell’inimmaginabile.

Da questa lista, sviscerandola a fondo, potrete comprendere anche vagamente il mio animo in maniera non so, però, se profonda.

Orbene, figlioli e fratelli della congrega.

In tale clima di quarantena tremenda, isperando noi di rivedere un pieno giorno fisiologicamente e biologicamente, oserei dire normalmente vissuto senza controlli e proibizioni, intanto possiamo soffrire d’insonnia. Dunque rimembrare e celebrare le pellicole più belle e più rinomate, magicamente sognanti.

In linea col mio spirito naturalmente sofisticato, non sempre al comune volgo allineato.

Io, essere spirituale che fui tale non ricordo nemmeno quando, quindi tramutato in uomo ancestrale dal fascino abissale malgrado ancora sia latente, fra le mie viscere e all’interno delle mie tempie, una mia inquietudine spesso incurabile.

Io, autore de Il fascino e la seduzione della solitudine, disponibile su Amazon, io che forse fui (ri)evocato tramite una seduta spiritica, io che mi persi nei meandri dei miei tanti antri eppure giammai vissi né vivrò con scheletri nell’armadio.

Avrei da raccontarvene tante di questi strani miei anni.

Ma torniamo ai miei film preferiti su cui, comunque, primeggia invincibilmente The Night of the Hunter.

Prima e unica regia di Charles Laughton. La morte corre sul fiume!

Film che, col solo potere d’immagini antesignane d’ogni stile lynchiano più squisitamente delirante, abbatté ogni teoria psichiatrica soltanto grazie alla fotografia di Stanley Cortez.

Un film misterioso, capace di trasmettere emozioni immani soltanto in virtù d’un Bobby Mitchum spettrale, predicatore invasato dal carisma compianto ma immutato.

Come il sottoscritto, d’altronde. Uomo che fu scambiato per pazzo quando, invero, riuscì a detronizzare Freud soltanto con la forza espressiva della sua arcata sopraccigliare. Poiché, così come insegnò Marlon Brando, non servono troppe parole per comunicare la propria anima. Tantomeno occorrono trattati filosofici, esegesi del cuore, disamine e bacate diagnosi.

Stesso discorso umanamente ineccepibile, ah sì, dicasi, traslandolo cinematograficamente, per Mulholland Dr. Un film sul quale ogni ermeneutica di Umberto Eco va a farsi fottere dopo tre frame.

Poiché solamente ai malati di mente, forse laureati in Scienze delle Comunicazioni, può importare del retro-pensiero che sta alla base di un capolavoro. A me non interessa la storia che originò un film oramai storico poiché non sono così presuntuoso come uno strizzacervelli.

E so benissimo che dietro uno sguardo e una poetica scalpitò e ruggisce un cuore, figlio del suo sentire, del suo emotivo vivere, del suo aver respirato il profumo indecifrabile, per l’appunto, della più nera, dunque anche illuminante e catartica notte.

Adoro anche Rusty il selvaggio di Francis Ford Coppola. Poiché la vita è un sogno e non bisogna sperperarla, cercando d’interpretare i propri stessi sogni. Per questo vi è la Smorfia napoletana, per l’ermetica rielaborazione inconscia delle nostre quotidiane memorie filtrate durante la fase non diurna, ripeto, v’è solo il subconscio.

Un bianco e nero elegantissimo, memore a sua volta della beltà pura dell’innocenza perduta.

Forse smarritasi nell’insonnia di Taxi Driver.

Oppure nelle hitchcockiane (re)visioni di Brian De Palma coi suoi vertiginosi piani sequenza magistrali.

Culminati nella perfezione rammemorante, d’omaggi citazionistici stratosferici, i voli pindarici di Vertigo in Femme Fatale. Notti di vendette letali, di traumi risvegliatisi, d’ingiustizie atroci punite ne Gli spietati.

Un film di ombre, di fantasmi, di spettri, di chi la fa l’aspetti, un film su cui aleggia il più grande revenant di sempre. In quel saloon, al volteggiare dei corvi lassù, fa timida irruzione uno straniero senza nome…

Resuscitato dalla cupezza delle sue colpe mai da sé stesso peraltro perdonate, giunto a tarda notte come un ladro a ripristinare l’antico torto, farà piazza pulita d’ogni porco in pochi secondi netti, miei inetti ed esseri più infetti dei vermi che strisciano sulla terra. Titanico, devastante, più cattivo del villain.

Bene, finiamo qua, per ora… Passiamo alle mie attrici preferite. Sono solo due, ah ah.

Una è Elizabeth Olsen. Io sono del ‘79, lei del 1989, ci starebbe benissimo un 69 e non fate finta di non vederla per come appare straordinariamente bella, sennò siete Bob De Niro di Red Lights.

La seconda è Shannon Tweed. Ancora attuale moglie di Gene Simmons. Attrice pessima, dunque non un’attrice. Bensì un’ex playmate, detta anche coniglietta, della quale collezionai quasi tutti i suoi film da regina dei softcore moltissimo tempo fa.

Quando, verso le mie venti primavere, tutti pensarono che fossi scemo come la Zellweger Betty Love ma io, già all’epoca, compresi che in futuro, cioè oggi come oggi, sarei stato un amante anche della pornostar Brandi Love. Invero, già nel 2003 divenni sfegatato fan di Rhiannon Bray. Oserei dire ammiratore sconfinato, sventrato, forse eiac… o. Di cui vi consiglio un “suo” film con Mr. Biggz e un altro film con Mick Blue.

Tornando invece a Shannon… Le sue scene migliori, sessualmente più arrapanti, sono presenti in quasi tutti i suoi b movies. Anche se, nonostante molti miei dubbi persistenti e duraturi, durevoli più di Siffredi, credo che nel film Singapore Sling non simuli l’amplesso. Sebbene, a rallentatore, l’attore forse indossi un calzino. No, è scalzo, intendo il calzino che si usa quando si filmano scene di sesso in un film non per adulti (diciamo pure così…).

Ora, gigioneggiando ancora un po’, cazzeggiando senza dare nell’occhio, con estremo decoro, nuovamente mi tuffo nel mio oceano di perdizioni senza coloranti né asettici c(l)ori. Annegherò sempre nel mio pianto, non vivendo di rimpianti e, lontano dagli squali, mangerò il plancton e anche forse gli omogeneizzati Plasmon. In quanto uomo che non si plasma né si omologa alle dittature adulte, uomo che non sarà mai adulto e dunque non sposerà, giustamente, mai una donna adultera.

Sono un uomshannontweedo tenero, duro all’occorrenza quando serve…

 

di Stefano Falotico

 

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Il Falò – Origins: cronistoria di un supereroe, anzi antieroe alla Adrian o forse à la Joker innestato su malinconia, per fortuna, giustamente non arrestata


20 Jan

joker phoenix

 

 

 

Sì, in questo post elucubrante in merito alle memorie di un uomo che soffrì d’amnesia, sviscereremo in profondità le radici dell’albero genealogico che generò un personaggio erroneamente giudicato degenerato per colpa di pregiudizi da debosciati, il quale, rinato come l’araba fenice, mangia pure la faraona e non vuole arrendersi dinanzi a Yul Brinner de I dieci comandamenti.

