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Il Falò, un GENIUS, pure Pop! – Attore, imitatore, narratore, recensore, scrittore, cari untori!


06 Apr

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Ah ah ah!


29 May

In questa società, io riconosco le mie colpe, ammetto i miei sbagli e, come dico io, i miei sbadigli. I miei esistenziali assopimenti. Mentre molta gente censura, ricatta, boicotta e, con le intimidazioni, vuole piegarti al loro solipsismo, al loro egoismo, al loro arrivismo. Come vedete, posso fingere di aver accettato le regole ma, al solito, riacquisisco coscienza e mi ribello giustamente. Sono infermabile e vero, cari esseri falsi, bugiardi, mentitori che vi spacciate per influencer e mentori. Siete deboli e patetici. Vi leccate in modo vergognoso, vi appoggiate in modo schifoso.idolo

Cari grillini, la dovete finire di lamentarvi, basta con la Bertè e con le chiacchiere da Belté. Tiè!


04 Nov

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Un tempo anch’io ero una testa di cazzo.

Arrivato a una certa età, mi son guardato allo specchio e soprattutto dentro. Ed è una cosa che dovreste fare anche voi, cari grillini. Che vuole questo Grillo parlante?

Costa molto dolore, sacrificio e rabbia. E so che voi non volete soffrire.

Invece dovreste. Solo attraverso la sofferenza, vi sarà rinascita e cambiamento. Quello che gridate come dei dannati nelle parate popolari e che invece non avete attuato, innanzitutto, in voi stessi.

Vi attaccate alle scemenze. Allora, siete disoccupati e, anziché rimboccarvi le maniche, sperate che domani avvenga una guerra civile che ripristini i torti ché così avrete anche voi la vostra dolce fetta di torta.

Non ci sarà nessuna guerra civile, non siamo in un film di Joe Dante. E, se non vi date una mossa, credo che soccomberete soltanto di più in una patetica, disarmante disperazione sterile e controproducente.

Sì, ve ne do atto. Nella vostra vita, ve ne son successe di tutti i colori. Avete sofferto come delle bestie e subiste probabilmente delle ingiustizie. Ma ora siete in salute, siete belli come il Sole e anche quella cosina lì in mezzo alle gambe, mi pare, almeno a giudicare dall’ingrossamento nel cavallo dei pantaloni, che si muova scattante e rigida appena i vostri occhietti malandrini intravedono un bel paio di cosce turgide.

Sì, siete vigorosi, prestanti, cazzuti, insomma. Basta col fare i cazzoni! Allora cos’è quest’eterno sbadiglio? Questa processione melanconica di auto-inganni, flagellazioni al vostro uccello e martoriamento di ogni vostro represso, castigato, timorato, possibile godimento?

Sì, ecco la nuova stronzata del giorno. Ci sarà un’ecatombe atomica, Trump ha detto segretamente a quello della CIA, e voi siete entrati in possesso di queste preziose informazioni perché siete come Tom Noonan di Heat, che il governo sud coreano sta complottando di scie chimiche e probabilmente già da questa notte, se vi affaccerete alla finestra, vedrete missili galattici roboanti a illuminare paurosamente il cielo del vostro firmamento scolorito da un grande rincoglionimento nerissimo.

È così?

La dovrebbe finire anche Bob De Niro a sostenere che uno dei suoi figli soffre di autismo per colpa del vaccino del cazzo. Diciamo che volle sperimentare l’inseminazione in vitro e, forse, quando si masturbò, eiaculò uno sperma rancido, partorito con tutta probabilità da una cattiva cena con Joe Pesci. A base di troppe cozze, compresa sua moglie Grace Hightower con cui non avvenne una sana peperonata affumicata come la sua pelle rosolata!

Forse la verità è questa?

Ecco, avevo un amico che faceva così.

L’ho sottoposto al test Falotico, è un questionario di certezza scientifica da me brevettato in maniera provetta, inconfutabile.

– Bene, hai mangiato? Vuoi un po’ d’acqua?

– No, grazie. Semmai una sigaretta.

– Vuoi anche il caffè?

– Ma sì. Preparalo, dai, mettilo su.

 

Bevuto che lo ebbe… bevuto che lo ebbe è magnifico…

– Ora sei pronto al Falotico test?

– Sì. Proponimi questa minchiata.

– Non è una minchiata. È un test che ho sperimentato sulla mia pelle. È infallibile, inequivocabile, non si scappa…

– Ok, vai.

– Bene. Ora, facciamo promemoria. I tuoi genitori hanno divorziato quando avevi vent’anni, sei caduto in una profonda depressione, alle superiori i tuoi compagni ti angariavano e ti han praticato pesante bullismo. Fin qui, ci siamo? Confermi gli avvenimenti, diciamo, non propriamente esaltanti?

– Sì, è tutto acclarato nella mia mente. Anche nel mio culo.

– Perfetto. Ecco, ora dalla mia tasca uscirà quest’immagine. Eccola qua.

– Cos’è?

