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Clint Eastwood e le sue sette battute fredde, altro che le vostre battone calde


29 Jun

Clint Eastwood e le sue sette splendide freddure, battute da lasciarti secco su suoi occhi di ghiaccio

di Stefano Falotico

Adoro Clint, l’ho sempre adorato. Quando nei film di Leone, con quell’aria imperturbabile di poncho-impermeabile, continua a girovagare per il vecchio west su faccia da schiaffi come poche. Tutti provano a schiaffarglielo, l’Indio e i suoi manigoldi lo schiaffeggeranno anche ma lui, seppur ferito, si piega, non si spezza e non “caga la mossa”, come si suol dire, anzi, è lui a suonarle, conservando un’inappuntabile autoironia da “metter i brividi”.

Prendete il finale, ad esempio, de Il buono, il brutto e il cattivo. Il nostro appena compianto Eli, ecco, scava sotto la tomba per trovar l’oro, al che alza lo sguardo e nota una corda da “cappio al collo”. Urlandogli “Ah, è uno scherzo, vero?”.

Clint, senza batter ciglio e “chiodo”, lo “inchioda” di risposta da “strangolarlo” ancor prima di “provocar” la sua gola…, lo libererà non prima d’avergli fatto perder la pazienza.

 

– Non è uno scherzo, è una corda.

 

Ora, le battute di Clint io conosco a memoria.

Qui sotto, inserisco sette “sue” pellicole, la battuta indovinatela voi.

Di mio, posso dirvi che mi congedo, strizzandovi l’occhiolino e sussurrandovi questa mia:

 

– Stefano, come va la vita?

– Bene, va da Dio.

– Ah, menomale. Stai bene, adesso, dunque.

– No, ti ho detto che va da Dio. Non sto bene, sto nell’aldilà.

 

So che questa non vi fa molto ridere, infatti è freddissima come quest’altra:

 

i rapporti con le donne vanno male e poco miele, quelli con le nonne vanno bene di crostate di mele, i rapporti con me stesso riportano che ancora non ho il riporto ma un bel portamento. Nonostante questo, lavoro nei porti.

 

Non l’avete capita? Non avevo dubbi. Eh sì, la vostra vita è per me un mistero.

Dove stanno le sette battute? Vi chiederete. Trovate voi la risposta e la vostra vita migliorerà.

Capolavori, film e women


23 Apr

Sapete, è un periodo per me tribolato. Insomma, da un lato la mia vita ha preso una piega inaspettata, e non starò qui a spiegarvi l’evolversi di come prima ero involto al sapor agrodolce d’involtino, forse primavera e forse nel bel mezzo di un gelido inverno, amante di Kenneth Branagh e di ogni Bardo che oggi compie l’anniversario…, Dio benedica quel gentleman di cotanta drammaturgia a me oramai impressa nella memoria ché, come il grande Al Pacino, recito qui il mio Re Riccardo da “Un cavallo, il mio regno per un cavallo!”, domani indago da Looking for Richard a mo’ diShylock, sfidando Jeremy Irons in gara di bravura, da mercanti veneziani a mio carnevale (s)mascherarmi, riflettendo(mi, da cui la mia estrosa introversione da diaframma flessuoso, di nostri carisma allo specchio, monologanti l’essere io (non) sono il problema o tu il teschio del non esserci più, mio Jeremy? Ultimamente, eh sì, da M. Butterfly stai diventando un naked lunch sempre più magro, dalla pelle emaciata, secca, sei profondamente invecchiato e questo è cronenberghiano come il suo Frankensteinmorto e mai girato. Non quello di Kenneth ma quello che David voleva fare, regista di voi inseparabili, anche se ora ha scelto Robert Pattinson come alter ego a suo riflesso intellettuale su limousine sempre con qualche figa milf sbattuta da dietro da teen, sì, un Crash pornografo ma più sofisticato di quelli che girano su “YouPorn”, da cui Juliette Binoche de Il danno, caro Jeremy, una che ne voleva da te “grande e grosso” e anche da tuo figlio, svezzandolo da stronza che, tradendolo però col padre, perché poteva mantenerla a differenza del tuo pargolo solo studente-disoccupato eppur occupandola con entrambi, lo portò al suicidio giù dalla rampa delle scale, e ora Julianne Moore, una redhead più sexy di tante attrici a luci rosse. Da cui il film “proibito” Fallo-Man, supereroe cazzone, bangs la signora in rosso quando la moglie è in vacanza, film con Gene Wilder, uno a letto brocco ma amante della “cioccolata” da Willy Wonka un po’ pervert freak, riesumato avendo rivisto, da lassù, Marilyn Monroe nella sua  Kelly LeBrockdell’omonimo film che girarono assieme, una che fa… appunto resuscitare i morti, da cui il film Il paradiso può attendere. Non ho mai capito perché sposo Steven Seagal, una sega sia come attore e anche in senso lato (b), secondo me. Con quella panza, non credo potesse soddisfarla ma solo tirarsela di muscolino.

Ora, a parte le stronzate megagalattiche, da cui “Che figa spaziale”, pronunciato dal Fantozzi di linguetta ma anche di “salvietta” volendo ma non potendo averla, e il giramento inevitabile di coglioni senza però inseminanti “girini”, direi di non cazzeggiare di troppo girarci attorno e arrivare al punto G dei capolavori mai visti. Quei grandi film che, come le più belle donne, sognasti ma non (la) vedesti neanche di striscio.

 

Se Kubrick non girò Napoleone, Sergio Leone morì poco prima d’iniziare Leningrad.

Paul Verhoeven lasciò stare I Am Legend e Francis Ford Coppola il suo Megalopolis.

Ma comunque è stata una gran filmografia, a prescindere dalla ciliegina.

 

Ora, in questo giorno in cui si celebra il compianto Shakespeare, che fine ha fatto Iago?
Vuoi vedere che si è sposato con Otello? Eh sì, il negro attizza, da cui la gelosia.

 

Questa si chiama scrittura criptica. E John Carpenter gira un film su dieci che gli vanno a puttane per colpa dei produttori bastardi.