Un uomo dalla morale più forte di Charlton Heston del capolavoro biblico appena menzionatovi, firmato da Cecil B. DeMille, divenuto oggi millenaristico grazie, si fa per dire, a idioti che lo trattarono da Cecil B. Demented.

Nomen omen, un omonimo cioè di Stephen Dorff. Interprete del film di John Waters sopraccitato, il quale anni fa s’eccitò con Pamela Anderson mentre il Falò andò matto pure per Marliece Andrada di Baywatch. Eppur venne considerato Keith Gordon di Christine.

No, a proposito di femminili acque, a me giammai piacque Alexandra Paul. Se proprio, in qualche puntata, non v’era l’Andrada, poteva starci anche con Carmen Electra.

Come dice il detto, non c’è due senza tre. Lo sapeva il ribelle Renato Zero col suo Triangolo ma io sarei affogato pure con le mie bermuda/e in Nicole Eggert tutta nuda.

Fu un mio ex amico a farmela scoprire al di là della sega, no, della serie di Baywatch. Mi chiese:

– Hai mai visto il film Blown Away? Be’, Stefano, diciamo che c’è una scema, no, una scena che vale tutto il pezzo, no, il prezzo del noleggio… una scena di scarso minutaggio e pessimo montaggio dove però v’è Nicole ottimamente montata, no, immortalata da un ragazzo con pelle di mortadella.

 

Invero, ne fui già aggiornato nelle mie notti più belle dei vostri giorni. Già vi dissi che, in tempi non sospetti, comprai tutti i film con Shannon Tweed. Una messa spesso a novanta, no, superbamente dotata di gambe scoscianti e rifatto petto, donna piccante per l’attuale Gene Simmons dei Kiss un po’ adesso arrugginitosi in modo poco spingente. Un uomo che un tempo amò Shannon con tanto di assorbenti e invece dovrebbe ora gettare la (s)pugnetta.

Sì, la mia tragedia partì molti ani, no, anni fa.

Quando, dopo essere stato il miglior studente delle scuole medie, m’innamorai di Bob De Niro di Taxi Driver. In questo capolavoro, Bob perde la testa per la stagista bionda. Se n’invaghisce e la idealizza.

Poi scopre, pur non scopandosi nessuna, che Jodie Foster è costretta a venderla per colpa d’un pappone mentre la Shepherd, pur di mangiare la pappetta, si scandalizza di fronte a un porno ma forse è più troia di Margot Robbie di The Wolf of Wall Street.

Sì, Vasco Rossì cantò… ehi, tu, delusa, attenta a chi troppo abusa.

Eh già, mie care e nuove ragazze da ex programma Non è la Rai, infatti, non penso che incontrerete uno bello e ricco come Leonardo DiCaprio.

Come Ambra Angiolini, non dovrete darla soltanto a Gianni Boncompagni, bensì anche ad Harvey Weinstein. Ambra sta con Allegri, che allegria!

Ad Ambra, infatti, io preferii Cristina Quaranta. Ancora la adoro. Le scrivo spesso su Instagram.

 

Ma che cazzo successe? Ecco, che cazzo!

Diciamo che m’accodai a dei nerd liceali che giocavano a Theme Hospital. Vale a dire dei Worms.

Avrei dovuto asfaltarli come in Carmageddon ma io sono un tipo romantico che perdona.

Loro si strussero per Liv Tyler e mi sfotterono, spacciandomi per la Liv di Io ballo da sola. Insomma, desiderarono distruggermi ma io sono Bruce Willis.

Mi dissero che ero fottuto nel mio castello dorato e di valore, insomma, Trappola di cristallo.

Fra l’altro, tornando a Shannon Tweed, avete mai visto il film Trappola d’acciaio?

Sì, possiamo dire che fui precocemente belloccio come Michael Paré ma, essendo troppo oltre le frivolezze adolescenziali, pensarono che fossi io invece Willem Dafoe di Strade di fuoco.

È meglio I guerrieri della notte.

In parole povere, tutti credettero che fossi schizofrenico.

Non capirono una minchia.

Quando, peraltro, mi rivelai, mi dissero che mi stessi inventando tutto.

Mi spiace deluderli e mi spiace anche dire la verità.

Malgrado abbia passato un incubo come Riz Ahmed di The Night Of, grazie al mio genio da Rust Cohle di True Detective, tutti furono smentiti.

Sì, ci sono i terroristi che vorrebbero murarti vivo come Caesar Vargas di Showtime.

Allora, ti bombardano di offese per suggestionarti e intimidirti.

Dunque, da solo non puoi farcela.

Io ho sempre amato i buddy cop movie, pure The Blues Brothers.

E mi spiace ancora una volta deludere…

Non sono Ray Charles ma non sono neanche John Belushi.

Non sono neppure Dan Aykroyd di Una poltrona per due.

Semmai tu, sì, sei una testa di cazzo che vive un’esistenza senescente, ascoltando La Mer e i cantanti degli anni cinquanta.

Mi pare sacrosanto che mi guardiate bene.

Ecco, diciamo che giocai a Calcio sino all’età di diciotto anni. Ora, la vedi bene questa pancia, no, panca di addominali? Incomincia a fare delle flessioni!

Uh, sei già stanco?

State già festeggiando l’anniversario di quel vitellone riminese del Fellini?

Mi date dello scemino perché non mi piace C’era una volta a… Hollywood?

Semplicemente perché siete vecchi e guardate solo indietro o magnificate una vita vostra passatista e nostalgica. M’illusi che foste più bravi. La verità è che siete tonti. E non vi è cura per la demenza.

E ricordate: il Falò. E ho detto tutto.

 

di Stefano Falotico

Tutti gli attori a cui, negli adolescenziali deliri altrui fui paragonato, fra cui ovviamente De Niro e invece scoprii di essere la nemesi di Sean Penn e uguale a the greatest actor alive, cioè me stesso, ah ah


08 Jan

Sì, gli adolescenti sono come i Gremlins. Ovvero, dei burloni un po’ cattivelli, dei goliardici esseri mefistofelici che ti combinano scherzetti non dolcetti, spesso di pessimo gusto, sono cioè Michael Myers di Halloween.

Ah ah. Sì, attentano, poco attenti, insensibili e indelicati, cafoni e volgarissimi, indiscriminatamente, anzi criminosamente, alla sanità del tuo, anche inconsapevole, fare la bella figa come Jamie Lee Curtis.

Si acquattano dietro le siepi del tuo segret garden e ti tempestano di provocazioni a raffica. Accoltellano il tuo amor proprio, pugnalandoti spesso alle spalle con viltà immonda attraverso pettegolezzi degni della Santa Inquisizione. Per farla breve, essendo schizofrenici e né carne né pesce come Michael, invidiano la tua già sopraggiunta maturità e godono sadicamente nell’appiopparti e addosso appiccicarti una maschera da Scream.

Sì, dal profondo della notte della tua emotiva omeostasi, ecco che spuntano questi raccapriccianti babau semi-maniaci sessuali come Freddy Kruger di Nightmare.

