Posts Tagged ‘Sex’

The Martian, sopravvissi: se l’ignorante viene ignorato, l’acculturato va (de)cur(t)ato


04 Oct

La senti? Questa è emozione (Il lato positivo, Jennifer Lawrence a Bradley Cooper)

– Lo senti?
– No, non ancora.
– Ora, lo senti, zoccola?
(Il lato b, tuo padre, un puttaniere a una di “quelle”)

Sì, siamo gnuranti, “cari” troioni, finitela di usare la cultura per aver più culi, non avete il culto. Il culto è credere a qualcosa, voi, io vi dico, voi non credete a nulla se non a prenderla così come “viene”. Io v’inculo.
Noi, giullari, conosciamo i vostri trucchi, i vostri occhi, cari orchi da (s)o(r)che.
Occhio per occhio, dente per dente, tira fuor le pal(l)e. (S)cavatela.

Mi piacciono Colin Farrell, Sergio Leone, Clint Eastwood: sono tamarro e/o frocio? No, mi piace anche Enrique Iglesias


04 Aug

Iglesias El Perdon

Una nuova filosofia perbenista si sta impossessando delle vostre anime timorose e castigate. La borghese visione flaccida della vi(s)ta, un po’ alla Paolo Mereghetti, il quale, a suo (ar)dire, parzial-mente stronca, come s(appiam)o, sia C’era una volta il West che… in America. E “irride” con boria alla Indio i gira(ment)i del mitico Sergio, secondo lui a volte macchinosi nelle scene di raccordo. Son (s)cene di cor(t)e(ggiamento)! Ma quale retorica, in quei panorami grandangolari v’è la perfezione modulata d’un Leone che ama con passione. Si chiama romantic(ism)o, così come il bel, “sciupato” Ray Velcoro/Colin Farrell, nel penultimo episodio di True Detective 2, non resiste al fascino “traumatico” della McAdams e comincia a “darci”… un (as)saggio, sbaciucchiandola in punta, “impunito”, di lingua, dopo qualche piedino… nel “succhiotto” a pelo, a pelle, dopo aver aspettato tutta la sera, no, la serie, di “che du’ palle, ora dammela”.

Nessun(a) El Per(d)ón… anzi, come un maschile Madonna mia quanto sei bona di reminiscenza allaCiccone su format(o) Sean Penn “al bacio”, all’amatriciana con molto vinello di sua Evita, e non (si) e-vira… “Vibra”…

Sotto la Luna, mentre il compagno muore trafitto in pancia da un killer che spezza ogni Splendore nell’erba… più cattivo del Volonté nostro di Per qualche dollaro in più…

E questo è sentir…

 

di Stefano Falotico

Intimissimo/i


02 Dec

Il mondo si divide in due categorie di maschi, chi si masturba con quella della biancheria intima, anzi, di Intimissimi, e chi se ne fotte placidamente in fantasiosa armonia di far un cazzo da mattina a sera.

Rapporto padre e figlio, padre e fig(li)a, io e mio padre siamo due (af)fini pornografi, è sempre stato così, e ora succhiamelo


02 Nov

He Got Game

Sì, bando alle ciance. Mio padre ha saputo educarmi al glande, gli “alt(r)i” educano i pargoletti al “bene”, ah, che pene… da grande tu che vuoi fare? Farvelo e farmele. Da cui il film Big. Che sta anche per “grosso”. Cari miei Tom Hanks, ne avrete da penar in aule di tribunale se da omosessuali, ingiustamente, vorrete combattere assieme a un negro che a ogni (in)g(i)usto fascista farà neri i culetti. Sì, è per questo che, a cazzo duro, Obama è a Washington. Denzel conosce come mettere quelli “con le palle” in buca, da cui il film He Got Game. Vero capolavoro di Spike Lee, ove Jesus si fotte Jill Kelly, anticipando i porno interraziali che oggi van di moda e fan (non) politically correct.

E Malcolm X? Era solo un sindacalista che credeva al Vangelo.