Adoro Sergio Leone e anche Nic Cage


23 Oct

Prefazione alla David Cronenberg


Il fumo riduce la fertilità e provoca ictus? Bene… allora me n’accendo un’altra, anzi tre e ti spezzo in due, mio sterile senz’emozioni, perché luciferino io vivo polmonare…

… e non sono un vigliacco da imborghesiti fegati deboli

Sono il pensiero nietzschiano del Superman, se sto antipatico al Joker, chiamo il mio fratello di sangue Batman e anneriamo i cattivi in “fumetto” inventato di sano “piantarglielo”. Affumicandogliele con licenza del suo… che arderà e or non più ardisce a violentare. Eccoti la ricompensa, criminale. Sei paralizzato, bloccato, stai soffocando d’attacchi di panico o, impaurito, temi che potremo attaccarti al muro? La seconda che hai pensato, presto penerai penzolante. Non ti preoccupare, do not disturb, giusto un “leggero” sturbo quando, strozzato, esalerai sfiatante prima di non salir in cielo. Nessuna grazia di Dio! Non perdoniamo!
Tu stuprasti e noi siam qua a “infuocarti”. Eh sì, la forca non è come le tue infornate “sorche”.
Dopo la decollazione, (pre)vediamo, caro nostro “veggente” dei destini altrui che violasti, un tuo deturparti “infiammato” su… ah ah, discesa infernale. Lì, Satana è sempre infervorato, troverai “pene” per i suoi denti cotti “al dente”. Vedi, appunto? Sei passato dalla tua allegrezza boriosa del sempre menartela nel blu dipinto di blu “spensierato”, a intralciar le felicità del prossimo, qui adesso invece nel buio “illuminato” dalle “luci rosse”. Tu “facesti” e sei fece. Te lo falciamo!
Grande scopatore, laggiù te lo fan bruciacchiandotelo con killing you softly. Tra un affievolirti “andante”, una pausa sadica e un ripetente castigare quel che “castravi”. Noi siamo i soffici! Ah ah, il soffietto al tuo di pietra cuoricino. Noi ti (ef)fondiamo “calore”, te lo sfonderanno!
Assieme a Mefistofele, sgonfian la tua mongolfiera, “caro” mongolo e pallon gonfiato come quel panzon’ che t’ha messo al “Mondo”. Siete entrambi immondi, infatti anche tuo padre ne riceverà tante da “imbalsamarglielo” con tanto di schiuma al “balsamo”. Sarà incenerito e i suoi resti getteremo in mare. Alzando poi il pomello del rubinetto “rubino”, bevendocelo in un sol “boccale”. Sì, quel bevitore di “bionde” birrine, che lo sbocchinavano, macchiava le coscienze giovani con adult(er)o spermicida birichino. E quindi gli saremo a(r)manti, vicini vicini, nei pressi dell’ingozzarlo e poi, sgozzato, “verrà” dagli squali “ingoiato”. Che aperitivo! Che bicchierini! Cattivo seme finisce sempre a “galleggiar” come uno scemo ché, se tanto fu goloso, lo spolperanno in sgolanti cenette “abissali”.
Caro mio pirata, beccati la “boccuccia” dei piranha. Son “pesci” svegli come il “tuo” uccellino ma i gabbiani vedran a malapena il tuo “pene” superficiale, ove nessun acqua femminile oserà “nuotarsela”.
Che cazzo sta succedendo? Te lo chiedi e rimani turbato. Il vortice di Nettuno, riemerso da dove lo sommergesti, te lo sta mettendo? Il tuo presentimento peggiore s’è avverato. Tanto con strafottente osé disossasti ché, scarnificante, ti sarò “rimpolpante”. Aggiungendo dei colpi asse(s)tanti!
Tom Stall è tornato, ripassa i libri di A History of Violence.
Come si suol dire, dunque suonartele, volesti ridestar il “dolce” can che dormiva e non calcolasti il tuo ululato, causa strappartelo.
Ciao. Non è Maria Bello e io non sono la Vergine.


Fin(al)e al cardiopalma

– Colonnello, ma tu sei mai stato giovane?
– Sì, e anche incosciente come te. Fin al giorno in cui m’accadde un fatto che mi rese la vita estremamente preziosa.
– Quale?.. Forse, è una domanda indiscreta?
– No, le domande non sono mai indiscrete. Le risposte lo sono, a volte.


Tira aria di famiglia in quella foto…
E te lo sei meritato.

No, niente vecchio, non mi tornavano i conti…

Crescendo, mia madre pensava che sarei cambiato. Invece sono identico a mio padre. Da giovane, mi raccontò che faceva tutti i culi.


Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Per qualche dollaro in più (1965)
  2. L’esercito delle 12 scimmie (1996)
  3. Ronin (1998)
  4. Cuore selvaggio (1990)
    Grande Cage, vaffanculo.
  5. Ritorno al futuro. Parte II (1989)
    Il migliore è il terzo.

    Con tanto di pistole.

Lucio Battisti, John Carpenter e Sergio Leone


21 Oct

Fra John Carpenter e Lucio Battisti, scelgo entrambi con l’opzione di un salto in C’era una volta in America

Quando cala la sera e il sipario, eclissandomi, mi gela in stati bradi, nessun mi caga di striscio ma “serpenteggio” in ac(u)me che sposa letizioso una suora, la svergina all’occorrenza e quindi prega alla Celentano un (in)valido altare…
Sopravvivo fra errori “letali” e l’esser preso a pedate, travolto dal “letame” ed eppur m’amo. Amidi di burro e amminoacidi a meno che tu non mangi a modo tuo la mer(da).