Che io mi ricordi, me ne stetti bello spaparanzato a letto come Johnny Depp, ascoltando musica dalle cuffie, immaginando di essere cavalcato da una buona donzella come Winona Ryder ma, all’improvviso, qualche misterioso essere infingardo e fetente volle (in)castrarmi, affibbiandomi la patente del freak alla Tim Burton. Nel giro di pochi mesi, divenni la simbiosi del sembiante di Eward mani di forbice e pure Venom il simbionte. Mi fu data l’etichetta di orco, di orso, di porco e pure di sporco. Dico, robe da matti.

Di mio, volli solo un po’ tirarmela. Sì, che c’è di male mettersi in un cantuccio, appartarsi al buio e spararsene più di una sullo spogliarello della Lee Curtis in True Lies?

Sì, lo ammetto, fui un bugiardo mai visto. Soprattutto mai visto. Ma posso altresì affermare, con enorme orgoglio, che non mi sparai affatto, un po’ sparii, sì, ma volevo bombare, bombardare anche la Lee Curtis di Una poltrona per due. Insomma, in parole povere, non fui un poveraccio finto disgraziato come Eddie Murphy del film suddetto né un cocchino viziato e miliardario come Dan Aykroyd.

Di mio, diciamo che cazzeggiai, in ogni senso e in ogni seno. Avrei da narrarvene anche delle mie avventure notturne su tutti i b movies della regina dei softcore che furono, Shannon Tweed.

Oggi, sono comunque cresciuto. Shannon è invecchiata, non le darei nemmeno un Kiss come Gene Simmons. Mi sono dato a fantasie più corpose come Nicole Aniston e Alanah Rae.

Adorai non solo le bionde, cioè la Peroni e Alexis Texas, una con un culone e un ottimo paio di tettone, ma anche le more e le rosse come Penny Flame e Chanel Preston.

Sì, io la vidi precocemente… questa vita. Fui talmente oltre e dotato che gli altri pensarono che fossi cieco come Pacino di Scent of a Woman. Vale a dire uno che se ne fotte bellamente. Meglio, questa mia sana lontananza dai miei coetanei deficienti e miopi, eh già, mi permise oggi di realizzare un audiolibro per non vedenti. Lo vedrete, no, ah ah, lo sentirete nei prossimi giorni.

Le donne, ascoltando la mia voce, calda e profonda, non avranno bisogno di toccarmi dal vivo né, appunto, di vedermi realmente. Al solo risuonare delle mie corde vocali, grideranno di piacere mai immaginato, fantastico.

Si chiama potenza creativa che, soltanto col potere mellifluo, delle tonalità sonore più piacevoli, eccita il gentil sesso e fa urlare ogni donna più di Katia Ricciarelli.

Sì, m’elevai, figurativamente e non. Perciò, fui sfigurato e additato come sfigato.

Fui facilmente coglionato in quanto gradii non mischiarmi ai cazzoni di massa.

Sono ancora ben tenuto e, come detto, so essere pure un tenore.

So essere tenero e molto duro se voglio. Se lei vuole, posso spingere ancora di più.

Per via del fascino mio grezzo da lupo solitario alla Sean Penn, in questi anni fui contattato su Facebook e altrove da donne molto più belle di Robin Wright e Charlize Theron. Ma posso dirvi che non volli mai incontrarle. Mi parvero solamente delle zoccole come Scarlett Johansson.

Sì, delle Black Dahlia, delle Black Widow.

Fidatevi, non ammogliatevi con Scarlett. Un giorno farete la fine di Adam Driver di Storia di un matrimonio.

Ora, uno dei più grossi misteri cinematografici della storia è questo:

cosa disse all’orecchio, nel finale di Lost in Translation, Bill Murray a Scarlett?

Disse:

– Sei carina, sei simpatica e io ti piaccio. Ma non voglio disilluderti con la mia amarezza. Durerà poco fra me e te. Ora, può darsi pure che durerà tutta la notte, indubbiamente sei molto sexy.

Ma, già il mattino dopo, non ne verrà un cazzo.

 

Sì, per molto tempo, persi inevitabilmente il contatto con la realtà. Allora, suggestionato da adulti imbecilli e da coetanei indifferenti, pensai di essere un diverso.

I bambini furono e sono ancora gli altri. Io sempre sospettai che fossero ritardati. Le offese che ancora mi mandano, sotto profili fake, denotano che non si sono evoluti neanche negli insulti.

Di mio, non assomiglio, per esempio, a Bob De Niro. Io ho il neo sulla guancia opposta e mi pare ancora troppo presto per dire che sono andato a letto presto come Noodles di C’era una volta in America.

Non m’interessa se mi scoreggiate, mi scoraggiate o se mi correggiate un congiuntivo anche perché voi non sapete coniugare il condizionale dell’esistenza.

Siete ammalati di resipiscenza e pensate che io soffra di un male che neppure la scienza di dottori affetti da senescenza e demenza potrebbe sanarmi.

Quindi, siete insani. Sì, solo quando sono Joker, un pagliaccio ipocondriaco, un malinconico con attimi folli di euforia contagiosa come John Belushi di The Blues Brothers, sto bene e sono me stesso.

No, non mi vedo a insegnare ai ragazzi in un liceo. Non mi vedo a fare l’impiegato comunale.

Mi vedo a essere come Anthony Hopkins de Il silenzio degli innocenti. Purtroppo, che vi piaccia o no, posseggo lo sguardo e il carisma per esserlo. Sì, non sono un cannibale né uno psichiatra. Anzi, furono gli altri a volermi mangiare vivo e a psicanalizzarmi. Spesso, sono talmente depresso che faccio lo stronzo come Hannibal Lecter. Così come Hannibal dinanzi al senatore donna.

Cosicché, mi piglio degli insulti agghiaccianti. Ma sì, tanto oramai non mi fa né caldo né freddo.

A un certo punto, caccio una risposta che lascia tutti spiazzati. Anche spezzati.

È quello che nel grande Cinema si chiama colpo di scena. Nel silenzio degli innocenti, invece, si chiama colpo di cena. Avrei da dirvene anche su John Cena. E poi citerò una pornostar con cui John fu wrestler, soprattutto le mostrò il suo muscolo più wurstel.

Nella realtà, si chiama figura di merda/e. Quella che fecero, eh sì, che feci, gli stronzi.

Ora, scusate, non ho nessun amico per cena. Anche perché è tardi, sono però insonne.

Vediamo se posso tirarmela ancora su Kendra Lust. Sì, mi spiace avervi deluso. Non sono Woody Allen, detesto il Cinema nostalgico di Fellini, odio il passatismo di Pupi Avati, adoro Michael Mann e Nicolas Winding Refn. Fra l’altro, il signor Mann sono anni che non gira nulla. Che fa? Sta in casa e guarda i porno?

Sono una testa di cazzo. E non ho alcuna intenzione di fare UTurn. Se invece, in questo mio caso, continuate a non capirci una minchia, riguardate JFK e fottetevi con le teorie complottiste di Oliver Stone. Un altro che, Ogni maledetta domenica, non dovrebbe andare a messa da ipocrita qual è.

Sì, sono un Cicciobello, non lo sapevate? Che potete farmi?

Sono il lupus in fabula.

Sì, non ci so fare con le ragazze.

Per finire, vi racconto questa.

Scrivo a una:

– Possiamo incontrarci?

– Va bene, solo però per amicizia.