Mio padre ha saputo effondermi un sen(s)o pratico “tangibile”, er(et)to al vero profumo di donna nel ma(s)chi(li)smo più bastardo, sì, m’incitò, sin da quando mia madre mi svezzò, a suggere tutti i capezzoli, senza lasciarne una in “pece”. Ah, le donne con me non han pace, datemi requie, datemela dentro, vade retro Satana e voi, angioletti con le corna, “vati”, andatevene a fan…

Fancazzista, miei Fantozzi, son ancor oggi ché il “bamboccio” fa rime con bellocce e con belle bocce. Loro, imboccandomi, sbocc(i)ano e, sboccata-mente, miei dementi impotenti, abuso di ninfomani alla faccia di voi, von trieriani che amate i melodrammi “pallosi” da onde del destino. Sì, tua moglie se la fa con me, in tv danno Scent of a Woman, mio “uomo” dancer in the dark.

Tranquillo, la tua (con)sorte te le mette e io glielo (o)metto, tu hai bisogno d’un trapianto di cornee, fosti talmente miope da non accorgerti che con me si rifaceva… gli occhi.

Lanciami pure il malocchio, non servirà a un cazzo. Mio cornuto, dammi della cacc(i)a e io ti farò leccare il cacao d’un cornetto. Sei (s)cremato mentre tua moglie me lo rende screpolato. Tutto scappellato. Se non stai buono, chinati nella cappella e prega che non lo metta a novanta anche a te, (im)piegato! Frust(r)ato, ecco come sei stato sodomizzato.  Bastonato in tua moglie che, di scopa, t’ha barato in me che me ne burlo di burro con tanto di ass(o) di “manico”.

Sì, devo rendere grazi(os)e a mio padre. Quando ero minorenne, mi portava a (s)passo… di v(i)olante, lui (t)rombava in “macchina” qualche gatta presa di “striscio”, e io noleggiavo VHS pieni di passere da ficcare nella luce rossa del Red, anche del rec. Miei ricchioni. Meglio “segarsela” subito in onanismo che esser nani con un datore di lavoro che lo sbatte di “tastiera” alla segretaria che glielo “fotocopia” su timbrarvelo con tanto di suo sentirsi “straordinario”. Così, passeggiando assieme a lui, “cresceva”. E, “sviluppandosi”, ho capito che il mondo è come un uomo e una donna (im)morali. A nessuno frega dell’altrui metà, fan figli solo perché, essendosi le donne mascolinizzate di “attributi”, non sanno che cazzo fare. Si (s)freg(i)ano. E, in quella (con)fusione fottuta, ci scopano e “ci scappa”. Di mio, son schizzato sempre.

Come mio padre, un vero azz’.

E non dovete scassarceli, altrimenti saran mazzate…

 

di Stefano Falotico

(A)mici(zie) fra uomini e donne (in)esistenti


06 Oct

Credo che il mondo sia triste perché la gente lo rende un posto nauseante, (s)fatto, sniffato di assurde certezze difficili da scardinare, di (ba)lorde convinzioni stupide, vetuste, retrograde, balzane, basate sui luoghi comuni più atroci e schiavisti della libertà paralizzata, frutto amaro e sconsolatamente (ir)reale, grottesco di una bruttezza ideologica che, ahimè, si tramanda degeneratamente da vecchie, immutabili generazioni già morte di anime orrende, putride. Una delle cose più cretine che, spesso, sento dire in giro, è che non può esistere amicizia sincera fra un uomo e una donna. Insomma, siamo rimasti alle fav(ol)e carnali, materialistiche, sessiste di un mo(n)do osceno di viver(si), di relazionarci a noi stes(s)i, (s)fondato sempre brutalmente sul sesso, sulle dinamiche (s)fottute, sui cazzi, sul prenderla a culo, sul goderla al lazo. Ma io son Lazzaro e, da quando son rinato, vivo a un più alto livello di cosc(i)e(nza). Mi (s)piace.

Il cazzo


19 Sep

Avevo letto qualcosa come: è bastardo il tuo sguardo.

In fondo, non avevo letto ma(ia)le. Una donna lupa, arraffante il sesso altrui con iridi ingorde, già gocciolanti, ah ah, un languido sospirar in lui subito (s)venuto.

Pamphlet ero(t)ico


15 Jul

Due pezzi di Stefano Falotico

Il fascino (in)sano dell’omosessuale, l’anomalia dell’etero “integrale”, scusate, nella società (dis)integrato

Sì, questo è un pamphlet sul sesso.

