Posts Tagged ‘Serial Killer’
Manhunter in Blu-ray Limited Edition, parola di Marion Cobretti con tanto di Ray-Ban
Sì, me lo sono già pre-ordinato.
Vi racconto questa.
Da tempo immemorabile, sono tormentato da uno psicopatico.
Questa è stata una delle mie risposte all’ennesimo suo affronto da pavido cornuto:
– Non è che mi fai la fine di Tom Noonan di Manhunter?
Lui, incazzatissimo, ha replicato così:
– Ora, ti ammazzo!
E io:
– Ecco, vedo che sei già Dente di fata. Mi spiace.
A questo punto, guarda, non so come aiutarti. Chiedi ad Hannibal Lecter.
Lui:
– Io ti mangio vivo!
– Sì, io e Clarice Starling adesso però andiamo a mangiare una bistecca al sangue al ristorante. E poi anche altrove.
Dopo questa risposta, costui è ora in un centro psichiatrico giudiziario ove mangia pane integrale e insalata perché ha dato troppo di stomaco.
Il suo compagno di stanza è Michael Rooker di Henry.
Ho detto tutto.
Cobra è veramente una stronzata se paragonato a questi capolavori da me appena succitati.
Ma più passa il tempo e più sono uguale a Stallone.
Sì, per anni il fuori di testa sopra menzionatovi ha pensato che io fossi pazzo.
Finalmente, con molto ritardo, ha realizzato che il matto è lui. Il fatto è che continua ad avere dei dubbi. Insomma, è pure scemo. Secondo voi, come la prenderà? Sì, la prenderà molto male, però da me lo prende sempre benissimo.
Ah ah.
Ecco cosa succede se un demente vuole rivaleggiare con uno che la classe di Anthony Hopkins.
di Stefano Falotico
I fratelli Sisters, i Blues Brothers, basta coi Bundy, coi banditi, con le storie di serial killer, dobbiamo darci alla follia buona, non a Bonnie e Clyde, bensì alle balle, alla musicale banda
Alle donne b… di cl… e.
Sì, donne belle, non stupide, stupende, donne per cui diventi buono, sì, ti doni alla grandissima, diventi clemente.
Cavolo.
Finalmente, a 39 anni di età, a pochi mesi dal compirne quaranta, ho finalmente compreso una verità sconvolgente. Sì, non assomiglio molto a De Niro, bensì a Joaquin Phoenix.
Questa è bella, è bellissima.
Invece è così.
A causa di farmaci appesantenti il mio bellimbusto, un anno fa ero diventato quasi tarchiato. Parecchio robusto, quasi onestamente un uomo come quello lì, Augusto, uomo di ottimo gusto che però non piace al sesso muliebre. Questo è ingiusto. Augusto non è un bovaro ma un bue di taglia, uomo che, se cammina per strada, provoca un bel trambusto. Sì, oltre a spaccare il marciapiede per via del suo peso piuttosto spacca-tutto, Augusto, uomo cannone, induce le donne magre come i grissini integrali che lor mangiano con l’aceto del loro cinismi, ah sì, a deriderlo come un cane bastonato, a non desiderare il suo latrante, lupesco affusto. Donne cagne, sì, irriverenti e screanzate, donne rudimentali e non educate all’uomo sovrappeso però peso massimo di testa enorme che spinge di suoi neuroni spesso fraintesi. Uomo teso, Augusto, reso quasi cerebroleso per colpa di donne coese a fargli il culo poiché è grasso e non grosso…
Sì, Augusto è un genio ma le donne badano soltanto all’apparenza. E, a forza di pesanti rifiuti, Augusto diventa sempre più chiuso, un uomo angusto. Tutta la sua scienza va a farsi fottere e lui, depresso a morte, esplode in crisi di rabbia partorite dalla sua scarsa immunodeficienza di fronte a queste donne piene di scemenza.
Di mio, assomiglio a Joaquin Phoenix. A proposito, che fine ha fatto la pornoattrice Lauren Phoenix?
Ah, faccia da scema come poche, culo invece che nemmeno le più porche.
Culo che comunque puoi avere solo se hai una Porsche. Eh sì, questa vuole i soldi. Solo allora sa farti sgommare. Sa rendere un uomo afflitto dal vuoto pneumatico, sì, un derelitto che non sa più cosa sia il suo manubrio ritto, un uomo che scivola sulle curve pericolose più bagnate. Donna che ama il pesce frittissimo… schizzante in pa(de)lle caldissime.