– Certo. Non avevo dubbi. Io di solito non piaccio per altre cose…

– Perfetto.

– Posso dirti una cosa?

– Certamente.

– Assomigli a Kristen Stewart.

– Sì, me lo dicono in tanti.

– Bene, quindi c’incontriamo per amicizia. Ecco, diciamo che non è consigliabile per gli equilibri emotivi di un ragazzo avere di fronte una come Kristen Stewart.

– Ah ah, perché?

– Perché sono un trasformista e, se voglio, posso assomigliare a Robert Pattinson.

Questa dicasi freddura alla Hannibal Lecter che offre due possibilità: o lei ti manda a fare in culo subito oppure ti manda a fare in culo dopo tre secondi. Sì, non esistono alternative. Se a dire ciò foste stati voi. Insomma, mi tengo la mia faccia da sberlone. Voi prendetevi C’era una volta a… Hollywood e rincoglionitevi, segandovi su Tarantino. Non è colpa vostra, siete dei cessi come Tarantino. Avete una sola chance, spacciarvi per geniali. Ma mi sa che da tempo non usate i genitali.

 

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di Stefano Falotico

JOKER sarà da Oscar? Ma davvero Arthur Fleck è fan di Shannon Tweed?


06 Aug

vendetta shannon tweed

Inizio a scrivere questo pezzo alle 2 e 44 di oggi oramai avviato. Ovvero il 6 Agosto del 2019.

Ecco, non mi va più di scrivere nulla.

Vi lascio a questi due linkhttp://www.geniuspop.com/blog/index.php/2019/08/il-caso-thomas-crawford-mi-fa-un-baffo-sognai-per-anni-cindy-crawford-e-shannon-tweed-ma/

http://www.geniuspop.com/blog/index.php/2019/08/de-gustibus-non-disputandum-est-anche-se-i-miei-gusti-son-sempre-quelli-giusti-soprattutto-in-fatto-di-cinema-e-di-donne-tu-invece-sei-una-locuzione-vetusta-che-meriti-la-distruzione/

Soppeso alcune considerazioni e, dinanzi a me, si staglia il buio rischiarato da tale luna già sbiadita in un sole sbadato che le soffia addosso.

Se penso alla follia ch’è stata la mia vita, penso altresì che, dopo aver gustato a codesta tarda ora un gelato Cucciolone, potrei gettarmi anche giù dal balcone.

Tanto, come dice il grande Tom Cruise di Collateral…

ehi Max, un uomo sale sulla metropolitana qui a Los Angeles e muore.

Sì, se m’ammazzassi in questa notte d’inizio agosto, chi se ne fregherebbe di me?

Liquiderebbero la faccenda come fanno con quei titoli estremamente superficiali dei telegiornali di Mediaset:

ragazzo depresso non è riuscito a far fronte alla vita e ha deciso di farla finita. Fu in cura in un centro di salute mentale.

Sì, un epitaffio lapidario che, nella sua brevità sconvolgente, avrebbe sintetizzato schifosamente la mia vita in poche parole scarsamente esaustive.

Della serie… chi s’è visto s’è visto, condoglianze. Quando finisce il funerale? Suvvia, stasera devo andare a fare l’aperitivo. Si muove il prete a dare l’estrema unzione?

Che grandissimo film, Collateral. Lo vidi al Festival di Venezia del 2004. Non riuscii però, in quell’occasione ad avvistare Tom Cruise. Arrivai tardi all’imbarcadero. Ove gli attori scendono dai motoscafi-taxi per farsi fotografare, accedendo poi al Palazzo del Casinò ove tengono la conferenza stampa. Salendo poi sull’attico per il photocall.

Non lo vidi neppure in passerella perché la prima di Collateral, in Sala Grande, come sanno gli habitué del festival, si tiene mezz’ora prima della proiezione per il pubblico al PalaBiennale.

Anche in Sala Grande può accedere il pubblico, diciamo, normale. Cioè quello meno abbiente. Non c’è bisogno di essere dei vip per guardare il film nella stessa sala ove sono presenti il regista e gli attori principali.

In Sala Grande, ad esempio, ho visto tanti film, tanti attori. Che io mi ricordi… vidi dal vivo Sylvester Stallone e Ray Liotta di Cop Land, erano però assenti Harvey Keitel e Bob De Niro, vidi New Rose Hotel alla presenza di Abel Ferrara e Asia Argento. Assenti Christopher Walken e Willem Dafoe. In compenso, Abel e Asia, ubriachi marci, infatti a stento si reggevano in piedi, diedero spettacolo da morti viventi.

Ho visto Julianne Morre di Far from Heaven. Fu una visione meravigliosa. Lei indossava un vestito nero trasparente. Le si vedevano tutte le gambe e il suo culo immenso.

Ne vidi tante…, no, tanti.

Tom Cruise lo vidi, assieme a Nicole Kidman, per la prima mondiale di Eyes Wide Shut.

Federico Frusciante, su Facebook e nei suoi video, continua a sostenere che Tom sia un nano, non solo di statura, cinematograficamente parlando. Gli dà dell’incapace.

Ora, Tom Cruise non è un attore ai livelli di Marlon Brando ma dobbiamo essere sinceri. È un grande.

Soprattutto suoi due personaggi sono per me memorabili.

Il suo edonista-maschilista guru di Magnolia e, appunto, il suo Vincent di Collateral.

Come hanno fatto questi due uomini a ridursi così?

Il primo, Frank T.J. Mackey, ha sublimato i traumi, credendosi un dio del sesso. Poi alla fine crolla dinanzi a suo padre, uno stronzo che gli ha rovinato la vita, ma pur sempre suo padre. Un po’ come De Niro del Frankenstein di Branagh.

Vincent, a tre quarti di Collateral, sembra Paolo Crepet. Quando, nel silenzio e nel brusio della notte losangelina, confida a Jamie Foxx che i figli non hanno colpa se sono diventati le merde d’uomini che sono. È stata colpa dei genitori che hanno riversato le loro aspettative sui figli, caricandoli di troppe responsabilità quando forse i figli, non ancora coscienti della vita adulta, aderendo ai (dis)informativi precetti istituzionali dagli adulti impartiti loro, si sono lasciati condizionare malamente. Non rispettando le loro anime per non scontentare i padri e le madri, rinnegando le loro indoli nel castigarle pur di farli felici.

Genitori i quali, come Nick Nolte di Cape Fear, colpevolizzarono le adolescenze ribelli, ovattandole nell’ipocrisia, solamente perché temettero che i figli potessero soffrire quanto loro.

Agirono in buona fede, pensando di fare del bene. Invece, punitivi e troppo repressivi, frenarono gli istinti sanamente fiorenti dei loro figli più belli.

Mi ricordo che, verso i quindici anni, assunsi la fluoxetina.

Come esattamente sostiene Wikipedia: la Fluoxetina è un farmaco appartenente alla classe degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina utilizzato, al pari degli altri SSRI, per il trattamento di disturbi psichiatrici di varia natura come depressione maggiore, disturbi d’ansia (disturbi ossessivo-compulsivi e attacchi di panico) e bulimia; viene però sempre più utilizzato offlabel anche per altre patologie non prettamente psichiatriche come il disturbo disforico premestruale e l’eiaculazione precoce, solo per citarne alcune.