– Sei cieco? Questa è una delle più grandi gnocche mai viste della storia. Guarda che simmetria di forme rotonde, che allineamento paradisiaco di proporzioni. Insomma, questa è una figa da competizione. Una passerona immane! Chiaro?!

– Non la conosco. Come si chiama?

– Il suo nome non è importante. L’importante è che io abbia notato che l’uccello ti funziona.

– Che vuoi dire?

– Sono passati tre secondi da quando te l’ho mostrata e ora devo raccogliere da terra i bottoni della tua patta.

– Sì, mi pare che il mio uccello funzioni.

– Sì, mi pare di sì. Non spingiamoci oltre…

– Dunque, abbiamo appurato che il tuo uccello va bene. Non ho riscontrato difetti strutturali. Dunque, l’ipofisi è collegata ai tuoi ormoni che a loro volta comunicano funzionalmente all’apparato genitale e ai vasi dilatatori. Sessualmente, sei ottimo.

– Tu dici?

– Sì, dico.

– Non soffri di “ammosciamento”, come dice Bob De Niro in Terapia e pallottole, e di nessun calo della libido. Cioè, ciò mi sembra alquanto evidente.

– Sì, ma è qualcosa di virtuale.

– Dici? Dici che fisicamente, dal vivo, diciamo, con una donna in carne e ossa hai l’ammosciamento?

– Spesso sì.

– Perché continui a frequentare quella mignotta. Mandala a farselo dare nel culo. Quella ti cogliona e basta. Cercatene una adatta a te. E vedrai che la scopata sarà normalissima.

– Dici?

– Sì, dico. Il problema non è tuo. È di quella zoccola frustrata.

Bravissimo, passiamo alla seconda prova. Hai delle idee geniali, affatto malvagie, sai? Mettile in pratica.

– Non posso.

– Perché non puoi?

– Non ci sono le circostanze. Mi mancano i soldi.

– Capisco… mica devi comprarti una villa, mi hai detto che vuoi fare il regista. Andiamo con calma. Hai in casa una videocamera, un programma di montaggio?

– Sì.

– Inizia col girare un cortometraggio coi tuoi amici. Scrivi una bella, piccola sceneggiatura. E filmi il tutto.

– Ci vogliono i soldi.

– E che soldi ci vogliono per girare un cortometraggio con tre amici e una storia di pensatori dreamers bohémienne?

– Non si può. La mia amica è pudica, non è Eva Green del film di Bertolucci.

– Mica ti ho detto che deve mostrare il suo seno. Anche perché seni così nascono ogni morte di Papa.

– Tre amici che chiacchierano del mondo e intitoliamo il cortometraggio Cazzeggio vérité. È un buon titolo, è originale, no?

– No, preferisco fare le video-recensioni.

– Sì, perché è più comodo. Giudichi il lavoro degli altri e, al massimo, l’unica figura che puoi rimediare è di aver detto delle cazzate. Mettici la faccia, agisci anziché vivere in trincea.

– Non ce la faccio.

– Ecco, la risposta esatta è che non ce la fai. Anzi no. La risposta è che sei spaventato. Sai perché? Perché puoi avere successo ma, se ti esponi, se passi all’azione, puoi anche ricevere altre delusioni pazzesche e batoste devastanti. E sarai inondato da tanta merda che ti pioverà addosso.

Invece, per te è paradossalmente più comodo smerdare il mondo. Così, sei la povera vittima incompresa e nessuno ha capito niente. Sono gli altri insensibili, stronzi, bastardi e tu sei quello che urla che Dio è morto, che il sistema capitalistico ti distrugge, che il Cinema di Herzog e Burton è bello perché appartiene alla tua categoria “protetta” e sei un meraviglioso diverso. Fantasioso, puro, voli alto!

Ecco, ora vola questo schiaffo. Fa male?

 

Quindi ora, incapaci, sessuofobi, moralisti, complottisti, urlatori, nani, levatevi dal cazzo. E vedete di farla finita. Non si nasce Marlon Brando. Lo si diventa. E per essere Marlon dovete accettare anche l’orrore. Solo dall’orrore vi è il ritrovato splendore.

Non è così, secondo voi? C’è sempre Voglio di più della Bertè alla radio. Che poi anche Loredana la dovrebbe finire! È da una vita che si dimena e sbraita, come al mercato ortofrutticolo, che ha sofferto. Mah, a me non pare. Ha visto più cazzi di lei di Moana Pozzi.

Contenti voi, contenti tutti. Continuate a prendervi per il culo. E a credere alle idiozie. E alle sceme!