Al pari di Gioacchino in alcuni film, io vivo a cazzo mio. Trascurato, con la barba incolta, faccio le smorfie alle smorfiose con un doppio mento alquanto evidente e alcune espressioni da imbambolato-demente.
Sì, il fascino di Phoenix consiste in questa faccia magnetica. Ché non sai se è Ted Bundy o Bugs Bunny.
Un orsacchiotto oppure un Joker. Un giocherellone, uno iellato, un coglione o un volpone.
Io invece la smetterei subito con questi film sugli assassini seriali.
Se parliamo di Manhunter e Il silenzio degli innocenti, di serie come Mindhunter o True Detective, di disamine psicologiche affatto banali, ci stanno eccome.
Ma è oramai una brutta moda imperare, monopolizzare tutto con queste pellicole psicologicamente alla buona. Un campionario di truci nefandezze, di sbudellamenti da Robert Rodriguez, visivamente ineccepibili ma contenutisticamente vuote più di una persona dissanguata.
Sì, film senz’anima, senza cuore, esangui. Come se i registi di questi abomini avessero donato i globuli rossi della loro cineastica celluloide smorta e mortifera a qualche AVIS.
Basta anche coi film pietistici sull’AIDS, sui concerti Aid, sulla CGIL, sulla USL, sulle follie mentali e quelle cerebrali, su quelle sessuali e su quelle transgender.
Ci vuole il Cinema di genere di una volta, Cinema di superba genetica realizzato da geni coi coglioni, mica questo Cinema sterile, questo Cinema malato, psicopatico, amorfo. Seminale soltanto di altre cazzate.
Ci vuole un tipo alla John Landis su faccia da culo alla Gioacchino.
Un Cinema che t’inculi.
Un Cinema che non abbia bisogno di presentazioni, di spiegazioni, di perifrasi diegetiche, un Cinema dallo sguardo folle ma al contempo profondo come quello di Phoenix e soprattutto del Falotico.
Uomo che non si buca, buca lo schermo ma forse solo quello.
di Stefano Falotico
Mister Freddezza: battute erotiche, oserei dire eroiche, di un uomo spesso bucolico, alcolico, più che altro daltonico
Sì, non so se avete visto il film The Iceman, la vera storia di Richard Kuklinski. Uno che non ha mai saputo chi fosse Chaikovski ma è stato incarnato da Michael Shannon su fotografia di Bobby Bukowski, che non è il famoso Charles ma ha diretto le luci e le inquadrature di questa storia incentrata su un uomo alquanto losco.
Kuklinski è stato uno dei serial killer più spietati della Storia. E, per molto tempo, ha sognato d’interpretarlo anche Mickey Rourke. Uomo però troppo “caldo” che va sempre a mignotte e dunque non ha mai potuto dedicarsi seriamente alla freddezza del personaggio.
Sì, m’immagino. Lui sul set, rifanno la scena perché il nostro Mickey, sbagliando tutto, dopo aver trucidato vittime inermi, involontariamente si è toccato le palle.
E il regista: – Ma no! Ma che cazzo! Hai rovinato tutta l’atmosfera!
The Iceman… lo vidi al Festival di Venezia. Sì, è la vicenda di un povero cristo, buono come il pane che, pur di poter dar alla moglie Winona Ryder e ai figli la pagnotta quotidiana, si dà al crimine più efferato.
Insomma, una sorta di Delitto e castigo spietato.
Mi ha fatto pena e piangere questo film. Ma non è male. Anche se il suo regista, questo Ariel Vromen, dopo quella puttanata con Costner, è meglio che si dia ora al poker.
Detto questo, dopo averlo rivisto, ho pensato che anch’io sono un uomo freddo.
Sì, non esistono uomini più freddi me sulla faccia della Terra. Fidatevi.
L’altra sera, ad esempio, ero al bar e una passerona di un metro e novanta mi ha ammiccato con far abbastanza inequivocabile, al che ho chiesto alla cameriera se poteva raffreddarmi il cappuccino con qualcosa di fresco. Quindi, ho bevuto la schiuma e, su labbra sporche lattiginose, ho mirato la donna suddetta e le ho fatto capire che sono ancora un lattante e non abbisogno dei suoi capezzoli lattei da materna milf.
Sì, costei non era affascinante come Emmanuelle Seigner di Luna di fiele.
Sì, sono sfacciato.
Ad esempio, pochi minuti fa, su Instagram una ha inserito una foto di lei mezza discinta ai limiti del proibito.
Le ho scritto… ottimo, sguardo al limite del consentito, nudo legale che eppur attenta alle maschili incolumità innocenti e pudiche grazie a un’attenta tua immagine studiatamente piccante eppur non così volgarmente strafottente.