Sì, è vero. Ma come mai assunsi questo farmaco?

Ecco, mi ricordo che all’esplodere della mia adolescenza, cominciai a provare turbamenti superiori alla media. Sì, subito dopo le scuole medie.

Tante cazzate furono dette sul mio conto. Cioè che lasciai, a quei tempi, gli studi perché mi andò male un tema d’italiano. Dico, ma state scherzando?

Avevo nove in italiano. Piuttosto, quel luogo liceale di fighetti altolocati già così volgarmente marci dentro, con le loro continue allusioni di natura bulla a sfondo sessuale, mi costernò.

Da allora, divenni fan di Robert De Niro. Per me Taxi Driver fu illuminante.

Travis Bickle, quest’uomo che sparisce nel buio, che comincia a vedere la vita nella sua nudità sepolcrale, che respira i vagiti delle sue ipocondrie torbide.

Sopraggiunsero anche i miei deliri da lupo mannaro. Sì, tutti i film a tematica notturna mi eccitavano.

Si andava da I guerrieri della notte, appunto, di Walter Hill a Fuori orario sempre di Scorsese.

Ero una creatura a metà strada fra Giovanna d’Arco e Kevin Costner/Robin di Locksley.

Avevo disdegnato la compagnia dei miei coetanei, viziatissimi e corrotti come lo sceriffo di notte, ah ah, no, di Nottingham.

Al che, nel putiferio delle mie melanconie profonde, arrivò a casa mia una lettera da parte dello Stato secondo cui, a breve, mi sarei dovuto presentare all’esame di leva.

Sì, ora non c’è più la leva obbligatoria, io la feci.

In quei due giorni in caserma, m’affiliai a un tizio simpaticissimo. Fra una visita e l’altra, ovviamente, gli parlai di tutti i film con De Niro. Soprattutto di Sesso & potere. In quei giorni, questo film m’ossessionava.

Ah, nelle caserme ci sono i sergenti istruttori di Full Metal Jacket.

Ti spogliano e ti misurano le dimensioni del pene e controllano anche i peli dell’uovo, no, del culo come fanno con Alex di Arancia meccanica.

Sì, tutti i ragazzi entrano nello spogliatoio per essere presto loro stessi degli spogliat)o)i.

Cosicché, optai per il servizio civile. Io obietto sempre. Dinanzi ai guerrafondai pazzi e abietti, io mostro loro il poster de La sottile linea rossa.

M’assunsero in Cineteca. Arrivai che facevo pena. Ero infatti ancora afflitto da manie e cazzi vari.

Lì mi sbloccarono. In particolar modo un tizio, uno che era il contrario di me. Tanto io infatti ero perfettino e pulitissimo, tanto lui era uno scoreggione che badava al sodo. E mi obbligò a fare un lavoro davvero duro.

Finito che ebbi il servizio civile, totalmente riformato… come uomo, richiesi l’amicizia ad alcune persone.

Non l’avessi mai fatto. Cominciarono a insospettirsi della mia metamorfosi, m’adocchiarono malignamente e addivennero, nelle loro congetture tardo-adolescenziali, che fossi schizofrenico e soffrissi di teorie del complotto.

Ma che cazzo combinarono? Ero in casa solo a gustarmi quella gnoccona di Shannon Tweed e stavo scrivendo i miei primi libri.

M’ero già elevato dalle cazzate dei ragazzini.

Al che venni emarginato in malo modo, in maniera screanzata, vile e villana.

Capito? Questi erano rimasti fermi al me che ascoltava a dodici anni Eros Ramazzotti e fantasticarono di sana pianta. Ah, la dovevano piantare subito e finirla di fumarsi l’erba.

Per loro ero un bambino. Un’assurdità raccapricciante.

Quando infatti ebbi le prime ragazze e dissi loro che stavo facendo la mia vita in santa pace, risero di me, urlandomi: chi, tu con una donna? Tu sei matto, questo ti vuole entrare nel cervello? Lo capisci almeno che sei matto, cervellino piccolo di uno scemino?

 

Partii in quinta, ricevendo denunce a raffica.

Successe, diciamocelo, quella che senza se e senza ma ha un solo nome: tragedia.

Ma io sono io.

A proposito di Tom Cruise, anche in Nato il quattro luglio e in Jerry Maguire è bravo forte.

Dunque ora, mi rivolgo a questi psicopatici.

Come vi siete permessi di offendere la mia sessualità, la mia intimità e i miei dolori, i miei umori, le mie sensazioni e i miei primi carnali amori? Io, a differenza vostra, non m’ero mai permesso di giudicarvi.

Vi ho scarrozzato per mezza Bologna e voi mi maltrattaste, m’offendeste, mi riempiste delle peggiori offese, voleste punirmi con le più stupide reprimende.

Foste, siete e rimarrete eternamente dei criminali.

Mentre io ho dimostrato a tutti che sono come Liam Neeson di Schindler’s List.

Per anni abbracciai la vostra filosofia di vita fascista e nazista. Perché, soprattutto in Italia, la gente ignorante ragiona come i gerarchi. E tramanda quest’ideologia malata ai figli. Chi non s’attiene alle regole, va bruciato vivo…

Come Oskar Schindler, da anni ho compreso che questa gente non merita niente.

Ci sono tanti diversi in questa vita, tanti “ebrei” ritenuti lebbrosi da questi maniaci esaltati.

Ne posso salvare tanti.

Adesso, vi mostro anche un video.

Ad anni di distanza dal misfatto scandaloso, c’è un tizio nell’ombra che mi sta ripetutamente provocando per rifare la porcata che ai miei danni perpetrò anni fa.

Stavolta però dall’altra parte non c’è più un ragazzo timido, c’è un uomo che in tribunale lo incenerirà.

Distruggendolo completamente.

Ora, peraltro, alla luce dei fatti, sono tutti dalla mia parte.

JOKER sarà un grande film. Perché queste cose non devono mai più succedere. Dobbiamo vivere tutti felici, lontani dai ricatti stolti, dalle malvagità e dai bullismi degli idioti.

IL CASO THOMAS CRAWFORD mi fa un baffo, sognai per anni Cindy Crawford e Shannon Tweed ma…


05 Aug

shannon tweed body chemistry

Non ne venne un cazzo.

Parte prima: non rinnego nessun mio voyeurismo, anzi, mi sono di nuovo abbonato a Celebrity Movie Archive

Ora, quello che qui, anzi ivi vi scrivo, corrisponde alla più allucinante verità della mia vita che, nel suo falotico mutare, come disse Eugenio Montale, ne vide tante, anzi solo due. Forse tre, forse tutte. Ah ah.

Sì, il mio caso è unico, sensazionale, da prima pagina dei migliori quotidiani nazionali.

Un casino di proporzioni giudiziarie talmente gigantesco al cui confronto quello di un mandingo è grosso quanto quello del castrato Farinelli.

Sì, per anni, nella mia fiera pervicacia da autodidatta, preferii tralasciare la frivolezza sociale dei miei coetanei. Forse sbagliai. Sì, perché onestamente avrei potuto inchiappettarne tante. Ragazze al massimo bollore della loro adolescenza floreale tutta/e da deflorare.

