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TE QUIERO – Barbara Vagnini – [Video ufficiale]


06 Jul

barbara vagnini

Seguo oramai Barbara da mesi. Oltre a essere una figa cosmica, mi pare evidente, sexy al massimo, allo spasmo, uh uh come spasimo, sì, ne sono spasimante irrefrenabile, ecco dicevo… ha una bellissima voce, è simpaticissima, ha un paio di gambe da abbronzare ogni tuo ormone anche nel più rigido inverno. Dio quanto è bona, Barbara. Una bonita. Poi è forte in questa sua canzone, mette voglia di mare, di vita, di ballare e soprattutto… ci siamo capiti.

 

di Stefano Falotico

Sono diventato Michael J. Fox di Voglia di vincere, una tragica metamorfosi da licantropo sexy beast, da horror di Stephen King


26 Feb

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Sì, tutti i miei scongiuri in merito sono andati a farsi fottere. Con quale oculatezza e moderata scaltrezza cercai di divincolarmi per anni dalla morsa sessualmente predatrice di questa società ingorda che mi ha sempre fatto ribrezzo.

E, nella mia adolescenza cupa e solitaria, ai confini dell’immaginazione più raffinata, anche onestamente d’una sintomatica semi-demenza da annacquato, abbacchiato e allampanato, no, non mi ero giammai allupato.

Resistendo con garbo, con stile bergmaniano, alle imperterrite avance di donne e ragazze stronze e bastarde. Disincagliandomene con allure tipica da young pope/Jude Law. Uno che non saprai mai se è un figlio di puttana patentato, davvero un santo elevato, un profeta ascetico o uno che, zitto zitto, Ludivine Sagnier s’è piacevolmente, segretamente ingroppato con tanto di Cappella Sistina affrescata.

Oh, non mi fate pensare a questa finta monaca, Ludivine. Una che anni or sono, di Gocce d’acqua su pietre roventi, sì, col suo seno maestoso, roba che Eva Green è una poco dotata, col suo culo apoteotico, roba che Monica Bellucci è un’anoressica oramai andata, rese già ardente il prematuro mio “scioglimento” incazzato.

Sì, credo che partì da allora questa mia trasformazione travolgente. E da nerd, imbestialito da sfighe allucinanti, da auto-recluso esiliatosi nella fantasia immaginifica più lirica, divenni un amante animalesco delle più grandi, planetarie fighe immense.

Sì, ero uguale ad Arnie Cunningham/Keith Gordon di Christine ma, in un impercettibile battito di ciglia prodigioso, divenni il più fortunato di tutti.

Certo che Keith, in questo film, è un coglione coi fiocchi. Si fa la bella macchina e la più bella del reame ma alla fine impazzisce come un povero cristo impalato.

Keith Gordon di belle donne, comunque, se n’è sempre (in)teso. Tant’è vero che ha diretto Jennifer Connelly in Waking the Dead. Quando Jennifer era all’apice del suo seno portentoso. Un seno delicatissimo, dai capezzoli perfino ispidi e rizzi, un seno meraviglioso come Sean Connery ne Il nome della rosa.

Che classe, Sean.

Sì, da monaco/Christian Slater, dopo la prima volta mia selvaggia e al contempo imbarazzata, acquisii piena coscienza di quel tipo… di potenzialità presto assodata. E ne godetti aizzato. Lei, e già vi ho narrato di quella notte tanto lercia e fradicia quanto estatica, notò immediatamente, e soprattutto sentì, fiorire in me l’uomo deflorato che, dopo aver con forza taurina fornicato, stava sviluppandosi in maniera mostruosamente irreprimibile e appunto selvatica.

Lei era infatti gelosissima. Abitava lontano, per l’esattezza a Trieste, e mi telefonava venti volte al giorno per appurare se realmente ero impegnato coi miei studi o, in sua assenza, mi stavo “impregnando” con qualcun’altra.

Era un assillo, roba da esasperare qualsiasi ragazzo e farlo regredire all’asilo.

Comunque, non aveva torto. Lo sa e mi ha perdonato. In sua assenza, intrecciavo relazioni non solamente intellettuali con fighe madornali, oserei dire monumentali.