Sei una donna di gran classe. Pulitissima. Infatti, a forza di pulire le scale della cantina, ti sei data a un sorriso adesso smerigliato, lucidamente provocante, forse soltanto da zoccola aitante che se la tira da signora elegante. Torna a scopare ora il pavimento, forza.
Dunque, dopo questa mia sortita senza peli sulla lingua, lei mi ha scritto privatamente:
– Ehi, testa di cazzo. Come ti sei permesso? Ora ti faccio il culo!
– Sì, prima però vai a tirare lo sciacquone. Il bagno è ancora sporco. Forza.
Che volete farci?
Mi girano spesso i coglioni. Che sono tutti, tranne ovviamente me.
Io posso permettermi di bere infatti il caffè senza chiedere lo zucchero di troppo.
Non vi è una spiegazione logica a questo mio comportamento senza perché.
Fatto sta che così è.
Sono un uomo senza macchia, bianco come il latte, appunto, oggi Vergine in Capricorno, domani mucca in Toro, fra tre anni forse Sagittario in Saturno.
E statemi bene.
Capisco perché il mondo sia andato a puttane. Credete ancora agli oroscopi e le vedete col telescopio.
Di mio, uso spesso il microscopio. Sì, per osservare i vostri girini da uomo molto avanti che osserva a vita da un’altra Ottica. Infatti, l’Ottica Avanzi fa schifo.
Devo cambiare gli occhiali.
E su questa stronzata vi lascio.
di Stefano Falotico
“Sfida senza regole” (Righteous Kill) – Recensione
Kill virtuoso di rette vie “senili” spezzate
Prima (re)visione…
Risulta abbastanza scandaloso che FilmTv.it abbassi i voti ai film dopo che scartapella quelli degli utenti. Dov’è finita l’autorevolezza della redazione?
Addirittura declassato a “una stelletta”. Pessimo, insomma.
Ora, chiariamoci, il film di Avnet non è niente di memorabile e la reunion De Niro-Pacino non sortisce gli effetti magici di Heat.
Ma non è certo colpa loro, e poi stupisce la sfrontatezza con cui si affrontano certe critiche, critiche distratte e buttate lì tanto per riempire la carta e la pagina online.
I protagonisti sono “anziani” come esige il copione, che c’è di strano?
Non si può raccontare una storia di poliziotti che abbiano superato i sessant’anni?
Cose da matti, e poi ci si accanisce contro il Cinema giovanilistico.
Un po’ di coerenza, per la miseria.
Il film si avvale di una forte sceneggiatura di Russell Gewirtz e si affida alla fotografia di Denis Lenoir, già due cose non trascurabili che eleverebbero il film da un normale b–movie come invece viene classificato.
La produzione è “alta” insomma, e anche il budget.
Film senza “aperture diegetiche”, be’, roba da stropicciarsi i capelli, quasi non si potesse girare un film senza orpelli ornamentali e “stile”.
Avnet sa di essere un medio professionista, il suo è un film come tanti sui serial killer, né più né meno, con l’originalità del plot, un assassino che colpisce la “feccia” lasciando una poesiola in rima sul corpo delle vittime.
Due sbirri che non si conoscono, ognuno coi suoi guai, la tristezza e la malinconia delle loro palpebre, un solido e taurino De Niro, e un “arzillo” Pacino, con la solita chioma scarmigliata e senile, impreziosiscono di recitazione asciutta, funzionale un film che non entrerà nella Storia, ma che è stato volgarmente e ingiustamente linciato da chi s’aspettava un capodopera.
Peccato mortale del cinefilo con la bava alla bocca, che certo rimase deluso.
Cosa pretendete? Vedete di pulirvi le mutande prima di starnazzare mentre guardate un film.
Firmato il Genius, che con tale “recensione” si farà altri nemici, i quali con spietato rigore “etico” glielo adopereranno come carta igienica.
P.S.: che coraggio mostrarsi invecchiati, con le rughe e un po’ di pancetta, come essere miti nonostante il Tempo.
Grandi Bob e Al.
Non meritano questi attacchi. Vergogna.
E si fanno anche chiamare giornalisti.
Il Bar dello Sport vi aspetta, ve lo dico io…
Ecco, così “cesellavo” la mia rabbia alcuni anni fa.
L’ho rivisto… e righteously recensito.