Non sono Mogol ma brindo ai goal, quando di doppiette son rime esultanti del tifo, certosino dell’attaccante chedribbla secco in spazi stretti, spiazzar gli avversari e quindi depositar le “palle”, anche del portiere schienato, sotto incroci dei pali a spiazzo d’una a sinistra, anca distrutta, ala destra del pollo difensore sfiancato.
Anche per te… amore che nulla ho amato, oh mio Shakespeare, (s)vieni con me in “gobbo” Re Riccardo e sii ricc(i)o nel doppio Hamlet, joker fra il Nicholson e il Ledger, un po’ felice sul goliardico vicin al lardo Jack e poi magro ad andatura sbilenca dell’Heath defunto col carro funebre di Batman che, avviluppato in furioso (s)degno, si (s)maschera ciecamente Daredevil.
Al vento avrebbe detto sì e inserirei un “La” a UT(ero) del Cobain, detto anche non gli “DO” una lira, sebbene non abbia un Euro per pagare il caffè.

Pen(s)o e vivo di “rimpianto” alla Al Pacino, rabbioso ma i capelli reggono senza parrucchino, nonostante i parrocchiani odino il mio Diavolo…
Non cago il moralismo, sterzo a sinistra salvo sterno d’un dolorino “strano” anche quando provo a rintanarmi ma son avaro di (e)virarlo.
Di mattina, mento e, nel mentire, medito con le dita medie, rendendomi superiore per divinità dinastica. Icastico e senza castità son astio a tutto, quindi lutto e poi fiuto, anche la vecchia che sa il “fatto” suo fra i rifiuti dell’immondizia, ove raccoglie i pomodori per adorare il “nettare” andato dei falli già “spremuti”.
E compongo il mio “Vaffanculo a Battiato”, leggero e sospeso mentre faccio la spesa su culo moscio e “vibratore” moscerino tra sportelli, cassiere e un “duro” incassarlo “gelato”. Sì, “acquisto” molti “insaccati” e, in saccoccia, svuoto le tasche prima di riempire il sacchetto e la scrotal sacca su sperma 3 per 2.

Un anziano “saggio” vorrebbe assaggiarmi, come una palpatina alla mia nudità o meglio Nutella e fa quello “tagliente”, cinico. Io lo smonto, gli spruzzo della panna montata e quindi chiedo a quanto ammontan le pere di quella vicina al banco dei salumi.

Battisti (non) mi assomiglia: tu, alla mattina, mesci lo zucchero in un caffettino rock, poi attorcigli le labbra nella mistura esperta del lupo di mare, sei ateo e non mendichi eppure vivi attimi melanconici di sobria trascendenza, folgorato dall’amore per Carpenter nella chiesa gotica dei tuoi incubi.

Is this mouth of madness?
No, sono pugni e poche pugnette. La prugna “viene” a meno. La dà gratis.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Out of Time (2003)
  2. Ender’s Game (2013)
  3. Last Vegas (2013)

De Niro e Pacino e il loro cattivo rapporto col vecchio West


10 Mar

Cronenberg ci metterà lo zampino?
Sì, De Niro sarà Sam roniniano e Pacino un Serpico con la stella di latta, fra le sparatorie

Il Falotico non è male. Egli è contro il Male, e non racconta mai balle fra quelle di fieno, il che è buono, oltre al brutto e al cattivo. Osservate le sue movenze “monocole” da “bendato” su fondina federa(le), cacciatore di taglie e dunque bounty killer contro ogni ingiustizia sociale. Egli smuove le palpebre al sonno marlowiano su carisma alla Marlon Brando de I due volti della vendetta

Eh sì, il grande Bob è stato Jack Walsh, e Pacino il suo “piedipiatti” Vincent Hanna nella sfida da rivali e antagonisti “acerrimi” a chi sia il migliore della loro generazione.

Hanna, poliziotto duro come un macigno, che non sa gestire le sue relazioni amorose e con una figlia in prossimità del suicidio, una Natalie Portman prima che sbocciasse un po’ cigno nero, nella sua sessualità matura e non adolescenziale da complessata e intimorita, da polsi recisi del suo fiorellino, Hanna, non l’omonimo film di Joe Wright, nonostante le analogie “ribelli” della pargoletta selvatica e acerba, ma uno che, oltre alla “sparata” di Scent of a Woman, bracca Neil e gli dà filo da torcere. Heat, un capolavoro epocale, nessun Michael Mann sarà mai così denso e corale, così malinconico alla Peckinpah, un mucchio selvaggio di stronzi e stronzate, di donne fedifraghe, traditori, rapinatori Giuda, tavole calde col “ketchup” dei cazzi propri impazziti simil maionese.

Ma sia De Niro sia Pacino, a prescindere dalla grandezza loro indiscutibile, hanno una “pecca” nella filmografia da intoccabili mostri sacri.

Sì, Jack Nicholson lo fu nel western, anche Dustin Hoffman, per non parlare di Robert Redford.

Alla lista degli attori fighi su anni ’70 formato James Dean, mancano i loro “speroni” all’appello.

Guardare per credere:

 

Ora, che c’entra Cronenberg? Come i cavoli a merenda? No, come il cappero da ficcarti nella tua “marmellata”.


Ami Cronenberg? Allora sei uno space cowboy come Clint Eastwood nel Tommy Lee, l’ex amante di Pamela Anderson, Jones è solo Grace…

Ogni Notte, “aggiusto” il video porno di Kim Kardashian e poi lo “scarico” nel “Tubo”… delle spazzature. Voi, tra le fogne, ne rinvenite i “rimasugli” e morsicate questo fondoschiena mulatto “sbiancato” da Nerone, “uno” che bruciò Roma e in “lei” divampò

Non giriamoci attorno, “tutto” ruota attorno alle rotelle. Se ti “manca”, diventi picchiatello e usi solo il “martelletto”. Lo sa bene Roncato Andrea ad Acapulco ché la prima spiaggia a sinistra “glielo” rese “usurato”. Un disoccupato da usurai, nonostante appunto lo “usasse” nel fai da te “autonomo”. Egli lo slogò, di bava boccheggiò e poi, senza “affogarlo”, affogò.
“Cosa” voleva? La figa? No, lo stipendio per non dipendere dal “pene” penoso suo “senza palle”.