Consapevole di essere provvisto di qualcosa, in mezzo alle gambe, di potentemente distruttivo in senso positivo. Qualcosa di enorme e mai visto. Uno spettacolo della natura al cui confronto il signor Rocco, e voi sapete a chi allupo, no, alludo, impallidisce e non poco.

Fu un involontario traviamento. Ci sta la rima di (p)orco? No, era smerigliata purezza! Altro che imbranato! Ero perennemente imbrattato.

Al che chiesi alla mia seconda ragazza perché mi voleva sempre a casa sua durante la ser(r)a:

– Guarda. Ti sarò sincero. Non abbiamo molto in comune. Io amo Robert De Niro e tu, invece, vai matta per Riccardo Scamarcio. Siamo un po’ tanto agli antipodi. E non è che parliamo molto io e te.

Quindi, dopo tre mesi di scopate, puoi, senza peli sulla lingua, dirmi perché vai matta per me?

 

La ragione, anzi, la regione, capirete, era ed è presto spiegata. Quando lei era a novanta, dirimpetto a me tutto (e)retto, si sentiva sconfinatamente appagata. Anche se poi mi diceva che la sua vita rimaneva quella di una sfigata. Mah.

Ora, voi penserete che, oltre a prendere per il culo lei, stia pigliando per i fondelli anche voi.

Invece è tutto, ma proprio tutto, tragicamente vero. Tangibile. Abbastanza evidente con tanto di (det)ergente.

Cazzo.

Insomma, qualcosa di totalmente inaspettato, sessualmente oramai poco immacolato.

E dire che mi ero cautelato così tanto. Così come vi ho raccontato. Avevo fatto di tutto per non farmele tutte.

Ma, una volta partito ed eiaculato, è stato davvero qualcosa di esagerato, di smodato, di sproporzionato. Di spericolato.

Se a questo aggiungiamo che potete darmi, oltre a quelle, qualsiasi testo, che sia di Biologia o Ingegneria, e io sono a pagina cinquanta quando voi siete ancora alla prima…, mi domando ora come ora…

Ma che cazzo campo a fare?

Sì, è una tragedia. Sapere che vai in giro e una, appena ti vede, deve chiamare lo spurgo. Perché provoca allagamenti che manco l’esondazione dell’Arno a Firenze.

Ora, se di fronte hai Jennifer Aniston, ben venga… lo straripamento.

Se dinanzi ti capita, però, Sally Hawkins, no, non avrà il mio “mostro della laguna”.

Quindi, se doveste voi vedermi andar per istrada con aria sconsolata e mesta e vi dovessi sembrare un cane bastonato, cazzo, è perché sto mentendo spudoratamente.

Se vi dicessi la verità, mi vorreste castrare immoralmente. E quindi per me non è conveniente spingermi troppo… platealmente. Infatti, il signor Guillermo del Toro mi ha appena scritturato per interpretare il suo prossimo film. Sapete qual è il suo prossimo film, vero? Eh già.

Adesso, scusate, mi devo occupare della traduzione in inglese del mio libro su Carpenter.

Per la ventura distribuzione globale. Sì, come un’ombra dello scorpione kinghiana, a mo’ di Sutter Cane, devo inseminare…

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di Stefano Falotico

Liam Neeson, ascesa di un uomo tranquillo ma non tanto all’asciutto…


07 Feb

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Innanzitutto sparatevi questo. A proposito di film sulla vendetta alla Liam…

Negli ultimi mesi, ho scritto una miriade di cose su Liam Neeson. Cercatele, son sparse dappertutto nel net. Lei, donna, pulisca il WC. E legga qualche libro. È ferma all’ABC. Vota la DC? Non esiste più, adesso tutti son politici dietro un pc.

Liam, un uomo bello. Tosto e duro. Duro, durissimo, vero signora?

Quest’uomo sempre più m’impressiona e, ripeto, la sua metamorfosi attoriale ha dello spaventoso stupefacente.

Lui che fu Oscar Schindler ma non vinse l’Oscar e fu assai amato da Uma Thurman. Con lei non fu “miserabile” ma a quanto pare un darkman dall’uccello lupesco, come in The Grey. Sì, Uma ha scopato mezza Hollywood ma un uccello come quello di Liam sostiene che non l’abbia mai più visto Non l’abbia in quanto quello di Liam l’abbacinava e di notte abbaiava, latrava anche nella latrina di orgasmi lerci, ululava, insomma cazzeggiava.