Invece, appassii nella depressione e sfiorii. Divenni l’incarnazione della celebre hit di Simone Cristicchi, ovvero Ti regalerò una rosa.

Parafrasando Checco Zalone nella sua altrettanto celeberrima parodia di tal succitata song della minchia, in verità vi dico che quella cosa rosa m’è sempre piaciuta. Ma mi raffreddai e mi riscaldai soltanto nelle notti più tenere delle mie (in)dolenti tenebre. Patendo gli strazi infernali della mia carne castigata. Poiché diventai una creatura degna dei migliori film di Bergman. E gironzolai nell’acquitrino delle mie angosce come un personaggio ambiguo da pellicole di Dario Argento!

Non ho sonno!

Neppure allora lo ebbi in quanto sempre fui afflitto dalla più tosta insonnia ma già a quei tempi, eccome, se crebbe.

Quando i miei genitori s’addormentavano, accendevo la tv e sguazzavo ludicamente, in maniera Videodrome, dentro tutte le più super fighe bollenti.

Sì, ero divenuto l’amante virtuale dell’ancora attuale moglie di Gene Simmons. Appena la vedevo, non desideravo solo da lei un Kiss.

M’identificai nel ragazzo da lei svezzato di Vendetta fatale, il cui titolo originale è Scorned, conosciuto altresì come A Woman Scorned.

Da quando la notai, la sua passerona annotai e me n’annottai in questo film, comprai tutta la sua filmografia in VHS. Regalandomi pure il dvd dei suoi nudi strepitosi contenuti nel masterpiece per eccellenza della sua stra-gnocca ignuda da incorniciare come fece Philip Seymour Hoffman di Happiness, ovvero Playboy Celebrity Centerfold.

Ora, ho quasi tutti i film di Shannon Tweed. Quasi tutti, sì, non tutti. Ho tutti quelli in cui lei si spoglia.

Gli altri fanno schifo al cazzo. Ah ah.

Ora, se volete farvi una cultura su un culo così pregiato, vi consiglio la sua topa al top nei seguenti lungometraggi. Per onanismi lunghissimi e sospirati, tiratissimi…

No, fate delle oculate ricerche, poi forse vi servirà anche l’oculista, in tale sede vi ecciterò, no, citerò solamente quello che ritengo, senz’ombra di dubbio, in maniera insindacabile e inappellabile il suo film più “scappellabile”.

Sì, il primo posto assoluto, vetta imbattibile da lei detenuta, è Body Chemistry 4: Full Exposure. Ove Shannon, nonostante il seno visibilmente rifatto, è una da sbattere e rifarsi molte volte di più del numero di chirurgie plastiche effettuate da Mickey Rourke.

Un culo ciclopico, una bionda incandescente che cavalca il suo amante in modo selvaggio sul tavolo da biliardo, ficcandosi tutte le sue palle in buca.

Sì, corse l’ano, no, correva l’anno 2000 ed ero con gli ormoni a mille. Tutti mi consideravano a quei tempi, comunque, un coglione.

Perché non seppero mai l’uccello mio.

Sì, mi scambiarono sia per William H. Macy che per John C. Reilly di Magnolia. In verità, io sono sempre stato Tom Cruise.

Come cazzo avete fatto a non capirlo? Ah ah.

Sì, mentre successe, appunto, un casino pazzesco della madonna poiché la gente che m’abbandonò all’epoca, cristo, pure mi perseguitò, credendo di aiutarmi chissà come, nessuno, anche se qualcuna sì, conobbe invece le mie notti che furono molto più belle dei loro giorni da stronzi.

Nel 2003 mi sverginai con una di Trieste, nel 2006 fui irrequieto con una della mia città. Che poi andò a vivere a Milano.

Lei non era, a differenza di me, appassionata di Cinema. Ma comunque qualche volta, come tutte le donne, abbisognava di recarsi in sala per fumarsi una sigaretta, no, per gustare con me un filetto, no, un filmetto.

Mi costrinse a vedere la peggiore schifezza che passava sul grande schermo.

Con lei, vidi infatti Notte prima degli esami e La sconosciuta di Tornatore. Su quest’ultimo possiamo discuterne, al compianto Faletti io non avrei dato mai la promozione per i suoi libri da svenduto, comprati da gente laureatasi col Cepu.

Fatto sta che andammo a vedere anche Il caso Thomas Crawford.

Sì, già vi dissi che la conobbi nel 2006. Stemmo assieme sino al 2008 anche se lei, nel frattempo, credo che mi avesse tradito già tremila volte.

Andate a controllare su IMDb e v’accorgerete che i film suddetti da me menzionativi, cazzo, appartengono esattamente al periodo poc’anzi dettovi.

Ecco, ne Il caso Thomas Crawford c’è una scena piuttosto bollente fra Ryan Gosling e Rosamund Pike.

Questa mia ex, mentre tale scena passò, la sua lingua altrettanto ficcò sul mio collo al buio.

Sussurrandomi:

– Dopo scopiamo come loro due, ok?

 

Quella sera lei mi provocò. Lei abitava a pochi passi, neanche a farlo apposta, dal cinema in cui proiettavano il film.

Aprì il portone di casa.

Al che, le strappai la camicetta e le slacciai il reggiseno, succhiandole voluttuosamente i capezzoli.

Lei:

– Ma sei impazzito? Siamo sul pianerottolo. Se ci dovesse vedere qualcuno, se passa un condomino, siamo rovinati. Non hai neanche il Condom.

 

Me ne fottei.

E continuai a leccarla, sfilandole addirittura gli slip da sotto la gonna.

A quel punto, lei mi diede una calmata. Era sconvolta, assai preoccupata che qualcuno, appunto, potesse entrare dal portone dello stabile oppure uscire dal suo appartamento, accorgendosi perciò che stavamo trombando come se nulla fosse.

Ma chi poteva entrare e uscire, in fondo in fondo? Solo io.

Ah ah.

Comunque, mi placai, l’afferrai, la sollevai e ci accomodammo, salito le scale che ebbi con lei praticamente in grembo, nel suo covo.

Ecco, io sono davvero un coglione.

Se avessi filmato la scena del nostro devastante amplesso, sarei ora ricco sfondato. Il pornoattore più ricercato sulla piazza o solo dalle pazze.

Sì, Erik Everhard e Manuel Ferrara non sono niente se messi a confronto col me di quella notte.

Ecco, Cindy Crawford che c’entra? Ora, il motivo della separazione fra Richard Gere e Cindy fui io.

No, qui ho detto una stronzata.

Il resto, purtroppo, dico purtroppo, è assolutamente vero.

È anche verissimo che sono praticamente identico a Ryan Gosling. Lui è un po’ più alto di me ed è biondo.

Ma entrambi abbiamo la stessa faccia d’apparenti bambagioni con un ottimo uccellone.

Drive docet.

Parte seconda: i delitti sessuali e (in)confessati della piccola borghesia italiana

Ebbene, un consiglio per i giovani. Io non sono più tanto giovane, a Settembre compirò quarant’anni. Ma io sono un caso a parte. Per me il tempo non esiste, di conseguenza le vostre metriche temporali le abbatto perché qui, adesso, mi va di ripensare ai miei primi, (im)puri turbamenti sessuali più sanamente bestiali.