Sì, uomini e “maniscalchi”, lo so, desiderate le donne scalze. Ché scalzino il lavoratore frustrato in voi “domato”. Quando cala il tramonto, “qualcos’altro” monta. Il vostro lupetto, di giacca e cravatta, si snoda nudo per notturno “nuoto”. “Inumidite” i calori repressi e lei v’è “compressa”, come le pastiglie dei farmaci antidepressivi ad addolcire la rabbia che, salendo, non v’è ascendente d’ingegno “elevato” ma sempre più “prodighi” alla figliola vostra “prona”.

Marco Ferreri fu ferrato in “materia prima”, la carne della Caprioglio… Con un Castellitto senza ore di religione. Fellini, invece, allettò la sua pancia, “arcuando” la videocamera a “deformità” muliebri di mule dal culo enorme. Di Titta e tettone “Gradisca”. Amarcord… Federico era da manicomio, un pervertito onanista con “d(i)ritto” di guardare oltre il lecito, intimidì Masina Giulietta fin a rovinarla “spiritica”. Bastavano un paio d’aspirine per dimenticare i suoi tradimenti con Marini Valeria, la “bambola”.

Brass Tinto tinse Koll Claudia dopo la “chiave” in Sandrelli Stefania. Una “sorca” d’attrice che ha fatto… fortuna, una “bona”… sorte, mie “sorelle”.

Il Cinema americano è sempre stato pieno di voyeur, Hitchcock era troppo grasso per Kelly Grace, così usò il “binocolo” per “entrarle” nella finestra sul cortile. Sì, la corteggiò per anni ma s’innamorò, non corrisposto, di James Stewart. Tutt’ora, quest’intrigo interzionale è un caso irrisolto e misterioso dei loro “uccelli”.

Perfino Kubrick Stanley s’ossessionò nelle orge e trattò Nicole Kidman da Ilona Staller.

L’unico, che non s’è mai sputtanato, è David Cronenberg. Perfino in Crash fu “robotico” a spezzare le gambe a queste donnette. E le dissezionò da maschilista come lo stronzo James Spader, una faccia da pappone come poche.

Cronenberg sa la verità. Non è un falso romantico, “schizofrenicamente” delira videodrome con permeante Spider alla nostra eXistenZ. La vita è una history of violence, chi si rifugia nelle madonnine  è sol che blasfemo all’odore della sua anima.

E non comprenderà mai l’apoteosi rinascente d’una zona morta.

Sì, Tommy Lee è una merda. Tommy Lee Jones un “duro” che si scioglie, Eastwood un sergente, David è Golia.

Sì, la “donna” è come l’albicocca. Il “nettare” pretende, miei preti, la pesca

Lettera d’approccio ma riceverò un abbraccio, ho il braccin’ corto e son Popeye, “cari” Bruti poppanti, tu sei brutta e pure rutti ma sei da spingere… giù dal “balconcino”

Ora, 3 figli sono un problema insormontabile e ci differenzierà sempre un tuo aver già esperito e forse non più sperare mentr’io son disperato, arenato e non voglio allenarmi. Però, se tu allenterai la tensione di questo fresco seno florido a me dirimpetto, ecco che il “ma” potrebbe crescere d’onde anomale e mischiarci nel turbinante esser mio turbo ad accelerare e cambiare “posizioni”. Sopra io, dominando dal “basso” del ventre nostro agli ombelicali amori avventurosi e a mic(c)ia  “sventolante” la roccia nitida che saprai plasmare a tua immagine immagini-fica. Immaginalo… quest’attimo, com’“evolverà” e s’insidierà nel “fortino” tuo insederato, il “mio” forzuto “sforzato” di s-palle robuste nel Machete da Robert Rodriguez anche alla messicana, ché colombiane son pute le donne da “puntare” quando non festeggian solo la colomba ma “sfogliano” il “panettone”, sì, canditi libidinosi e a(tt)izzanti come il tizzone dell’an-no ch’augura un Futuro migliore.

Ove c’è la campagna, le mie “campane” suonan la carica, e m’ammattisco da cavallo folle, ché nessuna cernierà celerà il mio cane a difesa del Vi(ll)aggio. Paolo fu Paperino, oramai vendono solo le “topoline”, e Mickey Mouse?
Ah, PC cord al cervello senza less-ico. Rivogliamo Lassie! Quello che abbaiava per Liz Taylor!
Sono il tuo Steve McQueen, tu la mia “regina” ma non la carta igienica. Cowboy ti “recinto”. Toglimi la cintura, fatti mettere incinta, mia Cita! Guarda che “scimmia!”, mia scema!
Di patir, “emorroidale”, son già che stato scarnito da questo Mondo non più alla John Carpenter, oggi “(c)essi vivono” nel Male. Io sono ancora il Signore.

Il Signore è il seme (cum) in the mouth… of madness, army of darkness raimiano per amplessi anche sui rami.

Sì, sei flora batterica o famelica della mia fava zoo?

Torniamo a “bang” seri, figli di puttanazza.

Cronenberg sta preparando una pellicola di tal trama, ridotta all’osso di plot e pallottole secche come quando le cagate storte.

Il film s’intitolerà Il Grinta mangia il Ringo e dà la caccia al ragno Gringo.

La storia è questa: Pacino, nella parte del Gringo, rapisce la Donna del suo amico per la pelle, De Niro, Il Grinta.

La tiene in ostaggio e pretende un risarcimento per rinsaldare la vecchia amicizia andata a puttane. Appunto.
De Niro non ci sta che il suo ex amico dia della puttana a sua moglie, e non capisce le ragioni dell’estorsione. Rincasò per scoparsela, ma il letto non odorò coccole dopo gli duri zoccoli da carpentiere-falegname.
Sul cuscino, invece, una lettera firmata dal manigoldo Il Gringo:

“Ho sempre invidiato la tua vita con quella zanzara che ti fotti. L’altra sera, amico, ci siam scolati tre bottiglie di whisky ma devo dirtela tutta. Ero ubriaco e mi tirava. Le prostitute del saloon non mi piacciono, e neanche la matrona, grassa e viscida come una com(m)are amara calabrese. Tua moglie sì, m’è sempre garbata. Ho sempre voluto infilarglielo fra le gambe ma, per via del patto fraterno da brothers, e della patta tua da rispettare di blood, non me lo son mai permesso… Sarebbe stato un lusso che avrei pagato caro. Ma ieri ho acciuffato tre fuorilegge dalla taglia onerosa, così ho fatto cassa e bottino, e ho pensato di darle una botta(na). Tu, amico, sei uno che vuole solo la botte piena e la moglie, appunto, ubriaca. Lei, la sento, ha voglia di maschio da rodeo, c’è del calore dietro la sua apparenza da domenicale impecorita nel gregge degli ortodossi. A pecora, starà meglio.