Un uomo davvero Kinsey e infatti, nel succitato capolavoro di Spielberg, lo sa bene Ben Kingsley. Lui fu Gandhi ma Liam non è mai stato ascetico. Diciamo che spesso lo ha asceso. Mica scemo…

Fra americane, africane, ariane, ebree e nere. Non ha pregiudizi razziali. Lui le “salva” tutte nel suo fornificarle in maniera “crematoria”.

Sì, Liam va detto. È sempre stato un maiale. Metaforicamente, in quei femminili for(n)i e non. Basti vedere il suo ruolo ne La ballata di Buster Scruggs. Raramente ho assistito a un porco del genere. Ammazza il povero ragazzo monco, buttandolo giù dal ponte. Non si vede questa scena ma è chiarissimo che lo affogherà. Perché Liam, una vola trovata la gallina dalle uova d’oro, dopo aver spennato tante gallinelle che ovulavano dinanzi al suo marcantonio, non è certamente nella vita privata il Prete di Gangs of New York o Ferreira di Silence. Ma un bucaniere da Gun Shy – Un revolver in analisi. Più che altro uno che le guarda in cagnesco, un Rottweiler in anale…

Lui riesce a farle tutte gridare e tira fuori… la voce anche alle mute e alle lesbiche. Basti pensare a Jodie Foster di Nell.

Liam, a mo’ di Andrea Roncato/Patacchi “capo ufficio pacchi”, dà a ogni donna la “curetta”.

È un uomo che resuscita ogni frigida. E sulla sua porca, no porta, c’è scritto Vendesi miracolo.

Liam non è un uomo, insomma, da Mission ma ama le missionarie e tutte le (im)posizioni. Le donne, inginocchiate, lo benedicono e stanno a pregarglielo in poca santità senza remissione di ogni immissione…

Sì, Liam possiede proprio uno spadone, una luccicante Excalibur. Infrangibile, potentissima. Un ciddone!

A parte le porcate, Liam è davvero un glande, no, un grande.

A eccezion fatta di qualche stronzata, la sua filmografia negli ultimi anni è stata strabiliante.

Quasi esclusivamente confinato a revenge movies alla Io vi troverò ma son variazioni sul tema davvero cazzute.

Una sfilza di fighe, no, figate di genere. Da La preda perfetta a Run All Night, da L’uomo sul treno a questo Un uomo tranquillo. Film osannato dalla Critica americana.

Sì, pare un ottimo rifacimento…

E ricordate, donne e anche uomini: Liam vi fa da capo a piedi e soprattutto, gentil sesso, lui ci dà, se la rifà e nei suoi “remake” spacca…

Peraltro, non ho mai visto un uomo così caldo quanto freddo come Liam.

Era sposato, come saprete, con Natasha Richardson. Donna che a me piaceva molto. Infatti, in Cortesie per gli ospiti di Paul Schrader, nell’albergo veneziano me la sarei fottuta sotto le veneziane. Mica come Rupert Everett. Quello, si sa, è dell’altra sponda. Sì, non sa bagnare le donne.

Dovete sapere che Natasha morì tragicamente. E Liam, sbattendosene… il cazzo, un mese dopo era già sul set di un nuovo film.

Che uomo di merda. Lui non sente proprio niente, non soffre delle disgrazie altrui, morta una se ne ficca un’altra. Come se nulla fosse.

Con enorme tranquillità, senza battere… ciglio.

Liam non elabora nessun lutto, non cade in depressione, bensì pompa con più pressione.

Insomma, diciamocelo, cazzoni.

Se non ci fossi io a farvi ridere, che sen(s)o avrebbe la vita?

Io vi tiro su. Anche quando mi buttate giù.

Sono però come Liam. Al freddo e al gelo, scivolo nella notte in quanto uomo di tante botte.

Soprattutto quelle mi date.

 

di Stefano Falotico

Parlo di Cinema e di donne con cognizione di causa, poiché “tocco con mano”, cado in fallo, e dunque sfarfallo


04 May

Jessica Rabbit

Sì, uno dei grandi, insormontabili problemi per chi scrive molto come un ossesso è il refuso. Quella parola che pensavi di aver scritto correttamente e poi, alla milionesima rilettura, scopri che era sbagliata, hai digitato male, e va editata. La fretta è cattiva consigliera ed essendo fluviale io alle volte finisco in un mare d’imprecisioni. Ma son così meticoloso dal poi “riassettare” tutto e all’acqua, alla battesimale fonte della mia saggezza torrenziale io mi abbevero sempre. Ma non smetto mai di documentarmi e leggere.