Sì, furono seghe a iosa per cui fantasticai di trovarmi sepolto vivo da un mare di cosce rosee nel danzante, schizzante esplodere vulcanico del mio sperma sul divano ove, spaparanzato, registrando molte puntate di Non è la Rai, ne gustavo le loro ninfe plebee così eccitanti e succinte nei miei ardimenti puberali e irreprimibili.

Ora, facciamo promemoria delle migliori fighe di questa trasmissione per cui, in diretta, me le tiravo rittissimo.

Ambra Angiolini è sempre stata una scema. Ora fa l’attrice. Anche all’epoca la faceva. Anzi, lo faceva. Il Boncompagni era il suo segreto compagno. Sia Gianni che Ambra hanno sempre smentito di essere amanti ma in verità vi dico che erano molto di più che padrone e asservita al sistema. Sì, il compianto (da chi?) Gianni, dopo aver messo Ambra a novanta, la microfonava affinché recitasse altri suoi dettami per la programmazione pomeridiana.

Dunque, Ambra è sempre stata da me bannata. No, già tempi molto addietro, mai sognai di fotterla nel didietro. No, la mia banana non le diedi nemmeno virtualmente.

Analmente, nel senso di sfancularla subito, sì, ancora oggi può andare tranquilla che da me riceverà soltanto inculate a raffica.

Alessia Merz. Donna famosa per i suoi occhi da Liz Taylor delle borgate romane. Fu persino assunta da David Lynch per uno spot.

Forse, pur di lavorare con Lynch, si donò gratis e non fu pagata. Palpata, forse sì.

Ma soprattutto quanto da lei è stato pagato il sito whodatedwho.com affinché dicesse che, in vita sua, ha avuto solo due relazioni?

Non ci crede nessuno.

Claudia Gerini. La più paracula di tutte. Scelse subito Carlo Verdone per farlo strano…

Ha recitato pure in John Wick 2 accanto a Keanu Reeves. Che non la cagò di striscio, infatti nel film l’ammazzò. Anzi, Claudia si suicidò.

Sì, uno come Keanu non si sarebbe mai sporcato le mani con una vacca del genere. La lasciò affogare con tanto di bagnoschiuma del suo Zampaglione.

Solo oggi, fra l’altro, vengo a sapere che lei e lo Zampaglione di voi coglioni non stanno più assieme.

Infatti, Vento del sud è già meglio. Si vede che Federico, dopo essersi rincoglionito con questa romana da se famo du’ spaghi, ha finalmente capito che, piuttosto che farsi la Gerini, doveva farsi un giro in meridione. Tanto più giù di così non poteva andare.

Laura Freddi, ex di Paolo Bonolis.

Paolo Bonolis, ogni tre frasi, ficca… la sua classica massima preferita: e via in un crescendo rossiniano.

Avete notato? Lo dice sempre.

Cazzo, dire che quando conduceva Bim Bum Bam, diceva ai bambini di non crescere mai come Gioacchino Rossini. Uomo troppo precoce.

Secondo me comunque Laura lasciò Paolo perché Paolo soffriva di ejaculatio praecox. Sì, Laura è sempre stata una fervente fedelissima di Charles Darwin. Come faceva a sposarsi un uomo, poco effervescente, che non poteva garantirle la continuazione della specie? Sì, ci provò, le va dato atto…

Ma Paolo veniva talmente presto che non riusciva nemmeno a inseminarla perché Laura ancora non s’era spogliata.

Sì, Paolo, accontentati di Luca Laurenti e di Ciao Darwin. Sì, vero, sta ora con Sonia Bruganelli che gli prepara i tortelli.

Di altre zotiche avrei da dirvene ma il mio must, lo sapete, era ed è ancora Cristina Quaranta. Donna che, a giudicare dallo sguardo killer, in un sol boccone te l’agguanta anche senza mani e senza guanti.

Poi c’era anche Maria Teresa Mattei, la più pudica di tutte. Non ha fatto la fine di Madre Teresa di Calcutta ma siamo lì, eh. Ha sposato il buddista Roberto Baggio. Ah, no, non è sposata al Codino, bensì all’omonimo Dino.

Che coppia triste. Dai, Dino dammi un codino, no, un Crodino ché mi devo rifare la bocca.

Di mio, frequentai il primo anno del Liceo Scientifico, il Sabin. Durante i giorni d’occupazione, vidi, su una scrivania d’un corridoio, una bionda occupata a farsi montare da un ripetente.

Non era dunque Sabina Began ma già stava facendo le prove per corrompersi coi superiori…

Sì, lei avrà avuto, su per giù, quattordici anni, lui venti ma andavano nella stessa classe.

Sì, cazzo, credo che fu da allora che schifai il mondo e divenni il più grande di Bob De Niro il più grande fan vivente.

Taxi Driver docet.

Mentre questo mio scritto è l’ennesima doccia fredda servita a quella gente che pensò… ah, a questo ragazzo serve solo una sana scopata, vedrai come rinsavirà.

No, certe persone non cambiano. Figurarsi io.

Avete presente First Blood, ovvero Rambo?

I fascisti pensarono che, con un po’ di violenza, avrei preso la vita a culo, come viene.

Sì, un mondo di animali che non meritano il mio rispetto.

E il mio perdono.

Per finire, ne vogliamo parlare della scena di Naked Lies con Shannon Tweed che fa sesso con un buzzurro con tanto di crocifissi e cuoricini?

Credo che sia un capolavoro.

Rappresenta, in nuce, quasi in controluce, tutte le ipocrisie di questo mondo.

Un mondo ove la maggior parte della gente dice di credere a Cristo ma poi se ne fotte altamente, forse solo stando sotto come dementi.

 

di Stefano Falotico, un uomo che non ha da scusarsi di niente. Vi è stata solo di lezione la mia furia potente.

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mde

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Ascesi rambistiche e idolatrie di Shannon Tweed


21 Sep

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La trama di Rambo 5 è sempre quella dei film precedenti.

John si è ritirato a vita privata nello chalet del padre, e indossa anche lo scialle. Sognando di morire a Venezia, suicidandosi in una calle.

Ha anche un padre, John? Non era orfano di madre?

Sì, io invece immagino questa trama.

Stallone, a torso nudo coi boxer, sta stravaccato sul divano, riguardando in dvd tutti i film softcore con quell’ex passerona di Shannon Tweed. E la sua ascesi va a farsi fottere.

Ora, se vi volete tirare il pisellino in totale comfort, liberi da sguardi indiscreti, quando la vostra ragazza è andata in Grecia a visitare i templi, non c’è bisogno di guardare tutti i film con Shannon. Nella maggior parte di essi non si vede ’na mazza. Ah sì, Valeria Mazza, altra biondona da bagnasciuga…

Ecco, vi chiederete voi? Perché cercare le scene “incriminate” con la Tweed, quando si può vedere un porno in streaming?

Perché la pornografia, in verità, è poco eccitante. L’erotismo, anche se poco raffinato e di bassa lega come nei film con Shannon, non quello della Juliette Binoche prima mano, no, maniera, è più stimolante.

Perciò, dopo un’accurata selezione, questi sono i titoli immancabili della filmografia tweediana.