Firmato il bastardo,
cioè Il Gringo, da non confondere con El Indio di Volonté.

Pace agli uomini di buona volontà…”.

Così, incazzato nero come Django, Il Grinta tornò a tirar fuori la “pistola”. E cavalcò le praterie di tutta l’Indiana, anche fra gli indiani, pur di scovare Il Gringo e ammazzarlo a sangue freddo.

(Qui interviene il genio di Cronenberg che dà di matto di mdp schizzata)…

Nel cammin di mezza via, incontra Elizabeth McGovern di C’era una volta in America. Sì, un Dante Alighieri alla Proust.

E, stavolta senz’alcun “stupro”, la corteggia e la sposa.

Poi, manda una lettera di commiato alla moglie, che ora sta con Il Gringo:

“Troia, vaffanculo! Non mi meritavi. Meritati Il Gringo. Auguri e figlie femmine…, tu sei donnaccia, quindi là in mezzo non c’è… un beneamato, Il Gringo è omosessuale. Sappilo. L’ho saputo prima d’incontrarti.
E, come vedi, l’ho inculato di nuovo”.

 

Il Gringo aveva fatto male i conti…, Il Grinta è sempre stato molto più dotato di lui.
In tutti i sen(s)i…

 

 

 

The End.

 

 

 

 

“Django Unchained”, Trailer finalissimo…


30 Nov

Oramai ci siamo. L’attesa, miei tarantiniani, è quasi terminata. Manca davvero pochissimo all’uscita nelle sale, perlomeno americane, del nuovo Quentin.

 

Ed ecco che sfodera l’ultima, appunto, cartuccia promozionale.

 

Di pelle nel trailerone superfinale.

 

Ne vedremo, ragazzi miei.

E credo che, stavolta, al signor Leo, l’Oscar non lo toglierà nessuno.

 

Intanto, arrivano le track della colonna sonora, con tanto di Morricone appaiaio a Elisa…

 

1. WINGED

2. DJANGO (MAIN THEME) — LUIS BACALOV, ROCKY ROBERTS

3. THE BRAYING MULE — ENNIO MORRICONE

4. IN THAT CASE, DJANGO, AFTER YOU…

5. LO CHIAMAVANO KING (HIS NAME IS KING) — LUIS BACALOV, EDDA DELL’ORSO

6. FREEDOM — ANTHONY HAMILTON & ELAYNA BOYNTON

7. FIVE-THOUSAND-DOLLAR NIGGA’S AND GUMMY MOUTH BITCHES

8. LA CORSA (2ND VERSION) — LUIS BACALOV

9. SNEAKY SCHULTZ AND THE DEMISE OF SHARP

10. I GOT A NAME — JIM CROCE

11. I GIORNI DELL’IRA — RIZ ORTOLANI

12. 100 BLACK COFFINS — RICK ROSS

13. NICARAGUA — JERRY GOLDSMITH FEATURING PAT METHENY

14. HILDI’S HOT BOX

15. SISTER SARA’S THEME — ENNIO MORRICONE

16. ANCORA QUI — ENNIO MORRICONE AND ELISA

17. UNCHAINED (THE PAYBACK/UNTOUCHABLE) — JAMES BROWN AND 2PAC

18. WHO DID THAT TO YOU? — JOHN LEGEND

19. TOO OLD TO DIE YOUNG — BROTHER DEGE

20. STEPHEN THE POKER PLAYER

21. UN MONUMENTO — ENNIO MORRICONE

22. SIX SHOTS TWO GUNS

23. TRINITY (TITOLI) — ANNIBALE E I CANTORI MODERNI

 

(Stefano Falotico)

Mezzanotte e 0,001 secondo


26 Nov

“primo negativo, guardiamo al positivo, il male vien per nuocere tutto”, una play al Giorno toglie il tuo psichiatra di “torchio?”: I film dell’anno saranno…

… sentenza dogmatica, “(a)stigmatica” del Falotico addolorato eppur adorato, prossimo alla Beatificazione, a forza d’aspettar Beatrice ché “levi” l’ascesi…, soprattutto l’ascesso, via dalle palle, cessi!


– Stefano, mi sei sceso. Sei diventato uno scemo.
– Ah sì? Basta che “salga”, che m’importa della “cattedra(le)?”