Cause ed effetti… notte. Di notte, va la ronda del piacere e gli “uccelli” son rondini che s’“offuscano” tra (ef)fusioni atomiche, personalità doppie (in)sospettabili che “esplodono” di botto e “botte”, stanze d’albergo ove “piove” a (di)rotto dentro, a causa delle tempeste ormonali dell’amante più “bagnino”, raccattato a Rimini dopo un’immersione subacquea che voleva essere un suicidio e invece si tramutò in un bacio bocca-bocca sin alla riva in cui l’aspirante-“respirato” suicida, grazie a quel “salvataggio”, riaprì gli occhi e, così di labbra “vi(ri)li” a lui (af)fini, comprese nella calura estiva un piacere estatico mai prima provato né esternato. Ammainò il suo “gabbiano” e si gabbò da “gobbo” ma l’evento, fra quegli sci(r)occhi venti, gli rivelò la natura “ambigua” della sua (r)esistenza da o(r)ca. Sì, quel bagnino che, innocentemente, lo “baciò” insistente(mente) per dargli fiato di ventre, nel ment(o)re incoraggiò la sua latente, da lui sempre affogata omosessualità. In quell’attimo fetente-fottente fra la vita e la morte, l’inconscio del suicida provò sensazioni “a pelle” polmonare d’un risveglio dei sen(s)i e da allora, da quel momento fatale di maschio così “dentro” sentito, volle diventare femme.

Per tutta la vita si effeminò, nascondendo agli altri la voglia di passar dall’altra parte. Ma l’outing mai (av)venne… e, castrando i suoi desideri più profondi, quell’uomo rimase a metà, senza mela e senza mammelle. Però, dopo quell’abisso…, gli si spalancò una voragine percettiva e vide nuovamente, nudamente, chi era. Sì, fu Eva e per molto tempo pen(s)ò invece di essere solo Adamo.

Ma quel frust(r)arsi bloccò sia la sua “voce” dal pomo e anche il “suo” dalle patate. In quell’istante, (ap)prese e si sfogò da “figa”.

In culo a tutti, aprendo le gambe da uomo che ebbe il (co)raggio solare di svelarsi crudamente omosessuale. Senza più la paura del giudizio altrui, che sempre lo fotté nel mai dir che lui invero sempre arse sol per un simile ardente e “al dente”. Mai dire “mare”…

Evviva il “tonno!”.

Evviva il Sole!

Eppur la notte si fa (s)fonda…

L’omosessuale, a parte le battute e le battone sui viali da viados, continua a non entrare nella società perché (re)spinto dai pregiudizi ferenti il suo orgoglio “penetrato”.

Allora, vaga nel sempre ancor mentire, non importa se attivo lo dà o, passivo, lo piglia.

A questa società bigotta ancor non piace.

E finalmente potrà suicidarsi in san(t)a pace nell’Oceano Pacifico, senza che nessun possa più (o)metter “bocca” sulla sua scelta… “duramente” attaccata.

“Si attacchi” al cazzo.

 

L’oscena realtà dei (non) rapporti confidenziali, interpersonali

Una tizia contatto…

Guardo le sue foto. Di lei sempre nella natura, che abbraccia cani quasi lupo, coccola le fronde degli alberi in sue pose attorcigliate da serpentesca amazzone, foto di lei in Alaska col mar che le sguazza fra le lucide, terse, asciutte e abbronzate gambe, e par si scaldi, denudata anche nell’anima, nonostante il freddo polare. Lei che bacia un gatto e lo lecca fra noci di cocco da “cocca” in sue albicocche losche fra le esche, tra le frasche fresca, affusolandone, lei “isterica” d’inquadrature fermo-immagine a sussurrarti dallo schermo che non è una donna superficiale e schematica. Ma guarda nel (pro)fondo delle cos(c)e.

Lei che balla solo coperta da un bikini floreale col vento fra i capelli, svolazzando d’intercapedini prominenti d’un seno libero e sciolto eppur appunto di capezzoli appuntiti per il tuo “sacco” a pelo in lei appena (s)coperta.

Le scrivo che (at)tira e le chiedo l’amicizia per spronarla a una conoscenza selvaggia in cui possa sghiacciarmi dall’ibernato, gracchiante, inchiappettante, sdrucciolevole, “lungo” inverno “rigido” dei miei cazzi assonnati, da biscia a sonagli, visto che lei par che ami anche gli asini che ragliano e voglia sgranchirsele da g(i)nocc(hi)a scricchiolata a chiocciole.

Ah, su quelle scale scoscia.

Mi chiede se ho Facebook e io approvo… già mi (ar)rende provato.

Lei “accetta” e guarda, in tre secondi netti, due mie foto in cui son “venuto” come il cazzo.