Molti rispettano il distintivo. Tutti rispettano la pistola
Sfida “eterna”, (s)tirata fra gli zigomi raggrinziti d’un grigio Pacino, in giubbotto di pelle nel consueto cappuccino che gli “smalta” le labbra d’ieratica saggezza roca, e un De Niro “sovrappeso”, stanco, disilluso com’esige la tradizione del “genere di appartenenza”, il poliziesco americano dei segugi a caccia dell’assassino seriale che semina il panico. I carnefici indiziati hanno volti coperti dietro le movenze indecifrabili e “feline” di tracce di rosso che “dipingono” le pareti delle case, “rallegrando” le Lune licantropiche d’una scia che non lascia… apparentemente, traccia.
Chi si sta macchiando di questi “divertenti”, macabri omicidi e perché, sul corpo dei cadaveri, “sbiancati” di buchi in testa “cerulei”.Compare sempre accanto una “filastrocca” che “giustifica” il reato?
Questo killer sembra un “punitore“, e si accanisce soprattutto sulla “feccia”, ripeto, sulle sgualdrine che battono, sui pusher (eh già), su chi “contratta” la carne nelle prostituzioni, sugli stupratori, quasi un “angelo” dalla vendetta “suprema” e “intoccabile”.
Che imbroglia un po’ le carte e “mischia” le pericolose indagini, in un gioco d’equivoci, pedinamenti, sospetti come una scacchiera ove lo “scacco matto” è proprio la mossa d’un pazzo, fino ad ora “geniale”.
Che non ha sbagliato un “colpo”.
Turk, un “cagnaccio” che ha le fattezze “sfattissime” d’un Bob “grassoccio”, di solita linguetta che asciuga l’aridità del suo fiuto “salivare”, quasi a sputar, di “fumo” corroso nelle palpebre da Mitchum “bastardo”, la bava delle putredini d’un laido “teatrino” ingiusto.
Tenendo tutto dentro, misurato fin alle esplosioni arrabbiate, incontenibili d’umori “balzan(t)i” da un'”ombra” a un’altra lucida intuizione.
Ancora una volta “attardata” e appannata dal velo (in)visibile di chi seppellisce scrupolosamente le prove e nasconde la “faccia”.
“Avvinghiato” alle gambe “decollanti” della solita fighissima Carla Gugino, troppo “giovane” per uno stronzo marcissimo come Lui. O “innamorata” di “tradimenti” compiacenti e ammiccanti?
Turk, “viscido”, “porco”, magrissimo e cadaverico che forse fu, e ora è pinguissimo, più di quei vermi che combatte ogni “santo” Giorno maledetto ove neanche la Domenica si può stare in pace d’un Signore che ha tradito il patto di “lealtà” col suo Inferno in Terra.
Rooster, che mastica amaro… che sentenzia un “You will regret it“, sì, le scelte affrettate si rimpiangono “caro” Brian Dennehy, tenente e già sceriffo “losco” d’un Rambo che ti torse il braccio, ritorcendoti la tua violenza “sbrigativa”, indisponente e crudele di troppo (pre)giudizio a un “pregiudicato”, appunto.
Tutto torna, vedi? Eppure i conti… quasi mai, se non fai “mente locale” subito, prestissimo. Qui, il mostro se la sta sghignazzando parecchio, e la città, di Notte, è sotto assedio. Fa paura, chi lo fermerà?
Il “discotecaro” 50 Cent, “puttaniere” dei suoi balli da cocaina?
Perez? Un altro che, “freddissimo”, ammazzò i sogni di Carlito da Benny Blanco senza Paradiso dell’anima sognatrice? Ti sei venduto. A chi, merda?
In questo dedalo ingarbugliato, a quale prezzo si arriverà alla verità?
Chi è il tuo amico, “in fondo”… alla detection? Con questo qui legate, andate d’accordo, vi confrontate e vi “stressate” a vicenda, annotate sul taccuino le “psichiatrie” d’emozioni che voglion appiattirmi, perché siete esageratamente “piedipiatti” e non sopportate le “piattole”. Quindi, agite di testa vostra, scavalcando anche la legalità, la burocrazia che sarebbe lentissima a frenare un’altra schifezza.
Dovete salvare questa giungla da un leone inferocito e proteggere la sua innocenza prima che s’imbestialiscano tutti.
Voi, “animali” lo siete già. Forse per DNA, forse diventati. Forse sventrati a contatto quotidiano con questa società, tutta fottutamente sbagliata. Chi la ripulirà? Ne ha il “permesso? Il “mandato” di “perquisirla” senz’autorizzazione’
Vi leggete negli occhi, vi spiate, siete “guardia e ladro” di voi stessi, ma poi vi stringete la mano in un altro drink “scacciapensieri”.
Eh sì…
Qui… si erge un Uomo retto… in questo Mondo infetto…
(Stefano Falotico)