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Django Unchained (2012)
    Tarantino realizza il sogno d’una intera esistenza. Unisce la sua antica passione per Sergio Leone, e la “rispolvera” fra le polveri del West a modo suo. Semi-Franconero, seminando gli avversari con un capolavoro che solleverà, appunto, un già classic polverone. Pistolettate, “saloonizzate”, gente appesa come salumi, stronzate, DiCaprio con la coda “caprina”. Ku Klux Klan, gente che si prende per il culo, vendette, tribalità, Clint Eastwood che, di cameo, spunterà e urlerà: – Che roba è? Ridatemi gli spaghetti! Manca il peperoncino a questa salsa!
  2. Zero Dark Thirty (2012)
    Kathryn Bigelow è innanzitutto una figa suprema. L’unica che ha superato la menopausa, riuscendo nellatitanic-a impresa d’essere una cinquantenne (60?) molto più sveglia di quel furbacchione dell’ex marito, Cameron James. Uno a cui va la mia stretta di mano per esserle stato “avatar”, “affogando” nel suo “point break”.
    La milf è più attizzabile di tante ochette dei college. Anche perché possiede una mente azionistica, che spara mitragliante con dei contundenti da “lupa”, dunque “condendo” su thrilleroni rosso cremisi come Jessica Chastain, una che “raderei” al suolo. Mi denuncerà per “terrorismo” da “integralista”, ma i suoi capezzoli son come le Torri Gemelle. Il kamikaze ci sta.
    Costi anche lo stalking.Joel Edgerton prenderà le sue difese, asserragliandomi in casa. Assieme ad altri marines, proverà ad abbattere il mio “bunker”. Sfonderanno la porta ma li “disarmerò” con la mia risata innocua “a salve”: – Volevo solo sfondarla, tutto questo bombardamento per una bombata?Joel riderà di gusto e anzi inciterà maggiormente da caporale:
    – Hai fatto bene Stefano. Comunque, non siamo qui per incriminarti di volerti fare Jessica. Anche perché noi ce la siam già fatta. Quindi, questo problema mi par ovvio. Noi maschi abbiam fatto due anni di militare a Cuneo, vero? Ogni fulva merita la volpe.
    Siamo qui perché c’è arrivata una segnalazione. Hai minacciato il suicidio. Dovevamo salvare il nostro soldato Ryan.
    Sicuro di sentirti bene?
    – No, voglio Jessica.
    – Ok, provvediamo subito. Componete il suo numero di cellulare (intanto, mi confida alle orecchie che ha messo però su un po’ di cellulite). C’è un uccello spompato. Va rimpolpato.- Pronto?
    – Sei tu, Jessica?
    – Sì, vuoi scoparmi?
    – No, non tocca a me. Vieni a casa del Dr. Falotico, quanto prima. La situazione è tragica.
    – Sì, agli ordini, Joel. Ma è carino?
    – A me pare un bell’Uomo. “Toccherà” a te “constatarlo” di persona. Una tastatina, nulla di che.
    Poi sarai libera per il prossimo film di Malick, La falsa metafisica d’una con un fisico da thin red line.

    Se avete letto, fin qui, e avete leggiucchiato la trama di questo film, dovreste aver capito tutto.

    Rappresento la legge di Murphy, “Se qualcosa può andar male, lo farà”. Appunto, mica tanto…

    Ma sono autoironico e beffardo alla De Niro da Oscar. E la butto a ridere, anche se vorrei sbatterla a letto, similTonino Accolla di risata inconfondibile alla Eddie…

    It’s Showtime!

  3. Being Flynn (2012)
    Storia vera
    ,sì anche un po’ lynchiana. Può Paul Weitz prendere una novella sui barboni e ricavarne un film?
    Sì, another bullshit night in suck city. Nick Flynn diventa, appunto il titolo alla essere-non essere.Il libro, praticamente introvabile (all’uscita del film, le librerie però, ci scommetto, se ne ripopoleranno), fu uno dei miei regalini di due anni fa. Lo trovai dopo girovagare per tutta Bologna. Spesi circa mille Euro di benzina, solo per un “deca” del prezzo. Lo rinvenni in una botteghella, ove il padrone era un simil cinese dei Gremlins. All’epoca, svolsi “servizio” sottopagato, ipersfruttato in Pinacoteca, ove stavo seduto per ricevere circa 20 Euro per quattro ore di lavoro. Roba da finire come De Niro di questo film.
    Le agenzie giustificarono, dicendomi che non avevano di meglio per un genio della letteratura senza credenziali:
    – Ora, i suoi romanzi sono dei capolavori, ma non ha la Laurea. Quindi, o la sbattiamo in magazzino o a far il manichino ai “Grandi magazzini”.
    Saltai alla gola di tal fetente “referente”, fui deferito “infernalmente” e, dopo i “forzati”, obbligato a sforzarmi per non suicidarmi.Sì, questo libro, che leggiucchiai appunto mentre da “guardiano” guardavo i quadri, con indole “guardona” per le migliori Botticelli del “turismo” straniero, mi fu illuminante.
    Mi riconobbi subito nel Bob.Un genio paragonabile a Mark Twain, le cui circumstances l’hanno bloccato nella stanzetta.
    Neppure il figlio crede all’incredibile viaggio psichico di uno che si scopò Julianne Moore e ora è “murato vivo” e vorrebbe solo appendere al muro chi gli ha fatto perdere tutto.

    Si rimbocca le maniche, fa due conti (in tasca no…), e ritorna a scrivere, incontrando il figlio che, come abbiamo visto, l’ha (s)fottuto. Il figlio è un assistente sociale per i senzatetto. Gli homeless, quelli a cui preparano solo leomelette. E vengon trattati da “ominetti” perché, sotto il caminetto, non hanno una da riscaldare di tette.
    Il figlio comincia a commuoversi, e lo provoca perché si dia una mossa.
    Padre e figlio litigano, Jonathan (De Niro) “spara” a freddo, ipercongelato, “ficcando” altri colpi (ficcanti sessualmente no…), altri libri che nessuno leggerà, perché li riterranno solo freddure d’uno che (non) si scalda tanto.
    Invero, De Niro vorrebbe solo esser di nuovo rosso nelle lentiggini di Julianne.
    Invece, beve l’amaro Giuliani. Per digerire il fatto evidente (per il lettore e anche per lo spettatore, vedrete…) che, in effetti, è davvero un genio. Ma gli altri personaggi del film, come avviene nella vita “reale”, non lo sanno e non gli danno retta. E lui finirà solo che più inculato da “coglione”.

    L’importante è che lo sappia Falotico…

    Stenderei un velo (im)pietoso su gente penosa che, leggendo la mia prima opera, mi trattò a pesci in faccia e mi urlò: – Ah, allora, sei doppiamente scemo. Un genio che finge di essere depresso.
    Vai a dar via il culo! Ti strappiamo le palle. E pure le pagine.

    Siamo entrati in causa con tal malfamati, ora si son rinchiusi in casa per la vergogna.