Partiamo con moderatezza per salire su…

Innanzitutto, Trappola d’acciaio, semi-remake orribile di Trappola di cristallo. Ma che vale il prezzo del biglietto per una scenetta piccantina fra la Tweed e Michael Paré, un belloccio che m’immagino sia stato un bell’uccello ficcante come i suoi occhi azzurri penetranti…

Arriviamo subito al cul per antonomasia, no, allo scult imbattibile, ove Shannon fa la vera battona, vale a dire Vendetta fatale. In questo film, suo marito, pur di ottenere la promozione, lascia che il suo capo, un vecchiaccio bavoso, scopi sua moglie in cucina. Ma il vecchiaccio non mantiene i patti e promuove un altro al posto suo. Super-inculata bestiale. Il pover’uomo, cornuto e mazziato, come dicono in meridione, si ammazza.

La moglie, interpretata dalla Tweed, decide di vendicarsi. Ma, anziché farla pagare al Bill/Carradine di turno, se la prende con l’uomo che ha fottuto il posto di lavoro al suo defunto marito. Che cazzo c’entra questo qui? Non è mica colpa sua.

Però non va a ucciderlo. Seduce il figlio teenager, che ha un culo pazzesco a trombarsi una gnocca di questo livello, e poi si fa sodomizzare dal padre.

Per far impazzire la moglie dell’uomo che l’ha appena inculata. Insomma, una Terence Stamp di Teorema versione sexy.

Secondo voi, chi ha scritto una boiata del genere?

Ma il top della sua enorme topa la Tweed lo raggiunge in Body Chemistry 4: Full Exposure. Un Basic Instinct ancora più spinto e ridicolo. La Tweed interpreta la parte di un’assassina irredenta e bastarda che si lascia sbattere dal suo avvocato difensore. Un uomo tracagnotto e bruttino. Altro culone mai visto.

Qui la Tweed esagera. Nudi a godo, no, a gogo.

Sì, Stallone/Rambo, dopo aver “ripassato” i film con la Tweed, decide quindi di lasciar stare gli allenamenti e i suoi patetici video-selfie su Instagram, chiama la moglie, Jennifer Flavin, che sta in cucina a pulire il pavimento, e le urla: – Sono vecchio per Rambo, mia cara, ma per te no…!

E spinge, sì, pompa Sly.

Un vero duro col martellone!

 

 

di Stefano Falotico

Siamo tutti dei clown, e si volteggia anche fra Wonder Woman con portamento da Clint e “punitore” dei moralisti e dei tonti


17 Feb

Shannon Tweed Clint+Eastwood+Clint+Eastwood+Jimmy+Kimmel+_A7jt6iGRwdl

Society molto strana. La gente attacca Attacco al treno, poi non capisco perché si attacchi alle piccine(rie).

Sì, piccini e Pulcinella. Ma la grandezza di Eastwood non va messa in discussione altrimenti prenderemo i detrattori e li obbligheremo a guidare solo i trattori. L’altra sera, invece, ero in trattoria e ho meditato sul mondo, applicando diverse mentali traiettorie. La mia mente, si sa, sfarfalla, gira e salta, alle volte stanca si adagia, va adagio e poi mal si arrangia, mannaggia, eppur soavemente si accascia. E gusta le cosce… di pollo o del mio ammirare Gal Gadot, planando di occhi giammai mesti sulla “durezza” che potrebbe nascere in quella succosa morbidezza. Sì, che lietezza “penetrare” in quella Wonder Woman, e volare “alti” di erotismo lontano dal moralismo.

Sì, io credo di essere un uomo di cultura eppure dinanzi alle gambe di Gal mi squaglio, qualcosa “densamente” fa sì che “scremi” la verità virile dalla retorica femminista. E non capisco un cazzo, o forse il mio sì. E osservo con far da voyeur un po’ volpino, solleticandomi di piccante baldanza del mio cor(po) ignudo, senza retorica, eppur “svuotato”. Ah ah.

Sì, lo ammetto, mi avete scoperto, son stato sempre un amante… dello “spogliatoio”. E tutte poco scopo eppur d’immaginazione bella-mente scopro.

A fine anni novanta, mi fissai e “lo” issai per la magnifica bionda Shannon Tweed, ed era auto-erotismo che del suo peccato “capitale” non si adontava eppur “ridondante” sguazzava ondeggiante… montante. Allegretto-andante.

Sì, la moglie di Gene Simmons, sebbene sia stata sempre rifatta, volevo farmela. Ero un collezionista dei suoi softcore molto “pimpanti”, soprattutto pippanti, in cui esibiva le sue poppe in “pompa magna”. Magnetica, sì, ah ah. Più che altro, stimolante una mano poco etica eppur godente quella splendida, statuaria estetica in maniera eretta, sciogliendosi… dirimpetto a quei “pettorali” che scendevan a valle, avvallando il mio puntarle il retto, stando ritto… di mira sulle sue colline tondeggianti. Come marinavo io gli obblighi dinanzi a quell’oceano di bontà cazzeggiante, lo sa solo il Cristo. E un giorno dovrò raccontargli che me la spassavo alla grande, un glande ripassato. Diciamo…

Sì, che cazzone… imbattibile, eppur mai son stato con delle battone, ma non batto la fiacca, sì, c’è gente presa, anzi, in modo masturbatorio, “rappresa” dalla figa e gente che si esalterà se Gary Oldman vincerà l’oscar. A ognuno la statuetta che merita. A me le belle statuine son sempre piaciute… A cui, eh che culi, “innalzarsi” in gloria, sì, io speravo sinceramente di elevarlo in maniera gol(os)a.

Rimasi a mezza strada, cercarono di (in)castrarmi ma ancor tira, ed è scomparsa anche l’ira. Tutto si aggiusta, e spero che “tutto” possa entrare o “inserirsi”, senza scorciatoie o vie traverse, in modo sghembo purché sia “collocato produttivamente” fra le gambe. Sì, di me tutto, appunto, senza punti, si può dire tranne che sia uno da canzoni di Annalisa… Non mi piacciono le melasse, vado “dritto” al sodo.

Concreto, tosto, come Clint. Quasi reazionario, non credo fascista ma in quelle… sfasciato. Senza (f)iato.

E, nonostante le stronzate che dico, il fascino classico di Eastwood mi appartiene.

Insomma, un uomo che ascolta Springsteen, un uomo Nebraska, un uomo al gelo eppur uccello… libero.

Ah ah.

Ma dove lo trovate uno “schizzato” più fuori di me, eppur spiritoso, gioviale, “fluviale?”.

Sì, proprio un fiume in pen…

 

– Falotico, ma lo sa che lei è l’emblema della sfiga e della fighetta incarnata?

– Sì, e tu lo sai che tua moglie è una zoccola?

– Come si permette?

– Mi permetto di dirlo perché lo so… Ho appurato con mano in maniera pura.

 

Freddura da uomo “monco”.

E ricordate: non sono un esodato, ma un “esondato”.

Sì, sono uno da Aspettando Godot. Ma intanto me la Gadot!

 

di Stefano Falotico

 

Punisher

di Stefano Falotico

 

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TRUE CRIME, Clint Eastwood, 1999, (c) Warner Brothers

TRUE CRIME, Clint Eastwood, 1999, (c) Warner Brothers

 

Genius-Pop

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