Sì, son uno che sempre legge, in quanto leggenda, e leggendo dovete (e)leggermi.

Sì, leggenda non è un mito ma il singolare femminile del gerundio leggendo. Sì, ah ah. Ed è per questo che io sono come Will Smith, I Am Legend. Ah ah.

Ma è sulla parte “femminile” della mia persona sconfinata che vorrei per un attimo la mia attenzione confinare. Sì, le donne mi attraggono in maniera eloquente, oserei dire. Sono un pessimo attore quando guardo una donna. Lei capisce lontano un miglio che mi piace. Ma io provo disperatamente a celare il mio sguardo lupesco dietro una finta impassibilità da Buster Keaton, andando incontro a figure storiche come Bradley Cooper di American Hustle.

Non son solo le farfalline alla Jessica Rabbit a catalizzare i miei sguardi. Che bel verbo catalizzare… è che poche volte, come si suol dire, riesco a “capitalizzare”. In fatto di donne non sarò mai un capitalista come Berlusconi. Egli le irretì grazie all’arma seduttiva dei soldi. Ma questo Silvio di Toni Servillo non mi piace. Il fallo, no, il fatto non è che sia una caricatura ridondante e scimmiottesca da Bagaglino, è che mi pare davvero sforzato il suo accento milanese, perché Servillo è platealmente meridionale e gli stona quel trucco. Quel parrucchino non ha la cosiddetta “inflessione” naturale per le cosce… ed è per questo che poco mi par credibile nei panni di un predatore come Berlusconi. Servillo sarà per sempre Gambardella, un apatico sognatore, uno che concima il suo vuoto esistenziale con delle giraffe e con le Ferrari… Ah, Isabella, gnocca di classe, bionda le cui gambe io pitterei con l’“acquerello” del pisello, no, di pastello e orgasmi liquidi come spruzzate impressionistiche di van Gogh. No, quale natura morta da Raffaello, per te la banana ben si accorderebbe alla tua pelle di pesca, e snocciolerei le mie gonadi maschili come arachidi sgranocchianti per nostri orgasmi scimmieschi e piccanti. Son peccante, peccami, piccami. Piluccante… Sì, mia mela, apriti e in me addolcisciti come kiwi, quando pennellerò le tue pere nel battito del mio frutto secco, spompato e succhiato come melone fresco di un’afosa estate con la tua caliente spagnola. Posati come prosciutto nudo e crudo e saremo mortadelle col mio “formaggio” pecoreccio, perché il pecorino lo lasciamo a quel caprone che segue l’ammansito gregge. Ah sì, è grossolano come Ezio Greggio, invece la mia pastorizia è raffinata ma comunque ama la pecorina.

Sì, un tempo pensavo che fosse basso come Bob Hoskins andare da una donna e dirle sei una gran figa. Invece, ho scoperto che fa piacere a tutte, nonostante fingano di dispiacersene. Inizialmente se la prendono ma poi, essendo tu stato così gioiosamente diretto, lo prendon dritto. Rittissimo, alle volte sghembo tra le lor infuocate gambe ma son queste qui rettrici di ogni copulazione gaudentemente erettiva e ficcante. Ah, che “finezza”, che elettiva affinità in questo reciproco diletto e anche negli altrui letti. Che traditrici a me che bellamente fotto i lor mariti. Sì, mie amatrici, plurale della città Amatrice, son un giusto amante terremotante? L’importante è che crollino le mutande. Anche dopo un’amatriciana, sì, che sughino…

E la vita acquista un sen(s)o più fruttuoso. Poi, pendon dalle mie labbra quando parlo di Cinema e, tra un fotogramma e l’altro, è un capolavoro. Sì, sono il tuo Oscar, accarezzalo tutto… è d’oro… E ti dorerà, mia adorata, in quanto fragrante come il pandoro. Odio i cinepanettoni. Fanno il pienone, io un tempo facevo pena. Adesso le donne mi fanno il penone…

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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