    Vedi, a fare gli idioti da circo? Finiscono poi nelle stanze della stalla della loro testolina da bimbetti.
    E dire che s’eran messi in mezzo pure i genitori, gente molto “colta” e “cresciuta”.

  4. Jimmy Bobo – Bullet to the Head (2012)
    Ecco, si ficcassero in testa questo: sono come Stallone, prima o poi torno grande.
    E sono botte! Da guerriero della Notte!
  5. Flight (2012)
    Anni fa, incontrai una grassona fanatica di Denzel Washington.
    Le ero affezionato, anche perché Denzel a me piace. Un’affinità “erettiva” che se ne frega del razzismo.
    Le donne sono false. Non si sposerebbero, almeno qui in Italia, mai con un “nigger” ma, quando vedono il Washington al cinema, perdono la testa e, a bassa voce, pronunciano: – Se fossi mio, ti perdonerei tutto. Bruciamela come Nerone! Sono la tua bomba atomica d’Hiroshima!Come andò a finire con la grassona? Il “mio” non volò, ma la feci nera.
  6. Cloud Atlas (2012)
    Dicesi superstronzatona colossale di cast stellare.
    Tom Hanks rappresenta il grande attore che fa spesso la parte del fesso.
    Halle Berry rasenta il massimo, vero maialini?
    Come dico io, la mulatta allatta.
    Per il resto, mi sembra un “filmone” per quelli da latte.
  7. Killing Season (2013)
    Travolta ce l’ha con De Niro, che se ne vorrebbe solo stare in mezzo ai monti, dopo aver quasi lasciato le penne in guerra. Travolta ha un conto in sospeso col Bob.
    Si spaccia per amico ma se lo inimica subito.Ora, ve lo vedete il Bob, a quasi settant’anni, correre per gli Appalachi col fucilone in mano?
    Io sì.
    Per questo mi distinguo. Sfodero la cartuccia quando tutti pensano che non li colpirò.
    E fanno le giravolte come John, non capendo un cazzo del “loro” trivellato.Travolta: – Signor Falotico, l’ho scoperto. Lei fa il tonto di “richiamo della foresta” per non andare in guerra.
    Falotico: – Guarda che la guerra è finita. Posso leggere in santa Pace di Cristo questo “tomo” (in testa) di Marx, adesso?
    Travolta: – Cosa vuoi fare, il Rambo di turno?
    Falotico: – No, pensavo a un altro mercenarioChuck Norris. Un rombo di tuono nel tuo culo, razza di panzone!

 

“C’era una volta in America” rivive sul grande schermo – Io vivo solo per il mio “C’è”


18 Oct

L’America abita in Leone, come me, il “vecchio

Rancori, solitudini, destini che si perdono, intreccio “affabulato”, “oppiaceo” d’un Leone che si piace anche del celeberrimo gesto triviale del cucchiaino “esasperante” di Noodles quando “ritorna” e provoca il suo amico, che poi sarà un “ex”, un brutto ricordo o uno smarrimento del Passato da reimmaginare, poi l’infanzia e l’adolescenza cresciuta e “incresciosa” assieme, le rabbie di chi visse ai margini, di chi non si rimarginerà mai perché, se Max s’imborghesirà scippando il sogno del suo compagno di donne, sbronze e baldorie, di eccessi, goliardie e “bordelli” vari, di riflessioni e problemi trascorsi assieme, Noodles rimarrà se stesso, “derubato”, “detronizzato” dagli “ordini” di un’epoca scomparsa, della sua generazione non adattata, del suo “matto” duello contro tutto e tutti, perfino “imbestialito” nello stupro dell’amore puro di Deborah.

Il capolavoro di Leone è oggi d’ammirare “reintegrato”, dunque integralissimo. Tarantino lo considera l’apice di Sergio, perché contiene, nel “manifesto”, la sua anima, il testamento di tutta una vita e delle sue emozioni.

Le emozioni di ognuno di noi sono la storia personale, il viaggio, il travaglio, il “trafelato”, gli errori e chi (non) li ha commessi, chi ha sbagliato tutto ma non intende tornare indietro, anzi, ostinato continuerà sempre per la sua strada, “violenta” ma almeno onesta e mai traditrice.

Noodles è la sua faccia da “culo”, il De Niro che (non) ti aspetteresti che ti ride come al solito, qui nel “finalissimo” che manda a monte la retorica, le cazzate, lo schifo anche suo, l’indigestione pesante, il fottuto che se ne frega e ti dice “Di te, non me ne sbatte un cazzo, vai a denunciarmi? Ma che vuoi denunciare. L'”Annunciazione d’uccello sano sono io. Guarda che la tua maionese impazzisce, Renato Pozzetto ha solo “tremore” che il cagnone lo inculi, mica ha paura”.

Max lo raggiunge, si allontana, probabile suicidio?

– Ma tu ti fai i film? Vivi della loro aria che respiri?
– Sai, beota. Scoprii molto presto che il Mondo “reale” è letame. Te ne stai a sorseggiare un birrotto e una puttana ti “scoccia” col suo “Scotch“, passeggi al parco e un drogato ti pianta una siringa nel sederino, sodomizzandoti dei suoi fallimenti. Che disgraziato! Me e lui. La Donna, che ami, ne ama “tanti”. E il lavoro per me equivale al compromesso di chi crede alle messe.
Io credo che, al di fuori dell’emerito sottoscritto, esista solo una sega, mentale e non.
Il resto è una stronzata.
Fidati.

– Non mi fido.
– Sai perché?
– Perché sei un gobbo.
– Ma come ti permetti?!
– Mi permetto questo e altro. E ora mi accendo il “sigar(ett)one” sul tuo “far spallucce”.
– Ehi, stronzo. Ti taglio le palle.
– Sì, sì, come no. Stai attento che non ti ammazzi io.
– Ah, provochi? Io sono il migliore sulla piazza, sai?
– Anche di puzze.
– Ora, stai esagerando. Ti aspetto fuori fra 5 min. Poi, sarai un Uomo morto.
– Bang! (colpo, non letale, alle s-palle di “tradimento”).
– Figlio di puttana! Che vigliacco! Sparare a uno disarmato.
– Guarda che la gobba t’ha salvato.
– Fermatemi! Adesso lo strangolo!
– Non inciampare!
– Perché dovrei inciampare?
– Oltre alla gobba, sei anche cieco?
– Perché?
– Io sono frutto della tua immaginazione.
– Cioè?
– Vedi qualcuno davanti a te? Sei davvero sicuro che non sia un fantasma partorito dalla tua testolina già bella che andata?
– No, tu sei vivo e vegeto, pezzo di merdaccia. E ora creperai!
Beccati queste pallottole!