Al che, taglia di (i)netto e mi scrive, recidendomi così decisa, che non sono il suo tipo perché le paio un topo. A questa topa non piacciono dunque anche i topi?

Che sia una zoccola e un’orsa, altro che (co)stella(zione) omonima, e sia solo, altro che Sole, in cerca della “pesca” dei “salmoni?”.

Non sono un salame, non abbocco alla sua carne cruda.

Insomma, si dichiarava di larghe vedute, si spacc(i)ava per selvatica e sganciata dalla società nauseante delle carni in scatola da market e Manz(ot)i(n).

Scoprii subito in lei che, come tutte le altre, voleva solo una scopata in mezzo al “bosco”.

Meglio le fragole vere a queste uve passerine.

Sono un (di)verso, menoma(ia)le


13 Jul

Il gioco di Gérard


06 Jun

Il gioco di Gérard. Un libro di Stephen King? No, quello è Gerald. Qui, parliamo del grande, grossissimo Depardieu, un attore pachidermico eppur a me piace epidermico, alle donne di più

di Stefano Falotico

 

Fra tutti i più grandi attori del mondo, sempre poco spazio vien dato a Depardieu. Andando a scorrere tra la sua filmografia, c’è da rimaner basiti. Cosa non ha girato costui?!

Di tutto e di più per questo francese che s’è emancipato da un’adolescenza mariuola, sì, a Parigi e dintorni, quand’era molto giovane, commetteva furti, un truffaldino, insomma. Ma la passione per la recitazione lo salvò dal carcere assicurato ove credo che, fra le sbarre, ben poco avrebbe allietato la bellissima panza che da sempre esibisce, una “protuberanza” laida eppur che a lui dona perché di nasone deforme emana il fascino dell’elefantiaco sex symbol senza tempo. Sì, sempre più obeso, ma le donne ancor se lo (con)tendono. E lui le stende, anche se, così messo, come fa a metterlo? Un sessappiglio innato nonostante la taglia dei pantaloni incontenibilmente aumenti. Un attore sproporzionato e molto dotato. Allorché, Abel Ferrara l’ha sfruttata, a mo’ monumentale della carnalità totale, nel suo Welcome to New York, dai critici acclamato!

Sì, Depardieu è oggettivamente brutto, fisicamente osceno, un gobbo di Notre-Dame che arranca eppur mai (si) stanca. Stacanovista attorialmente, dà sempre a tutti gli altri un gran distacco. Con “stacchi” di cosciotti di “polle” che lui fa arrosto grazie agli occhi “biascicanti” quel gustoso, simpaticissimo “Donna, ti mangerò meglio di queste crêpes che ingurgito nel mio stomaco debordante eppur mai sazio. Io sarò per te dolce e salato, ricoprendoti di zucchero nel papparmela a tutt’andar fra un canto libero della Marsigliese e la pubblicità italiana del pomodoro”.

Io sono l’uomo Gérard. Apparentemente, sono un cesso eppur con le donne, non so perché, ho s(ucc)esso. E ne sono un ossesso.

Sette film ove Gérard fa un baffo all’omonimo porcellino del libro di Stephen King. Sì, Gerald fu un marpione di giochi d’adulti troppo spinti con la mogliettina in quella villa nel Maine. Ella, col classico calcio lì piazzato, lo respinse tanto d’ammazzarlo.

E, durante la notte, “ammanicata” al letto, con un cadavere accanto sempre più puzzante, marcì di paura, consolandosi solo nella fantasia d’esser agguantata dall’animale volpone Gérard, la sua fantasia proibita, la fantasia che ogni donna non confessa eppur, alla vis(i)ta (in)aspettata di Depardieu, nonostante il suo panzone, non si sa come mai ma le “mani”… tremano di brivido.

Non mi credete?

Ecco sette film ove il nostro le fa da padrone, ah ah! Entrando di soppiatto. Chiatto eppur acchiappante.

Green Card

Ciao maschio

Novecento

Cyrano de Bergerac

La signora della porta accanto

Lui portava i tacchi a spillo

Mio padre, che eroe!

Mica tanto. Più che altro, un erotomane.

Il padre di De Niro era gay? E allora?