 

di Stefano Falotico

Buon anno, nonostante i detrattori, e anche i “trattori”, continua la mia avventura, anche le mie sventole, no sventure


30 Dec

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Ebbene, con un giorno d’anticipo rispetto a San Silvestro, non so se Stallone, voglio felicitarmi con voi dell’anno a venire, non so se per i botti sverrete o per le troppe bott(an)e. So che siete volponi e adocchiate le donne con far marpione senza poi farvele, se non sotto, comunque sia io ho da “raccontarvene”. Donne di varia fattura, alcune strafatte, altre non strafighe, l’importante è che siano sfatte. Sì, le donne consumate possono levigarvi in più acu(mina)ta “lievitazione” e il pane, no il pene, potrete infornare con “dolce” dimestichezza della farina della vostra sacca. Sì, la volgarità talvolta s’impossessa di me e devo domarla, cari sadomaso, evitando che mi evirino. Passiamo a cosce serie, no a cose meno facete. Eppur fatevele di favella. Mi son di nuovo rasato a zero, e il mio cranio accarezzo con nobile “dimestichezza” delle mie mani che afferrano i vacanti peli piliferi con “masturbante” indolenza di tremolii neuronali lisci come andar sul velluto di una di quelle. Mano che tocca, che fa il ritocco, che solletica il bulbo e sa come tirar di pugnette, no di pugni come Balboa. L’an(n)o è andato e non so quanti ani ancor vedrete in questo infernale, languido sbaciucchiarvi buonista che (per)dona e “lo” dà a vedere. Avvedetevi, e voi, svegli, addormentatelo talvolta. Per il cenone, io mangerò le lenticchie col cotechino, “insanguinato” di purè perché non son uno del Perù e non mi faccio mancare niente, neppure il dolce nel mio “vederla” malizioso. Non sono un maligno, ma sono spesso una malalingua. Malandrini, non fate i maialini, ma mangiate lo zampone. E questa è la miglior canzone di questo final di stagione.

Vago nella città, talvolta qualche filosofo cito e faccio Cita in mezzo a voi, tarzaniani, e spingo, eccome se spinge.

 

di Stefano Falotico

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Oggi quella “boiata pazzesca” di Fantozzi compie 40 anni, bruciate questo film di merda e tutta la sua stirpe


20 Sep

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A me Villaggio e questo personaggio non m’hanno mai fatto ridere. Solo l’italiano “puro” può, dopo intense giornate di lavoro a rincoglionirlo, “cibarsi” di “risate” a base di sfottò allo sfigato a cui neppur la Silvani va “ritta”. Dovrei ridere della sua figlia handicappata, che oggi ascolterebbe Laura Pausini, di sua moglie racchissima e delle continue, imperterrite inculate a sangue che piglia a ogni minuto dei dì? Cosa c’è da ridere?

Appartiene a una generazione di “adulti” bofonchianti, che hanno rovinato la società “moderna”, aumentando la “cultura” di bacata “mentalità” (s)fatta di scapoli vs ammogliati, di vincenti contro vinti, di alzatori di trofei contro grassoni che mangian il pest(at)o, Madonna impestata-fradicia, con le trofie di “patate” marce.

Personalmente, non conosco nessuno genio, al quale sono affiliato e ascritto, che preferisca Fantozzi a CronenbergSalce al “salame” dei fracchia epigoni.

Ma io, essendo paradossalmente selettivo, non so “scindere”, infatti, come da vari certificati “medici”, soffro di schizofrenia “semplice” con immoderata passione per me stes(s)o e notevole autostima del mandarti a fottere. Sfotti tua sorella, ché da me riceverà solo pugni in faccia e fisting.

Cinema per segretarie finto-castigate, per citazionisti delle nostalgie “comunistoidi-fasciste” da ambidestri di cervelli confusi, Cinema per (im)piegati della mutua che s’identificano nella routine da “oggi gira la ruota e domani va, appunto, fantozziana, ma tiriamo a Campari”.

Di “mio”, preferirò sempre Freddy Krueger a questi sogni mostruosamente proibiti.

Sono cattivo, la colpa è di chi amava Fantozzi.

Mi pare ora che, nel 2015, si svecchino tali “miti” della borghesia flaccida e sarà meglio che vi diate a una sana scazzottata alla Barfly.

Il resto è una trombetta.

Ma concluderei, a sorpresa, con la lista, oltre a Paolo Villaggio, degli attori che mi stanno sul cazzo: Kevin Spacey, adorato da chi s’identifica nelle battute “taglienti” che gli fanno recitare, perché così pensa di essere “in gamba”, stronzetto e furbo quanto lui e, in questo processo identificativo da malato di mente e di “bile”, crede d’essere uno che ha capito tutto. Spacey, sempre serpentesco e ambiguo, con questa pelata su occhi da “Io ti fotto con l’occhiolino”, sarà meglio che si rinnovasse. Anthony Hopkins, un trombone che si prende troppo sul serio con la sua “saccente” aria da “Sir”, un simpatico vecchietto a cui offriremo del tè caldo, Tom Hanks, idioti i suoi personaggi perché è un idiota lui, con questa faccia da uomo “rassicurante” delle biondine pizza e shopping, uno che con Spielberg fa faville perché son due che si arricchiscono sfruttando l’infantilismo di massa(ie).

 

Finale: molta gente pensava che fossi Fantozzi e invece capì che ero il protagonista di A History of Violence.

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