Trenta secondi dopo, il gobbo capì che stava parlando da solo.
E che questo dialogo gli rinfacciò che, anche senza bernoccolo, aveva preso coscienza della sua esistenza ingobbita da una demenza “cavalcante”.

Sì, Klaus Kinski scopò Caprioglio Deborah, “violentandola”.
A questo punto, gli è preferibile il “barbone” Lino Banfi che, assieme alla figlia, cantava: grandi magazzini, per grandi e per piccini!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Per qualche dollaro in più (1965)
  2. C’era una volta il West (1969)
  3. C’era una volta in America (1984)
  4. Grandi magazzini (1986)

I Sentieri Selvaggi di “C’era una volta in America”


18 Oct

Rivedere oggi C’era una volta in America su grande schermo, nella sua versione più lunga, con scene reintegrate che hanno sofferto un po’ gli anni di isolamento – gli encomiabili sforzi di restauro non possono espungere quella “bellissima” opacità della vecchia pellicola ritrovata – fa uno strano effetto. Come tornare alle origini di un amore. Sergio Leone in questa storia di gangster ebrei newyorkesi nei primi anni del Novecento filma la “sua” vita, la magnifica ossessione eternamente fanciulla dell’essere spettatore…

 

c'era una volta in america

 

Rivedere C’era una volta in America oggi, su grande schermo, in versione integrale e restaurata, fa uno strano effetto. Per chi ha incominciato ad amare e “mangiare” cinema tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 l’ultimo film di Sergio Leone ha sempre assunto un ruolo particolare: gli inizi di un amore, il film fiume, lo Spettacolo del Mito, l’esperienza filmica per eccellenza insieme a Novecento di Bertolucci o I cancelli del cielo di Cimino. Dieci anni di attesa per realizzarlo, una produzione lunghissima e un montaggio travagliato che ha partorito varie versioni, sono il frutto di un film/esperienza che lo stesso Leone sintetizza magnificamente citando una frase di Joseph Conrad: “Credevo fosse un’avventura, invece era la vita”.
Ecco, è esattamente questo che ancora oggi stupisce e travolge del film: Sergio Leone in una storia di gangster ebrei newyorkesi nei primi anni del Novecento filma la “sua” vita, filma la magnifica ossessione eternamente fanciulla dell’essere spettatore e filma la folle idea di un cinema orgogliosamente indipendente da ogni (neo)realismo. Lo sguardo dell’europeo Leone è fatalmente al di qua rispetto all’America e ai suoi miti, ma la sua passione viscerale produce sublimi cattedrali erette solo su mura di celluloide: il trionfo del profilmico, degli enormi set/mondo, della musica/tempo di Morricone e dei generi cinematografici che partoriscono la vita solo nei primi piani insistiti degli attori.

 

Il Noodles di Bob De Niro è in fondo l’eterno fanciullo spettatore che diventa improvvisamente regista. Continuerà a guardare innamorato Deborah da lontano: da ragazzo, attraverso la famosa fessura nel bagno mentre lei balla tra la farina; o da vecchio mentre lei recita Cleopatra in un teatro di pesanti maschere (in quella che forse è la più bella e commovente scena reintegrata in questa versione lunga di 4 ore e 20 minuti). Perché Deborah è il cinema di Noodles: “in galera dovevi non pensarci che fuori c’era il mondo, dovevi dimenticauna scena reintegratarlo per non impazzire, ma due cose non riuscivo a togliermi dalla mente: la prima era Dominick quando prima di morire mi disse sono scivolato. E l’altra eri tu. Tu che mi leggevi il cantico dei cantici, ricordi? Nessuno t’amerà mai come t’ho amato io”.
L’inerme Noodles che guarda e sogna si trova improvvisamente in un teatro d’ombre cinesi (le ombre, la materia prima dei film) e produce finalmente una sua storia, una sua versione dei fatti probabilmente irreale, ma pura e autentica sentimentalmente. Ha ragione Quentin Tarantino quando dice che questo film è il vero testamento artistico e umano di Sergio Leone, perché nascosto nei meandri del genere, dei ganster, delle amicizie virili, del Mito americano e delle pallottole che ammazzano, c’è un regista/ragazzino che “sogna tra le ombre” e che si permette di sorridere guardando dritto in macchina alla fine del suo film/giocattolo. Rivedere oggi C’era una volta in America, con le sue scene reintegrate che hanno sofferto un po’ gli anni di isolamento – gli encomiabili sforzi di restauro non possono espungere quella “bellissima” opacità della vecchia pellicola ritrovata – fa pensare che forse l’unica risposta possibile alla tanto sbandierata morte del cinema odierna, risiede proprio nel conservare la primigenia passione in ogni tipo di nuova e sacrosanta “contaminazione”. Conservare lo scintillio (come qualcuno non si stanca mai di ripetere). Continuare a guardare Deborah ballare…

 

De Niro’s Malavita, Brooklyn photos


16 Oct

Mentre sui nostri grandissimi schermi riapproda il capolavoro di Sergio Leone, C’era una volta in America, il nostro Noodles ritorna gangster per Luc Besson. Dopo aver ultimato le riprese in quel della Francia ed essersi “precipitato” in Bulgaria per gli ultimi “dettagli” di Killing Season, eccolo tornare sul luogo del “delitto” della Malavita, appunto.
Come da “affissione”, speriamo che il film sia da bacheca antologica, ammiriamolo in questo slideshow per le strade di Brooklyn.

Genius-Pop

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