30 May

I migliori film sull’omosessualità: che io mi ricordi, son sempre andato più “d’accordo” coi maschi…

Anche se non so se mi piace far la femmina…

di Stefano Falotico

 Ora, a prefazione di questo mio importante discorso, citerei ancora una volta Robert De Niro. Ecco, molti di voi si chiederanno che c’entra De Niro con l’omosessualità? C’entra…

In una recente intervista, a presentazione del suo documentario Remembering the Artist Robert De Niro Sr., prodotto dall’HBO che lo trasmetterà sul suo network l’8 giugno, De Niro ha rivelato l’outing di suo padre, che in vita sua però mai lo riferì ad anima viva, tranne ai suoi amanti naturalmente, perché ai suoi tempi si viveva d’arretratezze ideologiche e tabù molto forti, il puritanesimo imperava e guai a dire apertamente che s’era gay, si passavan i guai. Gli omosessuali venivano “schedati” dal bigottismo della società, perseguitati per strada, additati come “streghe”, nei casi migliori emarginati, in quelli peggiori e più violenti eran addirittura picchiati e messi alle strette delle sbarre, oh certo purtroppo, grattati tanto di provocazioni toste da finir arrosto non solo di graticola ma di oscene, scellerate grate in prigione. Sì, beffa delle beffe, come se non bastasse quest’ignominioso, ingiusto accanimento, dettato unicamente dell’ignoranza della gente che considerava l’omosessualità, appunto, una grave devianza e perfino una “malattia mentale”, molti di loro, se si ribellavano e manifestavano i loro diritti, venivan “prelevati” e trascinati in carcere o in manicomio. Sono tantissimi gli episodi di “diversi” che, non sopportando più le prevaricazioni umilianti, semmai anche nei posti di lavoro, che all’epoca fra l’altro erano a predominanza di “carattere”, anche in senso figurato e sfigurandoli…, maschile, venivano quasi costretti a “dar di matto”. A urlare l’ingiustizia di non potere vivere proprio sanamente la propria sessualità e dover inoltre dover, castigandosi e perciò soffrendo, far buon viso a cattiva sorte. Allora, i più coraggiosi e fieri, stanchi dei maltrattamenti che subivano, si “spogliavano”. E non parlo solo di denunce che si prendevano per aver infranto, di “bollino rosso”, il limite limitatissimo del pudore imposto… dagli impostori e dagli ipocriti. Mi riferisco a un concetto più schifoso in cui venivan derubati della loro umana e sacrosanta, libera dignità. Mangiati vivi e spellati. E sbattuti da qualche parte affinché si zittissero per creanza, ah ah, del quieto vivere (s)corretto.

De Niro attore presenta così questo affascinante, interessantissimo documentario, da lui stesso girato, in tal modo omaggiando il padre “omonimo” e gran signore, un celebre astrattista della New York che, da quanto sentiamo nell’anteprima e come spero presto vedremo anche in Italia, intrecciò relazioni non solo artistiche con altri personaggi “gai” di spicco, dal drammaturgo Tennessee Williams a Pollock sin al poeta Robert Duncan, quest’ultimo fra l’altro proprio uno dei più accaniti “combattenti” del movimento di liberazione…

Allora, sorge spontanea la domanda: come ha fatto a nascere De Niro se suo padre era omosessuale? Suo padre, da quanto apprendiamo, non era subito “deciso” a seguire la sua natura e si sposò con Virginia Admiral. Ma, poco dopo che il piccolo Bob nacque, De Niro Sr. visse il matrimonio solo per “facciata”. Appunto per non “passare i guai”.

Personalmente, non sono omosessuale. Credo comunque di essere molto misogino. Lo ammetto senza problemi, sfacciatamente. E ne vado anche orgoglioso.

Credo infatti che le donne, per quanto oggi si dichiarino emancipate, e dunque dovrebbero essere in pace con la loro sessualità, sian invece proprio molto più discriminanti, in questa società di ruoli ribaltati, degli stessi uomini. Sono gli uomini adesso ad essersi ammorbiditi e ad accettare tranquillamente gli omosessuali. Le più schizzinose, assurdamente, son rimaste le donne. Che casino. Vogliono il maschio rude e insensibile non la femminuccia colta.

È un paradosso. Sì, dati alla mano e per esperienza “professionale”, posso dirvi che le donne scherzano in modo molto più cattivo e subdolo sui maschi che non “hanno le palle”.

Perplesso, angosciato da una società che prima era ottusa e malvagia mentre ora è peggio perché mascheratamente “tollerante”, elenco qui a voi i film ove non esistono censure e “cerniere” che tengano.
E sono bellissimi!

Crusing

Il vizietto

In & Out

Querelle de Brest 

Genius-Pop

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